Pura energia

Senz'altro un'idea originale, senz'altro un testamento originale, almeno perché rivolto, così pare, a tutti noi lettori. Visto che uno degli argomenti è "i morti" e in questo mini si parla di cremazione, faccio una riflessione: mi cremano con tutta la bara, quindi, il risultato finale, non è tutta farina del mio corpo, giusto? Diventa un mistone. La cosa m'inquieta ancora di più di quelli per sempre sotto zinco. Non c'è dubbio sulla pura energia che comunque si libera.

Grazie

Prima reazione: eh la Peppa! Bella l’idea di un testamento anticipato e pubblico, non dico da Gazzetta Ufficiale ma insomma. Quanto all’energia del corpo cremato, stante i residui della bara, ci sarebbe un qualcosina in più. Comunque concordo sul fuggire dall’urna.
Scritto bene, anche se nella prima frase avrei inserito un paio di virgole

C'è una profonda tristezza in questo 100, mista a una sorta di bisbiglio di speranza e serenità.
Colpisce, anche se forse avrebbe meritato una impostazione diversa, più secca, più diretta.
Mia impressione.
Non mi sono piaciuti i 3 puntini di sospensione all'inizio, ma per il resto mi sembra un pezzo valido.
Non ha la forma del racconto: è una specie di messaggio, di pensiero libero, anche se in realtà, cripticamente, forse lascia intravedere una sorta di storia alle spalle.

Un testamento in piena regola, con tanto di indicazioni per il post mortem.
Mi sembra che comunque la volontà di essere cremato strida con il titolo. Quale "pura energia" verrà dalle tue ceneri (fra l'altro mischiate a quelle del legno della cassa) disperse nel mare?
In questa ottica, meglio una sepoltura.
E se invece invochi un'energia spirituale, anche qui sei lontano dalla meta. Pensa a Foscolo: "A egregie cose il forte animo accendono / L’urne de’ forti", non le ceneri sparse.
M.

Con la cremazione si mantiene l'energia? dubito fortemente, mi terrorizza la cremazione ma molti optano per questa scelta forse più sbrigativa senza occupazione di grandi spazi. racconto interessante per una profonda riflessione sull'energia.

I morti per mantenerli vivi bisogna ricordarli e io avrei voluto esserlo con questa frase posta sulla mia lapide: “Visse scherzando, scherzò morendo” però… non ci sarà alcuna tomba. 
Mi ha spiazzato la frase iniziale. Ho pensato che fosse il defunto a raccontare e ho storto il naso. Ma, forse, è una persona morta dentro che parla e che ci consegna le sue ultime volontà. In questo senso mi arriva un’emozione strana, un desiderio di abbracciarti autore, citando una delle frasi di Tom. Voglio credere che si tratti solo di racconto creativo. Comunque ho conosciuto più di una persona (a me vicina) che, in barba alle leggi vigenti, ha fatto spargere le proprie ceneri (una in mare e una gettate da un monte).

Faccio mio il tuo testamento perché è quello che vorrei anche io. Nel mio caso però non vorrei essere disperso in mare ma in una foresta. Voglio tornare alla natura. Non voglio risiedere per sempre nel luogo del dolore e delle lacrime (il cimitero).
Questo racconto mi colpisce moltissimo e faccio fatica a giudicarlo con obiettività. 
Per me funziona.

P.S. Non mi sembra neanche così strano che l'autore scriva una cosa del genere. Io l'ho ripeto in continuazione alla mia famiglia e agli amici. voglio che tutti rispettino il mio volere.

Io ho paura a commentare questo 100, perché non conosco gli Autori in quanto non ho gestito io il concorso e ho davvero paura di chi possa essere, perché mi sembra firmato. Se fosse firmato, questo potrebbe non essere un racconto, ma un epitaffio, e Dt il suo sepolcro.
C'è un'efficacia drammatica ineffabile dietro queste 100 parole. Io non me la sento di spendere altre parole in un commento. Credo che, quando ci si trova davanti a qualcosa di così intimo e personale, bisogna anche riuscire ad ascoltare senza per forza esprimere la propria opinione, anche contro il Regolamento di un contest. Ci ritorno. Forse.

Uhmmmmmm... Lascerei il mio commento a questo e dietro leggo tanta vita e speranza in quell'energia pura che realmente governa l'universo e di cui molti non comprendono la reale esistenza. Attraverso il cosmico divenire possiamo comunicare e questa volontà di sentirsi rinasce nell'atomo iniziale dell'universo e da esso essere pervaso è meravigliosa... Non posso aggiungere altro a un racconto che racconto non è... va ben oltre.

ciao, autore.
un 100 che è un testamento, molto forte.
ti confesso che mi è sembrato di leggere il mio e, mi sembra di capire, che anche per altri è stato così.
i cimiteri mi piacciono, specialmente quelli piccoli e in punti panoramici, ma preferisco andarci da turista.
lasciare scritte le proprie volontà è un grande atto liberatorio da vivi perché, in effetti, dopo morti poco ci importa di quello che faranno di noi.

