Fuga per la vittoria
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 2 - Camera da Letto
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Re: Fuga per la vittoria
Metti un po' di musica leggera... Anzi leggerissima. Ecco, questo è il riassunto di questo racconto. E non so, sinceramente io non ho avuto dubbi a collocarlo nel genere umoristico, che non per forza deve essere urlato o esilarante o coinvolgente, ma può essere anche solo e semplicemente leggero e ironico. Almeno, io la vedo così, ma a questo giro le interpretazioni dei generi sono un po' alla carlona, non me ne abbia nessuno. Il paradosso è che gli stessi, cioè noi, che abbiamo scritto dei racconti che non rientrano nel genere ci mettiamo a giudicare se i racconti degli altri rientrano nel genere. Boh, alla fine penso che il rientrare nel genere o no, visto che probabilmente non so di cosa parlo, non rientrerà nei parametri di scelta. È in concorso? Tanto basta. Sei in concorso, caro autore? Direi di sì, quindi ciccia.
Detto questo e tornando al racconto ho davvero poco da dirti, in senso positivo, perché è scritto molto bene, senza picchi stilistici o chissà che, ma in maniera corretta e lineare, semplice come richiedeva la storia che ci hai raccontato. Una storia che sa di realtà, di accaduto davvero, non ci sono margini, se non minimi, all'incredulità, e questo è un grosso punto a favore. A sfavore c'è che questa semplicità è purtroppo un'arma a doppio taglio, nel senso che il racconto, seppur piacevole, incide poco e poco si fa ricordare.
In conclusione una buona prova, ma che ai fini puramente concorsuali avrebbe dovuto e potuto graffiare di più.
Detto questo e tornando al racconto ho davvero poco da dirti, in senso positivo, perché è scritto molto bene, senza picchi stilistici o chissà che, ma in maniera corretta e lineare, semplice come richiedeva la storia che ci hai raccontato. Una storia che sa di realtà, di accaduto davvero, non ci sono margini, se non minimi, all'incredulità, e questo è un grosso punto a favore. A sfavore c'è che questa semplicità è purtroppo un'arma a doppio taglio, nel senso che il racconto, seppur piacevole, incide poco e poco si fa ricordare.
In conclusione una buona prova, ma che ai fini puramente concorsuali avrebbe dovuto e potuto graffiare di più.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Fuga per la vittoria
Come ho già detto altrove, l'umorismo è soggettivo, come la reazione al peperoncino in uno spaghetto all'arrabbiata, e a me questo racconto è piaciuto e mi ha fatto sorridere. Mi sono rivisto nei panni di quel ragazzo che doveva per forza andare al bar a vedere la partita. Certo che è umoristico, cos'altro può essere, perdiana? Letto con piacere, avrei calcato di più la figura dell'infermiere aguzzino ma ho letto questo racconto con piacere, belle le immagini e il ritmo e dei paletti, dal momento che sei in gara, che ne parliamo a fare?
The fallen- Younglings
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Re: Fuga per la vittoria
Il genere umoristico è sfiorato di striscio e l'infermiere è infilato un po' a forza nell'economia della narrazione.
Le situazioni quel tanto surreali per sfociare in scenette assurde le hai imbastite bene, ma non le hai portate a compimento, non hai dato la stoccata finale.
Ci sta. Il genere umoristico è difficile, molto difficile. Ma penso che avresti dovuto osare di più, andare a briglie sciolte. Senza pensieri. Io sono una persona molto spiritosa dal vivo (tu dirai eh certo, lo dici tu, lo so, ma fidati dai), ma nei miei scritti no, fatico a far ridere perché il mio umorismo è composto da battute, corpo, espressioni e tutto un corollario che nel testo scritto è difficile tradurre. Ci riesco quando mi lascio andare e scrivo liberamente, come se parlassi.
Immagina di dover raccontare questo aneddoto a qualcuno, qualcuno che durante la narrazione devi riuscire a far ridere almeno 4 volte. Taglia di qua, accentua di là, migliora il ritmo e non perdere il tempo giusto per la battuta.
A rileggerti.
