Una nuvola tutta mia
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: LA FOLGORE! :: 1 - Funivia
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Una nuvola tutta mia
Volevo attraversare le nuvole.
Un’ultima volta.
Non posso andare in aereo, la malattia che mi sta rubando tutto non me lo consente più.
Niente più gambe per scarpinare sui sentieri, le braccia per cingere il tronco di un vecchio albero sono così pesanti... ma le mani per sentire quel niente che le nuvole lasciano sulla pelle ancora funzionano.
Volevo andare là in cima, un’ultima volta.
Prima che un letto mi prenda prigioniera per il poco tempo che mi è rimasto, per sentire le goccioline fresche e leggere sul viso, asciugate da un vento gentile, che profuma del bosco che ha attraversato.
Ti ho chiesto di andarci stamattina, che era nuvoloso.
Erano belle le nuvole! Non saranno state quelle soffici e cotonose in cui si tuffano gli aerei per i viaggi che non farò più, ma mi avrebbero nascosto il mondo da cui tu mi vuoi nascondere, un mondo che non potrò più esplorare e che chissà, forse, si sarebbe mostrato un’ultima volta quando le nuvole si fossero dissolte, per un ultimo saluto.
Ma tu ti vergogni di me, ora. Prima ero bella, solare, un bel trofeo da mostrare agli amici, orgoglioso del mio sorriso che – dicevi - illumina le foto, come mi avessi creata tu, ma non della mia anima che calpestavi ogni giorno.
Ora non valgo più uno scatto, neanche uno che poi con un clic cancelli: il mio sorriso è diventato una smorfia, la sedia a rotelle non è fotogenica, i pantaloni hanno preso il posto delle gonne colorate.
No, bisognava andarci ora, col sole, perché il paesaggio lui sì che è fotogenico, da mostrare soddisfatto agli amici, prima gita dopo tanto tempo chiuso in casa.
A farmi da badante. Ti ho sentito mentre ti lamentavi della disgrazia, cioè io, che era capitata, immeritatamente, proprio a te.
Maschio insicuro ed egoista, non uomo disposto a sacrificarsi per qualche mese, perché lo so che è quello il poco che mi rimane.
Sai, non ci è voluto molto a capire che con qualche euro hai convinto l’addetto a dirmi che io non potevo salire sulla cabina, con la carrozzina… la piccola bombola di ossigeno era pericolosa… ci sono tempi da rispettare per far salire e scendere la gente, quella sana.
Un intralcio.
Eppure, il regolamento che ora sto leggendo, perché ci vedo ancora bene, non dice nulla in proposito.
Sai chi è stato più uomo di te? Un bambino di otto anni, che quando ha visto le mie lacrime di frustrazione ha chiesto ai suoi genitori di aspettare: “Saliamo dopo, facciamo un po’ compagnia a questa signora, che piange perché non può salire nella cabina. Tanto c’è tempo, dai papà, andiamo dopo.” Mi ha anche regalato un pupazzetto, un piccolo gnomo di stoffa.
Ora sono qui con me, mi accompagneranno loro a casa.
Perfetti sconosciuti.
Quando l’addetto alla funivia ha ricevuto l’allarme per la cabina che è precipitata, mi hanno portato via. Da qui non si vedeva nulla, neanche la polvere sollevata da vostro precipitare… nessun suono di metallo, nessun urlo. Neanche il silenzio assordante che ci sarà, ma mi hanno portato via, per proteggermi. Perfetti sconosciuti mi proteggono, come avresti dovuto fare tu.
O forse è il modo con cui vogliono ringraziarmi, perché è per farmi compagnia che sono vivi, che stasera dormiranno abbracciati al loro bambino, tutti assieme nel lettone. Vivi.
Troveranno la tua amata macchina fotografica, con gli ultimi scatti, così studiati, che avranno riempito i tuoi ultimi pensieri, in cui per me non c’era più posto.
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Re: Una nuvola tutta mia
C'è un senso di giustizia molto triste in questo tuo racconto.
La vendetta per interposta persona della donna del racconto è amara per me lettore anche se pienamente comprensibile; sembra di intravvedere la "Provvidenza" di manzoniana memoria in queste righe.
Bellissima l'immagine del bambino che regala alla donna il pupazzetto.
La lettura in alcuni punti è stata faticosa, è mancato senza dubbio il tempo per rendere più fluidi alcuni passaggi.
Ti faccio un esempio:
Nel complesso, per me è una buona prova, grazie.
