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1In ginocchio Empty In ginocchio Dom Dic 08, 2024 4:36 pm

Different Staff

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Admin
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Con le infermiere ho una voce da bar, roca e sicura.
Non mi sento la febbre, ma il termometro non lo posso evitare, fa parte della routine imposta del mattino.
Per non stare a giustificare la mia stanchezza mi giro sull’altro fianco, quello meno visibile, meno in luce.
L’ospedale, un silenzioso edificio bianco e tozzo circondato da giardini e un piccolo canneto, sembra una mucca al pascolo. Dalla finestra ne vedo metà, l’altra metà la immagino con precisione onirica, come spesso l’ho trovata nei miei sogni ospedalieri.
Al mio compagno di stanza, Giorgio, manca il potassio, la voce, e la gioia di vivere.
Per colpa dell’alcol cammina in modo discordante, a stento, chiama l’infermiere pure per andare in bagno con il timore di cadere. Ha il pigiama dello stesso colore del tram che passa sotto casa mia.
Sarà pure un infodump questa notizia, ma la dico spesso per farlo sorridere.
A lui fanno il solito test, le solite domande: Che giorno è? Dove ci troviamo? Mentre apre e chiude la mano destra, e poi la sinistra. Sorrido perché è identico al mio e a quello di tanti altri. Non ho capito se è perché gli mancano i pazienti o la fantasia.
La porta resta sempre aperta in questo reparto, giorno e notte. A me questo non disturba, mi sento al sicuro e la luce del corridoio mi tiene compagnia.
Mi ripasso la data, il giorno, il mese e l’anno, e dove ci troviamo me lo ricordo bene, ho impiegato un’ora per parcheggiare.
Lo spettacolo della natura qui intorno è comunque bello, in alto i castelli romani e tutt’intorno una pista ciclabile, ovviamente poco frequentata, tutte le piste ciclabili di periferia sono poco frequentate.
Devo decidere perché sono qui, se è perché sono curioso. Ho poche risorse, adesso, per stabilirlo.
Se si tratta di qualche mio disagio lo deciderà in seguito un team di bravi dottori che perlustra il mio corpo e la mia mente.
Non posso nemmeno far entrare un po’di aria fresca, le finestre sono sigillate.
Posso comunque muovermi, spostarmi a mio piacimento, l’ospedale non è una galera mi ha detto uno vestito di bianco, più medico che infermiere, al quale avevo chiesto ingenuamente l’autorizzazione a girare un po’. E da allora faccio colazione al bar con cornetto e cappuccino ristretto, e scalo cinque piani a piedi senza prendere l’ascensore per non perdere l’umore e il tono muscolare.
Piove? Mi chiede il nuovo ricoverato con voce lucida e il cervello con architettura ingarbugliata.
In cinque giorni se ne sono alternati tre. Spaventati o guariti, a un certo punto firmano e se ne vanno.
- No , Pietro, non piove.
- A me sembra che piove.
Dopo un mazzetto di secondi la stessa domanda con il viso rivolto all’unica finestra.
- Piove, vero?
- No Pietro non piove, ma pioverà, rispondo con un misto di pietà e ironia per far sorridere la moglie che in bellavista finge di ascoltarci, ma ormai è fuori dal mondo, quella malattia ti ci porta ad allontanarti, soprattutto per vigliaccheria, non sai mai cosa riserva al tuo ammalato.
- Guarda bene, a me sembra che piove, - dice.
Imploro il cielo che faccia cadere un po’ di pioggia per farlo contento e non perdere la pazienza, ma non si può perdere la pazienza in un letto d’ospedale. Sono arrivato qui due giorni prima di lui e sento una stravagante responsabilità e generosità nei suoi confronti.
Gli presto i miei occhiali da lettura da quattro soldi, i suoi non li trova.
Li sposta in alto sulla fronte, come dopo aver letto un articolo importante sul quale deve riflettere, ma non ha letto niente.
- Avevo due libri, li hai visti? Non li trovo più.
- Pietro, ti confondi, non avevi nemmeno il pigiama quando sei arrivato qui, sei passato per il Pronto Soccorso, te lo ha portato tuo figlio dopo il ricovero.
- Non mi confondo.
-Vero, non ti confondi, ti aiuto a cercarli questi maledetti libri.
Il materiale spoglio della stanza non nasconde nulla, soprattutto la mia pietà e nella classifica provvisoria lui è al primo posto, non so nemmeno io perché. Forse perché è un giorno nuvoloso e anonimo e quell’uomo somiglia troppo a mio fratello.
