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Una vita posata

4 partecipanti

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1Una vita posata Empty Una vita posata Sab Dic 16, 2023 12:18 pm

AlbertOne


Viandante
Viandante

UNA VITA POSATA

Sono bella, ho un corpo sottile e slanciato.
Mmmmh… non sarò proprio longilinea, ma certamente ho le giuste curve al posto giusto (il che non guasta mai).
Più mi penso e più mi piaccio; sono lucente e aggraziata e, in molte occasioni, ho anche suscitato vera meraviglia e ammirazione in chi mi guardava.
I miei "denti" poi, sono la mia caratteristica principale: dritti, simmetrici, forti; semplicemente splendidi.
Di sicuro non sono come il mio socio, così magro e smilzo; ma, dico io, come si fa ad essere così secchi, con un corpicino senza nemmeno una rotondità che addolcisca un po'?
Tutto sommato, comunque, con lui mi trovo bene e quando lavoriamo assieme tutto fila liscio: io trattengo a sinistra e lui lavora a destra (quando ci si mette sa essere davvero tagliente).
Che meraviglia, è un piacere guardare la tavola apparecchiata con piatti importanti, bicchieri multipli, sorelle e fratelli perfettamente allineati e così tanto rosso e oro: tovaglioli, centrotavola, decorazioni… In ogni caso la protagonista assoluta del pranzo di Natale sono io anche se, di fatto, il lavoro devo sempre terminarlo da sola.
In ogni modo, a me non dispiace: mi infilo, che so', in una fettina di insaccato accuratamente spellato o in un pezzo di carne morbida appena tagliati dal mio socio e penetro dolcemente, senza rompere e solo in forza di una leggera pressione.
E poi c'è la piacevole sensazione di sollevare ciò che ho catturato per portarlo alla bocca di chi mi sta usando: che meraviglia entrare in questa grotta calda e umida fra lingua e palato depositando con leggerezza il boccone; all'improvviso intorno a me tutto si fa buio e io rimango prigioniera fra le labbra scivolando all'indietro verso l'esterno.
Parliamoci chiaro: il mio è un lavoro duro: richiede forza ma anche grazia e movimento continuo ed è proprio per questo che, dopo il lavoro, mi piace da morire lavarmi, profumarmi e lucidarmi accuratamente; fortunatamente oggi essere lavate è un'operazione molto più gentile e ordinata di un tempo; non avete idea di quanto sia piacevole sentire sul proprio corpo rinvigorenti getti di acqua bollente mista a detersivo delicatamente profumato al limone. Dopo ogni ciclo di lavaggio torno pulita, asciutta calda e lucida; una bellezza!
Oggi è Natale quindi si lavora il doppio, di sicuro fino al tardo pomeriggio. Come tutti gli anni la parte iniziale del lavoro la sta sostenendo il nostro collega, quello con la pancia: continui tuffi in quei laghi di brodo che riempiono fino all'orlo i piatti delle grandi occasioni, quelli con il bordino d'oro. Di certo non lo invidio, costretto a muoversi in quel liquido raddensato dal parmigiano disciolto e a continui trasbordi di cappelletti bollenti e gocciolanti.
Ma dopo di lui, ecco che tocca a me e al mio socio; siamo pronti e carichi. Bene, si inizia con dell'arrosto contornato da patate, i miei preferiti. Infilzo subito un pezzo di patata e lo consegno alla bocca del destinatario che, lo avverto, trae immediatamente un'ondata di piacere dalla lieve croccantezza dell'esterno accoppiata alla delicata morbidezza dell'interno del boccone.
Ed ora, con il mio aiuto, il mio socio taglia un pezzo di arrosto che immediatamente recapito a destinazione: in questo caso la reazione è più misurata e più lenta, quasi a voler far durare il più possibile la sensazione che la miscela di succhi della carne e di fondo di cottura provoca alle papille.
Credetemi, noi forchette siamo molto sensibili e c'è vera soddisfazione in quello che facciamo; non si tratta solo di banale trasporto: dal movimento della lingua, che mi sostiene interamente quasi accarezzandomi oppure mi sfiora appena limitando al minimo il tempo di contatto, mi accorgo immediatamente se suscito o meno piacere.
