Icaro

Caro/a Autore/trice,
un racconto che dà molto con poche parole.
L'uomo che ritrova nel corpo annerito che ha disegnato l'ombra di se stesso, il nulla che lo avvolgerà ben presto. Uno schizzo di parole potente.
Grazie

Un Matisse ormai in età avanzata, con il peso e la fatica degli anni che hai saputo ben descrivere, alle prese con il suo Icaro. Il volo verso le stelle e quel punto rosso che rappresenta il suo cuore.
Qualche perplessità sulla tecnica pittorica descritta che in realtà dovrebbe essere stata una specie di collage di cartoncini colorati e ritagliati.
Comunque... bella atmosfera.

Secondo racconto che attraverso il tema "le stelle" resuscita un altro grande pittore. Ha ragione  @Danilo Nucci, nel senso che Matisse non realizzò il quadro dipingendo in senso stretto, bensì attraverso una tecnica simile al decoupage ovvero i papiers decoupés. Infatti nel 1947, anno di realizzazione di Icaro, il pittore era già avanti con gli anni e a quanto pare anche invalido. In effetti L'Autore non ci dice che dipinge, bensì che traccia i contorni. Comunque, se qui la morte del pittore pare imminente, nella realtà avverrà qualche anno dopo, nel 1954.

Le informazioni di cui sopra sono facilmente reperibili sul web.

Grazie

Mi ero ripromessa di non leggere gli altri commenti, ma ho dovuto farlo perché, caro autore, senza l’aiuto da casa non avrei riconosciuto l’opera di Matisse. Dopo le informazioni e dopo aver visto l’opera, ho apprezzato il tuo scritto. Che brutta cosa l’ignoranza, che bella cosa internet.
Bello.

Mi associo a Pet. appena finito di leggere il racconto mi sono detto "Mah, Non l'ho capito".
Poi ho letto il commento di Danilo e tutto è diventato chiaro e limpido. 
La domanda che mi sorge spontanea è, devo commentare il prima o il dopo?
Prima della scoperta il racconto, seppur scritto molto bene e molto evocativo, mi aveva lasciato confuso. Dopo, quando l'ho riletto, tutto ha preso il suo posto.
Per il momento il giudizio è sospeso.

Introspezione d'autore. Così chiamerei questo splendido racconto che dal sogno d'Icaro e dalla passione per dare vita alle tele passa alla dolce sonnolenza dell'essere finalmente oltre. Sì finalmente l'uomo diviene Icaro senza traumi nel trasportarsi in altre dimensioni e quel trasporto è sicuramente l'agognato trapasso in quell'oltre fatto di colori e di quella vita che sempre disegnata ora è divenuta realtà. Plauso per la scrittura che ci fa esplorare il senso d'esistere che molti pervade e in cento parole molto si racconta. Apprezzatissimo!

Ciao autore, il tuo 100 mi ha colpito profondamente. Voglio spezzare tra l'altro una lancia nei tuoi confronti, perché hai usato lo stesso identico stratagemma del cento "notte stellata", ma qua ti si muove qualche perplessità mentre di là è tutto a posto. Ora, questo è chiaramente usare due pesi e due misure: solo perché di Matisse si conosce meno che di Van Gogh non vuol dire che un racconto sia meno riuscito dell'altro. Anzi, aggiungo io, questo sul livello della potenza espressiva e della forza del messaggio è direi migliore (il mio è solo un parere personale si capisce, spero non si offenda l'autore del 100 su Vincent, che tra l'altro ho lodato nel commento). A rileggerci!

La poesia che traspare da queste parole mi ha travolto. Una malinconia struggente che rende un graditissimo omaggio a Matisse e a quel suo uomo scuro con il poccolo cuore rosso fuoco. Me la ricordo benissimo quell’immagine sul libro di storia dell’arte. Grazie per avermi fatto tivivere l’emozione della bellezza suscitata dall’arte. Un gran bel cento.

Ha realizzato il suo sogno, ha raggiunto l'oltre nell'ombra dipinta col suo carboncino,
 continuando a vivere in ciò che ha dipinto! non di facile comprensione, ci sono arrivata rileggendolo.

Ignorante come sono dell'arte pittorica (se vedo qualcosa che mi piace non dipende dal nome dell'autore) ho letto i vari commenti e così ho scoperto (grazie a Danilo) che si tratta di un quadro di Matisse di cui apprezzo le opere. Il racconto mi è quindi parso molto ben congeniato e assolutamente interessante.

Cosa dire di cento parole che riassumono l'essenza della vita: arrivare alla fine con la consapevolezza di essere ciò che sogniamo.
Stupendo!!!

