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L'abbraccio infinito

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1L'abbraccio infinito Empty L'abbraccio infinito Dom Dic 08, 2024 4:37 pm

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Ma dove sono finita? Pioggia e vento premono, insistono, spingono da ogni direzione e creano un sinistro concerto. Sono entrata nella prima casetta con la porta aperta, senza chiedere il permesso a nessuno. La stanza è lunga e stretta, assomiglia a un deposito più che un’abitazione. I proprietari avranno accolto l’invito dell’esercito pakistano e saranno scappati. Ormai da diversi giorni, gli altoparlanti ripetono di abbandonare l’area intorno al fiume Chenab, a causa dell’imminente arrivo dell’ennesimo uragano.
Il mio vestito, verde corallo, è inzuppato di acqua, le gocce cadono sui piedi nudi e tremo per il freddo. Lo sguardo vaga, si perde nella desolazione della stanza. Nonostante ci sia una piccola finestra, la visibilità è scarsa, soprattutto verso il fondo. Alla mia destra, alcuni sacchi, di diverse dimensioni, sono appoggiati vicino alle pareti, insieme a una ruota sgonfia, con il cerchione arrugginito; appartiene di sicuro a qualche carretto o a un risciò. Nell’angolo più buio, opposto al punto in cui mi trovo, intravedo un giaciglio, probabilmente di paglia, su cui c’è qualcosa che non riesco a definire. È immobile, anzi, no, si muove! Trattengo il respiro, cerco con fatica di mettere a fuoco l’oggetto delle mie attenzioni. Si tratta di un animale o di una persona? Allungo le mani, nella speranza di trovare un oggetto per difendermi in caso di attacco. Sono attimi lunghissimi, non so come comportarmi. Vento e pioggia insistono nella loro azione, il rumore è martellante, amplificato dall’ansia che si è impossessata di me. Si è mosso, sì è mosso per la seconda volta! Scorgo due punti bianchi, forse sono… occhi! A chi appartengono? Le vibrazioni del metallo, di cui è costituita la baracca, riverberano il suono, lo prolungano all’infinito. È un miracolo che finora sia rimasto tutto in piedi. Raccolgo un sassolino e lo lancio. Un gemito, una conferma: non sono sola! Il verso proviene da una persona, ne sono sicura. Batte forte il mio cuore, eppure, non posso aspettare oltre. La curiosità ha la meglio sulla paura.
«C’è qualcuno?»
Nessuno risponde, eppure percepisco una presenza. Nonostante sia nascosto dall’oscurità, c’è un corpo che parla, si agita e freme. Prendo di nuovo l’iniziativa.
«Ora mi avvicino, non ho cattive intenzioni.»
Insisto, non ho alternative. «Mi chiamo Ikram. Ho bisogno di un riparo, giusto il tempo di riprendermi e poi me ne vado.»
Faccio un passo in avanti, molto lentamente e poi un altro ancora. L’istinto non conosce la prudenza, si fida solo delle proprie sensazioni. Intravedo una mano afferrare qualcosa che assomiglia a una stampella di legno. Persevero nella mia azione, incurante del rischio e continuo a lanciare messaggi rassicuranti.
«Non sono pericolosa. Chiedo solo la tua ospitalità per poche ore.»
Proseguo, conquisto altri metri. Con grande fatica, riesco a mettere a fuoco la parte più buia della stanza. Sul giaciglio c’è una ragazza, con la schiena appoggiata alla parete. Ora la figura si distingue meglio. È magra e… le manca una gamba, quella sinistra. La giovane donna potrebbe avere ha la mia età, quindici anni, ma il buio mi impedisce di definire meglio le fattezze fisiche.
Un boato mi fa sussultare. Forse una baracca, simile alla nostra, è stata travolta dalla forza delle acque: quanto potrà resistere la nostra? Attendo per qualche attimo, poi riprendo a parlare.
«Ora mi siedo vicina a te; ho camminato tanto e sono stanca». Percepisco il suo disagio. Ci scrutiamo e ci studiamo in silenzio. In testa ha un velo, scuro come il vestito.
«Mi piacerebbe sapere come ti chiami.» La padrona di casa non si aspettava la mia richiesta. Poi, con un filo di voce sussurra: Noor. Sentire il suo nome mi induce a essere ottimista. Sorrido, soddisfatta di me stessa.
«Come mai sei da sola? Dove si trova la tua famiglia?» Noor non risponde, gira la testa, evita il mio sguardo. La comprendo, conosco bene il fastidio che si prova quando le persone ti chiedono di parlare della sfera personale. Non insisto, restiamo entrambe in ascolto della voce assordante dell’uragano e dei nostri pensieri. Ho freddo, istintivamente mi avvicino e… l’abbraccio.
«Scusa, ho i brividi e ho bisogno di calore.»
È tesa Noor, non credo sia abituata ai gesti di affetto. A differenza sua, il mio carattere mi porta ad accorciare le distanze. Ho sempre avuto un estremo bisogno di contatto fisico, una necessità che in tante occasioni ha attirato su di me le critiche dei parenti e dei vicini.
Con il trascorrere dei secondi l’iniziale diffidenza scompare, scema la tensione e il nostro l’abbraccio diventa piacevole. Ho un sussulto. Mi tocco il ventre, qualcosa si è mosso dentro di me.
Sento il bisogno di giustificare la mia irruzione nella baracca. «Scusami, sono entrata come una ladra. Ero disperata». Faccio una pausa, con la mano tocco la paglia su cui sono seduta: è umida. «Perdonami, ti ho bagnato il lettino, ora mi sposto.»
Noor mi stringe il braccio, mi vuole vicina a sé. Poi, in modo inaspettato, con tono indagatore, pronuncia il nome del paese in cui ci troviamo.
«Urs?»
