My Sweet Amanda
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 1 - Portineria
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My Sweet Amanda
Charles tirò su col naso e si strinse ancora di più nel giaccone pesante, come un bruco nel proprio bozzolo, poi fece cenno al collega di calare il carico. Sopra di lui, Calvin cominciò a manovrare la gru, facendo scendere con cautela la grossa cassa. Legname e grano, questo era ciò che giungeva a Millwall. Ogni tanto anche spezie e caffè, ma perlopiù grano e legname.
Con estrema precisione il manovratore posizionò il contenitore sull’ultima porzione libera del pianale dell’autocarro, quindi richiamò il gancio, dopo che Charles lo ebbe liberato dalle funi di sicurezza. Il cielo sopra di loro era un’immensa macchia bianca che si perdeva all’orizzonte, con la neve che continuava a scendere lenta. Le gru di scarico si stagliavano come ombre scure e minacciose contro quel cielo candido. Charles guardò quella fila di ferraglia, ricordando i tempi in cui lavoravano a pieno regime; erano passati pochi anni, ma sembrava trascorsa una vita. Augurandosi di poter contare su quel lavoro ancora per molto tempo, Charles salutò i colleghi, poi si mise alla guida del camioncino e portò la merce in magazzino per lo stoccaggio.
Lo Sleeping Moon era un alberghetto di quart’ordine, incastonato come un fondo di bottiglia tra un pub scalcinato e un anonimo banco dei pegni nel distretto di Cubitt Town. Lei alloggiava lì e ogni sera, dopo il lavoro, Charles non poteva fare a meno di andarla a trovare. Amanda non si ricordava di lui, ma non gli importava. Spesso, mentre percorreva a piedi le due miglia che separavano il suo appartamento dall’albergo situato nel versante orientale dell’Isola Dei Cani, rimuginava su come erano andate le cose. Lui non aveva alcuna colpa, tuttavia continuava a sentirsi responsabile per non averla protetta. Se fosse stato presente magari avrebbe potuto fare qualcosa e cambiare il corso degli eventi, anche se in fondo sapeva che la verità era un’altra: col destino non si usciva mai vincitori. Salì i tre gradini di pietra consumati dal tempo e si ritrovò nella piccola portineria dell’hotel. Dietro al bancone marrone Thomas era così immerso nella lettura del giornale che nemmeno si accorse di lui. Alle sue spalle, la carta da parati a strisce bianche e verdi si accanì su Charles col solito rigurgito di tristezza. Quel posto era un vero cesso. E non solo per quella dannata carta che si stava staccando, lasciando intravedere qua e là porzioni giallognole di muro. No, era anche per la gente che lo frequentava, disperati e balordi di ogni tipo. A ben vedere, l’unica cosa carina di quel posto era il nome. E naturalmente Amanda, la più disperata di tutti.
«Qualche notizia interessante?» chiese Charles, posando sul banco la busta di carta che teneva in mano.
«Ciao Charlie, sei in ritardo stasera» rispose Thomas, togliendo le birre dal sacchetto e aprendole con la forchetta sporca di sugo che giaceva tra i resti della sua cena.
I due fecero tintinnare le bottiglie, brindando nell’ordine alla regina, alle donne e al West Ham United. Si conoscevano da un paio di mesi e ormai erano diventati amici.
«Ho fatto tardi al lavoro» disse il portuale, guardando l’orologio. Erano da poco passate le otto. «Lei è già uscita?»
«Non ancora, ma non dovrebbe mancare molto.»
Charles si passò le mani sui calzoni grigi. Il riscaldamento non era in funzione e faceva un freddo cane, eppure le mani gli sudavano come uno scolaretto.
«Allora, che c’è di nuovo?» disse indicando con una mano il Daily Telegraph.
«Nulla d’interessante. Non credo che febbraio possa fare meglio di gennaio, non dopo la dipartita di Eliot e di Sir Winston Churchill. Comunque siamo solo al cinque del mese, c’è ancora speranza.»
«Dio mio, quanto sei cinico!» esclamò Charles, sciogliendosi in una risata liberatoria.
L’uomo stava ancora ridendo quando Amanda fece la sua comparsa. Indossava una gonna di pelle nera che metteva in risalto le cosce color madreperla e ai piedi calzava un paio di stivali di una improbabile tonalità di viola. Anche la parte alta lasciava poco spazio all’immaginazione, con una camicetta rossa attillata che esaltava il seno generoso. Sotto braccio teneva un cappotto rosso di lana.
«Ciao Thomas, ciao Charles» li salutò sorridendo.
Thomas le fece l’occhiolino, mentre l’altro le si avvicinò, baciandola sulla guancia.
«Vedo che anche stasera vuoi passare inosservata» le disse con una punta di gelosia nella voce, ma poi si pentì subito e aggiunse «fuori sta nevicando, faresti meglio a indossare il cappotto. Fa freddo.»
Amanda sorrise di nuovo, guardandolo con la stessa tenerezza con cui si potrebbe guardare un bambino che non riesce ad afferrare la verità più semplice di questo mondo.
«Sì, come no. Già che non sono bella, ci manca solo che esca tutta infagottata. Nella mia professione il trucco sta nel mostrarla la merce, mica nasconderla. Se do retta a te rischio di non battere chiodo.»
«Perché dici così? Non è vero che non sei bella» protestò Charles accarezzandole il viso. I capelli rossi naturali le coprivano una buona metà del lato sinistro del volto, celando quasi del tutto l’occhio malandato. Mentre la contemplava, i suoi occhi parlavano e le dicevano che era la donna più bella del mondo. Erano andati a letto insieme più di una volta e lui aveva sempre pagato, come tutti gli altri. Solo che Charles non era come gli altri, lui non la scopava. No, lui era diverso. L’amava. Quando la penetrava aveva la sensazione che cercasse di toccarle l’anima. Non ci era abituata e questo le faceva paura, così come la tormentava la sensazione che lui sapesse ogni cosa di lei e della sua vita.
«Lo sai che non mi piace quando mi guardi così» gli disse, fermando la mano che stava risalendo lungo il suo profilo peggiore. Poi lo baciò sulla
bocca e uscì nella fredda notte londinese d’inizio febbraio.