La vendetta per interposta persona della donna del racconto è amara per me lettore anche se pienamente comprensibile; sembra di intravvedere la "Provvidenza" di manzoniana memoria in queste righe.
Bellissima l'immagine del bambino che regala alla donna il pupazzetto.
La lettura in alcuni punti è stata faticosa, è mancato senza dubbio il tempo per rendere più fluidi alcuni passaggi.
Ti faccio un esempio:
sono arrivato a "ma non della mia nima" e sono dovuto tornare indietro per capire che era collegata all'orgoglio del sorriso.Prima ero bella, solare, un bel trofeo da mostrare agli amici, orgoglioso del mio sorriso che – dicevi - illumina le foto, come mi avessi creata tu, ma non della mia anima che calpestavi ogni giorno.
Nel complesso, per me è una buona prova, grazie.
paluca66- Maestro Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Un modo di narrare che racconta molto attraverso la caratterizzazione dei personaggi e questo racconto in fondo non ha bisogno di trama perché essa sembra scriversi inevitabilmente da sola.
Uno sguardo sulla malattia che ci stringe il cuore e uno sulla vita vissuta che lascia trapelare le "tragedie" personali che ognuno di noi vive nell'esistenza. La grande malinconia e la voglia d'assaporare ancora in pieno ciò che resta da vivere sono il filo conduttore che viene spezzato dagli eventi che "aggiustano" i torti della vita stessa, quel senso impalpabile di giustizia che dirime senza spiegare.
Molte sono poi le immagini che ci accompagnano svelandoci tutti i lati umani della condivisione e dell'amore. Rimane così una macchina fotografica che dentro di sé reca la bellezza dei panorami ma non la verità sulla bellezza reale che vive altrove dove l'egoismo di alcuni occhi non possono vedere.
Messaggio molto forte: la vera bellezza della natura, che esiste in pieno nella sua meraviglia, va catturata con occhi che non siano lo specchio dei propri limiti umani e dell'io egoista. Complimenti!
Uno sguardo sulla malattia che ci stringe il cuore e uno sulla vita vissuta che lascia trapelare le "tragedie" personali che ognuno di noi vive nell'esistenza. La grande malinconia e la voglia d'assaporare ancora in pieno ciò che resta da vivere sono il filo conduttore che viene spezzato dagli eventi che "aggiustano" i torti della vita stessa, quel senso impalpabile di giustizia che dirime senza spiegare.
Molte sono poi le immagini che ci accompagnano svelandoci tutti i lati umani della condivisione e dell'amore. Rimane così una macchina fotografica che dentro di sé reca la bellezza dei panorami ma non la verità sulla bellezza reale che vive altrove dove l'egoismo di alcuni occhi non possono vedere.
Messaggio molto forte: la vera bellezza della natura, che esiste in pieno nella sua meraviglia, va catturata con occhi che non siano lo specchio dei propri limiti umani e dell'io egoista. Complimenti!
Ospite- Ospite
Re: Una nuvola tutta mia
Questo racconto è stato uno dei primi che ho letto un paio di ore fa da smartphone. Da smartphone non si vede l'anteprima col nome dell'autore quindi i racconti lì è come se fossero anonimi. Nonostante questo ho subito intuito che l'autrice fosse donna, e non mi sbagliavo. La frase "Maschio insicuro ed egoista" non lascia molti dubbi in proposito.
Anche se, a una seconda rilettura, devo dire che il tuo non è proprio un racconto "femminista". Forse è più una critica alla superficialità di quelle persone che, finché sei giovane, sano, abile e preferibilmente benestante, ti restano accanto e ti sono amiche/fidanzate ecc. Quando le cose vanno male, invece, ti voltano le spalle. Questa è un discorso che, ahimé, vale sia per gli uomini che per le donne. Devo dire che sei stata brava a racchiudere questo concetto dietro tutta la simbologia delle foto e dei selfie e il racconto mi è piaciuto proprio per questo. Più attuale di così...
Anche se, a una seconda rilettura, devo dire che il tuo non è proprio un racconto "femminista". Forse è più una critica alla superficialità di quelle persone che, finché sei giovane, sano, abile e preferibilmente benestante, ti restano accanto e ti sono amiche/fidanzate ecc. Quando le cose vanno male, invece, ti voltano le spalle. Questa è un discorso che, ahimé, vale sia per gli uomini che per le donne. Devo dire che sei stata brava a racchiudere questo concetto dietro tutta la simbologia delle foto e dei selfie e il racconto mi è piaciuto proprio per questo. Più attuale di così...
