Non sono una signora
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 2 - Camera da Letto
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Re: Non sono una signora
Come promesso nel mio primo commento, ho riletto il racconto: il momento della cinquina si avvicina, quindi un momento di riflessione ci sta. Il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] mi ha riportato alle impressioni della prima lettura, che mi erano sfuggite, come capita talvolta con un pensiero tra mille pensieri. Nella lotta per il colore giusto mi ero rivista al tavolo del mio piccolo angolo laboratorio, alle prese con le rose di fimo e perle, perline, cavetti, stoffe e stoffine, gomitoli, appunti: esperimenti che consentono alla mente di divagare, senza un percorso netto, mille pensieri, nuove idee... alla fine qualcosa di buono ne esce, ma quante volte disfo tutto, butto il materiale inservibile o il pezzo che non mi soddisfa, irritata e nervosa. Sarebbe bastato tenere a bada i pensieri vaganti, prestare attenzione... Ecco cosa mi aveva ricordato il racconto, perchè mi era piaciuto e nel rileggerlo, ancora mi ci ritrovo e la cinquina si compone.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Non sono una signora
Proprio un bel monologo, complimenti!
Mi piace la scintilla che scatena tutta questa rabbia: un rosso che non si trova.
Sia il pittore che lo scrittore hanno il compito di trasportare su un foglio bianco un'immagine o un'idea ben chiara nella loro mente: ma come è frustrante quando il risultato si avvicina e basta a quello che invece vediamo ben nitido dentro di noi.
E quindi è molto plausibile questo girotondo d'incazzature: verso la madre, verso l'amore, verso i figli che non ha, verso il gatto, verso tutto e tutti.
Solo perchè non riesce a creare il rosso che vede dentro, solo perchè non riesce a superare lo scalino tra la realtà e la fantasia: hai detto niente!
Un monologo che dice tante cose, che non è chiaro (ma non deve esserlo: questo è uno sfogo), che fiammeggia rancore a ogni riga, dove la "sconfitta" di non trovare quel colore perfetto si amplifica e diventa sconfitta di fronte alla vita stessa.
Si sa, gli artisti sono esagerati, ma nel testo mi ha convinta questa rabbia esagerata, questa sfiducia nel futuro e nelle proprie capacità: è la descrizione dell'attimo esatto dove tutto crolla, dove l'orizzonte si allontana all'infinito e niente sembra avere più senso. E tutto questo per un rosso che non si trova...
Ma è solo questione di un attimo e la serata finisce da Giovanni.
Gli artisti! Che meravigliose e volubili creature!
Mi piace la scintilla che scatena tutta questa rabbia: un rosso che non si trova.
Sia il pittore che lo scrittore hanno il compito di trasportare su un foglio bianco un'immagine o un'idea ben chiara nella loro mente: ma come è frustrante quando il risultato si avvicina e basta a quello che invece vediamo ben nitido dentro di noi.
E quindi è molto plausibile questo girotondo d'incazzature: verso la madre, verso l'amore, verso i figli che non ha, verso il gatto, verso tutto e tutti.
Solo perchè non riesce a creare il rosso che vede dentro, solo perchè non riesce a superare lo scalino tra la realtà e la fantasia: hai detto niente!
Un monologo che dice tante cose, che non è chiaro (ma non deve esserlo: questo è uno sfogo), che fiammeggia rancore a ogni riga, dove la "sconfitta" di non trovare quel colore perfetto si amplifica e diventa sconfitta di fronte alla vita stessa.
Si sa, gli artisti sono esagerati, ma nel testo mi ha convinta questa rabbia esagerata, questa sfiducia nel futuro e nelle proprie capacità: è la descrizione dell'attimo esatto dove tutto crolla, dove l'orizzonte si allontana all'infinito e niente sembra avere più senso. E tutto questo per un rosso che non si trova...
Ma è solo questione di un attimo e la serata finisce da Giovanni.
