Gabriella
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Gabriella
Roncofreddo, 28 aprile
Francesca, aiutami, sono disperata!
Il mese scorso mi è saltato il ciclo ma non ci ho fatto molto caso; da qualche giorno, però, mi sono accorta di avere delle nausee e ieri mentre ero in classe sono dovuta correre in bagno e ho vomitato anche l’anima.
Credo proprio di essere incinta, Francesca.
E adesso cosa faccio? Ho solo te, Francesca, la mia cuginetta amata.
Non posso confidarmi con nessuno qui, se lo dicessi alle mie amiche ho paura che potrebbero lasciarselo scappare, nessuno qui al paese deve sapere, altrimenti sono certa che la mamma ne verrebbe a conoscenza in pochissimo tempo e allora… non voglio nemmeno pensarci.
Ho paura, Francesca, tantissima paura, cosa faccio adesso? E anche vergogna…
Vorrei solo piangere, in continuazione, vorrei urlare, vorrei che tutto questo non fosse vero.
So che sai chi è stato, il tuo amico Vincenzo, durante quei giorni a marzo sull’Isola delle Rose.
Mi sono fidata di lui, sembrava così sicuro, così tranquillo, mi ripeteva in continuazione di non preoccuparmi, che sapeva come fare che non sarebbe successo nulla; era così dolce, così rassicurante e poi, lo sai, la prima volta, mi sembrava di vivere una favola, era così tutto straordinario, Vincenzo così bello e sicuro, l’atmosfera di festa che si respirava sull’Isola, l’eccitazione di tutti per quello che stava accadendo.
E ora cosa faccio? Francesca ho solo te in questo momento, aiutami!
Cosa faccio io, ora?
Tua, Gabriella.
Rimini, 4 maggio
Gabriella, tesoro, che sorpresa la tua lettera!
Mi sono messa a risponderti subito, appena finito di leggere, ma adesso mi accorgo di non sapere cosa scriverti, di non trovare le parole adatte… vorrei soltanto essere lì con te, abbracciarti stretta stretta, darti quel coraggio che ora ti manca e cercare insieme a te la soluzione per uscire da questo momento.
Voglio dirti di stare tranquilla e che io ci sono, per qualunque cosa puoi contare su di me.
Hai ragione per quanto riguarda la zia, non dirle nulla per ora, chissà come reagirebbe!
Purtroppo non conosco così bene Vincenzo, ma cercherò di parlargli quanto prima possibile, insieme troveremo sicuramente una soluzione.
A proposito dell’Isola delle Rose, l’altro giorno Giorgio ha ufficialmente proclamato l’indipendenza, ora è uno stato libero e presto tutti dovranno riconoscerla ufficialmente.
Potrebbe essere il tuo, vostro, nostro rifugio, pensa che bello sarebbe crescere qui il bimbo, sicuramente mi chiamerebbe “zia”, potrebbe passare alla storia come il primo cittadino nato all’Isola delle Rose.
Resisti Gabriella, scrivimi appena possibile, tienimi aggiornata e, mi raccomando, sorriso sulle labbra e gioia nel cuore… nonostante tutto.
Ti abbraccio, Francesca
Roncofreddo, 5 maggio
Egr. Sig. C.,
le scrivo sconvolta da quello che mia figlia mi ha appena comunicato!
Suo figlio Vincenzo ha messo incinta la mia bambina, inutile usare giri di parole.
Francesca non fa che piangere, è spaventata, preoccupata, si trova di fronte a qualcosa di molto più grande di lei, naturalmente.
Non voglio addossare colpe ma certamente suo figlio ha delle grosse responsabilità di cui mi auguro si faccia carico.
So che lei sta per diventare direttore della filiale della Banca A. in cui lavora da anni per cui ritengo che abbia le risorse per far fronte a questo assai spiacevole evento.
Cerchi di capirmi, non vorrei corresse a conclusioni affrettate… non sto assolutamente cercando di ricattarla, lungi da me un simile pensiero; ma di fronte al dramma che la mia bambina sta vivendo ritengo che ognuno debba farsi carico dei propri doveri e sono certa che lei non vorrà tirarsi indietro.
Non voglio dilungarmi oltre, la rabbia e il dolore che provo in questo momento sono troppo profondi per dilungarmi oltre.
Mi prendo qualche giorno con la mia bambina per riavermi e cercare di capire cosa tutto questo comporterà per il futuro dei “nostri” figli” e contemporaneamente dare a lei il tempo necessario a riflettere su quanto le ho scritto: tra qualche giorno sarà mia premura ricontattarla per decidere come e cosa fare.
Un’ultima cosa, molto importante: non mi scriva al mio indirizzo qui in paese, non vorrei proprio che la lettera cadesse in mani sbagliate - lei mi capisce – e cominciassero a girare delle male voci…
Le lascio un biglietto con il riferimento a una casella Postale di Rimini, se lo ritiene necessario può rispondermi lì.
Paola G.
Isola delle Rose, 7 maggio
Caro papà,
io non ce la faccio più, mi sembra di impazzire!
Ti scrivo dall’Isola delle Rose dove mi sono rifugiato per sfuggire al tuo sguardo, altrimenti non avrei mai avuto il coraggio di dirti quello che stai per leggere.
Ho fatto una bestiata, una cosa grave, ma grossa grossa…
Mi sono fatto fare su da Francesca come un bambino, non so cosa mi sia successo, il fatto è che mi ha stregato con la sua bellezza, mi sono trovato in balia totale, sottomesso alla sua volontà.
So che non ti è mai piaciuta e forse avevi ragione tu a mettermi in guardia.
Ora guardo nell’abisso di ciò che ho combinato e ho paura e mi vergogno tantissimo.
Hai ricevuto o, spero, ancora no (ma riceverai presto) una lettera da una Signora di Roncofreddo: è un falso! E’ stata scritta da Francesca e, quel che è peggio, è che io ero d’accordo, sono stato d’accordo su tutto fin dall’inizio.
Ma adesso basta, io non ce la faccio più a reggere questo gioco.
Papà sono confuso, da due notti non riesco a dormire, perché il problema è che, se è vero che la lettera è falsa, il suo contenuto è tristemente vero.
Ho circuito quella ragazza, Gabriella, d’accordo con Francesca e l’ho messa incinta, lo scorso mese di marzo quando ci siamo trovati tutti qui su questa maledetta isola, questa finzione di una realtà inesistente (pensa che nei giorni scorsi si sono perfino dichiarati indipendenti!), tutti insieme per dieci lunghi giorni a festeggiare… a festeggiare cosa, poi?
L’idea era quella di ricattarti, sapevamo che sei prossimo alla nomina di direttore della tua filiale e immaginavamo che avresti avuto facile accesso alle casseforti… abbiamo immaginato che pur di mettere tutto a tacere, per evitare lo scandalo del figlio sregolato, avresti pagato una grossa cifra.
Papà, credimi, non so perché mi sono fatto trascinare dentro questa idiozia, ma sono pentito, non faccio che pensare a quella povera ragazza, le ho rovinato la vita e poi quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo, quello sarebbe mio figlio… Oddio papà, cosa ho combinato!!!
Papà, potrai mai perdonarmi? Riuscirò ancora a guardarti negli occhi senza vergognarmi? Se Francesca sapesse che ti sto scrivendo…
Papà io sono qua, ti aspetto, ti prego non chiudere la porta in faccia a questo tuo figlio sconsiderato ma che ora ha solo tanta paura.