Spengo la tv, inutile tenerla tutto il giorno accesa, mi sono accorto che non la guarda, non riesce a stare concentrato nemmeno un minuto e allora applico una limitazione volontaria a trasmissioni televisive che per lui sono solo un rumore.
- L’orologio, non trovo l’orologio. E sposta la vista su tutt’e due i polsi, pure sul mio, anche se di me si fida, ma dimentica tutto, pure che si stava fidando.
- I figli devono farsi gli affari loro, perché mi hanno portato qui? - Urla improvvisamente accecato di rabbia.
Ha un astio scientifico per il figlio che cadaverico piange fuori della stanza per non farsi brutalizzare.
Osservarlo e ascoltarlo è pure per me un’esperienza straziante e la prova che l’età adulta può essere un inferno.
Nel pomeriggio arriva Il volto stanco di mia moglie che prova a non apparire stanco mentre mi prepara un panino. Il corridoio comincia a imbottirsi di visitatori. Adesso piove forte e cercano tutti riparo.
In ginocchio è quando preghi qualcuno e io devo ancora decidermi chi pregare.
Ho una pietà infinita per tutta questa gente nelle stanze del reparto, la maggior parte non ha la forza di alzarsi né di camminare, ci sono malattie che colpiscono soprattutto il movimento e che non danno speranza di guarigione.
Quando lascerò questo posto non lascerò loro, abbandonarli sarebbe come spogliarmi degli abiti che porto, sarebbe come togliermi questo pigiama, accartocciarlo nel mio borsone e andarmene in giro nudo.
Di tanto in tanto ricevo un calcio dalla mia coscienza e questa mi sembra una pena troppo piccola di fronte a tanta sofferenza .
Ancora riesco a sorridere a chi mi fa un prelievo, ma debolmente, barcolla pure il mio sorriso.
Mi vergogno, mi sento come quando prendevo una sbronza a una festa in famiglia e provavo a nasconderla senza riuscirci.
All’inizio il paesaggio fuori appariva come poco interessante, ora ho lo sguardo fisso su quella finestra sigillata sul buio, e metterei tutto in uno scatolone, alberi e prato per portarli via con me.
Nemmeno si stupirebbero di sparire da quel panorama convintissimi di andare in qualche posto migliore, la loro vita qui è dolorosa e deludente..
La voce del dottore di turno è come una canzone vecchiotta e ripetitiva di un juke box con altoparlante spaesato. Pieno di raucedine il dottore è sveglio dalla sera prima. Lo ascolto parlarmi con il mio nuovo nome: ‘trentadue’, il numero del letto appena rifatto. Sono qui da parecchio, devono avermi preso in simpatia, spero sempre di non essere malato davvero. Domani proverò a uscire, non mi fa male un mignolo perché devo stare sempre qui dentro? Non sarà complicato mischiarsi alla gente che frequenta gli ambulatori al piano terra, e ci sono pure un paio di bar molto forniti.
Sono in tuta e fuori di qui sono tutti vestiti come me essendo un punto verde del quartiere.
Mi tocca daccapo scoprire la mia esistenza, questa è la sensazione che ho.
All’improvviso sembra che qualcuno incavolato mi prenda a sassate, pioggia mista a grandine mi piomba addosso.
Ora i miei abiti bagnati possono certificare che le fissazioni di Pietro fossero vere, e che una mezza polmonite mi inseguirà nel lungo corridoio del reparto di neurologia, sobrio con le sue variazioni di bianco e di blu.
Mi cambio in fretta, nell’armadietto ho abbastanza tute da poter passare la mia vita qui.
Ho voglia di qualcosa di caldo, riscendo al bar e compro pure il giornale.
Il profumo di caffè e l’aspetto giovane dei tirocinanti mi tirano su il morale.
Mi fermo a riposare le gambe nella chiesetta dell’ospedale sempre aperta e sempre senza nessuno dentro. C’è profumo di incenso e non si rischia di perdere l’orientamento per come è minuta.
Passa parecchio tempo.
Mi dispiace solo non poterlo raccontare questo teatro patologico, ma non smetterò mai di ricordarlo, me lo porterò dietro a lungo con tanta amarezza e poca felicità, tipo il mio servizio militare.
Per riempire la mia vita di emozioni arriva ansimando un’infermiera.
Ha sempre fatto di tutto per risultare sgradita, e sta cercando di farmi preoccupare.
- Ma dov’era? Sono due ore che la cerco.
- Perché?
- Il dottore le deve parlare.

