Ti viene mai

Ti viene mai compagna la voglia di tornare
su quella strada battuta dai sassi, dai venti, dagli sputi del potere
quella strada che in sogno avevi creduto di vedere
o di avere almeno immaginato.

Non era un gioco per noi e non lo è stato per loro.
La voglia di cambiare tutto, la rabbia accompagnata da una infausta allegria, lo stare insieme per uno scopo forse mai del tutto definito ma nel quale credevamo… infranti dai proiettili e dai manganelli delle forze del potere, orchestrate da un criminale impunito.
Ascoltando la canzone vengo avvolto dalle nebbie del tempo, intrise di nostalgia e rammarico per un sogno perduto eppure ancora vivo.

Tema interessante, la realizzazione è forse un pelo troppo poetica per il mio gusto personale.
La citazione iniziale, che non conoscevo, non mi entusiasma. E' tanto lunga e toglie spazio alle tue parole, autore, che è ciò che vogliamo leggere di più nel poco spazio del 100.

Bello il titolo, anche se mutuato dalla canzone.

Solo per aver scelto Lolli meriti un posto nel mio podio.
C'è ancora speranza in te e in tutti i giovani di oggi e di ieri.
Un universo che non si arrende.

Un 100 che può adattarsi a tante situazioni, non conoscevo la canzone e ho immaginato i tuoi protagonisti per le strade di Teheran a combattere per una ciocca di capelli sfuggita al velo. Molto ben scritto, a tratti poetico, hai deciso di giocarti una fetta delle parole a disposizione con una lu ga citazione altrui; potrebbe essere una mossa astuta per raggiungere il traguardo delle cento parole o una grande dimostrazione di bravura per essere stat* capace di racchiudere tutto quanto volevi comunicare in un fazzoletto di parole.

Una poesia in canzone, un testo impegnato che, probabilmente, ha fatto da colonna sonora agli ideali di gioventù. Cento nostalgico e un po’ amaro. Ci può stare anche se la parte dedicata al testo della canzone si mangia un bel po’ di battute. Bastava il titolo e la citazione della prima frase.

La citazione è bellissima, ma ha tolto troppo ad un testo già breve. Sarebbe bastato un verso, credo.
Mi rattista la nostalgia per un sogno perduto ma che per fortuna è ancora vivo.

Grazie

E' un bel 100, che riesce a trasmettere molto.
Non conosco l'autore e sono andata a cercarmi le righe della canzone per capire qualcosa in più.
Con poche parole sei riuscito a rendere coinvolgente la nostalgia del tuo protagonista, ma credo che sarebbe stato bello se ci avessi regalato qualche parola in più per farci conoscere meglio i tuoi protagonisti.

Sicuramente un 100 di spessore, non una storia, ma cento, mille storie in una, molto ben raccontata da te autore/autrice.
Resta il rammarico per le molte parole "mangiate" dal testo della canzone, che hanno soffocato un po' la tua prova, già di per sé molto apprezzabile.

altro racconto che narra di un periodo tragico e bello al contempo.
credo che la parte iniziale, la canzone, tolga troppo spazio al testo, forse bastavano due righe.
si leggono chiaramente nostalgia e dispiacere per un sogno svanito.
si legge anche una rabbia che non riesce a dissolversi.
secondo me è da ampliare, il materiale non manca certo.

Bello il testo e anche la canzone. 
Condivido l’urgenza di esprimere l’idea proprio in questo momento particolare, ma in 100 parole riportare un testo così lungo non premia, secondo me.
Il sogno perduto è ancora vivo, e spero che rimanga ancora acceso nelle generazioni future.    
Il titolo è molto bello.

A tutto romanticismo personale, una nebbia poetica nella nebbia del tempo, quel tempo fatti di momenti intensi e seppur patinati vivi più che mai.
Il metro poetico e in prosa raccontata mi garba personalmente e essendo pienamente convertito al saio romantico da oggi scaglierò il cilicio contro violenza e disgregazione. Come lettore prediligo malinconia e amore e li premio. Il vissuto e le emozioni vanno tutelate come questo racconto.

Personalmente ritengo che "i sogni perduti eppure ancora vivi" siano la materia migliore su cui scrivere. Piaciuto.

