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1Per un solo istante Empty Per un solo istante Dom Dic 08, 2024 4:39 pm

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Buongiorno

Buongiorno amore
che fai?
Manca il cuoricino, penso guardando lo schermo dello smartphone. Di solito c’è sempre un cuoricino accanto al buongiorno. Stamattina no. Aspetto che Giorgia risponda, intanto le mando io un cuore, enorme e pulsante.
Sono le sette del mattino, piove. Come succede sempre, quando piove, il traffico è in tilt. Non è una pioggia forte ma a guardare il cielo, così nero, dà l’idea che continuerà per tutto il giorno.
Litigo con il tergicristallo.
Se lo lascio andare di continuo, dopo un paio di archi disegnati tra le gocce di pioggia, si sente lo stridore della gomma sul vetro asciutto. Se invece lo metto al minimo, a intermittenza, in quei secondi di pausa il parabrezza è di nuovo invaso da rivoli d’acqua che deformano il mondo fuori dall’auto.
Intanto il telefono, aggrappato ad una bocchetta dell’aria, si rianima, sento la vibrazione sorda che accompagna le notifiche. Giorgia ha risposto.
Mi preparo per uscire, ho
i colloqui a scuola di
Mattia. Non ricordi?

Ok. Ma è presto. Non erano
alle undici?

E poi non può andarci il padre? Penso. Ma non lo scrivo, so quanto lei ci tenga a seguire suo figlio. E poi il padre ha la sua, di famiglia, a cui pensare, e meno contatti ha con Giorgia più io sono tranquillo.
Accanto al finestrino si ferma una specie di marziano, casco integrale e un’incerata blu scura che col suo scooter per poco non mi prende lo specchietto. Mi fa un cenno di scuse con la mano e riparte zigzagando tra le auto. Ma non cadi mai?!
Sai che non mi piace fare
le cose di corsa.

Poi ci vediamo un po’ prima
con le altre mamme.

Lo sapevo, cazzo. E me lo dice adesso. Odio quando fa così, quando mi dice le cose all’ultimo momento.
Sarà meglio che mi calmi, prima di rispondere: a lei non piacciono le scenate di gelosia. Aspetto un po’ poi provo a metterla sullo scherzo:
Sicura che non ci
siano anche papà?

Non ricominciare
Non ricomincio.
Anzi, la finisco qui: vai dove ti pare, cazzo!
Do un pugno al volante.
Poi respiro e torna la calma. Forse sono io che esagero, magari va davvero a bere un caffè con le altre mamme. No, anzi, sono certo che sia così!
La mattina in agenzia avanza lenta, a fatica. La pioggia è salita di intensità, i siti meteo danno l’ennesima allerta. Avevo un appuntamento alle dieci e trenta e la cliente ha disdetto. Come darle torto. Andare in giro a vedere case, con questo tempo. Sto per chiamare la proprietaria per avvisarla e chiederle di fissare un nuovo appuntamento quando penso di nuovo a Giorgia.
Magari non è andata. Sarebbe da folli uscire prima per andare a fare la cretina con le altre con questa pioggia.
Non voglio scriverle, ho deciso di aspettare lei, i suoi tempi.
O forse dovrei dire i suoi comodi?
Un tempo mi scriveva in continuazione. Un tempo ero tutto il suo mondo.
Guardo fuori. Pioveva, anche la prima volta che si è presentata in agenzia. Si era da poco separata dal marito. Volevano vendere la casa dove stavano e prenderne una più piccola per lei e Mattia. Amore a prima vista, lei per la prima casa che le avevo mostrato, io per lei.
Per carità, poi ce n’è voluto di tempo prima che accettasse un mio invito, incontri che cercavo di far apparire come casuali, quando mi costavano ore di appostamenti. Ma alla fine ce l’ho fatta.
Comunque, i minuti passano ma lei non mi scrive ancora. Provo io, mi arrendo.
Visto come piove?
c’è l’inferno per strada