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"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire?
Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto."
SisypheMalheureux- Padawan
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Re: Una nuvola tutta mia
Ciao [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]. Quando ė il destino a compiere la vendetta. Un racconto intriso di tristezza e solitudine ma anche illuminato dal calore di quegli “sconosciuti” che, per essersi presi cura della signora ammalata e permetterle di realizzare l’ultimo desiderio, riceveranno il premio di aver salva la vita.
Una bella interpretazione del tema proposto. Brava.
Una bella interpretazione del tema proposto. Brava.
Petunia- Moderatore
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Re: Una nuvola tutta mia
Voglio sperare che tutto quello che racconti sia solo fantasia.
io non riesco a inventare le cose, per questo ho paura, solo a pensarlo, quello che scrivi.
Nessun uomo copre la propria compagna di diamanti, ma quella ripetitività, quasi coreografica, di non attenzioni, mi ha molto intristito, come tutta la storia.
Perdonami se entro troppo nelle tue parole, ma sono fatto così, e non per curiosità.
Non mi piace considerare gli autori come un gregge, non mi piace considerare solo quello che scrivono. Specialmente quando sono uomini, o donne, che urlano.
Anche se è vietato farlo.
Ti abbraccio.
io non riesco a inventare le cose, per questo ho paura, solo a pensarlo, quello che scrivi.
Nessun uomo copre la propria compagna di diamanti, ma quella ripetitività, quasi coreografica, di non attenzioni, mi ha molto intristito, come tutta la storia.
Perdonami se entro troppo nelle tue parole, ma sono fatto così, e non per curiosità.
Non mi piace considerare gli autori come un gregge, non mi piace considerare solo quello che scrivono. Specialmente quando sono uomini, o donne, che urlano.
Anche se è vietato farlo.
Ti abbraccio.
Ospite- Ospite
Re: Una nuvola tutta mia
Sono qui da un paio di minuti ma non riesco a trovare le parole. Il racconto come una lama mi ha trafitto lasciandomi senza fiato. Ho pensato... Mamma che stronzo lui. Poi mi sono fermato, rendendomi conto di quanto il mondo sia pieno di gente così. A quel punto ti trovi a parteggiare per lei, empatizzando con il bambino che fa un gesto tanto nobile. Sul finale però arriva la seconda coltellata. In quel momento mi son fermato proprio. Ho iniziato a pensarci e mi sono convinto che questo secondo colpo non ci voleva. In fondo, seppure sia un vero stronzo, il fatto che lui sia morto su quella funivia non mi è piaciuto.
Sono sincero, ci sto ancora pensando.
Forse il testo aveva bisogno di qualche altra revisione ma ci ho letto un’urgenza e una “rabbia” che mi fatto sorvolare sulle piccole imprecisioni.
In conclusione ti faccio i miei complimenti, perché alla fine sono ancora qui che mi lecco le mie ferite riflettendo sul tuo racconto.
Brava.
Sono sincero, ci sto ancora pensando.
Forse il testo aveva bisogno di qualche altra revisione ma ci ho letto un’urgenza e una “rabbia” che mi fatto sorvolare sulle piccole imprecisioni.
In conclusione ti faccio i miei complimenti, perché alla fine sono ancora qui che mi lecco le mie ferite riflettendo sul tuo racconto.
Brava.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Un racconto triste, molto amaro, che pone l'accento sull'abbandono morale di cui soffre la protagonista.
E ce ne sono di casi come questi, dove il lui o la lei di turno si sentono più in gabbia dello sfortunato coniuge per il fatto di doversi prendere cura di lei/lui.
Nel tuo racconto l'ipocrisia del marito viene spazzata via dal caso, dal destino. Adesso lui è libero, non dovrà più sentire il peso di quel fardello, anche se non alle condizioni che sperava.
E ce ne sono di casi come questi, dove il lui o la lei di turno si sentono più in gabbia dello sfortunato coniuge per il fatto di doversi prendere cura di lei/lui.
