La porta rossa

Il racconto in sé non è male. Mi piace il soggetto, molto conosciuto ma forse poco approfondito realmente, e la chiusa (dalla spiaggia cubana). Un po' meno il pistolotto morale finale, soprattutto dopo un testo così lungo. Rischia di restare un resoconto finale a se stante che da poco al lettore e raffredda il finale.
Rimane comunque un buon lavoro.

Car autor
Il tuo racconto non mi ha convinta. C'è molto resoconto e poco pathos, poco coinvolgimento, ed entrare in sintonia con la tua voce.narrante non mi è riuscito.
Il racconto è ben gestito e la scrittura è fluida, ma mi manca quel quid aggiuntivo, quella cifra stilistica che renda la tua voce narrante qualcosa di unico.
Ribadisco che risulta ben scritto e ben condotto, poi ogni lettore ha i suoi gusti e questo resoconto un po' statico non riesce a coinvolgermi pienamente.
A rileggerti
Ele

Una buona storia raccontata da una voce potente e forte perchè ben schierata e con le idee consolidata. Bella anche l'idea di far raccontare i fatti da uno dei protagonisti.
Il muro di parole scoraggia un pò la lettura e fa percepire il testo come pesante e poco empatico, ma alla fine ci si sente arricchiti da una storia che tratta eventi veri e ben narrati. Ecco, forse il testo è molto raccontato per creare un vero e proprio coinvolgimento con il lettore lasciandolo un pò ai bordi dell'azione: un lettore/spettatore che non viene mai tirato dentro la storia.
Forse è questo il limite del racconto.

Intanto, ci tengo a ringraziare  @mirella e  @Achillu per i voti ricevuti. Ringrazio anche tutti gli altri per i commenti ricevuti.

Non risponderò a ciascuno di voi, ma cercherò di dare qualche "spiegazione" su com'è nata La porta rossa.

La porta rossa è un'invenzione. Non so nemmeno se la base missilistica sovietica a Cuba fosse come l'ho descritta io. Sinceramente, poco m'importa, potevo soltanto immaginare ciò che non sapevo. E molte cose non sapevo, appunto, se non il backround storico che tutti conosciamo. Sono dunque andato per tentativi, come il protagonista che chiama "bastardi yankee" gli americani o dice a Kennedy che è un belloccio. Inverosimile? Può darsi, ma ho imparato sulla mia pelle che la linea tra Storia (o verità storica) e narrazione è molto sottile. Rischi che si corrono parlando di qualcosa che è realmente accaduto. E io per lo storico rischio sempre volentieri. 

Il fatto che il racconto possa piacere o non piacere (e ci mancherebbe), è un'altra parrocchia.

Chiudo. Il pippone finale. Commento dopo commento mi son detto che è veramente un pippone e si poteva tagliare. Non credo comunque che il gradimento per il racconto sarebbe mutato.

Grazie a Tutti!

Eh, guarda... Adesso che so che è tuo, il racconto ha un po' del sapore di Molli in Cina. Stemperato a sufficienza per non farti riconoscere, ma ora che so... Certo che è tuo e sono ben felice di averlo votato!