Due vecchie glorie
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Due vecchie glorie
«Posso parlare?»
«Perché, tu lo sapresti fare?»
«Se te l’ho detto! Vorrà dire che ne sono capace o no?»
«Beh sì! Non posso darti torto. E allora che volevi dire?»
«Che son stufa marcia di stare qui dentro!»
«E dove vorresti stare? In un museo?»
«Sarebbe senz’altro il posto giusto per me.»
«Ci sta! Ma allora lo sarebbe anche per me.»
«Vero! Hai pure cinque anni più di me anche se per quanto riguarda la bellezza…»
«Alla mia maniera son bellissima.»
«E io sono stupenda e ho senza alcun dubbio una storia importante.»
«Perché la mia non è da meno. Non penso di avertela mai raccontata.»
«Va bene, dai! Dopo però ti dico la mia.»
Si conoscevano da quasi quarant’anni e non si erano mai dette nulla. Solo ora che avevano saputo che l’autorimessa sarebbe stata trasformata in taverna e che il loro destino avrebbe preso strade diverse, incredibilmente, si erano decise a conoscersi meglio.
I primi quindici anni, c’era ancora in vita il Signor Giacomo, il loro primo proprietario, non erano mai state nascoste da un telo poi però con la figlia Aurora, alla morte del vecchio lei, non essendo interessata al loro uso, le aveva fatte ricoprire e a loro non era rimasto altro che restare lì ferme per una quindicina d’anni fino a quando le aveva scoperte Luigino, il figlio di Aurora che però, appassionato d’altro, si era solo preoccupato di far mettere l’una su quattro martinetti idraulici e l’altra su uno posteriore per salvaguardare le gomme.
Relegate così sullo sfondo, davanti a loro, l’autorimessa della villa era molto capiente, erano state parcheggiate varie auto native delle epoche successive incluso un paio di moto all’apparenza parecchio aggressive.
Questo le aveva un po’ depresse ma erano sempre riuscite a mantenere i loro rispettivi caratteri.
Uno sconosciuto solo ieri le aveva scoperte, pulite con cura e rifornite di nuove batterie che le avevano ridestate da quel loro lungo sonno con quella grande voglia di parlare.
«Allora mi presento: mi chiamo Lambretta e, come modello E, sono nata nel 1953. Con questo credo tu abbia capito che sono un vecchissimo scooter. Una motoretta come si diceva allora.
Le mie origini però sono piuttosto nobili.
I miei due creatori vengono entrambi dal mondo dell’aviazione. Uno, quello che mi ha fornito la meccanica proviene dalla Marchetti, mentre il secondo che mi ha disegnato, nasce in Caproni.
È però l’ingegner Innocenti, quello dei famosi tubi, ad avere l’idea che nel dopoguerra sarebbe servito un mezzo di locomozione come lo scooter. Beh sì! L’idea non è proprio sua. Gliel’hanno data le moto dell’esercito americano.
Comunque eccomi qua.
Il Signor Giacomo mi ha comprata che ero nata da poco e con lui ho girato mezza Italia.
C’era anche la Signora Giuseppina, sua moglie, quando mi ha caricata come una bestia e siamo andati tutti in vacanza a Bellaria.
Mica c’era l’autostrada allora! Ci siamo fatti tutta la via Emilia fino praticamente alla costa.
Arrivati alla pensione Miramare, loro erano esausti mentre io sarei andata avanti ancora.
Insieme abbiamo fatto delle belle passeggiate lungo il mare e siamo perfino andati a San Marino.
Ne abbiamo macinati di chilometri.
Tutti col mio motore a due tempi da centoventicinque centimetri cubici. Andavo a miscela: benzina e olio. Praticamente non consumavo niente!
Negli anni siamo andati spesso sul Lago di Como.
Le terribili curve per andare a Bellagio me le ricordo ancora così come lo splendido panorama con tutte quelle sontuose ville. I
l Signor Giacomo ogni tanto mi fermava per immortalare lo scenario.
Qualche volta mi usava come cavalletto per la sua Rolleiflex 3,5 munita di autoscatto.
C’era sempre la sua Signora in quei momenti. Lui regolava i tempi poi premeva il pulsante e correva al suo lato abbracciandola in vita. La stessa foto ma con tantissimi sfondi diversi.
C’era veramente poco traffico in quel periodo e una volta, in discesa, con la Signora Giuseppina abbarbicata al Signor Giacomo la lancetta del mio tachimetro si bloccò sul massimo di oltre ottanta chilometri ora. Io, che ero data per i settanta, tremavo tutta ma ho tenuto botta malgrado non fossi poi proprio così sicura sulle mie ruotine e dei miei due freni a tamburo.
