La tenda rossa

«La conquista del Polo Nord non è un gioco e, dopo il viaggio col balordo di Amundsen sul Norge, farò da solo. Il dirigibile Italia sarà il nostro vanto nel mondo e io, insieme ai miei compagni, sarò il primo a sorvolare il Polo».
Diario: oggi è il 25 maggio del 1928, la nostra aeronave si è schiantata sul pack.
«E ora? Superstiti in questa tenda rossa unica speranza è la radio, il marconista Biagi riuscirà a ripararla?».
«Devo salvare Nobile, questa distesa di ghiaccio è...».
Amundsen vola col suo idrovolante sul mare di Barents… non ci sarà ritorno.

L'episodio storico è interessantissimo, ma forse risulta davvero troppo compresso nello spazio del 100. E' come se ogni riga appartenesse a una fase diversa del tragico viaggio: la partenza in pompa magna, lo schianto, la lunga attesa in tenda, infine Amundsen che parte al salvataggio (e non tornerà).

Tanto, troppo compresso, specie se uno non conosce nel dettaglio la vicenda.
Però l'idea mi è piaciuta, così come l'usare il termine "gioco" in negativo, "non è un gioco".
Ti tengo in considerazione.

Interessante l'idea di portare la spedizione di Nobile tra i nostri 100. Purtroppo, come già indicato da Fante, il risultato è una versione "ristretta" che pone alla base una conoscenza storica dell'evento (o che può fungere da elemento di curiosità per chi voglia approfondire).

In un cento preferisco leggere il contenuto preciso e dettagliato di un' azione, anche non storica.
Non lo prendere come un rimprovero, eh.
Abbracci.

Non conosco in maniera dettagliata la vicenda, ma solo per sommi capi.
Forse è per questo che il componimento mi risulta un pò ostico. 
Il tutto mi da la sensazione di una serie di fatti affastellati uno sull'altro, anche slegati tra loro, mentre invece sono episodi tutti conseguenti.
Non so, questa sensazione si sfilacciamento non mi fa apprezzare a dovere questa storia.

Credo che un 100 non possa essere il contenitore giusto perché una storia come questa abbia il respiro che merita.
Purtroppo l'insieme della storia ne risulta penalizzato, sia che si conosca la vicenda, sia che la si ignori. Anzi, soprattuto in quest'ultimo caso. 
Secondo me la resa finale non è all'altezza dell'originalità dell'idea.

Un cento storico ci sta. Forse un po’ troppo condensato, ma induce, chi è curioso, a volerne sapere di più o magari a ripassare quelle pagine di storia che meritano di essere ricordate. Mi è piaciuta la scelta, un po’ meno la realizzazione per il motivo che ho spiegato.

Ammetto candidamente la mia ignoranza in merito al fatto narrato in questo 100 (nel frattempo mi sono documentato) ringraziando ancora una volta DT (e, in primis l'aut* del pezzo) per lo svolgimento di questa funzione didattica.
Ammiro la capacità di sintetizzare in 100 parole una vicenda che potrebbe tranquillamente prevedere un intero romanzo ma resto abbastanza distaccato dal punto di vista del coinvolgimento emotivo.
Suggerimento: tra "riuscirà a ripararla" e "Devo salvare Nobile" avrei inserito una riga di stacco.

Purtroppo mi sembra il riassunto di un riassunto compresso in veramente troppo poco spazio.
Trovo molto originale l'idea che hai voluto raccontare, ma l'esecuzione non mi entusiasma. 
Credo che la tua storia necessiti di più ampio respiro per poter essere resa al meglio.

Una delle cose belle di DT è che ti fa conoscere storie interessanti come questa. 
Nonostante questa funzione però un racconto, breve o lungo che sia, deve, a mio parere funzionare da solo. 
Io che questa storia non la conoscevo, mi dispiace dirlo in maniera un po' cruda, non ci ho capito niente. Limite mio eh!

Ho dovuto leggere i commenti di chi la conosceva e di chi si è andato a documentare (e lo farò subito anche io) per capire qualcosa sull'ordine dei fatti. 
Veramente troppo riassunto di riassunto!
Mi dispiace.
Grazie comunque per avermi fatto conoscere qualcosa di nuovo.

storia che narra di un episodio reale in maniera troppo compressa.
un fatto simile ha bisogno di più spazio per essere descritto.
hai fatto del tuo meglio, ma non sei riuscit* a trasmettermi la realtà dell'accaduto in così poche parole.