Sono spiazzata. Cosa vuole sapere? Se sono di Urs o il motivo per cui sono arrivata fino al suo villaggio? Esito, sono coraggiosa e determinata, ma detesto esporre le mie fragilità. E poi, perché Noor non si esprime come tutti? Le manca una gamba, non la lingua! Mi stacco da lei, nel tentativo di sottrarmi alle gocce che hanno iniziato a cadermi sulla testa.
Decido di rispondere. «Non sono di Urs, abito vicino a Multan. Ho camminato per ore alla ricerca di mia cugina. Credevo di trovarla nascosta nella fortezza, un luogo bellissimo che lei adora. Nei mesi scorsi l’hanno costretta a sposarsi contro la sua volontà. Per questo motivo è fuggita, ha approfittato dell’uragano. Tra l’altro è incinta, è davvero una pazza!»
Noor mi guarda perplessa, forse non crede alle mie parole. È buffa la mia nuova amica, ha il viso da donna e il modo di muoversi di una bambina. Sento ormai gli schizzi di acqua ovunque, le lamiere non riescono più a limitare il loro passaggio. Stringo Noor a me. Accarezzo i suoi capelli e riprendo il discorso con un filo di voce.
«Vuoi davvero sapere perché mia cugina è scappata?» Noor annuisce.
«Amin, suo marito, la picchiava e la costringeva a fare delle cose molto brutte. Lo conosco bene, è un violento, come la maggior parte degli uomini.»
Avverto il corpo di Noor irrigidirsi, le mie parole le hanno provocato una reazione nervosa. La osservo. Una lacrima scivola lungo il viso, lambisce il naso e si perde sul labbro superiore. Piange… il suo turbamento mi fa riflettere. Una donna senza un uomo è considerata una nullità. La mancanza della gamba le ha causato, oltre alla sofferenza fisica, un immenso dolore interiore. A Noor è stata negata anche la possibilità di avere un marito bastardo. Non so cosa sia peggio.
Un’onda emotiva mi travolge e istintivamente l’abbraccio più forte: entrambe abbiamo un bisogno disperato di affetto. Dopo l’iniziale resistenza, il suo corpo si abbandona al mio.
Le sussurro dolcemente: «Ora non sei più sola, ci sono io con te. Ti voglio bene.»
Un fragore interrompe la nostra parentesi affettuosa. Una parte del tetto precipita a terra, dalla parte opposta, verso la porta. Siamo state fortunate, poteva cedere l’intera copertura e schiacciare i nostri corpi.
Mi rendo conto che il giaciglio di paglia è sempre più bagnato. Aiuto Noor a spostarsi verso due sacchi ancora asciutti. «Mi dispiace per il tuo lussuoso letto», affermo. Sorridiamo, adoro sdrammatizzare, in particolare quando le situazioni sono complicate. Mi accarezzo di nuovo il ventre. Il movimento della mia mano non passa inosservato. Noor, a sua volta, mi sfiora la pancia, ha capito tutto…
L’acqua è ormai ovunque, entra senza sosta dal varco che si è aperto sul tetto. Non so per quanto tempo resterà in piedi la reggia di Noor, eppure non sono preoccupata, è una sensazione che non riesco a spiegare.
È perspicace la mia compagna di sventura, non ha senso continuare a negarle la verità.
«Hai ragione, sono incinta! Prima parlavo di me, non di mia cugina. Sono esasperata, non sopporto più le violenze di mio marito; pensa che mi ha pestata anche dopo avere saputo della gravidanza. Detesto lui e la sua famiglia». Mi fermo, senza rendermi conto ho alzato il tono della voce. È bastato rievocare la situazione familiare per scatenare in me la rabbia e un profondo turbamento. Attendo, in attesa di recuperare la lucidità necessaria per proseguire. Respiro profondamente.
«I miei genitori mi hanno venduta per sfamare l’intera famiglia, almeno così mi è stato detto. È successa la stessa cosa a tante mie amiche. Una di loro, Adila, si è persino suicidata, ha resistito solo una settimana». Fatico a proseguire.
«Credimi, Noor, ho provato a essere una brava donna di casa, ho obbedito, ho subito, ma c’è un limite a tutto». Fisso lo squarcio che si è aperto sul tetto, lo sguardo si perde nel grigiore del cielo.
«Noor, io non sono come mia mamma, lei ha sempre sopportato ogni genere di umiliazione. Preferisco morire, piuttosto di essere la schiava di Amin e della sua famiglia. Perdonami se ti ho mentito, sono una irri...»
Soffoco la parola in un mare di lacrime, non riesco più a trattenerle. Ora è Noor che mi stringe forte, è bellissimo! Restiamo abbracciate per diversi minuti, finché il rumore di un motore mi ridesta dal torpore emotivo in cui sono caduta.
«A tutti gli abitanti, uscite dalle vostre case, vi portiamo al sicuro». La voce proviene da un megafono, suppongo appartenga a un militare dell’esercito pakistano intento a evacuare l’area. Avverto anche delle voci femminili, forse arrivano dalle abitazioni vicine.
«Mi sentite? Chiunque si trovi all’interno deve uscire, è un ordine!»
L’invito è rivolto a noi, da parte di una persona che suppongo sia davanti all’ingresso. La porta si apre. Noor mi fissa, con i suoi occhioni, implora il mio silenzio. A lei non serve parlare, la sua espressività non ha eguali. L’assecondo, restiamo ferme, sdraiate tra i sacchi e la parete. Sono attimi interminabili, entrambe speriamo di restare invisibili. Le nostre preghiere vengono ascoltate, la penombra ci nasconde, impedisce di venire scoperte.
Ci guardiamo sorridenti. L’unico futuro che vogliamo è il nostro presente, l’abbraccio reciproco. Siamo un corpo unico, non servono altre parole o spiegazioni.
Il rumore del motore ci conforta. Lo sentiamo allontanarsi, fino a perdersi, nella sinfonia funebre delle gocce, che continuano a cadere dal cielo.
Chiudo gli occhi per l’ultima volta. Li riaprirò nel Nirvana, insieme a Noor e al mio bambino.

