The cold case
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 1 - Portineria
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The cold case
Violet si era ritrovata nel mezzo di una lunga fila di gente, in quell’enorme stanza, all’apparenza una portineria, per via di quel gabbiotto vetrato da dove un tizio, dalla corporatura massiccia e dalla folta barba bianca, sembrava controllare l’apertura di un portone, apparentemente l’unica via d’uscita da quell’ambiente.
Per lei che veniva da un posto dove tutto era tendente al grigio, il bianco luminoso di quel locale, era già un gran cambiamento.
Non certo traumatico come quello di pochi giorni prima quando una polmonite fulminante l’aveva portata alla morte in un misero letto del Mile End Hospital di Londra.
Ricordava perfettamente di essere svenuta in un altro misero letto, quello di casa sua, dove aveva portato, per un venale rapporto sessuale, un cliente appena catturato al Pub The Crown, in Commercial Road.
Fare la puttana era il suo unico sistema per sopravvivere a quella tremenda miseria che l’aveva perseguitata sin dalla morte di sua madre, lasciatala adolescente e priva di un padre conosciuto,
Louise Champollion, “Maman”, era di origini francese. Le aveva appreso la sua armoniosa lingua e aveva insistito perchè lei studiasse. Le diceva sempre che quella sua acuta intelligenza, senz’altro la sola eredità del loro celebre avo, aveva bisogno di essere nutrita. Forse più di quel suo corpo che iniziava ad assumere delle forme molto aggraziate e che l’avrebbe portata a scelte facili e molto probabilmente sbagliate.
“Maman” aveva visto giusto in entrambi i casi.
Violet frequentava i peggiori pub di London Port e allo stesso tempo la Public Library di Limehouse, l’infimo quartiere dove la madre le aveva lasciato quel monolocale che lei chiamava “loft”, ironizzando sulla propria miseria così come ironizzava sul fatto che i suoi due preferiti luoghi di frequentazione iniziassero entrambi con le stesse tre lettere.
Passava una buona parte della mattinata alla Public Library immersa nella lettura dei suoi autori preferiti: Agatha Christie, Arthur Conan Doyle, Christofer Bailey, Anne Perry, Philip Mac Donald e tanti altri, accumunati da quel genere investigativo nella risoluzione di omicidi apparentemente privi di logica.
Curiosa delle nobili radici del suo cognome, si era anche appassionata alla storia della Francia e, quel particolare periodo napoleonico, nel quale aveva vissuto il suo antenato Jean-François, non aveva più nessun segreto per lei.
Questo era però il passato e poteva anche aggiungere quella frase fatta del “morto e sepolto”, che al momento le aderiva alla perfezione.
C’era stato un po’ di trambusto prima della sua partenza da quel Limbo dove l’avevano trattenuta per quasi tre giorni prima di concludere che il suo “meretricio” fosse solo causato da forza maggiore e quindi che non fosse destinata al secondo cerchio dell’Inferno.
Il trambusto era dovuto all’arrivo della buonanima di Winston Churchill, portato via da un ictus il 24 gennaio del 1965. Il giudizio su di lui probabilmente avrebbe preso molto più tempo e, visto il tipo che era, non era nemmeno sicura che se lo sarebbe ritrovato al suo fianco per l’eternità.
Ora era lì, un po’ annoiata dalla lunga attesa ma certa ormai di aver diritto a un posto fisso, in quel così tanto decantato luogo che si nascondeva dietro quel portone: il Paradiso.
Girandosi aveva scoperto che dietro di lei c’era una vecchietta rivestita di abiti logori che sgranava fra le dita un consunto rosario di pietre nere. Una beghina di nessun interesse. Allora si era nuovamente girata concentrandosi su quella grande macchia rossa, apparentemente di sangue ormai secco, che spiccava sull’antico abito talare dell’uomo che la precedeva. Aguzzando lo sguardo aveva scorto come una lacerazione nel vestito, forse fatta da un coltello o un pugnale.
Che mai ci poteva fare nella portineria del Paradiso un uomo morto ammazzato? Secondo lei, in qualsiasi forma si girasse la questione, in una rissa, le colpe si potevano sempre attribuire a entrambe le parti. A meno che non fosse stato un assassinato premeditato. Qualcuno che voleva del male a quel prete? Sì ma in che periodo della storia? Era sicurissima che quel tizio non fosse della sua epoca. Sembrava però di quella che lei preferiva: la napoleonica.
Violet non stava più nella pelle. Beh sì si accorse che quel detto non poteva più appartenerle ma era esattamente come si sentiva. La sua anima, e che altro se no, investigativa voleva saperne di più e così batté sulla spalla del tizio obbligandolo a girarsi.
«Excuse me, Sir» esordì nella propria lingua.
«Oui, Madame?» interloquì l’altro.
Lei conosceva il francese ma le parve che quelle due parole fossero più la manifestazione di un pensiero che non un reale parlato e così continuò.
«Mi chiamo Violet Champollion e mi chiedevo se si fosse accorto che la sua veste è macchiata e lacerata proprio all’altezza dei reni?»
«Sì signora. Sono l’abate Augustin Cadoudal, un prelato francese. Sono morto per una pugnalata alla schiena ed è per quello che la mia veste talare è strappata e macchiata. Preso di sorpresa e alle spalle, non so nemmeno chi mi abbia ucciso!»
«Incredibile. No padre, mi scusi, ma non riesco a capire. Anche se l’hanno colpita senza che lei vedesse il suo assassino, una qualche idea dovrebbe averla. Mi scusi se glielo chiedo, dato che non sembra appartenere alla mia epoca, lei quando è morto? E magari anche dove?» stava applicando la classica regola del chi, quando, dove e perché.
«Ha ragione signora. Sono morto il 26 maggio del 1805»
«Come? 163 anni fa? E mi scusi dove è stato tutto questo tempo?»
«In Purgatorio. Ho dovuto scontare parecchi peccati veniali. Io sono un abate ma allo stesso tempo un uomo e, non voglio certo metterla a parte dei miei peccati, ma mi creda, signora, non sono di sicuro mai stato un santo.»
«La capisco e certamente non voglio entrare nella sua vita ma, se vogliamo arrivare al suo assassino, mi dica almeno dove si trovava quando l’hanno pugnalata.»
