Monologo e dintorni
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Monologo e dintorni
visto che l'argomento incuriosisce parecchi di noi, una bella discussione per scambiarci dubbi perplessità idee esperienze e di tutto un po'.
Ele
Hellionor- Admin
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A Petunia e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
@Petunia
come ha scritto Fante, non saprei spiegarti la differenza neanche io.
Io ho immaginato la mia pittrice in fase creativa e quindi con i pensieri che traboccano dal cervello e una rabbia che è rivolta a se stessa. Una se stessa che le sta davanti e contro la quale può inveire.
E l'ho immaginata da sola. Perché per parlare da sola senza briglie devi essere da sola; e da sola non hai bisogna di riferirti i dettagli di certe cose. O se capita non sarà mai con nozioni da librone, ma sempre toccando i ricordi e svolazzando da uno all'altro.
Però qui nel tuo meraviglioso racconto Mirò è anziano, e indossato da un anziano questo monologo acquisisce carattere. Gli anziani pensano e scavano tra i ricordi per il terrore di dimenticare, e quindi anche la struttura del monologo ha un andamento diverso. Il monologo deve adattarsi al personaggio che lo "pronuncia".
Pronta per continuare all'infinito questa conversazione
Hellionor- Admin
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A digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
Premetto che non mi sono cimentato nel genere perché non mi esalta, non lo sento e quindi avendo la possibilità ho svicolato verso qualcosa di altrettanto difficile ma più divertente.
Comunque, io il monologo me l'ero immaginato come quello di Ele, qualcosa di autentico, estemporaneo, senza filtri, una saettata circoscritta in un tempo limitato, ben preciso e definito. Insomma, anche breve per fare andare a segno il colpo.
Molti degli altri, seppur con un'ottima scrittura davvero, mi pare abbiano scantonato da questa caratteristica, rivelandosi come una sorta di Amarcord, delle rimembranze, dei ricordi troppo sedimentati nel tempo, troppo ragionati, poco spontanei.
Io come detto non sono un esperto del genere e mi piacerebbe che qualcuno potesse dare delle linee guida su questo, le mie sono soltanto sensazioni.
Non so, io come monologo ho in mente quello di Edward Norton, il monologo del vaffanculo del film La 25a ora, qualcosa di diretto, istintivo, prepotente, anche disturbante, ma poco ragionato.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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A Hellionor, vivonic e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
Io vengo dal teatro e il mio monologo l’ho scritto come se fosse un’intero spettacolo dopo il personaggio si raccontava fino al colpo di scena finale. Ho percepito però che molti altri monologhi erano più da letteratura. Ma nel mio caso non fa differenza. Poi secondo una regola un monologo dovrebbe essere una persona che parla in presenza di qualcuno altrimenti sarebbe un soliloquio. Ma credo che le sfumature siano molteplici.
Io il mio l’ho fatto recitare a mio cugino che fa l’attore a una platea ristretta di coinquilini artisti e il pezzo era potentissimo.
Qui invece è risultato quasi asettico e privo di emozioni.
Quindi faccio come Emily e vado avanti.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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A Hellionor, Petunia e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
Grazie Ele
in effetti ho immaginato questo. È tutto un discorso interiore. Anche la parte del giardino sono ricordi che ho immaginato lui coltivasse per tenerli sempre vivi. Il discorso con Pilar è anch’esso interiore anche se in alcuni momenti ho dovuto introdurre il discorso indiretto perché in origine avevo proprio scritto un dialogo (sbagliando completamente il tiro).
Ho affrontato questo lavoro con molte titubanze perché fare il salto dentro alla testa di un uomo anziano e poi di questa caratura poteva essere un suicidio e considerato pure un atto arrogante. Ma poi mi sono documentata tanto, ho ascoltato le interviste che lui ha rilasciato. Le sue opere ho avuto modo di apprezzarle tante volte dal “vivo” essendo la storia dell’arte una delle mie passioni. Quindi mi sono posta come di fronte a un lavoro teatrale. Ho cercato di essere quel personaggio e di dare voce ai suoi pensieri. Molto di quello che ho scritto è tratto da sue stesse parole per cui a un certo punto mi sono detta: va beh, di sicuro non si rivolterà nella tomba. Anche l’aneddoto con Hemingway ė proprio vero.
