Sere troppo lunghe
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Sere troppo lunghe
@CARLA EBLI - che da poco si è iscritta su DT - ha tradotto in dialetto noneso il mio racconto dei '100: ha pertanto utilizzato alcuni modi di dire strettamente locali, intraducibili ma che, nel parlato – come accade in tutti i dialetti – hanno significati molto precisi (i niva for – no ve no pop);
così come intraducibili sono parole del tipo “deluso” o “grama”.
Grazie Carla per il bel lavoro: letta a mezza voce, per chi conosce il dialetto, è veramente molto musicale.
Sere masa longe
El Tilio e el Celso i era come la mobilia de l'ostaria: vecli.
I niva for dal Guerino ogni sera dopo zena e, cartin dopo cartin, i fava mezanot.
«Che vedes po' en tel bizer?» el domanda el Tilio stasera.
«Vin.»
«As sbaglià. Ge ent na storia, la mia.»
«Alora contimela.»
«Prima bevi for en goz che giai la gola suta.»
El Tilio el svoida for el bizer e 'l speta.
«Ma alora sta storia?»
«Ioi me l'ai beuda for tuta.»
El grigna, el vecel Tilio.
El grigna, el planz.
Le lagrime le se fa strada fra le ruie.
El Celso el g'e restà mal: «Ma almen l'era na bela storia?»
«No ve no pop, no la era propri bela par engot.»
El leva su co le giambe nade: «Grama, na storia propri agra come sto vin.»
Sere troppo lunghe
Attilio e Celso sono come i mobili dell’osteria: vecchi.
Vengono da Guerino ogni sera, dopo cena e, quartino dopo quartino, fanno mezzanotte.
«Cosa vedi nel bicchiere?» chiede Attilio stasera.
«Vino.»
«Sbagliato. C’è una storia, la mia.»
«Contamela.»
«Prima un sorso, che ho la gola secca.»
Attilio vuota il bicchiere e aspetta.
«Allora, la storia?»
«Eh, me la son bevuta!» E ride, il vecchio. Ride e piange.
Le lacrime si fanno strada fra le rughe.
Celso è deluso: «Ma almeno era una bella storia?»
«No, non era una bella storia.»
Si alza, incerto sulle gambe: «Grama, come questo vino.»
così come intraducibili sono parole del tipo “deluso” o “grama”.
Grazie Carla per il bel lavoro: letta a mezza voce, per chi conosce il dialetto, è veramente molto musicale.
Sere masa longe
El Tilio e el Celso i era come la mobilia de l'ostaria: vecli.
I niva for dal Guerino ogni sera dopo zena e, cartin dopo cartin, i fava mezanot.
«Che vedes po' en tel bizer?» el domanda el Tilio stasera.
«Vin.»
«As sbaglià. Ge ent na storia, la mia.»
«Alora contimela.»
«Prima bevi for en goz che giai la gola suta.»
El Tilio el svoida for el bizer e 'l speta.
«Ma alora sta storia?»
«Ioi me l'ai beuda for tuta.»
El grigna, el vecel Tilio.
El grigna, el planz.
Le lagrime le se fa strada fra le ruie.
El Celso el g'e restà mal: «Ma almen l'era na bela storia?»
«No ve no pop, no la era propri bela par engot.»
El leva su co le giambe nade: «Grama, na storia propri agra come sto vin.»
Sere troppo lunghe
Attilio e Celso sono come i mobili dell’osteria: vecchi.
Vengono da Guerino ogni sera, dopo cena e, quartino dopo quartino, fanno mezzanotte.
«Cosa vedi nel bicchiere?» chiede Attilio stasera.
«Vino.»
«Sbagliato. C’è una storia, la mia.»
«Contamela.»
«Prima un sorso, che ho la gola secca.»
Attilio vuota il bicchiere e aspetta.
«Allora, la storia?»
«Eh, me la son bevuta!» E ride, il vecchio. Ride e piange.
Le lacrime si fanno strada fra le rughe.
Celso è deluso: «Ma almeno era una bella storia?»
«No, non era una bella storia.»
Si alza, incerto sulle gambe: «Grama, come questo vino.»
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Sere troppo lunghe
Che musicalità.
Io adoro i dialetti, mi piace moltissimo sentire parlare in dialetto, sembra di essere in un paese straniero e c'è la meraviglia di riconoscere una parola nel mucchio e dirsi " questa l' ho capita".
Sono negata a parlarlo (nel mio caso piemontese), mi manca l'abitudine all'ascolto legata all'infanzia, ma lo capisco e mi piace sentirlo. Mi fa sentire a casa.
Che bello questo racconto bilingue, una bellissima idea tradurlo in dialetto.
Io adoro i dialetti, mi piace moltissimo sentire parlare in dialetto, sembra di essere in un paese straniero e c'è la meraviglia di riconoscere una parola nel mucchio e dirsi " questa l' ho capita".
Sono negata a parlarlo (nel mio caso piemontese), mi manca l'abitudine all'ascolto legata all'infanzia, ma lo capisco e mi piace sentirlo. Mi fa sentire a casa.
Che bello questo racconto bilingue, una bellissima idea tradurlo in dialetto.
Hellionor- Admin
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Re: Sere troppo lunghe
La lingua vera, quella che connota il luogo e le persone spesso ha il sapore dell'anima e la sua espressività va oltre ogni norma e regola. Bellissima traduzione, tanto bella che par di sentire un menestrello
che s'aggira tra i tavoli dell'osteria e nello strimpellare di corde di chitarra, con voce tremula racconta in un canto antico questa storia.
Tutto assume una luce diversa, quella dell'alcol, della vita, quella che se ce l'hai non la puoi barattare con nessun'altra cosa.
che s'aggira tra i tavoli dell'osteria e nello strimpellare di corde di chitarra, con voce tremula racconta in un canto antico questa storia.
Tutto assume una luce diversa, quella dell'alcol, della vita, quella che se ce l'hai non la puoi barattare con nessun'altra cosa.
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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.
Flash Gordon- Padawan
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