Elementa exordii
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 1 - Portineria
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Elementa exordii
Londra, Hotel Savoy
30 Gennaio 1965, ore 07.00
Antoine Deville percorre il corridoio spingendo il carrello del room service, con i vassoi delle colazioni per i clienti del secondo piano.
Fette biscottate, marmellata di pesche e latte tiepido per la 223 dove soggiornava un Padre Triennale Oratore. Due cornetti alla crema e un caffè americano per la 222, occupata dal direttore di una banca francese. Latte caldo e pane tostato per la 225 assegnata a una coppia di anziani. Uno yogurt bianco e una spremuta per la 226, dove soggiorna una giovane donna borghese dai ricci capelli rossi.
Il cameriere si ferma a parlare con Dorothy, una delle due donne delle pulizie al piano, castana e robusta. All'altro capo del corridoio, Francine, l'altra addetta e infermiera volontaria, giovane di bell'aspetto e con i capelli rossi, armeggia compulsiva con il passepartout alla stanza 223, considerata libera come da comunicazione del ricevimento.
Poco dopo, un urlo di terrore echeggia nel corridoio.
Ore 07.15
« Rimanete qui, nessuno entri o esca. »
« Agli ordini, ma cominciano ad arrivare gli ospiti della giornata... »
Cedric Sweetwater, prima di sorpassare i due agenti all'entrata si avvicina alla folla e sorride.
« Abbiate pazienza, faremo presto. »
Lo sguardo indugia a terra, sul piazzale, dove scorge una siringa vuota. Alza gli occhi verso l'hotel e scuote il capo. Raccoglie la siringa e procede verso l'entrata, consegnando l'oggetto a un'agente. Si dirige poi verso la portineria, dove lo attende il direttore del Savoy.
« Detective Sweetwater. »
« É un piacere, la sua fama la precede. » sorride tradendo la tensione.
« Temo che la fama non risolva i casi. Mi accompagna? »
« I clienti... »
« Nessun cliente - scuote il capo - nessuno entra, nessuno esce. »
Il direttore, un uomo sulla cinquantina robusto e baffuto, annuisce con poca convinzione e lo precede all'ascensore.
Giunti al piano, intuisce subito dove sia avvenuto il misfatto per cui è stato chiamato; fuori dalla camera 223 un nutrito gruppo di persone sosta nell'incredulità e terrore.
Il detective procede spedito lungo il corridoio, mani incrociate dietro la schiena, il cappotto nero lungo che svolazza appena nell'incedere, scoprendo a tratti la sua Enfield MKI nella fondina alla cintura. A metà corridoio, ispeziona il carrello del room service e i vassoi. Dorothy, vedendolo arrivare, ha come un sussulto che non passa inosservato.
« Sì signorina. Ma no, non sono uno di loro. » sospira il detective, ormai abituato a essere accostato alla più famosa band di coleotteri; capelli a caschetto, pantaloni sformati sui piedi, camicia bianca con colletto sbottonato e cravatta a nodo largo. Big John, lo chiamano così a Scotland Yard, per la somiglianza con Lennon, ma più grande di età.
Si fa largo tra i presenti ed entra nella stanza. Nessuna emozione traspare sul volto, nell’osservare la scena; un uomo sulla sessantina era disteso sul letto, con un crocifisso di una ventina di centimetri conficcato ad altezza cuore; si china di poco verso il morto, scorgendo nella mano sinistra un ciuffo di capelli rossi, il corpo ricoperto di sudore e un piccolo ma visibile foro a metà collo con una goccia di sangue coagulato. Lo sguardo vaga per la stanza, notando una veste di colore nero cui manca un bottone dei tre al colletto. É buttata su una sedia accanto alla piccola scrivania.
« Freddino qui dentro. » sentenzia ad alta voce senza guardare nessuno, socchiudendo la giacca.
Sul tavolino da notte nota un rosario arrotolato e poggiato su di una bibbia. L'uomo ha le braccia aperte e pare essere nudo, l'intimo coperto da lenzuola candide, uno strano odore nella stanza.
« Qualcuno lo ha coperto? » chiede, continuando a muoversi nella stanza e avvicinandosi alla finestra che dà su di un piccolo balcone; fuori piove ed è una giornata parecchio fredda.
« Sì, io signore. » Antoine si fa avanti e Cedric si volta, fulminandolo con lo sguardo.
« Signori e signore, vi prego di recarvi in portineria, aspettatemi li. Nessuno rientri nella sua stanza. Lei - indica il cameriere - mi serve qui, per il momento. »
Il direttore si occupa di accompagnare tutti i presenti verso il piano terra; la coppia di anziani si tiene sottobraccio, il direttore di banca sbuffa seguendo il gruppetto fissando l'orologio al polso. La giovane donna, dopo un rapido sguardo in direzione del detective e del cameriere, prosegue stretta nella sua vestaglia rossa, lasciando una scia di profumo molto pungente. Dorothy sostiene la collega in lacrime e tremante.
Cedric segue il gruppo con lo sguardo e solo dopo diversi istanti, porta la sua attenzione al giovane cameriere, fermo sulla porta della camera, mani conserte dietro la schiena.
« Quanti ospiti ci sono attualmente? »
« Siamo quasi al completo, i coniugi Cooper della 225 sono qui solo da ieri. » spiega brevemente, senza dilungarsi troppo sull'evento che riempie le pagine dei giornali, cosi come l'albergo, ormai da giorni.
« Ho notato che sul carrello - lo indica con un cenno - c'è la colazione per tutti. Mi chiedo allora perché il corpo lo abbia trovato la sua collega. »
« In realtà non lo so. Aveva ricevuto il via libera dalla portineria per le faccende in stanza, a quanto pare il prelato aveva lasciato comunicazione della sua partenza per questa mattina presto. »
« Chi gestisce queste cose in albergo? Avete un portiere notturno? »
« Non al momento, è in malattia. Gestisce tutto il direttore. »
« Avete servito la cena ieri sera? »
« Solo alla 222, sul tardi. I coniugi erano usciti a cena e il prelato era a digiuno. La signorina della 226 era... impegnata - arrossisce Antoine - passando davanti alla stanza ho sentito discutere, due voci femminili - chiarisce - ho bussato per chiedere se era tutto nella norma e mi è stato detto di sì. »
« Perché bussare? »
« La signorina fa il lavoro più antico del mondo, pensavo avesse problemi. »
« Quantifica quel sul tardi. »
« Le 22, circa. »
« Chi poteva essere a discutere con la signorina di facili costumi? » chiede senza mezzi termini.