2In ginocchio Empty Re: In ginocchio Mer Dic 11, 2024 11:12 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

premetto che, soprattutto nella prima parte, ho notato svariati refusi ed errori.
ciò non toglierebbe molto, di per sé, alla storia, se l'avessi capita.
ok, siamo in un reparto di neurologia, però non sono riuscito a comprendere molto, tanto meno il finale.
è probabile che si tratti di un mio limite, non sono riuscito a entrare nella storia.
aggiungo che il tema mi pare proprio solo sfiorato.
insomma, non riesco ad apprezzarlo più di tanto.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

In ginocchio Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

3In ginocchio Empty Re: In ginocchio Mer Dic 11, 2024 7:00 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un tuffo nel disagio mentale. Ci accompagna il protagonista con poca disinvoltura, è molto scosso, molto impreparato.
Deve aver pensato a lungo se scrivere queste righe intime, personali, tremendamente vere.
Un abbraccio.

4In ginocchio Empty Re: In ginocchio Sab Dic 14, 2024 11:10 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto molto bello, delicato, ricco di amore e di emozione verso la terza età, verso quelle malattie che disumanizzano le persone rendendole ai nostri occhi fragili e bisognose di ancora più affetto e attenzioni.
Pietro è un personaggio talmente vero da sembrare vivo e non dentro un racconto.
Dal punto di vista della scrittura ci sono tante piccole imprecisioni, tanta punteggiatura che avrebbe bisogno di una bella revisione ma nulla di così grave da ostacolare o rendere faticosa la lettura che anzi scorre senza intoppi coinvolgendo il lettore dall’inizio alla fine.
Il tema non è nemmeno lontanamente sfiorato ma forse non è la principale preoccupazione dll’aut*
C’è una frase a metà del racconto, il cui senso e posizionamento non sono riuscito a cogliere eppure è una frase importantissima per chi l’ha scritta visto che dà il titolo al racconto: In ginocchio è quando preghi qualcuno e io devo ancora decidermi chi pregare.
Nel terzo tempo aspetto che l’aut* me la chiarisca.


______________________________________________________
In ginocchio Badge-3

5In ginocchio Empty Re: In ginocchio Dom Dic 15, 2024 10:00 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

Un racconto che alterna punti molto alti, poetici, a piccoli svarioni e ingenuità. Spesso nello spazio di una riga o due. 
L'impressione è che sia uno di quei racconti scritti a dieci minuti dal termine, ma magari mi sbaglio e allora mi perdoni l'aut*!


Faccio degli esempi:

"Ha il pigiama dello stesso colore del tram che passa sotto casa mia.  (bellissima!)
Sarà pure un infodump questa notizia, ma la dico spesso per farlo sorridere. (non mi pare affatto un infodump, anzi!)


E da allora faccio colazione al bar con cornetto e cappuccino ristretto (esiste il cappuccino ristretto?), e scalo cinque piani a piedi (bellissima)


un juke box con altoparlante spaesato. (Giuro che non ho idea di come possa essere un altoparlante spaesato) Pieno di raucedine il dottore è sveglio dalla sera prima. Lo ascolto parlarmi con il mio nuovo nome: ‘trentadue’, il numero del letto appena rifatto. (Immagine vera e triste, bellissima)


A parte queste cose purtroppo non sono riuscito a capire cosa abbia il narratore, è un alcolista? Il reparto neurologico spesso somiglia più a una RSA, non mi pare ci sia un giovane e ti assicuro che quei reparti sono pieni zeppi di giovani, purtroppo.
Il tema pioggia qui non mi pare che ci sia, a parte la grandine quando prova a scappare, ma non mi pare sia sufficiente.


