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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 2 - Camera da Letto
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Re: Eleazar
Ciao Aut-
Parto con le cose che non mi sono piaciute. Mi sono inceppato su questa frase in particolare: "A casa nostra, abitavamo in una splendida villa in Brucheum, fuori dal quartiere ebraico, mia madre si lamentava sempre per questo, prese alloggio Cordio, il comandante militare romano con la sua famiglia e la sua scorta." Hai esagerato con gli incisi e alla fine è molto difficile ricostruire il periodo. Un modo alternativo può essere: "Abitavamo in una splendida villa in Brucheum, fuori dal quartiere ebraico, e mia madre si lamentava sempre per questo; a casa nostra prese alloggio Cordio, il comandante militare romano, con la sua famiglia e la sua scorta."
Mi sono inceppato anche qui: "meglio delle verdure muffite che ci propinava il padrone." Qui sembra che fosse insieme ad altri schiavi ma non mi quadra con quello che c'è prima e poi non mi quadra nemmeno con quello che racconti dopo. Quel "ci" doveva essere un "mi".
Hai voluto inserire a forza un riferimento ai mondiali di calcio del 1982 e infatti si nota che l'inserimento è forzato.
La narrazione è in prima persona e senza dialoghi, ma racconta troppe cose per considerarlo un monologo, a mio gusto personale. Si perde anche su eventi che sono fin troppo esterni alla vita del narratore.
È poco chiaro nel finale il ruolo della malattia di Flavia; ho capito che serviva un motivo per portare via Eleazar da Alessandria, però forse potevi essere più incisivo. Anche più cattivo con i tuoi personaggi: magari Flavia stava benissimo ma il padre Cordio potrebbe semplicemente aver prestato lo schiavo alla guardia perché, per lui, Eleazar, Flavia e tutta la famiglia altro non erano se non possessioni.
Mi è piaciuto moltissimo il collegamento che hai fatto con la cronaca recente: il ritrovamento del termopolio di Pompei. Si vede che hai studiato molto per scrivere il racconto e ti ringrazio per aver condiviso ciò che hai imparato. A parte gli inceppamenti, ho letto il racconto in modo scorrevole, nonostante la pesantezza della narrazione senza dialoghi.
Per quanto riguarda i paletti, ho il dubbio del genere. Alessandria d'Egitto è ben delineata come pure il 79 d.C. La camera da letto è marginale mentre il disegnatore c'è ed è pure il protagonista.
Grazie e alla prossima.
Parto con le cose che non mi sono piaciute. Mi sono inceppato su questa frase in particolare: "A casa nostra, abitavamo in una splendida villa in Brucheum, fuori dal quartiere ebraico, mia madre si lamentava sempre per questo, prese alloggio Cordio, il comandante militare romano con la sua famiglia e la sua scorta." Hai esagerato con gli incisi e alla fine è molto difficile ricostruire il periodo. Un modo alternativo può essere: "Abitavamo in una splendida villa in Brucheum, fuori dal quartiere ebraico, e mia madre si lamentava sempre per questo; a casa nostra prese alloggio Cordio, il comandante militare romano, con la sua famiglia e la sua scorta."
Mi sono inceppato anche qui: "meglio delle verdure muffite che ci propinava il padrone." Qui sembra che fosse insieme ad altri schiavi ma non mi quadra con quello che c'è prima e poi non mi quadra nemmeno con quello che racconti dopo. Quel "ci" doveva essere un "mi".
Hai voluto inserire a forza un riferimento ai mondiali di calcio del 1982 e infatti si nota che l'inserimento è forzato.
La narrazione è in prima persona e senza dialoghi, ma racconta troppe cose per considerarlo un monologo, a mio gusto personale. Si perde anche su eventi che sono fin troppo esterni alla vita del narratore.
È poco chiaro nel finale il ruolo della malattia di Flavia; ho capito che serviva un motivo per portare via Eleazar da Alessandria, però forse potevi essere più incisivo. Anche più cattivo con i tuoi personaggi: magari Flavia stava benissimo ma il padre Cordio potrebbe semplicemente aver prestato lo schiavo alla guardia perché, per lui, Eleazar, Flavia e tutta la famiglia altro non erano se non possessioni.
