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1Drina Empty Drina Dom Dic 08, 2024 1:10 pm

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Faccio la borseggiatrice davanti al Colosseo, a piazza S. Pietro, oppure dove capita. Non si direbbe, perché sembro una ragazza come tante. Non sono come le altre che vanno in giro con le coperte sopra il braccio per nascondere la mano che ruba. Sono rimaste antiche e danno troppo nell’occhio. Al campo mi chiamano la Miss, perché ci tengo ad apparire per quella che non sono. Stiro finanche i vestiti, prima di indossarli. Dentro a quello schifo di roulotte siamo in cinque, padre, quando c’è, madre, nonna e fratello, e una sedia libera dove poggiarli non la trovo nemmeno a pagarla oro. Ma quasi sempre sto in tuta, con scarpe abbinate, zaino tarocco e alla moda. I capelli li porto corti per colpa di mia nonna perché, se sono lunghi, me li tira e mi fa male quando li lega stretti, per paura che m’attaccano i pidocchi.
Mi alzo alle sei e, se non vado a rubare, vado a scuola.
“Ma a che ti serve? Per andare a lavorare ti bastano gli occhi buoni e le mani svelte. Vi insegnano questo in classe?” mia madre me lo dice tutti i giorni. Vabbè, sono ripetente, allora? Ma io questa vita di merda mica la voglio fare per sempre.
All’istituto don Bosco ci insegnano un mestiere. Io voglio fare la parrucchiera, mi piace toccare i capelli profumati e morbidi di balsamo, fare la piega con il fon, imparare il taglio. Facciamo le tinte con i colori più strani, lilla, verde, la mia è blu e i colpi di sole che danno luce.
Rubo perché a casa mia lo fanno tutti, come quando fai l’avvocato perché tuo padre ha lo studio avviato, oppure il medico perché tua zia ha la clinica. Per tradizione di famiglia. Ma io faccio da sola, perché sono brava e non mi serve nessuno che mi guarda le spalle. È la mia tattica e do meno nell’occhio.
Mio padre entra ed esce da Rebibbia, a casa non ci riesce a stare più di tre mesi filati, quando torna beve e picchia mia madre. Lei si difende, e urla incazzata: “Mica voglio morire sotto le mani tue.”
Io chiudo gli occhi per non sentirli e Stinco, per la paura, mette la testa sotto la stufa. Stinco di Santo è il suo nome per intero e, non c’è verso, ma lui proprio non ci riesce a fregare il prossimo, né gli uomini, né i cani come lui. Se vede un osso, o gli tirano un pezzo di carne, pure se ha fame lo lascia agli altri. Per me così fanno i santi che pensano prima a tutti e poi a loro stessi.
Continuano a litigare e a darsele fino a quando torna Joska, mio fratello, e dice: “Piantatela che ho sonno.”
La mattina dopo, vengono le guardie e se lo portano via. Per me questa è una tattica di mio padre per stare lontano da mia madre.
Al don Bosco leggiamo le poesie. All’inizio non le capivo, veramente anche adesso, allora ho pensato che pure io posso scriverle e se non si capiscono, non importa, vuol dire che ho fatto un buon lavoro. La professoressa di italiano, che come c’è capitata nella mia scuola solo lei lo sa, mi dice: “Drina, sei brava, devi solo impegnarti di più. Hai un animo sensibile, attento alle cose che succedono intorno a te.” E ci credo, vorrei rispondere, con il lavoro che faccio, ma poi sto zitta e lascio parlare lei, mentre quei quattro buzzurri dei compagni si lanciano scarpe e astucci senza colori.
“Attraverso la scrittura possiamo tirare fuori i nostri sentimenti, sciogliere l’animo dalle costrizioni, liberare la fantasia, diventare quello che non siamo, vivere non una, ma infinite vite. Perché scrivere è catartico, proprio come la pioggia. Condividiamo le stesse lacrime del cielo, diventiamo noi stessi aghi di acqua costretti a infrangerci al suolo, per lo stesso inevitabile destino.”

