Lei

Lei è amore
che soffia tra le assi
nelle notti di bufera
e sospira, sospira,
Dio come sospira e che rumore pauroso che fa,
a tratti è morte addirittura.


Lei è sangue
che stasera si è tinto di nero
per diventare inchiostro
e ha scritto, scritto
sta ancora scrivendo
la gioia,
il dolore,
l’odio,
l’amore
e descrive se stessa
come-piede-che-scivola-su-una-lama-tesa.


E poi il sangue,
che esce
e la vita
e la morte
e l'estate
e novembre,
nell'acqua
come barchine nella corrente.

Molto bella questa poesia.
Bella e complicata.
Riuscirei a leggerla e a spiegarla con le lacrime agli occhi.
Importa quello che ho visto io?
Sì.

Credo che questa sia una poesia giovane, probabilmente scritta di getto poco prima del contest, per il gusto di partecipare, che inevitabilmente ricalca in qualche modo gli ultimi sconvolgenti avvenimenti di cronaca nera.
Mi piace la sua costruzione stilistica e l'anaforica congiunzione degli ultimi versi che spezzano sapientemente il ritmo.
Probabilmente è una di quelle poesie che ci ricorderemo.
Grazie!

Non son certa di aver compreso chi sia “lei” ma ti dirò che non mi importa. Mi sono lasciata trasportare dal flusso di queste immagini a tratti molto inquietanti e sono uscita comunque appagata dal viaggio. Un percorso strano quasi come se mi avesse preso per mano la strega di Gretel per trasportarmi in un mondo sinistro ma con un pizzico di magia. Spero di riuscire ad agguantare la barchina e uscire indenne. Che dire? Qualunque cosa sia, mi è piaciuto leggerla, autor.

Tante immagini associate a un amore tempestoso, che perde sangue e forse vita, ma è la vita stessa che interessa all'autore/autrice ed il calore che scorre via è pur sempre calore. Un po' impressionista per come la vedo io, complimenti.

la poesia è bellissima. Certe parole che hai usato non rendono più forte il concetto. 
Ora sotto farò una cosa che forse non posso fare e, in caso, me la faranno rimuovere. Vorrei eliminare il superfluo:

Lei è amore
che soffia tra le assi
nelle notti di bufera
e sospira, sospira,
Dio come sospira e che rumore pauroso che fa,
a tratti è morte


Lei è sangue
che stasera si è tinto di nero
per diventare inchiostro
e scrive, scrive
la gioia,
il dolore,
l’odio,
l’amore
e scrive se stessa
comepiedechescivolasuunalamatesa.


E poi il sangue che esce
e la vita
e la morte
e l'estate
e novembre,
nell'acqua come barchine nella corrente.


così per me è perfetta. Al di là del mio infinitesimo intervento è una gran bella poesia. Bravo/brava

Ciao,
un amore così intenso e forte
che evoca immagini di morte.
E quindi Eros e Thanatos.

Comunica una certa intensità emotiva, ma non coinvolge. O almeno, la ripetizione di alcune parole non raggiungono l'effetto che immagino voluto. Cercherei di puntare su immagini meno usuali.

Valida per me solo la seconda strofa.

Bella per la seconda meta'

Ciao Penna. Wow! Sei in classifica al momento, per quanto mi riguarda. Per la costruzione mi ricorda molto la poesia della Ginzburg che già qui ho citato, "Non possiamo saperlo", e ciò mi convince ancora di più. Mi piace quell'inseguire le domande che poni e ti poni, ho provato l'urgenza piacevole di arrivare in fondo. Soprattutto, e di prassi sono pigro a farlo, ho avuto piacere di rileggerla. Sinceramente, potrei sforzarmi di proporti critiche costruttive ma...non saprei dove trovarle. Hai stoffa e farai strada, cara Penna.

Ciao, Penna.

Analisi metrica: versi liberi di lunghezza variabile raccolti in tre strofe di lunghezza variabile anch'esse. Ci sono versi brevissimi (bisillabi e trisillabi) e due versi lunghissimi di sedici e quattordici sillabe o più. Con cesure arbitrarie e sinalefe, uno è un senario piano più un endecasillabo, l'altro è un alessandrino (settenario sdrucciolo più settenario piano). Di solito non amo versi così lunghi e così corti e qui non faccio eccezione. Ritmicamente mi lascia perplesso.
Non ci sono rime evidenti. Punteggiatura presente.