Per punizione quando siamo ritornati la Signora mi ha fatto rinchiudere qui nell’autorimessa.
Il Signor Giacomo veniva ogni tanto a trovarmi e capivo che lo faceva di nascosto da lei.
A volte mi portava fuori a fare un giro nel quartiere:
Viale Monterosa, Viale Montebianco, Piazzale Giulio Cesare poi tutto attorno la Fiera di Milano fino a San Siro e ritorno. Una bella boccata d’aria per me ma senz’altro anche per lui.
Poi un brutto giorno è sceso e mi ha mia sistemato sul mio cavalletto proprio qui dove mi ritrovo ora. Sembrava voler nascondere i suoi ricordi e allora ho capito che era successo qualcosa di grave. Da un giardiniere ho sentito dire che era morta la Signora Giuseppina e, anche se era stata lei a farmi rinchiudere, me ne dispiacque molto. Quando ancora si andava in giro tutti e tre assieme era spesso proprio lei a tenermi pulita e bella lucida. Beh si capiva che teneva a me.
Speravo però che il Signor Giacomo avrebbe ripreso le nostre gite. Invece non si occupò più di me. Mi ricoprì addirittura con un telo, seppur lasciandomi fuori il faro. Forse per farmi vedere che eri arrivata tu! A me non diede più uno sguardo. Devo ammettere che ti ho odiata poi però l’oblio ha preso il sopravvento e quando ho visto che anche tu, qualche anno dopo, eri stata ricoperta e messa in disparte non posso dire di essermi commossa ma una goccia d’olio è scesa dal mio carter. Eravamo nella stessa situazione.»
«Aspetta un momento! Io non sapevo nulla di questa tua storia. Sì è vero che ti avevo intravista qualche volta ma quando ti ho domandato qualcosa non mi hai mai risposto.»
«Non ne avevo la forza. La mia batteria era scarica e nessuno si preoccupava di me.»
«Sì certo! Adesso l’ho capito. Ti voglio assicurare che io non c’entro nulla con la tua caduta in disgrazia. Sono arrivata qui nel 1958. Se ancora non lo sai, sono un’Aurelia B24 terza serie spider. Le mie antenate erano chiamate popolarmente America anche se ufficialmente il loro nome era Convertibile. La mia è l’ultima serie e sono un GT2500 con un motore sei cilindri capace di farmi correre fino a 180 chilometri all’ora.»
«Caspiterina! Tu sì che vai veloce!»
«Verissimo ma il Signor Giacomo più di centoquaranta non ci è mai andato. Mica era un pazzo come in quel film che mi ha reso famosa: “Il sorpasso”, dove quel Bruno, interpretato dal grande mattatore Vittorio Gassman, tentava di spaventare il povero Roberto, uno splendido Jean Louis Trintignant, andando come un matto sulla via Aurelia fino a quando non mi distruggeva buttandomi fuori strada, uccidendo così l’amico di una giornata, mentre lui sbalzato fuori si salvava.
Beh col Signor Giacomo questo non avrebbe mai potuto accadere.
A lui piaceva assaporare la libertà che gli offriva la presenza del cielo sopra la testa e l’ebrezza di sembrare inserito nella natura che correva intorno a lui.
Ma tu queste cose le capisci.
Anche tu, come moto, trasporti i tuoi passeggeri, forse ancora meglio di me, circondati dalla sola aria, rendendoli consapevoli di far parte di un’unica grandiosa cellula: la natura.
Scusa se sto diventando filosofica ma in tutti questi anni ho avuto molto tempo per riflettere e, magari complice un po’ di ruggine, sono diventata nostalgica. Oggi rinuncerei a quella mia matta voglia di correre per trasformarmi in... Ma che sta succedendo?»
«Forse esaudiscono il tuo desiderio anche se non l’hai espresso. Ti stanno portando via. Anzi! Ci stanno portando via.»
«Magari ci portano in un museo. Mi vedrei bene circondata dall’ammirazione delle folle. Io, anzi noi, siamo Storia!»
«Più sicuro che ci portino a una vendita all’asta, mia cara B24.»
«Sarebbe una grande notizia. Se ci comprano sarà per portarci nuovamente sulle strade. Speriamo sia così cara amica Lambretta.»
«Sperem» concluse lei ricordandosi delle sue origini milanesi.
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Re: Due vecchie glorie
Credo che il racconto sia considerabile una fiaba.
E il risultato è abbastanza simpatico, anche se le storie che vengono raccontate dai due veicoli non sono tanto le "loro" storie, intese come vicende personali, o non solo, ma si intersecano a quelle dei rispettivi modelli.
