Foschia

Una fitta nebbia stamani copre
l'albeggiare. Nuvole grigie, fosche
obliano del sole il sorgere. Copre
il mattino la foschia. Le fosche
nubi, rade, dalla luce trafitte.
Come nella vita: amare sconfitte.

non so che dire.
la composizione è bella,  non lo nego.
è la suddivisione delle righe che non afferro o che comunque, per me, non ha molto senso.
ma se l'autore o l'autrice lo ha fatto avrà avuto un motivo, non credo sia solo per la rima.
in ogni caso non mi dispiace, anzi...

Sicuramente da sistemare.
Riletta più volte mi ha lasciato senza forze e senza il coraggio di commentarla.
Non per timidezza, perché non so cosa dire.
Quel ' come nella vita,' è un'aggiunta inutile.
Il resto è di buona fattura. Il prodotto di un attento osservatore.
Di quello che accade nel mondo.
Stavo per scrivere: Qui vicino.

Ciao,
sembra una sestina con rima classica, dove
la foschia diventa metafora delle difficoltà che si affrontano
nella vita. Breve ed intensa.

Intenso il significato espresso in maniera forse un po' troppo ripetitiva quasi mancassero sufficienti sinonimi per cui le nubi fosche tornano due volte nel giro di tre righe per di più accompagnate dalla foschia.
Avrei omesso anche "stamani" nella prima riga anche se comprendo il senso che c'è dietro quella parola.
Un dubbio anche sul termine "obliano" che sembra significare "nascondono" quando in realtà dovrebbe essere "dimenticano".
Bella ma, a mio parere, perfettibile.

Ciao, Penna.

Sestina di endecasillabi liberi, nel senso che non hanno l'accento né in sesta né in quarta sillaba. Rimati ABABCC con le rime A e B identiche. Tre enjambement in sei versi. Punteggiatura esplicita. Metricamente mi piace molto.
"Copre // il mattino la foschia" è l'unico periodo con l'ordine forzato.
Gli ultimi due periodi non hanno la reggente. Ma mentre l'ultimo ha comunque un senso compiuto, il penultimo mi lascia parzialmente in sospeso.

Ci sono due fenomeni meteorologici: la foschia e le nuvole, ma il titolo è solo "foschia" quindi forse le nuvole non le devo interpretare in senso letterale. Però in questo caso noto ridondante in particolare "Copre//il mattino la foschia" complice la rima identica e gli enjambement.
Il verso finale è una metafora che può essere più o meno condivisibile e non ti dico come la interpreto, perché il punto debole è secondo me un altro: si lega solamente al penultimo periodo. Il resto della poesia è un'immagine chiara che però lega poco con il finale.

Grazie e alla prossima.

Ciao,
Ti trasmette un po di pessimismo anche se i versi sono belli. Strutturalmente non sembra una poesia.

La struttura non convince. Il messaggio c'è ma è scontato.

"fosche" e "foschie" continue rovinano la poesia. Basta una sola di tre e per le altre andava trovato un sinonimo. 
La poesia può diventare bellissima se epurata di tutto il superfluo.
Non ho capito se gli a capo erano voluti ma sembrano tutti sbagliati a una incompetente come me di regole metriche e mi hanno rotto l'armonia.  

Un momento cupo nella vita (forse dell’autore stesso) si specchia in un’alba densa di nebbia e nuvole. Una metafora notevole (anche se un po’ abusata), ma espressa con superficialità.
Troppe ripetizioni, spacciate anche per rime (copre - fosche); accentazione disordinata, che rende difficoltosa la lettura (già messa a dura prova dagli  enjambement).
Nel terzo verso, la frase “obliano del sole il sorgere” presenta un’inversione pesante e inutile (“del sole il sorgere”) e un termine sbagliato (obliare significa dimenticare, non impedire).
Un lavoro che non mi ha proprio convinto.
M.

Innegabile la capacità poetica. Per i miei gusti un poco telegrafica, però. Non approfondisce.

Il senso della poesia è, alla fine, nel riassunto espresso nell’ultima riga.
Pur avendo apprezzato il senso generale del testo, il ripetere “fosche”, “foschie” non aggiunge, a mio parere, forza a quanto si intende esprimere.
Sicuramente per la Penna ciò ha un significato ben preciso, ma la lettura, anche a mezza voce, non ne esce arricchita.
In una poesia non è sicuramente semplice utilizzare adeguatamente sinonimi, soprattutto in un testo così breve.

Ciao Penna. La poesia è così breve e chiara da permettermi di leggerla e rileggerla più volte. Le tre strofe iniziali, separate dai punti, seppure con lievi e sfumate differenze, appaiono come una ripetizione di concetti: vogliono dire, in sostanza, la stessa cosa. La quarta ai differenzia un poco, entra in campo la luce come ferite alla foschia. Faccio veramente fatica a legare l'ultima frase con le altre, anche riconoscendo che quelle precedenti valgano quale metafora. A rileggerti cara Penna.

