«Potevano dirci che veniva anche la pazza!»
La voce tagliente di Roberta giunge fin troppo chiara alle due sorelle appena scese dall’auto.
Giulia vorrebbe reagire con rabbia ma Mila la blocca, spiegandosi nella lingua italiana dei segni: «Ignorala, non litigare! Stasera c’è Luca, devi fare bella figura.»
Nessuno fa più caso alla scena o a ciò che ha detto Roberta. Giulia serra occhi e labbra, poi dopo tre respiri profondi annuisce.
Insieme si avvicinano alla comitiva che le attende davanti al locale notturno.
Mila stringe alcune mani sconosciute, tra cui quella di Luca. Non vuole perderlo di vista. Pur trascinata dalla calca, si aggrappa alla sorella e riesce a farla sedere quasi di fronte alla sua cotta. È così felice che fatica a trattenere l’impulso di sfarfallare con le braccia.
Intanto Giulia si mette a chiacchierare con Betta e le altre, chissà perché non parla con Luca?
Mila alza lo sguardo e incrocia proprio quello del ragazzo, da cui lo distoglie subito. Si concentra sulle labbra e il suono della voce.
«…una domanda? Sei sorda?»
Sorride, sorpresa di avere attirato l’attenzione. Raddrizza la schiena e si limita a scuotere la testa.
«Mi sembrava di averti vista usare la lingua dei segni, fuori.»
Solleva il pollice e annuisce.
«Quindi ci senti, però non parli?»
Alza le spalle e le mani.
«Beh, ti fai capire bene lo stesso.»
Congiunge le mani davanti al petto e fa una specie di inchino.
Luca la imita. «È così che si fa il segno per dire “grazie”?»
Mila scuote la testa. Poi con due dita si tocca la spalla poco sopra al cuore.
Lui ripete. «Così?»
Lei annuisce.
«Per dire sì?»
Fa un arco con il mignolo e Luca la imita.
«No?»
Fa il classico gesto dell’indice.
«Ma dai! Forte. Io sapevo solo l’alfabeto.»
Stringe il pugno, poi distende la mano e infine arcua le dita per mostrare che conosce l’ABC.
Mila si mette a trafficare con la borsetta per scaricare l’emozione. Con la coda dell’occhio nota che sua sorella è persa in un discorso con Betta. Peccato, Luca sembra proprio un ragazzo interessante.
«Cos’altro posso imparare della lingua dei segni?»
Mila ricorda bene la prima lezione di LIS e fa lo spelling.
«C-o-l-o-r-i?»
Fa un arco con il mignolo.
«Wow! Qual è il tuo colore preferito?»
Indica una delle unghie e poi fa un cerchio sul petto, subito imitata da Luca.
«Giallo…»
Fa “sì” con il mignolo. Poi indica il ragazzo.
«Vuoi sapere il mio? È il blu.»
Mila alza il pugno e lo apre rapido.
«Wow, un’esplosione di colore!»
Lei si lascia andare in una brevissima risata, un semplice «Eh!» di petto, mentre si trattiene a stento dallo sfarfallare. Allora striscia i piedi sul pavimento, perché tanto sotto il tavolo nessuno vede cosa fa.
Giulia attira l’attenzione della sorella. «Prendi qualcosa?»
Mila segna che vuole un gelato.
«A dicembre? Sei sicura?»
Mila sbuffa, mette il broncio e risponde che non vuole più niente. Per alcuni minuti tormenta la borsetta con un’espressione neutra, finché un cameriere appoggia vicino a lei una coppa al mascarpone. Alza lo sguardo per indicare davanti, ma Luca non c’è. Fissa il dolce, indecisa sul da farsi: lo lascia lì o lo spinge verso la sedia vuota?
Luca torna e le sorride. «Vedo che hai preso qualcosa!»
Mila scuote la testa. Si fa coraggio e, tenendola alla base, spinge la coppa fino alla metà esatta del tavolo.
«Ah, è mio? Vuoi assaggiare?»
Lei resta bloccata. Vorrebbe rispondere di sì e continua a trafficare con la borsetta.
«Che c’è?»
Richiama l’attenzione di sua sorella.
Giulia osserva i segni, poi si rivolge a Betta, che ha di fronte una tazza vuota di caffè. «L’hai usato il cucchiaino?»
«No, tieni.»
Senza aggiungere una parola, lo passa alla sorella.
Mila si tocca la spalla sopra il cuore, ignorata da Giulia. Resta in attesa, fissando le labbra sorridenti di Luca.
«Vai pure.»
Con la mano sinistra indica il cucchiaino grande che c’è alla base della coppa.
