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Piovono pietre

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1Piovono pietre Empty Piovono pietre Dom Dic 08, 2024 4:42 pm

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L’hai portata a vedere Ken Loach? È ovvio che non te l’abbia data.”
A quel tempo la logica di Andrea era semplice, se non primordiale. Le donne vanno fatte ridere per portarsele a letto. Questo era l’Andrea di allora, quello della prima metà degli anni Novanta del secolo scorso. Ci sapeva fare e ne faceva ridere tante.
Non dovete giudicarlo male per certe idee un po’ sessiste; erano altri tempi ed era, principalmente, un altro Andrea. Un ragazzo inquieto alla continua ricerca di qualcosa, che ora penso proprio abbia trovato. E comunque, pensatela come vi pare. Io gli volevo bene allora, e gliene voglio ancora di più adesso.
Peraltro, Andrea si era sbagliato e come, se si era sbagliato!
--------------------------------
Oggi, trent’anni dopo, Rai 3 trasmette il film che io e Anna vedemmo insieme nel novembre del 1994, durante il nostro primo appuntamento. Purtroppo, ci sono cascato dentro. Maledetto zapping. Maledetta solitudine. Maledetto Ken Loach.
Ora non posso che rivedermelo, anche se lo conosco a memoria. Vederlo per ricordare e piangere. Le pietre piovono e fanno male, feriscono l’anima e torcono il cuore quando sono cristalli di ricordi. È iniziato da poco, Bob e Tommy stanno ancora tentando di ammazzare la pecora che hanno rubato. Senza successo, uccidere non è cosa loro.
Sento il bisogno di una canna. Quando piovono pietre, ci si può riparare solo sotto un ombrello di erba. Mi alzo per prendere la mia scorta segreta di roba buona. La tengo in una scatola di latta che comprammo….
Le pietre tornano a cadere e mi tarpano il respiro.
Quando Bob tenta di guadagnare qualche sterlina pulendo le fogne, io ho finito il mio terzo spinello.
Proprio in quel momento suona il telefono.
Faccio fatica a trovarlo, ma alla fine, con il cervello un po’ annebbiato, riesco a prenderlo.
Papà che stavi facendo? Ti eri addormentato alla televisione, ci scommetto!”
Figurati tesoro, guardavo una serie. È il telefono che si era nascosto.”
Ma sei hai la voce tutta impastata di sonno.”
Queste sono le canne, Giulia mia, avrei dovuto chiosare. Invece taccio.
Senti, dovresti farmi un piacere. Sono sul treno, mi sono accorta di aver dimenticato la borsa con il notebook in auto, nel parcheggio della stazione. Lì ho tutta la mia tesi e non vorrei me la rubassero. Sarebbe una tragedia.”
Vorresti che l’andassi a prendere, immagino?”
Ma allora sei sveglio! Si, tanto tu hai le chiavi di riserva.”
Sono felice di avere una scusa per slegarmi dall’ipnosi dolorosa del film. Essere utile a nostra figlia, poi, è un motivo più che valido. Il problema è che sono strafatto e non dovrei mettermi alla guida.
Vado alla finestra. Sta piovendo di brutto. Quando le cose si mettono male, potrebbero sempre andare peggio. Potrebbe anche piovere: un altro film, un altro ricordo.
Prendo le chiavi e scendo le scale. Se sono molto prudente, non ci saranno problemi e con questo tempaccio non ci saranno certo molte pattuglie in giro, almeno spero.
Non abito in centro; con il mio stipendio da operaio, da un anno in cassaintegrazione, come potrei? Per arrivare in stazione decido di non fare la strada principale, quella più diretta. Meglio evitare posti dove potrebbero esserci controlli. Faccio il giro largo passando dalla campagna.
Accidenti! Non potevo fare scelta peggiore. L’acqua viene giù come non mai. I miei riflessi sono rallentati dall’erba e ho difficoltà a distinguere il ciglio della strada, non c’è illuminazione pubblica e non si vede un cazzo.
Non vedo nemmeno lui e lo prendo in pieno. Lo colpisco, sbando e lo schiaccio pesantemente contro un muro. Non andavo veloce, con tutta questa pioggia era impossibile. Se non ci fosse stato il muro, forse si sarebbe solamente ferito o, con un po’ di fortuna, solo spaventato. Invece sbatte violentemente la nuca sul muro e ora giace immobile, incastrato fra la macchina e il muro. Il suo sguardo fisso e vacuo non promette bene. Mi sembra di conoscerlo. Faccio retromarcia e crolla, dovrei dire, se non sembrasse del tutto inopportuno, a peso morto sul terreno. Scendo dall’auto bestemmiando come un turco, non me ne voglia Erdogan e nemmeno Andrea.
In quest’anno di cassaintegrazione, ho frequentato un corso avanzato di pronto soccorso e da tre mesi sono volontario sulle ambulanze della Misericordia. Non sono un tipo che sta senza far niente. Conosco abbastanza bene le pratiche di rianimazione e mi metto all’opera. Non succede nulla. Dopo cinque abbondanti minuti, desisto. Gli tasto la carotide: nessun flusso di sangue. Verifico l’esistenza di un flusso respiratorio aiutandomi con il cellulare. E’ morto.
Ha una cinquantina d’anni, un fisico asciutto, sembrava in salute prima di incontrare la mia auto. Lo dico con cognizione di causa e non per intuito. Lo dico perché lo conosco. È Mario Cerberi, il padrone della fabbrica dove lavorava Anna. Perché fosse sceso dalla macchina che vedo parcheggiata in uno spiazzo vicino e cosa ci facesse qui con questo tempo non riesco proprio a capire. Torno in auto per prendere il telefono e chiamare la polizia.
Mi siedo sul sedile, impietrito, bagnato fradicio, confuso. Realizzo finalmente ciò che è successo: ho ucciso un uomo. Ho ucciso l’uomo che pubblicamente odiavo. Pioveva, la visibilità era ridotta, ma io ero strafatto. Dio sa che non volevo.