L'Icaro di Matisse è un po' come l'Ulisse dantesco: la personificazione del desiderio, che sta nel "puntino rosso" di ogni uomo, di uscire dai confini, di andare oltre. E questo 100, nella sua essenzialità, ci offre un "ritratto dell'artista da anziano" di gran valore. È il secondo testo che leggo nel quale un pittore fa da protagonista, ma qui le scelte lessicali mi sembra esprimano un grado più alto di poeticità e di originalità, al di là delle imprecisioni sulla tecnica pittorica.
Ripensando al quadro e alle braccia di Icaro, incurvate come fossero ali, mi è venuto in mente il bellissimo Mad Man Moon dei Genesis, nel punto in cui dice "So I pretended to have wings for my arms / and took off in the air...". Piccola annotazione personale, alla quale aggiungo i miei complimenti.
M.

Un altro cento dedicato all'opera di un pittore.
Ottima la scrittura ma non ti offendi se ti dico che quello sulla "Notte stellata" di Van Gogh mi ha coinvolto ed emozionato di più?

bello, molto bello.
mi ha colpito in pieno.
per mia fortuna non ho avuto bisogno di ricorrere a internet per comprendere il protagonista del 100.
splendida la descrizione del disegno, magnifica l'atmosfera creatasi.
davvero un gran pezzo

Come altri, anch'io, nella mia ignoranza non ho correlato subito il racconto con Matisse.
Questa è una mia pecca, concordo, credo però che lo scrittore abbia il compito di darmi informazioni per farmi capire.
Questa è forse la pecca.
La scrittura, l'ambientazione sono ben fatte. Ma se non avessi letto gli altri commenti sarei rimasta perplessa.

Io non avevo capito molto, d'altra parte l'età mi ha reso poco perspicace, e avevo visto un uomo che disegnava la sua morte. Operazione assurda, complicata, difficile. Anche per Matisse

Ciao, Aut@
Alla prima lettura il tuo racconto non l'ho proprio capito. Mi era piaciuto ma non lo capivo e mi sono resa conto che mi mancava un pezzo. Solo leggendo i commenti ho capito a cosa ti sei ispirato e il racconto è esploso in nuova luce.
Complimenti per l'uso oculato delle parole che hanno espresso così tanto in così poche righe.

Un bel cento che descrive un momento evocativo, intimo e carico di significato.
C'è una strana tensione nelle parole, nella loro scelta felice che esalta la sacralità del momento sottolineando il legame tra opera e autore, grazie all'atmosfera sospesa che hai saputo ricreare.
Forse in questa frase Era il cuore di un uomo... vedrei più corretto il condizionale, come hai usato nella riga precedente: d'altronde quel cuore non c'è ancora quindi Sarebbe stato lo trovo più corretto.
Leggendo i commenti noto che i lettori si dividono in due gruppi: chi ha capito il cento alla prima lettura e chi no. E questa non è mai una bella cosa.
Mi chiedo quindi se non sarebbe stato più corretto invece deil piano inserire subito il quadro o il dipinto, in modo che l'attenzione fosse incanalata nella direzione giusta. A me il cento si è svelato alla seconda lettura ed è stata una piacevole scoperta, ma quanti lettori invece si potrebbero indisporre?
Sono a favore del velo di mistero intorno ai racconti, meno però a quelli che richiedono specifiche competenze per essere compresi.

Ahimè mi associo trala schiera di quelli che alla prima lettura hanno capito poco.
Dopo l'illuminazione si apre un mondo nuovo, con un racconto intenso e potente.
Dovremo inserire le istruzioni per l'uso, ma fuori dalle 100 parole.

Ciao Penna. Faccio parte di quelli che, senza le spiegazioni successe, non avrei mai potuto capire. E l'ho riletto, e così ho potuto apprezzarlo. Ma il doverlo rileggere dopo aver letto come interpretarlo fa perdere un poco la magia del tutto. Comunque, complimenti, è proprio ben scritto. Grazie.

Ho voluto leggerlo assieme all'altro racconto che parla della nascita di un dipinto famoso. Entrambi molto belli. Forse questo meno immediato, ma comunque altrettanto intenso.
Sarebbe bello un contest con racconti ispirati a dipinti famosi.
Complimenti.
Grazie.

Caro Autore, non mi è piaciuto l'effetto haiku del tuo incipit. 
Tese la mano 
tremante verso il piano.
Sinceramente avrei evitato questo effetto, in un 100, dove l'incipit può davvero essere tutto.
Il titolo dell'opera e il nome dell'Autore all'interno del testo non lasciano molto spazio a manovre interpretative di sorta. Hai descritto in maniera poetica la creazione di un'opera d'arte, e sei stato bravissimo. Scrivere un 100, a parer mio, è un'altra cosa.

Dunque, sono perplesso. Sicuramente ben scritto, ma qualcosa non mi convince.
In primo luogo, non sempre riesci a separare i due personaggi, Icaro e il disegnatore. Essi sembrano confondersi come quasi ad amalgamarsi in un personaggio solo. 
Magari è un interessante effetto voluto, ma avresti dovuto realizzare meglio. Per adesso si intravede solamente.
In secondo luogo, a volte,, come già notato sembri essere troppo poetizzante.
Comunque è stato piacevole leggerlo