Vincenzo
Rimini, 9 maggio
Gent.ma Sig.ra G.
non so se considerare la sua lettera come uno scherzo infantile o come lo scritto di una persona adulta sciocca e presuntuosa; o, forse, con ogni probabilità, semplicemente una mitomane.
Dunque, se ho ben capito, io dovrei credere, sulla base di una paginetta scritta da una mano poco più che adolescenziale, che mio figlio abbia messo incinta sua figlia la quale, povera cucciola, è spaventata e continua a piangere in quanto proprio non se lo aspettava…
Non ho potuto parlare con mio figlio in quanto da qualche giorno è a fare lo scemo con i suoi amici sulla fantomatica Isola delle Rose ma domani non esiterò a raggiungerlo e a chiedergli spiegazioni.
Nel frattempo lei mi chiede di non risponderle al suo indirizzo per evitare che il paese parli?
Ma si rende conto di cosa scrive?
Inserisce nella lettera informazioni riservatissime sul mio lavoro che non so come abbia avuto e, velatamente, tra le righe, accenna ad aggiustamenti economici.
Ma lei immagina che con questa lettera io potrei farle passare dei guai seri?
Io non ho nemmeno idea se i nostri figli si conoscano o meno, non so se sua figlia abbia l’abitudine di andare a letto con il primo che passa, ma francamente mi sembra che la sua sicurezza sia quanto meno azzardata.
Non ho intenzione di dilungarmi oltre in queste righe, è talmente assurda, lo ripeto ancora una volta, la sua lettera che non meriterebbe nemmeno questa risposta ma siccome siamo persone “civili” io e mia moglie siamo disposti a incontrarla (se lo vorrà, anche se non penso che sia questa la sua “vera” intenzione) dove vorrà in uno dei prossimi giorni.
Claudio C.
Dal Corriere della Sera del 13 maggio 1968
TRAGEDIA IN UNA SCUOLA DI CESENA
(…) quando una bidella, non vedendo ricomparire la studentessa Gabriella L. che si era recata in bagno, entrava a controllare se fosse tutto a posto e trovava la finestra che affaccia sul cortile spalancata.
Affacciatasi scorgeva il corpo della studentessa esanime tre piani più sotto (…)
(…) accanto al lavandino una busta chiusa contenente una lettera straziante della ragazza (…)
Ho deciso di andarmene, non posso rimanere oltre qui.
E porto con me il mio piccolo innocente essere umano che non merita di venire in questo mondo pieno di indifferenza e crudeltà.
Me ne vado perché mi avete usata, tradita, umiliata e poi gettata via.
Me ne vado portando con me la crudeltà di mia cugina Francesca, la persona che più amavo e di cui più mi fidavo.
Me ne vado portando con me la sciocca inutilità di Vincenzo dal quale ho creduto di imparare la parola amore e che è soltanto una povera marionetta.
Ma soprattutto me ne vado portando con me gli occhi freddi e privi d’amore con cui, mamma, mi hai chiuso il tuo cuore; senza nemmeno provare a capire come mi stavo sentendo mentre urlavi le tue accuse, i tuoi crudeli insulti, incapace di vedere il mio cuore che esplodeva di vergogna e di tristezza.
Me ne vado da questo bagno dove solo pochi giorni fa, mentre vomitavo, improvvisamente ho capito che la mia vita non sarebbe stata più la stessa, i miei sogni non sarebbero stati più gli stessi; dove pensavo, però, che le persone che amavo e di cui mi fidavo mi avrebbero aiutato a sconfiggere la paura del futuro.
Spero solo che sentirete tutti terribilmente la mia mancanza…
G.
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Re: Gabriella
Un racconto epistolare ambientato nei miei luoghi, nella mia Rimini, e quindi solo per questo posso dirti che ho letto il tuo lavoro con curiosità e piacere.
Sullo sfondo la vicenda dell'Isola delle Rose, storia di cui sono a conoscenza in modo superficiale e che non conosco nel dettaglio, quindi mi hai dato anche l'assist per vedere il film uscito nei mesi scorsi.
Direi che l'intreccio è costruito bene, anche se cinque lettere diverse possono dare al lettore un sentore di leggera slegatura, di poca amalgama e unità del brano. Comunque, detto questo, per mettere in pratica il tuo progetto hai adottato secondo me il modo più funzionale.
Le singole lettere mi paiono impostate abbastanza bene, strutturate in modo credibile. Ti segnale solo due o tre passaggi che forse andrebbero aggiustati:
Roncofreddo 5 maggio(lettera n.3):Non voglio dilungarmi oltre, la rabbia e il dolore che provo in questo momento sono troppo profondi per dilungarmi oltre. Ripetizione dilungarmi
e cominciassero a girare delle male voci… Brutte voci, voci malevole
Isola delle Rose 7 maggio(lettera 4): Mi sono fatto fare su da Francesca come un bambino, Mi sono fatto fare su forse è un modo di dire locale, però io non l'ho mai sentito
e poi quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo Il verbo impiantare detto da un ragazzo sconvolto mi sembra poco appropriato, stona.
Sul suicidio finale mi rimane il dubbio se sia pura finzione, oppure riprenda un dramma effettivamente verificatosi. Magari è qualcosa di legato ai fatti dell'Isola delle Rose, ma non conoscendo nel dettaglio i fatti forse mi perdo alcuni riferimenti. E anche qui mi balza all'occhio il riferimento al Corriere delle Sera 1968, cosa che potrebbe anche essere, però istintivamente collocherei questa notizia più su un giornale locale come Il Resto del Carlino. Comunque nel complesso mi sembra un racconto decisamente positivo.
Sullo sfondo la vicenda dell'Isola delle Rose, storia di cui sono a conoscenza in modo superficiale e che non conosco nel dettaglio, quindi mi hai dato anche l'assist per vedere il film uscito nei mesi scorsi.
Direi che l'intreccio è costruito bene, anche se cinque lettere diverse possono dare al lettore un sentore di leggera slegatura, di poca amalgama e unità del brano. Comunque, detto questo, per mettere in pratica il tuo progetto hai adottato secondo me il modo più funzionale.
Le singole lettere mi paiono impostate abbastanza bene, strutturate in modo credibile. Ti segnale solo due o tre passaggi che forse andrebbero aggiustati:
Roncofreddo 5 maggio(lettera n.3):Non voglio dilungarmi oltre, la rabbia e il dolore che provo in questo momento sono troppo profondi per dilungarmi oltre. Ripetizione dilungarmi
e cominciassero a girare delle male voci… Brutte voci, voci malevole
Isola delle Rose 7 maggio(lettera 4): Mi sono fatto fare su da Francesca come un bambino, Mi sono fatto fare su forse è un modo di dire locale, però io non l'ho mai sentito
e poi quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo Il verbo impiantare detto da un ragazzo sconvolto mi sembra poco appropriato, stona.
Sul suicidio finale mi rimane il dubbio se sia pura finzione, oppure riprenda un dramma effettivamente verificatosi. Magari è qualcosa di legato ai fatti dell'Isola delle Rose, ma non conoscendo nel dettaglio i fatti forse mi perdo alcuni riferimenti. E anche qui mi balza all'occhio il riferimento al Corriere delle Sera 1968, cosa che potrebbe anche essere, però istintivamente collocherei questa notizia più su un giornale locale come Il Resto del Carlino. Comunque nel complesso mi sembra un racconto decisamente positivo.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
Ciao autore
Non conoscevo i fatti dell’isola delle Rose quindi ti ringrazio per aver proposto questo episodio così particolare del 1968. Non ho visto ancora il film e colmerò anche questa lacuna.