Nel tuo racconto l'ipocrisia del marito viene spazzata via dal caso, dal destino. Adesso lui è libero, non dovrà più sentire il peso di quel fardello, anche se non alle condizioni che sperava.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Di solito non mi piacciono i racconti che sembrano utilizzare una serie interminabile di disgrazie come espediente per catturare le emozioni del lettore. All’inizio avevo pensato che fosse un caso del genere: la grave malattia, l’avvicinarsi della fine, la perdita della bellezza, un marito insensibile accanto, la delusione per non poter esaudire il desiderio, come se fosse l’ultimo, di salire in alto verso le nuvole. In realtà non è così: il brano, oltre che ben scritto, è molto altro. Mi sono piaciuti in modo particolare: l’incontro con il bambino, che ha riempito con semplici gesti e poche parole il vuoto affettivo della protagonista; il senso di una giustizia superiore a cui sembra complicato sottrarsi; l’uso simbolico di quella macchina fotografica.
Ottima prova.
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Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Il mio secondo giro di letture riparte da qui. Non me la sento di aggiungere altro al mio commento.
Mi stai dando una mano a farmi sentire peggio. Ma fa niente, resto un altro po'. Il tuo coraggio lo merita.
Mi stai dando una mano a farmi sentire peggio. Ma fa niente, resto un altro po'. Il tuo coraggio lo merita.
Ospite- Ospite
Re: Una nuvola tutta mia
Ci sono tante cosa in questo mini, argomenti profondi e toccanti che rimangono dentro.
Mi piace in particolare come riesci a far trasparire la dignità di questa donna: il suo corpo, la sua salute e la sua bellezza, tutto la sta abbandonando, eppure lei ha ancora dei desideri e cerca in tutti i modi di raggiungerli. Descrivi tutto questo con parole ben calibrate e una voce pacata e corretta che rimbomba dentro come un urlo disperato.
C'è astio verso il consorte, c'è il rammarico e la rassegnazione di percepirsi come un peso, indesiderati e inutili, ma non c'è mai una vera e propria voglia di vendetta verso di lui.
A questo ci penserà la vita...
Un fulmine carico di rabbia e giustizia divina!
Mi piace in particolare come riesci a far trasparire la dignità di questa donna: il suo corpo, la sua salute e la sua bellezza, tutto la sta abbandonando, eppure lei ha ancora dei desideri e cerca in tutti i modi di raggiungerli. Descrivi tutto questo con parole ben calibrate e una voce pacata e corretta che rimbomba dentro come un urlo disperato.
C'è astio verso il consorte, c'è il rammarico e la rassegnazione di percepirsi come un peso, indesiderati e inutili, ma non c'è mai una vera e propria voglia di vendetta verso di lui.
A questo ci penserà la vita...
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caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
All'inizio ho pensato alla canzone "Dammi una lametta che mi taglio le vene". La pena che si avverte per chi non può più amare la vita, né lasciarsi amare dalla vita, è subito aggravata dalla sensazione che anche quando la vita era "normale", qualcuno calpestava la sua anima, ogni giorno, nonostante lei tentasse di essere solare, sorridente.
E si va avanti di male in peggio: non valere uno scatto, non avere la piccola soddisfazione di un ultimo giro in funivia.
Ma tutto questo alla fine fa gustare appieno il sapore amaro della vendetta, quasi con un poco di ironia.
Complimenti.
E si va avanti di male in peggio: non valere uno scatto, non avere la piccola soddisfazione di un ultimo giro in funivia.
Ma tutto questo alla fine fa gustare appieno il sapore amaro della vendetta, quasi con un poco di ironia.
Complimenti.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Mamma mia che angoscia! Un concentrato di sentimenti negativi, più o meno provocati. Lo dico subito: non mi piacciono certi tipi di racconto. E, ovviamente, è una questione di gusti.
Detto questo, la scrittura è corretta e pulita, per cui la lettura è risultata scorrevole e tecnicamente piacevole. Anche il genere monologo (sfogo) penso sia congeniale a questo testo così come il registro informale che hai messo in bocca alla tua protagonista, da cui traspare chiaramente tutto il dolore per la malattia e la delusione per il "tradimento" del compagno di una vita. Che, a ben vedere, sembra aver avuto la fine che si meritava.
Detto questo, la scrittura è corretta e pulita, per cui la lettura è risultata scorrevole e tecnicamente piacevole. Anche il genere monologo (sfogo) penso sia congeniale a questo testo così come il registro informale che hai messo in bocca alla tua protagonista, da cui traspare chiaramente tutto il dolore per la malattia e la delusione per il "tradimento" del compagno di una vita. Che, a ben vedere, sembra aver avuto la fine che si meritava.
