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Sotto la pioggia

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1Sotto la pioggia Empty Sotto la pioggia Dom Dic 08, 2024 4:47 pm

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Seduto sulla panca dello spogliatoio nel seminterrato della palestra, osservavo gli spessi fili di pioggia attraverso il vetro appannato della finestrella rettangolare a livello della strada. Pioveva ininterrottamente dalla mattina e, ora che stavo per uscire, speravo proprio che non si trasformasse in una feroce “bomba d’acqua”.
Indossai la vecchia cerata gialla sui vestiti, sistemando lo zaino sul petto in modo che restasse al coperto, e mi issai sulla sedia a rotelle, già pronto mentalmente a godermi, grazie alla pioggia, una delle mie giornate ideali.
Il montascale mi depositò al pianterreno. Le porte si aprirono col loro sbuffo e il viale semideserto mi dette il benvenuto: sulla strada verso casa avrei potuto correre e piroettare quanto avessi voluto, senza i soliti ostacoli, senza il via vai di gente che sempre ingombrava il marciapiede e mi costringeva a un continuo e lento zig-zag fra gambe, cani e monopattini. E pazienza per la doccia supplementare che mi sarei dovuto sorbire lungo la via.
Con un mezzo giro della ruota destra mi voltai a salutare il mio istruttore e mi lanciai avanti, con la piccola soddisfazione di essere io, una volta tanto, a far scansare i rari pedoni stretti negli impermeabili e acquattati sotto lugubri ombrelli neri.
Complici il cielo coperto e l’autunno ormai avanzato, il buio già mi circondava, appena rischiarato dai lampioni che faticavano a far filtrare una luce fioca e frastagliata attraverso le chiome degli ippocastani. Ma potevo sempre contare sul buon numero di vetrine che affiancavano il mio percorso, alcune delle quali erano diventate una specie di fermata obbligatoria: la libreria che esponeva le ultime novità, per esempio, oppure la galleria d’arte moderna, o ancora la bottega di un rigattiere che non esitava a spacciare per antiquariato della paccottiglia impolverata da svuota-soffitte.
Fu proprio di fronte a quel negozio che decisi di frenare la mia corsa, accostandomi al vetro con una leggera derapata delle ruote posteriori sul lastrico bagnato. Sotto la pioggia che tamburellava senza sosta sulla cerata, mi ritrovai a osservare la mia immagine riflessa. O meglio, solo ciò che della mia immagine riusciva a superare il bordo inferiore della vetrina: le spalle ampie, grazie al lavoro in palestra, e la faccia un po’ a metà fra il buffo e il grottesco, incassata com’era in fondo al cappuccio. Mi fece pensare, strappandomi un sorriso, al personaggio di Igor in Frankenstein Junior.
Ma l’attenzione venne presto dirottata verso l’interno del negozio, dove colsi una serie di movimenti inconsueti. Quasi fossi di fronte allo schermo di una TV col volume azzerato, mi trovai ad assistere a una scena da thriller che mi fece sgranare gli occhi e trattenere il fiato. Due tizi con addosso dei pesanti giacconi zuppi d’acqua inseguivano goffamente un terzo, un tipo smilzo in un logoro spolverino azzurro. Ostacolati dal bancone e dal ciarpame che ingombrava i corridoi, i due apparivano frustrati, incapaci di raggiungerlo. Finché uno dei due inseguitori, passando dalla frustrazione alla rabbia, estrasse da sotto il giaccone un’automatica ed esplose due colpi all’indirizzo del fuggitivo.
Impietrito e con le mani che facevano tutt’uno con i braccioli della sedia, percepii solo due schiocchi, attutiti dal vetro spesso e dal rumore della pioggia. Due tonfi leggeri, come di un’arma ad aria compressa, ma non altrettanto innocui. Raggiunto dai proiettili, il poveretto venne sbattuto con violenza contro la parete verso la quale stava correndo e cominciò a scivolare giù, uno straccio al quale abbia ceduto il gancio, lasciando un’impressionante striatura rossa sul muro.
Attraverso il velo di pioggia che ormai mi scorreva dappertutto, vidi i killer precipitarsi sul corpo inerte, del quale ora scorgevo solo i piedi e parte delle gambe. Si inginocchiarono, per rialzarsi quasi immediatamente. Uno aveva l’espressione furente e cominciò a inveire nei confronti dell’altro che aveva sparato. E quest’ultimo sembrava rattrappirsi sotto la raffica di rimproveri che gli piovevano addosso. Forse proprio nel tentativo di scansare la valanga che lo stava investendo, quello si voltò e incrociò i miei occhi spalancati che lo fissavano al di là del vetro.
Appena incontrai lo sguardo dell’uomo, mi resi conto di essere in guai seri. Un testimone, specie se di un omicidio, ha vita breve. E reagii di conseguenza. Girai la sedia e spinsi le ruote a tutta forza, ben consapevole che, in un eventuale inseguimento, sarei andato poco lontano. Impossibile gareggiare in velocità contro un proiettile.
Era indispensabile che facessi perdere subito le mie tracce.
Un vicolo si apriva alla mia destra, così stretto e buio che quasi lo oltrepassavo sullo slancio. Filando accanto all’angolo del fabbricato notai il tubo della grondaia e lo afferrai al volo per riuscire a curvare in velocità. Feci ritagliare alla sedia un angolo retto e sparii nell’oscurità.