Peccato, la potenzialità della scrittura ci sono tutte, alcune immagini sono bellissime, ma questo racconto non è proprio "entrato".
A mio parere, ovviamente.


Grazie

6In ginocchio Empty Re: In ginocchio Lun Dic 16, 2024 12:39 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Dato che il racconto si svolge in un reparto di neurologia, potrebbe essere giustificabile trovarsi a leggere frasi un po' sconclusionate, condite di aggettivi scoppiettanti ma spesso inappropriati e scandite da una punteggiatura usata "in modo discordante" (a proposito di aggettivi); o forse si potrebbe definire "spaesata", come l'altoparlante del juke-box?
Ma, al netto di possibili giustificazioni neurologiche (nonché di un buon numero di imprecisioni), il racconto non mi ha trasmesso granché.
Tutto sembra restare molto sul vago e tante affermazioni appaiono buttate là più per impressionare e distrarre il lettore che per reale necessità letteraria.
E penso soprattutto alla frase che dà addirittura il titolo al racconto (“In ginocchio è quando preghi qualcuno e io devo ancora decidermi chi pregare"), piazzata, senza alcun nesso, fra il panino preparato dalla moglie del narratore e il suo senso di "pietà infinita" per gli altri degenti del reparto.
Al limite, come riflessione, potevo vederla ben inserita nel momento in cui si trova "nella chiesetta dell’ospedale" (definita, ancora a proposito di aggettivi spaesati, "minuta").
Scrittura piuttosto buona, ma storia poco convincente e coinvolgente.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

7In ginocchio Empty Re: In ginocchio Lun Dic 16, 2024 4:03 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Ma la gente, la gente "normale" fuori dal mondo autoreferenziale di noi, quasi scrittori, sa cosa sia un infodump? Aggiungo che non ho mai compreso la crociata contro questo modo di condividere con il lettore la descrizione del mondo.
Infodump a parte, il racconto vive di alti e bassi, come qualcun altro ha già notato. Immagine molto belle e altre solo immaginifiche, con accostamenti linguistici piuttosto improbabili.
La storia latita e se la vicenda non ha un suo divenire, o la scrittura è veramente molto potente, o il lettore facilmente si distrae e pensa ad altro.
A proprosito, l'orologio di Pietro l'ho preso io.

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8In ginocchio Empty Re: In ginocchio Lun Dic 16, 2024 11:58 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ho dato una sbirciatina ai commenti che mi precedono e mi sa che vado controcorrente, ma, come dico spesso, ogni testa è un piccolo mondo e ogni racconto viene letto e vissuto di conseguenza.
 
Questo racconto l’ho letto tre volte, sempre con la stessa emozione e ad ogni lettura ho scovato una frase o una descrizione da annotare, talmente sono belle e complete in poche parole. Dovessi elencarle qui… beh, sarebbe quasi un copia e incolla dell’intero racconto. È un racconto che porta la firma in calce: i personaggi pennellati con le descrizioni, con i dialoghi solo in apparenza scarni, una storia che dice di una Penna che osserva la gente minuziosamente, quasi appuntandosi le situazioni, i pensieri che il colore di un pigiama portano a galla. Che vive le persone che incontra, quasi entrando nella loro testa. L’umanità messa tra le righe di un racconto di cui – come in questo caso – speriamo di non essere mai protagonisti.
Uno di quei pezzi che ricorderò per la serenità che traspare anche da momenti dolorosi e che non si possono lasciare alle spalle senza portarsene appresso un pezzetto.
 

