Il nascondiglio
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Il nascondiglio
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Re: Il nascondiglio
Bella l'idea di mischiare attori affermati al sottobosco dei figuranti, delle comparse. Per esperienza personale so che questo difficilmente accade nella realtà e la mandria dei figuranti resta spesso in disparte. Come nel film.
Un abbraccio.
tommybe- Cavaliere Jedi
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Re: Il nascondiglio
Pulito nelle proposizioni con un uso limitato della punteggiatura e un target a macchina da scrivere olivetti 32. Mi piace in fondo è bello così. I paletti li abbatte il buon cazzotto di Bud e vengono piazzati sui lati della trama mentre il mediano di spinta, che non è Oriali, infila una sequenza narrativa stoppata in molte azioni che si susseguono armonizzate dai punti. Insomma ai punti la narrazione pareggia e via verso il prosegugio della trama che pare ondeggiare tra un televisore a valvoloni con manopole e nonno che cambia canale e un novello tablet da viaggio nel tempo sugli anni settanta barra ottanta.
Alcune citazioni ottantenni di films spenceriani, vedi Superfantagenio targato 1986, per creare l'alone di popolarità del nostro caro attore che era popolarissimo in ogni luogo del globo. Infilato l'Urulo a posto, perché ci doveva essere e un approccio sulla mistificazione della società moderna sui popoli indigeni che tracannano martini on ice e vedono 007 in tv, vi è un accenno di tristezza e ci sediamo sul salotto dove viene snocciolata la figura d'un Bud al di fuori del set. Un dialogo semplice e ben costruito anche se forse manca la vera partenopea essenza del gigante buono che suona pugni e sapeva pure comporre musica. Però e dico però l'autore mi ha fatto sentire nel racconto quel vocione cupo che aveva Bud e il personaggio della comparsa da due battute in fondo non sembra legare troppo nello spirito della trama anche se necessario per poter amalgamare il tutto. Diciamo che serviva un buon collante per tenere paletti e trama che forse non esplica un racconto ma uno sprazzo di cinema con aspetti scritti da chi lo ha vissuto. Mi dà l'idea del visto a margine e la struttura di questo racconto va così e si prende per ciò che sa raccontare. Un vissuto che ha visto e ora ricapitola alcuni tratti dell'oltre le quinte, del mondo del cinema che non esiste più come un tempo, e di una serie di nostalgie che seppur molto velate esistono nell'anima delle parole.
"Uno sbadiglio e s'arrivò" e credo che ci sia tutto l'autore in questo racconto in ogni aspetto come ognuno di noi. Ciak si gira e la scrittura segue proprio questi canoni.
Toc toc, Tommy ci sei? Vabbè allora femo a tirar a sorte e se l'autor se chi dico io me tocca un gelato alla panna altrimenti mi go da andar a tore le squasse e allor chiedo venia al possibile autor de sto racconto sul cucuccolo de sto monte che mi non me ricordo mai come che ghe se ciama.
Termino disquisizione dicendo bravo all'autore perché come go ditto già g'ho risentia la voce de Bud nelle recie e ciò se massa bon.
Ospite- Ospite
Re: Il nascondiglio
Avrei voluto ti soffermassi di più sull'io narrante, risulta un po' troppo in disparte
Il titolo non mi aiuta ad introdurre il racconto.
Paletti ci sono e sono abbastanza amalgamati nel racconto.
La maglietta rossastra di Bud sta bene nel paesaggio rossastro, questa frase non mi piace, non tanto per la ripetizione, che ci poteva stare, ma proprio per lì'immagine che mi rimanda
mi benderei volentieri gli occhi per mantenerne il ricordo questa invece rende moltissimo.
A rileggerci
Mac- Padawan
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A tommybe garba questo messaggio
Re: Il nascondiglio
Scrittura abbastanza corretta con qualche passaggio un pochino ingarbugliato. Dialogo con battute lunghe ma abbastanza scorrevoli.
Paletti centrati.
Lettura piacevole.
Un bel racconto.
Grazie
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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A tommybe garba questo messaggio
Re: Il nascondiglio
Alla ricerca di idee per lo step, ho visionato alcune interviste fatte a Bud Spencer e sono certa che alcune frasi che “gli hai messo in bocca” sono proprio le sue + una bella immedesimazione nel ruolo di comparsa del protagonista. Un ruolo che pare autobiografico tanto è verosimile.