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caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Non sono una signora
Ciao Susanna,Susanna ha scritto:Come promesso nel mio primo commento, ho riletto il racconto: il momento della cinquina si avvicina, quindi un momento di riflessione ci sta. Il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] mi ha riportato alle impressioni della prima lettura, che mi erano sfuggite, come capita talvolta con un pensiero tra mille pensieri.
Arunachala non ha ancora commentato il testo...
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Non sono una signora
Oh santo cielo... ho provato a rileggere i commenti precedenti ma devo essermi persa qualcosa tra rileggere il racconto e anche i commenti. Comincio a preoccuparmi... Scusate.caipiroska ha scritto:Ciao Susanna,Susanna ha scritto:Come promesso nel mio primo commento, ho riletto il racconto: il momento della cinquina si avvicina, quindi un momento di riflessione ci sta. Il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] mi ha riportato alle impressioni della prima lettura, che mi erano sfuggite, come capita talvolta con un pensiero tra mille pensieri.
Arunachala non ha ancora commentato il testo...
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Susanna- Maestro Jedi
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Re: Non sono una signora
in realtà avevo commentatoe poi ho cancellato.Susanna ha scritto:Oh santo cielo... ho provato a rileggere i commenti precedenti ma devo essermi persa qualcosa tra rileggere il racconto e anche i commenti. Comincio a preoccuparmi... Scusate.caipiroska ha scritto:Ciao Susanna,Susanna ha scritto:Come promesso nel mio primo commento, ho riletto il racconto: il momento della cinquina si avvicina, quindi un momento di riflessione ci sta. Il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] mi ha riportato alle impressioni della prima lettura, che mi erano sfuggite, come capita talvolta con un pensiero tra mille pensieri.
Arunachala non ha ancora commentato il testo...
tra poco lo rimetto
Arunachala- Admin
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Re: Non sono una signora
mi trovo ad andare controcorrente, purtroppo, in quanto non sono riuscito ad apprezzae più di tanto.
soprattutto, e sarà anche colpa mia, non ci ho capito niente, non sono riuscito a entrare nella storia e a recepirne il senso, il significato.
mi sono trovato in mezzo alla confusione ma questo, ripeto, è quello che ho provato io.
e me ne dispiaccio perchè è scritto davvero bene, senza refusi o errori.
il problema sta nel fatto che se non lo capisco non posso dire che mi piace.
soprattutto, e sarà anche colpa mia, non ci ho capito niente, non sono riuscito a entrare nella storia e a recepirne il senso, il significato.
mi sono trovato in mezzo alla confusione ma questo, ripeto, è quello che ho provato io.
e me ne dispiaccio perchè è scritto davvero bene, senza refusi o errori.
il problema sta nel fatto che se non lo capisco non posso dire che mi piace.
Arunachala- Admin
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Re: Non sono una signora
Più una questione di immagini che di riflessioni. Pennellate. Un monologo molto "visivo".
"Non mi serve l'amore per essere felice. Sarò sempre più avanti proprio perché non guardo dove vado. Mi basta avere ancora le emozioni. E anche se va di moda smettere di emozionarsi, non provare mai stupore, io resto fuori luogo..."
Direi che è il punto di tutto. L'emozione è una cosa istintiva, da DNA. Il sentimento è uno step successivo, una questione di associazioni mentali, di reazione alle emozioni.
Sarà che io sono molto, molto razionale. Mi piace scavare nei sentimenti. Forse è questo che non mi fa "sentire" questo racconto come dovrebbe. Un lavoro ottimo, scritto benissimo, pieno di emozioni (appunto), forse troppo instintivo per i miei gusti personali, ma che merita, assolutamente.
"Non mi serve l'amore per essere felice. Sarò sempre più avanti proprio perché non guardo dove vado. Mi basta avere ancora le emozioni. E anche se va di moda smettere di emozionarsi, non provare mai stupore, io resto fuori luogo..."
Direi che è il punto di tutto. L'emozione è una cosa istintiva, da DNA. Il sentimento è uno step successivo, una questione di associazioni mentali, di reazione alle emozioni.