« Non ne ho idea, poteva essere qualsiasi donna in albergo. »
« Un'ultima curiosità. Il prelato ha lasciato detto a voce che non sarebbe stato in camera questa mattina? »
« No lo ha lasciato detto alla donna delle pulizie, ieri mentre lasciava la stanza. »
« Francine? »
« No, signore. Alla governante, la signora Dorothy. Si occupa di aprire le camere. »
« Ma stamattina mi confermi che non è stata lei a farlo, corretto? »
« Esatto. Francine ha iniziato poco dopo di me, dicendo che questa mattina doveva fare in fretta poiché doveva prestare servizio in ospedale, è anche infermiera - scrolla le spalle - dorme qui in albergo, lei, e quando sono arrivato al piano, pensavo avesse già terminato. Ci vogliono circa venti minuti a riassetto ed era passata quasi un'ora. »
Assimila tutto, il detective, ogni singola parola.
« Bene. Raggiungi gli altri, ma prima sarebbe opportuno mi aprissi tutte le stanze occupate. » sorride e sparisce nella stanza.
I movimenti sono lenti e all'orecchio giungono, cadenzati, i rumori delle serrature aperte da Antoine.
Quando comprende di essere da solo in quel piano sospira, e riprende l'esterno della stanza, avvicinandosi alla 222, quella direttamente di fronte.
« Bene bene, vediamo. »
La camera è praticamente uguale, posta a specchio rispetto all'altra. Il letto è sfatto, ma in maniera maniacale. Il detective apre il cassetto del comodino.
« Deve essere ateo. » bofonchia tra sé, scorgendo la bibbia in dotazione alla stanza voltata al contrario. Chiuso il cassetto, l'attenzione si sposta sul piccolo scrittoio dove tra i vari appunti su incontri della giornata, spicca qualcosa.
Ore 22, urlano dalla stanza vicina, sarà quella puttana.
Ore 24, disturbano ancora, il prete prega ad alta voce, domani mattina lo gonfio.
Ore 2, finalmente dormono tutti.
Fare reclamo.
Legge senza toccare il biglietto e lasciando la stanza, scorge a terra nell'angolo della porta un bottone nero, simile a quelli che aveva visto sulla veste del prelato. Lo recupera, facendolo girare tra le dita con aria corrucciata.
Tornato in corridoio punta alla 225, la stanza appena successiva a quella del delitto ed è palese al primo sguardo da chi sia occupata. Molto ordinata, vestiti ambosessi datati e opulenti. E quell'odore di agrumi, nuovamente.
« La stanza dei Cooper. » sospira. Raggiunto il comodino di sinistra, trova un bicchiere con all'interno una dentiera, accanto alla bibbia. L'ispezione prosegue nel bagno dove nota, sulla mensola della specchiera, una siringa già vista e una fialetta vuota che riporta la dicitura insulina. Nel cestino lì accanto un'altra fiala vuota e sopra il mobiletto, una cassetta di legno.
« Venti scomparti, mancano otto dosi. » parla e ispeziona nello stesso tempo, lasciando che le informazioni prendano forma nella sua mente.
Si avvia all'uscita con passo svelto, ma all'ultimo decide di entrare nella 226. Gira tra le dita il bottone, percepisce nuovamente l'odore sentito nelle altre camere. Raggiunge il letto e sul tavolino da notte trova una scatola di profilattici, oltre a una discreta somma di sterline arrotolate.
China il capo di lato e si sofferma sul letto, sfatto da entrambi i lati pur essendo una doppia uso singolo.
Discutevano. O non voleva pagarla o non le è piaciuta la prestazione.
Collega i fatti in un ragionamento semplice. Raggiunge la porta finestra, scosta la tenda e la apre sul balconcino; sporgendosi vede i due agenti all'entrata.
« Non mi piace. » dice fra sé rientrando. Passa davanti al bagno e lo colpisce un profumo forte di agrumi; con estrema attenzione esamina l'interno e trova un flacone di profumo francese all’origine di quell'odore.
Cedric tira un lungo sospiro di sollievo, sembra sorridere mentre a passo svelto si dirige fuori dalla stanza e poi verso il piano inferiore.
Ore 07: 47
L'ispettore cammina davanti agli ospiti seduti in portineria, i passi alternati alla musica di sottofondo, muovendosi sul pavimento con il caratteristico motivo a scacchi.
« Ha trovato il colpevole? » domanda il direttore.
L’ispettore si volta e scruta gli ospiti, e indica le caselle scure.
« Questione di mosse. La prima, sono i ripetuti accenni a un litigio presso la camera della signorina - sorride verso la meretrice muovendosi sul nero davanti a lei - con un'altra donna. La regina. » spiega il movimento fatto, disegnandolo a mezz’aria con il dito puntato verso terra.
« Dalla vostra riserva di insulina, mancano diverse dosi. Troppe, considerandone l'utilizzo dal vostro arrivo - dice ai coniugi Cooper, fermandosi sulla piastrella nera in fronte - gli alfieri - mima come prima - E nella sua stanza? - si muove davanti al direttore di banca - ho potuto constatare quanto potesse essere infastidito dalle preghiere a tarda notte. Inoltre il bottone mancante era sulla porta della sua camera. Il re. »
Improvvisamente si rivolge a Francine, eseguendo la mossa del cavallo sul pavimento.
« Mi deve spiegare perché lo ha fatto, signorina. Lei era l'unica che poteva accedere a tutte le stanze, indisturbata. Ha litigato con la signorina, è entrata nella stanza dei coniugi e ha rubato l'insulina per uccidere il prelato, conoscendone gli effetti. Ha strappato il bottone lasciandolo accanto alla porta del direttore. Si è preoccupata di cambiare le lenzuola, troppo pulite infatti per la quantità di sangue che deve essere uscita dalla ferita. Infine ha gettato dalla finestra la siringa. Insomma, ha cercato di far ricadere la colpa un po' su tutti. »
Sull’orlo di una crisi isterica, Francine crolla.
« La puttana voleva vendere il suo corpo a quel viscido! Ma lei è mia, mia e basta! Non potevo permetterlo! »
« Mia cara, la gelosia ossessiva non porta mai a nulla di buono. »
Un cenno del detective a un’agente, che la raggiunge e la prende in consegna.
« Come ha fatto a capire che era lei? » chiede il direttore.
« Come diceva un mio collega, una volta eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità. - sorride - Check mate. »
Si avvia verso l’uscita, mani conserte dietro la schiena, in direzione del Waterloo Bridge.
