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Messaggio Da Different Staff Mer Lug 26, 2023 5:16 pm

Non lo so, come andrà a finire.
So così poco di tutto, ormai.
Ogni mattina mi sveglio e a voce alta ripeto: “Mi chiamo Lucia Baroni, ho ventidue anni. Non ricordo chi sono. Ma domani aprirò gli occhi e mi ricorderò tutto. E tutti.”
Lo ripeto da un mese. Comincio a crederci sempre di meno.
Tutti, medici, terapisti, psicologi e altri che si occupano del mio caso, dicono di avere pazienza. Dicono anche che non ci sono certezze mediche, ma che per ora dobbiamo avere pazienza. Chissà se ne avevo, di pazienza, prima. Ma questo non importa a nessuno: ora devo averla per forza.
La psicologa dice che dovrei provare a guardare le foto nelle scatole, almeno. Ma non ci riesco.
E allora ogni mattina vado in garage.
C’è parcheggiata la mia vita.
Sistemata con cura, bella bella, ferma immobile ad aspettarmi. Tutta spalmata sulle pareti del garage, ricordi e vita sparsa ma tutto molto ben ordinato.
Mi piace farmi male con metodo, non a caso.
E mi piace farlo in garage, dove non ci sono finestre, dove se chiudo il portellone nessuno vede e quindi nessuno sa.
Ma anche se sapessero davvero, se sapessero fino in fondo, non capirebbero.
Qui dentro mi sento al sicuro, mi sembra ancora di poter ricordare solo stando qui, immobile anche io, ad aspettare i miei fottuti ricordi.
La porta del garage è automatizzata. Ogni giorno, da un mese, allungo il braccio destro davanti al corpo e schiaccio il pulsante verde. Si apre.
Certe cose non si dimenticano, restano attaccate al cervello con le loro radici di razionalità, e anche se perdi tutto il resto continui a saper aprire una porta del garage con il telecomando e la tua mano dominante, sai lavare i piatti, caricare la lavastoviglie, sai anche come tagliarti le unghie e in caso di necessità sapresti anche come tagliarti le vene. Ma il resto si stacca e se ne va, quindi so truccarmi ma non so più per chi lo facevo, so usare il telefono ma non voglio parlare con nessuno, perché le persone che dicono di conoscermi io non so chi siano, e ho una fottuta paura che mi mentano, che nessuno di loro mi conosca davvero.
Basterebbe avvicinarsi a quelle scatole, tirarle giù dagli scaffali, aprirle e guardarci dentro. Lo so.
La signora che dice di essere mia madre, a parte che è bellissima e non penso di poter avere una madre così bella, lei dice che ci sono tantissime foto, tanti quaderni e diari, tante cose che potrebbero aiutarmi a ritrovare i ricordi.
Ma forse non voglio.
In un certo senso è come se fossi stata mondata dal passato, non ho più nulla che mi appesantisce, non ho i ricordi che mi imbarazzano o mi galvanizzano, i ricordi che mi possono far credere di essere migliore o peggiore di quello che sono stata.
Io, come sono stata, non lo ricordo. E quindi non lo so.
E ho paura. Ho paura di scoprirlo attraverso gli altri, che potrebbero dirmi quello che vogliono su di me. Non potrei sollevare obiezioni.
Allora non parlo con nessuno, ho escluso tutti quelli che mi conoscevano prima.
La signora che dice di essere mia madre mi ha fatto sistemare la stanza sopra il garage prima del mio ritorno e ha messo sugli scaffali tutte le mie cose del “prima”. So che è una bella persona, ha fatto tutto per me e ogni tanto si siede in giardino e io lo so che è li fuori, che aspetta. Ogni tanto piange. Siamo tutti qui che aspettiamo i miei ricordi.
Su di lei sono quasi sicura che sia chi dice di essere. Quello che fa e come lo fa sono cose che non farebbe un estraneo.
La psicoterapeuta dice che io lo so, che è davvero mia madre, ci sono i certificati, e anche se non voglio guardare le foto, be’ dei certificati posso fidarmi, sono documenti ufficiali.
Dice che dovrei provare a entrare nella mia vecchia casa, ma non sono ancora pronta,
Aspetto che arrivi qualcosa dalla mia memoria, qualcosa che mi riscuota e mi faccia dire: ecco mia mamma, ecco mio papà, ecco Tizio, ecco Caio. Mi basterebbe ricordare le loro facce, almeno per un istante.
Dalla camera sopra il garage osservo la mia vecchia casa, per ore, aspettando di sentire nel cervello una vocina trionfante che dica: ecco la mia casa.
Ma c’è tanto silenzio, qui dentro.
Tanto vuoto.
Invece in garage quel vuoto si riempie di scatole, chiuse sì, ma piene di quello che ero.
Le tocco spesso sperando che anche solo per osmosi un piccolo ricordo mi attraversi le vene e mi colpisca.
Ma non arriva niente.

