Scorciatoie
+23
Asbottino
paluca66
CharAznable
SuperGric
Susanna
Hellionor
Fante Scelto
gipoviani
FedericoChiesa
Arunachala
M. Mark o'Knee
vivonic
Danilo Nucci
caipiroska
giuseppe.bignozzi
Byron.RN
Antonio Borghesi
tommybe
Mac
Resdei
ImaGiraffe
Petunia
Different Staff
27 partecipanti
Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 8 - Il Salotto
Pagina 1 di 2
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Scorciatoie
Un’altra saldatura. Quasi c’era. Ancora poco.
Un rumore improvviso gli fa alzare la testa dall’intreccio di cavi, condensatori e circuiti in cui è immerso. Un tuono? Non è possibile con questo caldo. Una moto forse, una di quelle grandi che fanno tanto rumore. Come quella di papà, la Fabbricavedove. “Vado a fare un giro con la mia Fabbricavedove,” ha detto questa mattina mentre usciva. Forse è lui che sta tornando. Deve fare in fretta. Vuole fargli una sorpresa. Finalmente gli dirà bravo, chissà, o gli darà anche un bacino, o una carezza. Chissà, magari…
Riabbassa gli occhi sul saldatore che tiene nella destra, un po’ grande per le sue dita, e sul filo di stagno nella sinistra. È concentratissimo. Il braccio gli fa male poco sopra il gomito, dove un livido viola e giallo spunta appena sotto la maglietta della Juve, quella che gli ha regalato papà per la promozione in quinta. Per fortuna è un dolore che non gli impedisce di lavorare con precisione.
Una folata d’aria, così calda da sembrare un fon, entra dalla finestra e muove il fumo della saldatura. Giacomo non sposta gli occhi dal chip. Una goccia di sudore gli scorre lungo il naso e cade sfrigolando sul circuito su cui sta lavorando.
La televisione, accesa come sempre, occupa metà della parete e riempie di voci e musiche il salottino del bilocale. Nessuno la guarda o l’ascolta mai, però non va spenta. La mamma quando è a casa è troppo stanca e ha da fare. Papà guarda solo il calcio. Giacomo la tiene accesa anche quando è da solo, come ora. Forse non ha mai sentito quella casa in silenzio, neanche di notte quando il rumore del traffico e dei vicini sostituisce quello della tele. Probabilmente è un silenzio che fa paura, pensa, e forse è per questo che papà la vuole sempre accesa. Ed è per questo che va in giro con una moto tanto rumorosa.
La saldatura è conclusa. L’odore di stagno fuso riempie l’aria bollente. Papà sarà orgogliosissimo del suo figlio undicenne, pensa. Controlla gli ultimi dettagli: il circuito è stato modificato a dovere, l’energia della pila convogliata nel condensatore. Il chip della sua vecchia Play, sacrificata per la causa, e la scheda dell’Ipod trovato in un cassetto sono collegati. Solleva la testa e guarda soddisfatto il suo lavoro. Cioè, non è proprio bello da vedere: un intrico di fili che sembra un gomitolo ingarbugliato. