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Staffetta 6 - Episodio 4

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Messaggio Da Claudio Bezzi Mar Giu 11, 2024 4:53 pm

Episodio 1 [Achillu]
 
Iseoland è il più grande parco divertimenti d’Italia. Immerso in un meraviglioso contesto naturale, offre ai visitatori le attrazioni più innovative per lo svago di adulti, ragazzi e bambini.
In realtà non ti sta entusiasmando così tanto. Il cielo è coperto e alcune giostre non sono in funzione. Quelle che funzionano non sono emozionanti, perfino le montagne russe sono prevedibili. Gli addetti alle attrazioni non ti fanno un sorriso neanche pagandoli, al bar non ti danno nemmeno il buongiorno. Ma la cosa che ti dà più fastidio sono le facce col sorriso ebete di chi, nonostante tutta questa noia, si sta divertendo lo stesso; e pensi: “Ma come si fa?”
Gigio dice: «Gente, che palle!» E conferma il tuo pensiero.
Perciò proponi: «Proviamo uno spettacolo?»
Bobo indica qualcosa sulla cartina, che riproduce come un fumetto il parco divertimenti: «Il più vicino è la Bottega degli Orrori.»
Lory, come al solito, è entusiasta; basta nominare la parola “horror” e il suo viso si illumina. Non importa se il nome non è per nulla originale.
Così vi dirigete verso una tensostruttura anonima, davanti alla quale c’è la solita fila. Alcuni ragazzi attorno a voi attaccano bottone, parlano delle solite cose musicali: death metal, gothic rock, emo core… secondo voi sono meglio questi o quelli? Alla fine il tempo passa velocemente e arriva il vostro turno.
«I gruppi devono farsi riconoscere.»
Voi quattro allungate tutti insieme il braccio destro. L’addetta è piuttosto svogliata e maldestra, vi allaccia alla bell’e meglio dei bracciali di colore giallo, diversa gente dietro di voi si lamenta per essere stata pizzicata. Anche Gigio e Lory imprecano contro l’hostess, massaggiandosi il polso.
I ragazzi davanti a voi gongolano: «Che figo, ‘sto bracciale è proprio viola!»
«Che culo!» Una voce dietro di voi: «A noi ce l’han dato marrone come la merda!» Risata.
«Adesso tenete la mano destra sulla spalla di chi vi sta davanti!» interrompe una voce. Siete tutti in fila: Gigio, Lory, tu e Bobo. Davanti a Gigio il gruppo viola, che fa da capofila, dietro a Bobo il gruppo marrone. E adesso si parte: avanti, march! Come tanti detenuti pronti per l’ora d’aria. Con la differenza che ognuno è vestito un po’ come gli pare.
Le luci si abbassano e parte la presentazione dell’avventura; non stai nemmeno ad ascoltarla perché in sottofondo c’è il pezzo goth che ti piace tanto, proprio quello del momento. L’atmosfera è nebbiosa per finta e umida per davvero. Attraversate le solite cose scontate: ragnatele, bare che si aprono, insetti giganteschi.
Si scorge la figura del tristo mietitore, sembra galleggiare nella stanza. Si avvicina piano, poi con un gesto rapidissimo abbassa la falce; un lampo si riflette sulla lama e ti abbaglia.
Quando riacquisti la vista, ti accorgi che tutti i ragazzi del gruppo viola sono stati tagliati a metà e state letteralmente camminando in mezzo ai loro corpi dilaniati. Lory urla. L’istinto sarebbe quello di scappare indietro, ma il tristo mietitore riappare in fondo alla stanza, ripetendo il sacrificio rituale con il gruppo in fondo alla fila.
 
 
Episodio 2 [Susanna]
 