Guardo il telefono, non so cosa fare. Possono addirittura pensare che l’abbia fatto apposta. La nostra vicenda è nota, della morte di Anna aveva parlato anche il telegiornale nazionale. L’ennesimo incidente sul lavoro. Se arriva la polizia e mi fa i test antidroga, finirò nei guai: non sarebbero i primi ma diventeranno ulteriori e troppi. Penso a Giulia, più che a me, a quanto soffrirebbe, ancora. Non so che fare: quando sei sotto un temporale di pietre, fare degli articolati ragionamenti di etica non è facile.
Alzo gli occhi dal telefono e vedo la borsa che probabilmente Cerberi teneva in mano quando l’ho investito. Scendo a prenderla prima che finisca portata via da un ruscelletto che tutta questa pioggia sta già creando. La apro e si spalanca l’Eldorado. Mazzette e mazzette di biglietti da cento euro. Devono essere tanti, tantissimi soldi. La prendo, rientro in macchina, ingrano la marcia e vado via.
Non so come abbia fatto ad arrivare al parcheggio della stazione, intontito dall’erba, dal rimorso, impaurito dalla pioggia e turbato da difficili dilemmi morali. Raggiungo l’auto di mia figlia e recupero la borsa con il notebook. La sua tesi e il suo futuro che spero sia molto migliore del mio, sono in salvo, almeno per il momento.
Torno a casa andando pianissimo per la dannata pioggia, ma anche perché ho paura di essere fermato. L’auto è ammaccata e probabilmente sporca di sangue, nonostante la pioggia torrenziale. Se mi bloccassero, non potrebbero che fare due più due. Sul viale che mi riporta a casa, vedo nello specchietto retrovisore un automezzo con i lampeggianti accesi. Quella luce azzurra sembra un dito puntato su di me e sulle mie colpe. Sto per fermarmi e alzare istintivamente le mani, quando un’ambulanza a sirene spiegate mi supera correndo verso l’ospedale.
Arrivo finalmente nella strada di casa mia. L’acqua ha già raggiunto il marciapiede. Parcheggio a pochi metri dal portone, faccio di corsa le due rampe di scale che mi separano dalla salvezza.
Per prima cosa, sento il bisogno di una doccia bollente, per riscaldarmi, per pulirmi. Mi siedo poi in poltrona a vedere le gocce di pioggia scendere copiose dalla finestra. Gli effetti della cannabis cominciano a diminuire. La mente si fa più chiara, il buon senso si fa lentamente strada e la mia coscienza presenta una mozione. Sono sempre stata una brava persona, ho sempre rispettato la legge, orgoglioso di farlo. Devo ammettere che la legge non ha sempre rispettato me. La legge spesso non è dalla parte dei giusti ma da quella dei potenti. Ma non mi importa, io non sono come loro. Devo fare il mio dovere.
In più, mi sembra anche la decisione più ragionevole; non penso di aver scampo. I danni della macchina sono inequivocabili. Poi con tutte le telecamere che ci sono in giro, non faranno tanta fatica a trovarmi. Potrebbero facilmente pensare che fosse tutto premeditato. E poi c’è la borsa con i soldi. Come la giustifico?
Meglio anticiparli. Digito il 112. Stranamente nessuno risponde.
È stata una giornata pesante, piena di pietre, canne e disastri. L’acqua continua a venire giù copiosa. Sono stanco e nell’attesa di ritelefonare, mi addormento.
Mi sveglio che bussano violentemente alla porta. La casa è al buio. La polizia è venuta a prendermi.
Apro e vedo Alfredo e Lucia e i loro due figli; abitano al piano terra.
Roberto. Abbiamo l’acqua fino alle ginocchia e sta crescendo, Possiamo stare qua?”
Certo, Alfredo, accomodatevi. Vado a cercare un po’ di candele.”
Mi affaccio alla finestra e vedo che la strada sembra diventata un fiume.
La casa è fredda. Dispenso tutte le coperte che possiedo. Sono stanchi e stressati. I ragazzi e Lucia si sistemano sul letto matrimoniale in camera mia. Mando un messaggio a mia figlia. Ho recuperato il pc e sto bene: in casa, al riparo. Ma non sembra esserci linea.
In salotto, io e Alfredo, seduti in poltrona, chiacchieriamo un po’ del riscaldamento climatico e del governo che non fa nulla. Le due borse sono accanto al posto dove lui è seduto. Non so se le abbia notate e se si sia chiesto cosa ci facessero lì. Per evitare di dare importanza alla cosa, le lascio stare, fingendo sia tutto normale. Ma sono due anni che in questa casa niente è normale. Dopo un po’, ci appisoliamo anche noi.
Passa così una tragica notte.
Mi sveglio che Alfredo è alla finestra. Mi sente e dice:
Roberto ti devo dare una brutta notizia”.
La polizia…” farfuglio nel dormiveglia.
Si, la polizia, se aspettiamo quelli! No, la tua auto è sopra quella del professor Usberti e sembra essere mezza distrutta”.
Mi affaccio anch’io. La mia macchina è ammaccata in tanti punti, come la maggior parte delle altre. E adesso giace sopra l’auto di un uomo gentile che abita al quarto piano. L’acqua comincia a ritirarsi dalle strade, lasciando fango e detriti.
Nel frattempo, si è svegliata anche Lucia. Preparo il caffè e facciamo colazione, con quel che ho. Mi pregano di dare un’occhiata ai ragazzi che ancora dormono. Vogliono scendere giù a vedere la situazione della loro casa.
Approfitto per mettere la borsa piena di soldi nel ripostiglio dietro la scatola degli attrezzi.
Fortunatamente è tornata la corrente elettrica. Accendo la televisione: la notizia principale è proprio la terribile alluvione che ha colpito le nostre zone. Ci sono già due vittime accertate, dice il giornalista, ma alcune persone risultano ancora disperse.