Allora, il quarantesimo giorno, mi siedo in giardino. Davanti alla casa. Mi siedo come se i miei occhi fossero all’altezza di una bimba di cinque anni. Solo che ho ancora meno ricordi di una bambina di cinque anni.
Un abbaiare lontano mi riscuote. Una palla di pelo bianco e nero sta correndo verso di me.
- Ettore.
Lo pronuncio in un soffio, e comincio a piangere.
La palla di pelo (ecco il mio Ettore, ecco il mio cane) mi butta a terra con dolcezza e comincia a leccarmi la faccia, ansimando senza freni.
Quello che ricordo in questo momento è talmente poco che farebbe ridere i polli. Ma mi ci aggrappo. È la mia zattera di salvataggio.
Quando riesco a rialzarmi, la vedo.
L’ho incontrata ogni giorno senza vederla davvero, pensando che era solo troppo bella per essere mia madre, ma adesso la vedo. La vedo. (ecco la mia mamma).
- Ciao, mamma.
Lo dico forte e con un sorriso, e lei sorride, si avvicina e si siede accanto a me.
Mi prende una mano e la tiene tra le sue, senza dire niente.
Questo istante mi riempie il cervello, rimbomba nel vuoto e diventa un nuovo ricordo, che si aggrappa a qualcosa, a un piccolo seme che arriva dal prima e che forse morirà subito, senza andare oltre. Eppure va bene così, eppure sono felice.
Mi alzo tirando su anche lei, e la trascino verso il garage senza parlare: so cosa voglio fare. E lo voglio fare adesso. Ho ancora paura di quello che mi aspetta e mi trema la mano mentre schiaccio il pulsante verde, ma non riesco a smettere di sorridere.
La porta del garage si apre sulla mia vita parcheggiata con cura.
Io continuo a sorridere.
Non sono più sola, qui dentro di me. Ora ho qualcosa, sono qualcosa.
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Messaggio Da Antonio Borghesi Ven Lug 28, 2023 6:02 pm

Parecchio strana come storia. La prima cosa che mi è venuta alla mente è: perchè il cane le viene incontro solo dopo quaranta giorni? Non era in casa anche prima? Ok. Sembra una grossa incongruenza poi per il resto non entro nel merito anche perchè è difficilisimo entrare nelle teste altrui. Ci si prova come scrittori, specialmente nei gialli quando descriviamo il pensiero dell'assassino, senza mai poterci veramente arrivare. Qui è la stessa cosa: non si può sapere nè immaginare cosa passi per la testa di uno smemorato. Probabilmente niente!
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Messaggio Da paluca66 Sab Lug 29, 2023 5:55 pm

A parte la virgola inserita, amio parere, senza motivo dopo le prime tre parole il racconto è scritto molto bene e si leghge bene, in modo scorrevole nonostante la presenza di vocaboli inusuali come "spalmata" per indicare le scatole contenenti le foto sugli scaffali del garage (la vita è "spalmata lì dentro?).
Inevitabile, soprattutto all'inizio, pensare a "50 volte il primo bacio", film visto più volte in cui la protagonista, a causa di un incidente perde la memopria e ogni giorno rivive lo stesso giorno.
Non ci dici nulla sulla causa della perdita di meoria della tua protagonista e questo è un punto a favore, un po' scontato che sia il cane a far tornare alla meoria dei barlumi di ricordi; quello che forse mi è mancato e che doveva essere il fulcro del racconto per come è stato pensato, è l'angoscia della ragazza, mi è arrivata poco (spero di non essere io poco sensibile!), meno di quanto mi sarei aspettato.
Nel complesso il giudizio è, senz'altro, positivo.