Interessante per chi, come me, è appassionato di motori (anche se preferisco modelli più recenti) mentre risulta un po' troppo didascalico il tutto se astraggo dalla passione e leggo da super-partes.
In tutto questo l'autorimessa rimane un fondale e nulla più. Certo, ospita la vicenda, ma non la caratterizza. Non le dà quel tocco di presenza che forse avrebbe dato più spessore al tutto.
Ho cercato di farci caso, leggendo, ma davvero non ho sentito la stanza.
Tantopiù che nel finale scopriamo che sono arrivate persone a portar via i due veicoli, ma tutto avviene senza che la stanza, intorno, cambi o ci dia un segno tangibile della sua presenza.
Lo stile del racconto è buono, si lascia leggere, a parte qualche passaggio troppo raccontato, per me.
La punteggiatura non è sempre al top, c'è qualche frase che, causa lunghezza, si arrota un po' su se stessa.
Ho anche letto un "questo non avrebbe mai potuto accadere": credo ci vada un "sarebbe" al posto del verbo avere.
Nel complesso è un buon racconto, ma gli manca, per il mio gusto, del mordente.
E il risultato è abbastanza simpatico, anche se le storie che vengono raccontate dai due veicoli non sono tanto le "loro" storie, intese come vicende personali, o non solo, ma si intersecano a quelle dei rispettivi modelli.
Interessante per chi, come me, è appassionato di motori (anche se preferisco modelli più recenti) mentre risulta un po' troppo didascalico il tutto se astraggo dalla passione e leggo da super-partes.
In tutto questo l'autorimessa rimane un fondale e nulla più. Certo, ospita la vicenda, ma non la caratterizza. Non le dà quel tocco di presenza che forse avrebbe dato più spessore al tutto.
Ho cercato di farci caso, leggendo, ma davvero non ho sentito la stanza.
Tantopiù che nel finale scopriamo che sono arrivate persone a portar via i due veicoli, ma tutto avviene senza che la stanza, intorno, cambi o ci dia un segno tangibile della sua presenza.
Lo stile del racconto è buono, si lascia leggere, a parte qualche passaggio troppo raccontato, per me.
La punteggiatura non è sempre al top, c'è qualche frase che, causa lunghezza, si arrota un po' su se stessa.
Ho anche letto un "questo non avrebbe mai potuto accadere": credo ci vada un "sarebbe" al posto del verbo avere.
Nel complesso è un buon racconto, ma gli manca, per il mio gusto, del mordente.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Trovo molto carina l'idea, nostalgica e a tratti commovente. Si perde un po' nella stesura. Ben fatta per quanto riguarda la Lambretta (che ricorda i bei tempi passati a scorrazzare per l'Italia assieme ai proprietari), un po' meno per l'Aurelia, dove i ricordi si fanno più enciclopedici e meno personali, risultando più freddi e meno sentiti.
Buona la scrittura.
Miglorabile.
Complimenti.
Grazie.
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CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Mi ha ricordato Cars.
L'atmosfera c'è: si assapora nei posti visitati, nel modo di viaggiare, nelle foto con una vecchia Rolex. La trama è meno azzeccata e alla fine mi sembra troncata.
La presentazione che auto è motoretta fanno rispettivamente è molto enciclopedica: interessante ma poco coinvolgente.
Piacevole
L'atmosfera c'è: si assapora nei posti visitati, nel modo di viaggiare, nelle foto con una vecchia Rolex. La trama è meno azzeccata e alla fine mi sembra troncata.
La presentazione che auto è motoretta fanno rispettivamente è molto enciclopedica: interessante ma poco coinvolgente.
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FedericoChiesa- Padawan
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Re: Due vecchie glorie
Mi ha affascinato la storia delle due vecchie glorie che il titolo non mi aveva subito permesso di capire quello che si potesse raccontare poi. Sono della mia epoca e quindi mi sono piaciute. L'autorimessa fa solo il lavoro di ospite e quindi non è proprio centrale ma il racconto è stato accettato dagli Admin quindi non no lo metto in discussione. La scrittura coi dialoghi mi è sembrata abbastanza scorrevole.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Piacevole lettura. 'Il sorpasso' lo avrò rivisto una decina di volte e sta tra i dieci migliori film di sempre.
L'idea di fare raccontare la loro storia ai mezzi di locomozione mi è sembrata bella e originale.
L'idea di fare raccontare la loro storia ai mezzi di locomozione mi è sembrata bella e originale.
tommybe- Cavaliere Jedi
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A tommybe garba questo messaggio
Re: Due vecchie glorie
Lettura leggera e piacevole. Due pezzi forti della nostra storia motoristica.
