Due secondi e mezzo
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Due secondi e mezzo
Si è mai chiesto quanto tempo occorre per innamorarsi? Ai più potrà sembrare una domanda stupida, ma non a un docente di matematica come me.
Quante volte abbiamo sentito dire: è stato un colpo di fulmine; nessuno però ha mai osato quantificare il tempo perché in un caso come questo si sarebbe dovuto scomodare la velocità della luce con i suoi trecentomila km al secondo.
Altri potranno dire che hanno avuto un’intera vita di tempo prima di riuscire a realizzare che proprio quella che è sempre stata lì accanto era la persona che rappresentava il proprio giusto complemento.
All’interno di questi due casi estremi, il balenare di un fulmine o la vita intera, c’è tutta una infinita e variegata casistica temporale.
La mia personale risposta alla domanda è: due secondi e mezzo. Posso essere così preciso, non solo per deformazione professionale, ma anche perché ho verificato successivamente, attraverso i dati tecnici e la velocità dell’impianto, che proprio quello era stato il tempo a disposizione in quelle particolari circostanze.
Può sembrare una ricerca assurda, priva di logica e completamente inutile, ma a me è servito per verificare che era vero: ci si poteva innamorare in quel breve tempo, senza aver scambiato nemmeno una parola. Ci tenevo molto a dimostrare, prima di tutto a me stesso, che non ero pazzo e che in fondo era una cosa possibile, che avrebbe potuto capitare a chiunque che si trovasse nel mio stesso stato d’animo e che fosse dotato di spirito di osservazione e di rapidità di analisi.
Mi scusi per questa lunga premessa, non voglio annoiarla, ma la ritengo necessaria. Vengo subito ai fatti.
Conosce l’Alta Badia? Mi è sempre piaciuto fare lunghe passeggiate in montagna. Mi hanno sempre dato un senso di pace interiore, in tutti i momenti in cui mi sono sentito triste e solo. Proprio così mi sentivo nell’estate di due anni fa, quando Sara mi aveva lasciato, senza darmi spiegazioni. Avevo deciso di passare una settimana in quelle zone per trovare un po’ di calma e qualche risposta alle domande che mi tormentavano.
Quella mattina decisi di fare una salita di circa quattro ore a piedi, lungo il percorso che dalla Capanna Alpina arrivava alla cima del Lagazuoi, passando dal Rifugio Scotoni, un percorso un po’ faticoso ma abbastanza facile. Al ritorno sarei disceso in funivia dal Lagazuoi fino al Passo Falzarego e di lì sarei tornato a valle in pullman.
Fu così che dopo aver consumato uno spuntino con quello che mi ero portato nello zaino, mi avvicinai all’entrata della funivia.
L’impianto, che portava a pieno carico cinquanta persone alla volta, non era affollatissimo: c’erano soltanto ventuno persone oltre a me. Posso esserle preciso perché è una mia abitudine contare sempre le persone che salgono in funivia. Sono sempre un po’ irrequieto in funivia, ma se siamo in numero pari sono più tranquillo: lo considero di buon auspicio.
Questo per dirle che riuscii a sistemarmi senza problemi nel mio punto preferito che è la zona destra a valle in caso di discesa o la sinistra a monte quando si sale. Come può comprendere non potevo chiedere di meglio e non avevo alcuna ragione di essere nervoso o agitato.
Lei era sulla cabina che stava risalendo. Il primo sguardo avvenne a una ventina di metri dall’incrocio con la mia, alla metà del percorso. Era bellissima. La seguii con lo sguardo in quel breve tempo, ma mi bastò per capire che quell’apparizione fugace era la donna della mia vita. Sono sicuro che anche lei mi guardò intensamente.
Quante volte abbiamo sentito dire: è stato un colpo di fulmine; nessuno però ha mai osato quantificare il tempo perché in un caso come questo si sarebbe dovuto scomodare la velocità della luce con i suoi trecentomila km al secondo.
Altri potranno dire che hanno avuto un’intera vita di tempo prima di riuscire a realizzare che proprio quella che è sempre stata lì accanto era la persona che rappresentava il proprio giusto complemento.
All’interno di questi due casi estremi, il balenare di un fulmine o la vita intera, c’è tutta una infinita e variegata casistica temporale.
La mia personale risposta alla domanda è: due secondi e mezzo. Posso essere così preciso, non solo per deformazione professionale, ma anche perché ho verificato successivamente, attraverso i dati tecnici e la velocità dell’impianto, che proprio quello era stato il tempo a disposizione in quelle particolari circostanze.
