Segreti

 
 
 
 
 

ciao Mark questo racconto ha bisogno di essere riletto. Manca la punteggiatura (soprattutto le virgole) e ci sono un paio di refusi (ad es. un'amica comune lo chiamo invece di chiamò).
L'impressione che ho avuto nel leggere il tuo racconto è che tu ti sia frenato. Elenchi tanti fatti, descrivi molto, ma non vai mai in profondità. Mancano i sentimenti, le battaglie interiori, rimane tutto in superficie.
L'idea è bella, vale la pena forse rifletterci un po' e non avere paura.

Grazie mille @Mac. In effetti avevo la sensazione che qualcosa non andasse nel racconto (virgole e refusi a parte) e mi sembra che tu abbia perfettamente centrato il punto. Il problema forse è proprio il "non aver paura". E lì entra in ballo anche il lato caratteriale... Ma cercherò di darmi una smossa.
Grazie ancora
M.

Ciao  @M. Mark o'Knee.
Questo testo racconta molto di più di ciò che si legge. Mi è piaciuta l’idea che una frase letta possa scatenare un ricordo quindi trovo l’incipit ben impostato.
La parte che ho preferito meno è la gestione del flashback molto “tell”. Il contenuto è denso e racchiude emozioni forti che rimangono compresse. È un atomo che, una volta scisso, può liberare una energia potentissima. C’è sentimento, forse rimpianto per un amore non vissuto, o forse può essere solo che umanamente s’intende a idealizzare una persona che non c’è più. Non si può riavvolgere il nastro.
Solo che raccontare le emozioni vuol dire far perdere loro forza. 
Forse è nella parte centrale che merita lavorare ancora perché la storia è una di quelle in cui il lettore si può riconoscere e può rivivere esperienze analoghe. Ed è un gran valore aggiunto.

Avevo scritto il commento direttamente nel post, cosa che non faccio quasi mai, e bam un’entità misteriosa mi riporta all’elenco dei racconti e il commento… svanito. Andiamo di word, sperando di ricordare tutto.
 
Il racconto ha delle buone potenzialità, ma a mio parere – proprio per rendere giustizia all’impegno profuso – andrebbe un poco rielaborato, in parte per la punteggiatura un po’ zoppicante e per suddividere i blocchi di testo, per dare respiro a chi legge.
Anche se il “lavoro” è stato sicuramente importante per i protagonisti, ne racconti troppo: lasciandolo non dico sul vago, ma una cosa leggera, il racconto avrebbe retto ugualmente, anzi meglio perché tutte quelle spiegazioni sviliscono/seppelliscono in certo qual modo la delicatezza della storia vera e propria e dei suoi vari momenti.
Quando noi scriviamo a volte sentiamo il bisogno di fornire tante informazioni al lettore, nel timore che i personaggi non reggano: penso che faccia parte del percorso imparare a tagliare (sappi che ne so qualcosa, mi è stato segnalato diverse volte), e a prendere atto che un lettore un po’ di suo deve mettercelo.
 
Non è importante il dove sia nato questo innamoramento, ma come si sia evoluto nell’intimo del protagonista, come il protagonista lo abbia coltivato, immaginato, sognato e come sia andato in frantumi per una banalissima frase, da una lei che dici intelligente (quindi dovrebbe aver capito cosa lui provasse per lei) ma poi lo liquida come niente fosse, non proprio crudelmente ma con leggerezza: mi sono immaginata una lei che se ne esce dalla stanza, con passo studiato e un altrettanto studiato sguardo da “mi spiace, piccolo, non è storia”. Ecco quello che mi è mancato: il sentire le emozioni del protagonista, che rimangono sospese, appena tratteggiate perché circondate da troppi dettagli.
 
L’impressione che questo racconto mi ha lasciato è di qualcosa col freno a mano tirato: come quando finalmente vogliamo raccontare qualcosa di noi, affidandolo a un personaggio, ma al contempo abbiamo timore di un giudizio, di esporci troppo e l’intimo del racconto se ne rimane in un angolo.
Difficile far passare le emozioni, chi scrive le sente proprie, ma porgerle a chi legge è tutt’altra cosa.
 
Grazie per aver condiviso.

Grazie a te, @Susanna, per aver letto e commentato. I tuoi interventi sono davvero preziosi: sai individuare con precisione pregi e difetti nei lavori sui quali ti soffermi, segno di letture attente e approfondite.
Grazie ancora e a rileggerci
M.

Premetto che ho apprezzato molto la storia che ci vuoi raccontare, parli di esperienze che molti nelle loro vita hanno anche solo sfiorato, e questo permette a chi ti legge di immedesimarsi.
Ci riuscirebbe meglio (a immedesimarsi, dico) se non gli mostrassi proprio tutto tutto tutto. Ci sono molte descrizione e questo spezza un po' il ritmo di lettura, dovresti lasciare un po' di spazio all'immaginazione di chi ti legge, per dargli la possibilità di fare sua la tua storia.
Ti consiglio di alleggerire le spiegazioni, fidarti del lettore e dargli solo le informazioni che a tuo avviso sono essenziali per entrare nella storia; al posto delle descrizioni facci sentire un po' dell'emozione di Marco, come fai sul finale, anche in altre parti della narrazione.
Il tuo pezzo fila comunque bene (quanto ti hanno segnalato prima per punteggiatura etc resta valido) ma così rimane un po' freddo, e la tua storia invece ha un potenziale calore che devi sfruttare.
Ele