La sciatica del veterinario
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NovelleVesperiane
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La sciatica del veterinario
Nell'estate del novantaquattro il dottor Luigi Rossi, veterinario condotto, aveva quarantotto anni, una moglie, due figli e conduceva una vita serena.
L'unico cruccio era un accenno di sciatica alla gamba sinistra, tenuto a bada con creme e massaggi. Con l'arrivo dell'inverno il male si acuì, tanto da richiedere visite specialistiche e dolorose punture.
Una mattina, fra una visita e l'altra, il medico si fermò al bar come al solito.
Appoggiato al bancone, sorbiva il caffè bollente quando Berto Sanguineti gli si affiancò.
- Buon giorno dotto’, come va?
- Potrebbe andare meglio, Bertino. T'ha figliato la scrofa?
- Sì. Tre giorni fa, però sarei contento se venisse a darle un'occhiata.
- Passerò in serata, va bene.
Mentre parlava, il medico si alzò per andare alla cassa e il ragazzo lo seguì.
- Cosa è successo, dotto'? Perché zoppica?
- Non me ne parlare. Ho una maledetta sciatica che mi mangia vivo.
- Perché non va da mamma?
- Dalla Santina? E che c'entra con la mia gamba?
- Lei segna la gente. Lo sanno tutti.
- Grazie, Berto. Vedrò.
Risalì zoppicando sulla Panda 4x4 della ASL e ripartì.
A casa ne parlò con la moglie e lei lo guardò seria.
- Lo so che non ci credi e forse non è vero, ma cosa ti costa provare? Vai a vedere la scrofa e parli con quella donna.
Il dolore lo convinse.
Quando scese dalla macchina, Santina stava portando in casa dei ciocchetti di legna.
- Dotto', posso ajutavve solo se è la sciatica. Se è n'altra cosa, no.
- Mi avete visto zoppicare...
Lei rise, con la bocca ancora fresca e piena di denti.
- No, dotto', me l'ha detto mi' fjolo. Venite domani a mezzanotte precisa e io ve segno.
- Va bene. Fatemi strada dalla maiala. È tutto a posto? Allatta?
- Certo! Venite.
La sera dopo, un po' titubante ma spinto dalla disperazione, l'uomo tornò a Piansevero.
Il casolare dominava una collinetta isolata. La notte nera, senza una stella, ingoiava tutto.
Prima di imboccare la salita, il medico alzò gli occhi: due finestre del secondo piano erano illuminate.
Fermò la macchina sulla ghiaia e scese senza sbattere lo sportello, per riguardo dell'ora.
La porta si schiuse prima che avesse suonato il campanello.
- Buona sera, dotto'. Venite, venite. M'ha detto mi' marito che eravate arrivato.
Lui aveva un tremore dentro, non gli riusciva di spiccicar parola. La seguì in cucina.
- Toglietevi i pantaloni e mettete 'l ginocchio bono su questa seggiola. Ecco, così. Appoggiateve alla spalliera e allungate la gamba che ve fa male.
Lui eseguì senza fiatare.
Dita leggerissime e, forse, il metallo della fede, gli sfiorarono la pelle; nel silenzio profondo della notte, si percepiva il sospiro delle giaculatorie.
- Ecco, ve potete rivestì. Tornate dopodomani alla stessa ora.
E lui tornò. Il rito si ripeté identico e identico fu l'appuntamento:
- Tornate dopodomani alla stessa ora.
Si sentiva meglio. Non voleva ammetterlo nemmeno con se stesso, ma stava meglio.
La terza volta fu l'ultima.
- Quanto vi devo, Santina?
- Niente, dotto'. Questa non è una roba che se fa pe' i soldi.
- Si, lo so. Ma non mi sembra giusto. Voi mi avete guarito. Guardate, cammino senza problemi, sto...
- Va bene. Fate 'na donazione. Ci sono anime che hanno davvero bisogno d'aiuto.
E lui infilò, sotto la fruttiera di coccio sbreccato, un foglio da centomila lire.
Lei non lo guardò neppure.
- Bona notte, dotto'. Andate piano giù pe' 'sta stradaccia...
- Buona notte, Santina. Grazie. Mi avete rimesso a nuovo.
- Seeee, seeee...
E intanto lo spingeva gentilmente fuori di casa.
Appena rientrato, gli si fece incontro la moglie.
- Allora?
- Allora non ho più niente.