Il vicolo era occupato per quasi la metà da un’impalcatura sgocciolante che si alzava fino al primo piano, sorretta da una serie di pali. Oltrepassato il primo, sfruttai l’inerzia che ancora spingeva la sedia per aggrapparmi al secondo con una sorta di piccolo balzo e un tentativo di movimento rotatorio che speravo mi avrebbe risparmiato un impatto troppo violento col metallo. La botta contro la fronte e il torace, protetto appena dallo zaino, fu forte, ma riuscii a rimanere avvinghiato al palo e ad arrampicarmi fino a un’intercapedine coperta che mi riparava dalla pioggia e soprattutto dalla vista dei miei inseguitori.
Le due sagome apparvero all’inizio del vicolo: probabilmente avevano perso del tempo prezioso – per me – per riuscire a capire quale direzione avessi preso. Un ultimo sforzo e mi distesi nello stretto spazio fra le assi dell’impalcatura, strisciando fra i detriti di cemento e mattoni che vi si erano accumulati. Nonostante l’insensibilità delle gambe, il rumore degli strappi della stoffa non lasciava dubbi sul numero di graffi che mi stavo procurando.
Stavano passando proprio sotto di me, diretti verso la sedia che aveva interrotto la propria corsa contro un cassonetto lì vicino. Adesso entrambi impugnavano la pistola e, appena raggiunta la carrozzella, vidi uno di loro tirar su la cerata che vi era rimasta impigliata e scaraventarla a terra con rabbia.
«Qui non c’è!»
«Un fottuto finto paralitico. Ecco cos’era. Se l’è filata appena fuori vista.»
«Bastardo! Se riesco a mettergli le mani addosso...»
Rinfoderarono le armi e si allontanarono sotto la pioggia, continuando a borbottare fra loro. Da quelle poche battute, era chiaro che mi avevano scambiato per un impostore. Significava che, almeno per il momento, ero salvo. E compresi anche che i due davvero non brillavano per intelligenza: se fossi stato un “finto paralitico” non avrei certo perso tempo a scappare spingendo una sedia a rotelle.
Attesi ancora un po’ e strisciai fuori dal nascondiglio facendo forza sui gomiti. Mi aggrappai al palo e mi lasciai scivolare giù. Ero stanchissimo per l’arrampicata, bagnato fradicio, inzaccherato, ma la mia unica possibilità era cercare di raggiungere la sedia, sperando che non si fosse rovinata troppo nell’urto. Così mi spinsi fin là, trascinandomi a forza di braccia sull’asfalto sporco e viscido di pioggia.
La sedia a rotelle non si era danneggiata, ma nell’urto era scattato il fermo e si era parzialmente chiusa. Distesi alla meglio la seduta, mi ci arrampicai sopra e, ormai incurante degli abiti zuppi e strappati, cominciai a frugare nello zainetto alla ricerca del cellulare. La cosa che stringevo fra le dita era un ammasso scuro, accartocciato e con il display che sembrava una ragnatela: la botta contro il palo e l’avanzata stile marine avevano mietuto la loro vittima.
In un moto di rabbia lo scagliai via. Raccolsi la cerata e mi spinsi per tornare verso il viale, sperando di incontrare qualcuno a cui chiedere aiuto senza dover per forza entrare nel negozio a cercare un telefono e affrontare la vista che mi si sarebbe parata davanti.
E qualcuno c’era davvero.
«Non temere, se ne sono andati.»
La voce femminile mi esplose nelle orecchie, trapassando il buio e lo scroscio ininterrotto, e mi fece sobbalzare.
La ragazza, stretta in un’impermeabile e senza ombrello, mi aspettava all’angolo del viale, cercando di sondare il buio con gli occhi spalancati sui quali a tratti brillava la luce distante dei lampioni. E l’espressione con la quale mi accolse appena mi avvicinai la diceva lunga sullo stato in cui mi ero ridotto per sfuggire a quei due.
«Ma come ti sei…?»
«Non badare a me. C’è da chiamare subito la polizia.» E d’un fiato le raccontai ciò che avevo visto affacciandomi alla vetrina del rigattiere. «Gli hanno sparato a quel poveraccio!»
Due secondi e già stava parlando al cellulare.
«Andrea, sono io… Sì… Ascolta, c’è stato un omicidio. No, no, io sto bene. Vieni subito a questo indirizzo...»
Chiuse la telefonata e poi, colta dal tipico impaccio che spesso assale i cosiddetti normali in presenza di un disabile, rimase ferma, lì accanto a me, imbarazzata e senza sapere bene cosa fare. Ormai ero un esperto nella decodifica di mezzi sorrisi, di occhi vacui, di dita intrecciate. E, indicando le maniglie della sedia, la sollecitai.
«Dai, aiutami. Andiamo ad aspettare i tuoi amici al negozio. E magarti cerchiamo di non affogare...» Non che avessi molta voglia di fare dello spirito, ma mi sembrava più scossa di me. Lei scrollò le spalle e i capelli inzuppati e afferrò le manopole sulla spalliera.
«Ah, sì. Ok. Li aspettiamo là. Ma intanto potremmo anche fare un po’ di presentazioni, no?», mi disse, iniziando a spingere la sedia.
«Giusto. Mi chiamo Sam. Be’, no. Samuele. Ma tutti mi chiamano così.»
«Io sono Arianna, ex poliziotta che al momento si barcamena come investigatrice privata», e allungò la destra aperta. Con una mezza torsione risposi alla stretta.
«Ed eri qui per caso o per lavoro?»
«Per lavoro, diciamo. Un lavoro che ho accettato quasi controvoglia e che non avrei mai pensato potesse farmi trovare di fronte a un delitto.»