Il racconto è un bello spaccato, un momento di vita speciale, l’incontro con un artista di per së molto umano, non si è mai considerato un attore, con una comparsa che dovrebbe “picchiare” nel film in lavorazione. Entrambi umani, entrambi in una terra straniera e magica.
Mi ha molto intenerito l’immagine degli aborigeni inquinati dal fumo, dalle birre e da uno stile di vita tanto distante da loro.
Insomma, la storia è semplice, non cerca effetti pirotecnici in realtà non ha nulla da raccontare se non farci “toccare con mano” la parte umana che accomuna due esseri che nella vita hanno avuto fortune diverse, per caso.
Un tratteggio realistico, un omaggio vero a un grande uomo prima che un attore di fama mondiale.
Bello ed emotivamente coinvolgente con alcune frasi che sono “piccole pennellate” piene di talento.
Piaciuto tanto.
Petunia- Moderatore
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A tommybe garba questo messaggio
Re: Il nascondiglio
Ma è l'unico pregio che ho trovato.
Lo stile non mi ha convinto. Una sorta di amarezza scanzonata che si spaccia per filosofia di vita, in un'imitazione poco riuscita di un quasi-Bukowski.
I dialoghi - parte preponderante del testo - mancano di spontaneità e spesso sono un po' troppo lunghi per risultare credibili.
Un paio di esempi.
La risposta di Spencer che inizia con "Sto scherzando, uagliò". Ho provato a leggerla ad alta voce e ci ho messo 35 secondi.
Ancora peggio con quella che inizia con "Mi trovo meglio con persone": 50 secondi.
Se, per dire, proponi in teatro delle battute del genere (a meno che non siano monologhi), secondo me ti ritrovi con buona parte degli spettatori - e l'altro attore sulla scena - con le palpebre calate.
E poi le ripetizioni. "Bud" viene nominato 18 volte; la parola "film" è usata 16 volte; nelle tre righe del "frikkettone" ci sono altrettanti "caffè". Non ci tengo a fare il ragioniere, ma nella lettura disturbano parecchio.
Ti segnalo infine un refuso: "Questo salatto mi ha svuotato"; e una E con l'apostrofo al posto di È.
Direi proprio che non mi ha entusiasmato.
M.
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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A Arunachala e tommybe garba questo messaggio
Re: Il nascondiglio
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Il nascondiglio
I dialoghi nel salotto sono tutt'altra cosa. Credo.
tommybe- Cavaliere Jedi
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A The Raven e vivonic non piace questo messaggio.
Re: Il nascondiglio
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Il nascondiglio
La storia è semplice, talmente semplice che a fine lettura mi sono chiesto quale fosse la sinossi di questo racconto e non sono riuscito a rispondermi se non con delle ovvietà. Insomma, talmente semplice che non lascia praticamente nulla.
Ho avuto la sensazione che il racconto abbia preso il sopravvento, abbia dettato lui la direzione e questo vagare a ruota libera abbia fatto perdere il focus del racconto.
Leggendo, il buono diventa troppo buono e questo, assieme alle troppe imprecisioni di scrittura (è evidente la mancanza di una rilettura) non mi ha fatto apprezzare questo tuo scritto.
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The Raven- Admin
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A tommybe garba questo messaggio
Re: Il nascondiglio
Il racconto lascia un senso di piacevolezza ed è così delicato da risultare impalpabile.
Questo è di certo il suo pregio più grande ma anche il suo più grande difetto.
Sono in difficoltà nel commentare questo testo perché mi sembra molto importante per il suo autore. Tutta la delicatezza che c'è dietro è parte dell'autore e quindi mi limito a prendere quello che di buono c'è nel testo senza essere troppo duro.
grazie.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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A tommybe garba questo messaggio
Re: Il nascondiglio
Il racconto non è riuscito a coinvolgermi molto, perchè nei dialoghi si parla di molte cose, se ne accennano altre, e in definitiva non c'è stato tempo e spazio per affezionarsi a nessun argomento.