«Perché non ti decidi a dirle tutto?» disse Thomas, vedendo lo sconforto nell’espressione dell’amico. Charles gli aveva raccontato tutta la storia e gli dispiaceva molto vederlo in quello stato.
«Raccontarle tutto? E che senso avrebbe? Adesso è come se lei fosse un’altra persona e io voglio che si innamori nuovamente di me.»
Charles, con la fronte appoggiata al vetro della porta, guardava di fuori. La luce gialla di un lampione lasciava intravedere i fiocchi di neve che senza sosta calavano giù dal cielo: questa volta facevano sul serio e di lì a poco avrebbero fatto presa sull’asfalto. Quando lui le aveva chiesto di sposarlo invece pioveva. Avevano mangiato patatine e calamari fritti al loro chiosco preferito, quello lungo il Tamigi nella zona di Limehouse, poi lui gliel’aveva domandato. Charles lavorava già al molo di Millwall, mentre Amanda si era appena diplomata.
«Mi vuoi sposare?» le aveva chiesto inginocchiandosi e mostrandole l’anello di calamaro che aveva tenuto da parte.
Amanda prima era arrossita, poi era scoppiata a ridere. «Dici sul serio?» gli aveva risposto divertita.
«Mai stato più serio in tutta la mia vita.»
«E perché mai dovrei sposarti?»
«Perché? Prima di tutto perché sono un bravo ragazzo. In secondo luogo perché ho un buon lavoro. Infine perché ti amo alla follia e muoio dalla voglia di darti un anello vero.»
Amanda aveva detto di sì e lo aveva baciato, poi la pioggia si era trasformata in diluvio, obbligandoli a correre come due ragazzini sotto l’acqua in cerca di un riparo. Si trovavano a un passo dalla felicità, ma la pioggia non era stata di buon auspicio. Infatti, qualche giorno dopo, si era verificato l’incidente. Lui avrebbe voluto accompagnarla, ma non si era liberato in tempo. In seguito, quante volte si era maledetto per quel fatto: davanti allo specchio mentre si radeva, al lavoro, la notte quando si rigirava nel letto senza riuscire a prendere sonno. Così Amanda era andata da sola al colloquio per quel posto da segretaria a cui teneva tanto e la sua vita era cambiata in un attimo. Mentre camminava per strada un bus l’aveva investita, scaraventandola contro una cabina del telefono. Il coma l’aveva cullata per più di dieci giorni e al risveglio non ricordava più nulla. Non solo dell’incidente, ma non era in grado neppure d’identificare i suoi genitori. Tantomeno Charles.
La cosa peggiore è che faceva fatica a riconoscere persino sé stessa, con lo sfregio che le deturpava il lato sinistro del viso e quell’occhio a mezz’asta, mai totalmente aperto e mai completamente chiuso.
«Guardatemi, ho un’espressione fottutamente idiota» diceva mirandosi allo specchio. Non faceva che piangere e imprecare tutto il giorno.
La dolce Amanda non esisteva più e un bel giorno, qualche settimana dopo la dimissione dall’ospedale, era sparita nel nulla, gettando tutti quelli che le volevano bene nell’angoscia. Charles in quei due lunghissimi anni era andato avanti come meglio poteva, masticando rabbia, rimorsi e tristezza, dedicando ogni momento libero alla ricerca della sua amata. Così, quando il suo collega Calvin gli aveva raccontato di essere stato con una prostituta dal seno enorme, con una cicatrice che le percorreva quasi per intero il lato sinistro del viso e un occhio talmente strano da metterlo quasi in soggezione, aveva sperato con ogni molecola del corpo che la sua angoscia fosse giunta al termine. Seguirla e scoprire dove alloggiava era stato facile. Il difficile era stato vedere coi propri occhi in che modo si guadagnasse da vivere. Quello era stato complicato da accettare, non quanto l’incidente, ma quasi.
Quando salutò Thomas e abbandonò lo Sleeping Moon, nevicava ancora. Una suggestiva patina bianca copriva strade e marciapiedi.
Era inutile, aveva voglia di vederla, così s’incamminò in direzione della sua zona, all’incrocio tra Calbert Way e Freeport Road. Quando raggiunse l’intersezione delle due strade in giro non c’era anima viva. Aspettò qualche minuto, senza sapere bene cosa fare, poi una Rover P6 nera scaricò Amanda sotto l’olmo situato davanti al campo da basket.
«Ciao» la salutò avvicinandosi.
«E tu che ci fai qui?» Sembrava sorpresa, ma non contrariata.
«Volevo vederti. Facciamo due passi?»
Lei guardò l’orologio: le dieci erano passate da poco. «È presto. Devo ancora lavorare.»
«E dai, non farti pregare. Il bello di lavorare in proprio è che puoi fare come vuoi» rispose lui, offrendole il braccio. Amanda arricciò il naso, indecisa sulla decisione da prendere, poi scosse la testa e sorrise, accettando l’invito. Camminarono per un po' sul lungofiume, senza parlare, con la neve che si andava accumulando sugli scheletri delle gru e sui tetti dei magazzini situati sull’altra sponda del Tamigi. Sembrava tutto così irreale.
«Ogni tanto penso che in un’altra vita io e te siamo stati fidanzati. Magari stavamo anche per sposarci. Tu che dici?»
Lei lo guardò perplessa, stringendosi nel suo cappotto rosso.
«Dico davvero. La vita è un mistero. Ci sono tante cose che non sappiamo o che non ricordiamo.»
«Tu sei un mistero, non la vita. La vita è dura, ma è semplice da capire. Ciò che non capisco è quello che vuoi da me.»
«Niente d’impossibile» rispose l’uomo, guardando alla sua destra. «Voglio solo mangiare qualcosa con te. Patatine e calamari?»
A poche decine di metri da loro c’era un negozietto che faceva fritture. A Charles l’ispirazione era giunta improvvisa e inaspettata. Presero due porzioni di calamari e patatine, poi ritornarono in strada. I loro respiri galleggiavano nell’aria pungente, dando vita a nuvole informi di vapore acqueo. Charles osservò attentamente la ragazza, cercando di notare se qualcosa in lei fosse cambiato. Aveva notato una scintilla particolare nei suoi occhi? Il risveglio di un ricordo? Forse era solo suggestione, però si inginocchiò e porse ad Amanda uno dei suoi anelli fritti di calamaro.