Sarà una sfigata la mia prof. ma quanto parla bene.
Non sempre la capisco, ma lei non molla, mi regala libri, non tanto grossi, lo sa da sé che non ho tempo. Io sono contenta perché con lei posso chiacchierare di certe cose, senza che mi prendono in giro. Ma poi che ne sanno gli altri? Al campo aspettano la merce e mio fratello se la rivende; in classe, o promossa o bocciata, basta fare numero così la scuola non chiude.
Ho cercato su internet catarsi perché una parola più strana di questa non l’ho mai sentita. Significa purificazione, e poco dopo c’era scritto: la funzione catartica e liberatoria della poesia. Eccola qua!
La poesia, allora, è come la pioggia, ci stai sotto e ti pulisce dentro e fuori.
Invece sono mesi che non piove, anche se è inverno. Fa un tempo sempre uguale, come se dal cielo non deve arrivare più niente. Mia nonna Esmeralda, che poi non è il suo nome, ma se la chiamo così è contenta, dice: “Dio si è stancato degli uomini. Se le stagioni non si alternano, la natura non ci capisce più un cazzo. Addio raccolto e moriamo tutti di fame”.
Stamattina faccio un patto col Padreterno: lui fa piovere e io faccio un’opera buona. Chissà se ci sta. Così mi porto dietro gli ombrelli, dentro uno zaino per non dare nell’occhio.
“Drina, sta attenta ai pakistani che, se gli pesti i piedi, ti gonfiano di botte,” mi avvisa Joska, mentre esco sbattendo la lamiera della roulotte.
E vabbè, allora? Mi piace rischiare e poi i turisti pagano quindici euro per un ombrello che manco lo guardi e già s’è rotto. Ed è la scusa buona per avvicinarmi senza farli insospettire.
Prendo l’autobus che mi porta ad Anagnina, la metro fino a Ottaviano, perché è domenica e monto a S. Pietro. La piazza si riempie quasi sempre, col caldo e col freddo, nella buona e nella cattiva stagione. Il Papa acchiappa sempre.
Appena arrivo seguo quelli senza ombrello, ne vendo due perché il cielo si sta facendo scuro, ma non mi faccio illusioni. Intanto rubo tre cellulari e un portafogli zeppo di carte di credito.
Mi colpisce, però, un tipo strano con uno zaino sulle spalle, ma si vede che non è un turista. Avrà l’età di mio padre e parla al cellulare, camminando senza andare da nessuna parte. Un attimo e il suo portafogli sta nelle mie mani. Sbircio dentro e ci trovo la patente, trentacinque euro e un santino di padre Pio. Mi sto allontanando, quando lo sento urlare: “Ma mi stai a sentire quando parlo!?”
Chi sta dall’altra parte gli ha chiuso il telefono in faccia, perché si è subito incupito. Proprio come il cielo che è diventato ancora più nero. Sembra notte alle dieci di mattina e inizia a venire giù tutta l’acqua che non ha fatto in tre mesi, tutta insieme. La gente si disperde e corre al riparo.
Qualcuno ride, è felice lo stesso, saltella da una pozzanghera all’altra, sopra i sampietrini lucidi, perché un turista è in vacanza anche sotto il diluvio.
Quello che prima urlava al telefono adesso mi chiama e io, invece di scappare, mi avvicino.
Sembra stupito, ma nemmeno troppo, di vedere che una ragazza normale vende ombrelli.
Ci ripariamo sotto i portici lungo la via larga da dove si vede la basilica. Gli porgo quello meno scalcagnato e lo vedo cercare nervosamente dentro lo zaino.