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Messaggio Da digitoergosum Dom Lug 30, 2023 8:42 pm

Ciao, cara Penna. Non vedo l'ora di scoprire chi sei. È un racconto tragico, intimo, delicato. Ho subito pensato a "Memento" di Nolan. Ma alla base non c'è un delitto, c'è una necessità di comprendere e riscoprire la propria identità. Non sappiamo a cosa sia dovuto il momento. Difficile, per l'età, che sia Alzheimer. Più probabile un incidente traumatico, come in Memento. Ma non è una domanda che si pone il lettore, quanto meno io. Sì, certo, me la pongo perché devo commentare, ma da lettore "libero" colgo solo che il tuo personaggio ovviamente confuso spiega il suo disagio. Ha perso la memoria a breve e lungo termine, diffida di una ricostruzione, c'è un cane che le ricorda il profumo di essere stata amata. A me basta per tenerti seriamente in considerazione. Grazie, cara Penna.
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Messaggio Da Susanna Dom Lug 30, 2023 10:15 pm

Che dire di un bel racconto se non che è un bel racconto?
Anche se mi ha messo ansia tutto quel non ricordare, nel non riconoscersi e non voler riconoscersi per paura di scoprire qualcosa di doloroso, spiacevole…  Ansia ma al contempo una sorta di golosità per come la storia si evolve: si riprenderà, accetterà le cose e guarderà avanti senza arrovellarsi, perché si farebbe solo del male? Oppure aprirà quelle scatole e le sarà di aiuto?
Penso che tutti noi abbiamo paura di svegliarci una mattina e non ricordare nulla del nostro passato, non riconoscere le persone, non avere percezione del bene e del dolore che fanno parte del nostro essere. Dovremmo fidarci di chi dice di conoscerci, prendere per buono quello che ci raccontano di noi, guardare foto in cui tutti ci sono estranei. Tremendo, per noi e per le persone che ci vogliono bene e che sarebbero impotenti di fronte a tanto vuoto.
Al contempo, accettata la situazione, che non potremmo fare altro, saremmo una pagina bianca da riempire con quello che vogliamo: non avremo esperienze che ci dicano “stai sbagliando” ma ci sarebbe la possibilità che non si ripetano gli errori del passato. Potremo coltivare nuovi sogni, magari identici a quelli che non ricordiamo.
Anche “ricordare con cura”, cercare di non perdere i ricordi dei bei momenti… non sarebbe servito.
La chiusa, con la possibilità, seppur fragile, di rientrare nei ricordi e nel proprio passato, è ben impostata.
Un racconto che porta a molte riflessioni, il che lo trovo sempre positivo.
Il garage entra un po’ forzato: viene usato come ripostiglio, cosa che succede a volte ai garage, fratelli gemelli pure di una soffitta o di una cantina.

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Messaggio Da ImaGiraffe Lun Lug 31, 2023 11:34 am

Chiedo scusa all'autore del testo, ma a mio avviso, l'autorimessa non c'è. Quello che lei fa lì, e quello che rappresenta, potrebbe essere svolto e rappresentato anche in altre stanze, come la soffitta o la cantina.

Riconosco la potenza emotiva quasi esasperante del testo, ma dopo alcune righe ho avuto la sensazione che il concetto fosse sempre lo stesso, e il racconto ci girasse intorno, appiattendosi.

Quella potenza emotiva poteva essere gestita meglio e canalizzata in una trama un pochino più articolata perché le capacità dell'autore si notano tutte.
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Messaggio Da Arianna 2016 Lun Lug 31, 2023 11:55 am