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"Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci lectorem delectando pariterque monendo."
"Ottiene il risultato migliore chi - nell'opera letteraria - ha saputo unire l'utile col piacevole, divertendo e ammaestrando nello stesso momento il lettore."
Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344
Avei l'amel su i laver e 'l cutel an sacòcia.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Un racconto amaro. Molto amaro. Amarissimo. Dove i sentimenti sono effimeri ("amore" e vendetta) e i personaggi sono sconfitti. L'unico vincitore è il bambino che porta un poco di luce e di umanità in una situazione tetra e fredda.
Ben scritto e scorrevole. Ti arriva come un pugno in faccia e non ti lascia indifferente.
Complimenti
Grazie
Ben scritto e scorrevole. Ti arriva come un pugno in faccia e non ti lascia indifferente.
Complimenti
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Ultima modifica di CharAznable il Mer Giu 09, 2021 4:34 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : Avevo scordato un NON)
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Un racconto davvero "tirato", nel senso che estremizza tutto. Non che queste situazioni non accadano, il quasi abbandono dico, ma tutto viene gestito in maniera tale da portare il lettore a voler uccidere con le proprie mani il marito, ecco. Che ci sta, soprattutto in un racconto così breve, dove non ci sono margini per le sfumature. E allora mi trovo combattuto, perché da un lato mi sento coinvolto, ma dall'altro ho paura che questa sensazione sia dovuta al fatto di essere tirato a forza dentro il dramma, ecco. Spero di essermi spiegato. In quest'ottica anche la simil giustizia, più da antico testamento che da nuovo, la trovo un di più. Sia inteso, il racconto mi è piaciuto, mi è piaciuto soprattutto questo bambino così generoso, mi è piaciuto che questa sua generosità abbia salvato lui e la sua famiglia, mi è piaciuto anche lo stile, che è perfettamente calzante con la trama e il personaggio. Ho solo qualche dubbio sulle mie emozioni, non sul racconto.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
A me, invece, partendo dalle considerazioni di Giraffe e Aki, il racconto non è piaciuto proprio, mi dispiace.
Il motivo è esattamente quello che ti hanno esplicato loro; io non amo proprio questo genere di narrazione, non è nelle mie corde e non mi piace questo senso di giustizia (bella questa, "da Antico Testamento") che vuoi far passare al lettore, giacché una condanna a morte per quanto uno possa essere stato trascurante e in cattiva fede mi appare proprio iniqua.
E quindi non riesco ad apprezzare il tuo racconto. Ovviamente mi riferisco a quello che percepisco io, con la mia soggettiva e discutibilissima interpretazione dei messaggi che carpisco nei racconti che leggo; alcuni mi piacciono, altri li aborrisco, e questo è uno dei secondi.
Mi dispiace...
Il motivo è esattamente quello che ti hanno esplicato loro; io non amo proprio questo genere di narrazione, non è nelle mie corde e non mi piace questo senso di giustizia (bella questa, "da Antico Testamento") che vuoi far passare al lettore, giacché una condanna a morte per quanto uno possa essere stato trascurante e in cattiva fede mi appare proprio iniqua.
E quindi non riesco ad apprezzare il tuo racconto. Ovviamente mi riferisco a quello che percepisco io, con la mia soggettiva e discutibilissima interpretazione dei messaggi che carpisco nei racconti che leggo; alcuni mi piacciono, altri li aborrisco, e questo è uno dei secondi.
Mi dispiace...
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Re: Una nuvola tutta mia
Ciao Susanna
Che angoscia.
La storia di questa donna è terribile.
Se la sento vicina nella sventura, malata e con poco tempo da vivere, dall’altra, per freddezza e lucidità di fronte alla tragedia, la sento lontana anni luce.
Razionalmente capisco che non è lei responsabile della morte del marito, ma c’è un godimento sottile, un ultimo atto d’egoismo (questa volta di lei) che vorrebbe pareggiare i conti.
La sua rivincita, in fondo, è che si siano salvati dei perfetti sconosciuti, ai suoi occhi privi di nessuna colpa.
Questo ho letto, ma magari volevi dire altro.
Che angoscia.
La storia di questa donna è terribile.
Se la sento vicina nella sventura, malata e con poco tempo da vivere, dall’altra, per freddezza e lucidità di fronte alla tragedia, la sento lontana anni luce.
Razionalmente capisco che non è lei responsabile della morte del marito, ma c’è un godimento sottile, un ultimo atto d’egoismo (questa volta di lei) che vorrebbe pareggiare i conti.
