Il tuo incubo peggiore
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Re: Il tuo incubo peggiore
Ciao Aut-
Ho trovato qualche refuso, quello più fastidioso: "e mi diresse" al posto di "e mi diressi".
L'impianto che hai dato al racconto è un taglio cinematografico: sembra quasi una sceneggiatura. Soprattutto all'inizio: entri perfino nei dettagli. Non c'è bisogno di riportare perfino i saluti, giusto per farti un esempio. Un altro problema del taglio cinematografico è il punto di vista, che continua a cambiare: se può sembrare necessario in una sceneggiatura, in un racconto di solito non ha lo stesso effetto. I titoletti aiutano, ma siccome lo sviluppo di qualche titoletto è molto molto breve, il risultato che si ha è un "effetto riassunto". Questa cosa si evidenzia soprattutto alla fine, quando probabilmente hai esaurito lo spazio e/o il tempo.
Se dovessi giudicare il racconto da quello che mi è piaciuto, salverei in particolare l'inizio, quando probabilmente ancora non c'era la stanchezza o la preoccupazione e hai tirato fuori una buona ambientazione e l'inizio di una trama promettente, una narrazione che mi ha tenuto attaccato alle righe che stavo leggendo.
La consegna è rispettata: Docks 1965, prostituta, portineria, giallo. Non c'è il prelato, ma non era richiesto che ci fosse.
Grazie e alla prossima.
Ho trovato qualche refuso, quello più fastidioso: "e mi diresse" al posto di "e mi diressi".
L'impianto che hai dato al racconto è un taglio cinematografico: sembra quasi una sceneggiatura. Soprattutto all'inizio: entri perfino nei dettagli. Non c'è bisogno di riportare perfino i saluti, giusto per farti un esempio. Un altro problema del taglio cinematografico è il punto di vista, che continua a cambiare: se può sembrare necessario in una sceneggiatura, in un racconto di solito non ha lo stesso effetto. I titoletti aiutano, ma siccome lo sviluppo di qualche titoletto è molto molto breve, il risultato che si ha è un "effetto riassunto". Questa cosa si evidenzia soprattutto alla fine, quando probabilmente hai esaurito lo spazio e/o il tempo.
Se dovessi giudicare il racconto da quello che mi è piaciuto, salverei in particolare l'inizio, quando probabilmente ancora non c'era la stanchezza o la preoccupazione e hai tirato fuori una buona ambientazione e l'inizio di una trama promettente, una narrazione che mi ha tenuto attaccato alle righe che stavo leggendo.
La consegna è rispettata: Docks 1965, prostituta, portineria, giallo. Non c'è il prelato, ma non era richiesto che ci fosse.
Grazie e alla prossima.
Re: Il tuo incubo peggiore
Parte bene, ma poi si ingarbuglia parecchio e diventa davvero faticoso da seguire. Trama confusa, imprecisioni e continui cambi di pdv che rendono complicata la lettura. Peccato perché gli elementi del noir classico c'erano tutti e quelli che Aki definisce "personaggi nel loro ruolo" alle volte ci sta che in quel ruolo si muovano, ma fuori dallo stesso non riescano ad andare. Alle volte è quasi più bello vederli provarci piuttosto che riuscirci.
Fosse stato per me avrei scelto un personaggio e gli avrei fatto raccontare la storia. Certo, sarebbe stata la sua versione, magari una versione parziale, ma non è il bello di un racconto? Perché non far narrare tutto a Hunt, per esempio? In fondo è una detective story. Potenziale ne ha. Sei anche l'unico, o unica, ad avere introdotto la cultura indiana, che di Londra è sicuramente un elemento importante, esotico, e che ti da una chance per caratterizzare a dare spessore al personaggio di Dhara.
Insomma c'è assolutamente da lavorarci, ma non è una storia che abbandonerei.
Fosse stato per me avrei scelto un personaggio e gli avrei fatto raccontare la storia. Certo, sarebbe stata la sua versione, magari una versione parziale, ma non è il bello di un racconto? Perché non far narrare tutto a Hunt, per esempio? In fondo è una detective story. Potenziale ne ha. Sei anche l'unico, o unica, ad avere introdotto la cultura indiana, che di Londra è sicuramente un elemento importante, esotico, e che ti da una chance per caratterizzare a dare spessore al personaggio di Dhara.
Insomma c'è assolutamente da lavorarci, ma non è una storia che abbandonerei.
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