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Re: Elementa exordii
Mah, sarò io che sono diventato cieco (e considerando che sono miope, astigmatico e fotosensibile, poco ci manca), ma io i Docks non li ho visti molto. Vero che i luoghi in cui si svolge la tua storia sono situati in quella parte di Londra, ma un minimo di descrizione sarebbe stata gradita, giusto per sentirne l'atmosfera. Comunque, tornando a noi, come di consueto comincio col dire che l'utilizzo dei marker temporali non lo gradisco, perché è un modo per "aggirare" i paletti al posto di diluirli nel testo. Di positivo, invece, c'è il personaggio del detective che mi sembra realistico ed efficace, così come le domande che pone: apparentemente banali, ma sono in linea con quelle che un vero investigatore farebbe per informarsi. Anche l'ispezione delle camere mi pare verosimile. Certo, il ritmo è forse un po' lento, ma è un problema di poco conto. Invece, quel che mi pare più grave è la parte finale. Tutti quei riferimenti agli scacchi, per quanto scenici, mi sembrano fuori luogo, buttati lì per dare vigore ad una conclusione scontata, perché diciamocelo: pure senza l'intervento di Cedric Sweetwater (bel nome), era chiaro fin da subito chi era l'assassino, visto il gran numero di indizi presenti fin dall'inizio. Capisco il voler disseminare le prove per far arrivare il lettore alla soluzione, ma così è troppo facile. Ecco, un po' più di mistero non avrebbe guastato. Infine, qualche altra minuzia:
-"scuote il capo" è ripetuto due volte entro poche righe.
-Al posto di "alla stanza" avrei messo "davanti/ di fronte alla stanza".
-Dubito che si possa pugnale uno con un crocifisso, però magari era sottile.
Insomma, non proprio un grande giallo.
Ultima modifica di Martin Della Cappa il Lun Mar 01, 2021 11:00 pm - modificato 1 volta.
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Re: Elementa exordii
Ciao autor*
Taglio interessante questo giallo, forse un po' troppo "antico", come taglio.
Trovo interessante la scelta di descrivere una zona molto vicina ai docks (ammetto di aver guardato la cartina, per trovare il Savoy e il ponte che citi alla fine)
Decisamente, mi sono piaciute alcune espressioni, come quando citi alla fine Holmes, la chiusura "Check-mate" dopo averci mostrato una "danza" sul pavimento della portineria, che è a scacchi per davvero, bel colpo.
Interessante scelta fisica del detective, così come la parte "gentleman" abbastanza tipica in quel periodo, posato, tranquillo ma efficace.
L'immagine di lui che cerca indizi facendosi girare il bottone tra le dita è fantastica.
Certo, forse un po' più caratteri per descrivere meglio i docks, avresti potuto usarli.
Nel complesso, mi pare un buon giallo, c'è quello che serve per chiamarlo tale, investigazione, indizi etc etc. Forse, un po' debole la trama, ma un buon lavoro.
Complimenti e grazie della lettura.
Taglio interessante questo giallo, forse un po' troppo "antico", come taglio.
Trovo interessante la scelta di descrivere una zona molto vicina ai docks (ammetto di aver guardato la cartina, per trovare il Savoy e il ponte che citi alla fine)
Decisamente, mi sono piaciute alcune espressioni, come quando citi alla fine Holmes, la chiusura "Check-mate" dopo averci mostrato una "danza" sul pavimento della portineria, che è a scacchi per davvero, bel colpo.
Interessante scelta fisica del detective, così come la parte "gentleman" abbastanza tipica in quel periodo, posato, tranquillo ma efficace.
L'immagine di lui che cerca indizi facendosi girare il bottone tra le dita è fantastica.
Certo, forse un po' più caratteri per descrivere meglio i docks, avresti potuto usarli.
Nel complesso, mi pare un buon giallo, c'è quello che serve per chiamarlo tale, investigazione, indizi etc etc. Forse, un po' debole la trama, ma un buon lavoro.
Complimenti e grazie della lettura.
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Re: Elementa exordii
Quando uno scrive dei gialli come si deve le dovrebbe pensare proprie tutte. Un ispettore che prima raccoglie una siringa da terra e poi un bottone che rigirerà tutto il tempo fra le dita perde un po' di credito. Comunque, a parte un paio di frasi che mi hanno lasciato a collo torto: "che riempie le pagine dei giornali, cosi come l'albergo, / che riempie sia le pagine dei giornali che l'albergo" "una veste di colore nero cui manca un bottone dei tre al colletto/una veste di colore nero a cui manca uno dei tre bottoni del colletto" per me il tuo è un giallo valido, un po' all'antica e con un "John Lennon" ispettore che muovendosi sugli scacchi risolve facilmente il problema mi procura un sorrisetto ironico. Non male.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Elementa exordii
Dei racconti di genere giallo letti fino a ora, questo è il più “classico” e devo dire che questa classicità comprese alcune ingenuità commesse dall’ispettore, rispettano, a mio parere, il gusto del tempo in cui si svolgono i fatti. Per questo motivo la storia ha una sua ragione d’essere. Si nota una profonda conoscenza delle dinamiche di un albergo e i personaggi sono inseriti alla perfezione nella scacchiera.
Ci sono alcuni passaggi che rivedrei per una questione di stile ad esempio quando scrivi
dove sia avvenuto il misfatto per cui è stato chiamato; la parola misfatto è debole per quanto ė successo anche perché poco dopo parli di sguardi di terrore.
Per certi versi è un grande fumettone quasi una caricatura ciò non toglie che la lettura sia piacevole. Le parti meglio riuscite sono proprio le descrizioni delle mansioni e delle dinamiche dell’albergo probabilmente al completo a causa del funerale di Churchill.
I docks non appaiono quasi per niente, ma il tuo rimane comunque un buon lavoro. Penso che potresti distenderlo ancora un po’.
nella sua stanza (propria)
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Re: Elementa exordii
Parto dal finale, con la spiegazione scacchistica. A me è piaciuta, l'ho trovata divertente, magari artificiosa, un espediente per insaporire di più il piatto, però l'ho gradita.
La scrittura è corretta e il personaggio dell'ispettore Sweetwater l'ho trovata simpatica, l'ho gradita. Me lo sono immaginato come un tipo vibrante, elettrico, scattante di testa e di muscoli, sempre all'erta.
In quanto all'indagine e al mistero ripeto purtroppo quello che ho già detto a oltranza in questi commenti: scrivere un giallo in così poche battute era cosa quasi impossibile.
Sono a metà letture e sinceramente di gialli che finora mi hanno convinto totalmente non ce n'è neppure uno.
È poi vero che i docks si percepiscono ma non si vedono.
