Io vivo tra le nuvole.
Non intendo metaforicamente, ma letteralmente.
Nessuno mi chieda come sia possibile, perché non lo so. Sono leggero, fantasioso e chiacchierone. Dacché ho memoria, gli abitanti della Terra mi hanno sempre guardato incuriositi. E io li ho sempre considerati ottimi amici, perché ero certo di vedere le cose dalla giusta prospettiva. Almeno, questo è quello che credevo.
Però, quando quel giorno ho posato gli occhi su di lui, tutto è cambiato. Era concentrato a ispezionare il terreno. L’ho chiamato incuriosito, ma non mi ha risposto. Ho provato ancora e ancora finché…
«Ti ho sentito bene, non c’è motivo di gridare così. Sono impegnato, che c’è?»
«Beh! Ti stavo salutando. Sembra molto interessante quello che stai facendo».
Il ragazzo ha sollevato il viso scrutandomi con i suoi grandi occhi profondi ed espressivi.
«Singolare! Non ho mai visto una persona tra le nuvole, tu vivi lì?»
«Certo. Ma anche se vivo qui ho molti amici».
«E sono come te? Siete un popolo che vive tra le nuvole o cosa?»
«Che io sappia non esiste nessuno come me. I miei amici sono come te. Sono curiosi, mi fanno domande…»
«Come fai a essere sicuro che siano tuoi amici? Tu vivi lassù e loro vivono quaggiù».
«Ma li vedo ogni giorno, so cosa fanno e dove vanno, da qui è tutto più chiaro».
«Mi dispiace deluderti, ma quelli non sono tuoi amici. Il mondo di quaggiù è assai diverso. Smettila di fantasticare».
«Se dici che loro non sono miei amici ti chiedo... Vuoi diventare mio amico?»
Sono rimasto folgorato dalla sua presenza. Lui parla poco ma sa molto. È concreto e pratico. Il suo mondo è fatto di cose reali, dimostrabili, su cui ha il pieno controllo.
Essendo diversi ci troviamo spesso in disaccordo, però abbiamo imparato a conoscerci.
«Sai cosa sarebbe utile?» gli ho detto un giorno «Immagina una funivia che porti le persone fin sopra le nuvole. Guardando il mondo da quassù sarebbero più liberi di fantasticare anche loro. Bello, Vero?»
«No. Sarebbe assurdo. È completamente illogico. Sei troppo ingenuo tu».
Sono fuggito lontano perché mi sentivo ferito, lasciandolo lì a rimuginare. Anche se stare con lui era stato istruttivo, sentivo il desiderio di andare alla scoperta del mondo da solo.
Presto mi sono accorto che la situazione era peggiore di quanto immaginassi.
Le persone non sono come le ricordavo. Sono assenti, quasi arrabbiate. Ognuno va per la sua strada badando ai fatti suoi.
Ho capito che non avevo amici lì.
Mi sono sentito strano. Più pesante. All’improvviso sono precipitato al suolo come un sasso. Sbattendo con la dura realtà delle cose ho perso la mia leggerezza.
Solo la sua mano sulla spalla mi ha sciolto. Ho pianto.
«Perché non mi hai detto nulla?»
«L’ho fatto per proteggerti. Non eri ancora pronto per queste cose, avevi bisogno di altro tempo… Finalmente ti vedo da vicino, sei molto bello».
La sua presenza mi ha salvato. Il suo mondo ancora oggi mi destabilizza e confonde. Con lui ho deciso di vivere in modo più concreto, ma purtroppo la leggerezza e le nuvole mi mancano.
«Vedo che sei triste. So che ti manca lassù, per cui ho deciso di farti una sorpresa. Non crederai veramente di essere l’unico ad aver imparato qualcosa in tutto questo tempo?
Ho passato gran parte della mia vita ad analizzare le cose. Cerco in ogni occasione di capire tutto fino in fondo, ma alla fine mi godo ben poco di quello che ho intorno. Il tuo arrivo mi ha folgorato, il tuo modo leggero e fantasioso di interpretare le cose mi ha contagiato. Godi al massimo di tutto e, dove non arriva la conoscenza, parti con la fantasia. Ho preso nota di ogni tua stramberia affinché tutti possano gioirne come è successo a me. Ricordi l’idea della funivia tra la terra e le nuvole?»
«Certo, quella illogica. Ricordo bene».
«Ecco… Anche se mi sembrava assurda, ho buttato giù dei progetti e poi… Vieni, voglio mostrarti una cosa».
La funivia per le nuvole è là dove ci siamo incontrati per la prima volta. Quella vista mi ha sollevato… In tutti i sensi.
Ho iniziato a fluttuare a mezz’aria, ma poi mi sono bloccato. L’idea di separarmi da lui mi terrorizzava, ma lui ha preso la mia mano e da quel momento non l’ha più lasciata.
Ora viviamo così, legati tra la terra e le nuvole, certi che la nostra funivia aiuterà le persone a guardare tutto in modo diverso. Perché è quello che fanno le funivie: portano le persone tra le nuvole permettendo loro di sognare.