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Dove ho sbagliato?

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Messaggio Da Arianna 2016 Ven 15 Gen - 19:56

Questo è un racconto abbastanza nuovo. Non so se è bello o no, più che altro è strano, però è arrivato tra i finalisti del concorso "Una piazza, un racconto" ed è stato pubblicato nell'antologia, che mi arrivata oggi. Per questo mi è venuto in mente di postarlo. Era un pezzo che non avevo qualche risultato nei concorsi.
Qui la richiesta era di scrivere un racconto su una storia d'amicizia. Ecco quello che mi è saltato fuori.







Dove ho sbagliato?
 
 
Come inizio?
Forza, andiamo col flusso di coscienza.
Gli esseri umani dicono che scrivere fa venire fuori i pensieri. Aiuta a chiarire le idee. E io ho davvero bisogno di capire cosa è andato storto. Dove posso avere sbagliato?
Le premesse erano buone: un pescatore, si era andato a scegliere. Certo, sì, in effetti una bella accoppiata: un falegname e un pescatore, così gli ripara la barca.
Che testa vuoi che abbia, un pescatore? Gliela riempi in fretta di scemenze, di idee più grandi di lui: ti farò pescatore di uomini, bla bla bla e via dicendo. Ecco, benissimo. Infatti qui ho lasciato fare. Come si dice, da più in alto si cade, più forte è il rumore.
Eh, no, però così non va bene.
Se voglio capire davvero cosa non ha funzionato, devo essere onesto. Dire la verità, almeno a me stesso. Perché devo ammettere che lui se l’è giocata bene e ha giocato pulito. Una pazienza, ha avuto. Tre anni, sono stati insieme. Gli ha mostrato e raccontato tutto quello che c’era da vedere e sentire. E non gli ha mai mentito. Non l’ha mai illuso. Poi, uno capisce quel che vuol capire. E devo ammettere che ogni tanto il pescatore mi ha proprio stupito con qualche buona illuminazione: tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente… Lui rilancia con un: tu sei Pietro e su questa pietra ecc. ecc. Roba grossa, mica da ridere.
Eh, qui però non ho potuto lasciare correre, l’occasione era troppo ghiotta: una bella botta d’orgoglio servita su un piatto d’argento. Uno sgambetto piccolo piccolo, minuscolo ma dove fa più male: dall’alto del suo sgabello, la tentazioncina di convincere l’amico a lasciare perdere tutta quella roba, la sofferenza, la morte – e quindi la resurrezione, ma a questo Pietro non doveva ancora credere molto.
Niente, mi ha scoperto in un attimo.
Però non ha mandato via il pescatore; ci avevo un po’ sperato, invece no. Non solo, gli ha spiegato meglio le cose.
Hanno camminato insieme per tre anni, quei due. Ecco, forse questo non avrei dovuto permetterlo. Questo è stato un grave errore. Chi cammina insieme condivide la strada. Condividere crea legami. Ho sottovalutato il fattore condivisione. Che poi a volte funziona e a volte no, in effetti: vedi Giuda.
Be’, comunque sia andata con Giuda, forse lasciare camminare insieme quei due per tanto tempo non è stato salutare. Avrei dovuto separarli prima. Non che fosse facile, certo. Anzi. Più le cose si facevano difficili, più resistevano. Gliela aveva offerta, la possibilità di andarsene, dopo qualche discorso un po’ duro: volete andarvene anche voi? E Pietro se ne esce con un’altra delle sue illuminazioni: da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
Insomma, confesso che davvero non lo facevo così, il pescatore.
Una testa dura, questo sì. Simone, mica per niente detto Pietro. E non era scontato che diventassero amici. O lo restassero, con tutto quello che poi ha combinato.
Che il pescatore fosse pieno di difetti, me ne ero accorto io; doveva averlo ben capito anche lui.
L’uomo dei facili entusiasmi. Mare in tempesta, e il pescatore: comanda che venga da te sulle acque. Poi, al primo alito di vento, giù in acqua terrorizzato. Io lo avrei lasciato affogare. O almeno farsi un bel bagno. Invece no, di nuovo tanta pazienza: lo prende per mano, calma il mare.
L’uomo dei grandi propositi: darò la mia vita per te! Darò la mia vita per te… mi viene da ridere! Buono con una spada in mano, ma per il resto…