Oramai l’investigazione era partita e Violet non riusciva più a trattenersi con le domande. Voleva scoprire, con tutta la sua anima, chi avesse ucciso quel prete.
«Ah sì! Mi scusi me l’aveva già chiesto. Ero a Milano per una grande cerimonia.»
«Beh mi lasci indovinare: la data della sua morte mi porta dritta all’incoronazione a Re d’Italia di Napoleone Buonaparte. Fu proprio quel giorno preciso. E lei dove era esattamente.»
«Ero nel Duomo di Milano ad assistere a quella cerimonia ma mi ero nascosto sulla balconata dell’organo. Non credo che nessuno si sia accorto che mi abbiano pugnalato. Lo fecero durante il Te Deum e nascosero il mio corpo dietro le canne dell’organo. Fui portato via due giorni dopo da degli sconosciuti che buttarono il mio cadavere nel Naviglio Grande. Non fu mai più ritrovato.»
«Aspetti un attimo! Come sa del seguito? Io dopo la mia morte non ho visto nulla di quello che ha riguardato il mio corpo. La mia anima è stata accompagnata direttamente al Limbo da un essere immateriale.»
«Anche per la mia successe la stessa cosa ma al Processo di Smistamento, prima della condanna al Purgatorio, analizzarono tutta la mia vita e fu lì che conobbi anche quei particolari.»
«Beh, certo! Nel mio caso non ci fu molto da analizzare. Inoltre fui assolta per la preterintenzionalità dei fatti.»
«Non capisco. Lei mi sembra una investigatrice. Posso chiederle quale fosse il suo peccato mortale ritenuto però preterintenzionale?»
«Certo! La prostituzione! Faccio, o meglio facevo, la puttana ma mi assolsero per causa di forza maggiore: la mia vita miserabile ed eccomi qui. Se permette però tornerei al suo caso che è molto più appassionante. Che ci faceva nascosto nel Duomo di Milano il giorno dell’incoronazione di Napoleone Buonaparte?»
«Una meretrice! Ma che dico? Se Lui l’ha perdonata chi sono io per giudicare? Ebbene, signora, deve sapere che ero stato trasferito a Milano al servizio del Cardinale Bellisomi, colui che portò la Corona di Ferro in Duomo e quindi ne approfittavo per…»
«… uccidere Napoleone?»
«No di certo! Lei forse mi confonde con uno zio mio: George Cadoudal, un fanatico realista che aveva partecipato alla congiura contro l’Imperatore, organizzata del Duc D’Enghien…»
«Aspetti un attimo! Conosco questa storia: in effetti il Duca non c’entrava nulla con la congiura ma Napoleone, che l’aveva in odio poiché gli aveva fatto guerra come emigrato residente in Germania, lo fece fucilare ugualmente come traditore della patria. In effetti il capo congiura fu il Duca di Berry ma anche lui fu ucciso da un fanatico che lo pugnalò per ordine dello stesso Napoleone...»
«Questo io non l’ho mai saputo. È lei, signora che lo dice…»
«Lo dicono i libri di storia! Comunque non vedo in tutto questo, se lei non partecipò a nessun complotto, chi potrebbe averla uccisa.»
«Me lo chiedo anch’io da oltre centocinquant’anni.»
«Lei però si chiama Cadoudal come quel suo zio congiurato Non credo che basti, comunque! Ci vogliono delle prove. Almeno che lei partecipasse a delle riunioni di realisti per congiurare contro Napoleone.»
«Mai fatto né assistito a riunioni di tale fatta. Tenga presente che alla mia epoca, come Ministro della Polizia, avevamo Joseph Fouché, al quale non sfuggiva nessun complotto, dovuto alla sua ben organizzata rete d’informatori. Io non potevo essere certo nel loro mirino.»
«Questo non lo può sapere! Magari inconsapevolmente, nella sua cerchia d’amici ne aveva qualcuno realista e Fouché, avendolo appreso, la controllava per prenderla in castagna.»
«Non capisco questa cosa della castagna…»
«In difetto!»
«Ah sì! Comunque io avevo tagliato tutti i legami con la mia famiglia e mi dedicavo solo ai miei compiti ecclesiastici. L’unica cosa che mi ricordava tutti i giorni la mia appartenenza ai Cadoudal era una Bibbia che mi aveva fatta pervenire mio zio ed era un regalo del Duc de Berry per il giorno della mia consacrazione.»
«E dov’è ‘sta Bibbia?»
«Beh non certo qui con me! E comunque prima di partire per Milano non l’ho più trovata.»
«Aveva qualcosa di particolare quella Bibbia?»
«Niente: solo una dedica scritta di pugno da Charles Ferdinand Duc de Berry, che si può intendere come un consiglio per aiutare i più deboli.»
«Se la ricorda?»
«Certamente: “N’oubliez jamais que le nabot à peur”. Io l’ho intesa come: non dimenticare mai che il piccoletto ha paura.»
«All’apparenza ma non è così. Credo che sia proprio stata la sua condanna a morte.»
«Quella stupida frase?»
«Oui Monsieur l’Abbé: proprio quella stupida frase.»
«E perchè»
«Perché insultava Napoleone ed era un riconoscimento tra realisti»
«Volete dire…»
«Nabot à peur: se l’anagrammate, ottenete Buonaparte e poi “nabot” come saprete vuol dire soprattutto nano.»
«Un doppio senso offensivo!»
«Un doppio senso mortale!»
«Già.»
«Aspetti! Mi sembra d’aver sentito chiamare il suo nome. Ci vediamo al di là di quel portone.»
«Grazie Violet. Ci vediamo senz’altro. Credo che avremo anche un po’ di tempo per chiacchierare.»
«Lo credo anch’io. Vada, prima che la lascino fuori…»
«Saint Pierre, me voilà.»
“Ma guarda un po’, dovevo proprio morire per cambiare mestiere” pensò Violet sicura di trovare molti altri casi irrisolti in quell’eternità che l’aspettava.
Non si sarebbe certo annoiata!