«Vuoi che assaggiamo insieme? Ok!»
Incuriosita, osserva Luca raccogliere del mascarpone vicino al bordo della coppa. Lei annuisce e fa lo stesso dal suo lato. Assapora il dolce e ciondola la testa in segno di apprezzamento.
A fine serata Mila è esausta. Ha dovuto pure sopportare che un estraneo le toccasse lo smartphone, ma per sua sorella farebbe questo e anche di più. Adesso ha nome, cognome e numero di telefono di Luca: un tesoro da condividere con lei!
Giulia però ha un’espressione distante. «Ti sei divertita?»
Mila segna la risposta: «Sì, tanto.»
«Certo. Ti sei incollata a Luca tutta la sera. E lo sai benissimo che mi piace!»
Sta per dirle che è fortunata ad avere una cotta per lui, perché è davvero un bravo ragazzo, ma lei le blocca le mani a mezz’aria con un gesto brusco.
«Non provare a scusarti, adesso. Ti perdono perché ti voglio un bene dell’anima, però sul serio: non si ruba il ragazzo alle tue amiche o a tua sorella. È proprio da stronze!» Alza gli occhi al cielo. «Ora scendi che la Betta mi aspetta. Voglio solo andare in disco a ubriacarmi!»
Mila non crede alle proprie orecchie. Vorrebbe rispondere che non è vero niente di quello che ha detto, ma si sente imbavagliata.
Seconda staffetta – Susanna
Il giorno dopo tra le sorelle si frappone uno strano silenzio: Giulia, coi postumi di una serata un po’ alcolica, ignora Mila, che vorrebbe spiegarle. Ma senza voce come si fa a urlare: “Mi devi ascoltare, ti devo spiegare.”? Strattonarla non serve a nulla, così come i bigliettini o i messaggi sul cellulare.
Eppure Giulia le era sempre stata vicina, era stata fortunata ad averla accanto quando aveva dovuto prendere coscienza dei limiti che i suoi problemi le imponevano.
Inutile comunque girarle attorno: Mila decide di aspettare che fosse lei, questa volta, a cercarla. Aveva un po’ di cose da dirle, non da ultimo ricordarle che non deve bere quando escono assieme. Mila non può guidare: troppo stress.
Per fortuna Luca, che abitava poco distante da loro, le aveva riaccompagnate a casa: le aveva scritto su un foglietto che lui non beveva mai, non gli piaceva proprio:
“E poi come fai a dire che ti sei divertito se il giorno dopo hai un mal di testa che ti pare di averne dieci di teste?”
Per la prima volta Mila si era sentita accettata per quello che era, senza vedere nel ragazzo compassione o una forzatura nella sua gentilezza.
Anche Luca, il giorno dopo, si sente con la testa fra le nuvole: Giulia gli piace, è una bella ragazza, intelligente e spigliata. Certo si accompagna a tipe come la Betta, superficiale e con la puzza sotto il naso, ma a volte le amicizie nate da bambini resistono nonostante tutto.
Ma era Mila ad averlo colpito: così fragile, così timorosa nell’accettare i gesti più semplici ma al contempo determinata a non evitarli. Non gli era sfuggito il sollievo di quando si era offerto di accompagnarle a casa: da qualche tempo capiva le persone come mai gli era capitato, si sente in un certo modo diverso e questo lo fa stare meglio.
Dopo un paio di giorni Luca incontra per caso Ugo:
«E guardalo qua il mandrillone! Vecchio porco, te le sei fatte tutt’e due le tipe l’altra sera, dì la verità! Racconta un po’…»
Ugo fa parte della compagnia da sempre, ma ormai non lo sopportano più. Pettegolo e curioso, sguaiato che a volte li mette in imbarazzo; sempre alla ricerca di particolari scabrosi della vita di tutti, si inventa storie di ogni genere pur di essere al centro dell’attenzione.
«Ugo te lo dico una volta e gentilmente. I fatti miei sono miei e basta. E non ti inventare robe che non esistono: se ancora non l’hai capito, hai stufato tutti con le tue battute del cavolo. Cresci, che ormai è ora.»
Parole al vento: «See, come no! Gli amici si dicono tutto… eddai!»
«Gli amici, appunto. Quelli veri, non tu.»
Ugo se ne va, parecchio contrariato: lo stanno allontanando tutti dalla compagnia ma da Luca non se lo aspettava proprio.
«Stronzo su tutta la linea! Gli amici veri… te li raccomando, i perfettini! Ipocriti e falsi.»