«Mia dolce Amanda, mi vuoi sposare?»
Amanda questa volta non arrossì, ma rise di gusto, come quella volta di due anni prima. Non disse neppure di sì, ma si avvicinò a Charles e lo baciò sulla bocca. Le cose non accadevano mai due volte nello stesso modo, ma potevano andarci vicino.
«Tu non ti arrendi mai, vero?» gli sussurrò all’orecchio.
Charles non rispose, la prese per mano e corsero via sotto la neve.
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Re: My Sweet Amanda
Ma che bella storia. Dall’inizio alla fine. Bravissimo a creare l’atmosfera giusta, le descrizioni accurate, i personaggi hanno un’anima che traspare da ogni piccolo gesto. Questa è senz’altro una bella lettura, carica di sentimento ma non stucchevole. Non c’è caricatura, c’è solo tanta dolcezza e quell’anello fatto col calamaro fritto è un gioiello di squisita fattura.
Gli elementi richiesti si fondono con eleganza e soavità tanto che anche i docks acquistano il fascino irresistibile che solo una bella storia d’amore può riuscire a conferire. Sei tra i miei preferiti, senza se e senza ma. Ottima prova.
Gli elementi richiesti si fondono con eleganza e soavità tanto che anche i docks acquistano il fascino irresistibile che solo una bella storia d’amore può riuscire a conferire. Sei tra i miei preferiti, senza se e senza ma. Ottima prova.
Petunia- Moderatore
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Re: My Sweet Amanda
Il racconto comincia come un film. Un brutale groviglio di immagini portuali mischiate alla neve che scende lenta. Tutto per farci conoscere Charles che saluta i colleghi e ritorna con il camioncino pieno di merce.
A me quel groviglio potrebbe bastare, è già una storia.
A Charles no, a lui non basta, rivuole Amanda e l' aspetta tutte le sere.
La carta bianca e verde della portineria è più malfamata dell'alberghetto malfamato che lei frequenta.
Ma non gli importa.
E la riavrà.
Storia originale e triste, scritta da penna superiore. La classe c'è tutta, nelle frasi, nell'idea, nell'atmosfera.
La chiusa mi piace poco, ma non glielo dite, di sicuro è un mio amico l'autore.
Due così non li avrei mai fatti correre sotto la neve.
Inciampare, sotto la neve.
Sì.
A me quel groviglio potrebbe bastare, è già una storia.
A Charles no, a lui non basta, rivuole Amanda e l' aspetta tutte le sere.
La carta bianca e verde della portineria è più malfamata dell'alberghetto malfamato che lei frequenta.
Ma non gli importa.
E la riavrà.
Storia originale e triste, scritta da penna superiore. La classe c'è tutta, nelle frasi, nell'idea, nell'atmosfera.
La chiusa mi piace poco, ma non glielo dite, di sicuro è un mio amico l'autore.
Due così non li avrei mai fatti correre sotto la neve.
Inciampare, sotto la neve.
Sì.
Ospite- Ospite
Re: My Sweet Amanda
Piaciuto e parecchio, pure. Ha la bellezza e l'eleganza della semplicità. Ottimi i personaggi, finanche Thomas è ben delineato. Un appunto sulla coerenza alla realtà la faccio però, perché va bene il patto con il lettore e la sospensione dell'incredulità, ma non posso credere che lui non sia mai andato a trovare Amanda in ospedale prima che lei scappasse e che quindi non lo abbia poi ricosciuto. Sì, un'altra cosetta: nel primo paragrafo ho incespicato un poco con tutti i quel cielo, quella fila, quel lavoro, meglio il cielo, la fila, il lavoro.
Ottima l'immedesimazione storica, subito, dall'inizio, ambientazione perfetta.
Stile azzeccato, in linea col genere e con gli avvenimenti, magari un po' troppo ingessato, secondo me avresti potuto essere più estroso soprattutto nella parte finale.
Cosce color madreperla, non so se voluto, ma è una citazione da Un malato di cuore di De André, di solito si dovrebbero evitare perché fanno uscire il lettore dalla pagina, lo distraggono.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: My Sweet Amanda
Dopo tanti cadaveri finalmente una bellissima storia d'amore. Mi ha fatto veramente piacere leggerla non solo per come sai scrivere ma per l'immaginazione dei luoghi e dei due personaggi principali. Lui che non demorde e... quel bellissimo finale. Bravò (così me la cavo in un francese asessuato. Ci sono delle frasi che mi hanno particolarmente colpito per la loro bellissima immaginazione esempio: la carta da parati a strisce bianche e verdi si accanì su Charles col solito rigurgito di tristezza. Dà veramente l'idea. E questa: Quando la penetrava aveva la sensazione che cercasse di toccarle l’anima. Pensavo che bisognasse essere solo maschi per capirla ma dal momento che non so chi sei mi ha ancor più colpito.
Ultima modifica di Antonio Borghesi il Mar Mar 16, 2021 2:27 pm - modificato 1 volta.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: My Sweet Amanda
INTERVENTO DI MODERAZIONEAntonio Borghesi ha scritto:Dopo tanti cadaveri finalmente una bellissima storia d'amore. Mi ha fatto veramente piacere leggerla non solo per come sai scrivere ma per l'immaginazione dei luoghi e dei due personaggi principali. Lui che non demorde e... quel bellissimo finale. Bravò (così me la cavo in un francese asessuato.
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Re: My Sweet Amanda
Comincio la lettura e il commento di questo step con una storia "rosa" e già questo mi piace molto.
E mi piace molto quel finale lasciato aperto in modo che il lettore possa decidere cosa potrebbe essere successo dopo: sarebbe stato troppo banale farle dire quel "sì".
E' un racconto e quindi non necessariamente tutto quanto viene raccontato deve essere credibile al 100%: perché Amanda è diventata una prostituta? Quando si è risvegliata dal coma che domande si sarà fatta? Di domande ce ne sarebbero tantissime ma leggo e credo a ciò che scrive l'autore, anche perché lo scrive piuttosto bene, senza errori ne refusi.
L'unica parte che non mi ha entusiasmato è la descrizione dell'incidente, non so dirti esattamente perché, forse mi sembra eccessivamente banale, come se improvvisamente ci fosse un'interruzione nello stile di scrittura; mah, forse esagero...