2L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Mer Dic 11, 2024 11:43 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

una storia che si può tranquillamente definire commovente.
tra l'altro sappiamo bene come sono considerate le donne in certi paesi, quindi è attinente alla realtà.
non ho notato refusi particolari, mi pare ben scritto.
diversa l'opinione sull'esposizione. le descrizioni sono buone, ma il tutto pare alquanto irreale.
perbacco, succede anche di peggio, lo so, però il racconto fila via in maniera per me anomala, pur raccontando un episodio possibile.
non riesco a spiegarmi bene, mi spiace.
concludendo, lo trovo affascinante e degno di merito, anche se mi manca qualcosa.


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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

L'abbraccio infinito Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

3L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Mer Dic 11, 2024 11:59 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Davvero un bel racconto, intenso pur nella sua brevità. Una storia di amicizia che nasce in un momento in cui il mondo pare crollare attorno alle protagoniste, fisicamente e metaforicamente. Le donne contano davvero niente in certi paesi: oggetti, schiave, sacrificabili, svolgono solo mansioni che, pur appartenendo a praticamente tutte le culture, non consentono sbocchi, crescita o miglioramento culturale.
Ma le protagoniste, pur con le loro storie drammatiche, si sostengono, si comprendono.
Forse nella realtà le cose andrebbero diversamente: la guerra  inaridisce, la sopravvivenza porta inevitabilmente a grandi egoismi, ma rimane sempre la speranza che storie belle esistano davvero.
La storia, semplice e al contempo complessa, è gestita con una bella scrittura, dal ritmo sostenuto che porta il lettore in quella stanzetta, trasmettendo le emozioni di un momento molto difficile: la pioggia che porta distruzione, il freddo, la paura, ma anche la solidarietà che parrebbe quasi un’utopia visto quanto sta accadendo.
Il finale un po’ mi ha spiazzato: non so se ho interpretato correttamente, ma immagino che le due ragazze muoiano, travolte dal fango e da quel che resta della casupola. Ma diversamente, quale sarebbe stato il destino di una ragazzina mutilate e una donna incinta, per giunta fuggita da una famiglia che si sarebbe sentita disonorata dalla sua fuga?


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

4L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Gio Dic 12, 2024 12:49 am

Albemasia

Albemasia
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un bel racconto, intenso, commovente, ma non banale o sdolcinato.
Diversi racconti di questo step sono declinati al femminile, curioso se si considera che mediamente gli autori sono in numero ben maggiore delle autrici in questa competizione. 
Questa storia porta alla luce la condizione delle donne in alcune culture, con le conseguenze sulle loro esistenze che ben conosciamo, purtroppo. E qui si sente forte la mano del cielo che con i suoi monsoni detta legge in certi angoli del mondo, dove ha potere di vita e di morte. 
Mi ha colpito l'intraprendenza e il moto di ribellione che domina la protagonista, forse un poco inatteso in una ragazza che è stata cresciuta nell'obbedienza e nel rispetto delle regole imposte dalla  famiglia e dal villaggio, però chissà, forse davvero Ikram è diversa.
Non mi stupisce, invece, l'esito della vicenda: quale futuro possono avere due donne marchiate, l'una dalla sorte e l'altra dal disonore? 
Meglio restare abbracciate per sempre, almeno per tutto il lungo viaggio che le porterà, si spera, nel Nirvana.

5L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Sab Dic 14, 2024 11:08 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto che non mi lascia affatto indifferente visto il tema trattato, quello della condizione della donna in paesi come, appunto, il Pakistan (e non solo!) che mi sta molto a cuore.
Pur nella sua brevità, il racconto dice tutto quello che deve dire e lo fa in maniera perfetta, senza cadere inutilmente in moralismi che attirino l’attenzione e la piaggeria del lettore: non ce ne è bisogno, è sufficiente narrare le cose così come stanno.
Ottima la scrittura, con il giusto timbro in relazione a quanto descritto, elegante e senza refusi.
Un racconto quasi perfetto se non fosse per il “famigerato” tema, in questo step vivisezionato più che mai: se ho ben interpretato l’intervento del CDL qui siamo appena appena al limite, tema sfiorato ma non completamente centrato.