Mi è piaciuto moltissimo il collegamento che hai fatto con la cronaca recente: il ritrovamento del termopolio di Pompei. Si vede che hai studiato molto per scrivere il racconto e ti ringrazio per aver condiviso ciò che hai imparato. A parte gli inceppamenti, ho letto il racconto in modo scorrevole, nonostante la pesantezza della narrazione senza dialoghi.
Per quanto riguarda i paletti, ho il dubbio del genere. Alessandria d'Egitto è ben delineata come pure il 79 d.C. La camera da letto è marginale mentre il disegnatore c'è ed è pure il protagonista.
Grazie e alla prossima.
Re: Eleazar
Di questo racconto ricordo il mio imbarazzo nel constatare che i paletti erano tutti presenti ma, allo stesso tempo, quasi tutti sul filo del rasoio.
Tanto per cominciare, il genere: è stato detto ormai in ogni racconto, e credo tu abbia capito perché.
La camera da letto è presente giusto per fargliela rientrare... La collocazione temporale, sicuramente chiara, a un certo punto ha un rimando a duemila anni dopo che sa di inspiegabile...
Insomma, è un racconto scritto abbastanza bene e che aveva centrato il genere perfettamente all'inizio, anche grazie al ritmo conferito dal muro di parole e alle ripetizioni, che ho trovato decisamente funzionali.
Purel'inserimento dei dialoghi e la citazione biblica hanno seguito, per quanto possibile, le regole del monologo, ma tu capisci che non siamo proprio al centro del bersaglio.
Nonostante sia passato un mese dalla prima volta che ho letto questo racconto, continua a essere quello sul quale ho le maggiori perplessità, giacché lo trovo ben costruito e anche abbastanza riuscito, ma poi è tutta la parte descrittiva di elementi che non possono rientrare nel monologo che mi allontana e mi rallenta il pathos...
Il consiglio, se può essere utile, è sempre quello: prova a chiederti quando e per quanto tempo il tuo protagonista abbia concepito questo monologo, e forse qualche risposta ti sarà più chiara.
Comunque, a prescindere, complimenti, perché secondo me è un lavoro valido.
Un abbraccio!
Tanto per cominciare, il genere: è stato detto ormai in ogni racconto, e credo tu abbia capito perché.
La camera da letto è presente giusto per fargliela rientrare... La collocazione temporale, sicuramente chiara, a un certo punto ha un rimando a duemila anni dopo che sa di inspiegabile...
Insomma, è un racconto scritto abbastanza bene e che aveva centrato il genere perfettamente all'inizio, anche grazie al ritmo conferito dal muro di parole e alle ripetizioni, che ho trovato decisamente funzionali.
Purel'inserimento dei dialoghi e la citazione biblica hanno seguito, per quanto possibile, le regole del monologo, ma tu capisci che non siamo proprio al centro del bersaglio.
Nonostante sia passato un mese dalla prima volta che ho letto questo racconto, continua a essere quello sul quale ho le maggiori perplessità, giacché lo trovo ben costruito e anche abbastanza riuscito, ma poi è tutta la parte descrittiva di elementi che non possono rientrare nel monologo che mi allontana e mi rallenta il pathos...
Il consiglio, se può essere utile, è sempre quello: prova a chiederti quando e per quanto tempo il tuo protagonista abbia concepito questo monologo, e forse qualche risposta ti sarà più chiara.
Comunque, a prescindere, complimenti, perché secondo me è un lavoro valido.
Un abbraccio!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Eleazar
Ciao autor*
Ho riletto un paio di volte il tuo racconto e per prima cosa ti devo dire che concettualmente, non è male.
Nonostante, come già segnalato, i paletti siano presenti in alcuni punti solo in maniera accennata, il testo regge abbastanza bene.
Certo, il salto temporale non è ben gestito. Nel contest c'è un'altro monologo che tratta lo spazio-tempo e, per essere corretti, quello è gestito meglio.
Nel tuo, non ho trovato refusi da segnalarti se non queste piccole transazioni temporali. Il resto mi pare, anche se solo accennato, parte di un buon lavoro.
Di sicuro con qualche modifica o con un po' di tempo in più, avresti potuto fare nettamente meglio.
Me lo hanno sempre detto a me, io rigiro il consiglio. Scrivi tutto, stampa e rileggi ad alta voce. Le cose che non tornano ti appariranno chiare e limpide.
Grazie e a rileggerci.
Ho riletto un paio di volte il tuo racconto e per prima cosa ti devo dire che concettualmente, non è male.