Davvero un bel racconto. L’elemento discriminante, per quanto mi riguarda, nella valutazione dei racconti, è sempre la qualità della scrittura, e qui di qualità ce n’è da vendere. Non parlo della correttezza formale (che comunque qui c’è ed è certamente uno degli elementi indispensabili dello scrivere bene), ma di una proprietà che è indefinibile e non descrivibile, che avverti a pelle, una capacità che, secondo me, è innata. Certo, sempre migliorabile con la pratica, ma a partire da un quid già presente.
In questo frammento di vita, nel quale in apparenza accade molto poco, in realtà vive un universo; ogni frase rimanda a un prima, a un dopo e a un presente, le tre dimensioni temporali in cui Lucia vive nello stesso momento.
Mi chiedo se quel quarantesimo giorno abbia un valore simbolico: quaranta è il numero del deserto, dell’attesa. Quarant’anni gli ebrei vagarono nel deserto, prima di arrivare alla terra promessa, quaranta giorni Gesù digiunò, quaranta sono i giorni della Quaresima che portano alla Pasqua, alla resurrezione. E Lucia vive la sua resurrezione, in tanti modi.
Credo che questo sia un racconto in cui quasi ogni frase sarebbe utilizzabile per fare tante riflessioni (o, almeno a me, ne vengono tante), ma per ora mi fermo qui.
Bravissim* aut*!
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Messaggio Da FedericoChiesa Lun Lug 31, 2023 12:35 pm

I dubbi che mi sono venuti leggendo il tuo pezzo, mi sono rimasti fino alla fine: poi te li dico, ma prima voglio farti i complimenti per avere scritto un bel racconto, intimo, di introspezione su chi siamo e come ci vedono gli altri. La perdita della memoria ti costringe a rivalutare il tuo passato e i rapporti umani che avevi.
Il garage è una cantina ma, a parte il paletto, lo hai giustificato con la "necessità" do non entrare in casa.
Perdita della memoria? Dovuta a quale evento? Mi sarei aspettato lo avresti scoperto.
Dov'era il cane in quei quaranta giorni?
Comunque mi è piaciuto.
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Messaggio Da Asbottino Lun Lug 31, 2023 12:49 pm

Il racconto ha una splendida voce. Ruvida, disillusa, piena di risentimento. Si porta a spasso il lettore e per uno come me, per cui le voci fanno metà della storia e fanno tutto a livello emotivo, è un punto a favore.
Certo la trama resta poi un po' esile e i ricordi restano chiusi nelle scatole e questo crea quell'effetto di girare a vuoto a cui fa riferimento Ima. Alla fine il cane smuove la situazione, ma è un colpo di coda (non volevo fare la battuta). La protagonista fa un piccolo scatto avanti e la storia ha una sua conclusione. La porta del garage si apre, la memoria si apre, il tono emotivo cambia e la speranza chiude un percorso che ha il solo difetto di essere breve, forse eccessivamente introspettivo. Mancano totalmente i dialoghi, manca un confronto. Perché non farla parlare con nessuno? Capisco l'idea che gli altri le potrebbero dire quello che vogliono su di lei, ma questo sospetto forse avrebbe potuto essere suggerito attraverso conversazioni che avrebbero reso il racconto meno statico, il personaggio più complesso, la trama più articolata.
Quanto alla stanza più che un autorimessa è una ricordi-rimessa. Una soffitta o una cantina, persino un ripostiglio, avrebbero potuto ricoprire un ruolo analogo, ma l'uso ripetuto del termine "parcheggiato" direi che scioglie la questione. D'altro canto resta un po' sullo sfondo, è osservata da lontano. Sono solo al secondo racconto, ma immagino che leggerò storie dove la stanza è più viva a vividamente descritta e questo potrebbe andare a sfavore di un racconto che comunque resta davvero valido a livello emotivo, scritto dannatamente bene e che avrebbe solo dovuto osare di più per essere memorabile.

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Messaggio Da gipoviani Lun Lug 31, 2023 4:39 pm

Divido ciò che ho da dirti in due parti:
a) Ho trovato il racconto molto gradevole. Hai descritto secondo ma abbastanza bene il disorientamento che si potrebbe provare a perdere la memoria e lo hai fatto in modo leggero ma coinvolgente. Hai tutto il mio plauso.
b) Trovo nella storia alcuni punti che sarebbe stato necessario chiarire (la ragione della perdita della memoria) e alcune incongruenze logiche (il cane dove era prima).
Comunque brava

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Messaggio Da vivonic Mar Ago 01, 2023 6:55 pm

Ciao, Autore. Ricordavo frase per frase il tuo racconto nonostante lo avessi letto diversi giorni fa, e questo è già un chiaro segnale che la tua storia abbia fatto centro.
Hai trattato una tematica molto forte e difficile da affrontare in un contest senza il rischio di staticità, che infatti ti viene mosso in qualche commento ma dai quali io mi dissocio, in quanto credo che tu abbia conferito un ritmo perfettamente calzante con la lettura che ci chiedi di fare, per entrare nel vivo della tua storia e del tuo personaggio.
Non scivoli mai nella retorica, e questo è un altro punto a tuo favore, in un racconto così delicato che presta il fianco a facili sentimentalismi.
Per quanto mi riguarda, hai scritto un piccolo capolavoro, oltretutto con una scrittura così perfetta che non ho proprio nessun consiglio da darti.
Complimenti!