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L'abbraccio infinito Badge-3

6L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Lun Dic 16, 2024 9:03 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

La prima cosa che ho pensato, finito il racconto, è stata: "non lo so". Non so esprimere un giudizio completo. 
C'è sicuramente una buonissima qualità della scrittura, ma qualcosa non mi convince. Alla seconda lettura mi è saltato alla mente un particolare: Noor pronuncia soltanto due parole: Noor e Urs. 
Non so se la cosa sia voluta, fa quasi pensare che in realtà Noor non esista, sia una specie di proiezione di Ikram, ma così mi suonerebbe ancora meno.
Tutto il comportamento e il monologo di Ikram mi sembrano inverosimili: l'abbraccio improvviso, il continuo parlare, le battute per sdrammatizzare e poi l'abbandono ad un destino che probabilmente le porterà alla morte. 
Anche questa decisione, se l'ho compresa correttamente, contrasta con lo spirito ribelle di Ikram.

Insomma mi dispiace perché chi ha scritto questo racconto sa scrivere, non c'è alcun dubbio. 

Per quello che riguarda il tema: la pioggia c'è ed è importante, visto che decide il destino delle due ragazze. Il tema ambientalista non era mai stato vincolante, almeno fino a questo step. 

Grazie

7L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Mar Dic 17, 2024 2:10 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Breve e toccante spaccato della condizione femminile in certi Paesi (qui è il Pakistan, ma cene sono purtroppo molti altri), il racconto si giova di una bella scrittura, sicura e senza errori, che porta il lettore a immedesimarsi senza sforzo nelle situazioni e sensazioni della protagonista.
La storia può somigliare a quella di mille altre donne, ma ha il pregio di non cadere mai in pietismi o moralismi fini a se stessi. E anche il finale - con la morte delle due ragazze - appare come l'unica via d'uscita da un mondo che non offre speranze.
Tuttavia, non posso fare a meno di segnalare alcune criticità.
A partire proprio dal finale, che, nonostante possa sembrare la logica conseguenza della situazione, stona molto con il carattere poco incline alla sottomissione o alla disperazione che Ikram mostra fin dalle prime battute. Si è ribellata alla sua situazione, è fuggita dal suo aguzzino, e poi china così la testa? Tanto valeva seguire la sorte della sua amica Adila.
Un'altra situazione stridente è il contrasto esagerato fra le due ragazze. Mentre Noor pronuncia appena due parole, Ikram, al confronto, appare quasi logorroica: tira fuori un torrente di parole che potrebbe far conocorrenza alla pioggia che cade. Ma, alla fine, sembra che proprio Noor e il suo carattere rinunciatario prendano il sopravvento e riescano a contagiare anche Ikram, spegnendo completamente la sua volontà.
Molte luci e qualche ombra, in un racconto da tenere indubbiamente in considerazione.
M.


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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

8L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Mer Dic 18, 2024 10:08 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Bel racconto anche commovente, ma con qualche ombra, almeno nell’evoluzione della conoscenza delle due ragazze.
 «Ora non sei più sola, ci sono io con te. Ti voglio bene.» si conoscono da troppo poco tempo per essere così in confidenza.
Di Noor ci dici poco e lei parla ancora meno. Vive da sola, abbandonata, per la sua condizione, dalla famiglia come un animale. 
La decisione di non accettare gli aiuti va oltre la libera scelta. Accettano passivamente il loro destino, figlie di quella stessa cultura che non le reputa degne di essere altro. 
Non so, per loro avrei scelto un altro finale, con un briciolo di speranza, ma ho ammirato la tua bravura nel descrivere la loro triste e terribile condizione. 
Buon lavoro.

9L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Gio Dic 19, 2024 3:41 pm

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Devo avere letto da qualche parte che le devastazioni causate dalle piogge monsoniche, diventate sempre più violente in molti paesi asiatici, stanno aggravando la situazione economica delle famiglie che vivono di agricoltura. Il risultato è un ritorno ai matrimoni imposti dalle famiglie a tante ragazzine ancora adolescenti. Se non ricordo male le chiamano le figlie del monsone.
Credo che il racconto prenda spunto da questa notizia.
L’inizio è un po' didascalico, ma nel prosieguo la narrazione diventa più fluida fino a un finale tenero, nonostante la drammaticità dell’epilogo.