Può sembrare una ricerca assurda, priva di logica e completamente inutile, ma a me è servito per verificare che era vero: ci si poteva innamorare in quel breve tempo, senza aver scambiato nemmeno una parola. Ci tenevo molto a dimostrare, prima di tutto a me stesso, che non ero pazzo e che in fondo era una cosa possibile, che avrebbe potuto capitare a chiunque che si trovasse nel mio stesso stato d’animo e che fosse dotato di spirito di osservazione e di rapidità di analisi.
Mi scusi per questa lunga premessa, non voglio annoiarla, ma la ritengo necessaria. Vengo subito ai fatti.
Conosce l’Alta Badia? Mi è sempre piaciuto fare lunghe passeggiate in montagna. Mi hanno sempre dato un senso di pace interiore, in tutti i momenti in cui mi sono sentito triste e solo. Proprio così mi sentivo nell’estate di due anni fa, quando Sara mi aveva lasciato, senza darmi spiegazioni. Avevo deciso di passare una settimana in quelle zone per trovare un po’ di calma e qualche risposta alle domande che mi tormentavano.
Quella mattina decisi di fare una salita di circa quattro ore a piedi, lungo il percorso che dalla Capanna Alpina arrivava alla cima del Lagazuoi, passando dal Rifugio Scotoni, un percorso un po’ faticoso ma abbastanza facile. Al ritorno sarei disceso in funivia dal Lagazuoi fino al Passo Falzarego e di lì sarei tornato a valle in pullman.
Fu così che dopo aver consumato uno spuntino con quello che mi ero portato nello zaino, mi avvicinai all’entrata della funivia.
L’impianto, che portava a pieno carico cinquanta persone alla volta, non era affollatissimo: c’erano soltanto ventuno persone oltre a me. Posso esserle preciso perché è una mia abitudine contare sempre le persone che salgono in funivia. Sono sempre un po’ irrequieto in funivia, ma se siamo in numero pari sono più tranquillo: lo considero di buon auspicio.
Questo per dirle che riuscii a sistemarmi senza problemi nel mio punto preferito che è la zona destra a valle in caso di discesa o la sinistra a monte quando si sale. Come può comprendere non potevo chiedere di meglio e non avevo alcuna ragione di essere nervoso o agitato.
Lei era sulla cabina che stava risalendo. Il primo sguardo avvenne a una ventina di metri dall’incrocio con la mia, alla metà del percorso. Era bellissima. La seguii con lo sguardo in quel breve tempo, ma mi bastò per capire che quell’apparizione fugace era la donna della mia vita. Sono sicuro che anche lei mi guardò intensamente.
Appena arrivato alla stazione del Passo ripresi la prima corsa che risaliva. Giunsi nuovamente in alto, appena in tempo per vederli scendere per il percorso a piedi che riportava a valle. Era con un uomo. Decisi di seguirli. Volevo capire.
In tutto il percorso lui camminò avanti speditamente, lei dietro a una breve distanza. Non si rivolsero quasi mai la parola. Forse c’era un’amicizia ma certamente non un’intimità, pensai con sollievo.
Alla fine del percorso, alla Capanna Alpina, lui si fermò per aspettarla e quando furono vicini la strinse a sé e le dette un lungo bacio sulla bocca. Ebbi l’impressione che a lei non facesse piacere.
Capisce ora? Era la donna della mia vita. Non potei resistere e gli detti un colpo sulla testa con la piccozza, con tutta la forza che avevo.
Sí, l’ho ucciso, ma che altro potevo fare, dottore?
In tutto il percorso lui camminò avanti speditamente, lei dietro a una breve distanza. Non si rivolsero quasi mai la parola. Forse c’era un’amicizia ma certamente non un’intimità, pensai con sollievo.
Alla fine del percorso, alla Capanna Alpina, lui si fermò per aspettarla e quando furono vicini la strinse a sé e le dette un lungo bacio sulla bocca. Ebbi l’impressione che a lei non facesse piacere.
Capisce ora? Era la donna della mia vita. Non potei resistere e gli detti un colpo sulla testa con la piccozza, con tutta la forza che avevo.
Sí, l’ho ucciso, ma che altro potevo fare, dottore?
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Re: Due secondi e mezzo
Un monologo che si risolve tutto nella “picconata” finale.