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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Messaggio Da Byron.RN Mer Ago 02, 2023 3:08 pm

Il racconto è scritto bene ma devo confessare che non mi ha preso particolarmente.
È molto introspettivo, le interazioni con gli altri e l'ambiente esterno sono ridotte al minimo, tutto è giocato col mondo interiore della protagonista.
Sarà che le mie letture, soprattutto ultimamente, sono tutte improntate verso l'intrattenimento puro, qualcosa che mi faccia volare con la fantasia e l'immaginazione, ma la storia non è riuscita ad agganciarmi.
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Messaggio Da tommybe Mer Ago 02, 2023 5:49 pm

Vedere la perdita di memoria come una liberazione, un aiuto per vivere meglio senza il disturbo dei ricordi.

Quello che è accaduto non ci appartiene più.
L'apparizione della madre bella e salvifica e del cane affettuoso e commovente riporta l'autrice nella normalità, a sentirsi di questo mondo.
Un flusso, un torrente, quello che hai scritto è apparso, autrice, e nemmeno tu sai da dove. Da un posto sconosciuto e buio che nemmeno tu conoscevi.
 Non vuoi e non puoi condividerlo con noi quel posto.
Per pudore. Per amore.
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Messaggio Da Petunia Gio Ago 03, 2023 10:16 pm

Posso solo dire una cosa: quanto mi è piaciuto leggerti, autore.
Con un racconto così, non si sente il bisogno di una storia, di una trama.
Ogni passaggio transita d direttamente dalla pagina al lettore come per osmosi. Si provano le sensazioni descritte così bene, si entra dentro la pelle della protagonista. Non mi ha sfiorato (quasi) la necessità di conoscere la causa della perdita di memoria. Ho solo vissuto quella sensazione di vertigine da una parte, e di quasi gioia nel poter godere di una seconda chance nella vita. C’è una fame d’amore, c’è forse un velo di rimprovero non un vero odio ma qualcosa di simile (è in assoluto ciò che ho percepito a caldo). C’è una bella, ottima scrittura che non cerca di stupire ma stupisce. Schietta, dritta, carica di umanità.
Senti, autore, devo proprio dirtelo e non è mia abitudine farlo. Per me, tu hai già vinto. Bravissim.
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Messaggio Da Molli Redigano Lun Ago 07, 2023 3:23 pm

Questo racconto è una centrifuga: l'Autore ha tirato fuori il meglio dal frutto della sua immaginazione. Alla fine del racconto mi sono rimaste in testa molte domande eccetto una, forse la più importante: ma qual è la causa della perdita di memoria? Sono lo stile, il registro, anche la brevità credo che superano questa domanda: un'autorimessa che è un po' il luogo fisico di una mente smemorata. Nulla è perduto, nulla è dimenticato, tutto è a portata di mano. Qui assistiamo soltanto all'inizio del "ritorno", punto di partenza verso un prosieguo sul quale ciascun lettore farà le proprie ipotesi. Un racconto che doveva fermarsi dove si è fermato per rendere al meglio l'effetto di felice solitudine (non so se calza come ossimoro) che sembra associarsi alla volontà della protagonista di ritrovare se stessa.

Grazie

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Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344


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Messaggio Da mirella Mar Ago 08, 2023 6:40 am

La stanza non mi sembra centrale nel racconto; lo sarebbe stata se la ragazza avesse recuperato lì dentro la memoria, suscitata dal contenuto delle scatole che invece restano chiuse. O anche se il cane l’avesse raggiunta in garage, risvegliando il ricordo di una o più  scene del passato svoltesi in quell’ambiente.
 Così com’è narrato, il testo è il racconto delle sensazioni che prova la protagonista dopo aver perso la memoria; il senso di spaesamento e la paura sono resi in modo adeguato. Non viene detto il perché della perdita di memoria, che l’io narrante - com’è ovvio - non ricorda.
Penso a un trauma, piuttosto che  a una malattia degenerativa - sia pure in fase iniziale - come alcuni hanno ipotizzato -  perché in quel caso si può solo peggiorare. La vita resterebbe chiusa negli scatoloni dentro il garage, senza possibilità di soluzione. Invece la ragazza riconosce la madre, anche se questo segno di recupero arriva nel finale, forse troppo tardi  e in modo repentino.

