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Ciao  @Giancarlo Gravili riesci sempre a coinvolgermi nei tuoi deliri... non si fa in tempo a ridere di una trovata che già c’è quella successiva e così penso che chi mi vedesse leggere un tuo testo avrebbe parole di commiserazione per me, pensando che abbia subìto qualche grave acciacco!
Ma quanto ti diverti (e ci diverti)!
Passato il primo periodo di formazione, J.O. abbandona l'aspetto filo e so fico delle prime scritture e si lancia in uno stile rude, progressista antifemminista e che qualcuno t'assista se non viene a salvarti un tassista dall'assalto delle donne che, all'urlo “razzista, razzista”, lo inseguono con l'auto del figlio del tassista, piccolo noto teppista.
Un mito.

Mi devo riprendere, datemi i sali (non da bagno che ho solo la doccia) e poi lo rileggo.
Sembrano le battute che venivano fuori in ufficio in certe gornate deliranti, quando vai a casa, suona il citofono e tu rispondi "Ufficio Organizzazione", mentre marito e figlia vanno in cucina a preparare cena: per non rischiare.
Uguale. Mi s che cercherò quelle battute e magari ti sfido. Ho detto magari.

Una cosa mi ero scordata: questo racconto mi ricorda tantissimo lo stile di Andrea G. Pincketts, che con le parole, il loro contrario, il doppio senso carpiato... ti stendeva.  Letteralmente: ho letto "Il conto dell'ultima cena" mentre ero in clinica dopo un intervento. Nonostante il rischio "saltapunti" non ero riuscita a non finirlo. Te lo consiglio, come autore: magari lo hai già letto.

Grazie Susanna, vado a vederlo.
Visto e ricordato era sempre in tv prima della morte. Troppo in gamba e morto troppo giovane.

Non so che dire.. se non che è un CAPOLAVORO!!! E' perfetto per un monologo teatrale da fare invidia a Bergonzoni.

Giancarlo, se proprio vuoi immergerti nella meravigliosa follia di Pinketts, ti consiglio 'Lazzaro vieni fuori'.
Autore molto sottovalutato Pinketts ha avuto un buon successo grazie soprattutto alle sue apparizioni televisive.

Il tuo pezzo è denso del tuo modo di scrivere.
 Ironia a fiumi e tanto umorismo nelle parole che volano impazzite
Bravo, Gian.

Ciao ragazzi grazie di cuore, guardo a queste scritture con un po' di nostalgia oramai non scrivo più così. Mi è rimasta una scrittura cupa e dura...

Giancarlo Gravili ha scritto:Ciao ragazzi grazie di cuore, guardo a queste scritture con un po' di nostalgia oramai non scrivo più così. Mi è rimasta una scrittura cupa e dura...

L'ironia uno ce l'ha o non ce l'ha. E se uno ce l'ha è difficile perderla e comunque prima o poi torna allo scoperto.

Concordo in toto Danilo ed è vero. Certo è che si cambia e questi tipi di scritture necessitano di spigliatezza e velocità mentale, devono essere scritti d'un fiato. Ho perso molta brillantezza per tante ragioni di vita e la mia scrittura passa ora un periodo melanconico più dedicato alla poesia...