«Oddio, ho perso il portafogli!»
Ma come? Guarda che non l’hai perso, mi verrebbe da dirgli. Con gli occhiali appannati, il naso a punta e i riccioli neri appiccicati alla fronte, fa il contrario di quello che dovrebbe. Io al posto suo sarei incazzata come una iena: discute al telefono, sta diluviando, non ha un ombrello e non può nemmeno comprarlo perché non ha soldi.
Mi guarda con gli occhi neri sgranati che, non so in cosa, mi ricordano quelli di mio padre.
Piega la testa di lato, mentre cerca di ricordare quello che c’era dentro: «…la patente…ma tanto mi hanno sequestrato la macchina…e i soldi, poco meno di ottanta euro.»
Sì, beato te! Ricordi proprio male, ma mica posso dirglielo.
Comincia a piovere talmente forte che dobbiamo urlare per riuscire a sentire le parole.
«Te lo regalo, non fa niente,» mi stupisco io stessa quando lo dico.
Prima rifiuta, poi me lo prende dalle mani sedendosi sugli scalini di marmo sotto i portici. Mi metto vicino a lui, dopo tutto ha ancora il cellulare.
«Ti rendi conto?» inizia, «a undici anni si vuole fare un tatuaggio. Ma come si fa?»
Gira e rigira l’ombrello, ma secondo me non lo vede proprio.
«Non mi ascolta, per lei non conto niente, da quando vive con la madre è un casino. Ho cambiato anche lavoro, mi danno due lire e ho gli alimenti da pagare, ma non mi lamento, pur di stare vicino a lei. Allora dove sbaglio?»
Finalmente si ricorda di me, e mi chiede: «Avanti, dimmelo tu. Sarai poco più grande di mia figlia…»
Sì, proprio! Vado per i sedici. Sono i capelli corti che mi fanno più piccola. E intanto gli sfilo il cellulare dalla tasca. Ma questo non si accorge proprio di niente! E mi chiede: «Tu ci parli con tuo padre, vero?»
«Poco, è quasi sempre lontano per lavoro…»
«Che peccato, si perde gli anni migliori. Ma magari il vostro rapporto va bene così. A undici anni non gli hai chiesto un tatuaggio di Massimo Pericolo sopra una chiappa?!»
«Mi sembra di no…» e sento il suo telefonino vibrare.
Il cielo è ancora tutto nero, ma diluvia un po’ meno. Dal colonnato la gente si sporge, apre le mani per sentire il peso delle gocce.
Come dice la mia prof., la pioggia è stata catartica. Il cielo è ancora grigio, ma sembra tutto più pulito.
Con la coda dell’occhio leggo il messaggio ma non lo apro: “Hai ragione tu, pa’! A diciotto anni ne facciamo uno insieme. Tvb” con un cuore.
Sospiro e penso che va bene, la buona azione sta sotto i miei occhi.
Gli passo il cellulare, dicendo: «Ti è arrivato un messaggio.»
Lo legge e mi abbraccia.
Come un fulmine a ciel sereno, se ne esce: «Ma i tuoi genitori dove sono?»
Allora gli dico: «Ecco, adesso io vado e li raggiungo.»
Ci alziamo, ho i pantaloni bagnati e il culo gelato.
«Tieni, ha smesso di piovere, non mi serve più» e mi porge l’ombrello. «Prima di andare, però, mi faresti un favore? Mi allunghi cinque euro, giusto per il biglietto della metro e un litro di latte…» dice guardandomi dritto negli occhi.
Tiro fuori dieci euro, i suoi, e con la faccia da stronza glieli porgo: «Offro io.»
Sorride, e se li mette in tasca.
Penso che non lo rivedrò mai più e un poco mi dispiace. Avrei voluto farlo conoscere a Stinco, secondo me, gli sarebbe piaciuto.