- Maddai! La settimana scorsa pensavi di andare in clinica a Milano, da quel tuo amico, e adesso non hai... Ma stai fermo, matto! Vuoi svegliare le belve? Non riuscivo a metterli a letto.
- Sto bene, ti dico. Anzi, sto benissimo. Dai, andiamo che ti faccio vedere...
E intanto la teneva abbracciata da dietro, la baciava sul collo. Un ragazzino, con dentro una felicità nuova.
- Hai pagato?
- Ho fatto un'offerta.
Passarono quindici giorni.
Un sabato mattina, il dottor Luigi Rossi entrò al solito bar, per il solito caffè delle dieci.
- Buongiorno, dottore!
Era Berto Sanguineti, il figlio di Santina.
- Berto, io con te ho un gran debito di riconoscenza.
- Seee... Proprio un debito! Me l'ha detto mamma quanto le avete lasciato per le Opere Buone. Dice che con tutti quei soldi può aiutare un sacco di gente e può far dire pure le messe a babbo.
- Le messe a tuo padre?
- Sí, è morto da otto mesi.
La tazzina tremò nella mano del medico e un po' di caffè imbrattò il polsino candido della sua camicia.
L'unico cruccio era un accenno di sciatica alla gamba sinistra, tenuto a bada con creme e massaggi. Con l'arrivo dell'inverno il male si acuì, tanto da richiedere visite specialistiche e dolorose punture.
Una mattina, fra una visita e l'altra, il medico si fermò al bar come al solito.
Appoggiato al bancone, sorbiva il caffè bollente quando Berto Sanguineti gli si affiancò.
- Buon giorno dotto’, come va?
- Potrebbe andare meglio, Bertino. T'ha figliato la scrofa?
- Sì. Tre giorni fa, però sarei contento se venisse a darle un'occhiata.
- Passerò in serata, va bene.
Mentre parlava, il medico si alzò per andare alla cassa e il ragazzo lo seguì.
- Cosa è successo, dotto'? Perché zoppica?
- Non me ne parlare. Ho una maledetta sciatica che mi mangia vivo.
- Perché non va da mamma?
- Dalla Santina? E che c'entra con la mia gamba?
- Lei segna la gente. Lo sanno tutti.
- Grazie, Berto. Vedrò.
Risalì zoppicando sulla Panda 4x4 della ASL e ripartì.
A casa ne parlò con la moglie e lei lo guardò seria.
- Lo so che non ci credi e forse non è vero, ma cosa ti costa provare? Vai a vedere la scrofa e parli con quella donna.
Il dolore lo convinse.
Quando scese dalla macchina, Santina stava portando in casa dei ciocchetti di legna.
- Dotto', posso ajutavve solo se è la sciatica. Se è n'altra cosa, no.
- Mi avete visto zoppicare...
Lei rise, con la bocca ancora fresca e piena di denti.
- No, dotto', me l'ha detto mi' fjolo. Venite domani a mezzanotte precisa e io ve segno.
- Va bene. Fatemi strada dalla maiala. È tutto a posto? Allatta?
- Certo! Venite.
La sera dopo, un po' titubante ma spinto dalla disperazione, l'uomo tornò a Piansevero.
Il casolare dominava una collinetta isolata. La notte nera, senza una stella, ingoiava tutto.
Prima di imboccare la salita, il medico alzò gli occhi: due finestre del secondo piano erano illuminate.
Fermò la macchina sulla ghiaia e scese senza sbattere lo sportello, per riguardo dell'ora.
La porta si schiuse prima che avesse suonato il campanello.
- Buona sera, dotto'. Venite, venite. M'ha detto mi' marito che eravate arrivato.
Lui aveva un tremore dentro, non gli riusciva di spiccicar parola. La seguì in cucina.
- Toglietevi i pantaloni e mettete 'l ginocchio bono su questa seggiola. Ecco, così. Appoggiateve alla spalliera e allungate la gamba che ve fa male.
Lui eseguì senza fiatare.
Dita leggerissime e, forse, il metallo della fede, gli sfiorarono la pelle; nel silenzio profondo della notte, si percepiva il sospiro delle giaculatorie.
- Ecco, ve potete rivestì. Tornate dopodomani alla stessa ora.
E lui tornò. Il rito si ripeté identico e identico fu l'appuntamento:
- Tornate dopodomani alla stessa ora.
Si sentiva meglio. Non voleva ammetterlo nemmeno con se stesso, ma stava meglio.
La terza volta fu l'ultima.
- Quanto vi devo, Santina?