Mentre riposo, le persone chiacchierano, discutono, si guardano, ridono rilassate senza la frenesia dei giorni lavorativi. Mi piace.
È la volta del pesce. Onestamente non mi fa impazzire lavorare con questo tipo di carne: troppa delicatezza di sapori, troppo lavoro da svolgere per poter soddisfare chi mi sta usando. In ogni caso io e il mio socio ci diamo immediatamente da fare: mentre io blocco quanto contenuto nel piatto (sarà un'orata? o forse un branzino?) il mio socio cerca di separare la pelle squamosa dalla carne e togliere la lisca centrale. Appena ha terminato eccomi che, girata su un fianco, provvedo io stessa a separare un pezzetto dal corpo del pesce per poi portarlo alla bocca. L'agre sapore del limone di cui è cosparso il boccone provoca una piccola reazione nella lingua ma, tutto sommato, capisco che chi mi sta usando ha gradito sapore, consistenza e morbidezza del pesce.
Fra una chiacchiera e l'altra, fra un piatto e l'altro, fra un brindisi e l'altro siamo arrivati al formaggio.
In genere, questo è l'istante in cui io mi riposo un po' mentre per il mio socio questo è un momento clou: tagliare il formaggio può essere un'operazione semplice o molto faticosa ma, in ogni caso, sporchevole.
Ecco, è riuscito a liberare dalla crosta un pezzo di formaggio stagionato e adesso, dopo aver separato una porzione di quel formaggio morbido con la muffa verde che tanto piace alle persone, si affanna a strusciarsi sul bordo del piatto per cercare di ripulirsi.
Non posso vederlo così affannato. Mi giro su un fianco e, diciamolo pure, con molta grazia raccolgo quella specie di crema sapida scivolando sul piatto; noto che il mio socio appare sollevato e che guarda un pezzo di pane nella speranza di esservi strofinato sopra.
Fra piccoli gesti di affetto e fra scambi di cortesie, anche quest'anno il Natale è andato bene; il pranzo si è concluso con serenità, genitori e figli hanno chiacchierato e scherzato serenamente, gli anziani hanno parlato poco, ascoltato molto e spesso annuito e ora hanno le palpebre pesanti e voglia di riposare, i bambini giocano con i nuovi arrivi avuti in regalo. È stata una bella giornata e tutto è filato liscio (anche grazie a me).
Mi guardo in giro e sul tavolo, stamattina ordinato e preciso, ora c'è un caos di piatti, bicchieri, posate, briciole e avanzi di panettone. Qualcuno dovrà pure mettere a posto mentre io mi farò una bella doccia bollente nella lavapiatti. Buon Natale a tutti!

2Una vita posata Empty Re: Una vita posata Sab Dic 16, 2023 5:41 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Coltello e forchetta non più natura morta, ma natura viva.
Dipingi le loro azioni, umanizzi le loro azioni.
Li fai strusciare sul bordo del piatto come se quella fosse la loro pista senza neve, comunque sciabile.

Un Morandi che da pittore del silenzio si trasforma in pittore della vita.

3Una vita posata Empty Re: Una vita posata Mer Dic 27, 2023 9:42 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Che carino questo pezzo, scritto molto bene, senza cadere nel rischio del ridicolo e del comico a tutti i costi.
Sbaglio se dico che sei un'ottima forchetta e che a tavola in compagnia ti paice proprio stare?


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Una vita posata Badge-3

4Una vita posata Empty Re: Una vita posata Gio Feb 15, 2024 9:22 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Molto originale e divertente  @AlbertOne. Hai dato voce ai nostri utensili quotidiani, chissà se anche loro hanno un’anima.
Avrei mantenuto il “segreto” fino alla fine senza dire al lettore che il personaggio era la forchetta. Le descrizioni così ben fatte bastavano!

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