Insomma è stato bello vestire i panni di un uomo tanto vitale e lo è stato davvero fino alla fine dei suoi giorni.
Nella prima versione del racconto (perché quello era, un racconto) ero stata molto più precisa nella forma, ma poi quando Viv mi ha detto che non poteva essere un monologo, qualcosa mi è scattato dentro e mi so o sentita liberata (strano?) perché potevo davvero “essere” il personaggio e le parole sono fluite da sole tant’è vero che ho riscritto il tutto velocemente. Meno curato come ha rilevato Akimizu, ma più sentito.
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A Hellionor e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
Giusto!
mirella- Padawan
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A ImaGiraffe e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni

questi argomenti creiamoli prima degli step, non dopo...

Davvero, stavolta abbiamo dovuto smussare gli angoli a dismisura, o ci saremmo ritrovati con più racconti fuori concorso che in gara.
Tanto ci sono diverse settimane per confrontarsi, esprimere i propri dubbi...
Noi, come staff, ci siamo ripromessi di non intervenire con i famosi "spiegoni" sul genere o sui paletti in generale, giacché riteniamo che tutti siano in grado di documentarsi e, soprattutto, di esprimere i propri dubbi o porre le proprie richieste allo staff.
Vi dico, per esempio, che anch'io ho in mente il monologo esattamente come quello di Ele, ma voglio aggiungere anche, e mi ricollego alla Giraffa, che mi aspettavo almeno qualche monologo teatrale.
Cioè, porca miseria: nel primo step abbiamo dovuto escludere un Autore che aveva proposto una pièce (che poi ha partecipato con un altro racconto), e nello step del monologo a nessuno è venuto in mente?
Così come mi aspettavo dei flussi di coscienza marcati, che sarebbero andati dritti al colpo!
Invece, la maggior parte dei racconti si è caratterizzata come autobiografia, racconti in prima persona, con diversi errori attinenti il genere: uno su tutti, i discorsi diretti...
Questa cosa mi ha lasciato un po' di frustrazione, vi dico la verità. Ma immagino sia niente in confronto a quella che percepisce un Autore in gara...
Quindi, chiudo come ho iniziato: bella la discussione, ma secondo me nel post concorso si dovrebbe parlare dei racconti, non dei paletti. Per quelli, compreso il genere, ci sono almeno tre settimane prima...
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A Hellionor, Petunia e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
A me in realtà era venuto in mente un pezzo teatrale, scritto per un gdr da me tempo fa. L'argomento era pure centrato, dato che si parlava dell'epoca Alessandrina. L'unica cosa che mi ha fermato, è che era zeppa di dialoghi, quindi ho optato per altro.
Cioè il mio famosissimo muro!
Sinceramente, dopo la revisione, me lo sono immaginato proprio così, ma ho compreso di non aver incontrato il piacere di tutti

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Re: Monologo e dintorni
vivonic ha scritto:Io mi permetto giusto un suggerimento, tanto per rompere le balle:
questi argomenti creiamoli prima degli step, non dopo...![]()
Davvero, stavolta abbiamo dovuto smussare gli angoli a dismisura, o ci saremmo ritrovati con più racconti fuori concorso che in gara.
Tanto ci sono diverse settimane per confrontarsi, esprimere i propri dubbi...
Noi, come staff, ci siamo ripromessi di non intervenire con i famosi "spiegoni" sul genere o sui paletti in generale, giacché riteniamo che tutti siano in grado di documentarsi e, soprattutto, di esprimere i propri dubbi o porre le proprie richieste allo staff.
Vi dico, per esempio, che anch'io ho in mente il monologo esattamente come quello di Ele, ma voglio aggiungere anche, e mi ricollego alla Giraffa, che mi aspettavo almeno qualche monologo teatrale.
Cioè, porca miseria: nel primo step abbiamo dovuto escludere un Autore che aveva proposto una pièce (che poi ha partecipato con un altro racconto), e nello step del monologo a nessuno è venuto in mente?
Così come mi aspettavo dei flussi di coscienza marcati, che sarebbero andati dritti al colpo!