Forse il racconto in forma epistolare non è la forma più appropriata per affrontare l’argomento che hai scelto, ma il rispetto del paletto era dovuto.
Sono lettere molto ravvicinate nelle date e trovo assai poco probabile che il contenuto potesse essere espresso nei termini che hai scelto, ma la storia ha un proprio sviluppo e si segue abbastanza bene.
Ci sono degli aspetti da rivedere a livello di linguaggio. Come ti ha già segnalato Byron, la frase
“ quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo, è davvero bruttina. Anche questa:
“ Mi sono fatto fare su da Francesca come un bambino,” la trovo eccessivamente colloquiale e stona con “questa maledetta isola, questa finzione di una realtà inesistente” scritto poche righe più sotto.
La storia del ricatto al padre non mi ha convinta molto.
Nell’insieme un lavoro discreto e forse penalizzato dai limiti imposti dal concorso.
Non conoscevo i fatti dell’isola delle Rose quindi ti ringrazio per aver proposto questo episodio così particolare del 1968. Non ho visto ancora il film e colmerò anche questa lacuna.
Forse il racconto in forma epistolare non è la forma più appropriata per affrontare l’argomento che hai scelto, ma il rispetto del paletto era dovuto.
Sono lettere molto ravvicinate nelle date e trovo assai poco probabile che il contenuto potesse essere espresso nei termini che hai scelto, ma la storia ha un proprio sviluppo e si segue abbastanza bene.
Ci sono degli aspetti da rivedere a livello di linguaggio. Come ti ha già segnalato Byron, la frase
“ quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo, è davvero bruttina. Anche questa:
“ Mi sono fatto fare su da Francesca come un bambino,” la trovo eccessivamente colloquiale e stona con “questa maledetta isola, questa finzione di una realtà inesistente” scritto poche righe più sotto.
La storia del ricatto al padre non mi ha convinta molto.
Nell’insieme un lavoro discreto e forse penalizzato dai limiti imposti dal concorso.
Petunia- Moderatore
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Re: Gabriella
Sicuramente vedrò il film con il bravo Elio Germano e saprò tutto sulla breve vita dell'isola delle rose e sullo sfortunato tentativo di renderla un microstato indipendente.
Lo scambio epistolare del racconto finisce in tragedia e pure su questo dovrò informarmi.
Rimando il mio giudizio a altra occasione, la tua scrittura è buona, ma hai investito le tue possibilità in argomenti che non conoscevo e non mi sento di giudicarli, giudicarti, con leggerezza. In questo caso l'argomentazione è talmente particolare che quasi conta più della tua bellezza di scrittura.
Lo scambio epistolare del racconto finisce in tragedia e pure su questo dovrò informarmi.
Rimando il mio giudizio a altra occasione, la tua scrittura è buona, ma hai investito le tue possibilità in argomenti che non conoscevo e non mi sento di giudicarli, giudicarti, con leggerezza. In questo caso l'argomentazione è talmente particolare che quasi conta più della tua bellezza di scrittura.
Ospite- Ospite
Re: Gabriella
Il grande pregio di questo racconto è lo scambio epistolare con tutte mani diverse che lo scrivono (a parte la prima e l'ultima, che aprono e chiudono il cerchio).
Almeno, a me come idea è piaciuta molto.
E l'ho trovata anche ben resa stilisticamente, nel senso che si sente una mano leggermente diversa dietro ciascuna lettera, a buona rappresentazione del personaggio scrivente.
C'è qualche espressione venuta male, su tutti il bambino impiantato che mi ha fatto venire un assalto di ipocondria, ma nel complesso è un lavoro che si legge bene e in maniera fluida.
Anche tu tra l'altro hai scelto l'Isola delle Rose, non male come combinazione per una storia non proprio tra le più note.
Sulla vicenda, temevo che il finale non promettesse rose e fiori. Secondo me hai saputo conciliare bene la situazione iniziale, apparentemente normale, con quello che ne è il graduale tragico sviluppo.
Nonostante il riferimento al Corriere della Sera non credo la storia sia basata su un vero fatto di cronaca (in rete non ho trovato nulla) ma chissà.
Sicuramente un buon lavoro da tenere in conto.
Almeno, a me come idea è piaciuta molto.
E l'ho trovata anche ben resa stilisticamente, nel senso che si sente una mano leggermente diversa dietro ciascuna lettera, a buona rappresentazione del personaggio scrivente.
C'è qualche espressione venuta male, su tutti il bambino impiantato che mi ha fatto venire un assalto di ipocondria, ma nel complesso è un lavoro che si legge bene e in maniera fluida.
Anche tu tra l'altro hai scelto l'Isola delle Rose, non male come combinazione per una storia non proprio tra le più note.
Sulla vicenda, temevo che il finale non promettesse rose e fiori. Secondo me hai saputo conciliare bene la situazione iniziale, apparentemente normale, con quello che ne è il graduale tragico sviluppo.
Nonostante il riferimento al Corriere della Sera non credo la storia sia basata su un vero fatto di cronaca (in rete non ho trovato nulla) ma chissà.
Sicuramente un buon lavoro da tenere in conto.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
Mi hai intristito con questa tua storia. Quando succedono fatti del genere mi sembra sempre che nessuno faccia abbastanza per risolvere una situazione che a guardar bene è molto semplice. Nasce una nuova creatura e avrà anche una nonna oltre magari quel ragazzo che è suo padre per una sola notte di sesso. Poi c'è il banchiere che potrebbe provvedere, invece anche lui... Ma in che mondo viviamo! Mi hai toccato dei sentimenti antichi. Brav@
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
Ciao, ho letto davvero con tanta curiosità e scorrevolezza.
Mi piace per come è scritto, però secondo il mio punto di vista ci sono troppi errori di punteggiatura, soprattutto nell'utilizzo dei punti di sospensione.
I paletti sono rispettati, il genere credo sia perfetto, preferisco un po' meno tutto l'intreccio col padre e la lettera finta, però un bel lavoro!
Mi piace per come è scritto, però secondo il mio punto di vista ci sono troppi errori di punteggiatura, soprattutto nell'utilizzo dei punti di sospensione.
I paletti sono rispettati, il genere credo sia perfetto, preferisco un po' meno tutto l'intreccio col padre e la lettera finta, però un bel lavoro!
miichiiiiiiiiiii- Younglings
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Re: Gabriella
Luci e ombre, in questo racconto.
Mi è piaciuta l’idea del “ribaltamento” che emerge nella lettera di Vincenzo, la rivelazione del piano dei due ragazzi. Il piano mi sembra però davvero molto ingenuo: come fanno a pensare che il padre, prima di versare tanto denaro, non provveda a prendere contatti concreti con la famiglia di Gabriella e quindi non venga a sapere che la lettera della madre è un falso?
Ingenuo è anche da parte loro mettere sulla lettera al padre di Vincenzo, evidentemente, il vero indirizzo dei genitori di Gabriella.
E infatti, da quanto ho capito, il padre manda la lettera all’indirizzo di Roncofreddo.
Da questo poi scaturisce il dramma conclusivo.
