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Lettera aperta di Pindaro

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Messaggio Da Flash Gordon Mar Gen 31, 2023 10:48 am

https://www.differentales.org/t2129-ali-di-gabbiano#25953:

 Lettera aperta di Pindaro

Non per dire di ragioni, non per scrivere di torti, non per essere ma semplicemente per esistere…
Ho un sogno dentro di me, magari il primo o l’ultimo possibile nell’arco dell’esistenza.
«Retorica?».
Un sogno in cui un girotondo di persone appare e nell’apparire le mani si stringono in un unico cerchio indissolubile.
Un sogno in cui si vede una porta d’ingresso, un asilo e… bimbi che non sanno ancora, bimbi che vivono in grembiuli rosa e azzurri adorni di fiocchi storti e sorrisi innocenti.
«Vola Pindaro, vola senza sapere, tanto cosa importa...».
Soli lontani non riscaldano, come i ricordi figli delle nebbie della mente.
Soli si rimane quando i pensieri sorgono nei crepuscoli dell’anima e sorgono solo per noi.
E nella solitudine l’anima crea quel girotondo nella sua stoltezza egoistica di voler esistere in tempi che non hanno tempo ma solo qualità di lacrima nostalgica.

Vola Pindaro… Vola nella stoltezza, nella mia stoltezza, in quella con cui i miei occhi guardano il mondo sottostante e l’intorno che circonda quando la stoltezza non vola.
Lo stolto commette spesso errori, si ripete nel farli e nell’aggettivarsi da solo, altrimenti che stolto sarebbe.
Grave la supponenza mia di definirmi e di scrivere e... le ragioni son degli altri perché quando si suppone senza forza la scrittura non penetra gli spessi strati che dividono il volare dalla terra, le ali dalle scarpe.
Fu mio quel torto, perché altro non avevo nella terra se non un paio di scarpe con le ali e da esse pretendevo comprensioni che non potevano aprire strade, ero io a doverlo fare.
«Cosa sono e chi sono io per pretendere d’essere compreso?».

Vola Pindaro, e nel farlo ricordati di indossare un paio di scarpe con le ali, perché quando la fantasia
non sarà aria le scarpa saranno terra.
Mondo e diniego concesse il libero pensare e nel diniego la pietra del vituperio sociale giustamente mi fu data.
Passai nell’impalpabile velo della esistenza non vista, nel limbo dei non nati al mondo.
Questo fu genesi della passione che rivolse le ali in una scrittura non consona e desueta che nell’errore di voler essere terra scese nel concorso.
Ebbi concorso di colpa nel farlo e chiesi un giudizio di condanna per me stesso anche se nemmeno quel tribunale poteva giudicarmi essendo fuori giurisdizione il giudicato.
Mai visto traccia da chi non rispetta la gravità dell’appartenenza al sistema e tutti apparteniamo alla relatività del sistema.

Vola Pindaro… E fammi sognare, fammi costruire quella nuvola d’eresia che curi il mio essere asceta fra gli altri.
«Ah condanna giusta, tanto giusta quanto ingiusta nei confronti di un ectoplasma che pensava di essere Pindaro!».

Dico fra me e le stelle… Tu che hai compreso meglio di me come allacciare le scarpe su questa terra dura non uccidere più di quanto sia già morto il nostro Pindaro. Lasciagli la speranza di vivere in ogni parola della sua scrittura. So che tu hai ragione, ma ti prego sii vecchio e compassionevole per una volta. Quella leggera carezza all’animo donata senza divenire altro da se stesso forse darà un altro volo a Pindaro, illudendolo pur nella giustezza del giudizio ricevuto.

Visse, o così si dice, un certo Pindaro dietro una tastiera nell’era moderna, altro non sapeva e non aveva da fare, già altro non aveva per sua grande colpa, non degli altri, per sua immensa colpa.
Sia aureo il vostro scrivere, aureo e futuro, senza attimo che ogni attimo è già passato e non ancora futuro… sia quel che deve essere nel vostro istante migliore.
Quello che non nasce e non muore.
(E Pindaro per una volta, sbagliando, rubò le ali a Icaro, ma forse non erano quelle giuste...)

Grazie se vorrete leggere, veramente grazie.






Giancarlo Gravili, sulle note dei Queen, ali as Flash Gordon ma il nick nun me piace...

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A gemma vitali garba questo messaggio

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