Anche la rete telefonica deve aver ripreso vita. Il mio cellulare suona, è mia figlia che chiede notizie. La rassicuro e la informo che abbiamo anche accolto a casa degli sfollati: Alfredo e Lucia.
Come al solito, pensi per prima cosa agli altri, pa’.” Questa volta temo che si sbagli.
Quando riattacco, sento forte il bisogno di confidarmi con Andrea.
Tutto bene Andrea? Avete avuto danni?”
Niente, Roby, tutto a posto. Noi siamo su una zona leggermente rialzata, lo sai, se l’acqua arrivasse da noi, saremmo al diluvio universale.”
Meno male, Andrea. Io però avrei tanto bisogno di parlarti.”
È successo qualcosa a Giulia? “
No, Giulia è all’Università. Una cosa mia.”
E allora! Cosa sarà mai! Niente che non possa aspettare. Roby, è stata una notte pesante. Il sindaco mi ha chiesto di tenere aperta la chiesa per accogliere eventuali sfollati. Sono stanchissimo e pieno di gente. Magari nel pomeriggio, o meglio domani.”
Andrea, mi devo confessare”.
Confessarti? E che cosa è ‘sta novità? Saranno anni che non lo fai. E poi, Roberto, se tutti commettessero i tuoi peccati, saremmo ancora nel paradiso terrestre.”
Passo la giornata ad aiutare Alfredo e Lucia a spalare il fango della loro casa. Ogni volta che una macchina della polizia o dei carabinieri passa vicino casa, penso che siano venuti a prendermi. Ma nessuno mi considera. Preparo loro da mangiare, gioco a scacchi col figlio più grande. Il lavoro fisico e la compagnia di una famiglia, mi scongela un po’ il cuore e mi anestetizza i sensi di colpa.
Due giorni dopo, ho finalmente modo di parlare a quattrocchi con Andrea. Gli racconto ogni cosa.
Prima di tutto, Roby, questa è veramente una confessione. Quindi io sono tenuto al segreto.”
In secondo luogo, nessuno sospetta alcunché. Nessuno pensa che le vittime non siano vittime dell’alluvione. Nessuna indagine per fattispecie di reato diverse è stata aperta. Il tuo morto è stato trovato molto lontano dalla strada. Pensano che sia uscito dall’auto per trovare riparo e sia stato travolto da un’ondata d’acqua. Nessuno lo ha collegato a te.”
Diciamo la verità; è stato veramente un incidente. È vero che eri fatto e non avresti dovuto metterti a guidare. Questa è la tua colpa, anche se nessuno può dire con sicurezza che non sarebbe successo ugualmente se fossi stato sobrio”.
In realtà, avrei fatto l’altra strada e non sarei passato da lì. Lui sarebbe vivo, per quanto stronzo fosse.”
Chi ti conosce sa il periodo tremendo che hai passato e stai passando, Roberto. E noi tutti siamo esseri deboli, imperfetti. Siamo tutti peccatori, direbbe qualcuno, più altolocato di me. E tu ne hai viste tante, troppe direi. Prima l’incidente di Anna, poi l’indagine finita in nulla. E poi, come se non bastasse, la cassa integrazione straordinaria, senza grandi speranze di tornare alla normalità. Ah, dimenticavo, il mutuo sulla casa per pagare l’avvocato.”
Fra tre mesi, la casa, me la portano via.”
Appunto. Cerberi era quello che era. Lo sanno tutti che aveva risparmiato sulle misure di sicurezza e costringeva gli operai a smontare il congegno di bloccaggio automatico sul macchinario dove lavorava Anna per aumentare la produttività. Tu e io lo sappiamo che ha atteso prima di chiamare l’ambulanza per poterlo rimontare. Forse Anna si sarebbe salvata. Chissà?”
Forse lui si sarebbe salvato se tu non avessi fumato. Chissà?”
Ma io non riesco a dormire la notte, Andrea. Vedo il suo viso ovunque.”
È questa la differenza. Mi sa che lui dormiva benissimo. Ha pagato un sacco di gente per insabbiare le indagini. Alle feste comandate, veniva anche a messa con la famiglia. Ma almeno da me non si è mai confessato.”
Un’ultima cosa, Roberto, ma fondamentale. Che ci faceva Cerberi con tutti quei soldi? Nessun uomo onesto tiene tutto quel contante. O erano tangenti o evasione fiscale. O peggio, faceva affari con la mafia. Come si è sussurrato più volte”.
Senti a me, Roberto. Tieni per te la storia che hai condiviso con me e con Dio. E tieniti anche i soldi. Fai finta di aver vinto la causa, Roberto. Quei soldi ti spettano. Il Signore fa giustizia meglio degli uomini. Occhio per occhio, incidente per incidente.”
------------------------------------------
Un anno è passato, Giulia si è laureata e sta per iniziare la specialistica in medicina d’urgenza. Magari riesce a curare l’ulcera che da un anno mi perseguita. Ho salvato la casa e ho affrontato il licenziamento con una certa tranquillità, ovviamente solo economica. Come sapete, ho un gruzzoletto che mi porterà fino all’età della pensione. Dico a tutti che Anna aveva messo dei soldi da parte, a mia insaputa. E infondo, se ci pensate, è vero.
Ma non sono sereno. La notte non riesco a dormire. Nei sogni spesso lo vedo, con gli occhi spalancati fra il cofano e il muro. Le brave persone assaporano fino in fondo il retrogusto amaro del rimorso. Andrea me lo aveva predetto, questa sarà la mia condanna.
Durante quelle notti, quando mi sveglio agitato e sudato, mi calmo solo rivendo nella mente la scena finale del film. Padre Barry celebra la prima comunione della figlia di Bob, Coleen. Il suo vestito è bello e la rende felice. Finalmente si sente uguale alle sue amichette.
Se fosse questa la differenza fra ricchi e poveri? Mentre quest’ultimi combattono contro tutte le avversità solo per sentirsi alla pari con gli altri, i ricchi fanno carte false per mettersi davanti a tutti.

