Libri... libri freschi!

Ciao  @Susanna. Questo mi è piaciuto questo tuo racconto! È bellissimo il personaggio che hai così ben caratterizzato. Adoro i banchi dei libri usati e delle piccole “cianfrusaglie” che fanno tanto vacanza.
Soggetto perfetto per un racconto così pieno di armonia. Avrei voluto scriverne anch’io e chissà che non lo faccia, prima o poi. 
Ti segnalo che in primo periodo c’è qualcosa che forse manca. Questa frase ha qualcosa che non va, forse hai tagliato qualcosa di troppo? Prova rileggerla. La parte che ho cancellato o la metti prima o forse è meglio toglierla.

fino a settembre non se ne parla più di nebbia, di umidità che ti entra fin nell'anima, perché ormai le ossa se le è prese anni fa, di traffico assordante, di odori nauseabondi e oleosi.

Petunia ha scritto:Ciao  @Susanna. Questo mi è piaciuto questo tuo racconto! È bellissimo il personaggio che hai così ben caratterizzato. Adoro i banchi dei libri usati e delle piccole “cianfrusaglie” che fanno tanto vacanza.
Soggetto perfetto per un racconto così pieno di armonia. Avrei voluto scriverne anch’io e chissà che non lo faccia, prima o poi. 
Ti segnalo che in primo periodo c’è qualcosa che forse manca. Questa frase ha qualcosa che non va, forse hai tagliato qualcosa di troppo? Prova rileggerla. La parte che ho cancellato o la metti prima o forse è meglio toglierla.

fino a settembre non se ne parla più di nebbia, di umidità che ti entra fin nell'anima, perché ormai le ossa se le è prese anni fa, di traffico assordante, di odori nauseabondi e oleosi.

Grazie per il bel commento. E' un racconto di diversi anni fa, uno di quelli che scrivi così quando un'immagine ti si presenta e racchiude in sè una storia. Anche a me piacciono le bancarelle in cui trovare magari cose di quando ero bambina.
Una volta c'era anche mia figlia, forse aveva 8/9 anni: io e mio marito avevamo trovato un set con una penna e relativi pennini (a forma di torre Eiffel, di dito puntato... roba delle nostre elementari) e ci stavamo dicendo che se oggetti della nostra infanzia già erano sulle bancarelle del vintage... e lei se ne esce con un "ma allora siete proprio vecchi"! Già ci aveva chiesto come avessimo fatto a sopportarci, in occasione del sedicesimo anniversario di matrimonio... o la tieni o la tieni!
La frase che mi hai segnalato è un elenco
non se ne parla più di nebbia, di umidità, di traffico assordante, di odori nauseabondi e oleosi.
Il "che ti entra fin nell'anima, perché ormai le ossa se le è prese anni fa" è forse un di più, ma rafforza il concetto dell'umidità.

Cara Susanna,
una volta non si facevano le vacanze, si passava la villeggiatura. 
I miei erano insegnanti e prendevamo una casa in affitto vicino al mare e ci stavamo, magari non dal primo giugno ma dalla metà di giugno fino alla fine di settembre.
Il nostro protagonista lavora, è vero, ma la sua è una villeggiatura. 
In villeggiatura il tempo è dilatato e tutto scorre più lentamente - è questo che la distingue dalla vacanza in cui tutto è frenetico. 
Hai reso benissimo questa atmosfera. 
La villeggiatura è poi anche metafora di vita. Inizia, leopardianamente con giugno, il sabato e si conclude con settembre, la domenica sera. 
Il nostro protagonista è nella sua domenica sera, come alcuni dei personaggi più interessanti, Ambrogio, ad esempio che forse non mangerà il panettone. 
Veramente un bellissimo quadretto, non capita quasi nulla ma succede tutto.

Piccola sorpresa estiva, gradita e inaspettata, come tutte le sorprese. Questo vecchio racconto è stato inserito in una raccolta "Desideri d'estate": desideri davvero visto che qui a Rumo piove un giorno e anche l'altro (con grandinata annessa per non farci mancare niente), ma almeno scorta di racconti assicurata.

Congratulazioni brava Susanna