Voi siete lì in mezzo e non potete, o non riuscite, a pensare a nulla. Ecco, il nulla è proprio dentro di voi: silenzio assoluto. Un silenzio assurdo, visto dove siete, in cui Lory riesce a farsi largo: ti sta urlando di prendere una gamba e infilarla sul binario che il tristo mietitore sta percorrendo lentamente, ma inesorabilmente, per provare a fermarlo. L’uscita non è poi molto lontana, certo con tutti quei cadaveri non sarà facile raggiungerla, ma in certi momenti mica si pensa tanto: si agisce, per istinto.
«Una gamba? No, io proprio no!»
Lory decide per tutti ma mentre si sta chinando per prendere una gamba, sentite una fitta al polso, proprio dove c’è il braccialetto. Decisamente una bella fitta, che pare farvi superare lo choc, o forse solo ad avere qualcos’altro cui pensare. Per esempio alla voce che vi invita a uscire da una porticina con l’insegna “Exit” che lampeggia oserei dire furiosamente.
Anche questa volta è Lory a prendere l’iniziativa e vi spinge senza troppi complimenti contro la porta: vi ritrovare sul retro di un furgone che, mentre cercate di mettervi seduti, parte, senza sgommare ma neanche tanto delicatamente.
Un’altra fitta dal braccialetto e puff… perdete i sensi.
Quando vi svegliate dirvi confusi è banale: vi trovate in una grande stanza che ricorda un negozio di mobili, dove tutto è coordinato, dai divani agli spessi tappeti moderni, dalle luci riposanti alle piante collocate con gusto. Appese alle pareti noti le locandine di tanti film famosi e, in alcune teche, coppe, targhe e altri oggetti che fanno pensare a dei premi, dei riconoscimenti. Bene in vista, sotto una campana di vetro, tre premi Oscar.
«Se chiedo cosa cavolo è successo, qualcuno mi risponde? Ma senza impegno.» Bobo ha una vocina flebile, tremolante.
Anziché una risposta, sentono le porte di un ascensore aprirsi: ne escono due persone, un uomo, in smoking, molto elegante e una donna, infagottata in una sorta di divisa alla Mao Tze Tung.
Lory non aspetta che si presentino:
«Vorrei sapere dove cazzo siamo, e cosa è successo a Iseoland? Tutti quei ragazzi fatti a pezzi, il sangue... E dove siamo?»
Quei due si guardano, scoppiano a ridere e voi realizzate di non avere la benché minima traccia di sangue sugli abiti.
«Allora, carissimi sconosciuti, vi sono piaciuti i miei effetti speciali? Capisco dalle vostre espressioni che ho fatto un eccellente lavoro. Che dici, darling, vado bene così per la cerimonia degli Oscar?»
«Oh, ma certo! Sei super elegante! Però ora vai a riposare, altrimenti domani avrai delle brutte occhiaie. Ti ho già fatto portare in camera la tua tisana. Vai, caro, ai ragazzi ci penso io.»
Attende che lui sia uscito e si presenta: «Sono Kate Grant, quello è mio fratello Jerome e siete qui…»
«Ma lui è… non sarà mica…oh cazzo, scusi signora, ma davvero… quel Jerome Grant?»
«Proprio lui, il misterioso Jerome, il gigante degli effetti speciali.»
«Gli Oscar? Ma ci sono stati tre mesi fa.» Gigio sta facendo il giro delle locandine.
«Beh, in questo periodo è un po’, come dire, confuso. Diciamo che gli si è incriccato il cervello. Mi spiace per lo spavento di prima e per il resto. Ora vi spiego.»
«Incriccato? Significa che è un po’ fuso, fuori di testa?» Anche la tua voce è un pochino stridula.
«Semplificando, sì. Colpa del suo nuovo progetto, ci sta lavorando da due anni e oggi è stato il giorno delle prove generali: ansia a mille. Ha messo assieme una nuova versione di cinema ultra dinamico, qualche ologramma e una sorta di messaggi subliminali rilasciati da un microchip o roba del genere inserito in quei braccialetti speciali. I vostri sono gialli: test completo. Ehm… forse un po’ esagerato, ne convengo.»
«Esagerato? Cavoli, avremmo potuto morire di infarto!»
«Io stavo per vomitare la porchetta!»
«Quindi quei ragazzi sono ancora vivi?» chiedi speranzoso.
«Vivissimi, per loro solo qualche cosuccia, ma poca roba. Viola e marrone, colori orribili.»
«Cervello incriccato eh? E noi delle cavie! Beh, mio padre è avvocato e non penso che ve la caverete con delle scuse e un autografo. Siamo minorenni, non so se ne è consapevole. Ora lo chiamo.» Lory cerca il cellulare nel suo zainetto.
«E si è pure messo in testa di apparire in pubblico, dopo tutta la fatica per rimanere nell’ombra…» Kate sospira sconsolata, indifferente, poi si riprende.
«Ah, meglio che vi mettiate comodi, adesso. Avvocato dici? Tanto, chi vi crederà?»
Il braccialetto giallo si illumina debolmente e voi tornate nel mondo dei sogni.
Quando vi svegliate, siete seduti su una panchina a fianco della Bottega: intorno a voi alcuni ragazzi ridono sguaiatamente e ti mostrano un filmatino in cui vi si vede uscire gridando. Gigio piangeva e parlava di un panino con la porchetta. Bobo continuava a ripetere una parola: incriccato.
Qualcuno parla di chiamare il 112, ma poi lascia perdere. La fila alla Bottega si sta riformando.
 