La poesia ha una voce narrante focalizzata su "lei" che è anche il titolo e viene narrata in terza persona singolare. Non sono riuscito a trovare un contesto a cui appigliarmi per comprendere il significato.
Lei è descritta come "amore" nella prima strofa (a tratti è morte) e "sangue" nella seconda. Sangue che diventa inchiostro per descrivere "gioia dolore odio amore" nella seconda strofa e "vita morte estate novembre" nella terza. Se questo ha un senso, è l'unico purtroppo che ho trovato.
Nella prima strofa ci sono immagini molto distanti dal mio sentimento e probabilmente è questo che limita la mia comprensione. "come-piede-che-scivola-su-una-lama-tesa" mi ricorda "Felicità raggiunta, si cammina" di Montale ma non ci ritrovo lo stesso significato.

Grazie e alla prossima.

Un testo interessante, con queste descrizioni di "lei" così forti e decise. Una lei forte e decisa che deve aver riempito la vita di chi così la ricorda e descrive così intensamente.
Ma sono immagini cupe quelle che arrivano, cupe e intrise di dolore. A lettura terminata la sensazione che arriva è, purtroppo, quella tristemente attuale di un femminicidio o comunque di una morte difficile, raccontata da chi ha colpito o vissuto quel momento.
Sulla metrica non entro nel merito, da questo punto di vista sono “ignorante”, però ho trovato punto che mi ha fatto inceppare:
che rumore pauroso che fa – questo secondo che forse non servirebbe
Per il resto un testo che nella sua semplicità è comunque intenso, quale che sia la verità che nasconde.

Impossibile non pensare ai fatti dsi cronaca di questi giorni, a come una Lei viva e felice diventi una Lei ferita, uccisa...Molto incisiva nella contrapposizione del 'prima' e del 'dopo'.

Sono completamente ignorante in fatto di poesia, non ne leggo e non ne scrivo.
Questa doverosa premessa per dire che i miei "giudizi" non so quanto possano valere. Anche qui, come per tutte le poesie che ho commentato e commenterò mi affiderò all'istinto e alle sensazioni.
Purtroppo la poesia non mi ha emozionato particolarmente e probabilmente sul giudizio influisce anche la scarsa musicalità.
In prosa non sono un amante delle ripetizioni e anche in questo contesto non mi sono particolarmente piaciute.
Ma ripeto, di poesia ne capisco zero e il mio giudizio va preso per quello che vale.

Il “piede-che-scivola-su-una-lama-tesa” mi ha fatto pensare a una pattinatrice e ha fatto scattare il ricordo di un’atleta russa (una pattinatrie sul ghiaccio, appunto) morta suicida all’età di vent’anni dopo aver lasciato un biglietto con su scritto unicamente “amore” (“e ha scritto… l’amore”).
Ma questi giochi e rimandi mentali non sono altro che un tentativo di razionalizzare, di dare una spiegazione logica a qualcosa che di logico ha ben poco o forse proprio niente.
C’è una “lei” che, agli occhi e nella mente dell’autore, è una combinazione di eros e thanatos allo stato puro e c’è una poesia che, in pochi versi scarni e precisi, la canta in modo impeccabile agli occhi e nella mente del lettore. E “that is all / Ye know on earth, and all ye need to know”.
Complimenti!
M.

Ciao.
L’ho letta e riletta molte volte, ma è un testo che mi sfugge, per quanto trovo che abbia grandi pregi non riesco a farlo mio.
Lei potrebbe essere qualsiasi cosa, una persona, un’emozione, la vita stessa.
Inquietudine e dolore in tutto quel sangue che esce, una lama, un suicidio, Ofelia che si allontana nella corrente.  
Non farci caso, allucinazioni e non per effetto di farmaci.

come scritto più volte, non sono per nulla un esperto del genere.
e qui ne ho la riprova, visto che pare sia piaciuta a tutti mentre a me proprio non dice nulla, questa composizione.
c'è passione, questo è innegabile.
c'è pure ardore e non manca la brama, ma il succo mi rimane sterile, senza sapore.
perdonami anche tu, come altre/i, se puoi

Questa è un'altra poesia dove i miei limiti e la scarsa frequentazione del genere mi mkettono in difficoltà in quanto il senso mi rimane quanto più oscuro e di conseguenza finsce con il trasmettermi poco.
All'inizio l'immagine che mi è apparsa è quella del mare, che mi ritorna alla fine con quelle barchine ma, al di là del fatto che il mare si scontrerebbe con il pronome del titolo, tutta la parte centralemi resta abbastanza oscura.
Ho trovato di inciampo alla lettura, infine, la frase "Dio come sospira e che rumore pauroso che fa".