Lo smartphone è appoggiato accanto alla tastiera con lo schermo rivolto verso l’alto. Ogni tanto lo prendo per controllare ma se fossero arrivate notifiche le avrei viste. E non arriva nulla. Non ha neanche visualizzato il mio messaggio.
All’improvviso mi decido e mi alzo.
“Mauro, io esco”
“Ma tu sei pazzo, con questo tempo. Non aveva disdetto la cliente?”
“Sì, ma devo passare a vedere un altro appartamento a via dei Salici, al massimo ci arrivo a piedi.”
“Contento te.”
Infilo il giaccone e tiro su la lampo fino a coprirmi anche mezza faccia. Recupero un ombrello che starà lì, abbandonato da qualche cliente, da non so quanto tempo. Forse ce l’hanno venduto con il portaombrelli, come campione.
Lo apro, per fortuna è sano.
“Vado, anche perché altrimenti la mattina non mi passa più.”
In via dei Salici c’è la scuola di Mattia, e davvero è qui vicino. Ci ho passato tante di quelle mattine ad aspettare di vederla arrivare, con il bambino tenuto per mano e lo zainetto sulla spalla.
Non sono ancora le undici, se mi sbrigo magari riesco a vederla. Se pure mi perdo il suo arrivo posso sempre aspettare che esca dopo il colloquio. Le faccio una sorpresa.
Di fronte alla scuola c’è un bar piccolissimo. All’epoca degli appostamenti avevo fatto anche amicizia con il proprietario, un ragazzo simpatico che ci lavora per lo più da solo, tranne al mattino presto e a pranzo che si fa aiutare da una signora che poi ho saputo essere sua madre.
“Buongiorno!” Mi dice con un sorriso. “Era un po’ che non la vedevo. Che ci fa in giro con questo tempo?”
Mi rigioco la scusa dell’appartamento, poi gli ordino un caffè.
Mi metto sul lato del bancone vicino alla vetrina dell’ingresso, da cui è possibile controllare l’entrata della scuola. A quest’ora non c’è quasi nessuno, quindi le poche persone che entrano o escono dall’edificio si vedono abbastanza bene. Impossibile che mi sfugga.
“A che ora ha l’appuntamento?”
“Alle undici.” Rispondo.
“Con questo tempo è facile che ritardi un po’”
“Già.”
In effetti le undici ormai sono passate. Quasi certamente, quando sono arrivato, lei era già dentro; quindi, non mi resta che aspettare la fine del colloquio.
Il barista ogni tanto prova a fare conversazione buttando lì banalità sul tempo. Io annuisco con un cenno della testa e un sorriso di cortesia che spero gli faccia capire che non ho nessuna voglia di parlare.
Fortunatamente entra un tizio, tutto sgocciolante, che mi toglie dall’imbarazzo e dal fastidio.
A Fra’, famme un caffè, corretto co un po’ de sambuca, grazie.”
“Subito Marce’.”
“Mamma mia che tempo, li mortacci!
“Arrivi adesso?”
“È tutto bloccato, non sai pe arrivà, co st’acqua. Avrò beccato almeno due incidenti. Uno pure parecchio brutto.”
“Eeeh, mai come quello dell’anno scorso, quello del Mercedes, te lo ricordi?”
“E come, non me lo ricordo? È entrato nel negozio de Michele co tutta la macchina!”
Ridono, evidentemente l’incidente non era stato poi così brutto. Io li lascio parlare e continuo a guardare fuori, deciso a non farmi coinvolgere nei loro discorsi.
Intanto si sono fatte le undici e trenta. Ho bevuto un succo alla pera per ingannare il tempo e anche per giustificare un po’ la mia attesa. Alla fine, decido di pagare.
“Ormai me sa che la cliente non viene più.” Mi dice il proprietario del bar con un’espressione che vorrebbe essere consolatoria.
“Credo anche io, e nemmeno risponde al cellulare purtroppo. Me ne torno in agenzia.”
Pago, saluto e sono fuori. Sotto l’ombrello.
Controllo ancora una volta il cellulare. Il mio messaggio a Giorgia è arrivato ma lei non lo ha visualizzato.
Le riscrivo.
Tutto ok?
Niente, neanche la doppia spunta, aspetto ancora un minuto.
La chiamo. Qualche secondo di silenzio poi la voce meccanica dell’operatore. Irraggiungibile.
Sto pensando che magari potrei entrare a scuola, magari dico che devo fare un colloquio, o che dentro c’è già mia moglie. Ma è rischioso, poi non vorrei mi vedesse Mattia, Giorgia non vuole ancora che sappia di noi.
Dal telefono nessuna novità. Giuro che appena riesco a parlarci mi sente, cazzo. Sento la rabbia montare e se non mi calmo combino qualche guaio.
C’è una parte di me che sa, è la parte razionale, quella socialmente presentabile, affabile, persino simpatica all’occasione. Ma è una parte che certe volte sparisce e allora non ho più freni.
Al momento è ancora con me, lo sento. E, allo stesso tempo, sento che mi sta lasciando. È questa attesa snervante, assurda; è perché non risponde a quel cazzo di cellulare, e vorrei sapere il motivo. È questo che merito? È questo?
Sono le undici e tre quarti ormai. Ammesso che Giorgia fosse già stata dentro, a quest’ora dovrebbe aver finito da un pezzo. Ma cosa ci vuole a dare un’occhiata al telefono e rispondere che è tutto ok.
Attraverso la strada ed entro nell’edificio.
Mi ferma una signora con un camice blu.
“Dica?”
“Sì, buon giorno, c’è mia moglie dentro per un colloquio”, rispondo d’istinto, “devo lasciarle solo delle chiavi.”
“Guardi mi dispiace ma non credo ci sia nessuno dentro. Lei è il primo genitore che vedo, oggi.”
Di sicuro si sbaglia.
“Guardi, mia moglie aveva appuntamento con un professore alle undici”
“In che classe sta suo figlio o sua figlia?”
“Figlio. Eh, guardi, fa la seconda ma non mi chieda la sezione, non me la ricordo mai.”
“Nome?”
“Io?”
“Del ragazzo.”
“Mattia. Mattia De Santis.”
“Aspetti qui.”
Sparisce in una specie di gabbiotto, torna dopo qualche secondo.
“Guardi, la sezione è la B, ma non c’è nessun colloquio stamattina. Mi dispiace.”
Nessun colloquio? Vorrei dirle che è impossibile ma mi sembra abbastanza sicura da non ammettere dubbi. Ripenso ai messaggi di questa mattina, al fatto che ora è irraggiungibile, e tutto il mondo mi crolla addosso.
“Ma certo! Che idiota. Mi scusi ho sbagliato io, ho confuso…” Non so come continuare, spero solo di non aver fatto una figura da cretino.
“Succede, non si preoccupi”
Mi fa un sorrisino ebete, di cortesia, gliene direi volentieri quattro ma mi devo ancora riprendere dal colpo. Mi sforzo di restituirle il sorriso.
“Faccia finta di non avermi mai visto, che figura. Mi perdoni.”
Mi precipito di nuovo fuori. La pioggia non accenna a diminuire. Riprendo il telefono con una mano
Dove cazzo sei?
E vediamo cosa si inventerà ora.
Nessun colloquio. Mi ha preso per il culo.
Comincio a camminare lungo via dei Salici con la testa bassa e l’ombrello inclinato in avanti.
Non so dove stia andando. Penso solo a quello che può aver fatto Giorgia. Al perché non mi risponde, perché mi ha mentito.
Devo rimanere calmo. La mia parte buona è tornata, deve essersi preoccupata, il colpo è stato troppo grande. Respiro lentamente e mi guardo intorno.
Senza rendermene conto sono arrivato all’incrocio con la via principale. È una distesa di auto bloccate, di stop rossi e di frecce gialle e arancio, c’è anche il blu lampeggiante di qualche sirena, più giù, all’incrocio successivo. Lo scrosciare incessante della pioggia fa da tappeto musicale ad assoli di clacson. Poco più avanti c’è la pensilina di una fermata dell’autobus, non c’è nessuno perciò vado a ripararmi lì sotto.
Cerco di raccogliere le idee, di mettere dei punti su questa faccenda.
Mi ha mentito! Questo penso che ormai possa darlo per certo.
Magari però, l’incontro è stato annullato all’ultimo momento, o magari si era confusa soltanto. Sì, aveva sbagliato giorno, tutto lì.
E perché ora è irraggiungibile? Perché non risponde?
La pioggia adesso sembra meno intensa, riparto in direzione della sua casa. C’è un po’ di strada ma andare a prendere la macchina sarebbe un’idea assurda e tantomeno potrei prendere un autobus. Anche la corsia preferenziale è intasata.
Cammino a passo svelto, non mi frega neanche di evitare le pozzanghere e in testa ho soltanto la voglia di afferrarla per spalle e urlarle in faccia: perché?
Perché devi trattarmi in questo modo? Pensi che meriti un trattamento simile? Non credi mi si debba rispetto? Non sono abbastanza per te?
Stronza! Sei soltanto una stronza. O dovrei dire troia? Ti fai scopare da qualcun altro? È così?
Più vado avanti e più la rabbia cresce. Urto qualcuno che procedeva lento, senza rendermene nemmeno conto. Mi urla dietro.