Il tema meteorologico c’è, anche se non predominante come in un paio di altri racconti, e il narratore protagonista che si racconta a mio parere funziona: è il discorrere di una persona che, dato il reparto in cui è degente, presenta qualche problema di comunicazione, che vorrebbe dirti tutto, fin nei minimi particolari, delle sue giornate e delle perone con cui si incrocia.
Perché è tutto quello che ha.
C’è qualche piccolo refuso, un paio di trattini dei dialoghi mancanti, ma chissene… quando leggi roba così
 
Alcuni anni fa rimasi in pronto soccorso con mia suocera per quasi due giorni: nel box accanto  un signore, anziano ma non troppo e che pareva avesse energie infinite, continuava a chiedere, con un gran vocione che non calò mai di tono, notizie del suo caffelatte: dov’era finito, perché non arrivava… Decisamente stressante, ma pensare al figlio che lo assisteva e che doveva convivere con questa e altre situazioni ogni giorno, come ci raccontò quasi per scusarsi del disagio, e con una madre che seguiva la stessa china, beh provai una sorta di invidia per la forza di quel figlio, che non mostrò mai anche solo un briciolo di insofferenza. Oggi la chiamano resilienza, ma forse era solo amore. Penso che la Penna saprebbe scrivere di quelle ore molto ma molto meglio di come farei io.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

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9In ginocchio Empty Re: In ginocchio Mar Dic 17, 2024 2:02 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Non so nemmeno io perché, ma il tuo commento a questo racconto mi ha molto commosso.
Brava Susanna che va oltre la competizione e si mostra più umana e sensibile che mai.
Non conosco quale sia il tuo racconto, ma si può vincere anche con un commento ficcante.
Come il tuo




10In ginocchio Empty Re: In ginocchio Mer Dic 18, 2024 10:20 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto coraggioso. 
Squarcio sul mondo della malattia, reale o presunta, dal proprio letto di ospedale. Sguardo umido di umanità, con il protagonista che mette a nudo corpo e anima. 
Osservatore curioso e attento alle vite degli altri, ma mai invadente.
Complimenti.
Spero che il richiamo del dottore sia solo per qualcosa di buono.

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11In ginocchio Empty Re: In ginocchio Gio Dic 19, 2024 3:37 pm

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Ho come la sensazione che manchi qualcosa…  
I racconti di questo step, (anche se il tema non sempre è messo al centro) hanno tutti il pregio di parlare di storie reali, spaccati di esistenze pregne di quotidianità.
Apprezzo questo zoomare sulle vite dei protagonisti, una presa diretta che tutti, bene o male, sono riusciti a presentare in modo credibile.
Il pregio di questo testo sono alcuni passaggi davvero originali, che lo rendono interessante nonostante una narrazione statica.
Peccato per la brevità, c’era spazio ulteriore per arrivare a un finale capace di valorizzare tutto il testo.

12In ginocchio Empty Re: In ginocchio Sab Dic 21, 2024 9:15 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ho usato già in passato la similitudine coi quadri, e qui io ritrovo un altro quadro, uno che raffigura non solo un reparto ospedaliero ma anche un personaggio, uno probabilmente vero o in parte vero, che lo abita e lo vive, in ogni dimensione di tempo e spazio.
Forse più che altrove il narratore si lascia prendere la mano da espressioni curiose, a volte bizzarre, quasi sempre ficcanti. Come non amare un'architettura ingarbugliata o un astio scientifico?
E' vero, ci sono alcuni punti che dal racconto non appaiono chiari, come la malattia di cui soffre il narratore, oppure la transizione, quasi immaginata, del protagonista che prima sta parlando con il dottore e poi, dopo un paio di considerazioni, si ritrova all'aperto a prendere sassate dalla grandine.
E' tutto piacevolmente ingarbugliato, come l'architettura di cui sopra.

La scrittura non si discute. Imperfezioni di forma a parte, è di una scioltezza e naturalità invidiabili.

Il punto debole è il tema. Qui, purtroppo, lo trovo del tutto assente.
C'è una componente figurata, metaforica, della pioggia/grandine come elemento opprimente, prima nelle richieste continue del compagno di stanza sul fatto che piova o meno, poi fisica quando il narratore esce dall'ospedale per una passeggiata.