Sarà che io sono molto, molto razionale. Mi piace scavare nei sentimenti. Forse è questo che non mi fa "sentire" questo racconto come dovrebbe. Un lavoro ottimo, scritto benissimo, pieno di emozioni (appunto), forse troppo instintivo per i miei gusti personali, ma che merita, assolutamente.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Non sono una signora
Voglio subito porre l'accento sull'ottima scrittura di questo testo che è ben calibrata al genere scelto dall'aut. Ribadisco, non ho le competenze tecniche per essere sicuro, ma anch'io credo che questo racconto si avvicini notevolmente alla definizione di "monologo puro".
Se non ricordo male, all'inizio dell step, questo fu uno dei primi testi che lessi. E l'ho riletto anche successivamente, poiché sembra quasi che questa autobiografia piscologica abbia da dire qualcosa di nuovo a ogni lettura. Sono diventato io lo psicologo, con il testo disteso sul lettino, rilassato, che mi racconta. Non credo che la protagonista sia pazza, ma è semplicemente un artista. Se a volte pazzia può essere sinonimo di artista è un altro discorso.
E vengo al punto: cosa mi deve ancora dire questo testo? Finora è stato interessante ascoltarlo, rileggerlo, ma nulla mi ha scosso fin qui. Non le immagini che crea, non l'introspezione del personaggio, non le citazioni (che, da ignorante, ho bovinamente cercato in rete). Mi manca qualcosa, è un fatto personale s'intende, che ancora con quantifico.
Paletti. Tutti rispettati, anche se un po' di rimando come la partita e, di conseguenza, l'estate 1982. Il giardino sovrasta la camera da letto e questo non è propriamente in linea con i vincoli concorsuali. E dov'è la camera da letto, dunque? Io credo sia qui e non è una, sono tante:
“Il peggiore motel” il titolo di questa tela, l'ultima per la mia personale “Letti di passaggio”.
"Letti di passaggio", o no?
Comunque un buon lavoro.
Se non ricordo male, all'inizio dell step, questo fu uno dei primi testi che lessi. E l'ho riletto anche successivamente, poiché sembra quasi che questa autobiografia piscologica abbia da dire qualcosa di nuovo a ogni lettura. Sono diventato io lo psicologo, con il testo disteso sul lettino, rilassato, che mi racconta. Non credo che la protagonista sia pazza, ma è semplicemente un artista. Se a volte pazzia può essere sinonimo di artista è un altro discorso.
E vengo al punto: cosa mi deve ancora dire questo testo? Finora è stato interessante ascoltarlo, rileggerlo, ma nulla mi ha scosso fin qui. Non le immagini che crea, non l'introspezione del personaggio, non le citazioni (che, da ignorante, ho bovinamente cercato in rete). Mi manca qualcosa, è un fatto personale s'intende, che ancora con quantifico.
Paletti. Tutti rispettati, anche se un po' di rimando come la partita e, di conseguenza, l'estate 1982. Il giardino sovrasta la camera da letto e questo non è propriamente in linea con i vincoli concorsuali. E dov'è la camera da letto, dunque? Io credo sia qui e non è una, sono tante:
“Il peggiore motel” il titolo di questa tela, l'ultima per la mia personale “Letti di passaggio”.
"Letti di passaggio", o no?
Comunque un buon lavoro.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Non sono una signora
Cara Autrice, caro Autore,
concordo con altri commenti sul fatto che questo sia indubbiamente il monologo più monologo di tutto lo step. Un monologo carico di emozioni e sentimenti. Con quel colore, rosso, dominante e perennemente sbagliato. Talmente dominante che cancella il cortile dove il monologo è ambientato per portarti nella stanza, nel dipinto presente su quella tela.
Davvero un buon lavoro.
Complimenti.
Grazie
concordo con altri commenti sul fatto che questo sia indubbiamente il monologo più monologo di tutto lo step. Un monologo carico di emozioni e sentimenti. Con quel colore, rosso, dominante e perennemente sbagliato. Talmente dominante che cancella il cortile dove il monologo è ambientato per portarti nella stanza, nel dipinto presente su quella tela.