Episodio 3 [M. Mark o’Knee]
 
E mentre siete lì che guardate la fila, senza davvero vederla, e formulate pensieri più o meno simili riguardo al lasciare alla svelta Iseoland - ché fra l’altro le nuvole si stanno facendo minacciose - cercando di archiviare tutta la faccenda fra i ricordi sgradevoli e dimenticabili, Lory si alza di scatto dalla panchina e vi apostrofa con tanto di indice ben dritto davanti alle vostre facce più inebetite che assonnate.
«Ma davvero vogliamo farci prendere per il culo in questo modo e lasciar perdere?»
Sarà stata la veemenza delle parole di Lory, sarà stato il pensiero di quel filmato che vi immortala nei panni di quattro zombi impauriti e che presto farà il giro dei social… Be’, qualunque sia stata la ragione, non puoi fare a meno di rispondere:
«Lory, hai ragione! E poi, ci sono troppe cose poco chiare in questa storia.»
«Che cosa volete dire? Ho la testa ancora parecchio incriccata per riuscire a seguirvi.»
«E io mi sento quel cazzo di panino con la porchetta ancora sullo stomaco…»
«Ecco, incriccati.», riprendi, sorvolando su Gigio e il suo panino. «Come hanno fatto a incasinarci il cervello, tanto da farci uscire dalla Bottega degli Orrori ridotti in questo stato? E la casa dei Grant? Non credo sia molto lontano da qui, sennò come potevamo andare e tornare nel tempo di un giro nella Bottega?»
«È vero.», ti conforta Lory. «Deve essere per forza qui vicino: dovranno pur monitorare i loro cazzo di test, no? E quel rintronato, poi? Sarà anche mezzo fuori di testa, ma come può essersi scordato di aver già ricevuto il suo Oscar?»
Se ancora avevi qualche dubbio sul termine “esterrefatto”, l’espressione che compare sulle facce di Gigio e Bobo nell’ascoltare i vostri discorsi li ha certamente fugati.
I due, ancora seduti sulla panchina, prima si guardano l’un l’altro e poi vi guardano esterrefatti, appunto.
«Ma di che cazzo state parlando?», dicono, praticamente all’unisono, agitando avanti e indietro una mano a pigna.
Ora è il vostro turno, tuo e di Lory, di cadere dalle nuvole. Possibile che entrambi non ricordino niente di tutto quello che vi è successo? Eppure, quelle due paia di occhi che sembrano avere dei punti interrogativi al posto delle pupille esprimono uno stupore così genuino… Altro che cervello incriccato, pensi. Questo è un lavaggio a ciclo completo.
Non vi resta altro da fare che raccontare tutto a Bobo e Gigio, dalla fila all’ingresso dell’attrazione alla falce del tristo mietitore; dai braccialetti gialli a Jerome Grant e sua sorella; dagli svenimenti al filmino dell’uscita dalla Bottega degli Orrori.
«E voi vorreste farci credere che siamo stati prelevati e portati a casa di Grant? No, dico, a casa di Mr. Jerome “effetti speciali” Grant?», e la voce do Bobo non è affatto tremolante stavolta.
«Uno come Grant che abita in un paesetto sulle rive del lago? Magari in una vecchia casa di pescatori? Mi sa che siete voi, quelli fuori di testa.», rincara Gigio gesticolando in tutte le direzioni.
«Ma… Anche Clooney…», provi a ribattere, senza troppa convinzione, mentre ti ritrovi a pensare che, dopotutto, i tuoi amici non hanno tutti i torti: è la tua versione dei fatti che, anche se sostenuta dalla Lory, ha tutti i crismi dell’assurdo. Ed è così che ti senti, come il tizio del brano sparato dagli altoparlanti del parco:
(Caught in the undertow, just caught in the undertow)
I've become so numb.
Ma è solo questione di un attimo. Perché il gesticolare di Gigio ti ha fatto balenare davanti agli occhi un particolare stonato.
Ti guardi il polso destro e poi quelli di Lory, Gigio e Bobo e la risposta a tutti i dubbi sembra proprio essere lì: i due ragazzi hanno ancora i braccialetti gialli, mentre tu e Lory non li avete più.
Stai per dar voce a questa epifania, quando Lory mette le mani nel suo zainetto ed esclama:
«Non ci credete, eh? E allora date un’occhiata a questa!»
E tira fuori una piccola cornice a giorno con una foto in formato 18x24.
Incollate gli occhi sull’immagine di un tizio in tenuta da pesca che ostenta le proprie prede davanti all’obiettivo, ritratto sul molo di un porticciolo. E non potete non riconoscere Jerome Grant, nonostante le sue scarse apparizioni pubbliche; e soprattutto non potete non riconoscere lo sfondo, dato che lo avete sotto il naso tutti i giorni: il porto turistico di Lovere.
«E questa da dove arriva?»
«Da casa Grant. L’ho presa da un tavolo prima che l’arpia ci mettesse di nuovo ko.»