Nobile e Amundsen... due uomini figli del loro tempo impossibile raccontare le loro storie in pochi righi. Uomini diversi ma in fondo eguali.
Credo che l'autore di questo racconto non abbia voluto raccontare la storia ma fare perno sulle figure introspettive dei due esploratori.
Entrambi consapevoli delle difficoltà ma entrambi interiormente convinti di vincere sempre con facilità. "Non è un gioco", ma forse per noi lo è, questo il loro pensiero.
Infatti la storia forse punì entrambi anche se in modo diverso.
Le loro vite erano legate da destini diversi ma comuni...

Una storia che merita di essere raccontata ma forse non in un cento. Ho apprezzato comunque lo sforzo.

Il racconto riesce a condensare in poche righe l'epica e la tragedia delle esplorazioni polari, evocando un senso di dramma e isolamento. Utilizza una narrazione frammentata e concisa che alterna riflessioni personali, descrizioni del diario e dialoghi interni, creando una tensione palpabile tra la determinazione dei protagonisti, la fragilità dell'impresa e la crudele realtà della natura. Tuttavia, potrebbe beneficiare di una maggiore coesione narrativa per aumentare ulteriormente l'impatto emotivo.

Come già scritto da altri, forse il 100 non è il recipiente adatto per storie che necessitano di un respiro più ampio. O forse è molto complicato riuscire a farlo.
Tu ci sei riuscito solo in parte. Grazie comunque

Ciao, Penna.

Un 100 storico per me ha già dei punti in partenza. Potevi sfruttare il contesto per evitare per esempio il diario e recuperare un po' di parole per il resto, ma non te ne faccio una colpa. Piuttosto, volevo sottolineare che il personaggio che buca lo schermo del tuo 100 è Amundsen proprio per le sfaccettature che gli hai impresso.

Grazie e alla prossima.

Divido in due il commento.
A fronte dei complimenti per aver cercato, tra i meandri della storia, un avvenimento così particolare, di cui più o meno tutti abbiamo sentito o letto, devo dire che portare tutta la vicenda in un 100 è un po’ esagerato, sa quasi di un estratto dei bigini che una volta si usavano per i ripassi dell’ultimo momento.
Una storia che meritava più ampio respiro, non fosse altro per il coraggio di esploratori che hanno compiuto spedizioni pazzesche con strumenti limitati e che sicuramente avresti sviluppato bene.

Un po' troppo per 100 parole.
Chi, come me, conosce poco la storia, è obbligato a un approfondimento, ma ritengo che un racconto debba essere esauriente di per sé. 
Alla prossima.

Ho adorato la scelta dell'episodio, ma forse non è quella giusta perché i caratteri a disposizione sono troppo pochi per raccontare una storia così. Tuttavia, rimane il fatto che mi ha spinto a fare la mia classica ricerca su internet per saperne di più. Se non c'è almeno un racconto in concorso che non mi spinge a farlo, ci rimango male, quindi ottimo lavoro.

Non capisco perché i 100 storici (e non solo i 100) vengono spesso bistrattati. Troppo corti per un episodio storico che per sua natura è complesso, poche emozioni, mera cronaca, ecc. Difendo questo racconto da appassionato del genere, con tutto che nulla - NULLA - sapevo dell'episodio narrato, quindi anche io ho dovuto ricercare per comprendere fino in fondo.

Per me è un ottimo lavoro. Grazie

 
Comunque, come Amudsen, sei stato coraggioso e hai gettato il cuore oltre l’ostacolo, e questo è sempre apprezzabile.

Succinta cronaca di un evento storico.
Non è un racconto di cento parole ma il riassunto sommario di quanto accaduto.
Non hai messo niente di tuo.

Non capisco se quelli tra virgolette sono stralci del diario di cui accenni alla terza riga. 
Il testo è forse troppo poco legato e amalgamato per comprenderne a pieno le dinamiche. Il racconto storico, in cento parole, è una gran sfida...