Il protagonista appare, più che una persona affetta da malattia compulsiva, un soggetto autistico. La picconata finale appare tanto più spiazzante in quanto non hai disseminato indizi che facessero presagire una tale esplosione di violenza. Anche il fatto che il racconto sia una “seduta” (con lo psichiatra?) lo si comprende solo in fondo. O forse il soggetto non è psicopatico ma ė solo vittima di un raptus d’amore.
Sì, se ci penso forse è così.
Una buona prova

Il protagonista appare, più che una persona affetta da malattia compulsiva, un soggetto autistico. La picconata finale appare tanto più spiazzante in quanto non hai disseminato indizi che facessero presagire una tale esplosione di violenza. Anche il fatto che il racconto sia una “seduta” (con lo psichiatra?) lo si comprende solo in fondo. O forse il soggetto non è psicopatico ma ė solo vittima di un raptus d’amore.
Sì, se ci penso forse è così.
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Re: Due secondi e mezzo
A chi non capita di fantasticare sullo sguardo scambiato con uno sconosciuto su un mezzo pubblico? E a volare in un film mentale? Un racconto molto carino che rispecchia tutto questo e che ti porta per mano fino all'imprevista svolta finale. Ammetto che mi ha strappato più di un sorriso.
Piacevole.
Grazie
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CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Uno scrivere che conduce senza intoppi nell'orditura della trama ma e ripeto ma avviene il colpo di scena e infatti tutta la scrittura ha un suo scopo e lo si capisce alla fine.
La disarmante semplicità occorreva per dipingere in pieno l'aspetto psicologico del protagonista.
«Mi scusi perché è in carcere»
«Ma io sono innocente, anzi mi proclamo tale ad alta voce»
«Peccato che lui si dichiari morto»
Ci si innamora in due secondi e semplicemente si piccona chi ostacola questo puro amore.
Caro Danilo sei troppo forte.
Fossi nei panni del dottore una pistola in tasca la terrei visto mai che il protagonista mi scambi per un rivale in amore.
Personaggi ottimamente caratterizzati, scrittura sapiente e tocco d'inventiva finale il tutto legato all'obiettivo che la trama voleva ottenere. Complimenti!
La disarmante semplicità occorreva per dipingere in pieno l'aspetto psicologico del protagonista.
«Mi scusi perché è in carcere»
«Ma io sono innocente, anzi mi proclamo tale ad alta voce»
«Peccato che lui si dichiari morto»
Ci si innamora in due secondi e semplicemente si piccona chi ostacola questo puro amore.
Caro Danilo sei troppo forte.
Fossi nei panni del dottore una pistola in tasca la terrei visto mai che il protagonista mi scambi per un rivale in amore.
Personaggi ottimamente caratterizzati, scrittura sapiente e tocco d'inventiva finale il tutto legato all'obiettivo che la trama voleva ottenere. Complimenti!
Ospite- Ospite
Re: Due secondi e mezzo
Sei riuscito a creare in poche battute un sociopatico quasi da manuale, caro autore. Ho apprezzato molto la descrizione dei calcoli che il protagonista ha fatto per stabilire quanto tempo abbia impiegato a "innamorarsi". Mi ha fatto subito capire che avevamo a che fare con una persona disturbata. Anche la "conta" dei passeggeri sulla funivia (numero pari=buon auspicio) risulta molto efficace nel delineare la personalità del protagonista. Mi sarebbe quasi piaciuto che ci fosse stato più spazio per descrivere le sue abitudini di vita, magari altri suoi rituali o manie. Ma anche così, nel complesso è una buona prova.
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"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire?
Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto."
SisypheMalheureux- Padawan
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Re: Due secondi e mezzo
Danilo mi hai un po' spiazzato. Tutte quelle belle indicazioni che dai all'inizio sembravano il percorso di una bella storia d'amore e invece nel finale ci piazzi un omicidio cruento.
Ho avuto l'impressione che tu abbia avuto timore di descrivere qualcosa di bello, accaduto o sognato non ha importanza, e alla fine hai stanato l'omicidio.
Ma solo per timore di scoprire troppo i tuoi buoni sentimenti.
Bè, io come omicida non ti ci vedrò mai.
Per me sei bravissimo buono e innocente.
Ho avuto l'impressione che tu abbia avuto timore di descrivere qualcosa di bello, accaduto o sognato non ha importanza, e alla fine hai stanato l'omicidio.