Ok ambientazione, personaggio, genere; sulla portineria purtroppo devo dire che non ci siamo, il racconto doveva cominciare o finire o svolgersi in quel luogo o quel luogo avere comunque una notevole importanza: quanto è grave questa "mancanza"?
E mi piace molto quel finale lasciato aperto in modo che il lettore possa decidere cosa potrebbe essere successo dopo: sarebbe stato troppo banale farle dire quel "sì".
E' un racconto e quindi non necessariamente tutto quanto viene raccontato deve essere credibile al 100%: perché Amanda è diventata una prostituta? Quando si è risvegliata dal coma che domande si sarà fatta? Di domande ce ne sarebbero tantissime ma leggo e credo a ciò che scrive l'autore, anche perché lo scrive piuttosto bene, senza errori ne refusi.
L'unica parte che non mi ha entusiasmato è la descrizione dell'incidente, non so dirti esattamente perché, forse mi sembra eccessivamente banale, come se improvvisamente ci fosse un'interruzione nello stile di scrittura; mah, forse esagero...
Ok ambientazione, personaggio, genere; sulla portineria purtroppo devo dire che non ci siamo, il racconto doveva cominciare o finire o svolgersi in quel luogo o quel luogo avere comunque una notevole importanza: quanto è grave questa "mancanza"?
paluca66- Maestro Jedi
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Re: My Sweet Amanda
Ciao, caro Autore.
Il bello di far parte dello staff è anche avere la possibilità di leggere i racconti in anteprima, quindi per me sono tutte quantomeno seconde letture, e tante cose si capiscono meglio dopo un po', ancor di più se passa qualche giorno.
Di tutti i circa trenta racconti letti, questo è quello che più mi è rimasto impresso, e non è un caso se ho scelto di cominciare i commenti proprio da questo.
Forse perché è un rosa, e come ha detto qualcuno in tag era davvero difficile centrare il genere con i parametri che vi avevamo dato (randomizzati, ma pur sempre colpa nostra). Quindi forse è già questo che mi ha colpito del tuo racconto, aggiunto al fatto che non si trova un errore o un refuso neanche a essere pignoli, o anche il fatto che tutti gli elementi sono dosati e centrati a pennello.
Le cosce color madreperla sono una citazione troppo evidente: pensa che, quando ho dato parere favorevole all'ammissione, ho anche specificato "soprattutto per le cosce color madreperla"; questa è sicuramente una battuta ma, se ci pensi, non puoi non essere d'accordo con quanto dice Aki.
Il resto è davanti agli occhi di tutti: hai creato davvero un testo eccellente.
Complimenti!
Il bello di far parte dello staff è anche avere la possibilità di leggere i racconti in anteprima, quindi per me sono tutte quantomeno seconde letture, e tante cose si capiscono meglio dopo un po', ancor di più se passa qualche giorno.
Di tutti i circa trenta racconti letti, questo è quello che più mi è rimasto impresso, e non è un caso se ho scelto di cominciare i commenti proprio da questo.
Forse perché è un rosa, e come ha detto qualcuno in tag era davvero difficile centrare il genere con i parametri che vi avevamo dato (randomizzati, ma pur sempre colpa nostra). Quindi forse è già questo che mi ha colpito del tuo racconto, aggiunto al fatto che non si trova un errore o un refuso neanche a essere pignoli, o anche il fatto che tutti gli elementi sono dosati e centrati a pennello.
Le cosce color madreperla sono una citazione troppo evidente: pensa che, quando ho dato parere favorevole all'ammissione, ho anche specificato "soprattutto per le cosce color madreperla"; questa è sicuramente una battuta ma, se ci pensi, non puoi non essere d'accordo con quanto dice Aki.
Il resto è davanti agli occhi di tutti: hai creato davvero un testo eccellente.
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Re: My Sweet Amanda
Un racconto bellissimo dal punto di vista formale, ma che non mi convince molto nella trama. Come di consueto, parto dai paletti. Devo dire che ho apprezzato come sostanzialmente l'intera storia si svolga nei Docks o nelle sue vicinanze, però ha ragione paluca quando dice che la portineria riveste un ruolo troppo marginale nell'economia del racconto. L'aspetto più forte del tuo testo, a mio modo di vedere, è la tua capacità nel costruire un ambientazione completa, con personaggi credibili e complessi, in così poche righe. Era tutto così realistico, che mi sembra di essere dentro il racconto mentre lo leggevo. Tuttavia, l'uso massiccio delle descrizioni mi ha impedito di vivere appieno le emozioni provate dai personaggi: le ho comprese, ma non sono riuscito a farle mie. Non ho avuto molto coinvolgimento emotivo, ecco. Credo però che questo sia più un mio limite che uno del tuo brano.. In ogni caso, l'unico aspetto veramente negativo che riscontro (oltre alla parte in cui descrivi l'incidente che vede coinvolta, che avrebbe reso molto meglio se fosse stato proposto in forma di dialogo) è la trama, a mio avviso un po' blanda e scontata dopo la parte centrale. Tutto sommato, è comunque un racconto molto solido e in grado di far immergere il lettore nella narrazione.
Ospite- Ospite
Re: My Sweet Amanda
A costo di ripetere quanto già detto da altri, praticamente tutti, voglio ancora sottolineare l'ottima scrittura di questo testo, scorrevole, senza errori né refusi. Forse un errore c'è, l'unico, per cui chiedo aiuto ad [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: è corretto scrivere "sé stessa" con l'accento (nel paragrafo successivo alla descrizione dell'incidente)?
Non sono un amante del rosa ma devo dire che il genere scelto è pienamente rispettato quanto a semplicità e atmosfera che l'aut ha saputo creare.
Anche io ritengo che il luogo portineria sia marginale e questo aspetto avrà purtroppo il suo peso in sede di valutazione. Ottima la caratterizzazione dei pochi personaggi. Pochi ma buoni.
Bene anche la collocazione temporale.
In definitiva un buon lavoro.
Non sono un amante del rosa ma devo dire che il genere scelto è pienamente rispettato quanto a semplicità e atmosfera che l'aut ha saputo creare.
