Ciao autore, vorrei dividere il commento alla tua poesia su due piani differenti. Il primo riguarda la forma, che devo dire non mi ha convinto molto, il secondo il contenuto, che invece mi ha preso.
Sul piano formale ho notato diverse forzature, dovute alla ricerca della rima, e molte figure retoriche, che forse danno ricercatezza, non so, ma le avrei evitate. Ingabbiano la poesia, ecco, e ti hanno obbligato a scelte lessicali delle volte non appropriate. Pregevole invece la musicalità, nonostante i versi liberi.
Sul contenuto invece ci sono diverse cose che mi hanno convinto. Parto dal titolo, Innocente, ma qual è la colpa? Secondo me è "questa" voglia di essere altro, diverso probabilmente. Ma più che una colpa è un disonore. I versi in cui il protagonista ammette che si sarebbe sventrato hanno probabilmente una doppia lettura, l'insicurezza verso il futuro certo, ma lo sventrare non è solo un modo per vaticinare, in Giappone ad esempio ci si apre lo stomaco in un suicidio rituale dovuto al disonore. Altro punto che mi ha colpito è la descrizione delle persone "altre". Verdazzurre, come ectoplasmi, ferme sulle scale, che metaforicamente vuol dire che non hanno più desiderio di crescere, di salire, che rosicchiano la loro vita di legno, ovvero un materiale deperibile, certo, ma che forse sottintende anche altro, visto che di legno sono fatte le marionette, ad esempio. C'è anche altro, ma mi fermo qua eheh.
Insomma, poco convinto dalla parte puramente tecnica, diciamo così, ma quella contenutistica è piena di spunti e vicoletti. A rileggerci!