2Drina Empty Re: Drina Mar Dic 10, 2024 8:50 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

Un racconto strano che mi ha lasciato una sensazione davvero piacevole.
Lo stile, il tono, la grammatica, si adattano bene alla narratrice. Giusta dose di ironia e un punto di vista originale.
Veramente ho poco da dire, mi è piaciuto davvero tanto.

Grazie

3Drina Empty Re: Drina Mar Dic 10, 2024 8:58 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

la storia è simpatica e ben scritta, i dialoghi sono buoni.
se devo essere sincero, la trovo un poco fuori tema.
certo, non piove da mesi e all'improvviso diluvia, ma non credo basti per definirlo cambiamento climatico.
mi riservo una seconda lettura per entrare meglio nella situazione.
per ora tengo in sospeso la mia opinione.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Drina Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

4Drina Empty Re: Drina Mar Dic 10, 2024 11:35 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Forse questo racconto contiene delle ingenuità (magari esplicitamente volute perché aderenti al personaggio principale). Forse non manca di luoghi comuni, anche se spesso la vita delle persone semplici (di noi quindi) è per definizione un luogo comune. Forse a volte i personaggi appaiono un po' stereotipati. 
Forse questo racconto mi è proprio piaciuto, anzi, senza forse.

5Drina Empty Re: Drina Gio Dic 12, 2024 12:28 am

Albemasia

Albemasia
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Comincio a pensare che non ho capito niente e che devo rifare il corso di scrittura creativa su cosa sia il "tema" di un racconto, perché se non conoscessi i paletti del quinto step non credo che individuerei in questo brano il tema assegnato. 
Ma alla fine non importa: sono grata al CDL per aver ammesso questo racconto alla competizione, perché mi è piaciuto davvero tanto.
Protagonista interessante e particolare il punto di vista, che mi ha proiettata in un mondo che il più delle volte cerchiamo di ignorare, una dimensione parallela di invisibili. 
Il registro linguistico è abbastanza aderente a quello della protagonista e so che non è facile sapersi calare nella testa di un personaggio tanto distante da noi. 
Mi è piaciuto tutto: il flusso di coscienza, lo squallore di un'esistenza e la rassegnazione, ma nello stesso tempo anche il desiderio della ragazza di riscattarsi. Un giorno, forse.
E mentre butto giù il mio commento mi sento addosso gli occhi di Drina che mi fissano, intensi e inquietanti; è meglio che chiuda prima che mi sparisca il cellulare dalla scrivania...
Complimenti.

6Drina Empty Re: Drina Gio Dic 12, 2024 10:35 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Beh, che dire per uno step dove in tanti non hanno superato l’esame, quando ci sono racconti come questo?
Che va bene così, che forse si è scritto più in libertà, inserendo il tema in modo che ci sia ma non si noti più di tanto.
Un bel racconto anche questo, una scrittura fresca e naturale, che ti pare di ascoltare la protagonista mentre si racconta: magari sei sull’autobus, seduta accanto e non ti accorgi che ti sta derubando perché ti rende partecipe della sua vita, infischiandosene se capisci o meno, cercando però un appiglio per comunicare. Come fa il padre alle prese con la figlia. E mi sono immaginata anche l’accento romanesco, le chiacchiere con la prof., che riesce a non escluderla, anzi a mostrarle una strada nuova, la pioggia attesa che finalmente arriva.
Sì, un bel racconto, con un cielo che alla fine ha un po’ di pietà per la terra asciutta e per questa ragazzina che dalla pioggia potrà guadagnare qualcosa, non proprio tutto “chiaro e limpido”, ma la pioggia alla fine lava ogni cosa. Forse un mezzo accordo col Padreterno si è concretizzato: una mezza buona azione per ciascuno: un po’ di pioggia per guadagnare qualcosa e ascoltare una persona altrettanto sola.
Brava la Penna che si è immedesimata in una ragazzina, mica facile!