Sotto al misero riparo del tendone bucherellato e scolorito della bottega, mi spiegò che i genitori di una sua amica l’avevano contattata perché da diversi giorni non avevano più notizie della loro figlia. E si erano convinti che fosse stata rapita dopo che la madre aveva ricevuto una strana telefonata: una voce contraffatta che gli ordinava di avallare una certa legge al consiglio regionale, se non voleva ricevere brutte notizie.
«Dato che la mia amica non era nuova a sparizioni improvvise, avevo preso la faccenda un po’ sottogamba. Ma, dopo quello che è successo oggi, tutto cambia.»
Arianna aveva fatto appena in tempo a finire il suo racconto che erano arrivati poliziotti e agenti della scientifica, preceduti dal suono delle sirene e dalle luci azzurre dei lampeggianti. Sotto la pioggia che ancora non accennava a diminuire, alcuni sistemarono il nastro per delimitare la zona e altri montarono una specie di gazebo per agevolare il lavoro delle tute bianche. Quasi tutti entrarono nella bottega e iniziarono a fare foto e rilievi, parlando fitto fitto con Andrea, che, a quanto pare, era il più alto in grado nella stanza. Poi arrivò il medico, che rimase un bel po’ inginocchiato accanto al cadavere.
Finalmente, anche Arianna e io fummo autorizzati a entrare, ma ci lasciarono in un angolo, da soli, avvolti da capo a piedi in un paio di coperte luccicanti che sembravamo una coppia di profughi appena sbarcati da un gommone; con la sola differenza che noi non eravamo inzuppati di acqua di mare.
Un agente ascoltò il mio racconto e lo riferì ad Andrea, che si affrettò a interpellare anche Arianna.
Dal loro scambio di battute e dalle loro espressioni sempre più rassegnate capii che qualcosa non andava; che qualcosa doveva essersi inceppato nel meccanismo del rapimento; che, con la morte del rigattiere, probabile custode temporaneo della rapita, sarebbe diventato molto difficile, se non impossibile, riuscire a trovare la ragazza sequestrata in tempi ragionevoli. La sua vita stessa era in pericolo, a quel punto. Arianna, il viso tra le mani, scoppiò in un pianto irrefrenabile che mi fece sentire ancora più impotente.
Avrei dato non so cosa per aiutarla, per aiutarli, ma purtroppo non ero riuscito ad afferrare nemmeno una parola del dialogo concitato che c’era stato fra i due killer e il rigattiere e tutto ciò che avevo visto si limitava a un inseguimento finito in tragedia. Una scena che avevo già passato e ripassato mille volte in testa, senza che venisse fuori niente di utile.
Mi ritrovai anche a maledire quella giornata che solo poche ore prima avevo definito “ideale”. Se non ci fosse stata la pioggia; se, come al solito, avessi dovuto farmi largo fra i pedoni; se… se… se… Mi sarei affibbiato volentieri dei bei pugni in testa.
Intanto il negozio si stava svuotando; il cadavere era stato rimosso e pavimento, tavoli e scaffali erano pieni dei cartellini numerati lasciati dagli agenti.
Arianna sembrò scuotersi e si diresse verso di me, cercando di dissimulare l’amarezza dietro un pallido sorriso, e prese a spingere la sedia per accompagnarmi fuori. Con Andrea al seguito facevamo proprio un bel terzetto: tre figure tristi con i capelli fradici appiccicati sulla testa, perfettamente in tono con l’ambiente, più lugubre che mai, e con la pioggia uggiosa che, lì fuori, non aveva ancora smesso un attimo di cadere.
Mentre passavamo accanto al bancone, cominciai a guardarmi intorno. Volevo imprimermi bene in mente tutti i particolari.
Poi, notai una cosa. E tutto mi sembrò più chiaro.
Bloccai la sedia.
«Ehi, ma quella non è una porta?»
«Sì», mi rispose Andrea. «Credo sia l’uscita di sicurezza che…»
Ma ormai non lo stavo più ascoltando. C’era un’uscita lì, a portata di mano. E quello correva verso la parete?
«Correva verso la parete!»
Andrea e Arianna mi guardarono come se fossi improvvisamente impazzito, ma insistetti, gridando quasi.
«Correva verso la parete! Ma non capite? Quei due annaspavano fra le cianfrusaglie. Lui aveva un’uscita a due passi e ha preferito fuggire verso un muro.»
«Oh cazzo, che idioti!»
Andrea richiamò immediatamente gli agenti e si tuffò verso il rettangolo di muro macchiato di sangue. C’era da verificare se la mia intuizione era giusta, se davvero la parete nascondeva un’apertura, una stanza segreta nella quale il rigattiere avrebbe voluto trovare riparo.
Qualcuno batteva con le nocche centimetro per centimetro, altri scandagliavano attentamente le mensole alla ricerca di un possibile meccanismo di apertura. E infatti un pulsante mascherato da bullone, proprio sul fianco dello scaffale accanto, sbloccò la porta nascosta.
Al centro della stanza, appena illuminata dalla luce proveniente dalla bottega, scorgemmo, imbavagliata e legata a una sedia, una donna che guardava verso di noi con gli occhi sgranati e segnati dalla disperazione. Arianna batté tutti sul tempo e si precipitò a liberare l’amica, che si sciolse in un pianto liberatorio stretta fra le sue braccia.
In preda alla commozione, non riuscivo a staccar loro gli occhi di dosso. Che strana giornata, mi dissi. Brutta, uggiosa di pioggia, tragica e anche lieta. Alla fine, potrei anche pensare di rivalutarla…
Un’intensa occhiata di Arianna mi distrasse.
«Be’? Che c’è?», le chiesi. «Sta finendo tutto bene, no? A parte per quel poveretto.»
«Sì, sì. Certo. Solo che... Stavo pensando… Sai che avrei proprio bisogno di un assistente?»

2Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Lun Dic 09, 2024 11:09 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Mi sento di dire che in questo caso la pioggia sia veramente protagonista perché bagna il racconto dall'inizio alla fine. 

Un racconto ben scritto e con i dialoghi ridotti all'essenziale. Ho trovato soltanto questa imprecisione:

"E magarti cerchiamo di non affogare." Una t di troppo. 

Samuele è diversamente abile, ma totalmente autonomo e impegnato nella vita di tutti i giorni. Suo malgrado si ritrova testimone di un omicidio che si scopre poi essere legato a un rapimento. La parte migliore del racconto ritengo sia l'inseguimento e la fuga di Samuele. Poi l'incontro con Arianna avviene quasi per caso, una ex poliziotta investigatrice privata che si trova a pochi passi dal luogo del delitto nel quale poi proprio Samuele scoprirà il vano segreto nel quale è prigioniera la rapita. Andrea e i suoi brancolano nel buio. Insomma, tutto un po' troppo casuale ancorché verosimile, la tensione accumulata nelle righe precedenti va definitivamente spegnedosi. 

Grazie e Buone Feste!

3Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Mar Dic 10, 2024 5:51 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

una storia di piacevole lettura e ben scritta.
molto scorrevole, si legge d'un fiato.
ottime le descrizioni, soprattutto durante la fuga di Samuele.
che dire sul tema...
anche qui mi pare solo sfiorato, però a questo punto comincio a credere di non averlo capito io.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Sotto la pioggia Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

4Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Mar Dic 10, 2024 11:40 pm

Albemasia

Albemasia
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto adrenalinico, carico di colpi di scena e molto ben scritto.
Mi è piaciuto molto e mi ha catturato pienamente fino al momento in cui i due assassini hanno desistito nel cercare il protagonista; oltretutto dalle prime battute mai mi sarei aspettata la piega thriller che mi ha colta piacevolmente di sorpresa.
Però quando il ragazzo è riuscito a risalire sulla sedia a rotelle non ho capito perché sia rientrato proprio nel negozio dove era avvenuto il delitto. Tenuto conto che due assassini erano sulle sue tracce, sarebbe stato più logico, secondo me, che si allontanasse e cercasse di chiamare la polizia da un altro posto.
Da quel punto in poi gli eventi si sono un po' accavallati: l'incontro con l'investigatrice privata, la scomparsa della sua amica, la scoperta della stanza segreta. 
E poi perché Arianna si trovava proprio nel luogo del delitto dove, caso vuole, poi si è scoperto che avessero segregato la sua amica? Un po' troppa carne al fuoco per le battute a disposizione secondo me. 
Detto questo si tratta sicuramente di un bel racconto, dove il tema della pioggia pervade l'intera narrazione, pur non costituendone  in senso stretto, secondo me, il tema. 
Piaciuto.