Due sono, a mio modestissimo avviso, i punti deboli principali.
a) non c’è una vera storia, non succede granché,
b) un po’ troppo didascalico.
Comunque confermo il buon giudizio complessivo e la piacevolezza della lettura
Due sono, a mio modestissimo avviso, i punti deboli principali.
a) non c’è una vera storia, non succede granché,
b) un po’ troppo didascalico.
Comunque confermo il buon giudizio complessivo e la piacevolezza della lettura
gipoviani- Padawan
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Re: Due vecchie glorie
Via il dente via il dolore!
La punteggiatura è utilizzata un po' troppo sportivamente e, soprattutto, in alcuni dialoghi rende la lettura difficile costringendo a tornare indietro per comprendere bene
(es. Perché la mia non è da meno. Non penso di avertela mai raccontata; molto meglio: perché, la mia non è da meno?)
Ci sono un paio di periodi lunghissimi che si attorcigliano tra virgole e subordinate che, se lette ad alta voce, lasciano senza fiato.
Il racconto, invece, è molto carino, mi è piaciuta la storia di queste due "vecchie glorie" umanizzate alla Disney, (alla fine, a dire il vero, è, soprattutto, la storia della Lambretta) anche se l'indubbio amore/passione, dell'aut* ha finito per farl* eccedere in alcuni dettagli troppo specifici poco funzionali alla storia.
Bello il finale aperto che, a un sostanziale ottimista come me, fa credere che le due protagoniste saranno veramente esposte in un museo e non rottamate.
Complimenti, comunque, per l'originalità dell'idea, mi farai sapere se hai mai posseduto una Lambretta e una Aurelia.
Ti segnalòo, infine, un refuso: Poi un brutto giorno è sceso e mi ha mia sistemato sul mio cavalletto.
La punteggiatura è utilizzata un po' troppo sportivamente e, soprattutto, in alcuni dialoghi rende la lettura difficile costringendo a tornare indietro per comprendere bene
(es. Perché la mia non è da meno. Non penso di avertela mai raccontata; molto meglio: perché, la mia non è da meno?)
Ci sono un paio di periodi lunghissimi che si attorcigliano tra virgole e subordinate che, se lette ad alta voce, lasciano senza fiato.
Il racconto, invece, è molto carino, mi è piaciuta la storia di queste due "vecchie glorie" umanizzate alla Disney, (alla fine, a dire il vero, è, soprattutto, la storia della Lambretta) anche se l'indubbio amore/passione, dell'aut* ha finito per farl* eccedere in alcuni dettagli troppo specifici poco funzionali alla storia.
Bello il finale aperto che, a un sostanziale ottimista come me, fa credere che le due protagoniste saranno veramente esposte in un museo e non rottamate.
Complimenti, comunque, per l'originalità dell'idea, mi farai sapere se hai mai posseduto una Lambretta e una Aurelia.
Ti segnalòo, infine, un refuso: Poi un brutto giorno è sceso e mi ha mia sistemato sul mio cavalletto.
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Car autor,
Personalmente non apprezzo i dialoghi tra oggetti, e le storie dove gli oggetti si parlano tra di loro come se fossero esseri umani. E non è per la poca credibilità, io parlo con gli oggetti e non mi stupirei di sentire una risposta... Ma non mi aspetto che mi rispondano come un essere umano. È un problema mio, una mia contrattura mentale e me ne scuso. Ma tant'è.
Il garage lo trovo alquanto marginale, c'è solo perché i mezzi di trasporto sono lì,.ma non ha un ruolo decisivo nella svolgimento delle vicende.
Mi hai convinta a metà, ci trovo un'idea interessante ma che può essere sviluppata con più incisività.
Ele
Personalmente non apprezzo i dialoghi tra oggetti, e le storie dove gli oggetti si parlano tra di loro come se fossero esseri umani. E non è per la poca credibilità, io parlo con gli oggetti e non mi stupirei di sentire una risposta... Ma non mi aspetto che mi rispondano come un essere umano. È un problema mio, una mia contrattura mentale e me ne scuso. Ma tant'è.
Il garage lo trovo alquanto marginale, c'è solo perché i mezzi di trasporto sono lì,.ma non ha un ruolo decisivo nella svolgimento delle vicende.
Mi hai convinta a metà, ci trovo un'idea interessante ma che può essere sviluppata con più incisività.
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Hellionor- Admin
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Re: Due vecchie glorie
Un racconto simpatico ma senza una trama da seguire o da inseguire: un dialogo tra vecchie glorie, rimesse in sesto da una batteria nuova, che dopo anni trascorsi gomito a gomito - carter a parafango - finalmente si presentano.