Different Staff- Admin
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Re: The cold case
Allora, iniziamo subito dicendo che apprezzo il tuo tentativo di coniugare entrambe le ambientazioni richieste, ma c'è un problema: tu li nomini, eppure gran parte del racconto si svolge da tutt'altra parte. Se vogliamo essere benevoli, per lo meno i Docks sono un po' abbozzati, però ciò non toglie che la storia si sviluppa quasi interamente nell'aldilà. Inoltre, sebbene gli elementi del giallo siano presenti, mi sembra più una ricostruzione storica, e tutti quei rimandi molto precisi e dettagliati (a proposito, complimenti per la ricerca approfondita) non fanno che peggiorare la situazione, oltre che appesantire la narrazione. Nemmeno i dialoghi aiutano a fluidificare la lettura, senza contare che mi paiono alquanto inverosimili (ma a tal riguardo credo di esagerare io in pignoleria). Aggiungo poi che mi sembra di notare un errore di logica: se il prelato ammazzato viene a conoscenza del destino del suo cadavere, perché non viene informato anche del colpevole? Visto che vengono ripercorsi momenti avvenuti dopo la sua morte, e dunque di cui il suo io terrestre non era a conoscenza, mi pare strano che gli sia preclusa la conoscenza dell'identità del suo omicida. Infine, ti voglio segnare un paio di refusi che ho trovato leggendo il brano:
-"Le aveva appreso" penso volessi dire "le aveva insegnato"
-"i suoi due preferiti luoghi di frequentazione" non era meglio "i due luoghi che preferiva frequentare"?
-"mi chiedevo se si fosse accorto che la sua veste è macchiata e lacerata proprio all’altezza dei reni?" la domanda è indiretta (e pure scortese), il "?" non serve.
Ospite- Ospite
Re: The cold case
L'idea che hai avuto non è per niente male, sono sincero, la sua realizzazione però non mi ha convinto.
Certo che ti sei buttato/a in un'impresa dal coefficiente di difficoltà stratosferico, volendo inserire tutti i paletti che connotavano questa sfida. Ti dirò comunque che l'impalcatura che hai creato non mi dispiace per niente, così come la risoluzione dell'enigma sull'uccisione del prelato. Anche la portineria ultraterrena è uno spunto valido, non originalissimo magari, ma comunque interessante. Le ambientazioni italiche e inglesi sono presenti solo nei ricordi, ma comunque per me questo aspetto risulta centrato.
Il problema più grosso sono i personaggi e la forma.
La prosa è poco scorrevole, poco fluida e andrebbe affinata parecchio. La costruzione delle frasi, l'uso degli aggettivi, la consistenza dei dialoghi, sono tutte cose da rivedere e migliorare.
Lo stesso vale per i personaggi, un pò grossolani, che andrebbero ingentiliti e resi più affascinanti grazie a un lessico più armonioso.
Certo che ti sei buttato/a in un'impresa dal coefficiente di difficoltà stratosferico, volendo inserire tutti i paletti che connotavano questa sfida. Ti dirò comunque che l'impalcatura che hai creato non mi dispiace per niente, così come la risoluzione dell'enigma sull'uccisione del prelato. Anche la portineria ultraterrena è uno spunto valido, non originalissimo magari, ma comunque interessante. Le ambientazioni italiche e inglesi sono presenti solo nei ricordi, ma comunque per me questo aspetto risulta centrato.
Il problema più grosso sono i personaggi e la forma.
La prosa è poco scorrevole, poco fluida e andrebbe affinata parecchio. La costruzione delle frasi, l'uso degli aggettivi, la consistenza dei dialoghi, sono tutte cose da rivedere e migliorare.
Lo stesso vale per i personaggi, un pò grossolani, che andrebbero ingentiliti e resi più affascinanti grazie a un lessico più armonioso.
Byron.RN- Maestro Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: The cold case
Idea bizzarra, peculiare, che se da un lato brilla per estro dall'altro mal si sposa, per me, con le ambientazioni richieste. Certo, sono nominate, connesse, ma in maniera quasi teatrale.
Lo stile che hai scelto non mi ha convinto del tutto: a volte è poco fluido, con tanti dimostrativi e alcune ripetizioni (la prima frase salta subito all'occhio).
I dialoghi sono molto artefatti, e questo nella lettura si sente.
Per contro, il pregio che ho ravvisato è duplice: la ottima ricerca storica che hai fatto per scrivere il pezzo e la soluzione (sempre storica) del giallo, che mi ha coinvolto e l'ho apprezzata.
Insomma, lavoro da rivedere in alcune componenti importanti ma non esente da pregi.
Lo stile che hai scelto non mi ha convinto del tutto: a volte è poco fluido, con tanti dimostrativi e alcune ripetizioni (la prima frase salta subito all'occhio).
I dialoghi sono molto artefatti, e questo nella lettura si sente.
Per contro, il pregio che ho ravvisato è duplice: la ottima ricerca storica che hai fatto per scrivere il pezzo e la soluzione (sempre storica) del giallo, che mi ha coinvolto e l'ho apprezzata.
Insomma, lavoro da rivedere in alcune componenti importanti ma non esente da pregi.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: The cold case
La prima parte del racconto, densa di informazioni, l'ho sentita noiosa, consapevole che tutto è scritto molto bene. Poi la scoperta della pugnalata che ha ucciso il prelato francese fa cambiare passo al racconto grazie all'anima investigativa di Violet. E Violet non eviterà più altre storie, saranno il suo sollievo altre investigazioni.
Racconto particolare, diverso. Grande impegno dell'autore e grande complicità con i lettori attenti. Riusciranno a appassionarsi tutti?
Racconto particolare, diverso. Grande impegno dell'autore e grande complicità con i lettori attenti. Riusciranno a appassionarsi tutti?
Ospite- Ospite
Re: The cold case
Et voilà, Saint Pierre! Ma quanto mi ha divertito questo racconto. Ora, come a Violet sono state riconosciute le attenuanti generiche, io non posso, ergendomi a unico giudice dei miei voti, che riconoscerle anche a te, autore. Ecchecavolo, hai fatto un triplo carpiati raggruppato con sei avvitamenti. Hai saltato solo il doppio genere, anche se ho pensato che alla fine i due si innamorassero e includessi anche il rosa... Accuratissima la fase storica napoleonica, ottima la risoluzione del caso, a me poi piacciono queste ricostruzioni, quindi non l'ho trovato per nulla stucchevole. Già mi immagino Violet che si aggira in paradiso a cgiedere a tutti i morti ammazzati se può aiutarlo a far luce sulla loro morte...