La sua rivincita, in fondo, è che si siano salvati dei perfetti sconosciuti, ai suoi occhi privi di nessuna colpa.
Questo ho letto, ma magari volevi dire altro.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Il racconto pur essendo molto bello lascia un riflusso d'amaro. Ne sono morte altre di persone oltre a lui e malgrado tutto non si può essere soddisfatti perchè un brutto personaggio ci lasci la pelle. Non quando è in compagnia. Anche se si può capire...
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Ciao Susanna.
Mi è piaciuto molto questo tuo racconto inclusivo, almeno finché non è caduta la cabina. Ogni parola aggiunge un tassello alla vita della narratrice protagonista. Il rischio in questi racconti è molto alto, ma sei riuscita a evitarlo dando alla donna sogni e desideri, che ce la restituiscono reale e quindi non stereotipata.
La nemesi di solito non mi piace e infatti non l'ho gradita. Bello il personaggio bambino ma mi sembra troppo stereotipato. Bene invece il modo in cui il carattere del marito viene svelato gradualmente, un colpo di scena lento e ben preparato.
Grazie e alla prossima.
Mi è piaciuto molto questo tuo racconto inclusivo, almeno finché non è caduta la cabina. Ogni parola aggiunge un tassello alla vita della narratrice protagonista. Il rischio in questi racconti è molto alto, ma sei riuscita a evitarlo dando alla donna sogni e desideri, che ce la restituiscono reale e quindi non stereotipata.
La nemesi di solito non mi piace e infatti non l'ho gradita. Bello il personaggio bambino ma mi sembra troppo stereotipato. Bene invece il modo in cui il carattere del marito viene svelato gradualmente, un colpo di scena lento e ben preparato.
Grazie e alla prossima.
Re: Una nuvola tutta mia
Voglio sperare che tutto quello che racconti sia solo fantasia.Tommybe ha scritto:Voglio sperare che tutto quello che racconti sia solo fantasia.
io non riesco a inventare le cose, per questo ho paura, solo a pensarlo, quello che scrivi.
Nessun uomo copre la propria compagna di diamanti, ma quella ripetitività, quasi coreografica, di non attenzioni, mi ha molto intristito, come tutta la storia.
Perdonami se entro troppo nelle tue parole, ma sono fatto così, e non per curiosità.
Non mi piace considerare gli autori come un gregge, non mi piace considerare solo quello che scrivono. Specialmente quando sono uomini, o donne, che urlano.
Anche se è vietato farlo.
Ti abbraccio.
Mi stai dando una mano a farmi sentire peggio. Ma fa niente, resto un altro po'. Il tuo coraggio lo merita.
Grazie Tommy per la delicatezza del pensiero, che penso ti sia costato tanto esternare, visto il resto del messaggio e perdonami se ti ho fatto star male, non pensavo che il racconto fosse così potente. Il racconto è fantasia, anche se quando mi immergo in certi personaggi li sento tanto miei da provarne molto intensamente le emozioni che attribuisco loro. A volte non è positivo ma questa sono.
Diciamo che molti anni fa un po’ mi sono sentita come la protagonista, anche se non al suo livello.
Di quel periodo mi sono riassunta in un racconto – Pastiglie di carta – che, facendo a cazzotti col mio censore personale, ho trovato il coraggio di condividere con Voi.
Non ero stata lasciata sola, assolutamente: ho un compagno di vita stupendo (siamo sposati dal ’76, quasi un record), che mi ha tenuto per mano, consolata, sgridata, sostenuta nell’accettare il “pillolame” e se sono qui a scriverne, ma soprattutto a scrivere, è anche grazie alla sua presenza forte e determinata.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
Personalmente sento la schiettezza in DT come un elemento portante della comunità, partendo – penso sia un po' così per tutti – dal concetto che, nel commentare, vadano rispettati non solo “il racconto e il suo autore” ma, sullo stesso piano, il gusto personale del lettore, altrimenti i commenti a cosa servirebbero? Spero di essermi spiegata.I tuoi commenti mettono assieme in modo molto forte questo concetti e se da un lato i tuoi commenti, sinceramente, un po’ “li temo”, dall’altro mi piacciono molto, anche quando “ti dispiace”.vivonic ha scritto:A me, invece, partendo dalle considerazioni di Giraffe e Aki, il racconto non è piaciuto proprio, mi dispiace.