Invece, la maggior parte dei racconti si è caratterizzata come autobiografia, racconti in prima persona, con diversi errori attinenti il genere: uno su tutti, i discorsi diretti...
Questa cosa mi ha lasciato un po' di frustrazione, vi dico la verità. Ma immagino sia niente in confronto a quella che percepisce un Autore in gara...
Quindi, chiudo come ho iniziato: bella la discussione, ma secondo me nel post concorso si dovrebbe parlare dei racconti, non dei paletti. Per quelli, compreso il genere, ci sono almeno tre settimane prima...
Penso che anche affrontare questi argomenti dopo posso risultare utile a chi ha ancora dubbi e perplessità.
Magari un giorno vorrà riprovare a scrivere un monologo anche senza paletti, chissà.
Ma sono anche convinta che varrebbe la pena parlarne prima, così tutti possono avere il tempo utile per correggere il tiro.
Quindi per il prossimo step parliamone prima e confrontiamoci, se ci sono dubbi!
Hellionor- Admin
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A Petunia e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
è un discorso, espresso a voce, o narrato nella mente, di una singola persona e diretto a un'altra persona o a un pubblico[1]. Il monologo si differenzia dal soliloquio perché, in quest'ultimo, colui che parla indirizza le sue parole a sé stesso (o, in ambito teatrale, a un pubblico), senza la presenza di un destinatario a cui rivolgere direttamente le parole.
Partendo da questo, proprio per evitare di sbagliare visto che immaginavo i discorsi sul genere che sarebbero nati, ho ideato il mio testo. Una persona che parla con un'altra che non gli risponde. Non solo, impaurito dal fatto che il parlare da solo lo avrebbe reso un soliloquio ho scartato l'ipotesi che mi era pure venuta in mente di farla parlare con le stelle. Partendo da questo ragionamento il monologo di Ele (non volermene è a titolo di esempio

Quando se ne parlava in un'altra discussione ho citato Novecento di Baricco, che è universalmente riconosciuto come monologo ed è stato scritto proprio per il teatro. Penso che più o meno lo abbiamo letto tutti, ecco, probabilmente presentato qua avrebbe ricevuto critiche feroci sul genere. Quello che voglio dire è che il monologo non è un vero e proprio genere con dei recinti definiti, è davvero labile e sconfina spesso e volentieri. Non ha regole imbalsamatrici, discorsi diretti a parte. Ecco perché ho giudicato, a questo giro, molto più importanti il rispetto dei paletti che quello del genere.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Monologo e dintorni
Non te ne voglio @akimizu tranquillo. Ti ucciderò ma senza rancore ahahahahhaah.
Scherzi a parte, la percezione pe sonale gioca molto nell'apprezzamento di un monologo. Io non apprezzo solo l'abbondanza di nozioni perché non sono adatte a questo tipo di genere, a mio avviso.
Su Novecento di Baricco che dire. È un monologo teatrale e quando lo leggo io immagino un singolo attore che recita sul palco e tanto mi basta per farmi digerire anche cose che in un monologo letterario non gradirei.
Hellionor- Admin
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A Petunia, Akimizu, ImaGiraffe e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
Secondo Treccani, il monologo nasce in ambito teatrale (fin dalle tragedie greche) come espressione a voce alta dei pensieri di un personaggio. Il monologo come genere narrativo è molto più recente e va distinto tra monologo breve (quindi un racconto) e monologo lungo (ossia un romanzo). Sorvolo sul monologo lungo, visto che Different Rooms è un concorso per racconti; dico solo che Treccani cita Svevo come autore di monologhi lunghi.
Il monologo breve invece è un componimento che si ispira principalmente ai monologhi teatrali, quindi dovrebbe essere un testo recitabile; se non è recitabile, io ho interpretato il genere come un susseguirsi di pensieri senza interruzioni quindi generalmente qualcosa che avviene in un tempo molto breve. Ciononostante ho apprezzato Fino all'ultimo respiro nonostante avesse un'estensione temporale da prima dell'alba a dopo il tramonto, perché comunque il flusso di pensieri non ha interruzioni.
Il monologo come definizione formale è proprio quello che dice Akimizu: un discorso pronunciato da una persona che però non ammette o non attende risposta.
