Sere troppo lunghe
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Re: Sere troppo lunghe
In questo mini ci sono davvero tante cose e mi sono piaciute tutte.
Credo sia plausibile che una persona vecchia pianga quando racconta qualcosa o anche solo quando s'inoltra nei ricordi del passato, forse nel contesto del mini più che piangere si poteva accennare al fatto che il vecchio si commuove.
Una piccola osservazione: se i due sono vecchi dubito che riescano a fare mezzanotte... Un anziano magari sì, ma fatico a immaginarmi due ottantenni ubriachi tutte le sere, che arrivano fino a mezzanotte in osteria.
Credo sia plausibile che una persona vecchia pianga quando racconta qualcosa o anche solo quando s'inoltra nei ricordi del passato, forse nel contesto del mini più che piangere si poteva accennare al fatto che il vecchio si commuove.
Una piccola osservazione: se i due sono vecchi dubito che riescano a fare mezzanotte... Un anziano magari sì, ma fatico a immaginarmi due ottantenni ubriachi tutte le sere, che arrivano fino a mezzanotte in osteria.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Sere troppo lunghe
Care Penne tutte, stavolta sono davvero molto commossa per i bei commenti che avete lasciato, molti dei quali davvero inaspettati, @vivonic in testa di classifica.
Io che mi piacciono i tomi da 500 pagine, io che i racconti mi sembravano sempre troppo brevi da leggere, figuriamo da scrivere (ma sto imparando) io che in cento parole manco la lista della spesa… son davvero sorpresa, anche se - molto sinceramente - rileggendo il racconto dopo averlo inviato (lui ha sempre un altro aspetto) l’impressione era di aver tirato fuori qualcosa di buono.
Dietro a questo racconto c’è una storia che rimanda alla mia infanzia e ho piacere di condividerla.
Quando ho visto “Osteria”… Guerino è stato il primo pensiero. Era il gestore della Coperativa, una “Cooperativa di consumo fra lavoratori” che tutt’ora resiste sulla strada principale di Sommo Lomellina, un piccolo paese dove ci sono pezzetti della mia infanzia. Se pensate che ho appena fatto 66 anni e c’era già da diversi anni quando ho cominciato a bazzicarla (per comprare un gelato o fare la spesa con mia nonna, cosa credevate!).
Sulla facciata c’è ancora la vecchia insegna, pitturata sul muro, per brevità e mancanza di spazio “Cooperativa di consumo”.
Erano locali collegati tra loro: da una parte l’osteria, con sempre qualcuno ai tavolini o fuori sotto il portico; accanto e comunicante, un negozio dove si vendevano zucchero, caffè e riso sfusi, spezie, pasta…un minimarket d’altri tempi. Ricordo ancora i profumi del negozio e l’odore dell’osteria: fumo, vino, caffè, l’umido dei cappotti o dei tabarri nelle giornate nebbiose (e lì, in Lomellina, la nebbia la fabbricano) e l’oste, il Guerino del mio racconto è davvero esistito, che affettava prosciutto e mesceva quartini, sempre con lo stesso grembiule.
Ai tavolini giocavano a carte, qualche nonno col nipotino accanto; sotto il portico discutevano di chissà che cosa, lanciavano la voce a chi passava, magari qualche fischio alle ragazze che passavano in bicicletta. E noi piccoli andavamo a comprarci un ghiacciolo o una coppa del nonno.
Ci sentivamo grandi quando ci lasciavano andare da soli: c’era anche la strada da attraversare e il tragitto in solitaria era un segno che stavamo crescendo.
Bene, ora il terzo tempo.
Devo ringraziare tutti indistintamente,e rispondere a @Akimizu , @Molli Redigano e anche @Antonio Borghesi per le lacrime di Attilio:
@Antonio Borghesi: Se avessi speso quella battuta, senza il proseguo… no, proprio non ci stava. Quando costruisco un personaggio, è come se gli facessi un guardaroba. Lui ride, avrebbe riso di quella battuta in un altro momento, ma non quella sera. Spendo il bel commento di @Byron.RN , che ha colto perfettamente cit. Il vecchio può piangere perché sa di aver sprecato la propria vita col vino senza combinare niente. O forse piange perché sente avvicinarsi la fine. I motivi possono essere tanti
@M. Mark o'Knee , ovvio che rispetto la tua interpretazione, ci mancherebbe, ma posso dirti che il sentimentale a buon mercato non mi appartiene. Se ci avessi provato… non ci avrei provato. Ci sono sempre stati uomini che hanno tenuto dentro le lacrime - roba da donne - ma in quel momento Attilio la sua storia proprio non riesce a farla uscire, ma non riesce neanche a trattenere le lacrime. Succede a una certa età.
@tommybe Caro Tommy, penso di aver lavorato più sul titolo che sul racconto, che non si è fatto aspettare tanto.
@tommybe e @Fante Scelto per l’opposto tra titolo e velocità del racconto: ho cercato di rendere l’idea di quanto una porzione tutto sommato piccola della giornata possa in realtà pesare tanto in certi frangenti.
@Danilo Nucci Mi chiedo: cosa sarebbe successo se Attilio avesse raccontato? Se anche il racconto fosse stato più lungo, Attilio non avrebbe raccontato. Non a Celso, forse solo ai lettori.
@gemma vitali : abbraccio preso e messo nel cassetto dei bei momenti
@caipiroska: nel racconto ho fatto entrare due anziani di altri tempi. Ottanta non li hanno, sono sicura, ma i settanta ci sono. Mi era capitato di sentir raccontare di padri o suoceri recuperati all’osteria e non erano mai solo anziani, purtroppo.