- Niente, dotto'. Questa non è una roba che se fa pe' i soldi.
- Si, lo so. Ma non mi sembra giusto. Voi mi avete guarito. Guardate, cammino senza problemi, sto...
- Va bene. Fate 'na donazione. Ci sono anime che hanno davvero bisogno d'aiuto.
E lui infilò, sotto la fruttiera di coccio sbreccato, un foglio da centomila lire.
Lei non lo guardò neppure.
- Bona notte, dotto'. Andate piano giù pe' 'sta stradaccia...
- Buona notte, Santina. Grazie. Mi avete rimesso a nuovo.
- Seeee, seeee...
E intanto lo spingeva gentilmente fuori di casa.
Appena rientrato, gli si fece incontro la moglie.
- Allora?
- Allora non ho più niente.
- Maddai! La settimana scorsa pensavi di andare in clinica a Milano, da quel tuo amico, e adesso non hai... Ma stai fermo, matto! Vuoi svegliare le belve? Non riuscivo a metterli a letto.
- Sto bene, ti dico. Anzi, sto benissimo. Dai, andiamo che ti faccio vedere...
E intanto la teneva abbracciata da dietro, la baciava sul collo. Un ragazzino, con dentro una felicità nuova.
- Hai pagato?
- Ho fatto un'offerta.
Passarono quindici giorni.
Un sabato mattina, il dottor Luigi Rossi entrò al solito bar, per il solito caffè delle dieci.
- Buongiorno, dottore!
Era Berto Sanguineti, il figlio di Santina.
- Berto, io con te ho un gran debito di riconoscenza.
- Seee... Proprio un debito! Me l'ha detto mamma quanto le avete lasciato per le Opere Buone. Dice che con tutti quei soldi può aiutare un sacco di gente e può far dire pure le messe a babbo.
- Le messe a tuo padre?
- Sí, è morto da otto mesi.
La tazzina tremò nella mano del medico e un po' di caffè imbrattò il polsino candido della sua camicia.
bucaneve88- Younglings
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Re: La sciatica del veterinario
Questo è il primo racconto che posto. Non ricordo se era in SpS, ma credo di sì. Ho commentato alcuni pezzi, spero di non aver sbagliato, nel caso fatemi sapere. Grazie
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bucaneve88- Younglings
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Re: La sciatica del veterinario
Oh, che bel racconto. Me lo sono gustato dall’inizio alla fine. Molto brava a caratterizzare i personaggi e descrivere i luoghi. I dialoghi sono freschi e naturali con quel pizzico di dialetto che aiuta a immedesimarsi nella scena.
Mi ha fatto morire dal ridere quando hai sostituito scrofa con maiala... Per noi toscani la maiala è tanta roba!
Il finale mi ha sorpresa e forse ho capito quel dettaglio della fede che il dotto’ sente quando Santina (bello, evoca santona) gli pratica le sue arti... chissà se Santina era sola in quel momento. Con tutto quel buio. Il dubbio resta ed è proprio questo il bello.
Mi mancavano le tue storie, Buc!
Mi ha fatto morire dal ridere quando hai sostituito scrofa con maiala... Per noi toscani la maiala è tanta roba!
Il finale mi ha sorpresa e forse ho capito quel dettaglio della fede che il dotto’ sente quando Santina (bello, evoca santona) gli pratica le sue arti... chissà se Santina era sola in quel momento. Con tutto quel buio. Il dubbio resta ed è proprio questo il bello.
Mi mancavano le tue storie, Buc!
Petunia- Moderatore
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Re: La sciatica del veterinario
Un bacio in fronte, Pet. Questo racconto fa parte di una raccolta di storie di famiglia che includono, al centro, una "segnatura" tramite la fede benedetta. Qui da noi era una pratica piuttosto comune eseguita solo da persone "con il dono". Grazie del passaggio. Vengo a leggere la seconda parte.
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bucaneve88- Younglings
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Re: La sciatica del veterinario
Che bella storia, Bucaneve, se poi nasce da un'esperienza vera è ancora più luminosa.
E' resa con dialoghi serrati, ma che ti chiedono di aggiungere dettagli: così mi piacciono i racconti. E qui l'ambientazione paesana è subito ribaltata in esperienza personale.
Infine quella scoperta: la Santina non solo guariva, ma anche parlava con i morti!
"po' di caffè imbrattò il polsino candido della sua camicia": felicissima scelta di un verbo desueto che dà un'idea di storia di altri tempi.