Ma, perché i ma ci sono, non si può certo sorvolare sulla forma e la realizzazione dell'opera. Mi accodo infatti, nonostante sia entusiasta dell'idea che hai avuto, a quello prima di me che ti rimproverano in po' di gesso nei dialoghi, parecchi refusi (qualcuno grave qualcuno meno), alcuni costrutti cervellotici.
Comunque hai dimostrato coraggio, perché sapevi bene, ne sono sicuro, che avresti sollevato più di una perplessità e te ne sei fregato.
Ma, perché i ma ci sono, non si può certo sorvolare sulla forma e la realizzazione dell'opera. Mi accodo infatti, nonostante sia entusiasta dell'idea che hai avuto, a quello prima di me che ti rimproverano in po' di gesso nei dialoghi, parecchi refusi (qualcuno grave qualcuno meno), alcuni costrutti cervellotici.
Comunque hai dimostrato coraggio, perché sapevi bene, ne sono sicuro, che avresti sollevato più di una perplessità e te ne sei fregato.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: The cold case
Complimenti per la fantasia. i protagonisti toccano varie epoche e ci parla il loro spirito, per cui hai potuto sbizzarrirsi a dare alla ragazza la veste di investigatrice. Molto particolare la parola nabot risultata offessinva per il sovrano francese, in realtà fare che Napoleone non fosse basso come si dice, la sua altezza pare fosse m 1,68 , ma che per un diverso sistema di misura fu erroneamente valutato.
È stato un piacere leggerti. Un buon racconto.
È stato un piacere leggerti. Un buon racconto.
gemma vitali- Padawan
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Re: The cold case
Ma che divertissement! Deliziosa e istruttiva lettura. Una bella idea quella di cucire insieme tutti gli elementi forniti. E quale miglior posto se non la portineria nientemeno che del Paradiso? Un luogo super partes dove spazio e tempo non hanno motivo di esistere e tutto appare naturale.
Da appassionata di egittologia ho amato il riferimento a Champollion. Deliziosa l’immagine di Violet che passa il giorno a studiare e la notte a s...re. Tutto quello studio unito a un’intelligenza vivace le consente di dipanare brillantemente la matassa di un omicidio (preticidio) perpetrato nel giorno dell’incoronazione di Napoleone.
Mi è mancato il bacio finale col prete, magari potresti aggiungerlo, si sa mai!
In ogni caso quando leggendo ci si diverte si può dire di aver speso bene il proprio tempo.
Ci sono un po’ di imprecîsioni e anche la punteggiatura mi pare da revisionare. Ma chi sono io per giudicare? Questo però non te lo passo:
Le aveva appreso la sua armoniosa lingua ...
Da appassionata di egittologia ho amato il riferimento a Champollion. Deliziosa l’immagine di Violet che passa il giorno a studiare e la notte a s...re. Tutto quello studio unito a un’intelligenza vivace le consente di dipanare brillantemente la matassa di un omicidio (preticidio) perpetrato nel giorno dell’incoronazione di Napoleone.
Mi è mancato il bacio finale col prete, magari potresti aggiungerlo, si sa mai!
In ogni caso quando leggendo ci si diverte si può dire di aver speso bene il proprio tempo.
Ci sono un po’ di imprecîsioni e anche la punteggiatura mi pare da revisionare. Ma chi sono io per giudicare? Questo però non te lo passo:
Le aveva appreso la sua armoniosa lingua ...
Certo non so se il tutto sia proprio rispettoso della consegna ricevuta, ma un posto nella mia classifica cerco di trovartelo. Perché mi hai divertita, autor@
Petunia- Moderatore
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Re: The cold case
Certamente questo racconto non è giallo né rosa, piuttosto mi sembra surreale. Inoltre - cosa più grave- non risponde alle richieste dello step.
Spazio del racconto doveva essere il duomo di Milano o i Docks di Londra, luoghi reali dove svolgere l’azione narrativa (non evocati nell’aldilà) e i riferimenti temporali 1805 o 1965 escludevano l’atemporalità. A mio parere, il testo rischiava di essere escluso dalla gara, infatti la richiesta esplicita era di scegliere solo uno dei due temi. Anche l’articolazione della trama, il lessico, oscillante tra linguaggio colloquiale e non, le improprietà, il tono a volte ironico ne fanno un testo gestito in modo stentato che mi lascia indifferente.
Sarebbe stato meglio limitarsi a una delle due storie per esempio, quella di Violet, facendone un personaggio vivo con le sue emozioni. Dissento pertanto dai generosi commenti precedenti. Per me, il tentativo di unire i due temi non è riuscito.
mirella- Padawan
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A vivonic garba questo messaggio
Re: The cold case
Ciao autor*
Il mio commento non ti sembrerà nuovo, dato che mi accodoaccodo agli altri commenti; idea superlativa, ma svolta così così, forse anche per il limite di battute. Immagino che se ne avessi avute a disposizione di più, questo racconto sarebbe tra i migliori. È comunque in problema che abbiamo avuto tutti, il limite dei caratteri.
Refusi a parte, che ti hanno segnalato, rimane in ogni caso l'idea delladella realizzazione, particolare e fuori dal coro. Così come lle ricerche che devi aver fatto.
Le ambientazioni sono solo accennate, ma nel complesso a me non disturbano a livello di lettura. I dialoghidialoghi non sempre funzionano, ma hanno il loro perché.
In finale, ti posso dire che hai avuto forse la migliore idea del concorso, è mancata la realizzazione. Peccato.
Grazie della lettura.
Il mio commento non ti sembrerà nuovo, dato che mi accodoaccodo agli altri commenti; idea superlativa, ma svolta così così, forse anche per il limite di battute. Immagino che se ne avessi avute a disposizione di più, questo racconto sarebbe tra i migliori. È comunque in problema che abbiamo avuto tutti, il limite dei caratteri.
Refusi a parte, che ti hanno segnalato, rimane in ogni caso l'idea delladella realizzazione, particolare e fuori dal coro. Così come lle ricerche che devi aver fatto.