Davvero un buon lavoro.
Complimenti.
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Maestro Jedi
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Re: Non sono una signora
Non sono una signora. Ma quanto era gnocca la Bertè ai tempi di questa canzone? Da ricerca scopro che la canzone è dell'estate del 1982. Quindi me la sono canticchiata mentre leggevo questo monologo, che è un susseguirsi di pensieri e di associazioni scatenate da un rosso che non va bene.
Io disegno, dipingo, pasticcio, mescolo, ho le dita sempre sporche di colore e lo so... un rosso che non viene è come la parola giusta che hai sulla punta della lingua ma che non riesci a ricordare.
Credibile e coerente come una lunga incazzatura con il rosso che non viene con il mondo ma in fin dei conti solo con se stessi.
Piaciuto.
Ele
Io disegno, dipingo, pasticcio, mescolo, ho le dita sempre sporche di colore e lo so... un rosso che non viene è come la parola giusta che hai sulla punta della lingua ma che non riesci a ricordare.
Credibile e coerente come una lunga incazzatura con il rosso che non viene con il mondo ma in fin dei conti solo con se stessi.
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Hellionor- Admin
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Re: Non sono una signora
Mi sto rileggendo i racconti che sono in lizza per la cinquina e sto scoprendo tanti piccoli tesori nascosti che mi erano sfuggiti. A rileggerlo questo racconto coinvolge, eccome! Non come nel mio primo commento di cui faccio ammenda! E' un racconto fortemente indiziato per entrare alla grnade nella cinquina!
paluca66- Maestro Jedi
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Re: Non sono una signora
Sto rileggendo gli otto titoli che mi hanno più coinvolto, tra cui questo. Torno qui perché, rileggendo il mio commento, mi sono scordato di aggiungere un particolare che avevo ritenuto importante. La tua citazione iniziale (e quindi importante) di Anaïs Nin. Una autrice particolare, che per tirare la carretta ha scritto racconti erotici, raccolte, splendidi e i più meno riusciti. Nelle sue interviste e nella biografia vedo similitudini col tuo personaggio. E se è vero che la frase da te citata è importante nell'economia del racconto, anche la stessa Anaïs Nin credo sia fondamentale per coglierne più a fondo il profilo psicologico del tuo personaggio. E mi piace.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Non sono una signora
Ciao Aut-
Sono ancora qui che mi arrovello su "mamam", se sia giusto scriverlo con la "m" finale e che senso abbia, visto che nel resto del racconto la chiama "madre" senza nemmeno l'articolo determinativo. Se provo a metterlo su Google translate, dice che è un caso plurale di "mama", non credo sia accusativo; ho controllato ed è dativo plurale.
Come italiano trovo la lettura molto scorrevole; ho trovato un altro refuso oltre a quello che ti ho segnalato, ossia due punti di sospensione al posto di tre.
Il genere è azzeccato; non ricordo quanti racconti ho dovuto leggere prima di trovarne uno che fosse davvero un monologo. C'è l'ossessione della narratrice di riportare il ricordo su tela e ci spiega anche il perché. La narrazione non perde (quasi) mai di vista il tempo e il luogo presente della narratrice. Per portarci all'estate 1982 hai scelto una canzone, anche se alla fine hai strizzato l'occhio al suggerimento dei perfidi admini. Non conoscevo invece Coda di lupo, che è di qualche anno prima.
I paletti ci sono tutti: il genere monologo è centrato, il monologo si svolge in giardino, nell'estate 1982; il soggetto della tela è una camera da letto ed è pertinente; la disegnatrice c'è ed è pure narratrice e protagonista.
Grazie e alla prossima.
Sono ancora qui che mi arrovello su "mamam", se sia giusto scriverlo con la "m" finale e che senso abbia, visto che nel resto del racconto la chiama "madre" senza nemmeno l'articolo determinativo. Se provo a metterlo su Google translate, dice che è un caso plurale di "mama", non credo sia accusativo; ho controllato ed è dativo plurale.
