Per gioco

La prima parte mi pare meglio riuscita, la seconda detto sinceramente non l’ho capita e non mi ha convinta.
La vide fallire, incapace persino di tendere la corda. Rimase 
orgogliosamente ferma anche quando il gioco divenne sport. 


Ma vedendo il centro perfetto, (allora aveva fallito? Oppure no?) il record mondiale infranto con il punteggio di 703, non poté più trattenere le braccia, doveva battere le mani per due.
(Paralimpiadi?)

trattenere le braccia è un’espressione che non comprendo
703 dovrebbe essere scritto in lettere

Delle volte è più facile incartarsi in 100 parole che in 18000 caratteri. Evito di ripetere le incongruenze notate da chi mi ha preceduto e passo oltre.

Un altro testo dove il gioco è uno sport e diventa, probabilmente, un lavoro. Un lavoro di successo, tra l'altro. 

Non sono citate esplicitamente, ma il rimando indiretto è alle recenti Olimpiadi.

Grazie

Il rimando era chiaro, anche se non conoscevo la storia.
Sheetal Devi, l’arciere senza braccia stampa il record del mondo alle Paralimpiadi.
Il racconto non mi ha preso troppo, a parte il finale, tenero della mamma che batte le mani anche per la figlia, che riesce a fare cose impossibili ma non riesce a fare quelle banali.

Anch'io non conoscevo la vicenda, grazie @FedericoChiesa per averla chiarita.
Talvolta l'apprezzamento per un racconto viene penalizzato dal fatto che chi narra presupponga nel lettore la conoscenza per un evento, conoscenza che invece non c'è. E questo è un peccato.
Alla luce della storia di questa atleta, non può non emozionare l'ultima frase.

La disabilità la stiamo conoscendo in tutte le sue sfaccettature grazie alle paralimpiadi. Un mondo che non conoscevo e dove tutto è possibile.
Ottimo il tuo intervento, autore.

Anche io avevo pensato alle Paralimpiadi, pur non avendo seguito le vicende e di conseguenza non conoscendo l'atleta in oggetto.
Forse la resa del 100 suona un po' criptica e alcune scelte lessicali, già evidenziate, rendono il tutto un po' più "strano", ma nel complesso ha il suo perché.
Non mi ha fatto impazzire ma gli riconosco una certa ragion d'essere.

Un racconto sulle Paralimpiadi e, più precisamente, su quella ragazza arciere che ho avuto modo di vedere in video e che mi ha lasciato a bocca aperta.
Ecco, credo che il tuo racconto sia maggiormente comprensibile se il lettore sa di cosa stai parlando altrimenti, a mio parere, la lettura diventa ostica e difficilmente comprensibile.
Bello il finale in cui la madre applaude per due, ma la frase "Rimase orgogliosamente ferma..." (non applaudì?) la trovo veramente ostica.

sebbene parli di una persona da ammirare sempre, la storia non mi prende per niente.
nella prima parte descrivi bene, poi ti perdi e crei confusione.
almeno ai miei occhi.
non riesco ad apprezzare più di tanto proprio per questo, mi spiace.

Mi è piaciuto molto come hai reso le emozioni, le paure e il contegno orgoglioso di questa madre. 
Toccante il finale.

Storie che corrono sul filo della vita e la vita non finisce mai di raccontare le storie più incredibili e le volontà più incredibili...
La struttura del cento non è chiarissima e meno valente rispetto alla storia ma alla fine conta la storia stessa che commuove.

Il racconto mostra come un gesto di esplorazione si trasforma in una profonda rivelazione emotiva. Il desiderio di non privare la figlia di un’opportunità di gioia lascia spazio a un silenzioso sostegno mentre la osserva fallire, provare, e infine trionfare. Il colpo di scena finale suggerisce un significato ulteriore: l'applauso non è solo per la figlia, ma per qualcuno che non è più presente. Questo dettaglio aggiunge una riflessione sulla perdita di una persona cara e la necessità di celebrare i successi per chi è rimasto e per chi non può più applaudire.