Certo c'è e viene trasmesso il grande affetto per l'attore da parte dell'autore del racconto, ho letto molte righe piene di sensibilità e trasporto, ma tutto questo talento, a mio avviso, non è stato incanalato nel modo migliore per raggiungere il lettore.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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A tommybe garba questo messaggio
Re: Il nascondiglio
Un testo particolare, al pari di altro racconto con Bud come personaggio, che alla fine non l’ho considerato come racconto, quanto come una serie di riflessioni scaturite da un momento di tranquilla convivialità, potrebbe quasi essere un’intervista involontaria di una persona che fa la comparsa per sopravvivere, ma questo non significa non possa essere un ottimo «pensatore» se non filosofo.
Sicuramente ne esce il Bud che tanti, me compresa, hanno apprezzato maggiormente: persona più che come il personaggio che gli hanno cucito addosso, complice la sua fisicità. Il titolo è davvero azzeccato.
I dialoghi sono buoni ma paiono un po’ forzati al desiderio della Penna non solo di far emergere un Bud molto diverso dall’attore, ma anche per inserire quelle che penso siano sfaccettature di se stesso. Quasi slegati. Un po’ come se due persone parlassero tra loro, ma ognuno per proprio conto, coi suoi discorsi, poi ogni tanto si incrociano sullo stesso argomento e vanno via lisci: si son capiti.
Ritengo ci sia molto dell’autore tra le righe, quasi un «Ehi, c’è lui, l’ho tanto ammirato e vi dico com’è veramente, ma ci sono anch’io, mi vedete?»
Quindi step superato, i paletti sono ben inseriti, non saprei a quel genere associarlo, come detto prima mi pare più un’intervista capitata per caso. Comunque lo stile c’è, la scrittura sicura nel delineare personaggi con pochissime parole, con immagini che scaturiscono da un semplice verbo. Se sei chi penso, lo stile è inconfondibile, al pari della capacità di obbligare il lettore a mettersi lì accanto e ascoltarti, più che leggerti.
Ho alcune note da farti
Certo che sono io, e non posso essere stronzo? E’ già tanto ...
Questa frase mi ha interrotto. Sta parlando di una cosa e salta ad altro argomento. Forse ci stava, dopo stronzo, un breve intervento dell’io narrante, che ci mostri - lì in mezzo - l’immagine di un Bud per qualche secondo pensieroso, che salta di palo in frasca.
fuori il paesaggio è veramente una meraviglia, anche se quando mi affaccio al finestrino mi ritrovo con una manciata : metterei una virgola e il quando
Questa frase un po’ particolare, con una virgola dopo donna, diventa speciale
Lo dice dopo essersi liberato delle belle gambe della donna, malcapitate sotto a quel cervello.
Ci sono refusi: salatto/salotto - cell: in un messaggio va bene cell. Ma in una frase inserita in un racconto vedrei meglio cellulare. Qualche momento di punteggiatura ballerina, ma niente che infici una buona lettura.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Il nascondiglio
Ho l’impressione di una serie di flash di vita vissuta con l’inserimento (necessario) di Bud Spencer e dell’Australia con il suo Ayers Rock (perché è così che lo conoscevo prima di questo step).
Conosco assai poco, se non per interviste o partecipazioni tv, l’uomo Pederzoli e forse ancora meno il suo personaggio cinematografico, ma mi ero fatto l’idea di uomo comune, semplice, fondamentalmente buono e disponibile verso gli altri. Il Bud Spencer che trovo qui ha un tono distaccato, di superiorità, con atteggiamenti da “filosofo de noantri” che mi ha stupito. Ma magari, chissà, era proprio così.
Molto interessante la riflessione sulla diversità psicologica fra il lettore e lo spettatore al cinema.
Sintetizzando: nel complesso darei un buon voto alla scrittura e una sufficienza al contenuto.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Il nascondiglio
Ci avrei messo un punto interrogativo dopo "eh"più che nella terra natia. Strano eh.
Questosalattosalotto mi ha svuotato di idee,
Tutti i film che ho fatto fino ad adesso
Dopo "anche se" manca qualcosa: potevi renderla con "è veramente una meraviglia anche se, se mi affaccio al finestrino, mi ritrovo con una manciata di insetti in bocca" oppure, meglio ancora, "è veramente una meraviglia anche se, quando mi affaccio al finestrino, mi ritrovo con una manciata di insetti in bocca".è veramente una meraviglia anche se (...) mi affaccio al finestrino mi ritrovo con una manciata di insetti in bocca
manca lo spazio all'inizio dopo il trattino.-Non esageriamo, i miei film sono opere d’arte.