Sia lo sgomento di Gabriella che il suicidio mi sembrano invece molto realistici e in tono con il 1968: mia mamma mi raccontava che non osava nemmeno farsi vedere in compagnia dei maschi da sola, per paura di essere considerata una ragazza poco seria. Quindi, però, non capisco come Gabriella, una ragazza che ancora va a scuola, abbia potuto passare dieci giorni fuori casa con una compagnia di amici, tra l’altro a marzo, durante il periodo scolastico (a meno che non si trattasse delle vacanze di Pasqua, ma dieci giorni sono comunque tanti). Nel 1968 la maggiore età era ancora a 21 anni, quindi vedo ancora più difficile che i genitori, in questo clima, si siano fidati a mandarla via tanto a lungo con gli amici. A meno che lei non avesse mentito, dicendo che andava dalla cugina Francesca, ma anche questo dal testo non emerge.
La frase “sulla base di una paginetta scritta da una mano poco più che adolescenziale” sembra scritta in modo specifico per il lettore.
Il figlio “impiantato” nel corpo non mi piace.
In conclusione, se di per sé la storia è interessante, trovo che ci siano però molti buchi logico-narrativi. A meno che la storia non sia vera e che l'autore non abbia fatto altro che riportarla: spesso la realtà supera la fantasia e, si sa, i piani criminali spesso sono molto imperfetti.
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Re: Gabriella
La storia è interessante e prende parecchio, purtroppo brucia velocemente lasciando un finale tragico e l'amaro in bocca. Una stesura più sviluppata fuori dai limiti imposti potrebbe risultare migliore.
La scrittura è buona, con qualche piccolo refuso o qualche periodo non sempre convincente. (oltre a quelli già citati ti segnalo anche "ma cercherò di parlargli quanto prima possibile" quel "possibile" è superfluo e ridondante dal mio punto di vista.
Un buon lavoro che paga forse il poco spazio a disposizione.
Complimenti.
Grazie
La scrittura è buona, con qualche piccolo refuso o qualche periodo non sempre convincente. (oltre a quelli già citati ti segnalo anche "ma cercherò di parlargli quanto prima possibile" quel "possibile" è superfluo e ridondante dal mio punto di vista.
Un buon lavoro che paga forse il poco spazio a disposizione.
Complimenti.
Grazie
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Re: Gabriella
Posso essere onesto?
Il racconto non mi ha preso e neanche commosso nonostante il finale drammatico.
La storia mi sembra tratta da un fotoromanzo, senza avere il fascino un po' kitsch e crepuscolare del modernariato.
Chiedo scusa per la sincerità, ma come dico dalle parti in cui vivo: non mi so tenere il cecio in bocca.
Il racconto non mi ha preso e neanche commosso nonostante il finale drammatico.
La storia mi sembra tratta da un fotoromanzo, senza avere il fascino un po' kitsch e crepuscolare del modernariato.
Chiedo scusa per la sincerità, ma come dico dalle parti in cui vivo: non mi so tenere il cecio in bocca.
gipoviani- Padawan
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Re: Gabriella
Vorrei cominciare dalla parte puramente tecnica. Premetto che la spontaneità di una lettera, la sua vera essenza, non consente di certo agli scriventi di pensare troppo alla forma. Guai se fosse così. Ma questo è un concorso di scrittura e siccome voglio lo scettro di miglior commentatore (scherzo eh), non posso far a meno di notare quanto segue.
"Il mese scorso mi è saltato il ciclo ma non ci ho fatto molto caso; da qualche giorno,"
"Il mese scorso mi è saltato il ciclo, ma non ci ho fatto molto caso. Da qualche giorno,"
"Non posso confidarmi con nessuno qui, se lo dicessi alle mie amiche ho paura che potrebbero lasciarselo scappare, nessuno qui al paese deve sapere, altrimenti sono certa che la mamma ne verrebbe a conoscenza in pochissimo tempo e allora… non voglio nemmeno pensarci."
Troppo lungo.
"Non posso confidarmi con nessuno qui. Se lo dicessi alle mie amiche, ho paura che potrebbero lasciarselo scappare. Al paese nessuno deve sapere! Sono certa che la mamma ne verrebbe a conoscenza in pochissimo tempo. Non voglio nemmeno pensarci!"
"Il mese scorso mi è saltato il ciclo ma non ci ho fatto molto caso; da qualche giorno,"
"Il mese scorso mi è saltato il ciclo, ma non ci ho fatto molto caso. Da qualche giorno,"
"Non posso confidarmi con nessuno qui, se lo dicessi alle mie amiche ho paura che potrebbero lasciarselo scappare, nessuno qui al paese deve sapere, altrimenti sono certa che la mamma ne verrebbe a conoscenza in pochissimo tempo e allora… non voglio nemmeno pensarci."
Troppo lungo.
"Non posso confidarmi con nessuno qui. Se lo dicessi alle mie amiche, ho paura che potrebbero lasciarselo scappare. Al paese nessuno deve sapere! Sono certa che la mamma ne verrebbe a conoscenza in pochissimo tempo. Non voglio nemmeno pensarci!"
I . e le esclamazioni ! conferirebbero, a mio modesto avviso, più peso allo stato d'ansia in cui versa, comprensibilmente, Gabriella.
"Ho paura, Francesca, tantissima paura, cosa faccio adesso? E anche vergogna…"
Secondo me, per lo stesso motivo di cui sopra:
"Ho paura, Francesca, tantissima paura, cosa faccio adesso? Che vergogna!"
"Vorrei solo piangere, in continuazione, vorrei urlare, vorrei che tutto questo non fosse vero."
"Vorrei piangere in continuazione, urlare; vorrei che tutto questo non fosse vero!"
oppure
"Vorrei solo piangere, urlare! Vorrei che tutto questo non fosse vero."
"Mi sono fidata di lui, sembrava così sicuro, così tranquillo, mi ripeteva in continuazione di non preoccuparmi, che sapeva come fare che non sarebbe successo nulla;"
Secondo me:
Mi sono fidata di lui, sembrava così sicuro, così tranquillo, mi ripeteva in continuazione di non preoccuparmi, che sapeva come fare e che non sarebbe successo nulla."
e di seguito, troppo lungo per l'impronta d'ansia che hai voluto dare di Gabriella (coerentemente, peraltro):
"era così dolce, così rassicurante e poi, lo sai, la prima volta, mi sembrava di vivere una favola, era così tutto straordinario, Vincenzo così bello e sicuro, l’atmosfera di festa che si respirava sull’Isola, l’eccitazione di tutti per quello che stava accadendo."
"Era così dolce, così rassicurante. Lo sai, la prima volta, mi sembrava di vivere una favola, era così tutto straordinario. Il bel Vincenzo, l’atmosfera di festa che si respirava sull’Isola, l’eccitazione di tutti per quello che stava accadendo."
Che Vincenzo fosse sicuro di ciò che faceva l'avevi già detto prima, per cui mi è sembrata una ripetizione superflua.
La prima lettera credo sia quella che soffra di più la punteggiatura ballerina. Non lo stesso si può dire della seconda, quando Francesca risponde a Gabriella, dove mi sembra non siano state commesse le stesse imprecisioni che ti ho segnalato sopra. Non so se in "Isola delle Rose" la maiuscola di isola sia corretta. [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]?
"So che lei sta per diventare direttore della filiale della Banca A. in cui lavora da anni per cui ritengo che abbia le risorse per far fronte a questo assai spiacevole evento.