Anche io ritengo che il luogo portineria sia marginale e questo aspetto avrà purtroppo il suo peso in sede di valutazione. Ottima la caratterizzazione dei pochi personaggi. Pochi ma buoni.
Bene anche la collocazione temporale.
In definitiva un buon lavoro.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: My Sweet Amanda
Un racconto ben scritto. Quello che mi colpisce è che questo è il secondo racconto rosa che leggo, un genere che sinceramente non è che mi piaccia molto, anche se l'amore tra due persone può esserci sempre e che finisca bene è un bel auspicio.
Dunque l'amore ma come diceva una vecchia canzone chi dice amore dice dolore ed è questo che ho trovato anche in questo rosa , pare quasi che il vero amore debba purificarsi nel dolore per poter essere definito tale.
Insomma hai fatto un bel lavoro. Complimenti.
Dunque l'amore ma come diceva una vecchia canzone chi dice amore dice dolore ed è questo che ho trovato anche in questo rosa , pare quasi che il vero amore debba purificarsi nel dolore per poter essere definito tale.
Insomma hai fatto un bel lavoro. Complimenti.
gemma vitali- Padawan
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Re: My Sweet Amanda
Ciao autor*
Questo racconto, per ora, è il primo che ho riletto una seconda volta prima di commentarlo.
Per prima cosa, perché il genere rosa non è tra i miei preferiti e in secondo luogo, perché l'ho letto a tarda notte e il sonno mi precludeva ogni analisi.
In ogni caso, con i miei limiti sul genere, ho apprezzato moltissimo le immagini che hai descritto, riuscendo per la durata della lettura, a catapultarmi esattamente in quei luoghi. I personaggi sono molto precisi, ben descritti e assolutamente credibili, eccezion fatta per quella situazione già menzionata da Aki, qualche commento sopra.
Ambientazione perfetta, che aiuta a immedesimarsi al momento dei fatti narrati.
Non ho refusi da segnalarti, ma posso dirti che quella frase di De André non mi disturba, anzi mi ha fatto sorridere.
A te, autor*, il merito di avermi avvicinato aa un genere che ho spesso snobbato. E anche il merito di farmelo piacere.
Comincio a mettere questo titolo neinei primi cinque, poi si vedrà.
Complimenti e grazie della lettura.
Questo racconto, per ora, è il primo che ho riletto una seconda volta prima di commentarlo.
Per prima cosa, perché il genere rosa non è tra i miei preferiti e in secondo luogo, perché l'ho letto a tarda notte e il sonno mi precludeva ogni analisi.
In ogni caso, con i miei limiti sul genere, ho apprezzato moltissimo le immagini che hai descritto, riuscendo per la durata della lettura, a catapultarmi esattamente in quei luoghi. I personaggi sono molto precisi, ben descritti e assolutamente credibili, eccezion fatta per quella situazione già menzionata da Aki, qualche commento sopra.
Ambientazione perfetta, che aiuta a immedesimarsi al momento dei fatti narrati.
Non ho refusi da segnalarti, ma posso dirti che quella frase di De André non mi disturba, anzi mi ha fatto sorridere.
A te, autor*, il merito di avermi avvicinato aa un genere che ho spesso snobbato. E anche il merito di farmelo piacere.
Comincio a mettere questo titolo neinei primi cinque, poi si vedrà.
Complimenti e grazie della lettura.
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A Akimizu garba questo messaggio
Re: My Sweet Amanda
Un bellissimo racconto dove ogni elemento è al posto giusto e descritto bene. c'è una malinconia di fondo che mi affascina e mi rapisce. Mi ha lasciato confuso ed emozionato. Anche io come altri non amo il genere "rosa" perché spesso sono zuccherosi e stucchevoli. Qui invece la forza dell'amore si sente sin da subito. Un amore solido che va oltre le difficoltà. Ci sono tanti punti che non sono spiegati ma, per me, va bene così.
Annuisco spaesato e lievemente commosso da dieci minuti, ora mi prendo un caffè e mi segno il titolo. ottimo lavoro.
Un appunto volante. Ho amato l'utilizzo del meteo per descrivere sensazioni e stati d'animo.
Annuisco spaesato e lievemente commosso da dieci minuti, ora mi prendo un caffè e mi segno il titolo. ottimo lavoro.
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Re: My Sweet Amanda
Racconto che stupisce e va in crescendo.
Coinvolge, affascina, alla fine emoziona pure, perché anche se sai che la storia avrà un lieto fine o qualcosa del genere, ti piace comunque leggerlo e sapere che avevi ragione.
Tra l'altro è un tocco di classe che Amanda non dica di sì nel finale.
C'è però qualche difetto che va rilevato.
La portineria è troppo poca cosa, almeno per me.
Poi lo stile.
Sembra diverso nelle due metà del racconto. La prima è più lenta, un po' aggrovigliata, non molto fluida.
La seconda è piuttosto diversa, molto più leggibile, scorrevole, coinvolgente.
Non credo sia solo dovuto al maggior impatto emotivo. Sembra proprio scritta con due criteri diversi.
Magari sbaglio, impressione mia.
A prescindere, il lavoro è di ottima fattura e penso se la giocherà tra i posti più alti.
Coinvolge, affascina, alla fine emoziona pure, perché anche se sai che la storia avrà un lieto fine o qualcosa del genere, ti piace comunque leggerlo e sapere che avevi ragione.
Tra l'altro è un tocco di classe che Amanda non dica di sì nel finale.
C'è però qualche difetto che va rilevato.
La portineria è troppo poca cosa, almeno per me.
Poi lo stile.
Sembra diverso nelle due metà del racconto. La prima è più lenta, un po' aggrovigliata, non molto fluida.
La seconda è piuttosto diversa, molto più leggibile, scorrevole, coinvolgente.
Non credo sia solo dovuto al maggior impatto emotivo. Sembra proprio scritta con due criteri diversi.
Magari sbaglio, impressione mia.
A prescindere, il lavoro è di ottima fattura e penso se la giocherà tra i posti più alti.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: My Sweet Amanda
Anche questa una bella lettura e anche questa spazia nel genere rosa.
Questo step si sta rivelando una gran sorpresa per me: avrei scommesso che avrei apprezzato tutti i gialli(genere che amo) e massacrato il genere rosa(che non mi piace affatto), invece in questo contest sta succedendo l'esatto contrario. Va bè, sorvoliamo.