A meno che no sia un problema di formattazione nella pubblicazione del racconto, non capisco perché "Siamo arrivati" è scritto a capo.Dopo aver smesso di essere personaggi immaginari e ragazzi prodigio, con uno sbadiglio di sonno dicono:Siamo arrivati.
Tanti piccoli refusi soprattutto dovuti a distrazione che, con una attenta rilettura, si sarebbero potuti evitare: peccato, come sempre, in questi casi!
Ci sono alcune parole che non mi hanno entusiasmato: "frikkettone"; "orchestrazione di caffè"; cell (in un racconto, secondo me, andrebbe scritto per esteso); "scrauso", ma queste rientrano nel "sentire" personale.
Paletti
Stanza: il salotto c'è ma non è centrale, il dialogo tra Bud e l'io narrante avrebbe potuto svolgersi ovunque.
Luogo: vale lo stesso discorso del salotto, perché vanno proprio ad Uluru? Io non l'ho capito, non ho trovato nel racconto segnali che me lo spieghino (ma anche in questo caso potrebbe essere un problema mio).
Personaggio: Bud Spencer c'è e c'è moltissimo, viene da pensare che l'io narrante, corrispondente all'aut* del racconto, lo abbia conosciuto di persona e anche piuttosto bene.
Data e genere: niente da dire.
L'aut* vuole raccontarci un aneddoto della sua vita e della sua personale conoscenza con l'attore, di cui ci fa conoscere un lato poco noto e, costretto, dal contest a inserire i paletti "spaziali" lo fa senza preoccuparsi più di tanto della loro centralità.
Perché sì: perché la sensazione è che in quell'io narrante l'aut* abbia messo tutto se stesso, ha voluto raccontare qualcosa che per lui7lei è molto importante; è come se, una volta uscito il paletto del personaggio, abbia istantaneamente deciso che voleva raccontare quella storia e poco importa se, il coinvolgimento personale, l* ha portat* a dare forse troppe cose per scontate.
Perché no: perché , dal mio punto di vista, non è un vero e proprio racconto, perché i dialoghi sono spesso troppo lunghi e, a volte, anche slegati tra loro, quasi fossero piccoli monologhi.
Perché, se è vero quanto ho intuito e scritto appena sopra, quando si è troppo coinvolti in quello che si scrive il rischio è di non riuscire a farsi comprendere del tutto.
e sai cosa ti dico, allora? fregatene di quello che ho scritto io e di quello che sarà il risultato finale di questo step, c'è tanto cuore nel tuo scritto che in certi punti odora di poesia.
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: Il nascondiglio
Mi sono fatto l'idea che l'Australia e Bud Spencer siano solamente un pretesto per rivivere quei giorni, magari giorni davvero difficili con le tasche svuotate da mesi di disoccupazione, ma comunque, nonostante tutto, caratterizzati da una sorta di malinconica spensieratezza sotto l'impulso della giovinezza. Giornate spese a Cinecittà o in esterna, con la certezza di qualche lira guadagnata e un cestino per riempire lo stomaco. Sullo sfondo un futuro pieno di speranze.
Venendo al racconto si lascia leggere volentieri, anche se i dialoghi non mi hanno convinto tanto.
Primo per la loro lunghezza, davvero, sono troppo lunghi.
Poi, per lo stampo filosofico del dialogo. Non perché non ci stia, Bud aveva fatto tante di quelle esperienze che molti per eguagliarlo dovrebbero vivere almeno dieci esistenze. No, mi riferisco al tono che leggendo mi è parso troppo serioso e impostato. Io me lo sarei immaginato più caciarone, più disincantato.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Il nascondiglio
Quindi ne ha parecchi, complimenti!
In un mondo di finzione, come quello del cinema e non solo, un momento di intimità tra un attore affermato e famoso, anche all’estero, e un ragazzetto smilzo che si arrangia per arrotondare qualche soldo, è disarmante.
Tutti i film che ho fatto fino a adesso mettono in campo dei trucchi per farmi apparire come non sono. Sono stati un nascondiglio.
Si nasconde l’attore, si nasconde il nostro protagonista, ma evidentemente nello stesso posto perché si incontrano ed entrano in confidenza.
piccolo appunto: nella parte iniziale, non c’era bisogno di ripetere salotto così tante volte! Si capisce dove siamo, l’hai detto poco prima. (Siamo terrorizzati dal rispettare i paletti!!!)