Come italiano trovo la lettura molto scorrevole; ho trovato un altro refuso oltre a quello che ti ho segnalato, ossia due punti di sospensione al posto di tre.
Il genere è azzeccato; non ricordo quanti racconti ho dovuto leggere prima di trovarne uno che fosse davvero un monologo. C'è l'ossessione della narratrice di riportare il ricordo su tela e ci spiega anche il perché. La narrazione non perde (quasi) mai di vista il tempo e il luogo presente della narratrice. Per portarci all'estate 1982 hai scelto una canzone, anche se alla fine hai strizzato l'occhio al suggerimento dei perfidi admini. Non conoscevo invece Coda di lupo, che è di qualche anno prima.
I paletti ci sono tutti: il genere monologo è centrato, il monologo si svolge in giardino, nell'estate 1982; il soggetto della tela è una camera da letto ed è pertinente; la disegnatrice c'è ed è pure narratrice e protagonista.
Grazie e alla prossima.
Re: Non sono una signora
Intanto grazie a tutti e voglio togliere subito un dubbio a Petunia e Arianna: no , non è un personaggio reale ma totalmente immaginario .
Il resto con calma, ora devo stappare il prosecco
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Re: Non sono una signora
No è una scelta precisa.Achillu ha scritto:Quindi "mamam" è un refuso.
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Re: Non sono una signora
Allora me lo devi rispiegare perché non ho capito, scusami.
La chiama mamam con la m perché maman con la n è francese è un'altra lingua, però mamam con la m non è italiano e nel resto del racconto la chiama madre perché è diverso sia da maman che da mamam... Questo è ciò che capisco. Cioè niente, non mi si accendono lampadine.
E mamam non è un refuso. Boh?
Re: Non sono una signora
Hellionor ha scritto:No è una scelta precisa.Achillu ha scritto:Quindi "mamam" è un refuso.
Quello che Achillu vuole farti notare, è che "maman" in francese si scrive con la n finale, non con la m, per questo ti ha chiesto se fosse un refuso. Infatti anche io nel mio commento giorni fa lo avevo notato, ma avevo pensato che tu volessi scrivere "mamma" in italiano, che nella fretta avessi invertito l'ordine delle ultime due lettere quindi te lo avevo segnalato come refuso.
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Re: Non sono una signora
Intanto grazie a tutti per i commenti e anche per i voti (per i voti vi sto ringraziando uno a uno ma ieri la stanchezza ha vinto su tutto il resto ).
Mi spiace per chi non è riuscito a entrare in empatia con la mia voce narrante, mi spiace non essere riuscita a fare breccia nei vostri cuori ma ci riproverò.
Vediamo cosa posso raccontarvi.
Io parlo da sola.
Lo faccio da sempre, ho cominciato quando ero piccina e non ho mai smesso. Potrei sostenere che dipende dal fatto che sono figlia unica ma no, sarebbe una bugia.
La verità è che tutti nella mia famiglia parliamo da soli (quando dico mia famiglia intendo il ramo materno della famiglia, il lato paterno? questa è un'altra storia).
Ci piace, credo. O meglio, non so che ne pensino gli altri, a me piace.
Crescendo sono diventata abilissima a camuffare questa cosa, per non far capire che parlo da sola (mia nonna lo ha sempre fatto ma a me diceva che chi parla da solo è considerato strano).
Spesso peggioro la situazione, parlare con la scopa o le scarpe non credo mi faccia apparire propriamente normale, che dite? Allora parlo dentro di me. Continuamente. Spesso le parole traboccano e quindi mi ritrovo a parlare da sola sul tram, al supermercato, in farmacia. L'obbligo della mascherina ha finalmente portato un po' di anonimato alle mie esigenze .
Quindi questa lunga premessa per dirvi che nel monologo ci sguazzo da quando ho imparato a parlare. E che per me la scrittura passa principalmente dai racconti in prima persona con parti monologate.