Ele
Le situazioni quel tanto surreali per sfociare in scenette assurde le hai imbastite bene, ma non le hai portate a compimento, non hai dato la stoccata finale.
Ci sta. Il genere umoristico è difficile, molto difficile. Ma penso che avresti dovuto osare di più, andare a briglie sciolte. Senza pensieri. Io sono una persona molto spiritosa dal vivo (tu dirai eh certo, lo dici tu, lo so, ma fidati dai), ma nei miei scritti no, fatico a far ridere perché il mio umorismo è composto da battute, corpo, espressioni e tutto un corollario che nel testo scritto è difficile tradurre. Ci riesco quando mi lascio andare e scrivo liberamente, come se parlassi.
Immagina di dover raccontare questo aneddoto a qualcuno, qualcuno che durante la narrazione devi riuscire a far ridere almeno 4 volte. Taglia di qua, accentua di là, migliora il ritmo e non perdere il tempo giusto per la battuta.
A rileggerti.
Ele
Hellionor- Admin
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Re: Fuga per la vittoria
Beh , questo è il secondo ragazzino che tenta di scappare dalla finistra e si fa male . Tutto per la squadra del cuore, la nazionale azzurra.
A me fa tanta tenerezza questo ragazzino, per lui è importante quella partita, forse rientra tra una delle priorità più indispensabili.
hai ben descritto la radiolina che gracchia e si spegne deopo il secondo gol. diamine ho capito la montagna ,ma uno straccio di tv nell'82 si trovava dappertutto.
Simpaticissima la trovata delle tagliatelle della donna chwe si sente gratificata e le va a preparare.
un racconto che si legge con piacere. Autor hai tutta la mia simpatia.
A me fa tanta tenerezza questo ragazzino, per lui è importante quella partita, forse rientra tra una delle priorità più indispensabili.
hai ben descritto la radiolina che gracchia e si spegne deopo il secondo gol. diamine ho capito la montagna ,ma uno straccio di tv nell'82 si trovava dappertutto.
Simpaticissima la trovata delle tagliatelle della donna chwe si sente gratificata e le va a preparare.
un racconto che si legge con piacere. Autor hai tutta la mia simpatia.
gemma vitali- Padawan
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Re: Fuga per la vittoria
Mi hai fatto ridere!
Mi piace tanto, credo che non ci siano nemmeno errori, tranne che, secondo me, hai sbagliato a cambiare "stile" nei dialoghi, non so se mi spiego bene: se una frase viene introdotta dalle "", il resto delle altre dovranno essere introdotte dalla stessa.
Riguardo il genere, non so..., è un monologo umoristico? L'umore c'è, ma penso che sia una storia raccontata con le giuste descrizioni e i paletti rispettati, ma non incentrati più di tanto.
Mi piace però, pure il titolo!
Mi piace tanto, credo che non ci siano nemmeno errori, tranne che, secondo me, hai sbagliato a cambiare "stile" nei dialoghi, non so se mi spiego bene: se una frase viene introdotta dalle "", il resto delle altre dovranno essere introdotte dalla stessa.
Riguardo il genere, non so..., è un monologo umoristico? L'umore c'è, ma penso che sia una storia raccontata con le giuste descrizioni e i paletti rispettati, ma non incentrati più di tanto.
Mi piace però, pure il titolo!
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Re: Fuga per la vittoria
Ciao Aut-
Clusone la conosco abbastanza bene in quanto da 10 anni è la mia meta preferita per le vacanze estive.
Inoltre le mie vacanze estive del 1982 le passai guardando le TV dei bar. Insomma tra passato e presente mi ci ritrovo.
Gli eventi surreali partono con la situazione in cui si trova il protagonista e proseguono con l'improbabile radiolina che mette Ave Maria in squadra con Zico e Cerezo. Mi sarei aspettato più stupore per il gol di Rossi perché ti assicuro che nessuno ci poteva credere, dopo quattro partite in cui fu del tutto inutile in campo.
Ottima la radiolina che si spegne in un amen e infine c'è la scena surreale della fuga, che però si chiude in modo troppo logico, conseguenza giusta degli avvenimenti.