Comunque la reputo una valida prova e su quell'ispettore ci si potrebbe lavorare su per renderlo un personaggio di bello spessore.
La scrittura è corretta e il personaggio dell'ispettore Sweetwater l'ho trovata simpatica, l'ho gradita. Me lo sono immaginato come un tipo vibrante, elettrico, scattante di testa e di muscoli, sempre all'erta.
In quanto all'indagine e al mistero ripeto purtroppo quello che ho già detto a oltranza in questi commenti: scrivere un giallo in così poche battute era cosa quasi impossibile.
Sono a metà letture e sinceramente di gialli che finora mi hanno convinto totalmente non ce n'è neppure uno.
È poi vero che i docks si percepiscono ma non si vedono.
Comunque la reputo una valida prova e su quell'ispettore ci si potrebbe lavorare su per renderlo un personaggio di bello spessore.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: Elementa exordii
Finalmente un GIALLO. Perché urlacchio isterico? Perché scrivere un giallo convincente con tutti gli elementi al posticino loro e creare anche dei personaggi solidi e strutturati in 12000 caratteri era pressoché impossibile. Ma qui, cavolo, ci si è riusciti. Tutti i difetti evidenziati sono palesi, non li contesto, ma non c'era il benché minimo spazio di manovra per porvi rimedio. Il primo a esserne consapevole è l'autore, che naturalmente ho riconosciuto, che è famoso per la pignoleria con cui scrive. Ha fatto dei sacrifici, pesato col bilancino cosa fosse giusto limare e cosa no, ha fatto delle scelte che secondo me tengono in piedi in modo egregio tutta la struttura del racconto.
Teatrale il finale, che mi è piaciuto assai, con gli scacchi, con quei toni retrò con tutti i sospettati in una stanza per poi essere passati in rassegna. Ottimo il personaggio dell'ispettore, centrato e nitido. Unica cosa che mi è piaciuta meno è la dinamica del caso, in effetti non è particolarmente originale né coinvolgente e la soluzione all'enigma era piuttosto semplice, ma nonostante ciò per me rimane un ottimo racconto.
Teatrale il finale, che mi è piaciuto assai, con gli scacchi, con quei toni retrò con tutti i sospettati in una stanza per poi essere passati in rassegna. Ottimo il personaggio dell'ispettore, centrato e nitido. Unica cosa che mi è piaciuta meno è la dinamica del caso, in effetti non è particolarmente originale né coinvolgente e la soluzione all'enigma era piuttosto semplice, ma nonostante ciò per me rimane un ottimo racconto.
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Re: Elementa exordii
Prima di tutto, complimenti per aver scelto il classico giallo, cosa molto complicata in così poco spazio.
Poi una curiosità: è il secondo racconto con il nome Cedric. Non pensavo che fosse così comune, ma forse è solo un caso fortuito.
Il racconto si dipana bene. Ovviamente, con più spazio disponibile, i vari elementi avrebbero potuto essere calibrati senza fretta, fino alla rivelazione finale.
A dire la verità, quel doppio lavoro di addetta alle pulizie e di infermiera mi aveva insospettito, soprattutto quando è apparsa quella siringa.
Con tutti i limiti a cui ho accennato, tuttavia, ho letto molto volentieri questo brano, di cui ho apprezzato varie cose.
Il personaggio del detective. L’emulazione del beatle è veramente una bella trovata e ho ripensato a quei tempi in cui avrei pagato chissà cosa (se mio padre me lo avesse permesso), per portare un’acconciatura “alla beatles”, quando ancora c’era “materia prima” per farlo!
Ho gradito molto anche il finale su quella scacchiera. Veramente una bella idea che avrebbe avuto bisogno di un respiro più ampio, secondo lo stile Poirot.
Poi una curiosità: è il secondo racconto con il nome Cedric. Non pensavo che fosse così comune, ma forse è solo un caso fortuito.
Il racconto si dipana bene. Ovviamente, con più spazio disponibile, i vari elementi avrebbero potuto essere calibrati senza fretta, fino alla rivelazione finale.
A dire la verità, quel doppio lavoro di addetta alle pulizie e di infermiera mi aveva insospettito, soprattutto quando è apparsa quella siringa.
Con tutti i limiti a cui ho accennato, tuttavia, ho letto molto volentieri questo brano, di cui ho apprezzato varie cose.
Il personaggio del detective. L’emulazione del beatle è veramente una bella trovata e ho ripensato a quei tempi in cui avrei pagato chissà cosa (se mio padre me lo avesse permesso), per portare un’acconciatura “alla beatles”, quando ancora c’era “materia prima” per farlo!
Ho gradito molto anche il finale su quella scacchiera. Veramente una bella idea che avrebbe avuto bisogno di un respiro più ampio, secondo lo stile Poirot.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Elementa exordii
P.S. Non credo di aver compreso il titolo.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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A Arunachala garba questo messaggio
Re: Elementa exordii
Un giallo con tutte le caratteristiche del genere, uno di quelli dove mi pareva di vedere Holmes aggirarsi per le stranze dell'hotel , in una Londra fumosa, e rimuginare accanitamente sugli elementi a disposizione che uno dopo l'altro gli permettono di scoprire il colpevole. Il crocifisso doveva essere a forma di pugnale visto che è l'arma del delitto, la dose di insulina fa andare l'uomo in coma e poi lo uccide?
Interessante la scacchiera usata dal detective per spiegare la risoluzione del caso.
Una buona trama magari andrebbe allargata in un racconto di più ampio respiro.
Interessante la scacchiera usata dal detective per spiegare la risoluzione del caso.
Una buona trama magari andrebbe allargata in un racconto di più ampio respiro.
Ultima modifica di gemma vitali il Gio Mar 04, 2021 5:40 pm - modificato 1 volta.
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Re: Elementa exordii
Trovare due Cedric in una collezione di 20 racconti è più difficile di vincere al superenalotto. Poi se uno è un prete pentito e l'altro un formidabile detective, poco cambia.
Sto scherzando, autore, non me ne volere.
Elementa exordii l'ho cercato su Google ed è apparso un brutto teschio. Mi sono impaurito e sono uscito.
Il detective è troppo pacioccone, non c'entra nulla con quelle diavolerie.
Il racconto mi è piaciuto più di quanto sembra, ed è scritto bene, da mano sicura.
Il giudizio lo darò dopo un'altra lettura, che poi quando uno dice così è perchè vuole rileggere non solo il racconto, ma il giudizio degli altri. Uun abbraccio.
Sto scherzando, autore, non me ne volere.