A Luca è rimasto impresso come Mila riesca a comunicare con pochi gesti e si stupisce, guardandosi attorno, di quanti siano i gesti che si compiono naturalmente che possono essere usati per parlarsi… senza la voce.
Aveva letto un racconto di Camilleri, Il Birraio di Preston, dove l’autore in due righe due riesce a descrivere certi gesti, del tipo “ma cosa vuoi? o roba simile.
Comincia a osservare più attentamente la gestualità delle persone, cercando di capire cosa stessero dicendosi. Arriva a mettersi dei tappi nelle orecchie: a volte qualcuno pare infastidito, come si fosse interrotta una conversazione, altri sono a loro volta incuriositi, altri ancora lo guardano neanche fosse un pervertito.
Cerca su Internet dei video che spieghino le basi del linguaggio LIS e, davanti allo specchio, prova parole o frasi semplici: all’inizio di sente ridicolo, ma poi pensando a chi aveva solo questo modo per comunicare, sente che stava facendo qualcosa di importante.
Nel frattempo Giulia e Mila si sono chiarite:
«Non ti ruberei mai il ragazzo, sarei davvero una stronza, ma anche tu ti devi dare una mossa: se ti piace fatti avanti e vedi cosa succede.»
«Piano che non riesco a starti dietro. Eh, fatti avanti, fatti avanti. Dici niente! Abitiamo a duecento metri e pare non si riesca mai ad incrociarci.»
A risolvere il problema è inconsapevolmente Luca, che a un certo punto chiede a Mila di valutare la sua conoscenza della LIS.
Un po’ sorpresa e anche timorosa, Mila accetta, soprattutto pensando alla sorella: ci sarebbero state occasioni per farli incontrare e chissà, magari poteva nascere qualcosa.
Certo Luca piace anche a lei, ma sono ancora troppe le cose che le fanno paura nei rapporti con le persone. E poi non vuol far del male a Giulia.
Ugo non ha digerito il benservito di Luca: lo tiene d’occhio, lo segue quando esce dall’ufficio in cui lavora part-time, quando va all’università - che lui non può permettersi - quando si vede con il resto della compagnia.
Quando va al parco con Mila, la pazzoide che ha smesso di parlare, così di punto in bianco.
Ne parla con Betta: forse lei potrebbe aiutarlo a togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Anche a Betta piace Luca.
La voce tagliente di Roberta giunge fin troppo chiara alle due sorelle appena scese dall’auto.
Giulia vorrebbe reagire con rabbia ma Mila la blocca, spiegandosi nella lingua italiana dei segni: «Ignorala, non litigare! Stasera c’è Luca, devi fare bella figura.»
Nessuno fa più caso alla scena o a ciò che ha detto Roberta. Giulia serra occhi e labbra, poi dopo tre respiri profondi annuisce.
Insieme si avvicinano alla comitiva che le attende davanti al locale notturno.
Mila stringe alcune mani sconosciute, tra cui quella di Luca. Non vuole perderlo di vista. Pur trascinata dalla calca, si aggrappa alla sorella e riesce a farla sedere quasi di fronte alla sua cotta. È così felice che fatica a trattenere l’impulso di sfarfallare con le braccia.
Intanto Giulia si mette a chiacchierare con Betta e le altre, chissà perché non parla con Luca?
Mila alza lo sguardo e incrocia proprio quello del ragazzo, da cui lo distoglie subito. Si concentra sulle labbra e il suono della voce.
«…una domanda? Sei sorda?»
Sorride, sorpresa di avere attirato l’attenzione. Raddrizza la schiena e si limita a scuotere la testa.
«Mi sembrava di averti vista usare la lingua dei segni, fuori.»
Solleva il pollice e annuisce.
«Quindi ci senti, però non parli?»
Alza le spalle e le mani.
«Beh, ti fai capire bene lo stesso.»
Congiunge le mani davanti al petto e fa una specie di inchino.
Luca la imita. «È così che si fa il segno per dire “grazie”?»
Mila scuote la testa. Poi con due dita si tocca la spalla poco sopra al cuore.
Lui ripete. «Così?»
Lei annuisce.
«Per dire sì?»
Fa un arco con il mignolo e Luca la imita.
«No?»
Fa il classico gesto dell’indice.
«Ma dai! Forte. Io sapevo solo l’alfabeto.»
Stringe il pugno, poi distende la mano e infine arcua le dita per mostrare che conosce l’ABC.
Mila si mette a trafficare con la borsetta per scaricare l’emozione. Con la coda dell’occhio nota che sua sorella è persa in un discorso con Betta. Peccato, Luca sembra proprio un ragazzo interessante.