10L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Dom Dic 22, 2024 8:31 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

scema la tensione e il nostro l’abbraccio (togliere l’articolo)
Il racconto è ben scritto e si fa leggere senza fatica. La tematica è attuale, ma la scelta di descrivere uno spaccato di vita delle donne del Pakistan la trovo un po’ stereotipata. Forse sarebbe stato più efficace e toccante se la storia avesse riguardato una donna di “casa nostra” perché sulla condizione femminile di certi paesi si è già detto molto, ma credo che analoghe situazioni possano trovarsi parecchio vicino a noi.
Mi chiedo a cosa servisse sottolineare il colore del vestito (verde) di Ikram. Mi spiego. Trovo che all’inizio del racconto ci sia una lucida ricerca nel far percepire al lettore l’ambiente semibuio con tutta una sequela di dettagli. Poi il focus vira su Noor ma tutto diventa “sospeso”. Forse la ragazzina mutilata è stata abbandonata al proprio destino dalla famiglia in fuga per la salvezza. C’è un muto “riconoscimento” di una condizione simile tra le due giovani. Entrambe abbandonate dalle famiglie, entrambe bisognose d’amore, con l’aggravante della gravidanza di Ikram. Ecco, il finale tragico presumibile della vicenda, con le due che scelgono “la fuga” dalla vita perché rifiutano di farsi salvare, mi ha lasciata proprio male.
Forse Ikram accetta di buon grado la possibile morte, ma per Noor sarà altrettanto?
Il finale proprio non mi ha soddisfatta.



11L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Lun Dic 23, 2024 10:40 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Il racconto è denso di significati, capace di coniugare un'intensa narrazione emotiva con un'ambientazione atmosferica simbolica e suggestiva.
La pioggia, il vento e il cielo plumbeo sono più che uno sfondo: diventano veri e propri protagonisti della storia. Rappresentano una minaccia costante e un riflesso del tumulto interiore dei personaggi. La forza distruttrice dell'uragano sottolinea il senso di precarietà e vulnerabilità, mentre il grigiore del cielo amplifica la sensazione di oppressione. Tuttavia, proprio in mezzo alla devastazione atmosferica, emerge il contrasto con l’intensità dell’abbraccio tra le due protagoniste, un gesto che diventa una sorta di rifugio spirituale e simbolo di resistenza.
Ikram, la narratrice protagonista, ci conduce attraverso un viaggio non solo fisico ma soprattutto interiore. La sua voce in prima persona rende il racconto intimo e autentico, coinvolgendo il lettore nelle sue paure, speranze e fragilità. La narrazione permette una profonda immersione nella sua psicologia e nelle sue emozioni, rendendo palpabile il legame con Noor. Ikram evolve durante il racconto, passando da una condizione di paura e solitudine a un senso di appartenenza e protezione reciproca.

12L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Mar Dic 24, 2024 6:24 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto triste e intenso che trascina in una dimensione che non conoscevo. Ma sono tante le dimensioni che non conosco. Da ragazzo leggevo spesso della fame in India e stupidamente non la consideravo un grosso problema per me che conoscevo l'India solo attraverso un gruppo musicale famoso.
D'accordo, il mio commento fa schifo, ma non lo cancello, anche perché non saprei scrivere nulla di interessante, almeno come hai fatto tu con queste due donne pakistane. Nulla è troppo lontano da non meritare attenzione, anche perché prima o poi un po' di quel dolore ci sfiorerà.

13L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Gio Dic 26, 2024 12:13 am

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto onesto che, attraverso i monsoni, mette la lente sulla condizione delle donne in Pakistan.
È un racconto senza speranza, carico di abbandoni, di soprusi e di violenze.
Il finale non ha il lieto fine, ma lo apprezzo nella sua crudeltà, o trovo coraggioso e sincero, senza il bisogno di voler indorare la pillola.
Lo trovo un lavoro più che positivo, anche se gli manca qualcosina per elevarsi.

14L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Gio Dic 26, 2024 10:40 am

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Toccante racconto sulla condizione femminile in certe parti del mondo.
Verosimile la fuga di Ikram dal marito violento al quale era stata venduta dalla famiglia.
Commovente l'affetto che si crea tra le due donne e che le induce a restare in balia delle intemperie ad aspettare che si compia il loro destino che le renderà finalmente libere.
Scrittura scorrevole, assenza di refusi e paletti assolutamente rispettati.
Ottimo lavoro.


______________________________________________________
Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

15L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Gio Dic 26, 2024 4:06 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): Molti problemi con le virgole; alcuni esempi: “Ormai da diversi giorni, gli altoparlanti”: virgola inutile; “Nonostante ci sia una piccola finestra, la visibilità è scarsa”: virgola inutile. Ma guarda questo periodo più lungo: “Alla mia destra, alcuni sacchi, di diverse dimensioni, sono appoggiati vicino alle pareti, insieme a una ruota sgonfia, con il cerchione arrugginito”: ce ne sono almeno due di troppo. Il fatto è che le virgole segnano il ritmo della lettura e del senso prosodico che il testo intende trasmettere; se provi a leggere questo brano ad alta voce, rispettando la tua punteggiatura, ti accorgerai che il ritmo si spezza, il procedere incespica; non ti farò altri esempi, ma il problema permea tutto il racconto.
  • Punteggiatura dei dialoghi a volte dentro (meglio) e a volte fuori dalle virgolette;
  • “assomiglia a un deposito più che un’abitazione”: direi ‘a un’abitazione’;
  • “oggetto” scritto due volte in due righe; poco più avanti: ripetizione di “nostra”  nella stessa riga; 
  • “è inzuppato di acqua”: d’acqua;
  • “potrebbe avere ha la mia età”: togliere ‘ha’;