Ride e mi tira il collo fino alla sua spalla,…la pennellata, tra le tante, che ho preferito!
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Il nascondiglio
Devo dire di non aver mai visto nulla di Bud al di fuori delle risse western o simili, tanto che non ho proprio idea di come fosse la persona Carlo Pedersoli al di fuori del set.
Per me, ma ti parlo di quando ero decisamente più piccolo, Bud Spencer era un'istituzione, era qualcosa che garantiva risate, non importa l'umore, e dove passavi tutto il tempo del film aspettando l'immancabile "scazzottata finale" (come era nota in famiglia) che era sempre il momento di maggior goduria.
La mia preferita rimane quella contro i banditi nel convento dei frati. Madonna santa.
Ci rido ancora adesso a rivisualizzare gente che vola dal tetto, finisce nel pozzo, ecc.
O il vecchio contadino che prova a dare il suo contributo ma viene sempre messo al tappeto dal primo sgherro di passaggio.
Per me Bud Spencer era talmente tanto quello, che quando capitava, facendo zapping, di imbattermi in un film con lui ma che non era comico, non ce la facevo a guardarlo.
L'entusiasmo iniziale ("oddio, un film di Bud che non ho mai visto!") lasciava il posto alla delusione quando "beh, adesso partiranno i cazzotti", "adesso sì, però", "magari adesso?", "epperò non vale così..." perché i cazzotti non arrivavano mai e il film era serioso e quindi niente, cambiavo canale.
Col senno di poi la trovo una mancanza di rispetto verso questo attore, ma che posso farci, ero un ragazzino affascinato dal volare di pugni a random.
Tutto questo per introdurre il commento al tuo racconto, e per dire che Bud continua, da qualche parte dentro di me, a essere solo Bud, e quindi vederne il lato umano, fuori dal set, mi lascia un pochino confuso/spiazzato.
Era davvero così? Lo hai conosciuto?
Non è da escludere.
Lo hai reso sicuramente in maniera molto delicata, quasi sacrale in certi passaggi.
Non c'è una storia vera e propria, ma questo non era il focus del tuo lavoro: hai voluto darci uno spaccato di vita quotidiana su un set remoto ed evocativo come l'Australia centrale, e in questo sei riuscito alla grande, così come a dare una forte impronta personale al tuo stile di scrittura.
Ma non forte come altre volte, questo mi è saltato all'occhio.
Va' a sapere perché.
Mi è mancato qualche sano cazzotto in tutto questo.
Si vede che il ragazzino affascinato dal volare di pugni a random è ancora là dentro di me, da qualche parte.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Il nascondiglio
A questo aggiungo che l'uomo Bud appare molto simile alla sua rappresentazione cinematografica. Carattere e interprete che coincidono? E dove è la mossa a sorpresa, quella che spiazza. Sarebbe stato carino un completo rovesciamento dei ruoli con la scoperta che egli non era il gigante buono della vulgata tradizionale, ma un gigante stronzo o comunque con dei chiaroscuri, Quelli che nei loro film, dalla trama un po' infantile, mancano del tutto.
Insomma una scrittura buona al servizio di una storia che, almeno a me, ha preso solo parzialmente.
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Re: Il nascondiglio
racconto breve, senza una trama reale, a mio avviso. diviene anche questo, come altri, una specie di aneddoto, un episodio raccontato e nulla più.
non colgo l'emozione, non mi arriva.
ci sono alcune belle descrizioni ma non bastano a elevare il livello.
non mancano i refusi, purtroppo.
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Kahlil Gibran
Arunachala- Admin
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Re: Il nascondiglio
Sono un amante di Bud, soprattutto nei western, ma qui non mi sembra di ritrovare né il personaggio né l’uomo, che però conosco poco.
La ricerca di umanità, di un rapporto sincero, permea il racconto, e questo è sicuramente il suo lato positivo, ma andrebbe indirizzato, finalizzato ad una conclusione che qui sembra mancare.
FedericoChiesa- Padawan
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Re: Il nascondiglio
Il racconto inizia con il narratore antipatico, pronto a giudicare ogni cosa e ogni persona che gli capiti sott'occhio, in particolare la donna che viene analizzata sia sotto il profilo mentale che sotto quello fisico. Poi però prosegue come un dialogo di Platone: i due personaggi si scambiano battute che avrebbero poco senso in un dialogo reale, ma che servono però a tirare fuori la filosofia e quindi la morale della storia. Infine c'è un quadro più che una scena, un quadro dinamico che non si amalgama né con la prima né con la seconda parte.