“Ma faccia attenzione!”
“ma vaffanculo!”
Accelero ancora con più rabbia. Mi sono avvicinato all’incrocio dove c’è sempre la luce blu lampeggiante, è un’auto dei carabinieri. C’è una piccola folla, sotto gli ombrelli, che nasconde la strada. È successo qualcosa.
Ma io ho fretta, chiudo l’ombrello, tanto non sento più neanche la pioggia, e mi infilo tra la gente.
“Permesso? Fate passare?”
Sono in troppi, qualcuno protesta e rischio di prendermi la stecca di un ombrello in un occhio, devo girare intorno a quell’assembramento per arrivare sulla strada e attraversare.
“L’hanno investita.” Sento dire a qualcuno.
“Morta sul colpo.” Risponde un altro.
Ora vedo anch’io il corpo disteso, coperto da un telo da cui sbucano due piedi scalzi.
Ma che cazzo, penso. La rabbia scompare di colpo. È l’effetto che mi fa vedere quei piedi. Un carabiniere sta con l’ombrello aperto accanto al cadavere, protegge più il corpo che sé stesso.
Una scarpa da ginnastica, poco più in là, l’altra non so dove sia.
Mi avvicino, ora noto anche una borsa. Mi viene all’improvviso un’idea in testa. La borsa potrebbe essere tranquillamente una di quelle di Giorgia, ma ne ha talmente tante che non ne sono sicuro. Anche la scarpa potrebbe essere una delle sue.
Cerco di avvicinarmi ancora ma qualcuno in divisa mi blocca.
“Per cortesia.”
Ma io adesso sono preso dal terrore
“Mi lasci passare, chi è quella donna?”
“Signore si calmi per favore”
“Riconosco la borsa!” urlo, anche se non so se sia vero. Ma ora mi sembra quasi di vedere Giorgia lì distesa.
Si avvicina un signore che ha assistito alla scena, da come si rivolge al carabiniere penso si tratti di un suo superiore.
“Stia calmo signore, come si chiama la donna che pensa di riconoscere?”
“Giorgia”, rispondo in preda al panico.
“Non è lei.”
Lo guardo, resto in sospeso per un attimo.
“Non è lei,” mi ripete lui, “Non si chiama così quella povera donna.”
Ricomincio a respirare.
“Tutto bene? Coraggio, è stato solo uno spavento.”
Annuisco e mi allontano di nuovo. Adesso noto anche un altro uomo, in piedi accanto all’auto con le quattro frecce ferma in mezzo alla strada. Piange. Anche lui ha di fianco qualcuno che lo ripara con un ombrello. Piange e ripete: “Non l’ho vista! Giuro, non l’ho vista! Pioveva forte, ho provato a frenare. Lo giuro.”
Vado via. Prendo la direzione dell’ufficio, però.
Devo riprendermi, lo spavento mi ha fatto passare improvvisamente la rabbia, ha fatto tornare la mia parte buona che per fortuna se ne sta sempre in un angoletto della mia testa, pronta a intervenire.
Mi resta la preoccupazione per Giorgia, il dubbio sul colloquio inesistente.
Poi sento vibrare il telefono nella tasca.
È lei. Mi sta chiamando.
“Pronto?”
“Daniele cosa vuoi?”
Mi torna in mente l’ultimo messaggio che le ho mandato: dove cazzo sei?
“Scusami, ero solo preoccupato perché non mi rispondevi.”
“Non mi prendeva il telefono. Daniele, non puoi fare così.”
“E il colloquio come è andato?” le domando a bruciapelo.
“Ma quale colloquio. Ho sbagliato settimana, il colloquio è giovedì prossimo.”
Mi sento un cretino adesso.
“Sono scesa giusto a prendere due cose per pranzo e sono tornata subito. Daniele dobbiamo parlare.”
“Scusa”, le dico ancora.
“Dico davvero, così non possiamo andare avanti.”
“Ho capito” Rispondo.
“Daniele.” Quando mi chiama per nome vuol dire che le cose non vanno.
“Daniele, mi spaventi”
Riattacco il telefono senza neanche salutarla.
Lo so, spavento anche me.
Sono di nuovo sotto la pensilina della fermata, adesso. La pioggia continua a cadere incessante. Cerco nella tasca interna il portafogli e recupero un biglietto da visita.
Dott.sa Giulia Chiambrini - Psicoterapeuta.
Ce l’ho da un po’ ma ogni volta che mi è venuto in mente di chiamare quel numero, alla fine, ho rinunciato con un pretesto. Stavolta chiamo davvero.
Sì, la chiamo davvero perché quando ho visto quel corpo, per un solo istante, un solo istante che non riesco a cancellare, io non ho temuto che sotto quel lenzuolo ci fosse lei. Io l’ho desiderato.

2Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Mer Dic 11, 2024 1:18 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

mamma mia, in che brutta situazione sta questo tizio...
beh, perlomeno se ne rende conto e prova a curarsi, il che è positivo.
ben scritto, scorrevole e con attimi di suspense che arrivano, trasmettendo la tensione che lo attanaglia.
piove, e questo fa sì che aderisca al tema, anche se mi pare preso di striscio.
in ogni caso lo trovo interessante.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Per un solo istante Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

3Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Gio Dic 12, 2024 11:02 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Volevamo un personaggio da detestare? Eccolo. Troppo cattiva? Forse, ma il personaggio così come impostato è talmente reale che fa quasi male leggere questo racconto. Un racconto che leggiamo ogni giorno nella realtà: uomini, anzi (e non me ne abbiamo gli autori in gara) maschi, che se non sono al centro dell’attenzione si sentono persi, che non si fidano, che vogliono avere il controllo. Che fanno paura. Una paura che in tante hanno sottovalutato, che tante hanno ascoltato ma non è servito a nulla, che tante hanno ascoltato e si sono salvate, anche se pagandone costi altissimi in termini di qualità della vita.
Sì, il protagonista si fa detestare, in questo la Penna è stata brava a delinearne in tal senso le sfaccettature.
Il finale vorrei vederlo positivo, per fortuna c’è chi comprende di avere un problema da risolvere, ma è una minoranza ancora troppo esigua, il cammino da percorrere irto di tante difficoltà che non tutti riescono a portare a termine. Ricadendoci. L’ultima frase è emblematica: o mia o di nessuno?
Ora, argomento e protagonista a parte, la scrittura è buona, il ritmo tiene bene, c’è stato un momento in cui la conclusione pareva scontata (al bar, con la notizia dell’incidente e poi l’assenza dei colloqui alla scuola): o lei muore nell’incidente o lui va a cercarla e… poi si va oltre, aprendo uno spiraglio di speranza.
La pioggia è un elemento importante in questo racconto, essa stessa protagonista inconsapevole.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

4Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Ven Dic 13, 2024 10:26 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Speriamo che la dottoressa Chiambrini, psicoterapeuta, sia brava davvero!
A parte la battuta, hai srotolato su carta la psicosi di quest’uomo malato con tutta la sua gravità patologica. 

Il racconto cammina sopra una lama angosciante. Parole e dialoghi sono finalizzati a questo,
a creare tensione, e ci riescono benissimo. ci hai portato a seguire il pensiero schizofrenico di quest'uomo, la su alogica malata, le sue paranoie. 
Si spera, almeno nel finale, che sia cosciente di aver bisogno dell'aiuto di uno specialista.

Per tutti quelli che non si rendono conto, purtroppo, e compiono gesti estremi.
Complimenti!

5Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Sab Dic 14, 2024 11:07 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Molto meno banale di quanto potrebbe apparire a una prima lettura magari un po’ superficiale, questo racconto colpisce il lettore proprio con le righe finali che danno pieno senso a tutto quanto letto prima.
Una normale storia d’amore in una normale giornata di pioggia finisce per rivelare molto di più, per raccontarci in maniera sottile e indiretta (e, secondo me, proprio qui sta la forza del racconto), con tanto “non detto” l’ennesima storia tra l’uomo che vuole possedere e la donna che potrebbe (Giorgia sembra consapevole della situazione) esserne la vittima.
Scritto bene, scorrevole e in grado di tenere il lettore avvinto, (segnalo solo un paio di refusi: soltanto la voglia di afferrarla per spalle; “Ma faccia attenzione!” “ma vaffanculo!”Accelero ancora) il racconto ha un punto di forza nel cambiamento che il lettore prova nei confronti del protagonista verso cui si passa da un iniziale simpatia ed empatia a un progressivo distacco fino al finale inevitabile.
Se ho ben capito quanto detto dal CDL, non ci siamo molto per quanto concerne il tema, qui la pioggia non è il tema ma l’ambientazione, senza pioggia ci sarebbe molto meno racconto, è vero, ma il tema centrale del racconto non sono certo la pioggia e la natura.


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Per un solo istante Badge-3

6Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Lun Dic 16, 2024 11:36 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Con soltanto due piccoli refusi da segnalare ("afferrarla per spalle", manca le; “ma vaffanculo!”, ci vuole la maiuscola), la lettura procede spedita e ci introduce sempre più a fondo nella mente di Daniele, fino a farci comprendere quanto sia contorta, schizofrenica; quanto lui sia indubbiamente possessivo. Fino a farci capire quanta violenza latente si cela dietro "la parte buona" ("Ma non cadi mai?!" indirizzato allo scooterista; il pugno sferrato sul volante, ecc).
Fino a svelarci l'inconfessabile desiderio che, anche "per un solo istante", attraversa la sua coscienza.
In questo frangente, il protagonista è consapevole di ciò che potrebbe succedere e cerca di correre ai ripari.
Nella stragrande maggioranza dei casi, purtroppo, tale consapevolezza non esiste o non è abbastanza forte  da arrivare in superficie e troppe compagne, amiche, mogli, fidanzate ne subiscono le conseguenze, troppo spesso estreme.
Una storia potente e coinvolgente, con anche - si spera - un finale positivo.
Complimenti davvero.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

7Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Ven Dic 20, 2024 8:33 am

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Ho letto con attenzione questo racconto. 
La scrittura, fluida e diretta, mi ha permesso di procedere senza difficoltà.
Anche in questo caso, la storia è uno spaccato di vita quotidiana del protagonista e fotografa bene la condizione sentimentale di molte persone.
Nonostante quanto appena detto, ho faticato a sentirmi coinvolto a livello emotivo.
Forse Giulia è rimasta troppo sullo sfondo; è una presenza importante, meritava una caratterizzazione maggiore.
Il titolo è bellissimo!

8Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Ven Dic 20, 2024 12:14 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

A me questo racconto nella sua raccapricciante normalità è piaciuto da matti. E riesco pure a comprendere il protagonista nella sua eccezione estrema. Ci tornerò sopra, dopo il mio caffè.
Non mi sento uno strano nel giustificare i protagonisti, di storie e comportamenti simili ne ho incontrato parecchi. Mi complimento per il coraggio dell'autore nel mostrarli senza censura alcuna, confortato da un certo distacco specialmente nel dialogo finale con la donna.
Sei nel mio podio, amico






9Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Dom Dic 22, 2024 9:15 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Il racconto riesce a catturare l'attenzione del lettore con una narrazione ben strutturata, capace di evocare tensione e introspezione. La psicologia del protagonista è il cuore pulsante della storia, con un crescendo emotivo che sfocia in un finale potente e disturbante. Il ritmo è fluido, anche se alcuni dettagli atmosferici e riflessioni interne appesantiscono leggermente il flusso.
La pioggia è utilizzata in modo eccellente, non solo come sfondo atmosferico ma come metafora delle emozioni del protagonista: il caos interiore, il senso di oppressione, l'incertezza. La pioggia, costante e implacabile, sottolinea il senso di inquietudine e isolamento, diventando una parte integrante della narrazione.
Il narratore è estremamente convincente, con una caratterizzazione profonda e sfaccettata. La sua paranoia, la rabbia repressa e l'autoconsapevolezza dolorosa si intrecciano per creare un personaggio complesso e disturbante. Tuttavia, l'insistenza sulla sua ossessione rischia a tratti di diventare prevedibile. Il colpo di scena finale eleva il suo ruolo, mostrando una verità crudele che rende il racconto memorabile.

10Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Dom Dic 22, 2024 3:03 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Altro bel personaggio il tuo Daniele, autore. La pioggia fa da ambientazione a una storia di “ordinaria follia” non è certo il tema del racconto, ma a me questa storia è piaciuta parecchio per il suo crescendo. Daniele entra in punta di piedi e poi si prende la scena con tutte le proprie nevrosi e insicurezze. Davvero fulminante il finale. Complimenti

11Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Dom Dic 22, 2024 3:50 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Storia che parla di un amore malato, ossessivo, come probabilmente ce ne sono tanti.
Le relazioni umane sono un casino e comunque faccio sempre fatica a capire certi eccessi, anche se poi non dovessero scaturire in fatti criminogeni. 
Mi riferisco al controllo che si vuole imporre sull'altro, che porta inevitabilmente a un allontanamento: dove sei? Con chi sei? Perché non mi hai risposto subito? Cosa facevi?
Atteggiamenti patologici che non riesco a comprendere.
Il racconto è scritto bene, ti fa entrare nella mentalità del protagonista, ma tutto scorre in maniera piuttosto lineare e prevedibile.
Almeno sino all'ultima riga, quella riga finale che rappresenta il famoso guizzo a cui spesso molti, me compreso, fanno riferimento.
Quell'ultima riga è un'intuizione notevole che fa risplendere in un baleno tutto il testo e il titolo stesso.
Non so se questo basterà a farlo piazzare in alto, di certo serve a sollevarlo dalla mera sufficienza.

12Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Dom Dic 22, 2024 8:05 pm

Albemasia

Albemasia
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un monologo interiore che parte in sordina e poi sale in un crescendo che fa temere un'evoluzione quasi inevitabile verso il peggio.
Interessante costruzione di un personaggio che pare "normale", ma che invece nasconde in sé i semi di una violenza di cui talvolta non è consapevole ("Ma non cadi mai?!'", "Do un pugno al volante"), ma altre volte - per fortuna - sì ("Io l'ho desiderato").
Molto defilata Giorgia, ma in fondo è solo la spalla del protagonista, il cui scopo è quello di far emergere sempre di più la caratterizzazione di lui. Anzi, tutto sommato mi piace come l'autore/autrice sia riuscito/a a delineare quanto basta il personaggio femminile, in poche, ma determinanti pennellate. 
La pioggia permea tutto il racconto, sembra quasi di sentirla tamburellare alla finestra, ma non riesco a configurarla come tema centrale del racconto.
Che resta sicuramente un gran bel racconto.

13Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Mer Dic 25, 2024 9:42 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

La cosa che sembra funzionare di più è l'evoluzione del personaggio, se si voleva costruire un personaggio negativo il risultato è stato ottenuto. Il racconto cattura l'attenzione e scorre piacevolmente.
Bello il finale davvero inaspettato, una presa di coscienza che lascia almeno una speranza.