E' resa con dialoghi serrati, ma che ti chiedono di aggiungere dettagli: così mi piacciono i racconti. E qui l'ambientazione paesana è subito ribaltata in esperienza personale.
Infine quella scoperta: la Santina non solo guariva, ma anche parlava con i morti!
"po' di caffè imbrattò il polsino candido della sua camicia": felicissima scelta di un verbo desueto che dà un'idea di storia di altri tempi.
Vittorio Veneto- Younglings
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Re: La sciatica del veterinario
Ciao, Vittorio Veneto! Ricevere un commento come il tuo di prima mattina è equiparabile al cornetto ripieno accanto alla tazzina del caffè. Grazie, a buon rendere.
Verrò a conoscerti (come mi ero ripromessa di fare) e a leggerti perchè, come qualunque scribacchino (come noi) sa bene, niente gratifica come l'essere letto...
PS: posso chiamarti VV?
Verrò a conoscerti (come mi ero ripromessa di fare) e a leggerti perchè, come qualunque scribacchino (come noi) sa bene, niente gratifica come l'essere letto...
PS: posso chiamarti VV?
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bucaneve88- Younglings
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Re: La sciatica del veterinario
bucaneve88 ha scritto:Ciao, Vittorio Veneto! Ricevere un commento come il tuo di prima mattina è equiparabile al cornetto ripieno accanto alla tazzina del caffè. Grazie, a buon rendere.
Verrò a conoscerti (come mi ero ripromessa di fare) e a leggerti perchè, come qualunque scribacchino (come noi) sa bene, niente gratifica come l'essere letto...
PS: posso chiamarti VV?
VV! Ma certo! E' stato un piacere leggere il tuo racconto e offrirti un bel buongiorno!
Vittorio Veneto- Younglings
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Re: La sciatica del veterinario
"giaculatorie" è una parola che non conoscevo e che sarò felice di usare.
Il racconto mi è piaciuto molto, sopratutto quel tocco di soprannaturale che si percepisce solo alla fine e che fa scattare gli occhi in sù per capire dove qualcosa che sembrava insignifante era invece rivelatore.
Brava, complimenti: mi sono davvero divertito.
Il racconto mi è piaciuto molto, sopratutto quel tocco di soprannaturale che si percepisce solo alla fine e che fa scattare gli occhi in sù per capire dove qualcosa che sembrava insignifante era invece rivelatore.
Brava, complimenti: mi sono davvero divertito.
- SPOILER:
Un unico appunto: forse sono io a non aver capito, è accaduto qualcosa di brutto al dottore o è solo spaventato perchè la donna ascolta il fntasma del marito? Cioè, ci può stare che la cosa lo turbi, volevo capire se mi ero perso un risvolto più inquietante per il nostro protagonista.
Re: La sciatica del veterinario
Bello il tuo racconto. La realtà nei piccoli paesi dove le guaritrici sono dei personaggi fondamentali del tessuto sociale è rappresentata in maniera vivace e accattivante ed è ancora più apprezzabile grazie al dialetto. Il finale da brivido, la donna oltre al potere di guarire parla coi fantasmi. Brava Ginevra.
gemma vitali- Padawan
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Re: La sciatica del veterinario
A Novelle Vesperiane: Il dottore ha un moto di sorpresa o forse un brivido di paura perché Santina, quando lo riceve, apre prontamente la porta senza attendere il campanello « perché glielo aveva detto il marito ». Sommato alle luci accese al secondo piano, ergo: il medico aveva dato per assodato che i due anziani fossero insieme in camera. Poi scopre che coì non era...
Grazie per il passaggio e per il bel commento. Avevo iniziato a leggere un tuo racconto poi il cell mi ha distratta, ma rimedierò.
Grazie per il passaggio e per il bel commento. Avevo iniziato a leggere un tuo racconto poi il cell mi ha distratta, ma rimedierò.
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bucaneve88- Younglings
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Re: La sciatica del veterinario
Ho riletto il messaggio, spero ne capirai il succo nonostante gli strafalcioni, ma da tablet i caratteri sono veramente lillipuziani e si leggono bene solo dopo l’invio...
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Re: La sciatica del veterinario
Grazie, Gemma, sei sempre gentilissima. Ho cominciato a leggere il tuo « libro a puntate » continuerò senz’altro a farlo. Ciao.
