Altro giro

Questo cento racconta un momento terribile, ma non mi arriva tutta l'angoscia che dovrebbe esserci. Forse la scrittura è troppo tecnica, forse la panoramica del luogo e delle emozioni del protagonista non riescono a incunearsi alla perfezione nel dramma che si sta compiendo. La scelta del narratore esterno è un ulteriore filtro che frena ulteriormente il fluire delle emozioni verso il lettore: non sembrano le considerazioni di una persona a un passo dalla morte. 
La frase finale toglie qualcosa al mini: dire che il momento è tremendo non paga perchè è il narratore che asserisce questo mentre la sensazione doveva scaturire dalla lettura testo, cosa che, a mio avviso, non è perfettamente riuscita.

Un altro giro di roulette russa. Mentre il primo cento letto era più ironico e sarcastico, qui invece non c'è proprio niente da ridere. Anzi. Una sadica lotta alla sopravvivenza. Non male, però non ho percepito completamente l'angoscia del momento.

Devo dire che non è un argomento che mi affascina e che, puntualissimo, ritroviamo in moltissime edizione del 100x100.
Mi dispiace, ma non riesce a trasmettermi granché, anche perché mi sembra un qualcosa talmente lontano dalla nostra cultura e dalla nostra esperienza che non capisco proprio perché affascini così tanti di noi.