Una presentazione (meglio un lungo monologo) che pare ripresa dai libretti dei veicoli o dalla pubblicità dell’epoca, un intreccio di dati e di ricordi di n’epoca che chi ha vissuto può comprendere. Me le immagino, ognuna un po’ sulle sue, in punta di candele, sicure della gloria vissuta che al cospetto delle nuove arrivate…tsè, non ci arriverete mai!
Ma le lunghe presentazioni, sicuramente interessanti per gli appassionati di motori, spengono un po’ la vivacità dei dialoghi, che viceversa avrebbero potuto davvero darci l’idea di vecchie glorie che prima battibeccano e poi partono in quarta coi ricordi.
L’autorimessa però è un po’ assente: ospita le auto - condivido @Fante Scelto - ma niente più.
Le mie note:
Ci sono alcune frasi troppo lunghe (i primi quindici anni…): suddivise avrebbero retto meglio, anche perché racchiudevano tanti dettagli, ognuno dei quali utile. In queste frasi andrebbe rivista decisamente la punteggiatura: qualche virgola o punto e virgola non nuocerebbe. E non solo nelle frasi lunghe.
alla morte del vecchio lei - il lei non serve: forse hai rigirato la frase ed è rimasto
Una presentazione (meglio un lungo monologo) che pare ripresa dai libretti dei veicoli o dalla pubblicità dell’epoca, un intreccio di dati e di ricordi di n’epoca che chi ha vissuto può comprendere. Me le immagino, ognuna un po’ sulle sue, in punta di candele, sicure della gloria vissuta che al cospetto delle nuove arrivate…tsè, non ci arriverete mai!
Ma le lunghe presentazioni, sicuramente interessanti per gli appassionati di motori, spengono un po’ la vivacità dei dialoghi, che viceversa avrebbero potuto davvero darci l’idea di vecchie glorie che prima battibeccano e poi partono in quarta coi ricordi.
L’autorimessa però è un po’ assente: ospita le auto - condivido @Fante Scelto - ma niente più.
Le mie note:
Ci sono alcune frasi troppo lunghe (i primi quindici anni…): suddivise avrebbero retto meglio, anche perché racchiudevano tanti dettagli, ognuno dei quali utile. In queste frasi andrebbe rivista decisamente la punteggiatura: qualche virgola o punto e virgola non nuocerebbe. E non solo nelle frasi lunghe.
alla morte del vecchio lei - il lei non serve: forse hai rigirato la frase ed è rimasto
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Due vecchie glorie
L'idea del racconto è simpatica, ma forse poteva essere sviluppata meglio.
Mentre leggevo ho avuto impressioni differenti, in contrasto tra loro, a seconda di quale mezzo di parlasse. La parte in cui parlava la Lambretta mi è piaciuta: c'è trasporto, malinconia, una visione quasi romantica della vita e il tutto mi è sembrato molto naturale. Quando invece prende la parola la Lancia Aurelia mi sembra che vada scemando quella naturalezza e genuinità: il riferimento a Gassman e al film Il sorpasso rompe un pò l'atmosfera d'intimo ricordo che credo volessi creare. Come ha già detto qualcuno si tratta di rimandi dal sapore enciclopedico che vanno a spezzare l'equilibrio della storia.
Lettura gradevole, però manca qualcosa che gli dia più carattere e sostanza.
Mentre leggevo ho avuto impressioni differenti, in contrasto tra loro, a seconda di quale mezzo di parlasse. La parte in cui parlava la Lambretta mi è piaciuta: c'è trasporto, malinconia, una visione quasi romantica della vita e il tutto mi è sembrato molto naturale. Quando invece prende la parola la Lancia Aurelia mi sembra che vada scemando quella naturalezza e genuinità: il riferimento a Gassman e al film Il sorpasso rompe un pò l'atmosfera d'intimo ricordo che credo volessi creare. Come ha già detto qualcuno si tratta di rimandi dal sapore enciclopedico che vanno a spezzare l'equilibrio della storia.
Lettura gradevole, però manca qualcosa che gli dia più carattere e sostanza.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Un racconto con un potenziale enorme, ma che si perde nelle descrizioni troppo minuziose dei veicoli e dei fatti. Per me che non sono appassionato di motori la cosa annoia parecchio.
Non c'è sentimento, non c'è brio, è tutto molto distaccato. Da una parte, essendo oggetti, non mi aspetto grandi emozioni, ma dall'altra è l'autore che cerca di renderli emotivi senza riuscirci.
Ci sono cose che mi sono piaciute parecchio, come l'idea che una volta esaurita la batteria non possano più parlare, e quella della ruggine che li rende nostalgici.