Nonostante, come già segnalato, i paletti siano presenti in alcuni punti solo in maniera accennata, il testo regge abbastanza bene.
Certo, il salto temporale non è ben gestito. Nel contest c'è un'altro monologo che tratta lo spazio-tempo e, per essere corretti, quello è gestito meglio.
Nel tuo, non ho trovato refusi da segnalarti se non queste piccole transazioni temporali. Il resto mi pare, anche se solo accennato, parte di un buon lavoro.
Di sicuro con qualche modifica o con un po' di tempo in più, avresti potuto fare nettamente meglio.
Me lo hanno sempre detto a me, io rigiro il consiglio. Scrivi tutto, stampa e rileggi ad alta voce. Le cose che non tornano ti appariranno chiare e limpide.
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Midgardsormr- Padawan
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Re: Eleazar
Voglio ritrattare una cosa che ho scritto, che mi sembrava irreale l'atteggiamento di rifiuto della madre verso il figlio, fino a rinunciarvi e a lasciare che poi diventi schiavo, per una motivazione come quella raccontata.
Sto leggendo una "Storia del cristianesimo", quattro volumoni editi da Laterza, che mi hanno regalato. Leggere la storia dell'ebraismo all'inizio del primo volume è come trovarsi in mezzo a un mix tra Dallas, Dinasty e qualche feroce serial di sterminio, tutto elevato all'ennesima potenza.
A parte questo, si parla anche delle varie sette/fazioni religiose. Be', insomma, ho capito che, se la mamma in questione fosse di stretta osservanza farisaica o simili, il suo atto sarebbe perfettamente coerente.
Sto leggendo una "Storia del cristianesimo", quattro volumoni editi da Laterza, che mi hanno regalato. Leggere la storia dell'ebraismo all'inizio del primo volume è come trovarsi in mezzo a un mix tra Dallas, Dinasty e qualche feroce serial di sterminio, tutto elevato all'ennesima potenza.
A parte questo, si parla anche delle varie sette/fazioni religiose. Be', insomma, ho capito che, se la mamma in questione fosse di stretta osservanza farisaica o simili, il suo atto sarebbe perfettamente coerente.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: Eleazar
il racconto si solleva di livello quando introduci Flavia e tutta la scena del disegno e delle due madri è davvero bella e densa di significato e scritta magnificamente tanto da farmi rimpiangere un po' che non si prenda tutto lo spazio, più di quello che ha, che il tuo monologo non si riduca a quel solo episodio, come un ricordo che si innesti su quell'atmosfera di distruzione imminente che c'è alla fine. Insomma avrei tagliato un po' della parte iniziale, così come l'episodio del fratello più piccolo, tutto ciò che non è funzionale alla storia e fatto letteralmente esplodere la scena della madre, vero cuore pulsante di tutta la vicenda. Quella ti resta davvero impressa. Comunque un ottimo lavoro che sarebbe potuto essere eccelso. Brav
Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Eleazar
Il più grosso difetto di questo racconto ne crea un altro. Se tu avessi messo i dialoghi accapo come va fatto (no, non è una scelta, i dialoghi messi ad kaiser come in questo testo sono errori) avresti in automatico evitato il muro di parole, che per quanto ripetiamo possa essere una scelta bla bla io ripeto che è una scelta piuttosto esecrabile, per me e per la stragrande maggioranza dei lettori.
Quindi dopo avertene dette di ogni mi immergo nel tuo racconto e ne vengo fuori solo alla fine, dopo che mi hai catturato e trascinato fra il bancone di quel termopolio - ritrovato intatto a pompei l'anno scorso, se non erro - e una madre che rinnega il figlio più volte.
C'è la storia, i personaggi, l'ambientazione e tanta bellezza nelle immagini, nei gesti e nei sentimenti dei protagonisti così ben espressi. Ti odio e ti amo, se mi è consentito dal regolamento.
Quindi dopo avertene dette di ogni mi immergo nel tuo racconto e ne vengo fuori solo alla fine, dopo che mi hai catturato e trascinato fra il bancone di quel termopolio - ritrovato intatto a pompei l'anno scorso, se non erro - e una madre che rinnega il figlio più volte.
C'è la storia, i personaggi, l'ambientazione e tanta bellezza nelle immagini, nei gesti e nei sentimenti dei protagonisti così ben espressi. Ti odio e ti amo, se mi è consentito dal regolamento.
The fallen- Younglings
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