Non sono una signora l'ho fermato presto, senza allungare troppo il testo.
Per me il ritmo non poteva tenere più di così, rischiavo di accartocciarmi come faccio quando penso troppo a una cosa e poi alla fine mi viene da piangere e il malumore. Non doveva succedere in questo monologo. Nel 1982 avevo due anni, mia mamma 26 e mia nonna 50. Sono cresciuta con ninne nanne fuori luogo come le canzoni di De Andrè. Io sono Coda di Lupo, mi innamoro di tutto. Lo facevo allora e lo faccio adesso. Resto fuori luogo e mi piace stupirmi. Proprio come la mia voce narrante.
Per concretizzarla nella mia mente, questa voce narrante, mi sono riletta qualche stralcio di biografie di artisti contemporanei, qualche citazione piuttosto esaustiva e ho pensato molto.
La voce narrante è un mix di diversi artisti più me e più Tracey Emin e il suo "my bed" (installazione del 1998) come spunto iniziale.
Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo. ho fotografato questa citazione sette anni fa, sapevo che un giorno avrei trovato il giusto modo per celebrarla.
La mia pittrice ha paura di fallire. Il rosso ne è la prova. IL rosso è il simbolo del fallimento possibile che lei sente sempre come un'ombra nella sua vita
Sa che basta un attimo per mandare tutto a puttane. Sa che potrebbe uniformarsi e vedere le cose come sono ( e come le vedono gli altri) per fare piacere a tutti e non dover affrontare conflitti dentro e fuori di se.
E allora cosa fa? Quello che faccio io. Ci riprova. Motivandosi con tutto quello che è stata la sua vita, come a dirsi "hai superato questo e questo, davvero ti scoraggi per questa sciocchezza"?
Ci riprova perché quel fallimento, come tutti gli altri della sua vita, non la identifica e non la sminuisce; è semplicemente capitato perché ci stava provando.
Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio. (S. Beckett) -- questo è il mio mantra.
Baciotti a tutti
Mi spiace per chi non è riuscito a entrare in empatia con la mia voce narrante, mi spiace non essere riuscita a fare breccia nei vostri cuori ma ci riproverò.
Vediamo cosa posso raccontarvi.
Io parlo da sola.
Lo faccio da sempre, ho cominciato quando ero piccina e non ho mai smesso. Potrei sostenere che dipende dal fatto che sono figlia unica ma no, sarebbe una bugia.
La verità è che tutti nella mia famiglia parliamo da soli (quando dico mia famiglia intendo il ramo materno della famiglia, il lato paterno? questa è un'altra storia).
Ci piace, credo. O meglio, non so che ne pensino gli altri, a me piace.
Crescendo sono diventata abilissima a camuffare questa cosa, per non far capire che parlo da sola (mia nonna lo ha sempre fatto ma a me diceva che chi parla da solo è considerato strano).
Spesso peggioro la situazione, parlare con la scopa o le scarpe non credo mi faccia apparire propriamente normale, che dite? Allora parlo dentro di me. Continuamente. Spesso le parole traboccano e quindi mi ritrovo a parlare da sola sul tram, al supermercato, in farmacia. L'obbligo della mascherina ha finalmente portato un po' di anonimato alle mie esigenze .
Quindi questa lunga premessa per dirvi che nel monologo ci sguazzo da quando ho imparato a parlare. E che per me la scrittura passa principalmente dai racconti in prima persona con parti monologate.
Non sono una signora l'ho fermato presto, senza allungare troppo il testo.
Per me il ritmo non poteva tenere più di così, rischiavo di accartocciarmi come faccio quando penso troppo a una cosa e poi alla fine mi viene da piangere e il malumore. Non doveva succedere in questo monologo. Nel 1982 avevo due anni, mia mamma 26 e mia nonna 50. Sono cresciuta con ninne nanne fuori luogo come le canzoni di De Andrè. Io sono Coda di Lupo, mi innamoro di tutto. Lo facevo allora e lo faccio adesso. Resto fuori luogo e mi piace stupirmi. Proprio come la mia voce narrante.