Il motivo è esattamente quello che ti hanno esplicato loro; io non amo proprio questo genere di narrazione, non è nelle mie corde e non mi piace questo senso di giustizia (bella questa, "da Antico Testamento") che vuoi far passare al lettore, giacché una condanna a morte per quanto uno possa essere stato trascurante e in cattiva fede mi appare proprio iniqua.
E quindi non riesco ad apprezzare il tuo racconto. Ovviamente mi riferisco a quello che percepisco io, con la mia soggettiva e discutibilissima interpretazione dei messaggi che carpisco nei racconti che leggo; alcuni mi piacciono, altri li aborrisco, e questo è uno dei secondi.
Mi dispiace...
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: Una nuvola tutta mia
Premessa: il racconto che mi si è palesato quando ho visto il fulmine era legato alla storia di un bambino che voleva salire in funivia per andare a toccare le nuvole e portarne a casa un po’ in un sacchetto. E non doveva finire tragicamente, assolutamente: poche ore prima avevo riabbracciato dopo molti mesi Olimpia, la mia nipotina di poco più di quattro anni, una testolina di capelli ramati, ricciolosi e una risata coinvolgente, che aveva trasformato un piccolo gnomo all’uncinetto che le avevo portato in un compagno di dispetti per il nonno, quindi... non l’ho fatto, perchè nei pensieri c’era anche Etan. Punto.
Poi ne è uscito questo racconto, scritto di getto, neanche mezz’ora per scriverlo e rileggerlo per un buon italiano ma solo per questo. Solo rileggendolo, ore dopo, sono emersi i concetti che avete espresso, ma, quasi da lettore esterno, mi sono data un’altra chiave di lettura, che riporto dopo il primo gruppo di rimandi ai commenti.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Senso di giustizia molto triste
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] il senso di una giustizia superiore a cui sembra complicato sottrarsi;
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] eventi che "aggiustano" i torti della vita stessa, quel senso impalpabile di giustizia che dirime senza spiegare.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Quando ė il destino a compiere la vendetta
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Ma tutto questo alla fine fa gustare appieno il sapore amaro della vendetta, quasi con un poco di ironia.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] da portare il lettore a voler uccidere con le proprie mani il marito,
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ’è un godimento sottile, un ultimo atto d’egoismo (questa volta di lei) che vorrebbe pareggiare i conti.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Ne sono morte altre di persone oltre a lui e malgrado tutto non si può essere soddisfatti perchè un brutto personaggio ci lasci la pelle.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] La nemesi di solito non mi piace e infatti non l'ho gradita.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] In fondo, seppure sia un vero stronzo, il fatto che lui sia morto su quella funivia non mi è piaciuto.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Un concentrato di sentimenti negativi, più o meno provocati.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Dove i sentimenti sono effimeri ("amore" e vendetta) e i personaggi sono sconfitti
L’altro mio punto di vista: ad ogni immane tragedia che capita, ci vengono proposte le storie di belle persone la cui vita viene bruscamente interrotta. Vite già vissute, anche intensamente, vite che si stanno affacciando al futuro, vite appena accennate, ma si parla sempre di persone “buone”, con il bagaglio di “belle storie”. Ma, accidentaccio, mi dico ogni volta, possibile che per la legge dei grandi numeri tra tutte le vittime non ci sia mai una persona “grama”, di quelle che tutti, tutti diciamo: “Ma perché sempre ai buoni toccano le disgrazie, possibile che a certe persone cattive non capiti mai niente?” Di sicuro non è così, anche loro pagano ma le loro storie non emergono. Di loro non si parla, per non parlarne male? Restano invisibili, quasi che possano sminuire la bellezza degli altri protagonisti, loro malgrado. Eppure, nell’onda emozionale di ogni tragedia, ne scaturirebbe un momento consolatorio, non dico vendicativo, la vendetta peggiora le cose e non risolve, ma di equilibrio. Il “lui” della mia funivia potrebbe essere uno di quegli invisibili? Anche, forse.
Non necessariamente in quella cabina doveva esserci salito qualcun altro: a me è capitato di salirci da sola no, perché senza una mano da stritolare mai ci salirei, ma anche solo in due, quindi immaginiamolo solo, se preferite.
Poi ne è uscito questo racconto, scritto di getto, neanche mezz’ora per scriverlo e rileggerlo per un buon italiano ma solo per questo. Solo rileggendolo, ore dopo, sono emersi i concetti che avete espresso, ma, quasi da lettore esterno, mi sono data un’altra chiave di lettura, che riporto dopo il primo gruppo di rimandi ai commenti.
