Come un cristallo

E' un cento emozionante che racconta una storia in modo abbastanza chiaro anche se ho dovuto rileggerla un paio di volte per capire se il recluso era il figlio o il padre.
Le frasi brevi, messe una dopo l'altra quasi senza un legame tra di loro tolgono un po' di pathos.
Per lo meno, io le ho lette molto slegate, messe per spiegare una situazione che avrebbe richiesto, forse, molte più parole per essere approfondita e coinvolgere il lettore.
Bella l'ultima frase.

Interessante davvero. Un padre che attende un figlio che esce dall'ospedale psichiatrico. Che farà? Come si comporterà? Chiederà ancora un caricabatterie dal filo corto o lo troverà da sé? 

Un cristallo che va preservato, nonostante tutto, nel grande gioco che è la vita.

Grazie

Un racconto che mi ha emozionato perchè la paura del padre è tangibile, così come la sua speranza che però si esprime con una lacrima.
Il dramma della fragilità estrema di un figlio, laddove un padre vorrebbe proteggere, ma più di tanto non può e lo sa: perchè non sempre i fili dei caricabatterie sono abbastanza corti, le lame poco affilate e il senso della vita abbastanza forte da vincere il desiderio della morte.
E si resta sospesi, in bilico tra timore e speranza.
Non era facile trasmettere tutto questo in 100 parole, ma direi che il senso è arrivato tutto.

Innanzi tutto il titolo, azzeccatissimo!
Poi un paio di immagini che colgono nel segno, come il cavo corto.
Ho avvertito il mix gioia paura di questo padre.
Un buon 100.

Questo mini è davvero intenso e trasmette molte emozioni: emozioni che sono il modo con cui l'autore sceglie di rimanere impresso nella mente di chi legge.
A fronte di tanta capacità descrittiva rimango poco convinta di una scelta particolare che ha dovuto fare l'autore: è più efficace descrivere il dentro o il fuori?
Una mente che non capisce il senso della vita o un reparto situato sotto il livello della strada?
L'autore inserisce nel testo entrambe le tipologie di descrizioni ma, a mio avviso, le prime due righe non aggiungono niente alla tempesta di emozioni vissute dai due protagonisti, mentre sottraggono un numero di battute importante.
Così come il filo corto del caricabatterie è un asso nella manica speso benissimo, perchè accende la curiosità nel lettore, non è così il libro sul comodino che mi lascia perplessa per il ruolo che ricopre all'interno del mini: nessuno.
Cento parole sono davvero poche per raccontare una storia o un'emozione e per questo vanno calibrate con cura, perchè si rischia di zavorrare e appesantire inutilmente il testo.
Dico questo perchè il testo merita e soprattutto perchè mi sarebbe davvero piaciuto sbirciare nella mente e tra le emozioni del giovane aspirante suicida.

Le prime righe sono stupende.
Poi il racconto un po' si normalizza conservando l'angoscia al minimo.
Bravo, bravo, bravo.
Il titolo non delude.

O.M.G. 
Che dolore avere un figlio “fragile come un cristallo” . Mi ha colpita una frase:
Non capisce il senso della vita, pensa sia un gioco dove non si vince mai.

Quando alla seconda rilettura ho capito il senso del cavo corto tutto si è chiarito e il 100, letto da padre, mi ha molto colpito ed emozionato.
Perché il 100 è raccontato dal punto di vista del papà che sta fuori in attesa di ciò che verrà, quando il suo "bambino" non sarà più protetto dai fili corti e dalle cure dei sanitari e l'unico baluardo tra quel figlio e l'abisso sarà verosimilmente solo lui (ci sarà anche una madre? il 100 non ce lo dice): una lotta impari.

l'argomento è profondo e fa riflettere parecchio.
anche su come sia stato il rapporto tra padre e figlio, prima che vi fosse il ricovero.
se il ragazzo è tanto fragile, qualche problema deve esserci stato.
se non capisce la vita e la considera un gioco perdente, qualcosa deve essere accaduto.
resta la speranza, ma mi pare alquanto flebile.