Cerchi di capirmi, non vorrei corresse a conclusioni affrettate… non sto assolutamente cercando di ricattarla, lungi da me un simile pensiero; ma di fronte al dramma che la mia bambina sta vivendo ritengo che ognuno debba farsi carico dei propri doveri e sono certa che lei non vorrà tirarsi indietro.
Non voglio dilungarmi oltre, la rabbia e il dolore che provo in questo momento sono troppo profondi per dilungarmi oltre."
"So che lei sta per diventare direttore della filiale della Banca A. per cui ritengo che abbia le risorse per far fronte a questo assai spiacevole evento.
Cerchi di capirmi, non vorrei corresse a conclusioni affrettate, per cui non sto assolutamente cercando di ricattarla. Di fronte al dramma che la mia bambina sta vivendo ritengo che ognuno debba farsi carico dei propri doveri e sono certa che lei non vorrà tirarsi indietro.
La rabbia e il dolore che provo in questo momento sono troppo profondi per dilungarmi oltre."
Ho fatto qualche taglio snellente. Non me ne volere.
"Mi prendo qualche giorno con la mia bambina per riavermi e cercare di capire cosa tutto questo comporterà per il futuro dei “nostri” figli”
Le virgolette, tra l'altro separate, su nostri e figli non le ho capite.
"le ho rovinato la vita e poi quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo,"
Già notato. Impiantato sta proprio male. Sa di fecondazione assistita.
"ti prego non chiudere la porta in faccia a questo tuo figlio sconsiderato ma che ora ha solo tanta paura."
"ti prego di non chiudere la porta in faccia a questo tuo figlio sconsiderato che ora ha solo tanta paura." Aggiunto il "di", tolto il "ma".
"Gent.ma Sig.ra G.
non so se considerare la sua lettera come uno scherzo infantile o come lo scritto di una persona adulta sciocca e presuntuosa; o, forse, con ogni probabilità, semplicemente una mitomane."
Meglio, secondo me:
"Gent.ma Sig.ra G.,
non so se considerare la sua lettera come uno scherzo infantile o come lo scritto di una persona adulta sciocca e presuntuosa. Con ogni probabilità invece, lei è semplicemente una mitomane."
Cerchi di capirmi, non vorrei corresse a conclusioni affrettate… non sto assolutamente cercando di ricattarla, lungi da me un simile pensiero; ma di fronte al dramma che la mia bambina sta vivendo ritengo che ognuno debba farsi carico dei propri doveri e sono certa che lei non vorrà tirarsi indietro.
Non voglio dilungarmi oltre, la rabbia e il dolore che provo in questo momento sono troppo profondi per dilungarmi oltre."
"So che lei sta per diventare direttore della filiale della Banca A. per cui ritengo che abbia le risorse per far fronte a questo assai spiacevole evento.
Cerchi di capirmi, non vorrei corresse a conclusioni affrettate, per cui non sto assolutamente cercando di ricattarla. Di fronte al dramma che la mia bambina sta vivendo ritengo che ognuno debba farsi carico dei propri doveri e sono certa che lei non vorrà tirarsi indietro.
La rabbia e il dolore che provo in questo momento sono troppo profondi per dilungarmi oltre."
Ho fatto qualche taglio snellente. Non me ne volere.
"Mi prendo qualche giorno con la mia bambina per riavermi e cercare di capire cosa tutto questo comporterà per il futuro dei “nostri” figli”
Le virgolette, tra l'altro separate, su nostri e figli non le ho capite.
"le ho rovinato la vita e poi quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo,"
Già notato. Impiantato sta proprio male. Sa di fecondazione assistita.
"ti prego non chiudere la porta in faccia a questo tuo figlio sconsiderato ma che ora ha solo tanta paura."
"ti prego di non chiudere la porta in faccia a questo tuo figlio sconsiderato che ora ha solo tanta paura." Aggiunto il "di", tolto il "ma".
"Gent.ma Sig.ra G.
non so se considerare la sua lettera come uno scherzo infantile o come lo scritto di una persona adulta sciocca e presuntuosa; o, forse, con ogni probabilità, semplicemente una mitomane."
Meglio, secondo me:
"Gent.ma Sig.ra G.,
non so se considerare la sua lettera come uno scherzo infantile o come lo scritto di una persona adulta sciocca e presuntuosa. Con ogni probabilità invece, lei è semplicemente una mitomane."
La prima lettera è quella meno riuscita secondo me in quanto a spontaneità. Ed è un peccato, poiché è il "sugo della storia". La migliore invece, sia tecnicamente che emotivamente, sempre secondo il mio modesto parere, è la lettera confessione di Vincenzo al padre.
L'intreccio della trama è nel complesso buono ma perfettibile. La lettera di Paola G., madre di Gabriella, al padre di Vincenzo sembra veramente falsa, frutto di una macchinazione. Che però non regge benissimo perché, almeno per me, la risposta di Claudio sarebbe anch'essa falsa, anche considerata la confessione di Vincenzo tramite una missiva arrivata prima, se ho capito bene. Ecco il punto debole. Questo non inficia la bontà del testo nel complesso, che ho trovato comunque godibile.
L'ultima parte, con l'articolo di giornale, è una scelta dell'autore che rispetto, ma io avrei concentrato le forze, e i caratteri, puntando tutto sulla lettera d'addio della povera Gabriella, senza tirare in mezzo la cronaca.
Indipendenza dell'isola delle Rose. M'informerò, grazie per avermi impiantato la pulce.
______________________________________________________
"Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci lectorem delectando pariterque monendo."
"Ottiene il risultato migliore chi - nell'opera letteraria - ha saputo unire l'utile col piacevole, divertendo e ammaestrando nello stesso momento il lettore."
Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344
Avei l'amel su i laver e 'l cutel an sacòcia.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Gabriella
Ad una prima veloce lettura il racconto mi era piaciuto, salvo poi scadere ad una lettura più attenta. Ho trovato incertezze nella punteggiatura e frasi che non girano proprio al meglio.
Il titolo non incuriosiva, ma decidere il titolo è sempre arduo.
La trama sembra presa, come già detto, da un fotoromanzo ma, se invece che il genere epistolare – che impone un certo modello di scrittura - si fosse trattato di un racconto normale, penso che sarebbe riuscito meglio.
L’ultima frase – terribile - Spero solo che sentirete tutti terribilmente la mia mancanza… è di una umanità sconvolgente: non mi avete aiutato, mi avete chiuso la porta in faccia, ora fate i conti con la vostra coscienza.
Io aggiungo: anche con il giudizio della gente, che soprattutto nei piccoli paesi, ha sempre un dito in più nella mano per puntare contro le mancanze del prossimo, e occhi ciechi per guardarsi in casa propria.
In un romanzo partendo da questa frase e andando a ritroso nel tempo penso avresti potuto sviluppare bene il tema di una richiesta di aiuto caduta nel vuoto, assieme alla sensazione di Gabriella di essere stata tradita da tutti quelli che avrebbero invece dovuto proteggerla.
Detto questo, ti faccio notare mie perplessità:
- i cognomi con le sole iniziali: si tratta di corrispondenza, come posso risponderti se non ho un nome e un cognome completi
- le date troppo ravvicinate: le poste italiane purtroppo non hanno mai brillato per l’efficienza, quindi andavano gestite meglio, anche rimanendo nell’ambito del maggio.