Grazie

14Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Gio Dic 26, 2024 4:05 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): diversi errori e imprecisioni, specialmente nella punteggiatura:
  • Punteggiatura a fine dialogo a volte dentro (meglio) e a volte fuori dalle virgolette; uniforma; a volte invece manca del tutto.
  • Un po’ di confusione nella trascrizione dei messaggi: non si capisce bene dove finisce uno e incomincia l’altro, e gli a capo sono poco comprensibili. Poiché il dialogo da remoto dei due è importante, questa confusione era da evitare.
  • “Lo apro, per fortuna è sano”; un ombrello sano?
  • “è facile che ritardi un po’”: manca il punto finale;
  • “corretto co un po’ de sambuca” e poi: “co st’acqua” e anche: “… co tutta la macchina!”; poiché sei stato attento a marcare il dialetto fin qui, anche in questo caso: co’ ; volendo, poi: ‘a machina;
  • “Ma cosa ci vuole a dare un’occhiata al telefono e rispondere che è tutto ok.” Anche se si tratta di una domanda retorica, serve punto interrogativo finale.
  • ““Succede, non si preoccupi””; manca il punto finale, qui e in altri elementi di dialogo.
  • “Riprendo il telefono con una mano”: manca il punto finale qui e in diverse frasi seguite dall’a capo.
  • ““ma vaffanculo!””; maiuscola su ‘Ma’.

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, plausibilità narrativa, finale…): Una storia di stalking, narrata dal punto di vista di un uomo disturbato; il pathos c’è, lo stronzo emerge come tale, ma il tema di questo step di Pachamama è molto lontano.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): alcuni artifici stilistici non sono riuscitissimi; per esempio: “ci lavora per lo più da solo, tranne al mattino presto e a pranzo che si fa aiutare da una signora che poi ho saputo essere sua madre.” Tutto questo giro di parole per dire che si fa aiutare dalla madre; forse un tempo, all’inizio, per il protagonista era “una signora” e poi, entrando in confidenza, ha saputo essere la madre; ma ora, in questo momento della narrazione, a nessuno verrebbe in mente di dire “si fa aiutare da una signora che poi ho saputo essere sua madre” ma, semplicemente, “si fa aiutare da sua madre”. Sono sciocchezze che però spezzano il ritmo narrativo, creano divagazioni inutili (in questo caso addirittura contorte).
Inoltre: di fronte a racconti di questo tipo mi chiedo quale sia la funzione sociale della letteratura. Intrattenere e divertire? Non sarebbe certo questo il caso. Insegnare e ammonire? Che ci siano uomini stronzi e patologicamente disturbati lo so già, e non sarà la forma fortemente didascalica di questo racconto a insegnarmi qualcosa di nuovo. Il racconto è pure scritto abbastanza bene, il montare della rabbia dell’uomo ha i giusti tempi, la sua patologia viene evidenziata pian piano, in un crescendo; tutto bene. La domanda finale è semplicemente questa: e quindi? Dopo averlo letto mi sentirei meglio, peggio, uguale?. I temi sociali (vorrei dire ‘politici’) vanno affrontati - in letteratura - in maniera tangenziale, indiretta, entro narrazioni con un loro senso. I grandi autori italiani del Novecento ce l’hanno ben insegnato. Dispiegare solo la patologia del protagonista di questo racconto ha poco della narrazione e un po’ troppo del sociologismo. Comunque, per rimanere sul tema della qualità narrativa: poco da eccepire.


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Io vengo da una razza famosa per il vigore dell’immaginazione e l’ardore della passione (E.A. Poe, Eleonora).
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15Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Ven Dic 27, 2024 12:14 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto interessante, il cui pregio principale è di essere riuscito a costruire bene sia la tensione narrativa (da un certo punto in poi ci si chiede come finirà la storia perché si è creata empatia con la situazione) sia la mania di controllo, quasi un'ossessione, del protagonista.
Il finale buono, con possibilità di redenzione, è una scelta che non mi è dispiaciuta; ce n'erano tre possibili: redenzione, nulla cambia e finale tragico, solo quello tragico sarebbe stato secondo me scontato.

La cosa veramente interessante, al di là dell'ottima raffigurazione dell'ossessione di controllo, sarebbe stato l'indagare le ragioni per le quali il protagonista ha sviluppato questa mania. Non ti sarebbero bastate le righe, beninteso, ma è un aspetto che spesso viene dato per scontato.
Certe persone sono cattive e basta, sono maschi anziché uomini, tutto molto semplificato. Invece è proprio la psicologia a dirci che dietro comportamenti ossessivi ci sono sempre traumi o incapacità irrisolte, per cui non sempre il cattivo è cattivo in quanto tale, e raramente c'è davvero una colpa del soggetto dietro il trauma subito.
Altro aspetto che nessuno considera mai, ma di nuovo, non è una critica al racconto, è che il potere di scelta, nelle relazioni, ce lo hanno le donne. Il fatto che uomini con traumi irrisolti alle spalle siano immancabilmente inseriti in relazioni sentimentali la dice lunga sulle capacità di giudizio di molte donne nella scelta dei partner.
Che vogliamo fare, il mondo va così.