«Cos’altro posso imparare della lingua dei segni?»
Mila ricorda bene la prima lezione di LIS e fa lo spelling.
«C-o-l-o-r-i?»
Fa un arco con il mignolo.
«Wow! Qual è il tuo colore preferito?»
Indica una delle unghie e poi fa un cerchio sul petto, subito imitata da Luca.
«Giallo…»
Fa “sì” con il mignolo. Poi indica il ragazzo.
«Vuoi sapere il mio? È il blu.»
Mila alza il pugno e lo apre rapido.
«Wow, un’esplosione di colore!»
Lei si lascia andare in una brevissima risata, un semplice «Eh!» di petto, mentre si trattiene a stento dallo sfarfallare. Allora striscia i piedi sul pavimento, perché tanto sotto il tavolo nessuno vede cosa fa.
Giulia attira l’attenzione della sorella. «Prendi qualcosa?»
Mila segna che vuole un gelato.
«A dicembre? Sei sicura?»
Mila sbuffa, mette il broncio e risponde che non vuole più niente. Per alcuni minuti tormenta la borsetta con un’espressione neutra, finché un cameriere appoggia vicino a lei una coppa al mascarpone. Alza lo sguardo per indicare davanti, ma Luca non c’è. Fissa il dolce, indecisa sul da farsi: lo lascia lì o lo spinge verso la sedia vuota?
Luca torna e le sorride. «Vedo che hai preso qualcosa!»
Mila scuote la testa. Si fa coraggio e, tenendola alla base, spinge la coppa fino alla metà esatta del tavolo.
«Ah, è mio? Vuoi assaggiare?»
Lei resta bloccata. Vorrebbe rispondere di sì e continua a trafficare con la borsetta.
«Che c’è?»
Richiama l’attenzione di sua sorella.
Giulia osserva i segni, poi si rivolge a Betta, che ha di fronte una tazza vuota di caffè. «L’hai usato il cucchiaino?»
«No, tieni.»
Senza aggiungere una parola, lo passa alla sorella.
Mila si tocca la spalla sopra il cuore, ignorata da Giulia. Resta in attesa, fissando le labbra sorridenti di Luca.
«Vai pure.»
Con la mano sinistra indica il cucchiaino grande che c’è alla base della coppa.
«Vuoi che assaggiamo insieme? Ok!»
Incuriosita, osserva Luca raccogliere del mascarpone vicino al bordo della coppa. Lei annuisce e fa lo stesso dal suo lato. Assapora il dolce e ciondola la testa in segno di apprezzamento.
A fine serata Mila è esausta. Ha dovuto pure sopportare che un estraneo le toccasse lo smartphone, ma per sua sorella farebbe questo e anche di più. Adesso ha nome, cognome e numero di telefono di Luca: un tesoro da condividere con lei!
Giulia però ha un’espressione distante. «Ti sei divertita?»
Mila segna la risposta: «Sì, tanto.»
«Certo. Ti sei incollata a Luca tutta la sera. E lo sai benissimo che mi piace!»
Sta per dirle che è fortunata ad avere una cotta per lui, perché è davvero un bravo ragazzo, ma lei le blocca le mani a mezz’aria con un gesto brusco.
«Non provare a scusarti, adesso. Ti perdono perché ti voglio un bene dell’anima, però sul serio: non si ruba il ragazzo alle tue amiche o a tua sorella. È proprio da stronze!» Alza gli occhi al cielo. «Ora scendi che la Betta mi aspetta. Voglio solo andare in disco a ubriacarmi!»
Mila non crede alle proprie orecchie. Vorrebbe rispondere che non è vero niente di quello che ha detto, ma si sente imbavagliata.
Seconda staffetta – Susanna
Il giorno dopo tra le sorelle si frappone uno strano silenzio: Giulia, coi postumi di una serata un po’ alcolica, ignora Mila, che vorrebbe spiegarle. Ma senza voce come si fa a urlare: “Mi devi ascoltare, ti devo spiegare.”? Strattonarla non serve a nulla, così come i bigliettini o i messaggi sul cellulare.
Eppure Giulia le era sempre stata vicina, era stata fortunata ad averla accanto quando aveva dovuto prendere coscienza dei limiti che i suoi problemi le imponevano.
Inutile comunque girarle attorno: Mila decide di aspettare che fosse lei, questa volta, a cercarla. Aveva un po’ di cose da dirle, non da ultimo ricordarle che non deve bere quando escono assieme. Mila non può guidare: troppo stress.