Ma solo per timore di scoprire troppo i tuoi buoni sentimenti.
Bè, io come omicida non ti ci vedrò mai.
Per me sei bravissimo buono e innocente.
Ospite- Ospite
Re: Due secondi e mezzo
Tutte quelle puntualizzazioni che il protagonista ci descrive fanno pensare ad una persona un po', se non disturbata, maniaca del controllo. Ogni cosa deve avere il suo spazio temporale, il suo spazio fisico altrimenti l'equilibrio instabile del momento crolla. E se crolla, fa dei danni.
Innamorarsi così, in un niente? A chi non è capitato di infatuarsi, magari non proprio innamorarsi, di una persona incrociata per strada o dietro uno sportello? Capita e a tutte le età. Anche di essere follemente gelosi di un "rivale", vero o presunto che sia. Per fortuna non tutti hanno una picozza al seguito. Sicuramente sarà dichiarato "incapace di intendere e volere al momento dei fatti", ma qui in DT si applaude alla capacità di risolvere il tutto in poche righe, ammanettando il lettore fino alla fine.
Innamorarsi così, in un niente? A chi non è capitato di infatuarsi, magari non proprio innamorarsi, di una persona incrociata per strada o dietro uno sportello? Capita e a tutte le età. Anche di essere follemente gelosi di un "rivale", vero o presunto che sia. Per fortuna non tutti hanno una picozza al seguito. Sicuramente sarà dichiarato "incapace di intendere e volere al momento dei fatti", ma qui in DT si applaude alla capacità di risolvere il tutto in poche righe, ammanettando il lettore fino alla fine.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Vedendo una ragazza perfetta al 100 per 100 in una mattina d'aprile. È il titolo di un racconto breve di Murakami, una perla semisconosciuta perché presente in una raccolta passata sottotraccia, L' elefante scomparso. Tre quarti del tuo racconto me lo hanno ricordato in una maniera folgorante (appunto) tanto che ho pensato l'avessi letto anche tu e volessi omaggiarlo. Che poi, anche se il finale vira bruscamente puoi averlo letto lo stesso. Comunque mi è piaciuto parecchio questo racconto, complimenti.
Ultima modifica di Akimizu il Mer Giu 09, 2021 9:38 am - modificato 1 volta.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Ma quanto scrivi bene, Danilo!
Leggerti è prima di tutto un piacere, a prescindere.
Poi c'è il contenuto, conduci il lettore per mano verso il colpo di scena finale e quando lui ti guarda allibito gli fai notare che qua e là gli indizi li avevi disseminati.
Il lettore rilegge e conviene con te: gli indizi ci sono ma siccome in questi giorni la funivia la associamo seppure inconsapevolmente, all'incidente di Stresa, anche in questo racconto ci aspettiamo che i due secondi e mezzo siano quelli tra l'incrocio di sguardi e la caduta della cabina.
Bravo Danilo, come sempre...
Leggerti è prima di tutto un piacere, a prescindere.
Poi c'è il contenuto, conduci il lettore per mano verso il colpo di scena finale e quando lui ti guarda allibito gli fai notare che qua e là gli indizi li avevi disseminati.
Il lettore rilegge e conviene con te: gli indizi ci sono ma siccome in questi giorni la funivia la associamo seppure inconsapevolmente, all'incidente di Stresa, anche in questo racconto ci aspettiamo che i due secondi e mezzo siano quelli tra l'incrocio di sguardi e la caduta della cabina.
Bravo Danilo, come sempre...
paluca66- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Concordo con Paluca, gli indizi per farci fiutare lo "squilibrato" ce li avevi messi sotto il naso, eppure la chiusura così repentina e violenta stupisce.
Forse è un pochettino prolisso, ma è costruito bene e arriva dove deve arrivare.
Una buona prova.
Ah, dimenticavo. Per evitare i dialoghi le inventi proprio tutte Danilo, anche affidarti alla confessione/monologo fiume del tuo protagonista.
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Forse è un pochettino prolisso, ma è costruito bene e arriva dove deve arrivare.
Una buona prova.
Ah, dimenticavo. Per evitare i dialoghi le inventi proprio tutte Danilo, anche affidarti alla confessione/monologo fiume del tuo protagonista.
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Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Ciao Danilo. Non mi è piaciuto molto questo racconto, forse perché me lo sarei aspettato più dinamico e invece è molto statico, e poi perché non mi aspettavo che il tema d'attualità legato alla funivia potesse essere interpretato così.