Il racconto evoca con grande intensità il senso di nostalgia e rammarico per un ideale condiviso che è stato soffocato, ma che continua a vivere nella memoria dei protagonisti. C'è un forte contrasto tra l'entusiasmo ribelle dei protagonisti e la violenza oppressiva delle forze del potere, che rimanda a un passato non solo personale ma anche collettivo. Il tono riflessivo e malinconico, accompagnato dall'immagine suggestiva delle nebbie del tempo, riesce a trasmettere una profonda sensazione di amarezza e rimpianto per un sogno che, sebbene infranto, non si è mai del tutto spento.

Ciao, Penna.

Il problema grossissimo di questo 100 è che c'è una citazione lunga ben 34 parole, vuol dire un terzo del racconto. Per quanto sia apprezzabile come tributo all'autore, in realtà mi diventa difficoltoso pensare al 100 come opera originale.
Molto bene il resto del racconto, ma in gara ci sono altri 100 che trattano lo stesso argomento, senza questa che per me è una grave criticità.

Grazie e alla prossima.

Questo racconto mi genera una grande nostalgia.
Non conosco Lolli e le sue tematiche, ma quegli anni, gli anni della canzone e del 100, che vanno dalla fine dei '60 a tutti i '70 mi hanno sempre affascinato.
Io essendo del '74 non li ho assaporati, ma so che non sono stati anni facili, anzi, sono stati piuttosto violenti, anni di scontri, però c'erano passione e ideali e la voglia di cambiare le cose.
Non che la violenza sia giusta, però se vedo quello che c'è oggi, ovvero una rassegnazione totale, mi deprimo e mi dico che quegli anni avrei voluto sentirli per davvero. Quel sogno di cui parla l'autore non so se sia ancora vivo, forse lo è solo in quelli che hanno calpestato le piazze in quegli anni.
Era un altro periodo, era un'altra politica, non il minestrone insapore di adesso dove sinistra e destra esistono solo a parole, dove contano solo le due propagande e gli ideali sono solo armi di persuasione, bandiere sventolate ipocritamente, senza convinzione, solo per elemosinare il voto e il supporto di chi ancora ci crede.
Sì, mi è piaciuto.

Ho amato Lolli, forse il meno fortunato o il più coerente fra i cantautori che hanno cantato gli anni settanta e le loro speranze.
E' il secondo 100 che tratta più o meno lo stesso tema.
Mi ha intrigato e commosso. Bravo/a

Per quanto sia lunga la citazione iniziale, penso che il tuo merito stia anche nell'aver usato la metà delle parole di tutti gli altri autori per convincermi a entrare nella tua storia. E ci sono entrato completamente. Complimenti!

La canzone non la conoscevo.
Il testo è forte, di piombo, di quelli che fanno riflettere sulla superficialità della politica di oggi.
Complimenti.

Penso a quello che potevi regalarci se la citazione poteva non essere conteggiata come testo.
Eccellente.

Un 100 che definirei estemporaneo, perché adattabile a molteplici situazioni nelle quali alla base c'è un'idea. 

La canzone l'ho riconosciuta perché Lolli me l'hanno fatto conoscere qui nel giorno della sua scomparsa, non avevo mai sentito parlare di lui prima di allora. Se non ricordo male, si era ancora su SPS.

Rispetto all'altro 100 che tratta lo stesso periodo storico, avere meno "riferimenti", canzone a parte, me lo ha fatto apprezzare di più. 

Grazie

Il desiderio di cambiare tutto, di dare al mondo un ordine in cui il giusto sia giusto e lo sbagliato si provi a correggerlo non può e non deve essere un gioco. Un gioco ha dei limiti; si vince, si perde, si può ricominciare senza aver fatto danni se non al proprio ego. Un gioco – come giocattolo – si può aggiustare (e non sarà più quello di prima) oppure lo si butta, che ce ne saranno altri.
Nella vita ci sono giochi che se rotti o ammaccati, si portano sempre appresso, con il rammarico di non averci giocato o di non averci potuto giocare  come si deve.

Belli i versi di Claudio Lolli, anche se sono altri i passaggi di questo brano che mi sono piaciuti maggiormente.
Non l'ho conosciuto, come autore, e si può sempre rimediare.

Il mio Claudio! 
Sempre fonte di ispirazione.
Un cento che rende necessaria la citazione a discapito delle cento parole. U
Un cento scritto in prima persona a rimarcare la nostalgia di chi quegli anni li ha vissuti e di chi avrebbe voluto viverli.
Bello!