Ciò che mi piace del brano è l'armonia della storia e l'ambientazione suggestiva, pittoresca sia nella prima parte ambientata nella portineria dell'alberghetto, sia in quella finale lungo il Tamigi. Buoni e ben caratterizzati anche i personaggi.
Concordo col mio amico Aki per la citazione, l'autore/autrice poteva anche evitare di inserirla: prima sei a Londra e poi ti ritrovi con le immagini nel mondo di De André.
Nel complesso una buona prova.
Questo step si sta rivelando una gran sorpresa per me: avrei scommesso che avrei apprezzato tutti i gialli(genere che amo) e massacrato il genere rosa(che non mi piace affatto), invece in questo contest sta succedendo l'esatto contrario. Va bè, sorvoliamo.
Ciò che mi piace del brano è l'armonia della storia e l'ambientazione suggestiva, pittoresca sia nella prima parte ambientata nella portineria dell'alberghetto, sia in quella finale lungo il Tamigi. Buoni e ben caratterizzati anche i personaggi.
Concordo col mio amico Aki per la citazione, l'autore/autrice poteva anche evitare di inserirla: prima sei a Londra e poi ti ritrovi con le immagini nel mondo di De André.
Nel complesso una buona prova.
Byron.RN- Maestro Jedi
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A Akimizu garba questo messaggio
Re: My Sweet Amanda
Parto subito dalle poche piccole cose che non vanno, secondo me:
Il titolo: “Mia dolce Amanda” avrebbe fatto la sua figura, senza scomodare l’inglese.
Sempre a proposito di inglese: perché chiamare l’albergo “Sleeping Moon” e poi citare L’Isola dei Cani e non chiamarla “Isle of Dogs”?
“andarla a trovare” preferisco “andare a trovarla”
La portineria anche in questo racconto, come in altri, è inserita con un certo sforzo, ma del tutto comprensibile, dati i paletti imposti.
Detto questo passiamo ai lati positivi che sono di maggior consistenza.
Come “rosa” è tra i migliori fra quelli che hanno scelto questo genere.
Alcune frasi mi sono piaciute particolarmente:
“Alle sue spalle, la carta da parati a strisce bianche e verdi si accanì su Charles col solito rigurgito di tristezza.”
“Amanda sorrise di nuovo, guardandolo con la stessa tenerezza con cui si potrebbe guardare un bambino che non riesce ad afferrare la verità più semplice di questo mondo.”
Per quanto riguarda “le cosce color madreperla”, da accanito fan di De André non posso che approvare la citazione, anche perché il mondo vicino a De André, ha molti aspetti comuni alla tua storia: i docks/la vecchia Genova del porto, Amanda/le adorate “puttane” di De André, così presenti nella sua vita e nelle sue canzoni.
L’idea dell’anello di calamaro è geniale.
Il titolo: “Mia dolce Amanda” avrebbe fatto la sua figura, senza scomodare l’inglese.
Sempre a proposito di inglese: perché chiamare l’albergo “Sleeping Moon” e poi citare L’Isola dei Cani e non chiamarla “Isle of Dogs”?
“andarla a trovare” preferisco “andare a trovarla”
La portineria anche in questo racconto, come in altri, è inserita con un certo sforzo, ma del tutto comprensibile, dati i paletti imposti.
Detto questo passiamo ai lati positivi che sono di maggior consistenza.
Come “rosa” è tra i migliori fra quelli che hanno scelto questo genere.
Alcune frasi mi sono piaciute particolarmente:
“Alle sue spalle, la carta da parati a strisce bianche e verdi si accanì su Charles col solito rigurgito di tristezza.”
“Amanda sorrise di nuovo, guardandolo con la stessa tenerezza con cui si potrebbe guardare un bambino che non riesce ad afferrare la verità più semplice di questo mondo.”
Per quanto riguarda “le cosce color madreperla”, da accanito fan di De André non posso che approvare la citazione, anche perché il mondo vicino a De André, ha molti aspetti comuni alla tua storia: i docks/la vecchia Genova del porto, Amanda/le adorate “puttane” di De André, così presenti nella sua vita e nelle sue canzoni.
L’idea dell’anello di calamaro è geniale.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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A Arunachala garba questo messaggio
Re: My Sweet Amanda
Per me è un buon racconto, denso di emozioni, a tratti un po’ lento, ma si entra nell’atmosfera che l’autore ci vuol far percepire.
La descrizione dei luoghi è convincente, così come quella degli stati d’animo dei personaggi, anche se con un po’ più di sintesi avrebbero reso ugualmente i concetti, considerando che si tratta di un racconto breve. Il finale è alla fine scontato, forse troppo (il genere rosa non rientra nelle mie letture top- me ne scuso con l’autore/autrice), anche se, ad un certo punto, mi immaginavo un proseguo da genere giallo anziché romantico.
Diciamo che mi sarei aspettata un finale a sorpresa o più intrigante, anche non felice, da come è strutturata la prima parte: non è che tutte le storie di questo tipo debbano necessariamente avere un finale rosa, la realtà dice molto diversamente, quindi – puntando anche su un’attualità dei fatti che si sarà sicuramente verificata anche in passato – un po’ mi ha deluso che finisse “e vissero felici e contenti”.
Forse è ‘sto periodaccio che stiamo vivendo o la disillusione sull’umanità con cui conviviamo in cui lieti fine non sempre sono proprio a lieto fine, per sempre.
Ho notato che alla fine di alcuni dialoghi, se non conclusi con ? o ! manca il punto. Risparmio di caratteri o scelta personale? All’autore l’ardua sentenza.
La descrizione dei luoghi è convincente, così come quella degli stati d’animo dei personaggi, anche se con un po’ più di sintesi avrebbero reso ugualmente i concetti, considerando che si tratta di un racconto breve. Il finale è alla fine scontato, forse troppo (il genere rosa non rientra nelle mie letture top- me ne scuso con l’autore/autrice), anche se, ad un certo punto, mi immaginavo un proseguo da genere giallo anziché romantico.