Tornando al racconto, la scrittura mi è sembrata ottima, al di là di qualche passaggio già evidenziato da altri commentatori.
Il tema invece mi pare che non sia centrato. Qui il tema è proprio l'ossessione di controllo, la paranoia anche, non la pioggia che ne è solo la (pur ottima) cornice e quasi co-protagonista.

Come errore, non penso fosse voluto, c'è sicuramente da segnalare la cattiva gestione visiva dei messaggi all'inizio della storia. Gli accapo sembrano casuali e molto confusionari.

16Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Ven Dic 27, 2024 5:26 pm

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Direi che la pioggia è presente ed anche essenziale per la trama del racconto.
Il protagonista mostra tutta la sua fragilità emotiva con i continui passaggi dalla rabbia alla comprensione.
Finale non stereotipato con la consapevolezza delle proprie ossessioni. 
Lettura gradevole e scorrevole, i messaggi inviati sono in linea con il corrente lessico.                          Un buon lavoro.


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Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

17Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Sab Dic 28, 2024 4:36 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Il racconto mi è piaciuto. Usare come protagonista un "cattivo" è sempre difficile perché il lettore, o almeno io quando faccio il lettore, ha sempre bisogno di empatizzare con il personaggio principale, ancor più se è l'io narrante.
il racconto scorre, è piacevole, la vicenda - a parte forse la storia dell'attesa fuori scuola, rimane sempre avvincente.
Sinceramente non mi è del tutto soddisfatto il finale "buonista". Accorgersi di quanto si stia sbagliando in questi casi penso che sia molto difficile: anzi ritengo che nella mente contorta di uomini (e magari anche donne) che ragionano così c'è l'idea che sia colpa degli altri anche la loro cattiveria.
Comunque una bella prova, bravo/a

18Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Lun Dic 30, 2024 10:54 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Non male come rappresentazione della paranoia. Il rischio di racconti di questo genere è che non ci sia un'evoluzione, né del personaggio paranoico né dei comprimari. Alla fine ciò che evolve è la consapevolezza di chi legge o, come in questo caso, la nebbia sui fatti narrati si dissolve e capisci cosa stai leggendo.
La pioggia c'è ma potrebbe essere sostituita con il vento, per esempio. Comunque è bene integrata nella narrazione, anche se non è un vero e proprio tema.
Ribadisco la buona narrazione per ciò che potrebbe essere una rappresentazione verosimile della paranoia.

Grazie e alla prossima.


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19Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Ven Gen 03, 2025 9:59 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Beh, meglio che Daniele parli con la psicoterapeuta prima di parlare a quattr'occhi con Giorgia. Non si sa mai, al giorno d'oggi. 

Il racconto è scritto bene secondo me, ha un buon ritmo e la tensione è palpabile.

Tensione che poi sta tutta nella testa del buon Daniele il quale, comunque, non mi sembra irrecuperabile nella sua ossessione, proprio perché consapevole della sua condizione per così dire anomala. E la conferma viene dalle battute finali, quando dichiara apertamente di aver desiderato che la donna investita fosse la "sua" Giorgia. 

Grazie.

20Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Ven Gen 03, 2025 10:51 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo racconto è una piccola e speciale Matrioska che si apre lentamente e scava sempre più giù, nel profondo del protagonista. Trovo che nel testo tutto sia ben ponderato ed efficace e l'autore è davvero bravo a trascinarci nella lenta discesa nel disagio e nell'ossessione di Daniele.
La bella scrittura, il ritmo sempre più frenetico e una struttura solida concorrono alla costruzione di questa storia che mi ha lasciata piacevolmente colpita.
Inizia con i toni pacati dell'amore, per continuare con una gelosia sempre meno velata che diventa poi ossessione, brama di controllo e poi ossessione, fino al desiderio di recare dolore, di augurare la morte, fino all'inaspettata e apprezzatissima presa di coscienza, all'ammissione inammissibile di avere un problema, un grosso problema.
Tutto descritto e raccontato davvero bene.
Daniele riesce ad ammettere ciò che in molti trovano impossibile fare: riconosce di avere un problema e grazie a questo atto che non è per niente scontato, si regala la possibilità di avere un futuro migliore.
Bello il testo, efficace l'esposizione e magnifico il messaggio.

21Per un solo istante Empty Re: Per un solo istante Gio Gen 09, 2025 11:34 am

Achillu

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