Racconto terribile. Voglio sperare che quel ' grazie amici miei' sia solo uno scherzo, una freddura.
Io che sono abbastanza vecchio non ci penso mai alla morte, forse non penso neppure alla vita. E questo è il gran segreto: sentirsi un turista. Un passante.
Un abbraccio, amico mio.

Un cento triste, forse non troppo triste. Un cento che trasmette consapevolezza, la consapevolezza di una fine ormai prossima, inevitabile. Non ti nego, autore, che mi hai messo un po' di inquietudine con il tuo racconto, non so quale fosse il tuo scopo.
Grazie per aver condiviso questo spaccato di grande umanità.

Non ho idea dell'energia che si sprigionerà al momento fatidico. Mi accerterò al suo verificarsi e, se riuscirò, cercherò di farvelo sapere. 
Non riesco a trovare tristezza in questo brano molto intenso e intimo, semmai un po' di malinconia, ma in me prevale l'effetto di quel potenziale epitaffio che lascia intravedere una vita, tutto sommato, molto divertente.

Il punto principale è quell'energia che mai si perderà nemmeno dopo una cremazione. Mi ha sempre affascinato il mondo subatomico e penso che così sia anche per l'autore.

Dimmi che ti sei voluto/a divertire con questo cento, perché quel "grazie amici" finale mette i brividi...
D'altra parte quella frase che vorresti sulla lapide mi porta nella direzione di un divertissement da parte tua nei nostri confronti.
Complimenti, comunque, per l'originalità.

Racconto che prende la morte e la trasforma in un'idea di libertà, di energia che rigenera il mondo. Più che rispettabile come desiderio personale, divertente se l'autore si è cimentato in un ipotetico epitaffio. Piccolo appunto il tema del 100 riguardava "i morti".

Ciao autore.

Difficile commentare il tuo scritto ( non metto racconto apposta, non lo vedo così e non è qualcosa che dico in male ) lo trovo molto personale ed entrare in particolari mi risulta difficile. Se fosse storia tua o a me e vicina, autore, ogni parola sarebbe superflua. Se fosse qualcosa di inventato, farei esattamente come se dovessi trovarmici davanti; silenzio, leggo, annuisco.

Con riverenza, a rileggerci.

Da queste parole a me sembra di ascoltare l'ultimo desiderio di un lupo di mare.
Si parla di grandi onde, lidi ignoti, il racconto è pervaso da un'inesauribile voglia di avventura.
Proprio per questo motivo a me non sembra un pezzo triste, quanto piuttosto speranzoso, voglioso di potere rivivere quelle sensazione decuplicate sotto forma di pura energia.

Sono in difficoltà. Se si tratta di un messaggio reale ogni commento rimane superfluo. Se invece si tratta semplicemente di un 100 allora potrei aggiungere che la punteggiatura lascia un po' a desiderare, che non è un racconto e che mi lascia basita (non so se positivamente o negativamente).
Non so che altro dire.

Ciao Aut-

L'impressione che ho è che l'aut- e il narratore (maschio) si fondano, così come -l- lett-r- viene inclus- con i narratari (maschile sovraesteso). Di solito questo tipo di narrazione non mi piace, però sei riuscit- a tenere la cosa sufficientemente vaga per lasciarmi nel dubbio che si tratti comunque di un testo letterario.
Ho un problema di significato nel senso che il corpo è composto di materia e non di energia, in quel punto io avrei preferito leggere "la mia persona" al posto de "il mio corpo".
Un altro problema sono i tempi verbali: "avrei voluto esserlo" è condizionale passato ma poi il racconto prosegue al presente (come è giusto che sia per un testamento).
C'è una trama molto vaga, ma c'è. Il tema dei morti è sfiorato per l'incipit, ma poi il racconto va altrove, anche se comunque ci va bene.

Grazie e alla prossima.

Ciao Aut@
Idea davvero originale. E' la prima volta che leggo un testamento. Ma è un racconto?
O è una riflessione sull'esistenza?
Quasi, quasi propendo più per la seconda.
Se siamo fatti di pura energia che si libera morendo, il fatto che siamo sotto terra, cremati in un'urna o sparsi "ai quattro mari" è decisamente ininfluente, ma a parte questo il tuo testo mi è piaciuto proprio per l'originalità.

Ciao autore, dovrai scusarmi, ma il tuo 100 mi risulta distante. Non tanto perché non si tratta di un racconto, di questo mi frega poco devo essere sincero, ma perché non mi ritrovo in ciò che scrivi. A me, sinceramente, di cosa faranno del mio corpo dopo morto non interessa proprio nulla. Insomma, è solo una differenza di vedute, tutto qua. Detto questo mi capirai se non mi appassiona il tema. Scritto bene, anche se alcune scelte stilistiche mi convincono poco, soprattutto quanto anteponi l'aggettivo al nome. A rileggerci!

L'idea è originale, intrigante, da primi posti in classifica.
La realizzazione non po' meno. 
Sarà che in questa storia dell'energia in non credo più di tanto. Quando la luce si spegne e si spegne per tutti, prima o poi, tutto si spegne e buonanotte ai suonatori.
Per quelli che rimangono e le cui vite si sono intrecciate con la nostra, i ricordi speriamo belli sono quelli che rimangono.