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, plausibilità narrativa, finale…): troppa roba, troppe sollecitazioni che non dialogano fra loro (la tempesta, la ragazza senza una gamba, lo sfogo della protagonista, il finale ambiguo). In realtà il tema principale è lo sfogo sulla violenza degli uomini che, a detta della protagonista, sono quasi tutti malvagi. La trama è esile e tutto ruota attorno all’affermazione di quella tesi; non so se vogliamo chiamare questo testo ‘femminista’, o semplicemente ‘politico’, ma come ho scritto in altri commenti (poiché questo, che per me è un difetto, permea altri testi di questo step), fior di autori italiani del Novecento, estremamente politicizzati, sono stati capaci di evitare di essere didascalici e piuttosto ovvi nella rappresentazione di una tesi. Scusami autore o autrice, ma a me questi manifesti declaratori non piacciono, sono l’opposto di ciò che io intendo come letteratura, fosse anche letteratura con fini sociali e politici. Inoltre: sì, c’è una tempesta come elemento di scena, ma il tema dello step è stato appena sfiorato.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): C’è una correttezza d’insieme costellata da imprecisioni sintattiche, punteggiatura non adeguata, eccesso di elementi che non dialogano e piccole ingenuità narrative (esempio: “Esito, sono coraggiosa e determinata, ma detesto esporre le mie fragilità.”: quel ‘ma’ è completamente errato), tutte cose piccole e trascurabili che però, una dietro l’altra, minano la qualità narrativa e appesantiscono il lavoro del lettore. Sì, emerge la figura della protagonista abusata, e si capisce che tutto il resto è un po’ un pretesto per consentirle il suo sfogo, che però risulta didascalico, poco realistico, sostanzialmente poco interessante (se si può dire, esclusivamente sotto un profilo letterario, senza scatenare rimostranze etiche e obbligarmi poi a precisare che a me gli uomini violenti fanno schifo etc.).


______________________________________________________
Io vengo da una razza famosa per il vigore dell’immaginazione e l’ardore della passione (E.A. Poe, Eleonora).
https://alamagoozlum.wordpress.com

16L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Sab Dic 28, 2024 3:30 pm

Fante Scelto

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Cavaliere Jedi
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Un racconto peculiare nell'idea, questa baracca angusta che sta per essere sommersa dal fango e dall'acqua, ma troppo affastellato nella realizzazione.
Mi spiego.
Il bisogno che la voce narrante ha di esternare un messaggio, un'idea, che è poi il tema del racconto, sovrasta tutto il resto, influenza persino le descrizioni. In questo senso la pioggia diventa un vero e proprio simbolo dell'oppressione schiacciante che la protagonista subisce.
Ci sta, ma è tutto così compresso, assommato, che l'effetto finale è che il messaggio schiacci la storia stessa, facendole perdere in credibilità.
C'è più simbolismo che realismo, insomma.

La protagonista medesima è un fiume in piena: travolge letteralmente Noor con tutta la propria storia, le proprie emozioni, con scarso interesse per Noor stessa e la sua condizione. E' come se avesse trovato, passami il paragone, un bambolotto da stringere negli ultimi momenti di vita e sul quale riversare tutta la propria infelicità.
Di Noor non sappiamo letteralmente nulla, possiamo solo immaginare, per deduzione, che sia stata abbandonata dalla sua famiglia in fuga, ancorché forse il tempo di portarla con loro ci sarebbe stato, almeno a logica. Non sappiamo neppure se sia davvero rassegnata alla morte, tanto da rifiutare di seguire i militari che potrebbero trarle in salvo, o se sia invece l'irruente volontà autodistruttiva della protagonista a contagiarla e assopirla definitivamente.
In questo senso, il finale tragico è una conseguenza inevitabile, e secondo me non passa bene il vero messaggio che doveva passare: cioè che il dolore di una vita insoddisfacente e umiliante porta Ikram a sacrificare non solo sè stessa, ma anche il figlio nascituro. Un dettaglio non da poco.

Alcune scelte fatte dalla voce narrante non suonano bene.
Ad esempio: specificare che l'esercito è pakistano non ha molto senso. Non c'è una guerra in corso, non occorre specificare a quale nazione appartengano i militari, dato che si tratta dello stesso paese della narratrice. Nella realtà avrebbe detto "l'esercito".
"Pakistano" è una info per il lettore.
Oppure quando Ikram dice che la ragazza sul letto potrebbe avere quindici anni ma il buio le impedisce di stabilirne le fattezze fisiche. Credo che un buio che impedisce di scorgere le fattezze impedisca anche di dare un'età credibile a una persona.
Oppure quando la narratrice dice "Qualcosa si mosse dentro di me." Lei sa perfettamente di cosa si tratti, quindi non ha senso che lo dica in questo modo, non sta parlando a un altro personaggio: è una info per il lettore. Una info che vorrebbe, credo, lasciare un indizio per il finale, ma penso sia impossibile non capire che è incinta, e questo fa capire piuttosto in fretta che forse la cugina scappata di casa è lei stessa. Più in generale, sgonfia quella che doveva essere la rivelazione nell'ultima parte.

Ce ne sono altre ma ora non le riesco a ritrovare.