- Dopo aver letto un altro racconto sempre sull’Isola delle Rose, la piccola nazione è stata proclamata il 1° maggio, mi ero documentata e non credo che a marzo potesse essere già agibile, ma magari non ho trovato tutte le informazioni.
I paletti sono presenti ma non mi soddisfano: il bagno e la scuola sono poco trattati, immaginare poi che un direttore di filiale possa mettere mano ai soldi in cassaforte a suo piacimento, per favore no!
Il personaggio, anzi la lettera, che meno mi è piaciuta è quella di Vincenzo. Troppo falsamente melodrammatica (sfuggire al tuo sguardo, stregato con la sua bellezza, ora guardo nell’abisso...potrai mai perdonarmi ecc.) e lui ne esce come uno stupidotto da quattro soldi, codardo per di più perché alla fine addossa tutta la colpa a Francesca, poverino!
Il racconto rimane discreto come idea di fondo, ma mi pare scritto in fretta, senza molta cura nel trattare i personaggi e questo lo penalizza.
Il titolo non incuriosiva, ma decidere il titolo è sempre arduo.
La trama sembra presa, come già detto, da un fotoromanzo ma, se invece che il genere epistolare – che impone un certo modello di scrittura - si fosse trattato di un racconto normale, penso che sarebbe riuscito meglio.
L’ultima frase – terribile - Spero solo che sentirete tutti terribilmente la mia mancanza… è di una umanità sconvolgente: non mi avete aiutato, mi avete chiuso la porta in faccia, ora fate i conti con la vostra coscienza.
Io aggiungo: anche con il giudizio della gente, che soprattutto nei piccoli paesi, ha sempre un dito in più nella mano per puntare contro le mancanze del prossimo, e occhi ciechi per guardarsi in casa propria.
In un romanzo partendo da questa frase e andando a ritroso nel tempo penso avresti potuto sviluppare bene il tema di una richiesta di aiuto caduta nel vuoto, assieme alla sensazione di Gabriella di essere stata tradita da tutti quelli che avrebbero invece dovuto proteggerla.
Detto questo, ti faccio notare mie perplessità:
- i cognomi con le sole iniziali: si tratta di corrispondenza, come posso risponderti se non ho un nome e un cognome completi
- le date troppo ravvicinate: le poste italiane purtroppo non hanno mai brillato per l’efficienza, quindi andavano gestite meglio, anche rimanendo nell’ambito del maggio.
- Dopo aver letto un altro racconto sempre sull’Isola delle Rose, la piccola nazione è stata proclamata il 1° maggio, mi ero documentata e non credo che a marzo potesse essere già agibile, ma magari non ho trovato tutte le informazioni.
I paletti sono presenti ma non mi soddisfano: il bagno e la scuola sono poco trattati, immaginare poi che un direttore di filiale possa mettere mano ai soldi in cassaforte a suo piacimento, per favore no!
Il personaggio, anzi la lettera, che meno mi è piaciuta è quella di Vincenzo. Troppo falsamente melodrammatica (sfuggire al tuo sguardo, stregato con la sua bellezza, ora guardo nell’abisso...potrai mai perdonarmi ecc.) e lui ne esce come uno stupidotto da quattro soldi, codardo per di più perché alla fine addossa tutta la colpa a Francesca, poverino!
Il racconto rimane discreto come idea di fondo, ma mi pare scritto in fretta, senza molta cura nel trattare i personaggi e questo lo penalizza.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Gabriella
Caro Autore,
il tutta onestà il racconto mi è sembrato troppo luci ed ombre.
Nasce da un 'incidente di percorso' come ce ne sono tanti, diventa grottesco nel mezzo e chiude tragico.
Non mi ha però trasmesso emozioni. Anche l'Isola delle Rose, sullo sfondo, potrebbe essere semplicemente una spiaggia di Rimini.
Se è basata su una storia vera non lo so: nel caso il dramma finale avrebbe dovuto essere introdotto in maniera più convincente.
Alla prossima
il tutta onestà il racconto mi è sembrato troppo luci ed ombre.
Nasce da un 'incidente di percorso' come ce ne sono tanti, diventa grottesco nel mezzo e chiude tragico.
Non mi ha però trasmesso emozioni. Anche l'Isola delle Rose, sullo sfondo, potrebbe essere semplicemente una spiaggia di Rimini.
Se è basata su una storia vera non lo so: nel caso il dramma finale avrebbe dovuto essere introdotto in maniera più convincente.
Alla prossima
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
È difficile, dopo un certo numero di commenti, riuscire a dire qualcosa non dico di originale, perché non è questo lo scopo, ma qualcosa che possa essere di qualche utilità all’autore/autrice.
Il genere è rispettato alla grande, salvo la piccola intrusione dell’articolo di giornale sulla tragedia. Così pure gli altri vincoli: bagno, scuola, bancario.
I racconto si snoda in modo armonico, svelando gradualmente la trama della vicenda, consentendo al lettore di non annoiarsi mai.
Ho trovato alcune espressioni da rivedere.
“Ho solo te, Francesca, la mia cuginetta amata”. Stona un po’ perché è evidente che si tratta di un’informazione per il lettore.
“Ho paura, Francesca, tantissima paura, cosa faccio adesso? E anche vergogna…” Esprime bene la confusione di Gabriella, ma è una costruzione che sembra più di un dialogo che una frase scritta in una lettera.
“Ho circuito quella ragazza” “questo tuo figlio sconsiderato…” Sono espressioni più da 1868 che da 1968.
Ho apprezzato molto la lettera-testamento finale che non lascia indifferenti. Un pesante fardello da portare per chi resta.
Un bel lavoro, in ogni caso.
Il genere è rispettato alla grande, salvo la piccola intrusione dell’articolo di giornale sulla tragedia. Così pure gli altri vincoli: bagno, scuola, bancario.
I racconto si snoda in modo armonico, svelando gradualmente la trama della vicenda, consentendo al lettore di non annoiarsi mai.
Ho trovato alcune espressioni da rivedere.
“Ho solo te, Francesca, la mia cuginetta amata”. Stona un po’ perché è evidente che si tratta di un’informazione per il lettore.
“Ho paura, Francesca, tantissima paura, cosa faccio adesso? E anche vergogna…” Esprime bene la confusione di Gabriella, ma è una costruzione che sembra più di un dialogo che una frase scritta in una lettera.
“Ho circuito quella ragazza” “questo tuo figlio sconsiderato…” Sono espressioni più da 1868 che da 1968.
Ho apprezzato molto la lettera-testamento finale che non lascia indifferenti. Un pesante fardello da portare per chi resta.
Un bel lavoro, in ogni caso.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
Car* aut*, la sensazione che ho avuto leggendo il tuo racconto è che fosse una potenziale buona idea come spunto iniziale che hai sacrificato troppo ai paletti imposti finendo per snaturarla.
In effetti i paletti ci sono tutti e direi anche abbastanza coerenti ma è la cosiddetta "sospensione dell'incredulità", quel patto particolare tra narratore e lettore, viene messa un po' troppo a dura prova.
La scrittura mi sembra buona e scorrevole ma manca, come minimo, un'attenta rilettura finale che avrebbe evitato refusi un po' grossolani come quello già segnalato
In effetti i paletti ci sono tutti e direi anche abbastanza coerenti ma è la cosiddetta "sospensione dell'incredulità", quel patto particolare tra narratore e lettore, viene messa un po' troppo a dura prova.