Per concretizzarla nella mia mente, questa voce narrante, mi sono riletta qualche stralcio di biografie di artisti contemporanei, qualche citazione piuttosto esaustiva e ho pensato molto.
La voce narrante è un mix di diversi artisti più me e più Tracey Emin e il suo "my bed" (installazione del 1998) come spunto iniziale.
Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo. ho fotografato questa citazione sette anni fa, sapevo che un giorno avrei trovato il giusto modo per celebrarla.
La mia pittrice ha paura di fallire. Il rosso ne è la prova. IL rosso è il simbolo del fallimento possibile che lei sente sempre come un'ombra nella sua vita
Sa che basta un attimo per mandare tutto a puttane. Sa che potrebbe uniformarsi e vedere le cose come sono ( e come le vedono gli altri) per fare piacere a tutti e non dover affrontare conflitti dentro e fuori di se.
E allora cosa fa? Quello che faccio io. Ci riprova. Motivandosi con tutto quello che è stata la sua vita, come a dirsi "hai superato questo e questo, davvero ti scoraggi per questa sciocchezza"?
Ci riprova perché quel fallimento, come tutti gli altri della sua vita, non la identifica e non la sminuisce; è semplicemente capitato perché ci stava provando.
Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio. (S. Beckett) -- questo è il mio mantra.
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Re: Non sono una signora
Cazzarola Achi scusa.Achillu ha scritto:Allora me lo devi rispiegare perché non ho capito, scusami.
La chiama mamam con la m perché maman con la n è francese è un'altra lingua, però mamam con la m non è italiano e nel resto del racconto la chiama madre perché è diverso sia da maman che da mamam... Questo è ciò che capisco. Cioè niente, non mi si accendono lampadine.
E mamam non è un refuso. Boh?
Ti ho mai parlato della mia lieve disgrafia?
Continuavo a non capire.
Sì, è un refuso, ovvio
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Re: Non sono una signora
SisypheMalheureux ha scritto:Hellionor ha scritto:No è una scelta precisa.Achillu ha scritto:Quindi "mamam" è un refuso.
Quello che Achillu vuole farti notare, è che "maman" in francese si scrive con la n finale, non con la m, per questo ti ha chiesto se fosse un refuso. Infatti anche io nel mio commento giorni fa lo avevo notato, ma avevo pensato che tu volessi scrivere "mamma" in italiano, che nella fretta avessi invertito l'ordine delle ultime due lettere quindi te lo avevo segnalato come refuso.
Grazie Sisy, uff che figuraccia, continuavo a leggerlo giusto ahahahhahaha
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Re: Non sono una signora
Hellionor ha scritto: Cazzarola Achi scusa.
Ti ho mai parlato della mia lieve disgrafia?
Continuavo a non capire.
Sì, è un refuso, ovvio
Ti capisco benissimo, a volte il nostro cervello si ostina a "correggere" i refusi in automatico, possiamo leggere la parola anche 10 volte che continuiamo a vederla scritta correttamente, anche se non è così. Per chi scrive o lavora come cdb è terribile questa cosa. [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
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Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto."
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Re: Non sono una signora
Ok, scusami tu che non sapevo.Hellionor ha scritto:
Cazzarola Achi scusa.
Ti ho mai parlato della mia lieve disgrafia?
Continuavo a non capire.
Sì, è un refuso, ovvio
Re: Non sono una signora
Achillu ha scritto:Ok, scusami tu che non sapevo.Hellionor ha scritto:
Cazzarola Achi scusa.
Ti ho mai parlato della mia lieve disgrafia?
Continuavo a non capire.
Sì, è un refuso, ovvio
Queste sono quelle figure barbine che cerco di evitare da quando sono adolescente, tipo cadere dalla sedia ahahahhahaha
Scusatemi ancora se vi è sembrato di parlare con una pazza
Hellionor- Admin
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