La tenda rossa
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Re: La tenda rossa
Un cento strano che, purtroppo, non funziona.
Sembra il riassunto del riassunto di ciò che accadde e se chi legge non conosce il fatto che citi difficilmente può apprezzare ciò che hai scritto.
Tutto è davvero troppo condensato e piegato a forza nelle cento parole.
Devo salvare Nobile... non risulta immediato attribuire queste parole a chi le pronuncia, salvo dopo una rilettura e ciò non è bene in un cento.
Tra l'altro ho la sensazione che siano frasi riportate da diari o simili e non riesco ad attribuire cosa sia stato scritto d'originale dall'autore.
Un testo che parte da un'idea valida e notevole, ma che non credo riesca ad essere completo ed esauriente.
Sembra il riassunto del riassunto di ciò che accadde e se chi legge non conosce il fatto che citi difficilmente può apprezzare ciò che hai scritto.
Tutto è davvero troppo condensato e piegato a forza nelle cento parole.
Devo salvare Nobile... non risulta immediato attribuire queste parole a chi le pronuncia, salvo dopo una rilettura e ciò non è bene in un cento.
Tra l'altro ho la sensazione che siano frasi riportate da diari o simili e non riesco ad attribuire cosa sia stato scritto d'originale dall'autore.
Un testo che parte da un'idea valida e notevole, ma che non credo riesca ad essere completo ed esauriente.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: La tenda rossa
Francamente questo 100 mi pare un caos, completamente da rivedere.
Oltre al fatto che la storia la capisce chi la conosce, la scrittura è davvero ostica, soprattutto per la punteggiatura a dir poco fantasiosa che, invece di agevolare la lettura, la trucida.
Oltre al fatto che la storia la capisce chi la conosce, la scrittura è davvero ostica, soprattutto per la punteggiatura a dir poco fantasiosa che, invece di agevolare la lettura, la trucida.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: La tenda rossa
Aggrazie per i bei raccunti.
Me so finito allo 21 e infatti so nasciuto lo 21, me sta a penello.
Indoppo che finiscio la seduta de fisio Bemer terapia e turno a casetta me posto le mie sensaziuni sullo antamento.
Me so finito allo 21 e infatti so nasciuto lo 21, me sta a penello.
Indoppo che finiscio la seduta de fisio Bemer terapia e turno a casetta me posto le mie sensaziuni sullo antamento.
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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.
Flash Gordon- Padawan
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A Susanna garba questo messaggio
Re: La tenda rossa
Tanto pe scherzà.
«Tenente O’ Melone me invii un aerostato a fort Abbasc, dovemo assolutamente da sapè se er massacro è terminato anche lì».
«All’ordini generale Mac Posillipo, a quanto pare er peggio sembra passato, mo me organizzo».
«Chissà per quale ragione semo ancora vivi tenente O’ Melone».
«Generale è arivato ora ‘n dispaccio dar ministero de a guera in cui intimano de non fa arcuna azione in quanto che essa nun è nobile».
«Ma dove amundsemo finiti? Ma ci hanno le traveggole? Qua stamo a fa a guera mica a pettina li sorci».
«Generale… c’è ‘n antro messaggio. Dichino che se semo wikipediato tutto dar diario de ‘n certo Mr. Web».
«Dopo tant’anni de disonorata cariera, caro O’Melone, che ce tocca da sentì, va beh, famo ‘na cosa, preparame na lettera de dimissioni che è mejo s’annamo a vende zucchero filato alla sagra de Aquila della Botte, armeno s’addorcimo ‘n pochetto fjetto bello».
E così finì la storia.
Tutto nella norma e giusto, il giudizio personale degli autori è sacro, l’ho sempre ribadito.
La colpa della schifezza è solo mia che sono l’autore del racconto.
Vi confido un’unica cosa, mi ha fatto molto male constatare che si fosse instaurata l’idea che avessi preso paro paro diari su la tragedia del dirigibile Italia.
Nessuna ricerca, nulla di nulla ho intrapreso, ben conoscevo la storia di Nobile e Amundsen.
Il mio intento non era di riportare in poche righe un evento così tragico nel suo accadere, impossibile da fare...
Ciò che volevo descrivere erano i flussi di coscienza tra il generale Nobile e Amundsen.
Tutto ruotava sull’egoismo personale di ritenersi capaci di qualsiasi cosa.
Personaggi molto diversi, Nobile più riflessivo, Amundsen più antipatico e spavaldo.
Entrambi figli del loro tempo.
La parola chiave del cento era “la vita non è un gioco”.
Ho immaginato una stanza al buio in cui le coscienze dei due rivelavano il loro pensiero, in questa stanza due sole immagini nitide nell’oscurità, una è quella degli uomini superstiti nella tenda sul pack che cercano la salvezza riparando la radio rotta, l’altra è quella di Amundsen che sale sul suo idrovolante.
Nobile voleva dimostrare, dopo il viaggio fatto insieme ad Amundsen sul dirigibile Norge, che poteva fare benissimo senza di lui. Amundsen, dall’alto della sua popolarità, voleva far vedere a Nobile che senza di lui sarebbe finito malissimo, era un gioco da ragazzi salvarlo.
Ecco il senso del racconto: “La vita non è un gioco”, per rimanere sulla parola chiave dello step, la storia del dirigibile Italia era solo il volano.
Mi dispiace che il flusso non sia stato compreso, colpa mia.
Qualche volta ho sfiorato eventi storici l’ho fatto sempre dando una mia personalissima interpretazione e facendo parlare i protagonisti con la mia voce e scrittura.
Odio prendere e scrivere cose che non vengano esclusivamente da me.
Questo il mio pensiero espresso, fermo restando che ribadisco la totale accettazione dei giudizi da parte mia senza voler fare difese che non avrebbero né senso né valore.