Il finale credo sia volutamente aperto, in un qualcosa che è metà esatta tra le speranze del protagonista, che in fondo si sente sano e operativo, e quel tocco di imprevedibilità, spesso negativa, che qualsiasi malattia porta con sé.

Un ottimo lavoro, tema a parte.

13In ginocchio Empty Re: In ginocchio Sab Dic 21, 2024 11:38 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo racconto è molto particolare perchè descrive con discrezione e tanto cuore un personaggio fragile, ma di una fragilità particolare che nasconde una grande forza interiore e una spiccata sensibilità. E' attraverso i suoi occhi che filtriamo la realtà che lo circonda (quella triste di un ospedale) con delicatezza e sensibilità e questo mi ha fatto leggere con molta attenzione il testo, perchè le frasi ricche e intense mi hanno proiettata nel mondo del protagonista, uscendone vinta dalla sua sensibilità.
Non sappiamo quale sia la sua malattia e se ci sarà un finale positivo, la storia stessa sembra non avere inizio e fine e ciò che ho letto assomiglia molto a un frammento di qualcosa di più complesso: sembra quasi che l'autore non voglia dire niente, sposta per noi solo un pò di lato la tenda e ci fa sbirciare in un mondo diverso, un pò storto e un pò alieno, ma il testo è intenso e la lettura soddisfa.
Peccato che ci sia così poco cielo.

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14In ginocchio Empty Re: In ginocchio Dom Dic 22, 2024 8:44 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Al mio compagno di stanza, Giorgio, manca il potassio, la voce, e la gioia di vivere.
“mancano”

Ecco, questo genere di racconti mi piace da morire. Eppure non succede granché, la pioggia? Mah…
Eppure c’è un’atmosfera, un senso di verità, una commozione che trapassa il foglio. Il tutto filtrato da un protagonista che sembra regalarci una pagina del proprio diario. C’è molto di più di una bella descrizione, c’è una visione sensibile e sincera della realtà. Allora tutto prende vita, prende colore, odore. Pure lo squallore di una corsia d’ospedale. Pure la malattia che distrugge il cervello e le famiglie dei malati. Complimenti per questa capacità di portare l’umanità dei personaggi (principali e non) direttamente nel cuore.

A tommybe garba questo messaggio

15In ginocchio Empty Re: In ginocchio Lun Dic 23, 2024 10:44 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Il racconto è ben costruito, con un linguaggio evocativo e uno sguardo attento alle sfumature emotive e ai dettagli quotidiani che rendono viva l’esperienza ospedaliera. Si percepisce un’atmosfera malinconica e riflessiva, con tocchi di umorismo e compassione.
Le condizioni atmosferiche sono usate con grande efficacia per sottolineare stati d’animo e creare parallelismi con le situazioni umane. La pioggia, spesso invocata da Pietro e poi finalmente reale, diventa un elemento simbolico che lega il narratore al contesto emotivo e allo spazio circostante. Il cielo e il clima riflettono le incertezze e le speranze latenti dei personaggi, offrendo una dimensione poetica al racconto.
Il narratore protagonista si presenta come un osservatore empatico e al tempo stesso disilluso, un equilibrio ben calibrato che permette di sentirsi immersi nel suo punto di vista. La sua voce è autentica, ironica e autoanalitica, capace di esprimere una vasta gamma di emozioni senza cadere nel patetico. L’empatia verso gli altri ricoverati e il rapporto con Pietro, in particolare, sono resi con grande delicatezza. Il narratore non solo descrive, ma dà un senso alla narrazione, rendendo ogni dettaglio significativo.

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16In ginocchio Empty Re: In ginocchio Mar Dic 24, 2024 12:29 am

Albemasia

Albemasia
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Non sono del tutto sicura di aver compreso appieno dove volesse andare a parare questo racconto. In genere non amo i finali aperti, ma forse ha ragione chi ha commentato dicendo che questa storia non ha un inizio, né una fine o almeno non in quella porzione che viene narrata qui.
D'altro canto come non apprezzare questa scrittura, per certi versi poetica e per altri dissonante, ma dove questa dissonanza è funzionale a mostrare quell'"architettura ingarbugliata" costruita nella mente di Pietro.
Il tema è appena sfiorato, faticherei a definirlo centrale nel racconto.
Peccato per alcuni refusi che, per quanto piccoli, un poco distraggono dalla lettura.