Per fortuna Luca, che abitava poco distante da loro, le aveva riaccompagnate a casa: le aveva scritto su un foglietto che lui non beveva mai, non gli piaceva proprio:
“E poi come fai a dire che ti sei divertito se il giorno dopo hai un mal di testa che ti pare di averne dieci di teste?”
Per la prima volta Mila si era sentita accettata per quello che era, senza vedere nel ragazzo compassione o una forzatura nella sua gentilezza.
Anche Luca, il giorno dopo, si sente con la testa fra le nuvole: Giulia gli piace, è una bella ragazza, intelligente e spigliata. Certo si accompagna a tipe come la Betta, superficiale e con la puzza sotto il naso, ma a volte le amicizie nate da bambini resistono nonostante tutto.
Ma era Mila ad averlo colpito: così fragile, così timorosa nell’accettare i gesti più semplici ma al contempo determinata a non evitarli. Non gli era sfuggito il sollievo di quando si era offerto di accompagnarle a casa: da qualche tempo capiva le persone come mai gli era capitato, si sente in un certo modo diverso e questo lo fa stare meglio.
Dopo un paio di giorni Luca incontra per caso Ugo:
«E guardalo qua il mandrillone! Vecchio porco, te le sei fatte tutt’e due le tipe l’altra sera, dì la verità! Racconta un po’…»
Ugo fa parte della compagnia da sempre, ma ormai non lo sopportano più. Pettegolo e curioso, sguaiato che a volte li mette in imbarazzo; sempre alla ricerca di particolari scabrosi della vita di tutti, si inventa storie di ogni genere pur di essere al centro dell’attenzione.
«Ugo te lo dico una volta e gentilmente. I fatti miei sono miei e basta. E non ti inventare robe che non esistono: se ancora non l’hai capito, hai stufato tutti con le tue battute del cavolo. Cresci, che ormai è ora.»
Parole al vento: «See, come no! Gli amici si dicono tutto… eddai!»
«Gli amici, appunto. Quelli veri, non tu.»
Ugo se ne va, parecchio contrariato: lo stanno allontanando tutti dalla compagnia ma da Luca non se lo aspettava proprio.
«Stronzo su tutta la linea! Gli amici veri… te li raccomando, i perfettini! Ipocriti e falsi.»
A Luca è rimasto impresso come Mila riesca a comunicare con pochi gesti e si stupisce, guardandosi attorno, di quanti siano i gesti che si compiono naturalmente che possono essere usati per parlarsi… senza la voce.
Aveva letto un racconto di Camilleri, Il Birraio di Preston, dove l’autore in due righe due riesce a descrivere certi gesti, del tipo “ma cosa vuoi? o roba simile.
Comincia a osservare più attentamente la gestualità delle persone, cercando di capire cosa stessero dicendosi. Arriva a mettersi dei tappi nelle orecchie: a volte qualcuno pare infastidito, come si fosse interrotta una conversazione, altri sono a loro volta incuriositi, altri ancora lo guardano neanche fosse un pervertito.
Cerca su Internet dei video che spieghino le basi del linguaggio LIS e, davanti allo specchio, prova parole o frasi semplici: all’inizio di sente ridicolo, ma poi pensando a chi aveva solo questo modo per comunicare, sente che stava facendo qualcosa di importante.
Nel frattempo Giulia e Mila si sono chiarite:
«Non ti ruberei mai il ragazzo, sarei davvero una stronza, ma anche tu ti devi dare una mossa: se ti piace fatti avanti e vedi cosa succede.»
«Piano che non riesco a starti dietro. Eh, fatti avanti, fatti avanti. Dici niente! Abitiamo a duecento metri e pare non si riesca mai ad incrociarci.»
A risolvere il problema è inconsapevolmente Luca, che a un certo punto chiede a Mila di valutare la sua conoscenza della LIS.
Un po’ sorpresa e anche timorosa, Mila accetta, soprattutto pensando alla sorella: ci sarebbero state occasioni per farli incontrare e chissà, magari poteva nascere qualcosa.
Certo Luca piace anche a lei, ma sono ancora troppe le cose che le fanno paura nei rapporti con le persone. E poi non vuol far del male a Giulia.
Ugo non ha digerito il benservito di Luca: lo tiene d’occhio, lo segue quando esce dall’ufficio in cui lavora part-time, quando va all’università - che lui non può permettersi - quando si vede con il resto della compagnia.
Quando va al parco con Mila, la pazzoide che ha smesso di parlare, così di punto in bianco.
Ne parla con Betta: forse lei potrebbe aiutarlo a togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Anche a Betta piace Luca.
Ultima modifica di Susanna il Sab Dic 14, 2024 10:17 pm - modificato 1 volta.