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A Hellionor, vivonic, ImaGiraffe e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
più o meno, secondo me, dite la stessa cosa
Monologo può essere esteriore, se si rivolge a qualcuno "muto" che ascolta senza intervenire. Si parla anche per far capire.
Nel monologo interiore, o anche flusso di coscienza, l'autore non si rivolge a nessuno, segue i pensieri così come vengono. Ma sempre monologo è.
Spero di aver confuso ancora di più le idee

Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Monologo e dintorni
Sbagliato! Proprio una scemenza bella e buona, questa.mirella ha scritto:Citazione "Poi secondo una regola un monologo dovrebbe essere una persona che parla in presenza di qualcuno altrimenti sarebbe un soliloquio. Ma credo che le sfumature siano molteplici. "
Giusto!
Ora dico la mia, visto che insistete sul punto, così, giusto per chiuderla una volta per tutte perché poi io non sono pagato da nessuno per dare lezioni di letteratura, qui, ma mi considero sicuramente più titolato di Wikipedia per poterne parlare.
La differenza tra monologo e soliloquio, che ribadisco essere una grandissima scemenza, merita come unica considerazione quella che ha detto Achillu.
Perché se vogliamo parlare di genere letterari, parliamo di genere letterari; se vogliamo fare la pulci alle parole, ci prendiamo una birra e diciamo tutto quello che vogliamo.
Il soliloquio, semplicemente, non esiste. Non si parla di soliloqui nei manuali di letteratura. Magari è bene avere in mente cosa significhi per accrescere la propria cultura, e mi sta bene, ma semplicemente stiamo parlando di cose assurde dal punto di vista letterario perché, semplicemente, non esiste.
Avevo messo in guardia da cosa dicesse Wikipedia sugli infermieri al tempo dei Romani perché sapevo esserci scritta l'imprecisione che ho riportato, mentre di questa - ribadisco - cretinata non avevo assolutamente idea. Se fosse emerso da qualche parte, appunto prima del concorso, sarei riuscito a dare indicazioni in proposito.
La verità è che i monologhi di questo step non erano "sbagliati" perché erano soliloqui, visto che è una specificazione che non serve a un cavolo di niente, in ambito letterario; non lo erano perché, appunto, gli Autori hanno pensato che bastasse scrivere in prima persona per crearne uno. Sarebbe come confondere la fantascienza con il fantasy e giustificarsi dicendo che si credeva bastasse l'inserimento di un elemento soprannaturale per renderlo tale.
Ora, se vogliamo davvero creare un discorso che abbia un minimo spunto razionale, dovremmo anche partire dal presupposto che non può essere Wikipedia a insegnarci cos'è un genere letterario.
Poi io la chiudo qui perché in questo mese e mezzo sono già dovuto scendere a patti troppe volte con me stesso per farmi andare giù monologhi che erano autobiografie in prima persona o umoristici che erano comici, e vi assicuro che per uno come me (molti di voi mi conoscono e sanno cosa intendo) non è stato facile.
Però che in molti seguiate Wikipedia e non vi venga neanche il dubbio che stiate leggendo delle cavolate, ecco, questo mi lascia un po' demoralizzato. Anche perché io in primis, nei commenti, ho cercato di evidenziare diverse volte, con delicatezza e con garbo, dove c'erano dei discostamenti dal genere. Ma se poi mi venite a dire che gli unici monologhi degni di questo nome non erano monologhi ma erano dei soliloqui che - non so se l'ho già detto - non esistono in letteratura, allora mi cadono le braccia e mi passa anche la voglia di interagire.
Senza astio verso nessuno.
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A Hellionor garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
P.s. Allora credo che sia doveroso lo “spiegone” del genere nel prossimo step.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Monologo e dintorni
Infatti nel frattempo sono andato a leggere questa benedetta Wikipedia e mi pare chiaro si riferisca al teatro.ImaGiraffe ha scritto:Nel teatro mi hanno sempre insegnato quella cosa. Ora se in letteratura non esiste il termine ok. Ma tutti e dico tutti i miei insegnati anche internazionale la differenza la facevano.
P.s. Allora credo che sia doveroso lo “spiegone” del genere nel prossimo step.