Le ambientazioni sono solo accennate, ma nel complesso a me non disturbano a livello di lettura. I dialoghidialoghi non sempre funzionano, ma hanno il loro perché.
In finale, ti posso dire che hai avuto forse la migliore idea del concorso, è mancata la realizzazione. Peccato.
Grazie della lettura.
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Midgardsormr- Padawan
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Re: The cold case
Molto particolare la storia (la portineria celeste mi ricorda la sala d'attesa del film Bettlejuice) ed estremamente accurata la ricerca storica. A volte la lettura risulta un po' troppo complessa. Dialoghi lunghi e artefatti, descrizioni troppo contorte. Non so, scusami ma, anche se ha diversi punti di forza, non riesce a convincermi totalmente.
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Maestro Jedi
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Re: The cold case
Racconto letto tutto d’un fiato, (respiro ancora, tranquilli) con la piacevole sorpresa di un’ambientazione inusuale e decisamente insolita. Davvero complimenti per la “trovata”, che ci porta fuori dai classici ambienti di portinerie rievocatati negli altri racconti.
Mi è piaciuta la freschezza con cui hai affrontato il tema della morte nel dopo, in quel “cosa ci sarà in un eventuale aldilà”, dove ai personaggi hai fatto aspettare il momento del giudizio senza ansia, ragionando sui propri errori, più o meno consapevolmente commessi.
A parte qualche segno di punteggiatura mancante o sostituibile, il racconto scorre fluido, incorporando gli elementi storici di sottofondo.
Qui il racconto cede, a mio parere, un briciolo: ricorda un po’ certi autori che ai propri personaggi forniscono una cultura enciclopedica, spesa lì per lì come se fosse la cosa più normale del mondo, un poco saccenti, il che fa sentire le altre figure un filino ignoranti (nei loro libri, non in qesto caso).
Beh, avere cultura non è, ancora ma quasi, un delitto e anche solo l’aver ricercato e sintetizzato, magari solo per l’occasione, le necessarie informazioni storiche denota rispetto per chi leggerà e merita venga riconosciuto lo sforzo.
Se invece sono conoscenze derivanti da propria cultura personale, tanto di cappello.
Mi è piaciuta la freschezza con cui hai affrontato il tema della morte nel dopo, in quel “cosa ci sarà in un eventuale aldilà”, dove ai personaggi hai fatto aspettare il momento del giudizio senza ansia, ragionando sui propri errori, più o meno consapevolmente commessi.
A parte qualche segno di punteggiatura mancante o sostituibile, il racconto scorre fluido, incorporando gli elementi storici di sottofondo.
Qui il racconto cede, a mio parere, un briciolo: ricorda un po’ certi autori che ai propri personaggi forniscono una cultura enciclopedica, spesa lì per lì come se fosse la cosa più normale del mondo, un poco saccenti, il che fa sentire le altre figure un filino ignoranti (nei loro libri, non in qesto caso).
Beh, avere cultura non è, ancora ma quasi, un delitto e anche solo l’aver ricercato e sintetizzato, magari solo per l’occasione, le necessarie informazioni storiche denota rispetto per chi leggerà e merita venga riconosciuto lo sforzo.
Se invece sono conoscenze derivanti da propria cultura personale, tanto di cappello.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: The cold case
Ho adorato questo racconto. così surreale, diverso, teatrale e assurdo.
ci conduci dove vuoi e ci fai l'occhiolino, riempiendo il racconto di fatti storici. cerchi di sedurci e ci riesci.
vista l'ambientazione che hai creato credi di tenerci in pungo ma purtroppo non è così.
il racconto purtroppo non è un giallo. manca il lato misterioso. sembra un bel gioco e io amo giocare.
Sfortunatamente siamo in un concorso in cui si devono rispettare dei parametri e secondo me hai mancato quello fondamentale, il genere.
ci conduci dove vuoi e ci fai l'occhiolino, riempiendo il racconto di fatti storici. cerchi di sedurci e ci riesci.
vista l'ambientazione che hai creato credi di tenerci in pungo ma purtroppo non è così.
il racconto purtroppo non è un giallo. manca il lato misterioso. sembra un bel gioco e io amo giocare.
Sfortunatamente siamo in un concorso in cui si devono rispettare dei parametri e secondo me hai mancato quello fondamentale, il genere.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: The cold case
Anche qui come in un altro che ho letto, è inutile soffermarsi sulla forma e la perfetta aderenza a temi, genere, epoca, luoghi, ecc.ecc. L’idea è veramente predominante e non posso fare a meno di premiarla. Anche qui ci sono sublimi tocchi di ironia che mi fanno chiudere gli occhi sui difetti. Alcuni esempi:
“… Winston Churchill, portato via da un ictus il 24 gennaio del 1965. Il giudizio su di lui probabilmente avrebbe preso molto più tempo…”
“… certa ormai di aver diritto a un posto fisso, in quel così tanto decantato luogo…”
“Violet non stava più nella pelle. Beh sì si accorse che quel detto non poteva più appartenerle ma era esattamente come si sentiva. La sua anima, e che altro se no, investigativa…”
“… al Processo di Smistamento…”
«Non capisco questa cosa della castagna…»
“Vada, prima che la lascino fuori…» «Saint Pierre, me voilà.» (questa esilarante!)
Ah... ti perdono il titolo in inglese, ma non lo fare più...
“… Winston Churchill, portato via da un ictus il 24 gennaio del 1965. Il giudizio su di lui probabilmente avrebbe preso molto più tempo…”
“… certa ormai di aver diritto a un posto fisso, in quel così tanto decantato luogo…”
“Violet non stava più nella pelle. Beh sì si accorse che quel detto non poteva più appartenerle ma era esattamente come si sentiva. La sua anima, e che altro se no, investigativa…”
“… al Processo di Smistamento…”
«Non capisco questa cosa della castagna…»
“Vada, prima che la lascino fuori…» «Saint Pierre, me voilà.» (questa esilarante!)
Ah... ti perdono il titolo in inglese, ma non lo fare più...
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: The cold case
Mi sono davvero divertita: in questo racconto ci sono delle belle trovate, a partire da quella di base, un’indagine nella portineria del Paradiso, svolta da un personaggio surreale e camaleontico come una prostituta-appassionata di gialli-erede di Champollion (che ha decifrato la stele di Rosetta, quindi risolto un grande enigma).