La scrittura è buona ma non mi ha entusiasmato, sia per l'abbondanza di informazioni, alcune poco utili, sia per il tanto detto e non mostrato. Ecco, questo forse è un difetto importante del racconto: Ikram dice tutto quanto, non lascia niente all'immaginazione, specifica ogni cosa anche del suo pensiero, forse con l'ansia che il lettore non colga o non capisca. Ma il lettore in media capisce, e quando legge frasi intere nelle quali la voce narrante si spiega e si descrive nei moti dell'animo, finisce per vedere incrinato il velo della fantasia e "scorgere" la mano dello scrittore dietro.
Il mio consiglio, anche quando si scrive in prima persona, è di non rendere la voce del protagonista in modo che parli "di sè", ma sempre "per sé". Come se fosse non un diario, ma un racconto.

Sul tema, ni. Lo vedo più azzeccato rispetto ad altri, per il valore simbolico di cui dicevo prima, però il tema portante qui è proprio la condizione della donna in società fortemente dominate dall'uomo, inteso come maschio.

17L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Sab Dic 28, 2024 4:56 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Non so, sono abbastanza combattuto.
Apprezzo il tema: la condizione subalterna della donna in Paesi in cui il peggior patriarcato domina incontrastato. 
Apprezzo anche la delicatezza stilistica con cui il tema è trattato.
Il racconto scorre abbastanza bene, anche se forse la narrazione non sempre riesce a rendere la drammaticità della situazione.
Quello che non mi piace è che il personaggio principale così come il suo alter ego, non sembrano avere una vera profondità psicologica e non si comprende il passaggio dall'iniziale ricerca di salvezza, tipica dell'istinto di sopravvivenza, alla decisione di lasciarsi morire. Insomma c'è molto di  non spiegato o per dirla in altro modo di troppo meccanico e inventato.

18L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Lun Dic 30, 2024 3:15 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Tutto sommato il racconto è piacevole da leggere, se non fosse per alcuni concetti che sono ripetuti dalla voce narrante. In un contesto così drammatico come quello vissuto dalle due giovani donne, non sto lì a farmi storie sulla verosimiglianza delle loro azioni e reazioni: si sono comportate in un determinato modo non solo perché così dà senso e tensione alla storia ma anche perché le due giovani donne sono nel panico. Eppure, in questo loro panico, hanno una profonda consapevolezza.
Se mi posso permettere un paragone, un "Thelma e Louise" declinato in Pakistan. Le due giovani donne scelgono di non essere salvate, perché la "salvezza", secondo la legge dei soccorritori, sarebbe quella di affidarle di nuovo ai "maschi responsabili" delle loro vite, e quindi "non salvezza" dal punto di vista delle giovani. In questo racconto le precipitazioni atmosferiche (e cioè la pioggia incessante e l'uragano) sono il motore che fa girare tutta la trama; magari non è proprio un tema, ma senza di esse la trama non potrebbe stare in piedi.

Grazie e alla prossima.


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19L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Ven Gen 03, 2025 10:15 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
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Ci sono stato in Pakistan è ho scritto un racconto di viaggio che denuncia proprio la condizione delle donne. Magari poi lo condivido con il forum. 

Tutto vero. Così vero che alla fine le protagoniste preferiscono la morte certa al salvataggio. Probabilmente perché nulla sarebbe cambiato.

Non aggiungo altro perché non serve. Ultimo racconto commentato.

Grazie.

20L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Sab Gen 04, 2025 12:32 am

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
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Il racconto di due ragazze che inaspettatamente si trovano di fronte a uno specchio: si guardano, si riconoscono, non si piacciono.
Due ragazze devastate psicologicamente che si trovano a un passo dalla fine del loro mondo: quegli abbracci dati e ridati sottolineano lo strano rapporto che con l'affetto e l'amore delle due protagoniste: triste pensare che ciò che sanno dell'amore è ciò che hanno vissuto nelle loro famiglie: praticamente niente.
Non mi ha convinta il personaggio di Noor chiusa nel suo silenzio paragonato alla loquacità di Ikram che non riesce a stare zitta: due comportamenti figli delle violenze suite, ma che perdono un pò di mordente riportate nel testo. Forse, più che far chiacchierare Ikram avrei spostato l'attenzione sul particolare significato che ha il fatto di riconoscere il proprio dolore nell'altra, di vedere negli occhi dell'altra il proprio futuro soltanto come un vicolo cieco: le emozioni e le sensazioni non sono sufficientemente indagate, per cui la scelta di morire arriva con poca preparazione per il lettore che la percepisce non come il naturale scorrere della storia, ma come un scelta poco ragionata e incomprensibile.

21L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Gio Gen 09, 2025 11:38 am

Achillu

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Immagine scelta per rappresentare il racconto sui social.


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22L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Ven Gen 10, 2025 8:45 am

