Le t.A.T.u. sono state un duo canoro femminile russo attivo tra il 1999 e il 2011. Più che dal punto di vista musicale, il loro impatto è stato determinante dal punto di vista sociale. Il loro singolo di esordio infatti parlava di amore lesbico e le protagoniste del video erano loro due, che all'epoca erano ancora minorenni.
Fino a quel momento, le tematiche LGBTQIA+ erano rappresentate nel mainstream musicale esclusivamente da maschi gay adulti. Con il loro successo le Tatu fecero doppiamente breccia: rappresentarono le tematiche LGBTQIA+ dal punto di vista femminile e anche dal punto di vista degli adolescenti. La versione inglese All the things she said uscì venti anni fa, nell'agosto del 2002, e divenne un successo globale. Quello della rappresentazione è stato probabilmente il motore principale del successo. Ho rivisto in questi giorni alcuni loro concerti dell'epoca e ho provato a immaginare quante ragazze e quanti adolescenti sentirono finalmente di non essere soli e chissà quante e quanti di loro uscirono dall'armadio in quel periodo.
Quanto al fatto se Lena Katina (la rossa) e Julja Volkova (la mora) fossero o meno una coppia nella vita reale è stato detto tutto e il contrario di tutto. Oggi è difficile ricostruirne la storia perché nel frattempo in Russia sono state introdotte delle leggi che di fatto perseguitano le persone arcobaleno e le due donne, che oggi hanno 37 anni e sono ancora famose in madre patria, potrebbero avere delle riserve ad aprire l'armadio. Alcuni punti fermi credo di averli colti: Lena era lesbica, Julja era bisessuale (si può usare il passato perché l'orientamento sessuale può cambiare con il tempo) si conoscevano già perché avevano cantato nello stesso coro (l'equivalente russo del Coro dell'Antoniano di Bologna) ma non erano fidanzate tra di loro.
A dicembre del 2002, più o meno venti anni fa, usciva in anteprima su MTV Italia il loro secondo singolo in Inglese Not Gonna Get Us. Mi ricordo ancora quando lo vidi la prima volta, mi piacque subito. La versione in russo (che non è esplicitamente una canzone di amore lesbico, a differenza della versione inglese) Nas Ne Dogonjat è stata ed è ancora oggi, quelle poche volte che Katina e Volkova si riuniscono per ricordare le t.A.T.u., il brano con cui chiudono i loro concerti.
Fino a quel momento, le tematiche LGBTQIA+ erano rappresentate nel mainstream musicale esclusivamente da maschi gay adulti. Con il loro successo le Tatu fecero doppiamente breccia: rappresentarono le tematiche LGBTQIA+ dal punto di vista femminile e anche dal punto di vista degli adolescenti. La versione inglese All the things she said uscì venti anni fa, nell'agosto del 2002, e divenne un successo globale. Quello della rappresentazione è stato probabilmente il motore principale del successo. Ho rivisto in questi giorni alcuni loro concerti dell'epoca e ho provato a immaginare quante ragazze e quanti adolescenti sentirono finalmente di non essere soli e chissà quante e quanti di loro uscirono dall'armadio in quel periodo.
Quanto al fatto se Lena Katina (la rossa) e Julja Volkova (la mora) fossero o meno una coppia nella vita reale è stato detto tutto e il contrario di tutto. Oggi è difficile ricostruirne la storia perché nel frattempo in Russia sono state introdotte delle leggi che di fatto perseguitano le persone arcobaleno e le due donne, che oggi hanno 37 anni e sono ancora famose in madre patria, potrebbero avere delle riserve ad aprire l'armadio. Alcuni punti fermi credo di averli colti: Lena era lesbica, Julja era bisessuale (si può usare il passato perché l'orientamento sessuale può cambiare con il tempo) si conoscevano già perché avevano cantato nello stesso coro (l'equivalente russo del Coro dell'Antoniano di Bologna) ma non erano fidanzate tra di loro.
A dicembre del 2002, più o meno venti anni fa, usciva in anteprima su MTV Italia il loro secondo singolo in Inglese Not Gonna Get Us. Mi ricordo ancora quando lo vidi la prima volta, mi piacque subito. La versione in russo (che non è esplicitamente una canzone di amore lesbico, a differenza della versione inglese) Nas Ne Dogonjat è stata ed è ancora oggi, quelle poche volte che Katina e Volkova si riuniscono per ricordare le t.A.T.u., il brano con cui chiudono i loro concerti.