Sei riuscito a tenere in mano tante battute senza mai scadere nel farsesco.
Senza contare che il finale ci fa pregustare tante altre indagini di Violet.
Insomma, come si capisce, il tuo racconto mi è piaciuto.
Scrivi in modo vivace e accattivante.
Unica pecca, la mancanza di tante virgole, che il lettore è costretto a immaginarsi per leggere molte frasi dando loro il giusto tono. Qualche altro errore di forma ti è già stato segnalato.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: The cold case
Racconto che brilla per originalità dell'idea. L'ambientazione portineria, ancorché una portineria speciale, è rispettato. L'ambientazione esterna, per cui hai unito il tempo raccontando di una puttana di docks e un prete birichino dei tempi dell'incoronazione di Napoleone a Re d'Italia, mi sembra un po' forzata per il concorso, ma riuscita nell'economia generale del racconto. Anche in questo testo è citata la Corona Ferrea.
Genere. Io credo che il giallo c'è tutto. Ci sono i morti, di cui uno ammazzato. C'è l'investigatrice che indaga e scopre il movente. L'assassino probabilmente lo scoprirà oltre il portone in seguito. Non parlerei nemmeno di rosa, né di tentativo di fusione di generi, anche se qualcuno ha ipotizzato (e ci può stare) una relazione paradisiaca tra Violet e l'abate.
Ciò che mi convince di meno è la scrittura, che necessiterebbe di una pulizia generale per renderla più snella e di conseguenza scorrevole. Con qualche a capo in più avresti reso visivamente più fruibile la lettura.
Un plauso per la ricerca storica accurata e precisa. Champollion non sapevo manco chi fosse. C'è sempre da imparare.
Gradevole lettura.
Genere. Io credo che il giallo c'è tutto. Ci sono i morti, di cui uno ammazzato. C'è l'investigatrice che indaga e scopre il movente. L'assassino probabilmente lo scoprirà oltre il portone in seguito. Non parlerei nemmeno di rosa, né di tentativo di fusione di generi, anche se qualcuno ha ipotizzato (e ci può stare) una relazione paradisiaca tra Violet e l'abate.
Ciò che mi convince di meno è la scrittura, che necessiterebbe di una pulizia generale per renderla più snella e di conseguenza scorrevole. Con qualche a capo in più avresti reso visivamente più fruibile la lettura.
Un plauso per la ricerca storica accurata e precisa. Champollion non sapevo manco chi fosse. C'è sempre da imparare.
Gradevole lettura.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: The cold case
Questo è il racconto che mi ha mandato in crisi più di tutti!
Iniziamo dagli aspetti linguistici: quel “the” è molto inappropriato in lingua inglese: o metti l’indeterminativo “a”, oppure – meglio – non metti proprio nessun articolo.
Grave errore anche la frase in francese: hai reso il verbo una preposizione: “a”, e non “à”.
Anche in italiano ci sono problemi non da poco, soprattutto per quanto concerne la punteggiatura; in particolare, presta attenzione a non mettere virgole tra soggetto e predicato (per esempio, “il bianco luminoso di quel locale, era”).
Poi parliamo dei paletti dello step.
Questo è il classico esempio di “meglio un colpevole in libertà che un innocente in galera”, perché io non me la sono proprio sentita di dare parere sfavorevole all’ammissione visto quello che ha espresso benissimo [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: hai fatto un triplo salto mortale, ed escluderti sarebbe stato come non riconoscere ciò.
Tuttavia, sono decisamente d’accordo con quando dice [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]; i paletti non sono invece rispettati: l’ambientazione c’è e non c’è, il genere c’è e non c’è, e quindi è davvero difficile decidere se questo racconto dovrebbe esserci o non esserci, in questo step.
Io ho trovato l’idea molto divertente e originale, ho letto il racconto con piacere (anche se non è scorrevolissimo) e alla fine mi ha lasciato un sorriso.
Ma non so se sia normale che un racconto giallo lasci un sorriso…
Iniziamo dagli aspetti linguistici: quel “the” è molto inappropriato in lingua inglese: o metti l’indeterminativo “a”, oppure – meglio – non metti proprio nessun articolo.
Grave errore anche la frase in francese: hai reso il verbo una preposizione: “a”, e non “à”.
Anche in italiano ci sono problemi non da poco, soprattutto per quanto concerne la punteggiatura; in particolare, presta attenzione a non mettere virgole tra soggetto e predicato (per esempio, “il bianco luminoso di quel locale, era”).
Poi parliamo dei paletti dello step.
Questo è il classico esempio di “meglio un colpevole in libertà che un innocente in galera”, perché io non me la sono proprio sentita di dare parere sfavorevole all’ammissione visto quello che ha espresso benissimo [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: hai fatto un triplo salto mortale, ed escluderti sarebbe stato come non riconoscere ciò.
Tuttavia, sono decisamente d’accordo con quando dice [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]; i paletti non sono invece rispettati: l’ambientazione c’è e non c’è, il genere c’è e non c’è, e quindi è davvero difficile decidere se questo racconto dovrebbe esserci o non esserci, in questo step.
Io ho trovato l’idea molto divertente e originale, ho letto il racconto con piacere (anche se non è scorrevolissimo) e alla fine mi ha lasciato un sorriso.
Ma non so se sia normale che un racconto giallo lasci un sorriso…
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: The cold case
La portineria non c'è (se proprio vogliamo spingerci in là, possiamo definirla una... "sala d'attesa"?), l'ambientazione non è nei Docks e nemmeno in Duomo e la vicenda non si svolge nel 1965 e men che meno nel 1805.
Ci sono refusi ed errori veri e propri, compresa una punteggiatura che spesso disorienta interrompendo la lettura e costringendo a comprendere quanto volevi dirci.
Tutto ciò premesso l'idea del racconto a mio parere è bellissima, originale e molto simpatica e, una volta sistemato tutto ciò che c'è da sistemare (l'ho già scritto commentando un altro racconto, secondo me sarebbe opportuno far rileggere il racconto a qualcun altro prima di pubblicarlo, un famigliare, un amico fidato, chi vuoi tu purché abbia un po' di famigliarità con la lingua italiana; spesso a noi che scriviamo, pur leggendo e rileggendo il nostro scritto, sfuggono refusi che letti in un altro racconto ci balzerebbero subito agli occhi!), dovresti pubblicarlo in una delle sezioni previste qui su DT.