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Messaggio Da Nellone Gio Ago 10, 2023 6:52 pm

Dovendo dare un giudizio tecnico, anche se di certo non sono competente per poterne dare, direi che è un buon racconto: scritto bene, chiaro (cosa fondamentale per me), equilibrato nel lessico e nel suo svolgimento. Se fossimo a scuola prenderebbe un bel 9, giusto per qualche minuscola sbavatura di punteggiatura. Però non siamo a scuola, purtroppo. Il tema è interessante, ma forse molto inflazionato, lo svolgimento scorre bene, come già detto, ma non accade qualcosa che fa saltare in piedi (e non è detto che sia un male...).
Però il garage... Perché proprio un garage? A parte la serranda, cosa giustifica la scelta della protagonosta di nascondersi proprio lì per ritrovare se stessa? Se le fosse riaffiorato un ricordo a partire da un'auto, una bicicletta, una scatola degli attrezzi sarebbe stato molto diverso, ma così...

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Messaggio Da Resdei Gio Ago 10, 2023 11:35 pm

Bel flusso di coscienza con lieto fine. Mi chiedo dove fosse il cane prima, visto che gli animali stanno sempre vicino a chi soffre, o la protagonista era lontana e non solo con la memoria.
...prima del mio ritorno,... forse è stata ricoverata.
Fatto sta che il racconto, scritto tra l’altro molto bene, si legge piacevolmente. Un pò fredda la figura della madre che sembra aspettare con le mani in mano il ritorno della figlia.
Oppure le ha provate tutte. poveretta, e le rimane solo l’attesa. 
In totale un bel racconto condotto in modo splendido da un autore capace. 
Molto bello il titolo. 
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Messaggio Da Arunachala Ven Ago 11, 2023 8:48 pm

è probabile che vada contro corrente, e non sarebbe la prima volta, ma a me non è piaciuta più di tanto, questa storia.
la trovo alquanto anomala e pcoo credibile, scusamo.
sicuramente mi sbaglio ed è solo un mio problema, però non ho recepito molto del tuo messaggio.
poi ci sono cose strane, tipo il cane che appare dopo quaranta giorni, o il fatto che ami restare in garage.
una breve spiegazione del motivo non sarebbe guastata, a mio parere.

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Messaggio Da caipiroska Mar Ago 15, 2023 7:25 pm

Questo racconto è davvero toccante ed efficace: sei riuscito a farmi entrare dentro un'angoscia immensa e hai saputo ben descrivere l'alienazione, il vuoto, la mancanza.
Il tuo modo d'indagare la mente umana è affascinante e convincente: immaginare questa scena e concretizzarla di fronte a uno schermo non è cosa da molti e tu ci riesci in maniera quasi naturale, tirandomi dentro la storia con dolcezza e fermezza.
Peccato che la tua fantasia non sia riuscita a giustificare meglio la stanza, che purtroppo risulta interscambiabile.
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Messaggio Da Fante Scelto Mer Ago 16, 2023 9:42 am

Credo che il punto focale della storia sia il conflitto interiore che, a volte affiora a volte meno, tra la volontà della protagonista di ricordare e quella di non ricordare affatto. Di  lasciarsi trascinare dalla corrente e tenere tutto com'è, coi suoi pro e i suoi contro.
Ecco, pur essendo questo il nerbo del racconto, trovo che sia anche un po' la sua mancanza: infatti il conflitto affiora, a volte scompare, è sempre lì ma non è insistito, non è duro e feroce come avrebbe potuto (o dovuto).
L'eccessiva delicatezza con la quale l'autore sceglie di trattare il tema tende a diluirlo, a fargli perdere mordente.