A Arunachala garba questo messaggio

5Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Mer Dic 11, 2024 10:56 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ma quanto sei bravo autore, hai reso interessante una storia non interessante.
Il protagonista entra e esce da una scena ripugnante e da incubo.
Si muove come un supereroe, ignorando la sua situazione fisica, e questo è il piccolo limite di credibilità della storia. Che poi, a dirla tutta, è proprio questa poca credibilità che la rende affascinante. 
Mentre una combinazione di incompetenze del protagonista fa gridare al miracolo.
Ottimo lavoro, applausi.

6Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Ven Dic 13, 2024 10:53 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Sotto la pioggia… qualcosa che potrebbe somigliare a una prima puntata di una serie TV: un’investigatrice con un aiutante che, da un altro punto di vista e con altre sensibilità legate alla disabilità, potrebbe funzionare.
La scrittura è sicura, le descrizioni ci portano in quella strada, davanti a quella vetrina e poi su per l’impalcatura, il tutto sotto una pioggia insistente, che diventa essa stessa personaggio di un gran brutto momento. Se non fosse piovuto, chissà le cose sarebbero andare diversamente. Il classico granello di sabbia che incebba un meccanismo rodato.
Anche il ritmo serrato della parte centrale è stato gestito bene e il finale ben strutturato: insomma un breve giallo che funziona.
Forse nella realtà le cose vanno diversamente, i tempi sono ben diversi… ma chissenefrega, se il racconto regge, regge.
Certo qualche dubbio viene: la presenza di Arianna proprio in quel posto è fortuita o era già sulle tracce dell’antiquario? Samuele non aveva molte alternative se non rimanere, scappare nelle sue condizioni non sarebbe stato facile, per cui… si fa di necessità virtù.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

7Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Sab Dic 14, 2024 10:50 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto onesto con una trama ben organizzata e credibile a metà strada tra il noir e il giallo, il tutto molto credibile pur con qualche eccesso.
La scrittura è molto buona anche se in più di un passaggio i tempi verbali scelti non rendono scorrevole la lettura: in linea di massima non mi sono sembrati sbagliati ma faticosi.
C’è qualche eccesso sparso qua e là come in queste frasi:

La voce femminile mi esplose nelle orecchie, trapassando il buio e lo scroscio ininterrotto, e mi fece sobbalzare.

Arianna, il viso tra le mani, scoppiò in un pianto irrefrenabile

Andrea richiamò immediatamente gli agenti e si tuffò verso il rettangolo di muro macchiato di sangue

Arianna batté tutti sul tempo e si precipitò a liberare l’amica,

e ho trovato un unico refuso:   E magarti cerchiamo di non affogare...»

In merito al discorso della centratura del tema, posso tranquillamente affermare che questo è un racconto che non passerebbe la mannaia promessa dal prossimo step: la pioggia fa da contorno e direi che non è nemmeno un elemento essenziale nell’economia del racconto che avrebbe avuto il medesimo svolgimento anche in una notte stellata.


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Sotto la pioggia Badge-3

8Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Lun Dic 16, 2024 2:48 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ci sono diverse cose che non funzionano, secondo me, in questo racconto dal punto di vista della credibilità della trama.
Intendiamoci, tutto è possibile, però alcuni passaggi appaiono un po' forzati. Li elenco senza velleità d'essere esaustivo.

- Il modo in cui Samuele sfugge agli inseguitori non mi è chiaro. Impatta contro un palo di sostegno delle impalcature e riesce a saltare ed aggrapparsi allo stesso? Magari per una persona molto allenata è fattibile, non lo so, io l'ho trovato un po' cartoonesco.
- L'incontro fortuito con Arianna, che si trovava nei paraggi senza un motivo apparente.
- L'arrivo in stile CSI della polizia. Mi è capitato una volta di imbattermi in un decesso appena avvenuto per strada e attendere l'arrivo della polizia, il tutto è stato molto meno cinematografico. Non è una critica, solo una precisazione stilistica. 
- Il fatto che, a fronte di un possibile rapimento, la famiglia dell'amica di Arianna si rivolga a lei piuttosto che alla polizia stessa. Vero che la tipa spariva abitualmente, però mi sembra una scelta più finalizzata alla narrativa che non alla logica.
- Nulla si sa di chi fossero i due sgherri, che hanno ucciso il rigattiere a quale scopo? Volevano soffiargli la rapita? E' una persona così importante?
Oltretutto i due non sembravano voler uccidere davvero il rigattiere, quindi qual era il loro vero scopo?
- L'intuizione finale di Samuele non funziona, almeno secondo me. Se il rigattiere voleva fuggire dai due manigoldi, a che pro cercare di aprire la porta segreta?
In un colpo solo si sarebbe a) infilato in un vicolo cieco; b) avrebbe rivelato la presenza della stanza e della donna rapita. Era molto meglio puntare all'uscita di sicurezza. Se anche avesse pensato di rifugiarsi dentro la stanza, come avrebbe potuto chiudercisi dentro in tempo con i due che lo rincorrevano per il negozio?