Ti assicuro che ne vale la pena e vorrei davvero poterlo rileggere.
Ci sono refusi ed errori veri e propri, compresa una punteggiatura che spesso disorienta interrompendo la lettura e costringendo a comprendere quanto volevi dirci.
Tutto ciò premesso l'idea del racconto a mio parere è bellissima, originale e molto simpatica e, una volta sistemato tutto ciò che c'è da sistemare (l'ho già scritto commentando un altro racconto, secondo me sarebbe opportuno far rileggere il racconto a qualcun altro prima di pubblicarlo, un famigliare, un amico fidato, chi vuoi tu purché abbia un po' di famigliarità con la lingua italiana; spesso a noi che scriviamo, pur leggendo e rileggendo il nostro scritto, sfuggono refusi che letti in un altro racconto ci balzerebbero subito agli occhi!), dovresti pubblicarlo in una delle sezioni previste qui su DT.
Ti assicuro che ne vale la pena e vorrei davvero poterlo rileggere.
paluca66- Maestro Jedi
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Re: The cold case
Complimenti per la fantasia autore!
Ho trovato questa storia surreale molto piacevole da leggere e ben gestita "l'indagine" di Violet: guarda a cosa può portare una dedica "innocua"...
A fine lettura però mi rimane una strana sensazione: è come se la frizzante fantasia dell'autore abbia avuto la meglio e la mano che batte sulla tastiera non sia stata in grado di racchiudere tutta l'esplosività tra i paletti imposti... Peccato, perchè l'omicidio mi sembra ben orchestrato e il "movente" molto originale e inconsueto.
Far incontrare i due protagonisti nella portineria del Paradiso (che però sembra più una sala d'attesa, come ti ha già fatto notare qualcuno prima di me...) è una bella idea, farli interagire da morti è una grandissima idea, far risolvere il caso a Violet grazie alle sue insospettabili letture è quasi geniale! Una bella sorpresa davvero!
Un racconto che, svincolato dai limiti del contest, è davvero interessante.
Per questo contest purtroppo, l'ho percepito forzato, compresso, ripiegato a gran fatica per farlo rientrare nei requisiti richiesti (manovra non riuscita benissimo...): far slittare il racconto su un piano parallelo senza riferimenti chiari e riconoscibili (come era richiesto) penalizza molto questo lavoro.
I dialoghi, molto serrati e bruschi, tolgono qualcosa al testo, lo ingessano in modo inappropriato, perchè basati sostanzialmente a dare al lettore le informazioni alle quali difficilmente avrebbe accesso.
Andrebbero snelliti, resi più credibili: magari potevi inserire dei flash back dove Violet riviveva determinati passaggi (tanto sono morti e possono fare "qualsiasi cosa"...).
Se la tua fantasia ti ha suggerito questa storia da presentare per il genere giallo, sono proprio curiosa di leggere cosa t'inventerai quando uscirà il genere fantasy o il fantastico!
Ho trovato questa storia surreale molto piacevole da leggere e ben gestita "l'indagine" di Violet: guarda a cosa può portare una dedica "innocua"...
A fine lettura però mi rimane una strana sensazione: è come se la frizzante fantasia dell'autore abbia avuto la meglio e la mano che batte sulla tastiera non sia stata in grado di racchiudere tutta l'esplosività tra i paletti imposti... Peccato, perchè l'omicidio mi sembra ben orchestrato e il "movente" molto originale e inconsueto.
Far incontrare i due protagonisti nella portineria del Paradiso (che però sembra più una sala d'attesa, come ti ha già fatto notare qualcuno prima di me...) è una bella idea, farli interagire da morti è una grandissima idea, far risolvere il caso a Violet grazie alle sue insospettabili letture è quasi geniale! Una bella sorpresa davvero!
Un racconto che, svincolato dai limiti del contest, è davvero interessante.
Per questo contest purtroppo, l'ho percepito forzato, compresso, ripiegato a gran fatica per farlo rientrare nei requisiti richiesti (manovra non riuscita benissimo...): far slittare il racconto su un piano parallelo senza riferimenti chiari e riconoscibili (come era richiesto) penalizza molto questo lavoro.
I dialoghi, molto serrati e bruschi, tolgono qualcosa al testo, lo ingessano in modo inappropriato, perchè basati sostanzialmente a dare al lettore le informazioni alle quali difficilmente avrebbe accesso.
Andrebbero snelliti, resi più credibili: magari potevi inserire dei flash back dove Violet riviveva determinati passaggi (tanto sono morti e possono fare "qualsiasi cosa"...).
Se la tua fantasia ti ha suggerito questa storia da presentare per il genere giallo, sono proprio curiosa di leggere cosa t'inventerai quando uscirà il genere fantasy o il fantastico!
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: The cold case
ciao.
il tuo è il racconto più originale che abbia letto, fin ora.
non so se rispetti in pieno i paletti imposti dal concorso, ma è comunque ben congeniato.
La stesura, come ti hanno fatto notare, è confusionaria, forse perché hai voluto mettere troppa carne al fuoco (anche se l'inferno non c'era )
l'indagine storica c'è ed è ben approfondita. Storia deve essere la tua materia preferita, penso.
i personaggi sono ben caratterizzati.
in conclusione un buon racconto letto con piacere, da cui emerge tutto il divertimento che hai provato scrivendolo.
ciao e a presto
il tuo è il racconto più originale che abbia letto, fin ora.
non so se rispetti in pieno i paletti imposti dal concorso, ma è comunque ben congeniato.