A tommybe garba questo messaggio

17In ginocchio Empty Re: In ginocchio Gio Dic 26, 2024 12:27 am

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Alcune espressioni che usa questo autore riescono sempre a sorprendermi.
Ha il pigiama dello stesso colore del tram che passa sotto casa mia: ma come ti vengono?
Io non riuscirei mai a pescare fuori dal cilindro cose del genere.
È un storia di solitudine e abbandono e di persone che lottano per sconfiggere questo senso di solitudine.
Per questo i personaggi, il protagonista tra tutti, emergono, si prendono la scena, mettendo in secondo piano la trama.
Bella lettura, non so se riuscirà a entrare nella top 5 però sì, è davvero una bella lettura.

A tommybe garba questo messaggio

18In ginocchio Empty Re: In ginocchio Gio Dic 26, 2024 9:43 am

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Il racconto di per se è valido sia per il tema toccato che per il coinvolgimento del lettore, resta comunque di difficile comprensione il senso della storia.
Qualche refuso facilmente evitabile con una attenta rilettura.
Paletti solamente sfiorati col pretesto della pioggia.
Il tema del disagio mentale avrebbe meritato qualcosa in più.


______________________________________________________
Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

A tommybe garba questo messaggio

19In ginocchio Empty Re: In ginocchio Gio Dic 26, 2024 4:07 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): diversi piccoli errori e punteggiatura da rivedere (mancano diverse virgole):
  • “No , Pietro…”: togliere lo spazio dopo ‘No’;
  • “No Pietro non piove, ma pioverà, rispondo…”; a parte che ci starebbe bene una virgola in più, dopo ‘pioverà’ il discorso si interrompe e prosegue la narrazione, quindi devi chiudere le virgolette o, nel tuo caso, mettere un trattino; medesimo errore più avanti nel testo;
  • “-Vero, non ti confondi”: serve uno spazio prima di ‘vero’;
  • “arriva Il volto stanco”: ‘il’ con lettere minuscole;
  • “e io devo ancora decidermi chi pregare”: ripetizione inutile del pronome: poiché scrivi ‘io’, è poi inutile scrivere ‘decidermi”; quindi: ‘e io devo ancora decidere chi pregare’
  • “il paesaggio fuori appariva come poco interessante”; direi di togliere ‘come’;
  • “con altoparlante spaesato”: ‘spaesato’?
  • “e ci sono pure un paio di bar molto forniti”; c’è un paio di bar; il soggetto non sono ‘i bar’ (plurale) bensì ‘un paio di bar’ (singolare);
  • “… che le fissazioni di Pietro fossero vere”: sono vere.

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, plausibilità narrativa, finale…): non l’ho capita; mi ha vagamente ricordato Il fischio al naso, un film del ’67 di Tognazzi, dove un tizio sostanzialmente sano si ricovera per accertamenti di routine ma piano piano viene risucchiato dall’ospedale, diventa sempre più grave e poi muore, con un percorso chiaramente allegorico. Per un po’ questa sospensione della trama e del climax funziona pure, ma non regge per tutta la durata del racconto anche a causa di una frammentazione della narrazione. Finale: Aperto? O non l’ho capito io? Comunque il testo è completamente fuori tema dello step.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): molte incertezze nella punteggiatura, e specialmente la mancanza di un certo numero di virgole, rende difficile la lettura; in altri casi, al posto di una successione di virgole, occorrerebbe spezzare le frasi con un punto e virgola o un punto. La lettura procede con grandi incertezze perdendo il senso del racconto.


______________________________________________________
Io vengo da una razza famosa per il vigore dell’immaginazione e l’ardore della passione (E.A. Poe, Eleonora).
https://alamagoozlum.wordpress.com

20In ginocchio Empty Re: In ginocchio Dom Dic 29, 2024 2:36 am

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
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Ciao, Penna.