Insomma, tanti punti sembrano, all'occhio di chi legge, al servizio della trama con l'effetto di far perdere credibilità al racconto.

La scrittura mi sembra buona, ma trovo che il narratore sia fin troppo onnisciente in molti passaggi, spiegando anche cose che non val la pena spiegare (ad esempio quando il protagonista viene scoperto e specifica che, se assiste a un omicidio, un testimone ha vita breve.
Manca invece la tensione, soprattutto nella parte iniziale, dove la scena dell'omicidio dovrebbe angosciare il lettore: il registro molto didascalico, invece, appiattisce un po' tutto.

Il tema, infine, non mi sembra centrato.
Sì, la pioggia determina la vicenda nel senso che obbliga Samuele a fare la strada che lo porta davanti al negozio del rigattiere, ma io intenderei il "tema" come il "senso" della storia, l'argomento della storia, che in questo caso è la vicenda di Samuele. La pioggia ne è più l'ambientazione.
Mio punto di vista, perlomeno.

9Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Mer Dic 18, 2024 9:12 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

Un bel racconto che somiglia tanto alla prima puntata dell'ennesima serie tv "semi-noir". 
Dal punto di vista della scrittura: buona, ma ho trovato espressioni e immagini un po' stereotipate, a parer mio. 
Un esempio: l'uomo che scivola lasciando "un'impressionante striatura rossa", o anche "un fottuto finto paralitico". 

Alla fine il racconto è comunque piacevole, compiuto, anche se devi aver fatto una fatica notevole a far rientrare tutto nello spazio concesso.

Una cosa che mi sta a cuore la voglio dire. Quando si scrive immedesimandosi in un personaggio come quello del tuo racconto, bisogna fare molta attenzione. 
O si è esattamente in quella condizione (in questo caso c'è una sedia a rotelle, ma mi viene in mente anche il personaggio non vedente di Blanca, ad esempio) o bisogna fare una ricerca e uno studio super approfondito per poter essere credibili.
Non sto dicendo che tu non l'abbia fatto o che tu abbia scritto senza conoscere quella condizione, ma lo dico solo perché mi si accende sempre un campanello di allarme in questi casi. 

Grazie

10Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Mer Dic 18, 2024 4:56 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Il racconto è certamente ben scritto, la lettura risulta piacevole. Il ritmo tenuto sempre alto.
Eppure il risultato finale appare scarsamente credibile. L'effetto fumettone incombe sul racconto minacciandolo continuamente.
Ed è un peccato perché il personaggio principale, Sam, è ben delineato. Arianna appare invece piuttosto stereotipata e poco credibile.
La storia piuttosto semplice e banale.
Mi auguro di rileggerti presto, magari apprezzando di nuovo la tua indubbia capacità di scrivere scene di azione in un plot più adulto e verosimile.

11Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Ven Dic 20, 2024 8:09 am

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Carino questo racconto, interessante la velata ironia presente in alcuni passaggi. 
Il cerchio si chiude con la scoperta della ragazza rapita da parte del protagonista che, suo malgrado, diventa un eroe. Tra le righe leggo un messaggio meritorio di essere menzionato: la disabilità non è un limite, bensì un modo diverso di relazionarsi con l’ambiente che ci circonda. E in qualche caso predispone a trovare delle soluzioni più creative rispetto a chi non ha menomazioni fisiche.
Non so se rientrerà nella mia cinquina, ma complimenti a chi l'ha scritto.

12Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Ven Dic 20, 2024 3:16 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ho individuato un solo refuso ("E magarti cerchiamo": magari). Per il resto, il racconto mostra una scrittura pulita e sicura, con dialoghi forse ridotti un po' all'osso ma plausibili e ben calibrati e col pregio da non sottovalutare di mostrare fatti e antefatti senza ricorrere a deleteri "spiegoni".
La storia, ascrivibile al genere young-adult, scorre bene e si legge d'un fiato, sorretta da una trama ben architettata e ricca di colpi di scena. Buone la decrizioni, mai fini a se stesse, e davvero azzeccata la scena della fuga di Sam, carica di tensione e adrenalina.
A proposito di Sam, mi sembra che il personaggio sia molto ben definito: conscio della propria disabilità e deciso a contrastarla sia mentalmente che fisicamente, grazie anche all'assidua frequentazione della palestra.
Un po' meno riuscita la figura di Arianna, anche se la sua presenza nella zona "per lavoro" ne giustifica l'apparizione e il suo essere "ex-poliziotta" fa sì che possa raggiungere subito la persona giusta per aprire le indagini.
In definitiva, un piccolo giallo ben strutturato e arricchito da un bel messaggio, riassumibile nel concetto che in realtà certe persone non sono dis-abili, ma diversamente-abili.
M.