L'ho letta con gusto, queste parole che rimbalzano e la brevità del componimento sono punti a tuo favore, a mio avviso. Complimenti.

Ciao.
Poesia fumosa per la troppa foschia.(Battutaccia, non te la prendere!).
L’atmosfera c’è, sicuramente, la parte finale mi piace molto, sembra il verso di un Haiku, se avesse altre regole. Se mi permetti un consiglio, fosche e foschia ripetuti quattro volte, compreso il titolo, in così pochi versi stonano, sanno troppo di ripetizione.
Come già ti hanno fatto notare, è un lavoro sicuramente migliorabile, e alcune immagini sono davvero belle.

Il punto forte di questa poesia è il quadro ad olio che riesce a tratteggiare con semplici suggestioni legate ai fenomeni meteorologici di una mattinata fosca.
Il punto debole, però, è l'arrotarsi su se stessa in una ripetizione eccessiva dello stesso concetto, perdipiù senza ausilio di sinonimi. Fa un po' l'effetto di sentir dire "mamma che foschia oggi, è proprio fosca questa fosca foschia."
Esagero, ma l'effetto che mi resta è un po' quello.

Non mi piace la chiusa. Non riesco a mettere in relazione le amare sconfitte con la luce che fende la foschia.
Certo, è una sconfitta per la foschia stessa, ma non mi convince lo stesso.

Particolare la struttura del componimento, con questi a capo non sempre azzeccati ma che quantomeno hanno un tocco d'originalità.

E comunque anche io, rileggendo il commento, ho usato la parola foschia troppe volte.

Mi piacciono sempre molto le poesie che traggono spunto dall'osservazione della natura per trasmettere il proprio messaggio. Rilevo un eccessivo utilizzo di fosche/foschia. Soprattutto, non capisco e non condivido la suddivisione dei versi, che consiglierei all'autore di sistemare per rendere più efficace il componimento. Di seguito riporto un esempio di sistemazione.





"Una fitta nebbia stamani
copre l'albeggiare.
Nuvole grigie, fosche
obliano del sole il sorgere.
Copre il mattino la foschia.
Le fosche nubi, rade,
dalla luce trafitte.
Come nella vita: amare sconfitte."

Anch'io trovo un pò ridondante l'utilizzo in così poco spazio di fosche-foschia-fosche.
La chiusa mi è piaciuta molto, ma non riesco a contestualizzarla: il sole trafigge le nubi e dovrebbe portare la luce sconfiggendo l'oscurità. Questa dovrebbe essere una vittoria, invece si chiude con le amare sconfitte della vita. 
Anche la suddivisione del testo non mi convince.
In definitiva non mi dispiace, ma trovo che possa essere migliorata e rendere di più.

Riletta mi piace meno.
Affidare a un fenomeno atmosferico la decadenza, l'oscurantismo del quotidiano non riesco ad apprezzarlo 
Come nella vita : amare sconfitte.
I due punti preparano un elenco che non arriva, potevano essere evitati. Nemmeno una virgola avrei messo io.
Le sconfitte non la meritano.

Mi sembra che tutta questa foschia abbia imbrigliato il Poeta ancor prima del lettore. Ho letto qualcosa che in fin dei conti mi è piaciuto, tuttavia ho anch'io qualche dubbio sull'articolazione dei versi.

Inoltre, circa il significato intrinseco, non sono pienamente d'accordo sul fatto che un cielo nuvoloso sia paragonabile a una sconfitta nella vita. Io amo le giornate uggiose e nuvolose, specie d'estate. Sono un fenomeno naturale da osservare con attenzione e non sempre "negative".

Grazie

Ciao autore, dal punto di vista puramente estetico la tua poesia mi ha decisamente conquistato. Per mio gusto è probabilmente la migliore che ho letto finora. Ma non capisco davvero dove va a parare e perché. Insomma, perché la luce è un'amara sconfitta? O la frase è costruita male o davvero mi sfugge qualcosa. Non so. A rileggerci!

Ciao,
piano piano, con il ritmo lento che imponi, mi è arrivata la tua poesia, che parla di struggente follia: la tua foschia, come un romantico Don Chisciotte si è intestardita e si accanisce per non far sorgere il sole ma, ahimè non ferma il mattino che la copre e i raggi del sole che la trafiggono: da qui la sconfitta.
Non sappiamo perchè s'imbarca in questa utopica missione, ma sappiamo che ci crede fino in fondo e non percepisce i propri limiti.
Non c'è una vera e propria morale, ma il testo offre un ricco spunto di riflessione.
La poesia si presenta ostica e quasi sbagliata su alcuni punti di vista, ma non so se avrebbe avuto lo stesso effetto se scritta diversamente.
D'altronde anche la tua foschia è sbagliata sotto alcuni punti di vista...

Sento tanto echi pascoliano, ma senza i sentimenti pascoliani. Non mi è piaciuta.

Buona l'intenzione ma non la realizzazione.
Non ho trovato gradevoli le rime copre/copre e fosche/fosche.
Scusa, ma potevi fare di meglio.