Mi dispiace tanto per il tema, perché un tema c'è, ma non è quello dello step. Non ce la farò a votare per il racconto, ma se ci fosse un libro, con questo racconto dentro, lo comprerei a occhi chiusi.
Il compagno di stanza Giorgio che poi diventa Pietro, un racconto all'apparenza lucido ma che in realtà è confuso, non c'è un ieri o un oggi, tutto si mescola. Questo narratore non è solo protagonista, ma resta il dubbio che sia anche inaffidabile. Davvero è arrivato guidando e cercando un parcheggio? Parla con più empatia e precisione dei visitatori degli altri piuttosto che dei propri, sono sicuro che lo vengano a visitare? Se è davvero così lucido come si rappresenta, come mai è lì più a lungo degli altri?
In un racconto volutamente confuso come la mente del narratore il finale non va cercato alla fine ma nel mezzo o forse proprio all'inizio, là dove l'ospedale è paragonato a una mucca al pascolo. O forse nemmeno lì. Dal punto di vista del narratore, il finale non può essere chiaro né esplicito. E solo una Penna empatica come te può arrivare a immaginare una cosa così e metterla nero su bianco.

Grazie e alla prossima.


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21In ginocchio Empty Re: In ginocchio Dom Dic 29, 2024 9:59 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
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Giorgio e Pietro sono due ricoverati diversi che si alternano accanto al protagonista. Questo credo di aver capito, come pure raccontare episodi importanti e recenti della propria vita non serve a farti guadagnare punti, ma a farteli perdere.
Comunque, sei stato in nostra compagnia, autore. Tu ci sei stato, e quasi mi dispiace lasciarti andare, uscire da quella stanza a due letti, con armadietti divisi e lo sguardo su un prato dove piove solo nella fantasia di Pietro. Che porterò nel cuore.

22In ginocchio Empty Re: In ginocchio Gio Gen 02, 2025 10:40 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
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Racconto quasi firmato, un totoautore materasso direi. 

Detto questo, per cui potrei sbagliarmi come sempre, ho trovato il racconto molto potente e dal punto di vista stilistico e dal punto di vista della trama perché questi due aspetti vanno di pari passo secondo me. Il protagonista è affetto da una malattia neurodegenerativa tipo Parkinson, per cui alterna lui stesso momenti di lucidità a momenti di confusione, che di fatto si rispecchiano nelle sue azioni e nell'ambiente in cui vive. Credo che tutto questo sia stato reso molto concretamente. Refusi, ecc. vanno a farsi benedire.

Il tema? Questo, purtroppo, manca del tutto.

Grazie.

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23In ginocchio Empty Re: In ginocchio Gio Gen 09, 2025 11:02 am

Achillu

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Maestro Jedi
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In ginocchio _d094c10
Questa è l'immagine scelta per rappresentare il racconto sui social.


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24In ginocchio Empty Re: In ginocchio Gio Gen 09, 2025 2:18 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
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Grazie mille, Achi, anche se l' immagine proprio non rappresenta i miei otto giorni di ricovero. Come nel racconto, che è cronaca, sul letto ci stavo solo la notte. Ero sempre in giro a distrarmi.
Ho subito parecchi rimproveri proprio per questo.
Tra qualche giorno ci ritornerò al Tor Vergata, un ottimo ospedale carico di umanità. Per un incontro con i dottori, per la mia cartella clinica. Mi hanno detto quello che ho, ma non come uscirne.
Un abbraccio a Susanna, angelo vero.

A Achillu, M. Mark o'Knee e Giammy garba questo messaggio

25In ginocchio Empty Re: In ginocchio Gio Gen 09, 2025 9:57 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
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Caro @tommybe inutile dirti che ti siamo vicini, perchè lo sai e da tanto tempo: apprezziamo le tue storie, sempre vere e coinvolgenti, i tuoi personaggi tanto reali da averli lì accanto mentre ti leggiamo,  e la gentilezza dei tuoi commenti, mai sopra o sotto le righe.
E... non solo un angelo, ma una persona con tanti tanti difetti, che ogni volta che si siede... deve mettere a posto la codina da angelo sui generis.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

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