Non rubare

In valigia 
conservavo un ricordo
-rotondo-
tra le ciocche bianche
-le mie, di domani-
e il sorriso sghembo
di un qualunque ritorno.

Rubato quello, 
rimane l’orma del niente
-e quel solletico in gola
che non fa ridere.

Nel cerchio che comunque rappresenta il divenire ogni cosa nel ritornare fa i conti con la variante tempo che, seppur può non esistere, agisce sul sentire.
E ciò che torna a volte fa bene e altre male e nel tuo essere tutto è velato. Un segreto scrigno che non si può aprire ma il cui contenuto gira, gira, gira e sempre più svanisce senza svanire e solletica la gola dandole quel gusto melanconico d'un sorriso che sa spegnersi in quella nebbia che noi stessi accendiamo per curare l'anima. Bellissimi versi Helly, quelli che ci devi scavare per sapere di non sapere...

Grazie Flash.
È da un po' che non mi dedico alla poesia, la considero un'amica che va e viene, delle volte non abbiamo proprio nulla da dirci e questo è uno di quei periodi. La scorsa settimana rovistando tra documenti sul PC, mi sono imbattuta in questa. Mi rispecchia ancora, e quindi eccola qui

Difficile da decifrare.
Un furto, o la semplice perdita della valigia.
Cose che succedono.
Il ricordo rotondo penso possa essere una medaglia vinta in una corsa parrocchiale.
Quando eri più giovane, piccola e spensierata.
Spero proprio che quel bagaglio si ritrovi.
Anche se nessuno l'ha rubato.
È stato solo dimenticato.