A Arunachala, Petunia e tommybe garba questo messaggio

2Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Mer Dic 11, 2024 11:59 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

piaciuto.
sia perché il tema mi pare abbastanza centrato, che per la storia nel suo complesso.
certo, è tutto opinabile e non so se, personalmente, mi sarei comportato allo stesso modo, però riesco a capire.
scritto bene e con buone descrizioni, senza refusi e alquanto scorrevole.
lo tengo in considerazione.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Piovono pietre Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

3Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Gio Dic 12, 2024 11:19 am

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Segnalo alcuni errori.
- "Sì" viene scritto senza accento;
- "E’ morto" anziché È;
- "non sarebbero i primi ma diventeranno": "diventerebbero".
Anche la punteggiatura non sempre è adeguata e, nella parte finale, la chiusura delle virgolette crea confusione dato che è quasi sempre Andrea che continua a parlare.
Sempre a proposito di Andrea, non si capisce il motivo per cui l'autore rivela che è un prete solo ben oltre la metà del racconto. Penso sarebbe bastato un accenno già nell'incipit, nel momento in cui ci viene detto che era un "ragazzo inquieto alla continua ricerca di qualcosa, che ora penso proprio abbia trovato".
Nel complesso il racconto non è male e sono ben inserite la pioggia e la conseguente alluvione, che diventano quasi co-protagoniste (insieme a Roberto) sia nel causare l'incidente che nel mettere poi le cose a posto.
Il problema di fondo, per me, sta nell'aver ricalcato troppo da vicino la trama del film dal quale il racconto prende il titolo, fino a usare anche gli stessi nomi dei coniugi (Bob, Anne / Roberto, Anna) e lo stesso schema: morte accidentale del villain - rimorso - confessione - perdono da parte del parroco.
Conoscendo il film, tutto è apparso un po' scontato.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

4Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Gio Dic 12, 2024 10:41 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il racconto è scritto bene, fluido e la lettura è risultata scorrevole. 

Mi è piaciuto molto il personaggio di Roberto perché nonostante tutte le pietre che gli sono piovute in testa per vari motivi, mi sembra abbia sempre mantenuto la sua dignità. Anche dopo aver tirato sotto l'ex principale di sua moglie. C'è di più: il rimorso lo tormenta, sia per il morto che per i soldi che ha ritrovato, tuttavia la sua condotta muta dopo la confessione ad Andrea. Un punto di svolta che non è soltanto liberarsi di un peso, ma anche guardare avanti con nuove prospettive e una tranquillità ritrovata dal punto di vista morale ed economico.

Qui mi sembra che uno dei temi dello step sia ben centrato.

Grazie e Buone Feste!

5Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Ven Dic 13, 2024 4:24 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Capolavoro.
Una storia terribile che si aggiusta mano a mano che la leggi e questo solleva il lettore dalle tante angosce.
La pioggia onnipresente diventa perfino esagerata, ma sarà proprio lei a dettare un finale credibile.
Corro a cercare il film di Ken, che non ho visto, negli anni novanta mi alimentavo con cose più leggere.
Tu aspettami qui, autore, per quanto mi riguarda sei al primo posto e ci resterai per sempre, mi sa.
Abbracci.
Il film dà voce agli ultimi con onestà e realismo.
Non esiste al mondo un merito migliore.
Bravo, autore.

6Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Ven Dic 13, 2024 11:23 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Non mi ha convinto del tutto questo racconto. 
Plausibile, certo, ma non ho sentito pathos nella voce di chi parla. 
L'esposizione dei fatti all'amico prete mi sembra fredda e poco coinvolgente. La pioggia, come in altri racconti, la fa da padrona, responsabile anch'essa della morte dell'uomo.
Riprende fedelmente il film di Ken Loach, che adoro (l’ultimo, The Old Oak è un vero capolavoro).
Ritengo la tua scelta coraggiosa, quella di ispirarti al suo film, un omaggio che hai voluto rendere, evidentemente,  al grande maestro.

7Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Sab Dic 14, 2024 11:05 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto frenetico che tiene il fiato sospeso durante la lettura creando affanno nel lettore che si sente travolto dalla quantità e velocità degli eventi: il tutto in maniera positiva e ben costruita.
Dove il racconto finisce con il perdersi è nella parte finale, dal dialogo tra il protagonista e l’amico sacerdote Andrea, figura decisamente poco credibile; un sacerdote, per quanto amico, può essere comprensivo e aiutare dal punto di vista morale ma trovo davvero difficile credere che possa diventare quasi complice (al di là del segreto del confessionale) fino a consigliare di tenersi i soldi quasi come rivalsa (occhio per occhio dente per dente è stato superato da tempo dalla Chiesa).
E anche la morale alla fine è un po’ banale e scontata se vogliamo.
Ben scritto, come ho detto, in grado di mantenere il ritmo per quasi tutto il racconto, praticamente privo di refusi (ti segnalo soltanto verso la fine: E infondo, se ci pensate, è vero.)
Infine il tema: la pioggia c’è ed è sicuramente protagonista fondamentale del racconto, se sia il tema del racconto stesso ho qualche perplessità in più.


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Piovono pietre Badge-3

8Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Lun Dic 16, 2024 4:52 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Purtroppo ho l'eta per ricordarmi di aver visto il film al cinema. 
Amo Loach e la sua straordinaria coerenza. Il mondo è pieno di artisti che facevano i rivoluzionari quando ciò era di moda e aiutava a riempire palazzetti e ora sono caduti nell'ignavia più deprimente. 
Mi pare anche interessante parlare di morti sul lavoro, una tragedia di cui si parla poco e si agisce ancora di meno.

9Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Lun Dic 16, 2024 11:02 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto che mi ha preso “forte” fin dall’inizio: il dolore palpabile di Roberto, quasi un sollievo avere qualcosa da fare fuori casa, anche in una serata che suggerirebbe il contrario. L’incidente con il tentativo di prestare soccorso, anziché fuggire come tanti fanno e la consapevolezza che comunque non potrà scampare alle proprie responsabilità. Un umanissimo Roberto, disposto ad aiutare i vicini anche in un momento che forse avrebbe voluto di solitudine, per ragionare sul da farsi. E molto umano anche Andrea, che cerca di mettere d’accordo la coscienza e il diritto a un po’ di giustizia di Andrea. Forse un po' eccessivo come comportamento, ma capita a tutti di far agire i nostri personagi come vorremmo accadesse nella realtà, a costo di essere eccessivi. La frase finale è emblematica di tutto il racconto. Forse Roberto si porterà il rimorso per tutta la vita, ma la vita di Anna è finita troppo presto, senza che qualcuno ne abbia rimorso. E sono tanti i morti sul lavoro per cui nessuno ha rimorso.
Mi è piaciuto molto lo stile, discorsivo col lettore come se si fosse l’uno di fronte all’altro, mentre Roberto si racconta: uno stile non proprio facile da mantenere per tutta la lunghezza del testo senza creare uno squilibrio con la parte dei dialoghi.
La pioggia c’è, eccome, importante protagonista e chissà, anche strumento di giustizia, nascondendo le tracce dell’incidente.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

10Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Gio Dic 19, 2024 7:01 pm

Albemasia

Albemasia
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Non avevo visto il film in questione, quindi non ho potuto trovare analogie con il racconto.
Che è scritto bene, nonostante qualche refuso, e ben si attaglia alle notizie che accompagnano le nostre serate davanti al telegiornale, purtroppo: morti sul lavoro, operai in cassaintegrazione, omicidi stradali, truffe e malversazioni...
C'è dentro di tutto, narrato con buona capacità introspettiva, anche se nella parte in cui Roberto investe l'uomo mi sarei aspettata più pathos, più spavento... 
Invece il suo dramma interiore è ben rappresentato più avanti, con la necessità di confidarsi con l'amico sacerdote, che riceve il suo racconto nel segreto del confessionale. Anche questo personaggio un po' mi ha lasciata perplessa, per la risposta che dà all'amico e che non è proprio in linea con quello che ci si aspetterebbe da un prete. Segno anche questo del cambiamento dei tempi?