Il racconto è carino, ma nulla di più.
Non c'è sentimento, non c'è brio, è tutto molto distaccato. Da una parte, essendo oggetti, non mi aspetto grandi emozioni, ma dall'altra è l'autore che cerca di renderli emotivi senza riuscirci.
Ci sono cose che mi sono piaciute parecchio, come l'idea che una volta esaurita la batteria non possano più parlare, e quella della ruggine che li rende nostalgici.
Il racconto è carino, ma nulla di più.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Ciao Penna. La goccia d'olio che scende dal carter ti fa guadagnare cinque punti, bellissima. Il racconto in sé suscita simpatia, e l'Aurelia, più che il famoso film, mi ha ricordato quando Hemingway, su quella auto, ci ha scorazzato per tutta la Spagna per fare il suo famoso documentario. E per ubriacarsi, of course. Non ho capito la necessità di tanto puntiglio nel descrivere macchina fotografica, luoghi, oggetti, attori... In un dialogo tanto puntiglio rende il racconto poco credibile. Però, cara Penna, sarà perché mi hanno cambiato la batteria, mi ha divertito molto leggerti. Grazie.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Ecco una storia lieve in mezzo a tanti racconti dai contenuti “tosti”. Arriva come una ventata di freschezza. Mi è piaciuta l’idea di dar voce alle due vecchie glorie, alla lambretta e tanto che c’eri, autor avresti potuto far parlare anche il garage che poverino si troverà stravolto e perderà delle compagne di vita. Tutto fa molto cartoon e l’amarcord che emerge non è stucchevole ma caratterizza i particolari personaggi che hai scelto. Mi è piaciuto tanto.
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Re: Due vecchie glorie
Il racconto trasuda una grande passione per le auto e soprattutto per quello che le auto rappresentano spesso nella vita di ognuno di noi, un vero e proprio veicolo di ricordi. Per chi poi le ama veramente entrano come protagoniste nelle vicende personali. Le vedi lì, in un angolo delle fotografie, o usate come cavalletto. Lo dico da chi spesso non compare nelle foto di famiglia ma è quello che tiene la macchina in mano.
Una piccola storia, piena di cose deliziose, nostalgica, che strizza l'occhio a Cars, ma in un modo tutto italiano. Non ci sono vere competizioni, ma la storia dell'automobile. Potrebbe essere una conversazione che avviene in un museo. Qui a Torino c'è il Museo dell'Auto. Ci sono stato di recente, e sarebbe stato perfetto come ambientazione. E qui il racconto ha il suo difetto più evidente, purtroppo: nell'ambientazione. Perchè l'autore si dimentica che il concorso dovrebbe parlarci della stanza e invece porta le auto fuori, perchè l'autorimessa è appena uno sfondo accennato. Certo, forse non ci avrebbe parlato di macchine se non fosse stato per l'autorimessa, ma la stanza viene davvero trascurata in favore di una storia che corre libera. I ricordi prendono il sopravvento, ecco.
Questo non toglie nulla al racconto. Resta un buonissimo lavoro, da rivedere come punteggiatura, ma vivo e pieno di passione e di spunti narrativi. Leggendolo viene quasi da pensare che l'autore abbia scritto, mi scuso per la battuta, con il freno a mano tirato e che nella sua testa ci fossero ancora più storie e dettagli che avrebbero potuto condividere con noi.
Una piccola storia, piena di cose deliziose, nostalgica, che strizza l'occhio a Cars, ma in un modo tutto italiano. Non ci sono vere competizioni, ma la storia dell'automobile. Potrebbe essere una conversazione che avviene in un museo. Qui a Torino c'è il Museo dell'Auto. Ci sono stato di recente, e sarebbe stato perfetto come ambientazione. E qui il racconto ha il suo difetto più evidente, purtroppo: nell'ambientazione. Perchè l'autore si dimentica che il concorso dovrebbe parlarci della stanza e invece porta le auto fuori, perchè l'autorimessa è appena uno sfondo accennato. Certo, forse non ci avrebbe parlato di macchine se non fosse stato per l'autorimessa, ma la stanza viene davvero trascurata in favore di una storia che corre libera. I ricordi prendono il sopravvento, ecco.
Questo non toglie nulla al racconto. Resta un buonissimo lavoro, da rivedere come punteggiatura, ma vivo e pieno di passione e di spunti narrativi. Leggendolo viene quasi da pensare che l'autore abbia scritto, mi scuso per la battuta, con il freno a mano tirato e che nella sua testa ci fossero ancora più storie e dettagli che avrebbero potuto condividere con noi.