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

7Drina Empty Re: Drina Sab Dic 14, 2024 11:14 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

D’accordo, in questo step in molti hanno “toppato” il tema, qualcuno magari sfiorandolo (come in questo caso, non proprio assente ma non certo centrale), però se la mannaia si fosse abbattuta come promesso (o minacciato…) per i prossimi step quanti bei racconti ci saremmo persi!
Questo, in particolare, è davvero una chicca di una bellezza fuori dal comune.
Perfetta la scrittura con una qualità tra le più difficili da raggiungere, ovvero un timbro tipico del personaggio che si sta raccontando: riuscire a calarsi in questo modo nel personaggio e mantenere per tutto il corso del racconto il livello è da veri scrittori.
Non ho molto altro da dire perché andrei solo avanti a scrivere complimenti, mi limito a segnalare la bellezza del messaggio whatsapp della ragazzina di 11 anni al padre e a segnalare la frase che vince il premio come migliore in assoluto tra tutti i racconti in gara in questo step:
Rubo perché a casa mia lo fanno tutti, come quando fai l’avvocato perché tuo padre ha lo studio avviato, oppure il medico perché tua zia ha la clinica. Per tradizione di famiglia.


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8Drina Empty Re: Drina Mer Dic 18, 2024 1:47 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Non sono riuscito a entrare molto in empatia con il personaggio, sarà che ho un'immagine completamente diversa di come ragionerebbe una ragazzina nomade, torto o ragione che io abbia.
Proprio la frase evidenziata da Paluca mi sembra quella che sia meno azzeccata di tutte, dal punto di vista della coerenza del personaggio, ma ribadisco, è una sensazione a pelle mia personale, del tutto soggettiva.

Il personaggio in sé, prescindendo dalla plausibilità, invece funziona perché è coerente con se stesso, è ben sviluppato e caratterizzato, e per questo vanno fatti dei sinceri complimenti: è proprio in questo modo che si costruisce un buon personaggio.

La scrittura è il vero top di questo racconto: alto livello, molto descrittiva ma anche emotiva, per cui funziona alla grande. Non ho visto refusi, tranne una concordanza di tempi che però, trattandosi di un parlato in prima persona, potremmo considerare parte dello stesso.

Il tema invece... Secondo me il cielo non è il tema del racconto, ma più che altro un'ambientazione, o meglio, un elemento stesso della storia.

Sicuramente è un racconto di alto livello.

9Drina Empty Re: Drina Mer Dic 18, 2024 5:57 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Gli zingari non vogliono essere amati, vogliono poter sbagliare strada e vivere la loro vita, molto più appassionante della nostra, a volte.
Ne ho conosciuti parecchi e non sto a dirti che il tuo racconto è poco credibile. Dirò solo che loro sono diversi e che comunque il tuo è un buon lavoro.
Un abbraccio


10Drina Empty Re: Drina Gio Dic 19, 2024 3:42 pm

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Cosa dire di questo racconto? 
Mi è piaciuto, è scritto bene e ha un taglio realista molto efficace.
I passaggi relativi alla scuola e alla poesia potevano essere sviluppati in modo diverso e farli entrare più direttamente nell’economia della storia. Ma è solo la mia semplice opinione, che nulla toglie alla bontà del lavoro.
Sul rispetto del tema ho una opinione netta. Se un testo viene ammesso, significa che è in gara e quindi per me ha la stessa dignità degli altri. In questo caso, poi, l’autore merita anche i miei complimenti. Piaciuto, avrà il mio voto.

11Drina Empty Re: Drina Dom Dic 22, 2024 12:34 am

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un bel racconto, supportato da una narrazione sicura e potente.
Drina è un personaggio difficile da rappresentare eppure risulta ben costruito e convincente: un'adolescente problematica e contraddittoria, eppure in qualche modo coerente con se stessa e ironicamente realista: davvero un personaggio complesso, che l'autore è riuscito a rendere credibile con disarmate facilità!
Il testo è ben scritto, scorrevole e senza errori. Con la sua vita ai bordi Drina riesce comunque a trasmettere qualcosa di positivo, una sorta di autenticità latente che si nasconde dietro ogni esistenza, che nemmeno un certo tipo di disagio e svantaggio sociale riesce a uniformare o piegare alle sue leggi.
Drina è diversa perchè pensa diversamente: oggi è ancora una scaltra borseggiatrice, ma non si è preclusa la possibilità di essere qualcosa di diverso e probabilmente migliore.

