Obbligo o verità

Un cento non semplice ma ben riuscito. Quando si tocca il rapporto adolescenziale si rischia di cadere nello stereotipo. Invece ti sei ben districato nella tematica. Forse un po' rigidi i dialoghi, ma in cento parole non è mai semplice.

Non era facile descrivere questa scena, far arrivare al lettore tutta la mole d'informazioni dietro le parole, ma l'autore di questo mini ci è riuscito con una disinvoltura che reclama una buona dose di ammirazione.
Tra l'altro ci riesce con l'uso dei dialoghi, sempre ostici da gestire, ma che qui risultano efficaci e difficilmente possono essere fraintesi.
Un testo chiaro, che racconta storie diverse e ugualmente intense, che snocciola verità e realtà difficilmente confessabili nascoste dietro la cortina di un'antipatica omologazione che tende o ha sempre tentato di ghettizzare chi non era descrivibile in fumosi schemi sociali.
Interpreto il mini come ambientato qualche anno fa, dove essere se stessi comportava in molti casi una dose di coraggio aggiunta che, purtroppo, come Emily, non avevano in molti, obbligando le persone a uniformarsi alla massa.
Perchè da sempre, purtroppo, diverso è sinonimo di pericoloso.

Ciao, Penne.

Per la seconda volta di fila non riesco a spiegarmi come sia nato il mio racconto. Wow, pare che la cosa porti bene. Tenendo presente che volevo tenermi lontano dai miei argomenti preferiti (adolescenti e arcobaleno) direi che ho fallito entrambi. Ma stavolta è andata bene così.

C'è una prima versione del racconto dove esplicitamente dichiaro che i protagonisti sono ragazzini, perché ho un ricordo forse traumatico del "gioco della bottiglia" ed è nascosto tra le righe di questo cento (nascosto benissimo). Poi però mi è venuto in mente che "obbligo o verità" è un gioco che ho imparato dai miei alunni, soprattutto dalle mie alunne, durante una supplenza nella scuola pubblica; ed erano diciottenni. Ho tolto tutti i riferimenti ma in molti e molte avete comunque legato il gioco all'adolescenza e preadolescenza.

Infine mi stupisco io stesso di essere riuscito a infilare dialoghi e didascalie in un cento. Sono molto felice e orgoglioso del mio quarto posto e, se me lo permettete, mi prendo questo riconoscimento proprio per la riuscita di questa particolarità tecnica. Ma, se vi è anche piaciuto il racconto, sono felice ancora di più.

Grazie @AurelianoLaLeggera, @caipiroska, @Claudio Bezzi, @FedericoChiesa, @tommybe per il voto, @Arunachala e @paluca66 per il primo posto, a tutte le Penne per la lettura, i commenti e per aver apprezzato il 100 anche senza un voto, come per esempio @Susanna.

Alla prossima.

PS: Mi pare che solo @The Raven abbia notato una cosa: la ridicolizzazione del consenso. L'accento su questo punto è soprattutto nell'azione del Ciccio che bacia Emily contro la sua volontà, ma in realtà è il gioco stesso che è "malato" in tal senso, anche senza che ci siano per forza cose così eclatanti.