Elementa exordii l'ho cercato su Google ed è apparso un brutto teschio. Mi sono impaurito e sono uscito.
Il detective è troppo pacioccone, non c'entra nulla con quelle diavolerie.
Il racconto mi è piaciuto più di quanto sembra, ed è scritto bene, da mano sicura.
Il giudizio lo darò dopo un'altra lettura, che poi quando uno dice così è perchè vuole rileggere non solo il racconto, ma il giudizio degli altri. Uun abbraccio.
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Re: Elementa exordii
Non male. Il genere è rispettato, non tanto l’ambientazione in quanto tutto si svolge in un hotel di Londra, ma nulla si dice della località e almeno un accenno sui docks era d’obbligo. Alla portineria, che doveva essere il luogo dell’azione narrativa, è riservata l’ultima scena. Il Detective Sweetwater è ben caratterizzato e suscita simpatia; un tipo ssuperveloce. In trentadue minuti risolve il caso e induce l’assassina a confessare. L’indagine non mi coinvolge molto forse per la velocità, forse perché lo stile del racconto è piuttosto asettico, però la trama mi sembra coerente e gestita in modo adeguato.
Ti segnalo un errore “ un’agente” e una discordanza di tempi verbali : soggiornava e soggiorna.
C’è sempre uno spazio superfluo dopo le caporali. Su pregi e difetti ti hanno già detto. Il titolo in latino mi sembra una nota stonata.
Ti segnalo un errore “ un’agente” e una discordanza di tempi verbali : soggiornava e soggiorna.
C’è sempre uno spazio superfluo dopo le caporali. Su pregi e difetti ti hanno già detto. Il titolo in latino mi sembra una nota stonata.
mirella- Padawan
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Data di iscrizione : 08.01.21
Re: Elementa exordii
Forse il primo giallo veramente giallo che leggo.
Giallo vecchio stile, un po' consumato, molto classico.
Non si può non plaudire all'impegno profuso nel costruire la scena del crimine, i moventi, la posizione dei personaggi e tutti i dettagli del caso, tanto che leggendo continuavo a chiedermi "ma sono davvero 12000 battute?"
Ci sono ovviamente i limiti del caso: soluzione intuibile (anche se, sarò onesto, ho evitato di pensarci proprio per farmela rivelare dal racconto), spazio all'ambientazione sacrificato, qualche eccesso di chiarezza negli indizi.
Però cavoli, è un giallo regolare. Short, ma giallo.
Il titolo non l'avevo capito, poi ho fatto 2+2 e Google mi ha dato conferma: Sherlock docet.
Il personaggio del detective, pur gradevole, rimane un po' stereotipato, un po' cartonato, se vogliamo.
Meriterebbe dello spessore in più che le 12.000 battute chiaramente non lasciano.
In definitiva?
Un bel racconto cui manca un guizzo, ma che può giocarsi posizioni interessanti.
EDIT - la definizione "fumettone" di Pet è perfetta per il contesto, direi.
Giallo vecchio stile, un po' consumato, molto classico.
Non si può non plaudire all'impegno profuso nel costruire la scena del crimine, i moventi, la posizione dei personaggi e tutti i dettagli del caso, tanto che leggendo continuavo a chiedermi "ma sono davvero 12000 battute?"
Ci sono ovviamente i limiti del caso: soluzione intuibile (anche se, sarò onesto, ho evitato di pensarci proprio per farmela rivelare dal racconto), spazio all'ambientazione sacrificato, qualche eccesso di chiarezza negli indizi.
Però cavoli, è un giallo regolare. Short, ma giallo.
Il titolo non l'avevo capito, poi ho fatto 2+2 e Google mi ha dato conferma: Sherlock docet.
Il personaggio del detective, pur gradevole, rimane un po' stereotipato, un po' cartonato, se vogliamo.
Meriterebbe dello spessore in più che le 12.000 battute chiaramente non lasciano.
In definitiva?
Un bel racconto cui manca un guizzo, ma che può giocarsi posizioni interessanti.
EDIT - la definizione "fumettone" di Pet è perfetta per il contesto, direi.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Elementa exordii
Racconto simpatico, dinamico.
Personaggi presenti. La prostituta, poverina, non gode di molta scena ma la sua presenza è ovviamente indispensabile. Il prelato rappresenta l’ennesima versione dell’umano prestato a clero, coi suoi vizi nascosti, ma neanche tanto, dalla scontata tonaca.
La portineria latita un po’: il fatto che ci si riferisca spesso al personale della portineria sembra una forzatura per inserire la location indicata.
L’ispettore surclassa tutti, of course: il classico ispettore di Scherlockiana memoria, che mi rammenta molto il moderno Sherlock di Elementary, interpretato da un bravissimo Jonny Lee Miller (all’ispettore del racconto ho dato le sue sembianze e il modo di porsi così ben reso nella serie). Dotato di acume, ovviamente osservatore, con le sue supposizioni trascina nel finale tutti i personaggi creati dall’Autore o Autrice per giustificare, con la loro presenza - ovviamente - lo sviluppo sella storia. Forse sono un po’ troppi, qualcuno poteva essere meno presente, o meno coinvolto nei dialoghi: le informazioni fornite inserite come “il tale ci ha confermato/assicurato ecc.nell’esposizione finale ci potevano stare.
Finale che ricalca un clichè ormai consueto, da Poirot in poi: tutti i sospettati in bella mostra e voilà, le storie si sgretolano miseramente al cospetto del “grande”.
Personaggi presenti. La prostituta, poverina, non gode di molta scena ma la sua presenza è ovviamente indispensabile. Il prelato rappresenta l’ennesima versione dell’umano prestato a clero, coi suoi vizi nascosti, ma neanche tanto, dalla scontata tonaca.
La portineria latita un po’: il fatto che ci si riferisca spesso al personale della portineria sembra una forzatura per inserire la location indicata.
L’ispettore surclassa tutti, of course: il classico ispettore di Scherlockiana memoria, che mi rammenta molto il moderno Sherlock di Elementary, interpretato da un bravissimo Jonny Lee Miller (all’ispettore del racconto ho dato le sue sembianze e il modo di porsi così ben reso nella serie). Dotato di acume, ovviamente osservatore, con le sue supposizioni trascina nel finale tutti i personaggi creati dall’Autore o Autrice per giustificare, con la loro presenza - ovviamente - lo sviluppo sella storia. Forse sono un po’ troppi, qualcuno poteva essere meno presente, o meno coinvolto nei dialoghi: le informazioni fornite inserite come “il tale ci ha confermato/assicurato ecc.nell’esposizione finale ci potevano stare.