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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

13Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Dom Dic 22, 2024 9:18 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Il racconto si distingue per un uso intenso e simbolico delle precipitazioni atmosferiche e del cielo, che permeano la narrazione e contribuiscono a creare un'atmosfera uggiosa e carica di tensione. La pioggia è più di un semplice elemento ambientale: diventa un riflesso dello stato d'animo dei personaggi, un ostacolo fisico e un alleato metaforico, offrendo al protagonista l'occasione di manifestare le proprie capacità e risolutezza. Il cielo grigio e piovoso incornicia il racconto come un testimone silenzioso delle azioni umane, aggiungendo drammaticità.
Il narratore è un personaggio ben caratterizzato che si distingue per la sua capacità di osservare e reagire prontamente, trasformando la sua apparente vulnerabilità fisica in un punto di forza. La sua prospettiva in prima persona offre intimità, rendendo la sua lotta e il suo ingegno ancora più coinvolgenti. La progressione della trama attraverso il suo sguardo sottolinea il tema della resilienza e della riscoperta del valore personale, che emerge nonostante la pioggia e il caos.
Nel complesso, il racconto è efficace, avvincente e offre una riflessione delicata sull'importanza del coraggio e della collaborazione, anche in mezzo alle avversità.

14Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Lun Dic 23, 2024 8:49 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

La pioggia bagna tutta la narrazione facendosi collante e ambientazione di una storia a tinge gialle. Il racconto si legge bene grazie a una scrittura pulita e scorrevole. Condivido quanto già detto da altri amici di penna, il testo sembra quasi la sceneggiatura dell’episodio pilota di una nuova serie televisiva.
Per questo, la sensazione è che i personaggi restino un po’ sacrificati dalla trama, o meglio poco indagati e dunque si legge e si “vede” ma non si entra in empatia con loro fino in fondo. È come se tutto fosse ripreso da una cinepresa ma senza primi piani che ci facciano comprendere appieno i sentimenti che muovono gli attori. Comunque, a livello di storia appare godibile e ben strutturata.

15Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Mer Dic 25, 2024 10:12 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il pregio di questo racconto è il ritmo, si legge senza pause, scivola via veloce veloce.
Il problema è il genere della storia, un giallo, che purtroppo non può essere sacrificato in così pochi caratteri. Infatti la narrazione è troppo compressa, non vi è stata la possibilità di poter creare le giuste situazioni e i giusti agganci e per quagliare il tutto si è dovuto fare ricorso a semplificazioni e casualità.
Sempre per lo stesso motivo alcuni aspetti non sono stati approfonditi e anche i personaggi non sono pienamente caratterizzati.
Ripeto, il problema è stato affrontare un genere che per sua stessa natura non può essere racchiuso in un limitato numero di caratteri.

16Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Gio Dic 26, 2024 4:00 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): Buona; punteggiatura a fine dialogo a volte entro le virgolette e a volte fuori, occorre uniformare. Anche:
  • “fare un po’ di presentazioni, no?», mi disse”; la doppia punteggiatura non è alcun modo giustificabile; in questo caso il punto interrogativo che conclude il dialogo assume anche la funzione di pausa (virgola) che tu poni dopo, e che è da cancellare;
  • “E magarti cerchiamo di non affogare”: magari.

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, plausibilità narrativa, finale…): La storia è scritta in maniera un po’ confusa; si apre con la scena del crimine (questo ‘inseguimento’ dentro un negozio da rigattiere pieno di cianfrusaglie mi lascia perplesso) e l’inseguimento (che mi pare poco realistico ma, non avendo competenze sulle capacità atletiche dei disabili, sospendo il giudizio); quindi compare Arianna come deus ex machina e a seguire, in un battibaleno, la scientifica (come la scientifica? Quella arriva dopo avere appurato il crimine, non assieme ai poliziotti); si apprende di straforo che c’è un tentativo di estorsione di una persona che, è implicito ma va interpretato, è una politica regionale; che il rigattiere era stato il custode della rapita (nell’ultima serie di Boris questa soluzione narrativa viene ironicamente chiamata, alla romana, ‘o dimo - ovvero non lo mostriamo, semplicemente qualcuno dice che è successo); succedono varie cose che la mia cultura poliziesca, formatasi su NCIS, ritiene strane e “Un agente ascoltò il mio racconto e lo riferì ad Andrea”; perché Andrea (chiamato per nome? È un ispettore, un commissario…?) non va direttamente a parlare con l’unico testimone del delitto e se lo fa riferire? E il rigattiere non cerca di scappare verso l’uscita ma dentro un bugigattolo, per fare la fine del topo? Insomma, ho cercato di farla breve ma a me pare ci siano davvero molte incongruenze fantasiose e soluzioni narrative frettolose. Detto questo, il tema era il cielo; a parte che piove (ma questo è un elemento di scena), il cielo dove sarebbe?
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): non riscontro veri e propri errori, e la punteggiatura mi pare adeguata (tranne la piccola cosa detta sopra). Ma c’è un accavallarsi di situazioni e personaggi che rendono poco scorrevole la lettura; situazioni poco verosimili, un finale un pochino frettoloso.