Una sola domanda all'autore/autrice, dove Andrea riconosce il periodo tremendo che l'amico sta passando e parla del: "mutuo sulla casa per pagare l'avvocato". Mi suona un po' strana come espressione; forse intendevi "l'ipoteca sulla casa"...?


In conclusione: un bel racconto, ben costruito, con più luci che ombre. Mi è piaciuto.

11Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Ven Dic 20, 2024 8:36 am

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Anche questo racconto si è rivelato piacevole da leggere, agevolato da una buona scrittura. 
La storia mi è piaciuta, anche se i personaggi restano tutti in superficie. C’è anche un’anomalia, cioè Il protagonista, Roberto, la sera dopo l’incidente, nonostante la tragedia e il diluvio, riesce a dormire senza problemi, forse questo aspetto è sfuggito all’autore. Nulla di grave, se non fosse che Roberto viene descritto in modo opposto e nella parte finale afferma di non riuscire a dormire perché spesso vede Cerberi, l’imprenditore, “con gli occhi spalancati fra il cofano e il muro”.
Anche se qualcosa va rivisto, resta un lavoro interessante.

12Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Ven Dic 20, 2024 8:49 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

Altra buonissima prova di scrittura, con alcuni ma!
Intanto la storia, che ho appreso dai commenti non essere originale: purtroppo non ho mai visto il film di Ken Loch e quindi non so in quale grado tu l'abbia ricalcata.

Poi la credibilità. Non avendo visto il film non sapevo cosa sarebbe accaduto e mi è sembrato quasi tutto poco credibile: l'incidente, l'uccisione "casuale" della persona responsabile della morte di sua moglie, la reazione di Andrea che addirittura gli consiglia di fregarsene e tenersi tutto.

Inoltre manca un po' di pathos, di coinvolgimento: nella scena dell'incidente per qualche riga ho pensato avesse investito un animale.

Detto questo: il messaggio dietro c'è, la storia è bella, la pioggia è assolutamente protagonista. 

Molte parti sono buone, funzionano bene. Mi spiace che, nei miei commenti, io metta in risalto più quelli che io ritengo siano i difetti. Però penso che le critiche costruttive facciano crescere molto di più di un semplice: mi è piaciuto, carino! (anche se fa molto bene sentirsi dire anche questo!)

In realtà ho apprezzato molto questo racconto e mi hai fatto venire voglia di vedere il film!
Quindi complimenti e grazie.

13Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Dom Dic 22, 2024 9:11 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Il racconto utilizza il tema atmosferico come metafora potente della precarietà e del peso morale delle scelte del protagonista. La pioggia, incessante e opprimente, non è solo una condizione climatica, ma rappresenta il caos, il rimorso e le difficoltà esistenziali che si abbattono sulla vita del narratore. Le precipitazioni, sia letterali sia simboliche, costruiscono un'atmosfera di tensione crescente e fungono da specchio emotivo per il protagonista.
Il narratore, protagonista e testimone del suo stesso dramma, offre una prospettiva intima e complessa. Da un lato, si presenta come un uomo comune, travolto da eventi fuori controllo; dall'altro, la sua voce riflette un'intensa autocoscienza e una lotta interiore tra colpa, giustizia e sopravvivenza. Il suo percorso morale, segnato da dilemmi etici e da una riflessione sul potere e l'ingiustizia sociale, è al centro del racconto.
L'interazione tra il tema atmosferico e il ruolo del narratore crea un racconto stratificato, in cui la pioggia e le pietre simboleggiano il peso delle scelte umane e delle conseguenze impreviste. Il protagonista è un uomo vulnerabile e imperfetto, la cui voce rende il racconto empatico, benché moralmente ambiguo.

A tommybe garba questo messaggio

14Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Dom Dic 22, 2024 12:09 pm

Petunia

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A me il racconto è piaciuto, non ho visto il film che l’ha ispirato ma il fatto di citare in chiaro il regista e il titolo è una buona cosa. Certo, come Loach, l’autore tratta di problematiche sociali: le morti sul lavoro, la disoccupazione, la corruzione. A fare da collante la crisi climatica che provoca piogge torrenziali, eventi che colpiscono come pietre il protagonista che fa (come nel film) di tutto pur di offrire un futuro migliore alla propria figlia. Poco credibile il sonno notturno (nonostante la stanchezza e le canne).
Lo definirei una operazione ben riuscita di rivisitazione in chiave “ step”.

A tommybe garba questo messaggio

15Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Gio Dic 26, 2024 11:25 am

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Non conoscevo il film, quindi ho potuto leggere la storia senza effettuare parallelismi e non sapendo dove sarebbe andata a parare.
Alcune cose mi hanno convinto, altre meno.
Le note positive sono sicuramente una buona scrittura e il dipanarsi di una trama (per chi non conosce il film, almeno) elaborata, non scontata, comunque accattivante.
Le note meno positive sono l'eccessiva semplificazione, per me, delle considerazioni "umane" fatte dal narratore e la forte cinematograficità della storia. Quest'ultimo in particolare non è per forza un difetto, ma verso la fine del racconto ho cominciato davvero a percepire l'effetto cinema, cioè la trama che prende una piega poco realistica e votata all'intreccio. Non mi ha stupito leggere quindi nei commenti che la storia ricalcasse un omonimo film.
Il primo punto, invece, è che ho trovato molte cose un po' troppo semplificate, quasi che tutti i ricchi siano pessime persone e tutti i poveri siano invece solo vittime del sistema. Non credo le cose siano così bianche o nere.