Diciamo che mi sarei aspettata un finale a sorpresa o più intrigante, anche non felice, da come è strutturata la prima parte: non è che tutte le storie di questo tipo debbano necessariamente avere un finale rosa, la realtà dice molto diversamente, quindi – puntando anche su un’attualità dei fatti che si sarà sicuramente verificata anche in passato – un po’ mi ha deluso che finisse “e vissero felici e contenti”.
Forse è ‘sto periodaccio che stiamo vivendo o la disillusione sull’umanità con cui conviviamo in cui lieti fine non sempre sono proprio a lieto fine, per sempre.
Ho notato che alla fine di alcuni dialoghi, se non conclusi con ? o ! manca il punto. Risparmio di caratteri o scelta personale? All’autore l’ardua sentenza.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: My Sweet Amanda
Come sono felice che vada a finire bene! Ho tirato un sospiro di sollievo.
Sì, lo so che dovevo aspettarmi il lieto fine, in un racconto rosa, ma tu mi hai condotto così bene per mano che ho veramente trepidato fino in fondo con Charles.
Secondo me, c’è solo un calo di tensione nel racconto dell’incidente e del periodo che era seguito.
Scrittura ottima, sicura, precisa, corretta (ho solo trovato un paio di cosette da sistemare, ma davvero delle minuzie).
Forse la migliore descrizione d’ambiente che ho trovato fino ad ora, che denota conoscenza o per diretta esperienza o per attento studio.
Davvero una piacevole lettura.
Complimenti.
P.S.
Per rispondere a Molli: le forme “sé stessa” e “se stessa” sono considerate entrambe corrette, anche se le grammatiche trovano preferibile “se stessa” (un po’ come per “obiettivo”, “obbiettivo”). Io preferisco la forma senza accento, ma ho un’amica, anche lei insegnante di Lettere e con un passato di correttrice di bozze, che invece usa la forma accentata, tanto che una volta ne abbiamo discusso. Addirittura, alcuni correttori di word correggono la forma non accentata.
Invece, è obbligatorio l’accento quando “sé” è da solo.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: My Sweet Amanda
Racconto ben fatto. Schietto e onesto, nel senso che non è l'opera di un genio del design ma si vede la mano di un bravo artigiano della qualità.
Per i mei gusti ci sono troppe descrizioni. Certi passaggi sono raccontati, bene, ma raccontati. E questo non li fa vivere al lettore, dunque le emozioni rimangono lontane con un certo effetto riassunto.
Una frase nei primi paragrafi "Amanda non si ricordava di lui, ma non gli importava." mi ha spezzato la lettura: quando, qualche capoverso dopo lei invece lo salutava e anzi descriveva nella memoria i loro rapporti mi pareva di non aver capito nulla e sono tornato indietro a rileggere. Questo spezzare la lettura mi ha un po' rovinato il contenuto. Solo dopo aver finito tutto il racconto ho capito che lei non si ricordava di lui nella sua vita prima dell'incidente.
Una piccola cosa: "i fiocchi di neve che senza sosta calavano giù dal cielo". Quel calavano mi suona strano visto che ho sempre inteso il verbo in modo transitivo; poi quel giù è superfluo e stona. Se dal cielo non può essere che giù.
Per i mei gusti ci sono troppe descrizioni. Certi passaggi sono raccontati, bene, ma raccontati. E questo non li fa vivere al lettore, dunque le emozioni rimangono lontane con un certo effetto riassunto.
Una frase nei primi paragrafi "Amanda non si ricordava di lui, ma non gli importava." mi ha spezzato la lettura: quando, qualche capoverso dopo lei invece lo salutava e anzi descriveva nella memoria i loro rapporti mi pareva di non aver capito nulla e sono tornato indietro a rileggere. Questo spezzare la lettura mi ha un po' rovinato il contenuto. Solo dopo aver finito tutto il racconto ho capito che lei non si ricordava di lui nella sua vita prima dell'incidente.
Una piccola cosa: "i fiocchi di neve che senza sosta calavano giù dal cielo". Quel calavano mi suona strano visto che ho sempre inteso il verbo in modo transitivo; poi quel giù è superfluo e stona. Se dal cielo non può essere che giù.
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Re: My Sweet Amanda
Non mi soffermo sui difetti, già rilevati dai commenti precedenti. Mi limito a motivare le ragioni della mia valutazione positiva.
L’incipit immette subito il lettore nell’atmosfera dei docks, quindi lo introduce nella portineria di un albergo d’infima qualità dove si svolge il dialogo tra Charles, un operaio del porto, e Thomas, il portiere. I due bevono birra, danno un’occhiata al Telegraph, si scambiano confidenze. Il commento di notizie del giornale, che informa della morte di Chuchill, serve alla collocazione temporale del testo: 1965. La descrizione dei docks è animata dalle figure in movimento.
Spazio e tempo del racconto così ben delineati, la caratterizzazione dei personaggi, il modo di presentare poco per volta gli elementi della storia, la scrittura corretta denotano una penna capace di elaborare trame e una tecnica narrativa consapevole.
Benché amici da pochi mesi, Charles e Thomas sono divenuti intimi e Thomas è al corrente dell’incidente che ha interrotto la storia d’amore tra Charles e Amanda. Lei, uscita dal coma, ha perso la memoria.
«Perché non ti decidi a dirle tutto?» disse Thomas
«Raccontarle tutto? E che senso avrebbe? Adesso è come se lei fosse un’altra persona e io voglio che si innamori nuovamente di me.» Questo – a mio parere – il centro del racconto, rosa, com’è ovvio.
L’incipit immette subito il lettore nell’atmosfera dei docks, quindi lo introduce nella portineria di un albergo d’infima qualità dove si svolge il dialogo tra Charles, un operaio del porto, e Thomas, il portiere. I due bevono birra, danno un’occhiata al Telegraph, si scambiano confidenze. Il commento di notizie del giornale, che informa della morte di Chuchill, serve alla collocazione temporale del testo: 1965. La descrizione dei docks è animata dalle figure in movimento.
Spazio e tempo del racconto così ben delineati, la caratterizzazione dei personaggi, il modo di presentare poco per volta gli elementi della storia, la scrittura corretta denotano una penna capace di elaborare trame e una tecnica narrativa consapevole.