Finale che ricalca un clichè ormai consueto, da Poirot in poi: tutti i sospettati in bella mostra e voilà, le storie si sgretolano miseramente al cospetto del “grande”.
Ultima modifica di Susanna il Ven Mar 05, 2021 10:31 am - modificato 2 volte.
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A Arunachala garba questo messaggio
Re: Elementa exordii
Che bel giallo! classico e scritto molto bene. l'ispettore fa subito simpatia, i personaggi anche se sono tanti ricoprono tutti il loro piccolo ruolo alla perfezione. Ormai è stato detto ovunque che è impossibile scrivere un giallo con così poche battute ma qui siamo di fronte al miglior risultato.
ci sono solo un paio di appunti che mi sento di fare.
Segnare l'orario non ha giocato a tuo vantaggio perché dalla scoperta del corpo alla risoluzione passano solo 47 minuti, veramente poco credibili. basta omettere l'ora e avresti fatto un figurone.
Mi è piaciuto il riferimento agli scacchi ma allora poteva essere inserito prima, così come ci viene presentato sembra solo un tuo vezzo scollegato dal racconto.
ottima prova.
ci sono solo un paio di appunti che mi sento di fare.
Segnare l'orario non ha giocato a tuo vantaggio perché dalla scoperta del corpo alla risoluzione passano solo 47 minuti, veramente poco credibili. basta omettere l'ora e avresti fatto un figurone.
Mi è piaciuto il riferimento agli scacchi ma allora poteva essere inserito prima, così come ci viene presentato sembra solo un tuo vezzo scollegato dal racconto.
ottima prova.
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Re: Elementa exordii
Un racconto che si legge piacevolmente, senza particolari intoppi fino alla fine.
Simpatico personaggio il detective.
Sono rispettati i canoni del giallo, compresa un’accurata ricerca degli indizi.
La collocazione nei docks è solo accennata, ma a me non dà fastidio, accade in tanti altri racconti del contest, anche se, certamente, una buona caratterizzazione ambientale è comunque da apprezzare.
La forma è complessivamente corretta, con qualche imprecisione, ma sono minuzie:
- manca qualche virgola
- qua e là ti è sfuggito un imperfetto al posto del presente, ad esempio nella seconda riga.
- “Le 22”= è preferibile scrivere l’orario in lettere, in mezzo al dialogo
- “signorina di facili costumi? » chiede senza mezzi termini”= mi sembra che “di facili costumi” sia un’espressione molto diplomatica; “senza mezzi termini” sarebbe stato corretto se fosse stato usato, per esempio, il termine “puttana”, o anche solo “prostituta”
- in un paio di punti si trova “un’agente”, con l’apostrofo; se in effetti si tratta di agenti femmine, allora l’apostrofo ci vuole, altrimenti no
- “nell'incredulità e terrore”= meglio “e nel terrore”
Nel complesso, simpatico lavoro. Non male.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: Elementa exordii
Ciao, Autore. Ti dico subito che, purtroppo, non sono molto convinto dal risultato finale del tuo racconto, e questo soprattutto per il finale: il giallo è stato condotto anche abbastanza bene, poi arriva il classico Deus ex machina della confessione che in meno di un’ora fa risolvere il caso. Rimango moltissimo deluso, anche se abbiamo ribadito più volte la difficoltà di scrivere un giallo in poche battute.
Sono perfettamente d'accordo con [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] sul discorso dei marker temporali, sia per quanto concerne la data, sia per gli orari, come ti ha fatto notare argutamente anche [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link].
Ci sono poi diversi errorucci e piccoli refusi da sistemare - alcuni che ti hanno già fatto notare - ai quali aggiungerei i bruschi cambi di tempi verbali (per esempio, dal presente, passi a “un uomo sulla sessantina era”). Anche la punteggiatura è da rivedere, perché basta scordarsi una virgola e un’incidentale diventa una virgola tra soggetto e predicato (Cedric segue il gruppo con lo sguardo e solo dopo diversi istanti, porta”). Un’altra questione che non ho capito è lo spropositato uso che fai dei corsivi. C’è un uso preciso da fare del corsivo, ma la questione esula dal commento al tuo racconto; ti consiglio, comunque, di approfondirla in sede privata, in modo da non abusarne e di rendere questi un tuo alleato piuttosto che un tuo nemico.
Una piccolezza da linguista: checkmate è una parola sola in inglese, a differenza che in italiano: senza spazi e senza trattini.
Per tutte queste considerazioni, non mi sento di dare un giudizio positivo sul tuo lavoro, però i presupposti per migliorare ci sono tutti. Era la prova a essere difficile in sé, e a te va un plauso per averci provato, anche abbastanza bene fino al finale.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Elementa exordii
Complimenti per aver scritto un giallo classico nel limite delle 12.000 battute davvero molto difficile da rispettare.
Gli ingredienti ci sono tutti e l'indagine si svolge regolarmente; l'unica difficoltà, per me, è stato il dover tornare continuamente all'inizio per ricordare chi occupava ciascuna stanza.
La soluzione del giallo mi è parsa coerente e con una sua logica e mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia inserito le mosse degli scacchi per illustrarla anche se è vero che appare un tuo "divertissement" più che un elemento essenziale del racconto.
Hai scelto di scrivere al presente, scelta coraggiosa ma molto difficile e infatti ogni tanto sei scivolato/a nell'imperfetto.
Bene i paletti a parte l'ambientazione, i docks si fa veramente fatica a ritrovarli.
Infine, un appunto sugli orari: possibile che alle 7.15 del mattino ci sia già folla di nuovi clienti fuori dall'albergo? Può darsi che nel 1965 fosse così, oggi prima delle 11.00 ad andare bene nessun albergo ti da la stanza!
Gli ingredienti ci sono tutti e l'indagine si svolge regolarmente; l'unica difficoltà, per me, è stato il dover tornare continuamente all'inizio per ricordare chi occupava ciascuna stanza.
La soluzione del giallo mi è parsa coerente e con una sua logica e mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia inserito le mosse degli scacchi per illustrarla anche se è vero che appare un tuo "divertissement" più che un elemento essenziale del racconto.
Hai scelto di scrivere al presente, scelta coraggiosa ma molto difficile e infatti ogni tanto sei scivolato/a nell'imperfetto.
Bene i paletti a parte l'ambientazione, i docks si fa veramente fatica a ritrovarli.