Poi ci sono diversi punti in cui la lettura mi si è inceppata, talvolta a causa della punteggiatura, altre volte proprio per come hai pensato le frasi, e altre per pronomi inutili o errori di ausiliare ("avrebbe" invece di "sarebbe").
Non è un racconto che mi ha colpito, mi dispiace...
Poi ci sono diversi punti in cui la lettura mi si è inceppata, talvolta a causa della punteggiatura, altre volte proprio per come hai pensato le frasi, e altre per pronomi inutili o errori di ausiliare ("avrebbe" invece di "sarebbe").
Non è un racconto che mi ha colpito, mi dispiace...
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Due secondi e mezzo
ciao Danilo
Hai condensato tutto ciò che ci veniva chiesto in questo breve racconto.
la bellezza è come tu l'abbia fatto, con una storia credibile, godibile in ogni sua parte,
pure con la stangata finale.
Un vero fulmine a ciel sereno!
Mi sarei soffermata meno sull'elenco dei posti,
ma ci sta, il tuo protagonista è un matematico e anche psicopatico
e per lui tutto deve quadrare
prova superata egregiamente, per me.
Hai condensato tutto ciò che ci veniva chiesto in questo breve racconto.
la bellezza è come tu l'abbia fatto, con una storia credibile, godibile in ogni sua parte,
pure con la stangata finale.
Un vero fulmine a ciel sereno!
Mi sarei soffermata meno sull'elenco dei posti,
ma ci sta, il tuo protagonista è un matematico e anche psicopatico
e per lui tutto deve quadrare
prova superata egregiamente, per me.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Ciao Danilo.
"che avrebbe potuto capitare" io preferisco reggere il verbo "potere" con l'ausiliare del verbo retto, cioè in questo caso "essere".
A parte questo inciampo la lettura è regolare. Mi si inceppa la storia una prima volta a metà, quando si capisce che siamo in presenza di un monologo realmente declamato "Mi scusi per questa lunga premessa" eccetera, anche se l'inizio "Si è mai chiesto" avrebbe dovuto accendere subito la lampadina. Sinceramente speravo che fosse uno psicologo. Il colpo di scena finale mi lascia un po' così. Lo svolgimento invece mi prende per mano come se fosse davvero la narrazione di un innamoramento. Da laureato in matematica e amante dell'Alta Badia non potevo che apprezzare le sfumature, a parte forse la scaramanzia dei numeri pari.
Grazie e alla prossima.
"che avrebbe potuto capitare" io preferisco reggere il verbo "potere" con l'ausiliare del verbo retto, cioè in questo caso "essere".
A parte questo inciampo la lettura è regolare. Mi si inceppa la storia una prima volta a metà, quando si capisce che siamo in presenza di un monologo realmente declamato "Mi scusi per questa lunga premessa" eccetera, anche se l'inizio "Si è mai chiesto" avrebbe dovuto accendere subito la lampadina. Sinceramente speravo che fosse uno psicologo. Il colpo di scena finale mi lascia un po' così. Lo svolgimento invece mi prende per mano come se fosse davvero la narrazione di un innamoramento. Da laureato in matematica e amante dell'Alta Badia non potevo che apprezzare le sfumature, a parte forse la scaramanzia dei numeri pari.
Grazie e alla prossima.
Re: Due secondi e mezzo
Danilo bene ma non benissimo. Ho apprezzato moltissimo alcune cose ma alla fine mi è sembrato di aver già letto cose del genere. Il tuo squilibrato è di quelli manici e che parlano tanto però mi sarei aspettato un taglio più netto delle frasi. Sono onesto la picconata finale mi ha sorpreso, in positivo. Non credevo si sarebbe spinto fin la ma in fondo lei era la donna della sua vita.
Bravo e grazie.
Bravo e grazie.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Probabilmente il tuo protagonista è il cugino del birdwatcher di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link].
Per ciò che concerne la scrittura, personalmente, non ho rilevato errori per cui la lettura è risultata fluida e scorrevole.
Ritengo azzeccata la scelta del genere. Ho capito subito che si trattava di una seduta specialista - paziente anche se non mi era chiaro che tipo di specialista e che tipo di paziente. La picconata finale ha scardinato tutte le mie convinzioni: il professore mi era sembrato una persona mite, ancorché fissata con certi calcoli e superstizioni e poi impazzisce e fa fuori il rivale in amore. Tanto per non perdere il filo con DifferentRooms: roba da far west!