Il che era un motivo in più per non essere citata in un concorso per racconti. Poi onestamente, se dovessi partecipare a un concorso a genere vincolato e non conoscessi il genere, non mi verrebbe mai in mente di farmi una cultura su Wiki.
Anni fa era giudice a un concorso sullo Steam-punk. Non avevo idea di cosa cavolo fosse lo steam-punk. Cioè, può succedere di non sapere le regole di un genere, ma il bello deve essere anche questo; se tutte le ricerche si fermano a leggere la prima cosa che dice Wiki che, tra l'altro, ho criticato ingiustamente, visto che non parla di letteratura ma di teatro (che io non conosco), allora poi il rischio di esporsi a un errore si fa forte.
Noi abbiamo la fortuna di essere un forum. Questo comporta che i nostri non sono concorsi in cui mandi un testo e se va bene vinci, se no non saprai mai se il tuo testo l'ha letto qualcuno. Abbiamo la possibilità di confrontarci e di chiarire tutto, ma di certo non è pensabile che lo staff faccia lo spiegone e dia l'interpretazione autentica di qualcosa così contaminabile come un genere letterario. Vi abbiamo dato delle indicazioni e restano le stesse: sono ammesse le commistioni, fatele con giudizio, e attenetevi alle regole basilari senza troppi pensieri.
Se avessimo avuto tutte queste osservazioni un mese fa, vi avrei scritto: 1) Fregatevene altamente della differenza teatrale tra monologo e soliloquio perché in letteratura non la si considera; 2) focalizzatevi sul fatto che sia il discorso di una sola persona, quindi senza discorsi diretti per capirci; 3) provate a chiedervi chi, quando e per quanto tempo pronuncia il vostro monologo.
Questo, tranne il punto 1 che è emerso ora, è quello che ho scritto in tutti i mp quando abbiamo rimandato indietro i racconti, e soprattutto il punto 3 è quello che ho scritto anche nei commenti.
Lo spiegone non serve a niente, perché non è possibile chiudere tutto in delle etichette stagne e poi pretendere che vi restino. Però delle regole basilari ci sono quando si parla di grammatica, di generi letterari, e di altre cose collegate. Parliamo di quelle, ma tutti insieme, così come stiamo facendo adesso. Io non salgo in cattedra a pretendere di spiegarvi cos'è un genere, anche perché c'è chi lo sa meglio di me.
Per esempio @mirella, professoressa di italiano colta e preparata, che stimo tantissimo e che ha scritto un monologo perfetto, come ho già avuto modo di dire in pubblico, tanto da vincere il premio CdL. E dalla quale, di sicuro, non mi aspetto la difesa di Wikipedia (che abbiamo appurato parlasse di teatro, oltretutto).
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A Resdei garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
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Re: Monologo e dintorni
Non avevo fatto caso, ma comunque non è che io ce l'abbia con Mirella o con Akimizu o men che meno con te o con nessuno. Sto solo dicendo che questa di Wiki non c'entrava niente come precisazione, e infatti mi hai confermato che si riferiva al teatroImaGiraffe ha scritto:Scusa Nic ma visto che Mirella citava me mi son sentito parte in causa. Io non ho dovuto leggere wiki. Ripeto è quello che mi dicevano i miei insegnanti. Ho pensato che la precisazione fosse riferita a me.

Poi non è che se non parlavo con te non mi puoi rispondere, anzi... Se no sembra un discorso tra me e Mirella o Aki, e allora lo farei via mp, non qui in pubblico.
Comunque a me è dispiaciuto molto che si sia creato questo spacco per colpa del genere.
Nei prossimi step apro discussioni su discussioni, anche per le date e per i personaggi, guarda!
A me dispiace sempre tantissimo quando ci si resta male per un concorso, a prescindere da quale sia il motivo.
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Re: Monologo e dintorni
Io sono suscettibile e mi son sentito preso di mira come se fossi andato io a leggere wiki. Te hai fatto un invetriva su wiki quindi credevo te la stessi prendendo con me e mi sono risentito.