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Re: La sciatica del veterinario
Grazie cara, ti ho letto con piacere, mi mancavano i tuoi racconti così spontanei.
gemma vitali- Padawan
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Re: La sciatica del veterinario
Si, ho capito, ti ringrazio per il chiarmento. Ti faccio ancora i miei complimenti e ci tengo a dire che la sorpresa e la vicenda sono ben narrate e chiare. La mia, più che un dubbio, era una curiosità.
Spero di rielggerti presto.
Spero di rielggerti presto.
Re: La sciatica del veterinario
Il titolo trasuda di storia. L ho letto con apprensione perché volevo sapere come ne sarebbe uscito il veterinario. Gli attori mi sembra di conoscerli, per via dei dialoghi genuini. Le ultime 2 righe mi hanno fatto riflette...ma allora il marito era morto. Opporcamiseria. È banale scrivere bellissimo racconto ma è la verità.
Re: La sciatica del veterinario
Ti prego, Solenebbia, continua a leggere ogni mio racconto: sei una carezza positiva, un bacio in fronte, una gioia del cuore. Grazie. Dico a chi mi lascia un commento che mi impegno a ricambiare, ma sono in un periodo veramente « incasinato ». Comunque verrò a farti visita. Contaci. Buona giornata.
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Re: La sciatica del veterinario
Devo dire che questo tuo racconto mi piace parecchio, sopratutto perché è estremamente scorrevole. Con poche parole, se riuscita a delineare una storia molto credibile e intrigante, dall'atmosfera serena e famigliare. Il colpo di scena finale è solo la ciliegina sulla torta che aggiunge un tocco di mistero in più ad una storia comunque gradevole di per sé. Ancora complimenti.
P.s. L'uso del dialetto è una bella trovata, in tono con l'atmosfera casereccia e da piccolo borgo che pervade il testo.
P.s. L'uso del dialetto è una bella trovata, in tono con l'atmosfera casereccia e da piccolo borgo che pervade il testo.
Ospite- Ospite
Re: La sciatica del veterinario
Ora ho tempo per leggere. Sono felice si poterlo fare qui. Piano piano. Tramite i vostri racconti vi conoscero. Comunque è vero che fino ad ora i tuoi racconti mi piacciono, se così non fosse lo scrivere, stanne certa. Non c'è bisogno di contraccambiare, tu scrivi e basta. Buona giornata.bucaneve88 ha scritto:Ti prego, Solenebbia, continua a leggere ogni mio racconto: sei una carezza positiva, un bacio in fronte, una gioia del cuore. Grazie. Dico a chi mi lascia un commento che mi impegno a ricambiare, ma sono in un periodo veramente « incasinato ». Comunque verrò a farti visita. Contaci. Buona giornata.
Re: La sciatica del veterinario
Delizioso questo racconto che ho letto correndo per poi rileggere quando alla fine ho capito che non avevo dato il giusto peso a dei passaggi. Brava.
triss- Viandante
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Re: La sciatica del veterinario
Triiisssss! Che piacere! Ti ricordi di me? (Mi raccomando, dì di sì!)...
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bucaneve88- Younglings
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Re: La sciatica del veterinario
Ciao Buc,
il tuo racconto è piaciuto molto anche a me.
Lo trovo molto affascinante, proprio per le atmosfere, le figure e i temi che hai affrontato.
Luigi Rossi è il protagonista principale anche se a tutti gli effetti risulta essere un personaggio di contorno. La protagonista assoluta è Santina: paesana genuina, alla mano, con quell'alone mistico che circonda tutte le persone che sono in possesso dei doni particolari.
Te l'ho detto, queste storie mi piacciono un sacco, e quel brividino che ci regali sul finale è un tocco da maestra.
Ma come? Solo complimenti? Questa volta sì.
Brava.
il tuo racconto è piaciuto molto anche a me.
Lo trovo molto affascinante, proprio per le atmosfere, le figure e i temi che hai affrontato.
Luigi Rossi è il protagonista principale anche se a tutti gli effetti risulta essere un personaggio di contorno. La protagonista assoluta è Santina: paesana genuina, alla mano, con quell'alone mistico che circonda tutte le persone che sono in possesso dei doni particolari.
Te l'ho detto, queste storie mi piacciono un sacco, e quel brividino che ci regali sul finale è un tocco da maestra.
Ma come? Solo complimenti? Questa volta sì.
Brava.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: La sciatica del veterinario
Ciao, Byron. Non è la prima volta che i tuoi commenti mi tirano su il morale... Grazie.
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bucaneve88- Younglings
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