Quasi tutti hanno pensato al femminicidio; a me invece sembra molto più che la poesia parli di un suicidio.
Questa "lei" fantomatica ha caratteristiche più allegoriche che realistiche. 
Io ci ho visto il ritratto di una donna preponderante, eccessiva nelle sue emozioni, come a volte capita di incontrarne. Così eccessiva da risultare mortifera, tossica, capace di soffiare così forte il suo desiderio di possesso e la sua aura oscura da far tremare le assi di casa, "a tratti è morte addirittura."

Ma come spesso accade, l'amore femminile non rivolge le sue pulsioni distruttive verso il partner ma verso sé stessa, con la conseguenza dell'autodistruzione, di quel sangue e quel suicidio che sembra preannunciato dallo scrivere selvaggio un'ultima accorata missiva.
In realtà tutto questo non è così vero, visto che il tasso dei suicidi mediamente è più del doppio "in favore" degli uomini, ma mi piaceva questa visione molto classica, ellenica, dell'estremo atto.

Parlando del lato stilistico, se l'argomento mi aveva in qualche modo intrigato, invece mi perdo tra lunghezza dei versi praticamente casuale, ritmo assente, o sincopato, che rende la lettura una montagna russa.
Infelici, secondo me, alcune scelte lessicali: l'"addirittura" finale della prima sestina suona di un male che più male non si può; il verso del "come-piede" del quale non comprendo i trattini d'unione, a parte il voler dare un ritmo di lettura scandito in ma-nie-ra-net-ta come i discorsi di un noto personaggio del '900; il "barchine" finali lascia stralunati e sembra uscito da un cartone animato.

Sono stato un po' puntiglioso, autore, per il semplice fatto che il significato oscuro della poesia quantomeno mi ha coinvolto e spinto a cercarne un'interpretazione, e mi è dispiaciuto il sentirmi respinto dalla forma estrosa ma totalmente asimmetrica che hai scelto di dare al tuo componimento.

Ciao
Bella come ispirazione ma dominata da versi tristi e una atmosfera pesante di pessimismo. Le parole usate non hanno niente di poetico.

Chi è dunque questa lei? La domanda, a mio parere, è d'uopo. Non tanto perché si debba per forza dare "un'identità" a questa pesona, quanto perché lei potrebbe essere chiunque, a seconda di come la si volia collocare tra i versi. Magari dico una castroneria clamorosa, ma forse questi versi si potrebbero leggere anche al contrario, senza per questo mutarne l'intensità. 

Molti prima di me lo hanno detto e anch'io lo ribadisco per quanto mi riguarda: sono molto lontano dalla poesia in generale, ma in questo caso credo di aver letto degli ottimi versi, versatili in rapporto all'interpretazione; rigidi nei confronti della musicalità, dell'armonia fra loro, aspetto probabilmente da migliorare.

Grazie

Ciao,
c'è qualcosa di forte in questa poesia, un impeto, una furia che sembra scagliarsi contro tutto e tutti. Non ho ben capito cosa sia, ma sembra quasi che la mano dell'autore sia stata tiranneggiata da questo tormento e abbia messo nero su bianco un'emozione/ossessione, senza tener troppo conto della chiarezza espressiva.
Non credo si parli di una persona fisica, sembra qualcosa di più astratto e mutevole, come un sentimento, forse la rabbia o la delusione (entrambe femminili, quindi, forse, quel Lei misterioso del titolo).
Nell'ultima parte c'è una specie di frenata: il ritmo compulsivo delle prime strofe si placa piano piano fino alle ultime righe che prendono un tono quasi infantile, quasi placido, come la quiete dopo la tempesta. O qualcosa di simile.

Ciao autore, la tua "lei" pare sia particolarmente duttile, ognuno ci vede un po' quello che gli pare, anche perché duttili e malleabili sono pure tutti gli altri versi. Una poesia che si adatta a chi legge quindi, devo dire che se l'hai studiata così hai fatto centro. A me sinceramente non ha catturato più di tanto, sarà che sono rimasto impigliato nel gioco di scoprire di cosa o di chi volessi realmente parlare e mi sono perso, non so. Di sicuro le tue sono parole potenti, questo lo riconosco. A rileggerci!