Mi dispiace ma senza i commenti o senza andare a cercare su google, la storia non si capisce completamente. Si intuisce qualcosa è vero, ma diciamo che il racconto non basta a se stesso. Ecco.

Peccato perché l'inizio mi era piaciuto.

Grazie

La prima lettura mi aveva lasciato con un retrogusto piacevole. Poi  @FedericoChiesa ha spiegato meglio l’arcano.
Avrebbe funzionato comunque. Bel 100, asciutto e privo di retorica

 
La scrittura è corretta. Ti segnalo solo quel “Ma” iniziale, che il non sapevo come interpretare, finché ho capito che forse è un diminutivo di “mamma”. In questo caso, allora, va scritto o con l’accento o con l’apostrofo.

Ho ceracto in rete e ho trovato Sheetal Devi record del mondo alle recenti Paralimpiadi (proprio oggi concluse).
Un altro 100 che fa riferimento ai recenti giochi (olimpici o paralimpici) raccontandoci la storia dell'arciere senza braccia che fa il record del mondo.
Apprezzo la storia e la frase finale anche se un po' scontata mi è piaciuta tantissimo (battere le mani per due).
Mi rimane un solo dubbio relativo a questa frase:

Rimase orgogliosamente ferma anche quando il gioco divenne sport.

chi è il soggetto, la madre o la figlia? L'ho riletto più volte ma non ci sono arrivato, resto in attesa di chiarimento.

La storia si intuisce a grandi linee, ma per inquadrarla in tutte le sue sfumature si sarebbe dovuto conoscere l'episodio e la protagonista in questione.
Questo è un rischio che ti sei preso, perché non credo che tutti noi lettori fossimo a conoscenza dell'impresa di questa atleta, almeno non io, lo confesso.
La lettura rimane quindi un pò interlocutoria, però devo ammettere che sono contento che tu mi abbia fatto conoscere questa storia incredibile.
Grazie.

Mi piace sempre trovare un omaggio, e questo è accompagnato da un messaggio importantissimo su molteplici livelli. Penso che il finale sia stupendo, è una delle immagini potentissime che i 100 riescono a restituire perfettamente. 
Normalmente non mi piacciono i titoli che riutilizzano il tema del concorso, ma in questo caso "per gioco" è una locuzione che ben si addice e che caratterizza anche i tuoi personaggi.

Ciao, Penna.

Ammiro l'idea ma la narrazione non mi convince del tutto. Il personaggio che evolve è la madre, mentre forse la tua intenzione era quella di celebrare la figlia. Invece hai puntato il riflettore sulla madre.
Poi magari mi sbaglio e l'intenzione era proprio quella di celebrare la madre, in quel caso si poteva evitare "con il punteggio di 703" e recuperare cinque parole per qualcos'altro. Molto bella l'immagine della madre che applaude per due.

Grazie e alla prossima.

Difficile, dopo aver letto questo 100, non andare a rivedere  Sheetal Devi e alla sua splendida gara di Parigi. Incredibile, come incredibili sono tutti gli atleti che ci hanno regalato esempi di vita pazzeschi, inimmaginabili.
Ma non riesco neanche a immaginare la gioia di sua mamma, una gioia che potrebbe riempire l’universo,  né le fatiche di questa ragazzina, la forza che le è stata necessaria per accettarsi, per imparare a compiere ogni azione del quotidiano e figuriamoci poi tirare con l’arco.
Come tutti, ho tanto da imparare da persone come Sheetal, compreso il non lamentarmi per tante cose.

p.s. non penso di riuscire neanche a tendere l’arco senza farmi male, figurarsi centrare il bersaglio, inteso come struttura ovviamente .

Iniziare per gioco e poi arrivare sul tetto del mondo.
Il riferimento a Sheetal Devi è chiaro.
Tutti abbiamo da imparare da questi splendidi atleti.
Hai reso bene le preoccupazioni della madre e la sua gioia per il risultato ottenuto.
Complimenti

Grazie, aut*, per avermi fatto conoscere questo personaggio. Non ne conoscevo la storia e hai delineato un profilo simil-biografico davvero interessante. Avrei scritto il numero in lettere e non in cifre, ma per il resto non posso che complimentarmi.