Giammy

Giammy
Padawan
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Ringrazio coloro che hanno inserito “L’abbraccio infinito” fra i primi 5. Finalmente sono riuscito a trasmettere a qualcuno la forza di alcuni temi e messaggi che sono presenti nel testo. È un piccolo successo, l’obiettivo principale che mi pongo tramite la scrittura. Resta il fatto che non riesco a fare il salto di qualità, spesso prigioniero dell’idea base, delle immagini che ho dentro e dei personaggi che mi trascinano da una parte e dall’altra. L’intervento continuo sul racconto anche in questo caso ha penalizzato la sintassi, il turbinio di modifiche mi fatto perdere la rotta sul piano grammaticale. Rispetto a molti di voi scrivo male, ne sono consapevole, fa parte del mio stile, cultura e carattere. Prediligo la sostanza alla forma, sostanza che spesso non è resa in modo degno.
Le critiche presenti in molti interventi le condivido in parte. Volevo chiamare il racconto “Le spose del monsone”. La notizia della prassi tornata in auge in Pakistan, di vendere le ragazzine da parte dei genitori a causa dei cambiamenti climatici, mi ha molto colpito. Se prima le piogge monsoniche erano un valore aggiunto per le coltivazioni e per i contadini, ora a causa della loro violenza portano soltanto devastazione e perdita dei raccolti, che è l’unica fonte di sostentamento. Quindi il tema di fondo sono i fenomeni atmosferici e i cambiamenti climatici. La questione femminile non è il piatto forte, non nelle mie intenzioni, anche se le protagoniste appartengono al sesso “debole”. Mi spiace che qualcuno ha pontificato in senso opposto, come un giudice supremo che emette una condanna. Mi sono poi deciso per il titolo “L’abbraccio infinito”, per restare allineato con il finale: per la prima volta le due protagoniste si sono sentite considerate e in qualche modo amate. Un abbraccio trasmette un mondo di emozioni. Perché non vivere fino in fondo l’unico momento intenso e pregno di affetto della propria vita? Non è un controsenso, è un vero atto di coraggio. Avrei molto altro da dire ma non vado oltre, non credo che interessi a nessuno. Sono stato in India e vi assicuro che le situazioni sono oltre a ogni nostra possibile immaginazione. Mi spiace solo che spesso nei commenti ci fermiamo alle prime impressioni, io per primo, impedendo al testo di parlarci e di coinvolgerci. Comunque, grazie, tutto è crescita.

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23L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Sab Gen 11, 2025 6:00 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Caro Giammy,
mi sento di scriverti proprio in questo momento in cui per la prima volta, in tre anni che frequento questo fourm, un mio racconto ha arggiunto il podio.
Tre anni, capito?
Il primo consiglio che mi sento di darti è di perseverare se la scrittura ti piace e la ritieni una parte importante delle tue giornate.
Non so se questo è il miglior forum di scrittura che esista (chissà quanti ce ne sono in giro...) ma so che qui dentro io sono cresciuto molto rispetto atre anni fa e credo che se chiedi ai frequentatori storici te lo confermeranno (Vivonic, Petunia, The Raven, Akimizu, Achillu solo per nominarne alcuni).
E la crescita è legata sia allo scrivere con continuità sia, inutile dirlo, alle critiche costruttive che non mancano mai; può capitare che arrivi un commento un po' troppo sopra le righe o che la critica arrivi a un racconto cui, per svariati motivi, teniamo molto; in questi casi il consiglio è lasciarsi quel commento alle spalle come un incidente di percorso e andare avanti.
Ricordati che quello che provi e senti tu non sempre è quello che provano e sentono gli altri e, credo, tanto più quello che scriviamo è intimo e ci emoziona a livello personale tanto più il rischio che altri non lo percepiscano allo stesso modo e non lo capiscano peinamente è grande e questo a maggior ragione in racconti che per la loro brevità, non possono sempre dire tutto.
Se leggi i commenti al mio Ragazzi delle stelle, che pure ha raggiunto il podio troverai più d'uno che non ha percepito emozione e lo ha trovato distaccato, eppure io ci ho messo tanto cuore nello scriverlo e, come ho scritto nel terzo tempo, mi sono ritrovato con gli occhi lucidi nel rileggere un brano molto intenso.
Questo perché come diciamo sempre io e Susanna "ogni testa di lettore è un piccolo grande mondo" e come tale affronta diversamente i racconti.
Spero di non averti annoiato e di averti convinto ad anadre avanti a scrivere e a scrivere "per" e "con" noi.
Stavo dimenticando la cosa più importante: questo tuo racconto mi è piaciuto tantissimo e l'ho anche premiato; ti confermo che sai scrivere e, in questo caso, mi ahi saputo trasmettere tanto.


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24L'abbraccio infinito Empty Re: L'abbraccio infinito Lun Gen 13, 2025 8:50 am

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Ciao paluca, ho letto con piacere il tuo intervento. Oltre ai concetti espressi ne apprezzo il tono, l’approccio, la condivisione. Sensibilità e frequenza, vuole dire parlare la medesima lingua, aldilà della diversità della storia personale, del percorso, del carattere.
Ognuno di noi ha un mondo dentro, così come i nostri testi. Racconti più o meno modesti nella forma (parlo per i miei) sono profondi per i messaggi manifesti e celati.
Vorrei tanto riuscire ad approcciare tutte le storie, proposte in ogni step, con lo stesso rispetto che richiedo a tutti gli altri partecipanti e commentatori. Vorrei avere più tempo e consapevolezza che per crescere mi devo porre dinnanzi agli altri racconti con umiltà e non con saccenza. Quanti nostri commenti sono figli di tanta superficialità e pregiudizi?
Ti ringrazio per le tue parole che condivido in pieno. Complimenti per il podio raggiunto con  “Ragazzi delle stelle”, che ti confesso ho abbracciato solo in parte. Mi sono accontentato di quello che non avevo capito, senza andare oltre. Ma i limiti e gli errori, se identificati e compresi, sono pedagogici e formativi.
Ancora grazie. Un abbraccio!

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