La scrittura mi sembra buona e scorrevole ma manca, come minimo, un'attenta rilettura finale che avrebbe evitato refusi un po' grossolani come quello già segnalato
Forse potrebbe valere la pena riprenderlo al di fuori del contest e cercare di sviluppare meglio una buona idea di partenza.Non voglio dilungarmi oltre, la rabbia e il dolore che provo in questo momento sono troppo profondi per dilungarmi oltre.
paluca66- Maestro Jedi
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Re: Gabriella
Ciao
mi sembra che tu abbia usato meno caratteri di quelli concessi forse così è sembrato a me perché avevo voglia di leggere altro.
Non so se la storia sia vera o meno e poco importa dal momento che hai reso talmente reale il tutto che la verità passa in secondo piano.
Il racconto a me è piaciuto e ho trovato che sia pulito, nella sua semplicità, anche nelle frasi fatte che sembrerebbero un modo di dire della realtà locale.
Unico punto debole, non ho ben capito il motivo per cui Gabriella sarebbe stata raggirata dalla cugina e da Vincenzo.
Solo per ricattare il padre e prendere i soldi mi sembra un motivo debole.
…quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo,…non si può sentire!
Me ne vado portando con me la crudeltà di mia cugina Francesca, la persona che più amavo e di cui più mi fidavo.
Come ha fatto a sapere del tradimento della cugina?
Della stanza da bagno mi pare venga usata solo la finestra da cui si lancia.
Eppure è un racconto che, per le tante voci e in ultimo proprio quella di Gabriella, rimane nella memoria.
mi sembra che tu abbia usato meno caratteri di quelli concessi forse così è sembrato a me perché avevo voglia di leggere altro.
Non so se la storia sia vera o meno e poco importa dal momento che hai reso talmente reale il tutto che la verità passa in secondo piano.
Il racconto a me è piaciuto e ho trovato che sia pulito, nella sua semplicità, anche nelle frasi fatte che sembrerebbero un modo di dire della realtà locale.
Unico punto debole, non ho ben capito il motivo per cui Gabriella sarebbe stata raggirata dalla cugina e da Vincenzo.
Solo per ricattare il padre e prendere i soldi mi sembra un motivo debole.
…quel bimbo che ho impiantato dentro al suo corpo,…non si può sentire!
Me ne vado portando con me la crudeltà di mia cugina Francesca, la persona che più amavo e di cui più mi fidavo.
Come ha fatto a sapere del tradimento della cugina?
Della stanza da bagno mi pare venga usata solo la finestra da cui si lancia.
Eppure è un racconto che, per le tante voci e in ultimo proprio quella di Gabriella, rimane nella memoria.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
Ogni lettore ha affrontato qualche errore, il significato nascosto è che in molti ti vogliono bene.
Se trovo uno sbaglio nel racconto di un autore che mi è indifferente, resta indifferente pure lo sbaglio.
Non sarà così per te.
Va meglio, adesso?
Se trovo uno sbaglio nel racconto di un autore che mi è indifferente, resta indifferente pure lo sbaglio.
Non sarà così per te.
Va meglio, adesso?
Ospite- Ospite
Re: Gabriella
Ho preferito commentare prima l'altro racconto a sfondo Isola delle Rose così lì ho spiegato quello che mi lega a quel magico posto onirico.
Mettere in relazione i due racconti è troppo scontato per non farlo, quindi perdonami se anch'io cado in questo facile tranello per dirti questo: quel racconto aveva un taglio divertente, decisamente umoristico; ed è sicuramente per questo che mi ha caricato di una tristezza assurda che mi ha portato a riflettere su tante cose, a rivivere tante emozioni.
In questo testo, invece, la spiccata drammaticità degli eventi non mi ha coinvolto, non mi sono sentito mai parte della tua storia ma spettatore esterno di lettere altrui. E ci sono i paletti, primo fra tutti il genere, a portare il lettore in questa direzione! Bisogna essere molto abili nell'evitare al lettore la sensazione di essere uno spettatore e fargli vivere invece la vicenda (non è impossibile anche con l'epistolare: sono sicuro che avrai trovato dei racconti, in questo step, che te lo hanno permesso).
In conclusione, per quanto concerne l'abilità di inserire i paletti dello step ci siamo alla grande, ma si nota la difficoltà che hai avuto nella realizzazione finale sia dal numero di caratteri che hai utilizzato (meno della metà del massimo previsto) sia dai numerosi refusi (che - perdonatemi - so non appartenerti).
Non è il tuo lavoro più riuscito insomma, e questo mi dispiace. Ma, nella pausa tra il terzo e il quarto step, maltempo permettendo, sarebbe bello se volessi riprenderlo in mano...
Io sarò lì pronto a leggerlo!
Mettere in relazione i due racconti è troppo scontato per non farlo, quindi perdonami se anch'io cado in questo facile tranello per dirti questo: quel racconto aveva un taglio divertente, decisamente umoristico; ed è sicuramente per questo che mi ha caricato di una tristezza assurda che mi ha portato a riflettere su tante cose, a rivivere tante emozioni.
In questo testo, invece, la spiccata drammaticità degli eventi non mi ha coinvolto, non mi sono sentito mai parte della tua storia ma spettatore esterno di lettere altrui. E ci sono i paletti, primo fra tutti il genere, a portare il lettore in questa direzione! Bisogna essere molto abili nell'evitare al lettore la sensazione di essere uno spettatore e fargli vivere invece la vicenda (non è impossibile anche con l'epistolare: sono sicuro che avrai trovato dei racconti, in questo step, che te lo hanno permesso).
In conclusione, per quanto concerne l'abilità di inserire i paletti dello step ci siamo alla grande, ma si nota la difficoltà che hai avuto nella realizzazione finale sia dal numero di caratteri che hai utilizzato (meno della metà del massimo previsto) sia dai numerosi refusi (che - perdonatemi - so non appartenerti).
Non è il tuo lavoro più riuscito insomma, e questo mi dispiace. Ma, nella pausa tra il terzo e il quarto step, maltempo permettendo, sarebbe bello se volessi riprenderlo in mano...
Io sarò lì pronto a leggerlo!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Gabriella
a me non è dispiaciuto per nulla.
certo non è un capolavoro, però la carica emotiva che trasmette non è da poco, anzi.
situazioni limite, certo, però realistiche al cento per cento e pertanto che possono accadere pure oggi.
magari con risultati finali diversi, ma chi lo sa cosa dice il cuore a ognuno di noi...
qualche errore di punteggiatura, niente altro da segnalare.
certo non è un capolavoro, però la carica emotiva che trasmette non è da poco, anzi.
situazioni limite, certo, però realistiche al cento per cento e pertanto che possono accadere pure oggi.
magari con risultati finali diversi, ma chi lo sa cosa dice il cuore a ognuno di noi...
qualche errore di punteggiatura, niente altro da segnalare.
Arunachala- Admin
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Re: Gabriella
Ciao Aut*
la trama del tuo racconto è veramente bella, interessante ricca di emozione e dramma. Però credo che necessitasse di maggior spazio e tempo per essere sviluppata. Le lettere non sembrano vere e proprie lettere ma piuttosto dei telegrammi. Quello che realmente mi è mancato nel tuo testo è il trasporto emotivo, tutto scorre troppo in fretta. Il finale che hai scritto dovrebbe lasciarmi in una valle di lacrime ma purtroppo non è così. mi spiace.