Episodio 4 [Claudio Bezzi]
E mentre Gigio e Bobo si strappano i braccialetti, mentre Lory sventola soddisfatta la sua foto, mentre Mike Shinoda stecca clamorosamente Numb (e ti sembra strano, non avevi notato come cantasse male Shinoda), mentre il tristo mietitore esce dalla bottega falciando allegramente la fila che si era formata, mentre lo chef Cacciavanuolo col costume da panino alla porchetta urla istericamente “È un incubo, è un incubo!”, mentre inizia pure a piovere e tu non hai neppure il K-Way, mentre la testa incomincia a girarti come mai avresti creduto possibile, ecco che un sibilo assordante vi trapana la testa; come quei microfoni mal tarati che si mettono a fischiare, alle fiere di paese, proprio mentre inizia a parlare l’assessore. Uguale. Senti che stai stramazzando. Mentre crolli fai a tempo a vedere Gigio steso per terra, svenuto, e Bobo che sta precipitando sul suo stomaco prominente. Una parte di te si chiede dove sia Lory ma tutto si fa nero.
BZZZ…
“Prova ancora.”
“Merda, merda, merda!”
“Dai, cazzo, muoviti! Tira quella leva verde e gira la manopola gialla, muoviti!”
BZZZ…
Incriccati.
Tristo.
Quattro Oscar. O erano tre?
BZZZ…
“E adesso?”
“Merda, merda!”
“Piantala, non aiuti… Hai premuto tre volte il pulsante blu?”
“Tre?”
“Sì, cazzo, sei scemo o cosa?”
“Credo di sì, due, tre, non ricordo.”
“Merda!”
BZZZ…
BZZZ…
“Signore?”
“Sì?”
“Abbiamo un problema.”

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Messaggio Da Susanna Mar Giu 11, 2024 5:46 pm

Tutti quei mentre... quanto mi son piaciuti! Qualcuno li avrebbe cassati, ma qui rendono l'idea di una serie (anche esilarante) di momenti che accadono nello stesso momento e il mentre non può mancare. Ora voglio proprio vedere come se la cava il prossimo staffettista.
Dopo di che quando e se mi capiterà di andare a qualche parco divertimenti... solo esperienze all'aperto (al massimo la giostra delle tazze).

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Messaggio Da Albemasia Mar Giu 11, 2024 10:39 pm

Il prossimo staffettista sono io... e posso dirlo con certezza: "Ho un problema!"
Ho come la sensazione che Claudio mi abbia servito un bel pezzo per un finale degno..., ma in questo momento vedo tutto nero... 
BZZZ...
E adesso...???
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Messaggio Da Albemasia Mar Giu 11, 2024 10:51 pm

...e continua a risuonarmi nella testa Numb dei Linkin Park...
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Messaggio Da M. Mark o'Knee Mar Giu 11, 2024 10:59 pm

Albemasia ha scritto:...e continua a risuonarmi nella testa Numb dei Linkin Park...
Senza stecche, spero.
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Messaggio Da M. Mark o'Knee Gio Giu 13, 2024 12:29 pm

Una bella svolta, quella di Claudio. Chi saranno i due "manipolatori"? E dove sarà finita Lory?
Un interessante capovolgimento che mi ha dato anche l'impressione di essere improvvisamente scivolato nel secondo step di Pachamama; per la precisione nel mondo un po' sottosopra del Cronovisore.
Ottima scrittura, ma su quella non avevo dubbi.
Complimenti.
E un grande in bocca al lupo al prossimo staffettista.
M.

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Messaggio Da Albemasia Gio Giu 13, 2024 10:20 pm

Racconto finito. Devo solo rivederlo perché sto rischiando di sforare i 5000...
Voglio essere sicura di coronare con il giusto epilogo il lavoro degli staffettisti che mi hanno preceduta.
E poi ho anche una "ballerina mummificata" con cui fare i conti...!
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Messaggio Da Albemasia Ven Giu 14, 2024 12:04 am

Volevo solo chiedere a @Claudio Bezzi se le virgolette alte hanno una loro ragion d'essere nel suo testo, perché gli altri staffettisti hanno usato le caporali e io vorrei essere coerente con il testo nella sua globalità.
Grazie
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