Giorno fortunato

Giorno fortunato, assicurano le stelle. Venere sestile Venere, ottimo allineamento per l’amore.
Stanotte vincerò.
L’aspetto da ore sotto casa, quando arriva un macchinone da ricconi.
Il bastardo la bacia, lei si fa baciare. Sorride felice all’auto che riparte.
“Brutta stronza, nemmeno delle stelle hai rispetto”
Lei si volta, spalanca sorpresa gli occhi verdi. Così non mi ha mai visto. Non sembro più un fallito.
Una pistola fa questo effetto.
“Non farlo”
Sento spavento, sottomissione, supplica. Sono tornato finalmente al comando.
Una pistola è potere, specie quando spari.
Sparo.
Ora tocca a me.
Le stelle non mentono. Staremo per sempre insieme nel deserto degli amori morti.
Boom!

Un giorno di morte non giorno fortunato, omicidio suicidio, la pazzia viaggia nel mondo, le stelle continuano a brillare nonostante la tragedia, potere malsano ha armato la mano. Un bel cento, con giusti ingredienti, morte e stelle, complimenti!

Caro/a Autore/trice,
nel racconto c'è tutto: stelle lontane dal mondo e dagli eventi umani e morte vicina, troppo.
L'ho però letto a fatica. Forse a -Stanotte vincerò- mancano le virgolette.

L’oroscopo, un inevitabile destino nel tuo racconto, o comunque uno sprone per compiere un gesto estremo. Mi sono emozionato poco..

Brevissimo drammatico, scoppiettante nel dramma, efficace. Non facile nel poco concesso smuovere. Hai colto nel segno.

Se ascolti l'oroscopo stai fresco. 

Il racconto lo trovo azzeccato nella sua drammaticità per principio, svolgimento ed epilogo. Potrei ridurre il tutto a un solo aggettivo: attuale. Si perché le pagine dei giornali sono piene di cronache nere di questo tipo. I disagi di base sono molteplici ma non è per nulla inverosimile che qualcuno impazzisca perché l'oroscopo non è andato come predetto. Secondo me questo racconto ha una valida prospettiva.

Grazie

Mi piace quando in un 100 c'è una storia, più che un messaggio o un pensiero libero.
In questo caso la storia c'è e funziona nel suo piccolo, forse però le scelte lessicali, l'espressività, non sono al top come il tema richiedeva.
Un paio di note di punteggiatura: manca il punto dopo i discorsi diretti, e avrei messo un esclamativo dopo "Non farlo", visto il tono si presume disperato della vittima.
Tra l'altro, ma questo è un pensiero mio, non ho mai conosciuto un uomo interessato all'astrologia, sembra una cosa esclusiva delle donne.
 

A parte gli scherzi, in adolescenza ho avuto il dispiacere di assistere, indirettamente, a una tragedia molto simile a quella che hai descritto. Lì non c'entravano le stelle, però, era una questione più complessa.

Ciao autore, sarò sincero, a me hai convinto poco. Innanzitutto mancano i punti alla fine dei dialoghi, ma va be', peccati veniali, non mi sono invece proprio piaciute alcune scelte stilistiche, tipo "macchinone da ricconi" o la narrazione poco fluida, con le frasi mal collegate o la citazione, non so se voluta o casuale, della canzone di Marco Masini "bella stronza" (anche lì lei lo molla per un riccone). Anche l'argomento, sempre attuale e atroce, ha a mio parere bisogno di essere trattato con più tatto.
A rileggerci!

Anche a me non ha convinto molto questo racconto, ma è una questione prettamente di forma e non di sostanza.
Il testo mi sembra poco armonioso, poco elegante, avresti dovuto affinarlo di più, renderlo più snello, musicale.
Anche quel boom finale non mi è piaciuto.
Sulla sostanza, su ciò che vuole trasmettere invece nulla da dire. 
Soprattutto la frase "sono tornato finalmente al comando" racchiude gran parte del senso del racconto, esplicativa al massimo delle dinamiche che riguardano questi fatti di cronaca nera. La trovo molto calzante.

Non so, sinceramente non mi ha convinto. Ci sono scelte lessicali ("macchinone da ricconi", "deserto degli amori morti", "boom") che male si accordano con l'atmosfera che si è cercato di evocare, mentre la lettura arranca un po' anche per colpa di qualche piccolo errore.
Tema e svolgimento fanno un po' a cazzotti.
M.

Leggendo mi è tornata in mente la canzone di Buscaglione.
“Teresa ti prego, non scherzare col fucile…” ecc. Qui le parti sono invertite ma l’effetto “fumetto” resta. Purtroppo dell’atrocità della storia narrata non mi resta quasi niente. Forse dovevi tenere un registro ancora più fumettistico, oppure rimuovere del tutto certe frasi fatte.

Un crogiolo di essenze e di assenze di personalità che tragicamente esplodono nella violenza. Episodi quotidiani che avvengono in una società malata come la nostra e credo che questo mescolamento di scrittura e di struttura forse ben s'adatta a descrivere il caos che governa la realtà dove spesso ai valori si sostituiscono i colpi di pistola o di coltello per esternare tutto il disagio interiore. Interessante cento...