12Drina Empty Re: Drina Dom Dic 22, 2024 2:41 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Un bel racconto e soprattutto un bel personaggio la tua Drina. Il linguaggio che usa sta a cavallo tra quello di una persona colta (… Stiro finanche i vestiti, prima di indossarli. )e quello di una ragazza che vive nel disagio con qualche parolaccia e una sequela di congiuntivi (dialettali forse) sbagliati.
La “magia” sta nel far intravedere il desiderio di una vita semplice e normale (fare la parrucchiera) e la condizione di vinta del destino “costretta a fare la borseggiatrice” per dovere di nascita.
Alla fine c’è una sorta di riscatto, di ribellione al destino, ma resta il dubbio se Drina riesca o meno ad affrancarsi dal sistema. Come altri, anche questo racconto (dal punto di vista step) resta debole. Per il resto, complimenti.







13Drina Empty Re: Drina Dom Dic 22, 2024 4:22 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il racconto è scritto bene, si legge senza difficoltà di sorta, però mi ha lasciato una sensazione stonata.
Questo sarà uno di quei racconti che rileggerò con più attenzione per vedere se le letture successive cambieranno qualcosa.
Questa sensazione stonata è una sorta di luogo comune, di stereotipo che ho avvertito sulla figura dei rom. Ho provato a leggere anche gli altri commenti per capire se la percezione sia solo personale, come di fatto sembra. Intendiamoci, non è niente di grave, ma è qualcosa di consolidato, mi verrebbe da dire di superfluo.
I riferimenti alla vita nel campo e questa frase:
Rubo perché a casa mia lo fanno tutti, come quando fai l’avvocato perché tuo padre ha lo studio avviato, oppure il medico perché tua zia ha la clinica. Per tradizione di famiglia.
mi sono apparsi come dei clichè, stanche ripetizioni sul tema che potevano essere tralasciate per concentrarsi solo su Drina e i suoi sogni, le sue ambizioni, pur nell'ambito delle sue attività quotidiane. 
Per essere chiaro dico questo solo in funzione del luogo comune in letteratura, del già visto, dello stereotipo appunto, senza voler fare minimamente riferimento ad altre questioni che vengono sempre tirate in ballo(spesso a sproposito) quando si parla di minoranze, ovvero razzismo e politicamente corretto. Scusate la nota, ma di questi tempi è sempre meglio specificare ed evitare sul nascere fraintendimenti e polemiche inutili.

14Drina Empty Re: Drina Dom Dic 22, 2024 5:55 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Al di là dei luoghi comuni, ho sentito parlare una ragazzina come tante, spigliata, nemmeno troppo simpatica, anche presuntuosa, ma consapevole delle sue capacità.
Non sappiamo se riuscirà a cambiare il suo modo di vedere le cose, se questo sarà veramente quello che vuole. Io credo negli” incontri", a prescindere dalle radici. 
Per questo penso che il personaggio principale di questo racconto sia la professoressa che, sebbene insegni in un ambiente difficile e ostile, riesce a portare e a trasmettere petali di poesia.  
Il cielo, come in altri racconti, è appena accennato nel patto segreto tra Drina e Dio, con una pioggia catartica sopra le difficoltà della vita.