La stesura, come ti hanno fatto notare, è confusionaria, forse perché hai voluto mettere troppa carne al fuoco (anche se l'inferno non c'era )
l'indagine storica c'è ed è ben approfondita. Storia deve essere la tua materia preferita, penso.
i personaggi sono ben caratterizzati.
in conclusione un buon racconto letto con piacere, da cui emerge tutto il divertimento che hai provato scrivendolo.
ciao e a presto
Resdei- Maestro Jedi
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Re: The cold case
Ciao, chiunque tu sia. Ho letto i commenti precedenti e noto che questo tuo elaborato ha diviso i giudizi. Il mio commento sarà stringato, vorrei commentare un po' tutti e non sono in grado di fare analisi così attente per ogni racconto. Quindi sintetizzo dicendo che il tuo racconto è divertente, originale, curato nell'aspetto storico. Mi sono inceppato spesso (peccato) per la punteggiatura. La frase che mi ha messo più in difficoltà ti è già stata più volte ripresa (le aveva appreso). Ma alla fine mi resta il pensiero e il sentimento di aver impiegato bene il mio tempo leggendo questo racconto surreale e originale.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: The cold case
Ciao Aut-
C'è un errore di lessico che poteva essere evitato: "Le aveva appreso" al posto di "insegnato". Inoltre, chi vive in abbazia è abate o monaco, non è (necessariamente) un prete e di solito non lo è.
Originale non significa necessariamente bello, è comunque apprezzabile il fatto che sei riuscit@ a mettere insieme entrambe le ambientazioni; Docks 1965 non è così determinante nell'economia del racconto, ma non era necessario che lo fosse.
Chi sono io per giudicare un dialogo nell'aldilà? Diciamo che il punto debole del dialogo secondo me è proprio il momento in cui l'abate dice "chi sono io per giudicare", diciamo che l'affermazione è un po' buttata lì giusto perché ci si aspetta che un abate lo dica/lo pensi. Ma suona davvero poco spontaneo in quel punto.
Il resto è frizzante; riesci a mettere nel testo delle informazioni che non conoscevo e lo fai in modo graduale e senza spiegoni, anzi il tutto rientra nell'economia dell'investigazione. I vincoli ci sono: Duomo 1805, portineria, prostituta, prelato più Docks 1965, genere giallo.
Grazie e alla prossima.
C'è un errore di lessico che poteva essere evitato: "Le aveva appreso" al posto di "insegnato". Inoltre, chi vive in abbazia è abate o monaco, non è (necessariamente) un prete e di solito non lo è.
Originale non significa necessariamente bello, è comunque apprezzabile il fatto che sei riuscit@ a mettere insieme entrambe le ambientazioni; Docks 1965 non è così determinante nell'economia del racconto, ma non era necessario che lo fosse.
Chi sono io per giudicare un dialogo nell'aldilà? Diciamo che il punto debole del dialogo secondo me è proprio il momento in cui l'abate dice "chi sono io per giudicare", diciamo che l'affermazione è un po' buttata lì giusto perché ci si aspetta che un abate lo dica/lo pensi. Ma suona davvero poco spontaneo in quel punto.
Il resto è frizzante; riesci a mettere nel testo delle informazioni che non conoscevo e lo fai in modo graduale e senza spiegoni, anzi il tutto rientra nell'economia dell'investigazione. I vincoli ci sono: Duomo 1805, portineria, prostituta, prelato più Docks 1965, genere giallo.
Grazie e alla prossima.
Re: The cold case
Un racconto che non può lasciare indifferenti. E non deve. Perché sì, magari non è giallo, magari non è rosa. Magari è ambientato in tutti i posti eppure in nessuno. Rispetta tutto ciò che era richiesto e allo stesso tempo quasi lo svincola con un'idea di base che, di nuovo, non può lasciare indifferenti, passare inosservata, essere relegata a semplice trovata. La portineria del Paradiso ha qualcosa di divino. La realizzazione poi è un'altra cosa. I difetti ci sono. Ma qui sembra di vedere un acrobata camminare sul filo. Ogni tanto sembra che sti lì lì per cadere ma alla fine arriva salvo dall'altra parte. Un'applauso per il coraggio.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: The cold case
se da un lato devo farti i complimenti per la bella idea e il non facile sviluppo della stessa, dall'altro segnalo che non tutto è rispettato.
l'ambientazione è molto relativa, limitata a ricordi.
la portineria c'è "all'apparenza", come scrivi tu, ma in realtà pare non esistere.
il genere è veramente al limite.
insomma, per certi versi non adrebbe bene.
però sei stato talmente bravo e coraggioso a osare questo mix che, tutto sommato, ti do un voto positivo
l'ambientazione è molto relativa, limitata a ricordi.
la portineria c'è "all'apparenza", come scrivi tu, ma in realtà pare non esistere.
il genere è veramente al limite.
insomma, per certi versi non adrebbe bene.
però sei stato talmente bravo e coraggioso a osare questo mix che, tutto sommato, ti do un voto positivo
Arunachala- Admin
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Re: The cold case
Complimenti! Riuscire a infilare (quasi) tutti i paletti, in maniera così originale e sfumata è un’impresa non da poco e per questo ti meriti un super applauso. Ci mancava una spruzzatina di rosa e facevi strike. La ricostruzione storica è poi accurata e i dettagli sono precisi e interessanti.
Violet poi è proprio simpatica e allegra. Si sente che sta andando in paradiso.
Due erroroni che ti hanno già sottolineato pesano sulla valutazione del racconto: in nabot à peur “a” voce del verbo avere in francese è senza accento; e poi quel "Le aveva appreso".
Attenzione alle frasi troppo lunghe e alla punteggiatura. Il primo capoverso è un unico periodo pieno di virgole di non facile lettura. Poi ad esempio “il bianco luminoso di quel locale, era già un gran cambiamento” qui la virgola è sbagliata perché tra soggetto e predicato.
Nell’insieme comunque io mi sono divertito e il racconto mi è piaciuto. Complimenti!
Violet poi è proprio simpatica e allegra. Si sente che sta andando in paradiso.
Due erroroni che ti hanno già sottolineato pesano sulla valutazione del racconto: in nabot à peur “a” voce del verbo avere in francese è senza accento; e poi quel "Le aveva appreso".
Attenzione alle frasi troppo lunghe e alla punteggiatura. Il primo capoverso è un unico periodo pieno di virgole di non facile lettura. Poi ad esempio “il bianco luminoso di quel locale, era già un gran cambiamento” qui la virgola è sbagliata perché tra soggetto e predicato.
Nell’insieme comunque io mi sono divertito e il racconto mi è piaciuto. Complimenti!
SuperGric- Padawan
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