Infine, un appunto sugli orari: possibile che alle 7.15 del mattino ci sia già folla di nuovi clienti fuori dall'albergo? Può darsi che nel 1965 fosse così, oggi prima delle 11.00 ad andare bene nessun albergo ti da la stanza!
paluca66- Maestro Jedi
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A Arunachala garba questo messaggio
Re: Elementa exordii
Faccio anzitutto una considerazione sulla parte iniziale, in parte circa la funzionalità del racconto, in parte per esperienza circa certi ambienti.
Hai utilizzato la lista room service del secondo piano dell'hotel come espediente per presentarci tutti i personaggi del racconto e che finiranno, nella hall dell'hotel, passati in rassegna investigativa dal detective Acquadolce. Ci sta, ma a mio avviso avresti potuto spendere le stesse parole per quei personaggi nella scena finale, che hai abilmente trasposto su una scacchiera. Poi, e mi puoi credere sulla parola, ti garantisco che il buon Antoine, per esempio, non saprebbe (anche perché non gliene fotte) che il tizio della 223 è un prete, a meno che non fosse ospite dell'hotel da tempo. Di certo sapeva che nella 226 c'era la puttana. E capisci bene perché. Ecco, non saprei se, in un racconto comunque ben costruito, avresti potuto tagliare totalmente la prima parte in favore, come ho detto, dei personaggi stessi nel finale.
Già detto, un giallo classico, con tutti gli ingredienti, con tutti i personaggi. Il detective spicca in modo particolare così come sono minuziose le descrizioni degli ambienti e degli indizi disseminati dappertutto. L'ambientazione, ovvero i Docks, c'è, anche se non è palese. Per questo aspetto il testo è "borderline", ma personalmente chiudo un occhio.
Ho trovato la scrittura, per quel poco che posso giudicarla tecnicamente, corretta e la lettura è risultata scorrevole e coinvolgente.
In definitiva un classico che non ha particolari picchi narrativi, ma risulta del tutto soddisfacente agli occhi di me lettore. Un buon lavoro.
Hai utilizzato la lista room service del secondo piano dell'hotel come espediente per presentarci tutti i personaggi del racconto e che finiranno, nella hall dell'hotel, passati in rassegna investigativa dal detective Acquadolce. Ci sta, ma a mio avviso avresti potuto spendere le stesse parole per quei personaggi nella scena finale, che hai abilmente trasposto su una scacchiera. Poi, e mi puoi credere sulla parola, ti garantisco che il buon Antoine, per esempio, non saprebbe (anche perché non gliene fotte) che il tizio della 223 è un prete, a meno che non fosse ospite dell'hotel da tempo. Di certo sapeva che nella 226 c'era la puttana. E capisci bene perché. Ecco, non saprei se, in un racconto comunque ben costruito, avresti potuto tagliare totalmente la prima parte in favore, come ho detto, dei personaggi stessi nel finale.
Già detto, un giallo classico, con tutti gli ingredienti, con tutti i personaggi. Il detective spicca in modo particolare così come sono minuziose le descrizioni degli ambienti e degli indizi disseminati dappertutto. L'ambientazione, ovvero i Docks, c'è, anche se non è palese. Per questo aspetto il testo è "borderline", ma personalmente chiudo un occhio.
Ho trovato la scrittura, per quel poco che posso giudicarla tecnicamente, corretta e la lettura è risultata scorrevole e coinvolgente.
In definitiva un classico che non ha particolari picchi narrativi, ma risulta del tutto soddisfacente agli occhi di me lettore. Un buon lavoro.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: Elementa exordii
Ciao Aut-
Hai scritto un racconto dove c'è di fatto un unico personaggio ben tratteggiato, ossia l'investigatore e a me, mio gusto personale, questa cosa non è piaciuta.
Trama: come mai è pronta la colazione per la 223 se è considerata libera? Sì, lo chiede anche l'investigatore e nessuno infatti l'ha capito (e allora perché?) Infine, mentre leggevo ho pensato a una soluzione del tipo "assassinio sull'Orient Express" dove
Linguaggio: nel rivolgersi al cameriere il protagonista dà a volte del tu (quantifica / aprissi), a volte del lei (sua). C'è all'inizio "comunicazione del ricevimento" dove forse volevi scrivere "comunicazione dalla reception". Per il resto l'italiano è quasi perfetto.
È quanto meno singolare la scena finale in cui l'ispettore si diverte a fare le mosse degli scacchi; caratterizza ulteriormente il personaggio ma, per quanto bella, la scena non ha alcuna utilità e magari poteva essere sacrificata per caratterizzare meglio gli altri personaggi o, per lo meno, la colpevole Francine.
I paletti ci sono: la portineria, il giallo, la prostituta (non era richiesto che fosse protagonista), i Docks (forse); non ho idea di chi sia un "padre triennale oratore" e Google non mi ha aiutato, per cui l'ho classificato come "uomo di chiesa non prelato".
Grazie e alla prossima.
Hai scritto un racconto dove c'è di fatto un unico personaggio ben tratteggiato, ossia l'investigatore e a me, mio gusto personale, questa cosa non è piaciuta.
Trama: come mai è pronta la colazione per la 223 se è considerata libera? Sì, lo chiede anche l'investigatore e nessuno infatti l'ha capito (e allora perché?) Infine, mentre leggevo ho pensato a una soluzione del tipo "assassinio sull'Orient Express" dove
- Assassinio sull'Orient Express (spoiler):
- i colpevoli sono tutti i presenti.
Linguaggio: nel rivolgersi al cameriere il protagonista dà a volte del tu (quantifica / aprissi), a volte del lei (sua). C'è all'inizio "comunicazione del ricevimento" dove forse volevi scrivere "comunicazione dalla reception". Per il resto l'italiano è quasi perfetto.
È quanto meno singolare la scena finale in cui l'ispettore si diverte a fare le mosse degli scacchi; caratterizza ulteriormente il personaggio ma, per quanto bella, la scena non ha alcuna utilità e magari poteva essere sacrificata per caratterizzare meglio gli altri personaggi o, per lo meno, la colpevole Francine.
I paletti ci sono: la portineria, il giallo, la prostituta (non era richiesto che fosse protagonista), i Docks (forse); non ho idea di chi sia un "padre triennale oratore" e Google non mi ha aiutato, per cui l'ho classificato come "uomo di chiesa non prelato".
Grazie e alla prossima.
Re: Elementa exordii
Un bel lavoro. Un giallo old-style che, seppur ristretto nel limite dei caratteri imposti (non semplice per lo sviluppo di una trama investigativa), ha tutti i crismi per mostrare al lettore il ragionamento con cui il detective arriva al colpevole. Come già fatto notare da qualcunoi in precedenza, non apprezzo nemmeno io le suddivisioni temporali, in questo caso veramente superflue. La storia avrebbe avuto la sua linearità anche senza. Mi piace molto la "partita a scacchi" che porta il detective alla mossa conclusiva. Un ottimo lavoro davvero. Complimenti.