Grandi illuminazioni e clamorose cadute.
Eppure… lui deve pur aver visto altro nel pescatore…
Non ha mai rinunciato alla speranza. Alla fiducia. Che alla fine le cose sarebbero andate bene. Devo dargliene atto: non lo ha mai lasciato perdere.
Fino alla fine.
Oltre la fine.
Oltre il tradimento.
Quanto ho gioito, per quel tradimento.
Bella, la disperazione dell’uomo. Forte. Assoluta. Nera del nero più tremendo. Nulla che te ne possa tirare fuori. Almeno così credevo io.
Specialmente da una così profonda. Tanto profonda perché annunciata. Un tradimento annunciato: darò la mia vita per te!
Mi rinnegherai…
Un vortice di pensieri neri, nel pescatore: lui sapeva e mi ha lasciato fare… Mi credevo tanto meglio di Giuda, del traditore… Io no, io mica sono così! Io sono l’uomo fedele, quello che tira fuori la spada! Peggio… sono peggio… avevo promesso la vita… eravamo amici.
Da quale altezza della presunzione è caduto!
Distruggere, il mio momento preferito. Quando tutti si cullano nelle loro illusioni, quando tutto sembra andare bene e liscio.
E qui ho esultato. Certo della vittoria.
Ecco, è la volta buona, ho pensato. Il pescatore fa uno sproposito, se ne va, abbandona finalmente la barca, schiacciato dal dolore. Niente più Pietro. Buttata a mare una bella parte della fatica di questi anni. Tanto da ricostruire. Sì, certo, non tutto, ma pazienza, mi accontento. Sono i piccoli piaceri della vita.
Nemmeno poi tanto piccoli, a pensarci meglio. Un piacere enorme, sarebbe stato, un successone, che avrebbe dato ben lustro al mio nome. Una separazione in grande stile.
Sarò sincero: mi piace un sacco il nome che mi hanno trovato. Me lo sento addosso. Mi calza a pennello. Mi ci sento a mio agio, dentro: il separatore. Seminatore di inimicizia. L’accusatore.
E qui una bella accusa ci sarebbe stata proprio bene.
Fare sentire in colpa il pescatore – e se lo sarebbe ben meritato – umiliarlo con i rimproveri o, peggio, con un bel “io ti perdono” calato dall’alto in tono condiscendente.
Invece… niente. Non una parola su tutto questo.
Almeno lasciarlo perdere, abbandonarlo. Invece…
È andato oltre e basta: mi ami tu…?
Mi ami tu? Ma accidenti, ti ha pugnalato alle spalle! Quando più avresti avuto bisogno di lui. Tante belle dichiarazioni di fedeltà assoluta, per sempre, poi…
Ti ha lasciato da solo sulla croce! Mica c’era lui, lì sotto la croce! Te lo ricordo, nel caso la resurrezione ti avesse cancellato la memoria e il dolore, se tu avessi dimenticato tutto quello che gli uomini ti hanno fatto passare.
Mi ami tu… come dire: continui ad amarmi dopo tutto questo? Siamo ancora insieme, in questa storia? Sei ancora con me? Io ci sono. Tu ci sei?
Perché ricominciare non deve essere stato facile per nessuno dei due. Per Pietro, riprendersi da tante figuracce. Per l’altro… davvero non capisco come ci riesca, a dare tanta fiducia a qualcuno…
Eh, sì, se l’è giocata bene. Perché il senso di colpa schiaccia, imprigiona e uccide. L’amore libera. Lo so perfino io, per quanto mi secchi ammetterlo.
E ha funzionato. I due ce l’hanno fatta. Amici, di nuovo. Anzi, purtroppo più di prima. Perché tutte le belle parole sono andate al vento, spazzate via dai fatti. Dalla realtà. Una realtà parecchio dura, è stata la loro… Mi ero impegnato: tradimento, sofferenza, abbandono… Invece niente. Anzi: tutto quello che ho fatto sembra avere rafforzato il risultato finale.
Quindi, tutto inutile?
No, perché loro ce l’hanno fatta, ma prima o dopo qualcuno che cede lo si trova.
Spanderò dolore e disperazione. Solitudine e tristezza. Separazione. È quello che sono: il separatore.
Mi divertirò e riderò forte, ogni volta che ci sarò riuscito. Potrò almeno divertirmi un po’, considerato il posto dove mi hanno sbattuto?
Certo, d’ora in poi il gioco sarà più difficile, ma magari sarà più interessante.
Sì, ora mi sento meglio. Hanno ragione gli esseri umani: mi ha fatto bene scrivere, mi ha schiarito le idee.
Non ho sbagliato. Il tentativo era giusto.
E io continuerò a provarci.
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Messaggio Da Petunia Sab 16 Gen - 15:54