15Drina Empty Re: Drina Lun Dic 23, 2024 11:27 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto fresco, simpatico, un piccolo diamante grezzo: proprio come Drina, zingarella e borseggiatrice molto sui generis.
La scrittura è sicura, senza inciampi, escludendo quei quattro o cinque congiuntivi mancati che però non stonano affatto nel contesto generale.
Forse un po' stereotipata la famiglia della ragazza, con il padre manesco e il fratello ricettatore, ma, non conoscendo molto di quel popolo, mi adeguo alle scelte dell'autore.
Molto interessante anche il personaggio della prof, un'altra figura piuttosto sui generis e dalla cui bocca esce una bellissima definizione della scrittura: "Attraverso la scrittura possiamo tirare fuori i nostri sentimenti, sciogliere l’animo dalle costrizioni, liberare la fantasia, diventare quello che non siamo, vivere non una, ma infinite vite. Perché scrivere è catartico, proprio come la pioggia. Condividiamo le stesse lacrime del cielo, diventiamo noi stessi aghi di acqua costretti a infrangerci al suolo, per lo stesso inevitabile destino"; e, altrettanto bella, quella della poesia e della sua funzione catartica espressa da Drina stessa: "La poesia, allora, è come la pioggia, ci stai sotto e ti pulisce dentro e fuori".
Il padre, "Quello che prima urlava al telefono", diventa invece una spalla perfetta per la protagonista, in un duetto in cui lo scambio di battute, fra il divertente e il drammatico, è degno di un'ottima commedia.
Cos'altro posso aggiungere? Be', un sacco di complimenti.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

16Drina Empty Re: Drina Mar Dic 24, 2024 11:13 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Un racconto ricco di contrasti, che utilizza una voce narrativa vivida e autentica per immergersi nel mondo della protagonista. Il cielo e le precipitazioni atmosferiche svolgono un ruolo simbolico significativo: la pioggia rappresenta un momento di purificazione e catarsi, in linea con le riflessioni della professoressa di Drina. Questo elemento atmosferico diventa il punto di svolta del racconto, sia narrativamente che emotivamente, simboleggiando la possibilità di cambiamento e un temporaneo senso di redenzione.
La narratrice è un elemento fondamentale del racconto. Drina si presenta con una voce forte, ironica e disillusa, ma anche profondamente umana. Attraverso il suo punto di vista, si entra in contatto con una realtà fatta di lotta, contraddizioni e una ricerca inconscia di senso. Il linguaggio semplice ma incisivo rende credibile e toccante la narrazione, consentendo di empatizzare con la protagonista nonostante le sue azioni moralmente ambigue.
Il racconto si distingue per la forza del suo realismo e la sensibilità nel trattare temi sociali complessi. Il tema del cielo e della pioggia arricchisce la narrazione di un significato poetico, suggerendo che anche nelle situazioni più difficili può emergere una speranza di cambiamento o un attimo di connessione autentica.

17Drina Empty Re: Drina Gio Dic 26, 2024 4:11 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): sostanzialmente buona; ti segnalo:
  • “Vi insegnano questo in classe?” mia madre…”; in questo caso ‘Mia’ in maiuscolo;
  • “Sarà una sfigata la mia prof. ma quanto parla bene”; non vi va il puntino dopo ‘prof’ perché non è un’abbreviazione ma un accorciamento, come ‘bici’ per bicicletta, ‘raga’ per ragazzi etc.
  • I segni di punteggiatura a fine dialogo, o sempre dentro o sempre fuori dalle virgolette;

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, plausibilità narrativa, finale…): Devo dire che mi è piaciuto assai. Mi fai pensare che di racconti abbastanza brevi che, gira e rigira, non raccontano niente di che, ne sto leggendo molti, alcuni anche in questo step di Pachamama, e mi affanno sempre a scrivere delle osservazioni cercando di spiegare, a questi Autori e Autrici, il senso - per me - della narrazione, differente dallo scrivere una sorta di cartolina fine a se stessa, di flash anche carico emotivamente, semmai ben scritto, ma sospeso nel vuoto. Una vera narrazione non è mai sospesa nel vuoto, ha un senso compiuto. Il tuo racconto, semplice, breve, senza nessun evento epico, senza nessuna emozione strappalacrime, ha il grande pregio di avere un senso compiuto, di saperci presentare bene la protagonista e il suo ambiente, e di regalarci l’interazione con l’uomo derubato in ottima maniera. Resta il problema della centratura del tema che, come sai, in non pochi hanno mancato, semmai mettendo la pioggia (o altro) come “oggetto di scena” o poco più. Sono molto indeciso. In linea di massima anche tu sei più fuori tema che dentro, ma ora come ora direi che un piede dentro (diciamo solo l’alluce) l’hai mantenuto, perché nel tuo racconto la pioggia, anziché elemento indifferente, ha una certa funzionalità nella trama. 
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): scritto molto bene; ritmo giusto, dialoghi giusti…