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Re: Elementa exordii
"« É un piacere, la sua fama la precede. » sorride tradendo la tensione."
questo lo riporto come esempio e vale per tutto il racconto: se metti il punto all'interno del dialogo poi devi partire con la maiuscola. personalmente non metterei nulla.
inoltre, dopo il caporale d'apertura e prima della chiusura non vanno spazi.
a parte questo, segnalo anche refusi di punteggiatura.
passando alla storia in sé, come giallo direi che ci siamo, è centrato.
mancano i Docks, anche se si possono intuire.
bella la figura del poliziotto, anche se la chiusura della storia è troppo alla Poirot, ossia risolve il caso in mezzora o poco più.
però la storia c'è e mi è piaciuta
questo lo riporto come esempio e vale per tutto il racconto: se metti il punto all'interno del dialogo poi devi partire con la maiuscola. personalmente non metterei nulla.
inoltre, dopo il caporale d'apertura e prima della chiusura non vanno spazi.
a parte questo, segnalo anche refusi di punteggiatura.
passando alla storia in sé, come giallo direi che ci siamo, è centrato.
mancano i Docks, anche se si possono intuire.
bella la figura del poliziotto, anche se la chiusura della storia è troppo alla Poirot, ossia risolve il caso in mezzora o poco più.
però la storia c'è e mi è piaciuta
Arunachala- Admin
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Re: Elementa exordii
Un giallo che più giallo non si può!
Leggendo questo racconto mi è venuta in mente la Christie e il suo modo particolare di svolgere le indagini: tutto molto strutturato, preciso, ingessato, come una statua che si lascia guardare dall'esterno.
All'autore va il gran merito di essere riuscito ad amalgamare molto bene tutti gli ingredienti del caso, riuscendo a scrivere un testo convincente, anche se le cose avvengono e basta, senza l'intento di tirare il lettore dentro una storia più grande (alla Christie, appunto...).
Come il titolo (che trovo decontestualizzato), anche la frase finale non mi convince del tutto: eliminato l'impossibile mi sembra una frase poco in linea con il testo dove d'impossibile c'è davvero poco e anzi, l'indagine lampo svolta da Sweetwater dimostra che per una mente acuta e allenata risolvere il caso è stato molto facile.
Convincente la figura dell'ispettore, carina l'idea della danza finale, un pò scarso il movente.
Mannaggia alla coniugazione dei verbi: ma perchè ne abbiamo così tante?
Leggendo questo racconto mi è venuta in mente la Christie e il suo modo particolare di svolgere le indagini: tutto molto strutturato, preciso, ingessato, come una statua che si lascia guardare dall'esterno.
All'autore va il gran merito di essere riuscito ad amalgamare molto bene tutti gli ingredienti del caso, riuscendo a scrivere un testo convincente, anche se le cose avvengono e basta, senza l'intento di tirare il lettore dentro una storia più grande (alla Christie, appunto...).
Come il titolo (che trovo decontestualizzato), anche la frase finale non mi convince del tutto: eliminato l'impossibile mi sembra una frase poco in linea con il testo dove d'impossibile c'è davvero poco e anzi, l'indagine lampo svolta da Sweetwater dimostra che per una mente acuta e allenata risolvere il caso è stato molto facile.
Convincente la figura dell'ispettore, carina l'idea della danza finale, un pò scarso il movente.
Mannaggia alla coniugazione dei verbi: ma perchè ne abbiamo così tante?
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Elementa exordii
Ciao.
A me il tuo giallo è piaciuto.
Ti segnalo giusto quello che ho gradito meno
-L’elenco dei cibi della colazione, per me troppo dettagliato e che avrei ridotto, considerato il numero limitato delle battute.
-nella parte centrale un via vai di personaggi, troppi, che non si riescono a tenere a mente tutti.
Ottima, invece, la capacità di ambientazione, il personaggio principale è ben delineato, come anche la trama, che non ho trovato scontata, ma ben architettata in così poche battute.
L'ispezione prosegue nel bagno dove nota, sulla mensola della specchiera, una siringa già vista e una fialetta vuota che riporta la dicitura insulina. Nel cestino lì accanto un'altra fiala vuota e sopra il mobiletto, una cassetta di legno.
Solo per deformazione professionale: l’insulina va conservata in frigorifero. Può darsi che le stanze dell’albergo fossero dotate del frigobar, ne avrei fatto un accenno.
Nel complesso un gran bel lavoro.
Ciao e a presto
A me il tuo giallo è piaciuto.
Ti segnalo giusto quello che ho gradito meno
-L’elenco dei cibi della colazione, per me troppo dettagliato e che avrei ridotto, considerato il numero limitato delle battute.
-nella parte centrale un via vai di personaggi, troppi, che non si riescono a tenere a mente tutti.
Ottima, invece, la capacità di ambientazione, il personaggio principale è ben delineato, come anche la trama, che non ho trovato scontata, ma ben architettata in così poche battute.
L'ispezione prosegue nel bagno dove nota, sulla mensola della specchiera, una siringa già vista e una fialetta vuota che riporta la dicitura insulina. Nel cestino lì accanto un'altra fiala vuota e sopra il mobiletto, una cassetta di legno.
Solo per deformazione professionale: l’insulina va conservata in frigorifero. Può darsi che le stanze dell’albergo fossero dotate del frigobar, ne avrei fatto un accenno.
Nel complesso un gran bel lavoro.
Ciao e a presto
Resdei- Maestro Jedi
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Re: Elementa exordii
Bello l'inizio, molto cinematografico, con quel carrello che avanza nel corridoio e i continui stacchi sulle diverse colazioni che servono a introdurre i vari ospiti e possibili sospetti. Poi il resto invece è decisamente più teatrale. Molto classico come già ti hanno fatto notare. Per quel che mi riguarda appassionante. Io non sono uno che capisce i gialli, che becca i colpevoli con pagine di anticipo. O righe, come in questo caso. Almeno non sulla carta. Al cinema ci becco, ma nei libri proprio no. Quindi il finale mi va più che bene, anche se trovo la cosa degli scacchi un po' troppo teatrale. Nel complesso è un buon racconto, molto curato, forse sbilanciato su certi dettagli che rubano un po' di spessore a trama e personaggi, stringato quanto prevedeva il regolamento. Di più non credo si potesse fare, scegliendo quel genere di storia.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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A Arunachala garba questo messaggio
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