Alcune ulteriori considerazioni sparse.

In primis, non sono un esperto di primo soccorso quindi sicuramente sbaglio, ma credo che se una persona è stata falciata da un'auto e compressa contro un muro, possa avere tipo il bacino in frantumi e/o le gambe a pezzi. Una rianimazione è un po'... non so, futile?
Mi ha ricordato comunque la scena quasi identica di "Signs", dove la moglie del protagonista, all'inizio del film, viene pinzata contro un albero da un guidatore ubriaco. La polizia che è sul posto descrive la scena al marito accorso come "non l'abbiamo tolta da lì perché è solo il muso dell'auto a tenerla ancora intera."
Insomma, la dinamica dell'incidente dovrebbe essere più brutale di come è stata descritta nel racconto, che peraltro pecca un po' di pathos in quel punto.

In secondo luogo, mi hanno lasciato perplesso le dichiarazioni di Andrea nel finale, quando rassicura l'amico circa il fatto che nessuna inchiesta è stata aperta sulla morte di Cerberi. Ma come fa a saperlo?
Più in generale, Andrea parla molto come un deus ex machina, sembra sapere tutto e rassicurare non solo Roberto, ma anche il lettore, circa il fatto che tutto andrà per il meglio e non stia accadendo nulla di moralmente sbagliato.

Terzo punto, ma perché all'inizio il narratore sente il bisogno di scusarsi circa il sessismo della sua affermazione?
Dire che le donne vanno con chi sa farle ridere è sessismo?

In definitiva, un racconto che è stato comunque piacevole da leggere, però non mi ha soddisfatto del tutto. Troppo semplificata la morale, e poi questo ricalcare il film che forse gli toglie un po' d'originalità.

EDIT - "cassa integrazione" direi che si scrive staccato, ma per tutta la prima parte del racconto è scritto attaccato.

16Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Gio Dic 26, 2024 4:04 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): alcune imperfezioni ed errori:
  • attento alla punteggiatura a fine dialogo; a volte dentro o fuori dalle virgolette; controlla un po’…
  • “cassaintegrazione”: non è una parola composta, si scrive staccato;
  • “Abbiamo l’acqua fino alle ginocchia e sta crescendo, Possiamo stare qua?”: o dopo ‘crescendo’ c’è un punto, oppure ‘possiamo’ va in minuscolo;
  • “Si, la polizia,…”; ‘Sì’, con l’accento;
  • In questo dialogo hai chiuso e riaperto le virgolette, ma è la medesima persona a parlare: “Prima di tutto, Roby, questa è veramente una confessione. Quindi io sono tenuto al segreto.” “In secondo luogo,…”; analogo problema qualche riga più avanti;
  • “E infondo, se ci pensate…”: in fondo, staccato.

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, plausibilità narrativa, finale…): La trama, di per sé non originale (il cattivo muore per colpa del buono: è un delitto o c’è una sorta di giustizia cosmica? Bibliografia e filmografia assai abbondante sul tema); però potrebbe anche andare, malgrado talune parti poco convincenti che esemplifico con la figura di Andrea: non riesco a capire perché Andrea sia presente, come donnaiolo, in un incipit non necessario, poi compaia all’improvviso, senza preparazione della scena, come confessore di Roberto, peraltro fin troppo accomodante. Ma resta il problema del cielo (che non c’è) e degli elementi atmosferici che qui si manifestano come una pioggia che non è davvero centrale nella storia. Sì, ok, l’uomo ha provocato l’incidente causa pioggia, ma questa non è centrale nel racconto e, se la togli e ti inventi una qualunque altra causa per il sinistro (che era strafatto basterebbe) non cambierebbe nulla.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): Non ci sono elementi chiari di critica; tutto scorre abbastanza bene in maniera lineare. Alcuni elementi (come l’incipit) sono poco chiari ed evitabili, ma niente di che. Non c’è molta tensione, non c’è un chiaro punto di climax ma, soprattutto, il pistolotto moralistico delle ultime righe era assolutamente da evitare. Altre piccole cose:
  • nello spazio di 10 righe hai scritto ‘pioggia’ 5 volte; troppe. Qualche volta puoi usare dei sinonimi o dei giri di parole; per esempio, anziché “Torno a casa andando pianissimo per la dannata pioggia” potresti scrivere ‘Torno a casa andando pianissimo per il dannato maltempo’.
  • Chiamare ‘Cerberi’ il padrone cattivo non è stata una gran trovata;
  • È certamente una scelta stilistica, quindi non posso additarlo come ‘errore’, ma come difetto che diminuisce il piacere della lettura sì; si tratta di una ironia che appare forzata e non opportuna, che posso esemplificare con questo brano: “Faccio retromarcia e crolla, dovrei dire, se non sembrasse del tutto inopportuno, a peso morto sul terreno. Scendo dall’auto bestemmiando come un turco, non me ne voglia Erdogan e nemmeno Andrea.”; sia la caduta “a peso morto”, sia il riferimento a Erdogan, sono battutine che non servono. Il senso del racconto è drammatico, c’è una successione di eventi tragica e un dubbio etico che il tuo racconto propone al lettore. Questi incisi non servono in nulla nello sviluppo della trama e neppure per sottolineare il senso drammatico che tu vuoi esprimere; al contrario, distraggono il lettore o - in casi particolari di cacacazzi come me - lo infastidiscono. Occorre sempre ricordare la nota massima less is more.