Un flusso di coscienza come si deve. Pensieri che si rincorrono, associazioni di idee. Hai reso perfettamente l’idea del “guazzabuglio” intricato di idee, ricordi, progetti. Passato, futuro, presente, fantasia e realtà. Una miscela esplosiva nella testa dello scrittore. A lui scegliere tempo per tempo le parole giuste.
Un lavoro interessante e non ordinario. Complimenti 🌺
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Messaggio Da Arianna 2016 Dom 31 Gen - 0:24

Grazie, Petunia.   Very Happy
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Messaggio Da Hellionor Dom 14 Feb - 15:01

Davvero interessante, Arianna.
Satana che si piega alla terapia della scrittura tanto amata dagli esseri umani e ne trae giovamento. 
Ho trovato davvero felice la scelta del ritmo, del modo di ripercorrere i ricordi in questo flusso di coscienza liberatorio.
Mi piace questo tuo aspetto ironico, brava Smile
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Messaggio Da Arianna 2016 Lun 15 Feb - 9:33

Grazie, Ele! Smile
Sì, qui mi sono presa veramente un po' di licenza poetica, nel far fare "scrittura espressiva" al diavolo. Quello che lui racconta è comunque molto serio, anche quel suo cercare di screditare Pietro attraverso frecciatine varie.
In effetti ogni tanto mi salta fuori qualche roba così...
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Messaggio Da mirella Lun 15 Feb - 11:46

Ho letto alcuni dei tuoi racconti che traggono ispirazione dal Vangelo; questo è quello che mi piace di più per la scelta di utilizzare la tecnica del flusso di coscienza, per l'ironia, e perchè a lungo mi sono chiesta quale apostolo poteva essere l'autore di uno sfogo tanto carico di livore.
A Satana sono arrivata dopo aver escluso i dodici. Non ci pensavo perché non mi sembrava possibile che il demonio potesse desiderare l'amicizia del Cristo e si rammaricasse di non averla ottenuta. Quando si dice che "il diavolo non è così brutto come si dipinge"!

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Messaggio Da NovelleVesperiane Lun 15 Feb - 11:55

Un racconto davvero originale. Un diavolo diverso, come di solito non se lo immagina nessuno.
Un diavolo insicuro, fragile, piagnucoloso. Un diavolo umano.
Complimenti per la pubblicazione!
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Messaggio Da Arianna 2016 Lun 15 Feb - 23:16

mirella ha scritto:Ho letto alcuni dei tuoi racconti che traggono ispirazione dal Vangelo; questo è quello che mi piace di più per la scelta di utilizzare la tecnica del flusso di coscienza, per l'ironia, e perchè a lungo mi sono chiesta quale apostolo poteva essere l'autore di uno sfogo tanto carico di livore.
A Satana sono arrivata dopo aver escluso i dodici. Non ci pensavo perché non mi sembrava possibile che il demonio potesse desiderare l'amicizia del Cristo e si rammaricasse di non averla ottenuta. Quando si dice che "il diavolo non è così brutto come si dipinge"!
Grazie, Mirella!
Prima o poi, quando ne avrò scritti abbastanza, mi autopubblicherò la raccolta dei miei racconti "religiosi" Wink
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Messaggio Da Arianna 2016 Lun 15 Feb - 23:21

NovelleVesperiane ha scritto:Un racconto davvero originale. Un diavolo diverso, come di solito non se lo immagina nessuno.
Un diavolo insicuro, fragile, piagnucoloso. Un diavolo umano.
Complimenti per la pubblicazione!
Oscillo sempre tra il timore di azzardare cose che non dovrei e il dubbio di scrivere solo banalità ripetute Smile
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Messaggio Da caipiroska Sab 21 Ago - 21:49

Ma che bel racconto!!!
Inaspettato e molto intelligente: una grande verità nascosta dietro il rancore del protagonista, un punto di vista particolare per raccontare molto di più di un legame d'amicizia.
Bellissima e carica di significato l'incredulità del protagonista davanti a quella semplice domanda: Mi ami?
Ottimo spunto e aggancio perfetto per i requisiti del concorso al quale hai partecipato!
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Messaggio Da Arianna 2016 Dom 22 Ago - 18:54

Grazie per il passaggio e per l'apprezzamento, Caipi!
Era una cosa che mi frullava in testa da tempo e, come spesso succede, il concorso mi ha dato l'occasione per metterla su carta, altrimenti da sola non mi muovo mai.
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