E così mi sono immaginato la stessa scena, ma in un altro modo. Un professore di matematica sulla falsa riga di John Nash, legato a un lettino con la camicia di forza. E il dottore che lo ascolta distrattamente.
Come ti posso dire, il tuo racconto è onesto, pur rimanendo piatto nella trama. Intendo senza sussulti, almeno fino all'epilogo. Ciò che ho apprezzato di meno, sinceramente, è come hai trattato il tema. Fosse stato "la metropolitana", avresti potuto scrivere la storia ambientandola a Milano, o Roma o Napoli. E pure a Torino. Non so se mi sono fatto capire.
Ci si può innamorare in due secondi e mezzo? Pensò di sì. Ma coltivare l'energia che l'innamoramento ha prodotto richiede molto più tempo. Secondo me.
Per ciò che concerne la scrittura, personalmente, non ho rilevato errori per cui la lettura è risultata fluida e scorrevole.
Ritengo azzeccata la scelta del genere. Ho capito subito che si trattava di una seduta specialista - paziente anche se non mi era chiaro che tipo di specialista e che tipo di paziente. La picconata finale ha scardinato tutte le mie convinzioni: il professore mi era sembrato una persona mite, ancorché fissata con certi calcoli e superstizioni e poi impazzisce e fa fuori il rivale in amore. Tanto per non perdere il filo con DifferentRooms: roba da far west!
E così mi sono immaginato la stessa scena, ma in un altro modo. Un professore di matematica sulla falsa riga di John Nash, legato a un lettino con la camicia di forza. E il dottore che lo ascolta distrattamente.
Come ti posso dire, il tuo racconto è onesto, pur rimanendo piatto nella trama. Intendo senza sussulti, almeno fino all'epilogo. Ciò che ho apprezzato di meno, sinceramente, è come hai trattato il tema. Fosse stato "la metropolitana", avresti potuto scrivere la storia ambientandola a Milano, o Roma o Napoli. E pure a Torino. Non so se mi sono fatto capire.
Ci si può innamorare in due secondi e mezzo? Pensò di sì. Ma coltivare l'energia che l'innamoramento ha prodotto richiede molto più tempo. Secondo me.
Molli Redigano- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Sapevo che c'era l'inghippo! Una picconata in testa! brevissima per trent'anni di carcere in una cella a sinistra in fondo al corridoio del secondo piano con tantissimi giorni (fai tu i conti) per contare il numero di piastrelle in sala doccia. Bando agli scherzi mi è piaciuto moltissimo.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
A me piacciono molto i racconti con il botto, quelli con un repentino guizzo finale che fanno cambiare qualsiasi cosa nel giro di due righe.
In questo brano però sento che non tutto funziona alla perfezione, c'è qualcosa di troppo (all'inizio) e di troppo poco (alla fine) che non controbilancia bene la struttura del testo: mancano, a mio avviso, un paio di dritte per inserire nel lettore un paio di dubbi sul fatto che non si parli di un vero e proprio innamoramento.
Ci sono un paio d'incertezze sull'uso del trapassato nell'antefatto.
E beh, questo è il classico colpo di fulmine!
In questo brano però sento che non tutto funziona alla perfezione, c'è qualcosa di troppo (all'inizio) e di troppo poco (alla fine) che non controbilancia bene la struttura del testo: mancano, a mio avviso, un paio di dritte per inserire nel lettore un paio di dubbi sul fatto che non si parli di un vero e proprio innamoramento.
Ci sono un paio d'incertezze sull'uso del trapassato nell'antefatto.
E beh, questo è il classico colpo di fulmine!
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Due secondi e mezzo
Ciao Danilo, il tuo finale mi ha strappato una risata!
Arriva così, dopo un racconto che sembra quasi un rosa, tutta un'altra cosa, poi diventa all'improvviso un noir ironico.
Bella l'idea dei due secondi e mezzo, dell'analisi placida e lucida di tutti i fatti, che fanno stare tranquillo il lettore, finché tu non lo catapulti in un'altra realtà.
Arriva così, dopo un racconto che sembra quasi un rosa, tutta un'altra cosa, poi diventa all'improvviso un noir ironico.
Bella l'idea dei due secondi e mezzo, dell'analisi placida e lucida di tutti i fatti, che fanno stare tranquillo il lettore, finché tu non lo catapulti in un'altra realtà.
Arianna 2016- Cavaliere Jedi
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