______________________________________________________
Io vengo da una razza famosa per il vigore dell’immaginazione e l’ardore della passione (E.A. Poe, Eleonora).
https://alamagoozlum.wordpress.com

18Drina Empty Re: Drina Gio Dic 26, 2024 5:46 pm

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Racconto ben scritto, dialoghi curati e trama originale.
La lettura risulta piacevole ma aspettare la pioggia per vendere ombrelli non soddisfa i paletti.
Non sono d'accordo con la visione data a proposito dei nomadi basata su preconcetti evidenti, ma è solo una mia opinione.
Il patto blasfemo col Padreterno è stato adempiuto con la restituzione di parte del bottino.


______________________________________________________
Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

19Drina Empty Re: Drina Dom Dic 29, 2024 10:14 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Un racconto che mi spiazza. Drina è un personaggio difficile da inquadrare, proprio come quelli che piacciono a me. Aggiungi che mi potrei anche identificare nell'altro personaggio, quello dell'uomo padre, anche perché "fa il contrario di quello che dovrebbe fare" un po' come me. Insomma, quella dell'azzeccare in questo modo la sensibilità di un lettore è un po' un terno al lotto e in questo caso con me l'hai azzeccato.
Al di là della fortuna, il racconto fila. Anche i comportamenti contrastanti dei due personaggi principali sono presentati in modo poliedrico invece che in modo dissonante, dandomi la possibilità di mantenere quella cosaccia chiamata "sospensione dell'incredulità". Per quanto riguarda il "rimprovero" di Vivonic, secondo me la pioggia svolge il suo ruolo "catartico" e, pur non essendo un tema nel senso letterale della parola, risulta comunque ben integrata nella narrazione.

Grazie e alla prossima.


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20Drina Empty Re: Drina Gio Gen 02, 2025 10:56 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
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Il racconto è scritto bene e la storia è senz'altro particolare, perché è qualcosa che non ti aspetti. Suvvia, inutile negarlo, quante se ne dicono agli zingari? Tuttavia, qui abbiamo a che fare con una sorta di "riabilitazione della categoria", passatemi il termine. Drina è una ladra e ladra rimane, ma ha un lato umano del quale nemmeno lei, forse, è pienamente conscia. 
Io credo che la scuola e la poesia l'aiutino e l'aiuteranno. Le auguro di poter fare la parrucchiera come desidera.

Grazie

21Drina Empty Re: Drina Gio Gen 09, 2025 11:24 am

Achillu

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Maestro Jedi
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Drina _39ad510
Immagine scelta per rappresentare il racconto sui social.


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22Drina Empty Re: Drina Gio Gen 09, 2025 6:26 pm

Resdei

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Maestro Jedi
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Non so chi sia l'artefice di queste creazioni (dietro IA si spera ci sia ancora IU, forse @Achillu?), 
ma devo ringraziare e fare i complimenti. Vedere in un'immagine i propri personaggi è molto emozionante.

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23Drina Empty Re: Drina Gio Gen 09, 2025 6:29 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
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Yes!
Ho spiegato tutto qui: https://www.differentales.org/t3501-note-importanti-sulla-generazione-delle-immagini-dello-step-5-di-pachamama

PS: Complimenti per il racconto, mi è piaciuto molto e... da qualche parte ho anch'io una "zingara" che attende di uscirmi dalla penna Wink Grazie intanto per averla tirata fuori tu.


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24Drina Empty Re: Drina Gio Gen 09, 2025 6:52 pm

Resdei

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Maestro Jedi
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Grande Achi, dovevo immaginare che c'era di mezzo il tuo mouse!
Nel tuo racconto mi sono proprio immedesimata, invece.

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