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Messaggio Da Ospite Mer Nov 10, 2021 10:17 pm

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Ultima modifica di Giancarlo Gravili il Mer Gen 25, 2023 11:12 am - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Petunia Gio Nov 11, 2021 9:31 am

Ciao  @Giancarlo Gravili. C’ė tanto in questo piccolo racconto. È una storia vera? 
C’è la giusta tensione, le atmosfere, i rumori, gli odori e gli umori dei personaggi bucano il foglio.
C’è una bella bambina coi riccioli neri e una ingenuità ancora incorrotta. E lo sguardo “lungo” della nonna
che aveva “carpito” un barlume di umanità in un soldato dalla lingua dura e dalla missione ingrata.
Bello e intenso come lo sono le storie vere, con quello sguardo sensibile che contraddistingue il tuo scrivere. Manca solo un po’ di punteggiatura. x 1845807541
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Messaggio Da Ospite Gio Nov 11, 2021 12:18 pm

Sì Pet è un racconto vero... e forse se non fosse andata in quel modo non sarei nato.
Ho ripreso un po' a scrivere racconti ma per abitudine endemica non usando punteggiatura in poesia devo tararmi diversamente sugli scritti in prosa e faccio fatica.

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Messaggio Da Susanna Gio Nov 11, 2021 5:49 pm

Un racconto strano, semplice eppure complesso.
Personaggi duri, personaggi dolci, cattiveria esposta e gridata, un gesto buono nascosto.
Devo dire che questo racconto mi ha sorpreso, mi aspettavo il solito Giancarlo e invece... sorpresa.
Spero di leggere altri pezzi come questi, davvero.
E' vero, la punteggiatura ha bisogno di una minima rivisitazione, ho trovato anche virgoleytte a chiusura di un dialogo che non c'è, ma sono peccati veniali. Se lo rileggi a mezza voce, lo sistemerai  a dovere.
Grazie per aver condiviso.

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Messaggio Da Ospite Gio Nov 11, 2021 10:12 pm

Grazie Susanna un caro saluto.

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Messaggio Da Mac Ven Nov 19, 2021 12:01 am

Ciao Giancarlo
Il tuo racconto avrebbe meritato un po’ più di respiro. È un aneddoto bello, di quelli che non dimentichi, di anime che di capiscono anche se parlano lingue diverse.
L’uso del tedesco in frasi così lunghe, rischia di diventare pesante, potevi mescolarlo tipo “Schnell, schnell dare me vostra lampadina”.
Se invece vuoi lasciarle fai attenzione perché in tedesco i sostantivi richiedono sempre la maiuscola, nella forma imperativa il verbo non va in fondo alla frase, potrebbe suonare così 
“Schnell, gib mir sofort die Gluehbirne des Kronleuchters”.
Idem per le altre frasi controlla se corrette grammaticalmente.
Mi piacerebbe sapere un po’ di più di questo bimba riccioluta
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Messaggio Da Ospite Ven Nov 19, 2021 7:26 am

Grazie per l'analisi e in special modo per le specifiche sul tedesco che è una lingua che non conosco.

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Messaggio Da Mac Ven Nov 19, 2021 8:31 am

La seconda frase in tedesco io metterei
“Ruhig! Gibt mir die Gluehbirne, oder sterbt!”
Scusami ma ieri sera non ho pensato di correggerti anche questa.
Una piccola aggiunta, quando parlano gli italiani, io non li farei parlare all’infinito “io dare..”
Buona giornata
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Messaggio Da Ospite Ven Nov 19, 2021 12:54 pm

Grazie ancora, ecco il testo rivisitato, se manca qualcosa fatemi sapere.


Notte tra i monti e a valle tutto tace nel silenzio che non è silenzio.
Il selciato scricchiola sotto stivali di cuoio ingrassati e lucidi, neri come l’ora, presenti come la follia che sovrasta il tempo.
Il paese si dà arie da fantasma e i suoni sono quelli emessi dai proprietari degli stivali.
Il fumo esce da un comignolo e una leggera luce penetra nelle fessure della porta d’ingresso alla casa, tenue come il sibilo del vento eppure visibile nel buio che abbraccia tutto.
Fa freddo, esageratamente freddo…
Una stanza accoglie la famiglia e tutte le sue finestre sono sigillate con pezzi di carta, nemmeno il fuoco ha la forza per scoppiettare.
Il rumore degli stivali cessa improvvisamente, qualcuno bussa con forza su quella porta di legno scrostato.
«Aprite o sfondiamo la porta»
Lo scricchiolio dei cardini si sostituisce a quello degli stivali che torturano con passo cadenzato il selciato della piccola stradina.
«Schnell, dateci la lampadina o vi mettiamo al muro»
«Ma... é il fuoco che...»
«Zitti, tirate fuori la lampadina o...»
Il nonno aveva una baionetta nascosta sotto la tovaglia, la fronte intrisa da sudore e gli occhi sbarrati a fissare quei due soldati. La mano provava a muoversi senza destare attenzione, poi la voce della nonna: «Ecco prendere lampadina, per favore andate qui solo bambini»
I due parlottarono qualche istante tra loro in quella lingua così rude, finita quella conversazione concitata con fare irruento strapparono la lampadina dalle mani della nonna e uscirono senza batter ciglio, eppure uno di loro, quello che parlava un italiano stentato, accennò furtivamente un saluto»
Mia madre era piccola e quella sua spensierata giovinezza fatta di innocenti caramelle prese dai soldati si spezzò nelle parole della nonna: «Chitì, so iti di là va e fatte da la lampadina»
Mia madre obbedì e corse dietro a quella ronda.
«Soldato, per favore ci puoi ridare la lampadina? Mamma mi sgrida...»
Quel ragazzone alto levò l’elmetto dalla testa, contravvenendo al regolamento, infilò la mano in tasca e tirò fuori qualche caramella, sorrise a mia madre si chinò su di lei, le fece una carezza ai capelli e le mise in mano la lampadina e le caramelle.
«Vai bambina, torna a casa dalla mamma»
«Che fai soldato?»
«Ho dato qualche caramella Sergente è tutto a posto»

Lontano s’udivano i lupi in branco, i loro ululati coprivano quasi il rumore degli stivali.
Monticchio continuava a sopravvivere, anche sotto i bombardamenti e mia madre era una bambina bellissima con quei suoi riccioli neri e lunghi.

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