Benché amici da pochi mesi, Charles e Thomas sono divenuti intimi e Thomas è al corrente dell’incidente che ha interrotto la storia d’amore tra Charles e Amanda. Lei, uscita dal coma, ha perso la memoria.
«Perché non ti decidi a dirle tutto?» disse Thomas
«Raccontarle tutto? E che senso avrebbe? Adesso è come se lei fosse un’altra persona e io voglio che si innamori nuovamente di me.» Questo – a mio parere – il centro del racconto, rosa, com’è ovvio.
mirella- Padawan
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Re: My Sweet Amanda
molto bello.
storia originale scritta con semplicità, senza troppi giri di parole o artifizi superflui.
bella la storia, bella l'evoluzione e bella la chiusa.
forse nessuna delle tre parti è il top, ma messe insieme danno un risultato ottimo.
non ho notato refusi, le descrizioni visive sono buone e quelle a livello emotivo lo sono di più.
splendida l'idea dell'anello di calamaro.
piaciuto assai, complimenti
storia originale scritta con semplicità, senza troppi giri di parole o artifizi superflui.
bella la storia, bella l'evoluzione e bella la chiusa.
forse nessuna delle tre parti è il top, ma messe insieme danno un risultato ottimo.
non ho notato refusi, le descrizioni visive sono buone e quelle a livello emotivo lo sono di più.
splendida l'idea dell'anello di calamaro.
piaciuto assai, complimenti
Arunachala- Admin
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Re: My Sweet Amanda
Ciao Aut-
La difficoltà più grossa di questo racconto è quella di trovarci un difetto. Non saprei che consigli darti per migliorarlo; l'unica cosa che mi lascia perplesso è la scena nella portineria, con Charles e Thomas che chiacchierano. Però ci sta lo stesso, dà a Charles l'aria da uomo comune e quindi aiuta a non dipingerlo come un "supereroe". Il tutto condito con un ottimo italiano senza sbavature, per lo meno non evidenti a un occhio "non editor" come il mio. Bellissima la prima scena che ci porta nel 1965 (o comunque giù di lì) senza nominare l'anno.
I paletti ci sono: la portineria, i Docks, la prostituta, il genere rosa; non c'è il prelato ma non era richiesto che ci fosse.
Grazie e alla prossima.
La difficoltà più grossa di questo racconto è quella di trovarci un difetto. Non saprei che consigli darti per migliorarlo; l'unica cosa che mi lascia perplesso è la scena nella portineria, con Charles e Thomas che chiacchierano. Però ci sta lo stesso, dà a Charles l'aria da uomo comune e quindi aiuta a non dipingerlo come un "supereroe". Il tutto condito con un ottimo italiano senza sbavature, per lo meno non evidenti a un occhio "non editor" come il mio. Bellissima la prima scena che ci porta nel 1965 (o comunque giù di lì) senza nominare l'anno.
I paletti ci sono: la portineria, i Docks, la prostituta, il genere rosa; non c'è il prelato ma non era richiesto che ci fosse.
Grazie e alla prossima.
Re: My Sweet Amanda
Davvero bello, dall'inizio alla fine, soprattutto per come hai gestito la trama, la disposizione sulla pagina dei vari momenti, cosa raccontare prima cosa raccontare dopo. Sembra una cosa semplice, ma decide dell'equilibrio di una storia, specie di un racconto breve. E questo lo è, un racconto breve coi fiocchi. Personaggi riusciti, Amanda in primis. Quello che ti fa notare Aki è giusto. Se vuoi giocare con gli scherzi del destino devi essere consistente alla cento per cento. Qua è là andrebbe un po' lavorato, cercando soluzioni meno scontate. "Quando la penetrava aveva la sensazione che cercasse di toccarle l’anima". Tipo questa. Quello che mi manca a livello di emozioni è un po' di tristezza in più. Ogni tanto sembra restare un po' sulla superficie. Però sono piccolezze, intendiamoci. Il racconto resta ed è un ottimo lavoro
Asbottino- Cavaliere Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: My Sweet Amanda
Ciao
Che meraviglia, mi mancava tanto una storia come la tua.
La delicatezza di questo racconto è commovente.
Che dire, gli ingredienti erano gli stessi per tutti, ma tu sei riuscit@ a preparare un piatto davvero speciale.
Manca un pochino di portineria, è vero, ma forse poco importa.
La trama è lineare, anche semplice ma fai vedere luoghi e personaggi, narratore esperto, attraverso la tua cinepresa.
L’ambiente è cupo, una vita grigia e di stenti, condotta da gente dissoluta e disadattata, ma quanta partecipazione e solidarietà.
Per questo il lieto fine è ancora più apprezzato.
E per citare ancora il grande Faber e pensando al tuo originalissimo anello mi viene in mente…”dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”
Complimenti
Ciao e a presto
Resdei- Maestro Jedi
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Re: My Sweet Amanda
Caro autore o cara autrice,
hai dato vita a una bella storia. Sei riuscito/a a ricreare perfettamente i Docks di Londra e a elaborare due bellissimi personaggi, tanto reali, tanto tangibili, con un passato alle spalle, delle speranze e molta forza. Mentre leggevo sono riuscita a percepire il dolore che tormentava i due protagonisti, a sentire l’asprezza con cui la vita, spietata, li aveva trattati; ma poi ho sentito anche l’amore di Charles per Amanda, che, in mezzo a tutta quella sofferenza, si stagliava timido ma incessante e riempiva l’aria di tenerezza.
Ho trovato il racconto molto originale e con una trama solida, però mi è rimasta una perplessità a proposito di un punto abbastanza incisivo sul corso del racconto: non riesco a capire perché Charles non avesse detto ad Amanda della loro relazione subito dopo il risveglio dal coma. Si capisce che la ragazza fosse spaesata e sconvolta, ma dirle che, nonostante tutto avrebbe, sempre potuto contare su di lui, non l’avrebbe rassicurata?
Poi una piccola considerazione personale, io avrei tenuto l’inglese “Isle of Dogs” anziché tradurlo con “l’Isola dei Cani”, penso anche che stia più in linea con il racconto visto che i nomi degli altri luoghi sono scritti in inglese.
Ma a parte questo, come ho già detto all’inizio, storia bellissima e coinvolgente.
I miei più sinceri complimenti.
Black Rose- Viandante
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