Ma ora è tutto chiarito meno male

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A vivonic garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni

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A ImaGiraffe garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
Detto questo, certo, si poteva aprire una discussione in merito prima, ma rimango comunque del parere che il genere non presenta confini così certi da poter essere categorici nel porre etichette.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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A ImaGiraffe garba questo messaggio
A vivonic non piace questo messaggio.
Re: Monologo e dintorni
E io la pazienza l'ho persa abbastanza.
Resta convinto di quello che vuoi. Io non scrivo più perché poi, se mi sento provocato, rischio di reagire in maniera eccessiva.
Detto questo, la tua ultima riga è esattamente quello che ho detto io, quindi la condivido per intero e qui mi taccio.
Scusate ma non ho voglia di continuare a scrivere in questa discussione, quindi questo è il mio ultimo messagio qui.
Un abbraccio a tutti.
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vivonic- Admin
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Re: Monologo e dintorni

Alla voce monologo, su wikipedia, c'è anche il link al termine "soliloquio". Basterebbe cliccarci su per andare a vedere che nonostante ci sia scritto che sono due cose differenti in realtà non c'è nessuna differenza rilevante fra i due termini. Nel video che allego Charlie Chaplin fa entrambe le cose, inizia parlando al pubblico ma dicendo cose che potrebbe benissimo dire chiuso da solo nella sua stanza e ficcando testate al muro e poi a un certo punto si rivolge ai soldati invocando amore e democrazia, il tutto in un unico discorso, l'ormai famigerato monologo (bellissimo, tra l'altro).
Non ci sono differenze sostanziali, il genere letterario soliloquio non esiste, esiste il monologo e l'unica differenza sta in che tipo di monologo ci stiamo cimentando, come Vivonic ha già ribadito più volte.
Gli spiegoni li faremo se dovessimo affrontare ancora generi complessi, visto che abbiamo un admin con più lauree che globuli rossi ferrato praticamente in ogni disciplina, famoso per il suo tutorial su come spaccare le angurie a testate.
Perché se Vivonic insiste su una cosa e si fa salire la pressione col rischio che si tappa un'arteria e poi muore, potete scommettere che su quella cosa ci ha fatto su almeno due o tre master.
È pur vero che non tutti hanno la fortuna di poter interagire con una risorsa così preziosa come il mio staff, nonostante nell'internet non si trovino forum con uno staff più disponibile e reattivo di quello di DT, come ormai tutti avrete potuto notare.
E allora c'è Wikipedia, fonte preziosissima di informazioni (io dono due euro al mese mica a cazzo) su praticamente ogni argomento con un solo, gigantesco difetto: che chiunque può scriverci cosa vuole e addirittura su post di altre persone.
Io posso andare alla voce "monologo" e scrivere che un testo si chiama monologo solo se mentre scrivi rimani nella posizione del loto gravido e batti sulla tastiera con una salamella che tieni in bocca e nessuno mi dirà niente.
Poi arriva un concorso come il nostro e la gente che vuole partecipare va in giro a comprare salamelle.
Il pericolo delle inesattezze è ovunque, ma questa è l'era di Wikipedia, rapida da consultare su ogni dispositivo e con pochissima concorrenza.
Quindi come dare torto ad Akimizu beddu che non ha tempo (facciamo lo stesso lavoro e quindi lo so) e tende a fidarsi della biblioteca più grande della terra, dove anche le castronerie sono scritte per sembrare credibili?
Non si può, per fortuna noi abbiamo un Vivonic (se non me lo fate morire di ictus).
Quindi faremo spiegone su generi complessi, ma non su quelli ovvi tipo il western (Colt, wiskhy e Kalami Jeans).
Detto questo io accetterei quella birra senza che ci sia necessità di versare altro sangue.


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La gloria o il merito di certi uomini è scrivere bene; di altri, non scrivere affatto.
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Re: Monologo e dintorni
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A vivonic garba questo messaggio
Re: Monologo e dintorni
Il mio racconto di quello step era fuori concorso per non aver rispettato il genere, fai un po' tu.Achillu ha scritto:Che poi la cosa che mi stupisce di più è che in INK step 4 nessuno ha equivocato il significato di "genere monologo" tranne me... Non avrei mai immaginato una cosa così, soprattutto da chi aveva già partecipato a quella gara.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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