Grazie quindi anche a @Dafne @Petunia , @paluca66 e @ImaGiraffe a per il bellissimo commento; @SuperGric, @FedericoChiesa a @CharAznable e @Resdei , @Stefy , @The Raven per il riferimento alla prima frase del racconto, su cui avevo lavorato più che per il resto.
Ultimo ma non ultimo grazie a Giancarlo Gravili, che spero legga questo ringraziamento.
Io che mi piacciono i tomi da 500 pagine, io che i racconti mi sembravano sempre troppo brevi da leggere, figuriamo da scrivere (ma sto imparando) io che in cento parole manco la lista della spesa… son davvero sorpresa, anche se - molto sinceramente - rileggendo il racconto dopo averlo inviato (lui ha sempre un altro aspetto) l’impressione era di aver tirato fuori qualcosa di buono.
Dietro a questo racconto c’è una storia che rimanda alla mia infanzia e ho piacere di condividerla.
Quando ho visto “Osteria”… Guerino è stato il primo pensiero. Era il gestore della Coperativa, una “Cooperativa di consumo fra lavoratori” che tutt’ora resiste sulla strada principale di Sommo Lomellina, un piccolo paese dove ci sono pezzetti della mia infanzia. Se pensate che ho appena fatto 66 anni e c’era già da diversi anni quando ho cominciato a bazzicarla (per comprare un gelato o fare la spesa con mia nonna, cosa credevate!).
Sulla facciata c’è ancora la vecchia insegna, pitturata sul muro, per brevità e mancanza di spazio “Cooperativa di consumo”.
Erano locali collegati tra loro: da una parte l’osteria, con sempre qualcuno ai tavolini o fuori sotto il portico; accanto e comunicante, un negozio dove si vendevano zucchero, caffè e riso sfusi, spezie, pasta…un minimarket d’altri tempi. Ricordo ancora i profumi del negozio e l’odore dell’osteria: fumo, vino, caffè, l’umido dei cappotti o dei tabarri nelle giornate nebbiose (e lì, in Lomellina, la nebbia la fabbricano) e l’oste, il Guerino del mio racconto è davvero esistito, che affettava prosciutto e mesceva quartini, sempre con lo stesso grembiule.
Ai tavolini giocavano a carte, qualche nonno col nipotino accanto; sotto il portico discutevano di chissà che cosa, lanciavano la voce a chi passava, magari qualche fischio alle ragazze che passavano in bicicletta. E noi piccoli andavamo a comprarci un ghiacciolo o una coppa del nonno.
Ci sentivamo grandi quando ci lasciavano andare da soli: c’era anche la strada da attraversare e il tragitto in solitaria era un segno che stavamo crescendo.
Bene, ora il terzo tempo.
Devo ringraziare tutti indistintamente,e rispondere a @Akimizu , @Molli Redigano e anche @Antonio Borghesi per le lacrime di Attilio:
@Antonio Borghesi: Se avessi speso quella battuta, senza il proseguo… no, proprio non ci stava. Quando costruisco un personaggio, è come se gli facessi un guardaroba. Lui ride, avrebbe riso di quella battuta in un altro momento, ma non quella sera. Spendo il bel commento di @Byron.RN , che ha colto perfettamente cit. Il vecchio può piangere perché sa di aver sprecato la propria vita col vino senza combinare niente. O forse piange perché sente avvicinarsi la fine. I motivi possono essere tanti
@M. Mark o'Knee , ovvio che rispetto la tua interpretazione, ci mancherebbe, ma posso dirti che il sentimentale a buon mercato non mi appartiene. Se ci avessi provato… non ci avrei provato. Ci sono sempre stati uomini che hanno tenuto dentro le lacrime - roba da donne - ma in quel momento Attilio la sua storia proprio non riesce a farla uscire, ma non riesce neanche a trattenere le lacrime. Succede a una certa età.
@tommybe Caro Tommy, penso di aver lavorato più sul titolo che sul racconto, che non si è fatto aspettare tanto.
@tommybe e @Fante Scelto per l’opposto tra titolo e velocità del racconto: ho cercato di rendere l’idea di quanto una porzione tutto sommato piccola della giornata possa in realtà pesare tanto in certi frangenti.
@Danilo Nucci Mi chiedo: cosa sarebbe successo se Attilio avesse raccontato? Se anche il racconto fosse stato più lungo, Attilio non avrebbe raccontato. Non a Celso, forse solo ai lettori.
@gemma vitali : abbraccio preso e messo nel cassetto dei bei momenti
@caipiroska: nel racconto ho fatto entrare due anziani di altri tempi. Ottanta non li hanno, sono sicura, ma i settanta ci sono. Mi era capitato di sentir raccontare di padri o suoceri recuperati all’osteria e non erano mai solo anziani, purtroppo.
Grazie quindi anche a @Dafne @Petunia , @paluca66 e @ImaGiraffe a per il bellissimo commento; @SuperGric, @FedericoChiesa a @CharAznable e @Resdei , @Stefy , @The Raven per il riferimento alla prima frase del racconto, su cui avevo lavorato più che per il resto.
Ultimo ma non ultimo grazie a Giancarlo Gravili, che spero legga questo ringraziamento.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Sere troppo lunghe
Te lo ripeto: sono davvero felicissimo che abbia vinto tu! 

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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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