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L’altro mio punto di vista: ad ogni immane tragedia che capita, ci vengono proposte le storie di belle persone la cui vita viene bruscamente interrotta. Vite già vissute, anche intensamente, vite che si stanno affacciando al futuro, vite appena accennate, ma si parla sempre di persone “buone”, con il bagaglio di “belle storie”. Ma, accidentaccio, mi dico ogni volta, possibile che per la legge dei grandi numeri tra tutte le vittime non ci sia mai una persona “grama”, di quelle che tutti, tutti diciamo: “Ma perché sempre ai buoni toccano le disgrazie, possibile che a certe persone cattive non capiti mai niente?” Di sicuro non è così, anche loro pagano ma le loro storie non emergono. Di loro non si parla, per non parlarne male? Restano invisibili, quasi che possano sminuire la bellezza degli altri protagonisti, loro malgrado. Eppure, nell’onda emozionale di ogni tragedia, ne scaturirebbe un momento consolatorio, non dico vendicativo, la vendetta peggiora le cose e non risolve, ma di equilibrio. Il “lui” della mia funivia potrebbe essere uno di quegli invisibili? Anche, forse.
Non necessariamente in quella cabina doveva esserci salito qualcun altro: a me è capitato di salirci da sola no, perché senza una mano da stritolare mai ci salirei, ma anche solo in due, quindi immaginiamolo solo, se preferite.
Ultima modifica di Susanna il Gio Giu 10, 2021 5:56 pm - modificato 2 volte.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Una nuvola tutta mia
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] una critica alla superficialità di quelle persone che, finché sei giovane, sano, abile e preferibilmente benestante, ti restano accanto e ti sono amiche/fidanzate ecc.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] il lui o la lei di turno si sentono più in gabbia dello sfortunato coniuge per il fatto di doversi prendere cura di lei/lui.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] C'è astio verso il consorte, c'è il rammarico e la rassegnazione di percepirsi come un peso, indesiderati e inutili, ma non c'è mai una vera e propria voglia di vendetta verso di lui.
A questo ci penserà la vita...
Dopo ogni tornata di commenti, rileggo sempre alcuni racconti.
Anche il mio, e alla luce di quanto viene espresso, a volte trovo altre chiavi di lettura, che non significano incertezza sul significato di quanto volevo esprimere, quello è, ma l’occasione per altri ragionamenti in base ai tanti punti di vista.
Ci sono molti modi di vivere situazioni in cui la malattia di una persona vicina stravolge la vita: qualche volta un momento di egoistico “adesso penso per un attimo anche a me stesso” è molto umano, una sorta di salvaguardia, di salvagente per rimanere a galla. Rileggendo oggi il racconto mi sono detta che forse la verità dei due protagonisti sta nel mezzo: dal un lato l’amarezza e la rabbia della malata per la vita che se ne sta andando velocemente, con i sogni non realizzati e che rendono quasi inaccettabile che il suo compagno – l’altra parte - che pure la sta accudendo, abbia un momento di crollo, in cui esternare il peso che sente per la situazione e che, per voler qualche momento per sé stesso (una foto, un’ora solo sua, uno sfogo liberatorio), finisce per pagare lui solo questo momento di egoismo.
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Anche il mio, e alla luce di quanto viene espresso, a volte trovo altre chiavi di lettura, che non significano incertezza sul significato di quanto volevo esprimere, quello è, ma l’occasione per altri ragionamenti in base ai tanti punti di vista.
Ci sono molti modi di vivere situazioni in cui la malattia di una persona vicina stravolge la vita: qualche volta un momento di egoistico “adesso penso per un attimo anche a me stesso” è molto umano, una sorta di salvaguardia, di salvagente per rimanere a galla. Rileggendo oggi il racconto mi sono detta che forse la verità dei due protagonisti sta nel mezzo: dal un lato l’amarezza e la rabbia della malata per la vita che se ne sta andando velocemente, con i sogni non realizzati e che rendono quasi inaccettabile che il suo compagno – l’altra parte - che pure la sta accudendo, abbia un momento di crollo, in cui esternare il peso che sente per la situazione e che, per voler qualche momento per sé stesso (una foto, un’ora solo sua, uno sfogo liberatorio), finisce per pagare lui solo questo momento di egoismo.
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