Come tutti gli altri che hanno partecipato ti faccio i complimenti e ti ringrazio.
la trama del tuo racconto è veramente bella, interessante ricca di emozione e dramma. Però credo che necessitasse di maggior spazio e tempo per essere sviluppata. Le lettere non sembrano vere e proprie lettere ma piuttosto dei telegrammi. Quello che realmente mi è mancato nel tuo testo è il trasporto emotivo, tutto scorre troppo in fretta. Il finale che hai scritto dovrebbe lasciarmi in una valle di lacrime ma purtroppo non è così. mi spiace.
Come tutti gli altri che hanno partecipato ti faccio i complimenti e ti ringrazio.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
Ciao e grazie per averci resi partecipi del tuo racconto.
Le pulci:
1. Avevo già segnato alcune frasi che non mi convincevano, ma altri te le hanno già indicate, la mia sarebbe una inutile ripetizione.
2. Frasi, facilmente spezzabili, risultano troppo lunghe e appesantiscono la lettura.
3. La trama c'è ma è poco attrattiva, poco originale, ingenua.
Piacevolezza di lettura :
Buona, a parte i refusi scrivi bene. È proprio la storia che è deboluccia. E infatti la tua arte l'hai messa in atto caricando i personaggi, ammantandoli di difetti, disperazioni, cinismi, ingenuità proprio per reggere una storia da rotocalco. Come anticipato, non è male ma se non fosse per le regole del concorso non lo leggerei perché non rientrerei nel target di lettori a cui ti rivolgi. Ma è bello mettersi in gioco, pertanto complimenti e a rileggerti.
Le pulci:
1. Avevo già segnato alcune frasi che non mi convincevano, ma altri te le hanno già indicate, la mia sarebbe una inutile ripetizione.
2. Frasi, facilmente spezzabili, risultano troppo lunghe e appesantiscono la lettura.
3. La trama c'è ma è poco attrattiva, poco originale, ingenua.
Piacevolezza di lettura :
Buona, a parte i refusi scrivi bene. È proprio la storia che è deboluccia. E infatti la tua arte l'hai messa in atto caricando i personaggi, ammantandoli di difetti, disperazioni, cinismi, ingenuità proprio per reggere una storia da rotocalco. Come anticipato, non è male ma se non fosse per le regole del concorso non lo leggerei perché non rientrerei nel target di lettori a cui ti rivolgi. Ma è bello mettersi in gioco, pertanto complimenti e a rileggerti.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
Il tuo racconto non mi ha convinto.
La storia è tragicamente lineare e piuttosto verosimile, anche se manca qualche dettaglio per far comprendere meglio al lettore le varie dinamiche (tipo, una ragazza di 16 anni nel 1968 va in vacanza senza i genitori? può essere ma allora ha dei genitori liberali e questo non mi sembra proprio, dato che Gabriella si toglie la vita - e questi dettagli sono importanti, te lo assicuro).
L'intrigo ordito da Francesca e Vincenzo che motivazioni ha? I soldi? L'invidia di Francesca nei confronti di Gabriella? (Vincenzo sembra sia solo succube della maliarda Francesca e anche questo lo rende antipatico, com'è giusto che sia, ma potrebbe anche avere altre motivazioni, l'astio verso il padre o chissà).
Questi punti oscuri non mi fanno apprezzare totalmente la storia.
Qui c'è da ampliare e da far capire anche al lettore le dinamiche che per te sono così chiare.
Qualche dettaglio aggiuntivo, allungare il testo delle lettere per farci capire meglio anche i personaggi e le loro motivazioni reali.
Un lavoro discreto che ha ampissimi margini di miglioramento.
Ele
La storia è tragicamente lineare e piuttosto verosimile, anche se manca qualche dettaglio per far comprendere meglio al lettore le varie dinamiche (tipo, una ragazza di 16 anni nel 1968 va in vacanza senza i genitori? può essere ma allora ha dei genitori liberali e questo non mi sembra proprio, dato che Gabriella si toglie la vita - e questi dettagli sono importanti, te lo assicuro).
L'intrigo ordito da Francesca e Vincenzo che motivazioni ha? I soldi? L'invidia di Francesca nei confronti di Gabriella? (Vincenzo sembra sia solo succube della maliarda Francesca e anche questo lo rende antipatico, com'è giusto che sia, ma potrebbe anche avere altre motivazioni, l'astio verso il padre o chissà).
Questi punti oscuri non mi fanno apprezzare totalmente la storia.
Qui c'è da ampliare e da far capire anche al lettore le dinamiche che per te sono così chiare.
Qualche dettaglio aggiuntivo, allungare il testo delle lettere per farci capire meglio anche i personaggi e le loro motivazioni reali.
Un lavoro discreto che ha ampissimi margini di miglioramento.
Ele
Hellionor- Admin
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Re: Gabriella
A me invece il racconto è piaciuto e anche molto. Non so bene neanche perché, forse perché i personaggi sono molto dinamici (strano a dirsi in un racconto epistolare), forse perfino macchie, maschere, ecco, rappresentano insomma degli stereotipi del tempo, degli anni sessanta. Non nego ci siano delle criticità, come il fatto che Gabriella stia 10 giorni da sola a festeggiare pur avendo solo 16 anni e una madre molto severa a altre cose che sono già state evidenziate e non ripeto, ma l'intreccio l'ho trovato ben studiato e convincente. Ecco, un'altra cosa che mi ha convinto poco è la lettera di Vincenzo, sta confessando una cosa terribile e lo fa troppo compassato (già farlo per lettera è una forzatura, ci si aspetterebbe una confessione così soli di persona) lo fa con una presa di coscienza troppo lucida per un ragazzo di quell'età e con una caratura morale direi rasente lo zero.
Per il resto ripeto, a me è piaciuto, complimenti.
Per il resto ripeto, a me è piaciuto, complimenti.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Gabriella
Ho trovato la tua storia abbastanza inverosimile, condivido, senza ripeterle tutte le osservazioni di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] . La forma poi non mi ha trascinato: ho trovato gli eventi raccontati senza trasmettere emozioni, almeno a me. Mi ha lasciato davvero perplesso l’ultima lettera di Gabriella; non sono un esperto di biglietti d’addio ma faccio fatica a immaginare un adolescente incinta che decide di suicidarsi e usa il suo ultimo tempo per affidare alla carta un tale carico di odio, di cattiveria. Forse sono troppo ottimista circa il genere umano.
Re: Gabriella
L'intreccio è notevole. Terribile, a pensarci su. Però è una di quelle storie che bisogna maneggiare come degli artificieri, difficilissime da trattare, evitando di tagliare i fili sbagliati e fare un disastro. Con questo non voglio dire che tu abbia fatto un disastro. Tutt'altro. Il racconto è sicuramente appassionante e offre degli spunti, una visione dell'umanità che fa riflettere. Non è assolutamente banale. Il problema è che la forma epistolare non si adatta a questa storia, secondo me, anche se hai fatto un ottimo lavoro nel differenziare le voci. Semplicemente la forma corale non mi restituisce tutta la drammaticità che potrebbe avere, se ci fosse invece un narratore solo, esterno, privo di qualunque visione personale. Mi immagino una voce da fatto di cronaca, a sangue freddo. Ma se la storia che volevi raccontare è questa, allora non potevi fare altro. Il risultato è buono. Ma mi resta la convinzione che trattata diversamente e fuori almeno dal vincolo del genere, avresti ottenuto il risultato superiore.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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