Il dilemma è pienamente comprensibile: ricordare, col rischio di scoprire cose che era meglio non ricordare? Anche se la protagonista ha solo 22 anni, cosa che renderebbe tutto meno gravoso, forse. E nulla, nelle descrizioni che abbiamo, lascia intendere che qualcosa potrebbe anche esserci, annidato tra le pieghe del passato, che sarebbe meglio lasciare lì.
O non ricordare, ricominciare da zero e vada come vada?
Cavoli, io ho conflitti del genere per ogni cosa, praticamente.
Però, come dicevo, nel brano è tutto molto vago, poco forte, e un dramma interiore di questa potenza dovrebbe essere dirompente. D'altra parte le scatole sono lì: basterebbe aprirle, che ci vuole? Invece no, Lucia attende, attende, perché serve (ed è vero) un segno che arrivi da fuori, dall'esterno, a dirci che quella è la cosa giusta da fare.

Il segno alla fine arriva, nella forma pelosa di Ettore, e innesca la lenta ripresa di se stessi.
Che il cagnolino compaia solo alla fine, dopo 40 giorni, in effetti lascia molto perplessi.

L'impressione finale che mi resta è che il racconto sia un po' vago, molto abbottonato in se stesso. Gira intorno al conflitto interiore ma non gli dà vera voce e vera potenza.
L'impressione è che non ci siano neanche le basi per un puro dilemma, ma che tutto sia solo una sorta di meccanismo d'insicurezza da parte della protagonista: di sicuro effetto emotivo, ma di poca sostanza.

Nulla da eccepire, per contro, sulla scrittura, che è di ottimo livello e si legge con grande facilità.
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Messaggio Da CharAznable Mer Ago 16, 2023 10:50 pm

Anni fa scelsi per una serata di letture dedicata alla "memoria" l'incipit di un libro, nato da una trasmissione radiofonica di Matteo Caccia, dal titolo Amnesia. Il protagonista perdeva la memoria e, da quel momento, ogni cosa faceva era "la prima volta". Questa cosa un po' mi è mancata nel tuo racconto. Alla protagonista mancano volti e nomi, ricordi personali, ma non la consapevolezza di fare cose nuove. (Perdonami, forse non le ho colte ma mi è arrivata questa sensazione). Alcuno passaggi mi piacciono molto. Bello anche l'arrivo del cane di famiglia che ha sbloccato qualche cassetto della memoria. (Dov'è stato il cane in questi 40 giorni?)
Una buona idea, ben scritto e di interessante lettura.
Mi è mancato qualcosa ma è davvero un buon lavoro.
Complimenti.
Grazie.
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Messaggio Da Hellionor Lun Ago 21, 2023 5:15 pm

Al netto delle cose che ti hanno segnalato, ho trovato la lettura davvero interessante e la voce narrante ben calibrata.
La trama non è sostanziosa, è vero, ma è come una piccola finestra su un pezzo di vita della protagonista, e quello che ho visto nella finestra mi ha convinta.
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Messaggio Da Menico Mar Ago 22, 2023 2:17 pm

Leggendo questo racconto mi sono immedesimato al punto da provare l'angoscia di chi non ha ricordi, di chi non sa chi siano le persone che gli stanno accanto, di chi sa fare delle cose ma non sa perché le fa. Angoscia che si trasforma in desiderio di riprendersi la propria vita, grazie all'affetto del proprio cane e alla vicinanza della bella signora che dice di essere sua madre.
Bellissimo!!!

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Messaggio Da Hellionor Gio Ago 24, 2023 7:59 pm

Grazie a tutti per i commenti e per i suggerimenti.
Le incongruenze che avete segnalato, tipo il cane che spunta dopo 40 giorni, nella mia testa non erano incongruenze, il cane era chiuso sul retro perché Lucia non voleva nulla dal suo passato e la mamma aveva allontanato anche il cane per questo motivo. Avrebbe dovuto dirlo la mamma, qualcosa tipo 'accidenti lucia il cane è scappato, ti chiedo scusa.
Ma poi, mi sono detta, una mamma che dopo mesi si sente di nuovo chiamare mamma sente il bisogno di dare spiegazioni sul cane? Avrei trovato, io autrice, più falsità in quella spiegazione. E quindi l'ho eliminata.
Poi ripasserò.
Grazie a tutti e alla prossima avventura!
Ele
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