Il filo corto forse presuppone la paura d'un suicidio...
La storia è toccante e merita lettura attente nella comprensione di ansie e dolore interiore.
Leggo in questo contest dei cento molti interiorità tra amore, vita e dolore.
La vita vera supera a volte le storie e devo ripetermi con piacere in queste storie che leggo. Complimenti sinceri.

Profondo. Il senso di impotenza del padre è fortissimo. 
Uno dei migliori cento letti.

Ciao, Penna.

Un 100 che affronta il tema della depressione maggiore, senza pregiudizio né semplificazione. Anche il reparto nel seminterrato è una metafora del giudizio che la società dà alla malattia. Il tutto dal punto di vista del padre, capace di accogliere e accorgersi della richiesta di aiuto. Molto bene.

Grazie e alla prossima.

Il racconto affronta con delicatezza e profondità il tema della fragilità psicologica e della speranza nel recupero. La narrazione in prima persona, attraverso gli occhi di un padre, trasmette un'intensa empatia e un dolore sommesso per la sofferenza del figlio. L'immagine del reparto di psichiatria sotto il livello della strada crea un contrasto metaforico tra il buio interiore e la possibilità di risalita. Il finale racchiude l'essenza di una rinascita fragile ma possibile, offrendo un messaggio di speranza che tocca nel profondo.

Non so se la depressione sia sempre scatenata da qualcosa. E' una malattia a tutti gli effetti, o così leggo, e quindi viene e basta. E se viene a qualcuno cui tieni molto, auguri.
Questo è, forse, il senso della frase "non capisce il senso della vita": non lo capisce perché non può capirlo, la sua mente non funziona (più) nel modo corretto.

Il 100 è intenso, delicato, non si sbilancia in facili poetismi (a parte il titolo, che non mi ha convinto) né in giudizi sommari.
E' un pezzo di equilibrio, che lascia comunque un piccolo segno.
Apprezzato.

È uno di quei rari casi in cui un racconto mi colpisce personalmente e non posso dare un giudizio obiettivo, essendo totalmente coinvolto. manco a dirlo, il racconto mi è piaciuto tantissimo. Grazie per questo piccolo spaccato di vita. Puntare un faro su certi argomenti è sempre utile.

Bello, mi è piaciuto. Spero che non esistano più reparti di psichiatria nei sottoscala, ma mai dire mai in Italia.
Emozionante il 10, emozionato io da lettore. Bravo/a

Racconto potente e altamente comunicativo, uno di quei 100 in cui rallenti la lettura, ti alzi a bere un bicchiere d'acqua e aspetti di mettere in ordine le idee prima di commentare. Ma le idee in ordine non ci si mettono, e quindi non resta che ringraziare per aver portato questa tematica nel nostro 100x100 e farti i complimenti.
Il titolo è un ulteriore pugno nello stomaco e nei denti.

Un pezzo intenso, molto forte. Le immagini ti arrivano come pugni nello stomaco. Hai condensato tutte le emozioni in un breve spazio. Non semplice, ma ci sei riuscito molto bene. Complimenti.

Un racconto intenso, che tratta un tema molto difficile. 
Mi sono immedesimato nel dolore del padre, ma anche io sono ottimista per la richiesta di aiuto. 
E per quel sorriso.
Grazie

Un cento coinvolgente ed emozionante, l'argomento trattato merita sicuramente la massima attenzione ed una più ampia riflessione.

Un racconto emozionante, soprattutto letto da genitore.
I genitori! Più facile fare l’astronauta: test psicofisici, manuale di istruzioni, prove, controprove e una sala controllo dove “Houston abbiamo un problema” e qualcuno una soluzione la trova (o ci prova a trovarla). Noi “poveri genitori allo sbaraglio” viviamo ansie e preoccupazioni anche quando le cose vanno bene, quindi questo padre alle prese con le fragilità del figlio, con la paura per il suo futuro che chissà se saprà affrontare può essere davvero uno di noi. E non possiamo non comprenderlo e  sentire il desiderio di prenderlo per mano e accompagnarlo un po’ per la strada che dovrà percorrere.
Spero con tutto il cuore che non ci sia nulla di autobiografico.