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Io vengo da una razza famosa per il vigore dell’immaginazione e l’ardore della passione (E.A. Poe, Eleonora).
https://alamagoozlum.wordpress.com

17Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Gio Dic 26, 2024 5:19 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

La costruzione del racconto l'idea che c'è sotto a me è piaciuta.
Rivisitare un film e rimodellarlo sul tema del contest credo sia un bell'esperimento.
La narrazione procede bene, la scrittura è buona, il lettore è immerso nella lettura con piacere e senza distrazioni.
A fare i pignoli, come qualcuno ha notato, la narrazione sottostà in modo evidente alle leggi del cinema, dove le cose sono costruite per arrivare a un certo finale, in altri termini le coincidenze sono tante: la figlia lascia il computer in macchina, il protagonista è annebbiato dalle canne e per recuperare la borsa col computer allunga il tragitto, piove a dirotto e in campagna investe l'imprenditore nella cui fabbrica è morta la moglie, l'imprenditore ha una borsa piena di soldi che fanno comodo al protagonista, il 112 non risponde, la macchina incidentata viene travolta dall'alluvione e danneggiata ulteriormente assieme ad altre auto, l'amico prete che incoraggia Roberto a tenersi i soldi e pareggiare così la partita.
Tutto s'incastra alla perfezione per arrivare al risultato finale.
Però ripeto, nonostante tutti questi agganci studiati a tavolino che sfidano il calcolo delle probabilità, questo esperimento e il modo in cui alla fine è stato realizzato nel complesso mi soddisfa.

18Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Gio Dic 26, 2024 6:23 pm

Menico

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Padawan
Padawan

Paletto azzeccato, pioggia ed alluvione in primo piano in quanto cause dell'incidente, della cancellazione delle tracce di colpevolezza nonché del palese altruismo di Roberto.
Interessante il personaggio di Andrea, ragazzo inquieto e continuamente in cerca di qualcosa che troverà nella fede e nella vocazione sacerdotale.
Non ho visto il film quindi mi sono goduto la lettura senza dare niente per scontato.
Complimenti.


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Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

19Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Lun Dic 30, 2024 7:39 am

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Potevi anche rivelare subito che Andrea è diventato sacerdote, così che la battuta "non me ne voglia Erdogan e nemmeno Andrea" sarebbe stata immediata. Ho scoperto che "piovono pietre" è un modo di dire inglese, forse è l'unica parte che perde di significato nella trasposizione.
Non conoscevo il film di Ken Loach e chissà se me lo guarderò, mi hai incuriosito. Non credo nemmeno che questo sia solo un racconto promozionale per il film, perché l'hai calato nella realtà italiana e ai giorni nostri. Mi è piaciuta molto anche la trovata dell'alluvione per nascondere le prove, insomma c'è dell'ingegno sotto e non solo il tributo al film. La narrazione l'ho trovata molto cinematografica, sono riuscito a visualizzare le scene senza problemi e mi sono gustato la trama senza interferenze, al di là del messaggio veicolato e di cosa ne posso pensare.
Per quanto riguarda il "rimprovero" di Vivonic, la pioggia è un oggetto di scena fondamentale tanto quanto la maria, diciamo che non è proprio un tema ma ci va vicino.

Grazie e alla prossima.


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20Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Ven Gen 03, 2025 11:46 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Le coincidenze non sono un caso... diceva qualcuno.
In questo racconto ci sono una serie di coincidenza che messe una dietro l'altra formano una bella collana di eventi imprevedibili e inaspettati che, anche se probabilmente forzati, ho percepito come credibili.
La storia mi ha convinta e mi è piaciuta per la scrittura convincente, per come l'hai diretta ma soprattutto per il dilemma morale che propone al protagonista e di riflesso al lettore: cosa fare in una situazione simile? Roberto ispira solidarietà o biasimo?
Sai cosa mi sono chiesta? Se il fatto fosse accaduto a una diversa latitudine? O in un'altra epoca storica? Sicuramente ci sarebbero stati altri risvolti, quindi i nostri comportamenti sono guidati da una componente culturale che interagisce a livello spirituale e di coscienza?
Probabilmente sì.
Nel complesso mi piace questo personaggio: ha un modo tutto suo di galleggiare sui problemi che mi ha convinta e, anche se piovono pietre, un posto per ripararsi prima o poi si trova.

21Piovono pietre Empty Re: Piovono pietre Gio Gen 09, 2025 11:36 am

Achillu

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Maestro Jedi
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Piovono pietre _2fca710
Immagine scelta per rappresentare il racconto sui social.


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