Prese separatamente, le tre parti sono però coerenti al proprio interno. In particolare ho gradito la terza, che mi ha letteralmente fatto sognare, e la prima, che mi aveva fatto sperare in un proseguimento diverso ma va bene anche così.
Dal punto di vista lessicale non ho nulla da segnalare se non la ripetizione del titolo all'inizio del racconto, probabilmente perché il titolo era ripetuto anche nel file spedito.
I paletti ci sono ma il salotto sembra più una hall trafficata; comunque semanticamente ci sta quindi va bene.
Grazie e alla prossima.
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Re: Il nascondiglio
Il racconto invece è di quelli che arrivi fino in fondo, anche se una trama vera e propria non c'è. Vive di impressioni, di dialoghi dove le persone sono immediatamente molto sincere e non dicono mai cose banali (o se le dicono, riflettono immediatamente sulla banalità di quello che hanno detto, prendendosi in giro da soli).
I film come nascondiglio, i film brutti rivalutati dalla bellezza di chi li guarda. La prima parte vive di riflessioni su cinema.
Un magnifico nuotatore che non va mai a fondo. C'è un ritratto molto intimo, originale, di Bud. Non so se da conoscenze dirette. Credo sia più un'invenzione, un'idea che l'autore si è fatto di come poteva essere Bud sul set, quell'entrare e uscire dal personaggio, quell'essere se stesso e l'interprete dei suoi film allo stesso tempo. Quello che sicuramente è basato su esperienze dirette è proprio la vita del figurante, della comparsa, di chi vive il cinema nel suo momento produttivo, di chi vive il film prima che diventi un film come lo conosciamo tutti.
Ci sono tante piccole cose che brillano in questa narrazione, come luci su un set. C'è un ritmo lento, una voce che sembra camminare sul bordo dell'emozioni, come un nuotatore che non va mai a fondo, che osserva ma non giudica, che sente ma lascia al lettore il compito di emozionarsi.
Se devo trovargli un difetto è nel paletto del salotto e purtroppo la stanza è la stanza, non mi stancherò mai di ripeterlo. Dovrebbe venire prima di tutto. Qui ci sono "soltanto" (le virgolette non sono un caso) Bud, l'Australia, tante cose preziose che ne fanno un racconto che vale sicuramente la pena leggere, un film per cui non abbandoneresti mai la sala. Il salotto è un po' una comparsa, se vogliamo.
In ogni caso un piccolo gioiello su un grande uomo e una grande passione, quella del cinema.
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Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Il nascondiglio
Secondo me la frase qui sopra è un po' contorta. Provo a suggerirla così: (la "giovane donna" la introduci appena prima): "Ha un pelouche in mano al quale manca un occhio. Ringrazia Bud in continuazione per lo sbaffo di penna sul foglio e a me sembra un po' ritardata in questo suo modesto rituale."
Poi la frase successiva, "Questo mi fa pensare a quanto sia popolare in questo posto, più che nella terra natia.", giuro che non l'ho capita.
"- Questo salatto mi ha svuotato di idee,"
Refuso, già segnalato.
"Tutti i film che ho fatto fino a adesso"
C'andava la "d". Già segnalato.
Penso che questo testo si possa riscrivere mantenendo invariata la sua forza che sta tutta nel personaggio di Bud. Difficile discostarsi da un attore che abbiamo visto sempre atteggiarsi in un certo modo, per cui la nostra mente non fa altro che associare l'uomo che c'è dietro al personaggio che ha sempre interpretato. Qui l'Autore è stato abile a fornircene una descrizione ai margini, ovvero in un contesto di contorno rispetto alla recita di una parte. Non soltanto sul set australiano, ma oltre, per esempio con l'aneddoto dei biscotti o il passato da sportivo.
Se dovessi ridurre ai minimi termini, questo testo ha un gran potenziale inespresso. O magari espresso male. Cosa volevi dirci esattamente sul personaggio di Bud Spencer? Qual è il suo vero nascondiglio?
Grazie
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"Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
Italo Svevo - La coscienza di Zeno
Dui di'd vin a dan di causs aij medich.
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