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Asbottino- Padawan
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Data di iscrizione : 07.01.21
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Località : Torino
Re: Due vecchie glorie
Gradevole come idea e come scrittura. Il dialogo tra la Lambretta e l’Aurelia restituisce l’atmosfera anni ’60, che mi ha fatto apprezzare il racconto, pur non essendo un’appassionata di auto e motori. L’autorimessa resta sullo sfondo e la punteggiatura non è sempre curata, nondimeno il racconto mi è piaciuto, forse perché ritengo che il tempo andato ancora ci appartiene. Grazie ai ricordi - seppelliti in un cantuccio della memoria - l’amarcord surreale della lambretta mi richiama sensazioni dell’ infanzia, il vento sulla faccia nelle corse con mio padre.
mirella- Padawan
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Punti : 302
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 08.01.21
Re: Due vecchie glorie
A me l’idea di far parlare gli oggetti e attraverso i dialoghi conoscere le persone e le storie, non dispiace. Avrei speso due parole in più proprio per descrivere l’autorimessa, visto che è casa loro. Forse avrei evidenziato maggiormente il carattere delle due protagoniste, sottolineando qualche pregio e difetto.
Non so nulla in materia, ma credo che per gli esperti siano davvero due vecchie glorie.
In totale un racconto piacevole, con una buona struttura e, per quanto detto, poteva essere ancora più incisivo e coinvolgente.
Non so nulla in materia, ma credo che per gli esperti siano davvero due vecchie glorie.
In totale un racconto piacevole, con una buona struttura e, per quanto detto, poteva essere ancora più incisivo e coinvolgente.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
ci sono svariati refusi, pertanto una revisione del testo sarebbe opportuna.
la storia in sé è simpatica, visto che il dialogo tra due mezzi di trasporto è abbastanza raro.
sulla Lambretta ci sono stato pure io, tante volte, con mio padre, per questo ho apprezzato la scelta.
però ho l'impressione che manchi qualcosa per far decollare il racconto.
non saprei dirti cosa, in tutta onestà, però lo rivedrei perché può uscire un bel pezzo.
la storia in sé è simpatica, visto che il dialogo tra due mezzi di trasporto è abbastanza raro.
sulla Lambretta ci sono stato pure io, tante volte, con mio padre, per questo ho apprezzato la scelta.
però ho l'impressione che manchi qualcosa per far decollare il racconto.
non saprei dirti cosa, in tutta onestà, però lo rivedrei perché può uscire un bel pezzo.
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Arunachala- Admin
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Re: Due vecchie glorie
Un racconto simpatico che ci porta indietro nel tempo. La dimostrazione che fuori dalla realtà anche gli oggetti hanno un'anima.
Circa la scrittura, che considero buona, non sto a ripetere quanto già detto da chi mi ha preceduto.
Originale, senza dubbio, la scelta di far parlare "le abitanti" del grande garage della villa. Da loro apprendiamo la passione che c'è stata da parte di Giacomo e Giuseppina. Ecco, forse è proprio questo che manca al racconto, un aspetto che andava approfondito permettendo alla trama di uscire dalla sua asetticità. Mio parere, ovviamente. Del resto i caratteri a disposizione erano ancora molti...
Però qualcuno ha notato il carattere favolistico di questo racconto, per cui la brevità può essere giustificata in questo senso. Forse più che una fiaba, genere che comunque si addice a quanto ho letto, lo vedo come un racconto d'animazione, proprio perché ha parlare sono oggetti e non persone.
Un racconto leggero che ho letto con piacere.
Grazie.
Circa la scrittura, che considero buona, non sto a ripetere quanto già detto da chi mi ha preceduto.
Originale, senza dubbio, la scelta di far parlare "le abitanti" del grande garage della villa. Da loro apprendiamo la passione che c'è stata da parte di Giacomo e Giuseppina. Ecco, forse è proprio questo che manca al racconto, un aspetto che andava approfondito permettendo alla trama di uscire dalla sua asetticità. Mio parere, ovviamente. Del resto i caratteri a disposizione erano ancora molti...
Però qualcuno ha notato il carattere favolistico di questo racconto, per cui la brevità può essere giustificata in questo senso. Forse più che una fiaba, genere che comunque si addice a quanto ho letto, lo vedo come un racconto d'animazione, proprio perché ha parlare sono oggetti e non persone.
Un racconto leggero che ho letto con piacere.
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"Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
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Molli Redigano- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Un racconto in cui si respira un’atmosfera simpatica, di nostalgia ma non malinconica, di nostalgica leggerezza, pur anche nel ricordo di momenti dolorosi.