Ci tenevo solo a precisare alcuni punti a bocce ferme, grazie.
«Tenente O’ Melone me invii un aerostato a fort Abbasc, dovemo assolutamente da sapè se er massacro è terminato anche lì».
«All’ordini generale Mac Posillipo, a quanto pare er peggio sembra passato, mo me organizzo».
«Chissà per quale ragione semo ancora vivi tenente O’ Melone».
«Generale è arivato ora ‘n dispaccio dar ministero de a guera in cui intimano de non fa arcuna azione in quanto che essa nun è nobile».
«Ma dove amundsemo finiti? Ma ci hanno le traveggole? Qua stamo a fa a guera mica a pettina li sorci».
«Generale… c’è ‘n antro messaggio. Dichino che se semo wikipediato tutto dar diario de ‘n certo Mr. Web».
«Dopo tant’anni de disonorata cariera, caro O’Melone, che ce tocca da sentì, va beh, famo ‘na cosa, preparame na lettera de dimissioni che è mejo s’annamo a vende zucchero filato alla sagra de Aquila della Botte, armeno s’addorcimo ‘n pochetto fjetto bello».
E così finì la storia.
Tutto nella norma e giusto, il giudizio personale degli autori è sacro, l’ho sempre ribadito.
La colpa della schifezza è solo mia che sono l’autore del racconto.
Vi confido un’unica cosa, mi ha fatto molto male constatare che si fosse instaurata l’idea che avessi preso paro paro diari su la tragedia del dirigibile Italia.
Nessuna ricerca, nulla di nulla ho intrapreso, ben conoscevo la storia di Nobile e Amundsen.
Il mio intento non era di riportare in poche righe un evento così tragico nel suo accadere, impossibile da fare...
Ciò che volevo descrivere erano i flussi di coscienza tra il generale Nobile e Amundsen.
Tutto ruotava sull’egoismo personale di ritenersi capaci di qualsiasi cosa.
Personaggi molto diversi, Nobile più riflessivo, Amundsen più antipatico e spavaldo.
Entrambi figli del loro tempo.
La parola chiave del cento era “la vita non è un gioco”.
Ho immaginato una stanza al buio in cui le coscienze dei due rivelavano il loro pensiero, in questa stanza due sole immagini nitide nell’oscurità, una è quella degli uomini superstiti nella tenda sul pack che cercano la salvezza riparando la radio rotta, l’altra è quella di Amundsen che sale sul suo idrovolante.
Nobile voleva dimostrare, dopo il viaggio fatto insieme ad Amundsen sul dirigibile Norge, che poteva fare benissimo senza di lui. Amundsen, dall’alto della sua popolarità, voleva far vedere a Nobile che senza di lui sarebbe finito malissimo, era un gioco da ragazzi salvarlo.
Ecco il senso del racconto: “La vita non è un gioco”, per rimanere sulla parola chiave dello step, la storia del dirigibile Italia era solo il volano.
Mi dispiace che il flusso non sia stato compreso, colpa mia.
Qualche volta ho sfiorato eventi storici l’ho fatto sempre dando una mia personalissima interpretazione e facendo parlare i protagonisti con la mia voce e scrittura.
Odio prendere e scrivere cose che non vengano esclusivamente da me.
Questo il mio pensiero espresso, fermo restando che ribadisco la totale accettazione dei giudizi da parte mia senza voler fare difese che non avrebbero né senso né valore.
Ci tenevo solo a precisare alcuni punti a bocce ferme, grazie.
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Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.
Flash Gordon- Padawan
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A Stefy garba questo messaggio
Re: La tenda rossa
Piantala di attribuirti colpe e non colpe. Io penso che cento parole siano poche per un esperimento del genere, ma questo è quello che penso io. Per te erano sufficienti e tanto basta.
Per fare un esempio, il mio racconto ha suscitato nei lettori le sensazioni più disparate dal "dopo la lettura non mi è rimasto niente" all'apprezzamento di Caipi che mi ha anche votato, e che ha capito cosa avevo provato a descrivere.
Il lettore interpreta lo scritto, ma se ci sono poche parole fa solo quello che può sulla base delle sue conoscenze ed esperienze.
Quando ho commentato con "Sembra il riassunto di un riassunto" non intendevo dire che l'autore avesse riassunto i diari originali, ma solo che l'autore aveva scritto un testo e poi lo aveva riassunto e poi riassunto ancora per farlo stare nelle 100 parole. Non ho proprio capito la tua intenzione.
Per fare un esempio, il mio racconto ha suscitato nei lettori le sensazioni più disparate dal "dopo la lettura non mi è rimasto niente" all'apprezzamento di Caipi che mi ha anche votato, e che ha capito cosa avevo provato a descrivere.
Il lettore interpreta lo scritto, ma se ci sono poche parole fa solo quello che può sulla base delle sue conoscenze ed esperienze.
Quando ho commentato con "Sembra il riassunto di un riassunto" non intendevo dire che l'autore avesse riassunto i diari originali, ma solo che l'autore aveva scritto un testo e poi lo aveva riassunto e poi riassunto ancora per farlo stare nelle 100 parole. Non ho proprio capito la tua intenzione.
Stefy- Padawan
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A Flash Gordon garba questo messaggio
Re: La tenda rossa
Grazie Stefy... assolutamente non me la sono presa con i commenti. Il tuo era normalissimo. Uno solo mi ha dato molto fastidio in quanto totalmente fuori luogo.
So che la mia scrittura non è semplice, non sono uno facile e tantomeno adatto ai concorsi.
So che la mia scrittura non è semplice, non sono uno facile e tantomeno adatto ai concorsi.
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Flash Gordon- Padawan
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A Stefy e paluca66 garba questo messaggio
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