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Io vengo da una razza famosa per il vigore dell’immaginazione e l’ardore della passione (E.A. Poe, Eleonora).
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17Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Sab Dic 28, 2024 9:20 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Bel racconto, parecchio umido, ma l’ho letto con piacere.
Hai reso l’impedimento fisico del tuo personaggio quasi un punto di forza. 
Una specie di eroe che suo malgrado, ma con coraggio, si trova in una situazione parecchio complicata e che supera brillantemente. 
Il ritmo calzante e i colpi di scena, resi dall’ottima scrittura, fanno di questo testo un ottimo lavoro.

18Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Mar Dic 31, 2024 12:40 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

È difficile scrivere un giallo o noir con il limite di caratteri che abbiamo a disposizione, è necessario semplificare la trama e alla fine si corre uno di due rischi: o sacrifichi i personaggi oppure sacrifichi la trama. In questo caso hai scelto di approfondire in particolare il personaggio di Sam, il narratore protagonista, e la conseguenza è che la trama è fragile.
Molto bene la preparazione: Sam esce dalla palestra e quindi la scena di azione è per lo meno giustificabile, in effetti la parte più riuscita del racconto. Direi bene anche la presentazione del personaggio e delle sue difficoltà: a parte la scena di azione, Sam non è un supereroe ma una persona che deve affrontare ostacoli anche solo per spostarsi, in aderenza con la definizione OMS di disabilità (e cioè: è il sistema che rende disabile una persona).
Per quanto riguarda il "rimprovero" di Vivonic, la pioggia c'è e in un certo senso è utile alla trama, pur non essendo un vero e proprio tema.

Grazie e alla prossima.


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19Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Gio Gen 02, 2025 5:31 pm

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Lettura scorrevole e pulita, storia gradevole seppure con qualche ingenuità poco credibile nei due malviventi.
Una persona dall'intuito formidabile, testimone di un delitto a causa della sua curiosità.
Strano e poco professionale il comportamento dei poliziotti.
La pioggia c'è ma se non ci fosse stata nulla sarebbe cambiato.
Finale frettoloso.
Lo considero comunque un buon racconto.


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Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

20Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Sab Gen 04, 2025 2:00 am

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Far rientrare l'intreccio di un giallo in così poche battute è un'impresa non indifferente e di difficile esecuzione. Per questo motivo trovo che alcuni passaggi non siano ben sviluppati e convincenti ( Arianna nei pressi del luogo dove si svolge l'azione: va bene che sta investigando sul caso, ma è lì proprio in quel momento, non dieci minuti prima o dieci minuti dopo... oppure la scena del tizio che corre verso un muro...). La scrittura è buona e davvero godibile, la scelta di un paralitico come protagonista è molto stuzzicante e interessante, la scena d'azione è veramente ben scritta. Il racconto rimane sempre in superficie, i personaggi non sono mai indagati psicologicamente, ma il testo ha ritmo, è dinamico e carico di movimento e alla fine convince nel suo insieme.

21Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Gio Gen 09, 2025 11:40 am

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
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Immagine scelta per rappresentare il racconto sui social.


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22Sotto la pioggia Empty Re: Sotto la pioggia Gio Gen 09, 2025 10:25 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un terzo tempo breve, il mio, dedicato principalmente a congratulazioni e ringraziamenti.
E le congratulazioni vanno subito ai tre del podio: complimenti @Claudio Bezzi, @Albemasia e @paluca66 (il cui racconto è anche rientrato nella mia cinquina).
I ringraziamenti vanno in primo luogo ai ragazzi dello Staff, che, col loro impegno, fanno sì che tutto funzioni al meglio; e poi ai magnifici tre che hanno voluto premiare il mio racconto con il loro voto: grazie mille a @Resdei, @Caipiroska e @gipoviani.
E aggiungo un ringraziamento particolare a @Achillu per la suggestiva immagine che ha accompagnato la mia storia sui Social.
Non sto a dilungarmi olte. I commenti che ho ricevuto già dicono abbastanza e spero di riuscire a farne tesoro. Senza comunque scordare la solenne tirata d'orecchie del CdL riguardo al progressivo allontanamento dal tema di fondo di Pachamama (doverose, a questo proposito, le scuse a @Arunachala).
Grazie ancora a tutti.
M.


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