L'italiano è buono, il racconto è al passato per cui ci stanno tutte le riflessioni di un adulto. L'unica cosa forse troppo furba per un ragazzino è quella di mettere la nonna ai fornelli, ma forse lo dico solo per invidia perché io da ragazzino non ero per niente furbo.
Il genere è umoristico; l'orto c'è con accenni anche al giardino; l'estate 1982 c'è; la camera da letto c'è; l'infermiere/carceriere c'è.
Grazie e alla prossima.
Clusone la conosco abbastanza bene in quanto da 10 anni è la mia meta preferita per le vacanze estive.
Inoltre le mie vacanze estive del 1982 le passai guardando le TV dei bar. Insomma tra passato e presente mi ci ritrovo.
Gli eventi surreali partono con la situazione in cui si trova il protagonista e proseguono con l'improbabile radiolina che mette Ave Maria in squadra con Zico e Cerezo. Mi sarei aspettato più stupore per il gol di Rossi perché ti assicuro che nessuno ci poteva credere, dopo quattro partite in cui fu del tutto inutile in campo.
Ottima la radiolina che si spegne in un amen e infine c'è la scena surreale della fuga, che però si chiude in modo troppo logico, conseguenza giusta degli avvenimenti.
L'italiano è buono, il racconto è al passato per cui ci stanno tutte le riflessioni di un adulto. L'unica cosa forse troppo furba per un ragazzino è quella di mettere la nonna ai fornelli, ma forse lo dico solo per invidia perché io da ragazzino non ero per niente furbo.
Il genere è umoristico; l'orto c'è con accenni anche al giardino; l'estate 1982 c'è; la camera da letto c'è; l'infermiere/carceriere c'è.
Grazie e alla prossima.
Re: Fuga per la vittoria
Per prima cosa voglio ringraziarvi tutti. I vostri commenti sono molto utili e spero vivamente di farne tesoro. Punti invece non ne sono arrivati ma non fa nulla, è giusto così. Il racconto è effettivamente molto leggero, troppo. Tanto da scivolar via e non lasciare nulla. Sono solo felice per aver lasciato un sorriso a qualcuno.
Non è un racconto autobiografico, anche se realmente da bambino andavo in vacanza coi nonni a Clusone (e la casa non aveva il televisore). Nel 82 avevo 6 anni, 7 il giorno della finale, e purtroppo i miei ricordi sono sbiaditissimi, quasi nulli (il mio "primo Mondiale" è stato Mexico86 ma quella è un'altra storia). Ovviamente il tentativo è stato quello di scrivere un racconto umoristico (non è un monologo), forse poco riuscito, ma metto via molto da questa esperienza.
Simpatica la similitudine nella trama con il racconto "La testa nel pallone" e, sì, l'affaire Pruzzo fu in gran voga all'epoca. Il "vecchio" scelse Rossi e sappiamo tutti come andò a finire.
Grazie ancora a tutti e... alla prossima.
Non è un racconto autobiografico, anche se realmente da bambino andavo in vacanza coi nonni a Clusone (e la casa non aveva il televisore). Nel 82 avevo 6 anni, 7 il giorno della finale, e purtroppo i miei ricordi sono sbiaditissimi, quasi nulli (il mio "primo Mondiale" è stato Mexico86 ma quella è un'altra storia). Ovviamente il tentativo è stato quello di scrivere un racconto umoristico (non è un monologo), forse poco riuscito, ma metto via molto da questa esperienza.
Simpatica la similitudine nella trama con il racconto "La testa nel pallone" e, sì, l'affaire Pruzzo fu in gran voga all'epoca. Il "vecchio" scelse Rossi e sappiamo tutti come andò a finire.
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Re: Fuga per la vittoria
Dimenticavo la questione dell'infermiere. Il nipotino ha la febbre dopo una partita di pallone. La nonna chiede un consiglio al vicino di casa che fa l'infermiere. Lui le consiglia di tenerlo in casa per qualche giorno affinché si riprenda e, per tutelare la salute dell'amato nipote, i consigli del vicino infermiere sono legge. Purtroppo questo era contenuto nella mia mente e, probabilmente, non è passato allo scritto.
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Re: Fuga per la vittoria
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