Se l’autore volesse rimetterci mano, suggerirei di sfoltire abbondantemente gli elementi “enciclopedici”, che fanno un po’ troppo l’effetto “relazione”, e di scegliere in maniera più decisa la linea umano-nostalgica dei ricordi della vita passata.
La lettura scivola piacevolmente, pur tra alcune imprecisioni di forma.
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Re: Due vecchie glorie
La automobile e la motocicletta sono di genere femminile (non me ne vogliano i sostenitori LGBT+, mi limito alla lingua italiana), capaci di sedurre e di far girare la testa quando passano. Qui sono addirittura primedonne, complimenti per l'idea! È inoltre uno dei pochi racconti nei quali l'autorimessa compare più come auto che come rimessa e questo, essendo l'unico paletto presente, mi sembra un ottimo contributo alla valutazione. A voler essere pignoli qualche sbavatura c'è: i due mezzi entrano poco in sintonia fra loro, le descrizioni sono un po' didascalie, qualche frase è un po' lunga e sostenuta da una punteggiatura non impeccabile. Mi sarebbe inoltre piaciuto sapere come il proprietario sia riuscito a passare in pochi anni da un umile scooter a una vera fuoriserie. Però sono sottigliezze a cui il pubblico di un racconto del genere (che vuole imparare i magari ricordare) nin farà molto caso. Per me racconto promosso, magari non con lode, ma con un buon voto.
Ps: avendo un motore a 2 tempi, la Lambretta non ha il carter con l'olio...
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Nellone- Younglings
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Re: Due vecchie glorie
Gradevole, simpatico e inaspettato questo racconto che ha il sapore dei tempi andati.
Ho notato però in alcuni casi, poca cura nella costruzione delle frasi: riporto questa perchè mi ha fatto venire in mente l'aneddoto di quel famoso scrittore (del quale non ricordo il nome...) il quale, contro lo smodato uso del che scrisse un racconto senza, appunto, usarlo.
Solo ora che avevano saputo che l’autorimessa sarebbe stata trasformata in taverna e che il loro destino avrebbe preso strade diverse,
Qua e là ci sono altre frasi che avrebbero bisogno di un'aggiustatina...
Il racconto comunque ha una frizzante originalità che lo rende diverso dagli altri e che lo fa rimanere impresso.
Il linguaggio usato per far parlare i mezzi lo trovo appropriato, proprio perchè molto tecnico: logico che una macchina sia attratta da una Rolleiflex 3,5 o che idolatri la protagonista de Il sorpasso, anzi, avrei calcato la mano in questo senso, aggiungendo altri riferimenti simili.
Ho notato però in alcuni casi, poca cura nella costruzione delle frasi: riporto questa perchè mi ha fatto venire in mente l'aneddoto di quel famoso scrittore (del quale non ricordo il nome...) il quale, contro lo smodato uso del che scrisse un racconto senza, appunto, usarlo.
Solo ora che avevano saputo che l’autorimessa sarebbe stata trasformata in taverna e che il loro destino avrebbe preso strade diverse,
Qua e là ci sono altre frasi che avrebbero bisogno di un'aggiustatina...
Il racconto comunque ha una frizzante originalità che lo rende diverso dagli altri e che lo fa rimanere impresso.
Il linguaggio usato per far parlare i mezzi lo trovo appropriato, proprio perchè molto tecnico: logico che una macchina sia attratta da una Rolleiflex 3,5 o che idolatri la protagonista de Il sorpasso, anzi, avrei calcato la mano in questo senso, aggiungendo altri riferimenti simili.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Due vecchie glorie
Riconosco che sia stato fatto un buon lavoro nello scrivere questo racconto, ma l'umanizzazione di auto e motoretta che si racconta non mi ha preso più di tanto. Probabilmente il problema è mio, per altri potrebbe essere molto avvincente.
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Menico- Younglings
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Re: Due vecchie glorie
Ciao, Autore. Per quanto il tuo racconto si presenti "senza troppe pretese", passami il termine, la mia lettura è stata abbastanza faticosa, tanto che ho deciso di non rileggerlo ancora, visto che me lo ricordo abbastanza bene e che non mi aveva fatto impazzire. Nei miei appunti non sono stato molto lusinghiero nei tuoi confronti, e anche come "autorimessa" l'ho ritenuto ai confini dell'ammissibilità, e solo nel confronto con gli altri pezzi giunti.
Ho preferito altre tue letture, probabilmente anche a causa del fatto che non sono proprio un appassionato del tema. Mi dispiace.
Ho preferito altre tue letture, probabilmente anche a causa del fatto che non sono proprio un appassionato del tema. Mi dispiace.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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