Sono diviso. Non mi è piaciuto come è stato impostato il racconto ma mi affascina. C'è qualcosa di moderno in questo testo. Un racconto che vuole osare con uno stile particolare ma che, per me, non è stato gestito al meglio. Però rimane quell'alone di fascino che non gusta.

Tira via quel "Boom" e ti metto sul podio. Era scritto nelle stelle ma quel finale... mannaggia. Vediamo che poso fare.

I ricconi viaggiano in FIAT per sfuggire a ricatti e tasse, ma la scena che descrivi ha un certo impatto anche se condivido chi la identifica come un fumetto, come un fotoromanzo. La storia avrebbe fatto felici quello della 'Lancio'. Negli anni Settanta.

Il pregio maggiore per me è quello di esser riuscito in sole cento parole a costruire una storia e a delineare il carattere del personaggio, cose non banali per un brano così breve.
Quanto alla forma e allo stile, sono certamente da migliorare come già notato da chi mi ha preceduto.

Sono molto perplesso da questo 100: l'inizio mi allontana dal mio gusto personale (anche "chi se ne frega", ma Venere sestile Venere è qualcosa che non mi appartiene proprio e mi respinge alla lettura), il finale spegne definitivamente ogni piacevolezza di lettura con quel "boom" completamente fuori luogo: in quale altro modo i tuoi lettori avrebbero interpretato il tuo testo, senza quell'ultima parola? 
Tutto ciò che sta in mezzo, invece, lo trovo ben condotto, anche con quelle allusioni (o citazioni) che già altri hanno trovato. Non mi disturba affatto il macchinone, perché lo trovo inserito nel contesto della caratterizzazione psicologica del tuo protagonista: cioè, è lui che lo esterna, non un narratore terzo.
Credo che preferirò altri racconti quando sarà il momento di votare, ma solo per una questione di gusto personale. Intanto, complimenti!

Storia di un tradimento finito con omicidio suicidio, conseguenza della follia di credere ciecamente negli oroscopi.
Non mi ha preso più di tanto.

Spesso le relazioni sentimentali sono relazioni di potere. Lo sono sicuramente quelle patologiche, malate. Il ricorso alla violenza fisica è determinato dal desiderio perverso di riottenere il controllo sulla vita degli altri, ma in fondo anche sulla propria.
Il racconto questa relazione patologica vuole presentare. Uno che cerca di usare la pistola per tornare a comandare, perché solo nella sottomissione dell’altro sa vivere il rapporto.
Le critiche sullo stile non le comprendo molto. Il racconto è scritto dall’omicida. Il macchinine da ricconi ci sta tutto perché manifesta il suo senso di inferiorità che spinge alla violenza.
Forse il boom é veramente ridondante.

Non essendo avvezzo di astrologia e oroscopi la lettura è inciampata su quel venere sestile venere dell'inizio.
Poi il cento scorre via senza intoppi rendendo abbastanza bene la follia del protagonista (un po' meno quella della vittima, quel "Non farlo" di fronte all'uomo respinto con in mano una pistola mi sembra troppo debole) tra l'altro molto attuale visto che la cronaca ci porta esempi del genere con troppa frequenza.
Alla fine non mi è piaciuto il "Boom".

ciao autore.
esistono davvero persone che si lasciano condizionare dall'oroscopo.
il tuo protagonista è comunque una persona malata, così ce la descrivi. 
lei ha scelto quello con il macchinone (magari lo ama davvero) mentre lui è un fallito.
in poche battute sei stato brav@ a sviscerare il tormento di uno psicopatico.
tema doppiamente centrato: alla fine è un morto che parla!
brav@

Domanda: se lei sale in macchina e partono veloci, quando subentra lui con la pistola? L'ha aspettata fuori?
Situazione già vista, la parte centrale è comunque quella che preferisco, scritta bene.
Il Boom finale mi ricorda più l'esplosione di una bomba, più che lo sparo di una pistola.

Il testo è scorrevole e di facile comprensione:
la storia si dipana senza intoppi particolari e si capisce dove si andrà a parare (purtroppo).
Il 'Boom' finale stona troppo con lo stile del resto del racconto e credo sia da eliminare.
Come detto storia chiara ma poco c'è troppo poco spazio per coinvolgere il lettore (per quanto mi riguarda).

Ciao Aut-

Venere sestile Venere non si può leggere;
un pianeta non può essere sestile a sé stesso. Per fare un giorno fortunato ci vorrebbe Venere sestile Giove, per esempio. A meno che non ti riferisca ai temi natali del narratore e la sua vittima? Ma in questo caso non sarebbe un giorno fortunato trattandosi di un aspetto fisso. Quindi potrebbe essere un transito?
Al di là dell'aspetto tecnico non curato, il racconto è spezzato in due: la prima parte con il narratore che osserva la scena e la seconda parte dove invece irrompe e diventa protagonista. La seconda parte è per i miei gusti troppo spiegata, ti faccio un esempio: "Una pistola è potere, specie quando spari." Preferisco invece le parti di lucida follia, i pensieri sconnessi e il boom finale che mi ricorda Taxi driver.
Interessante l'interpretazione del tema Le stelle.

Grazie e alla prossima.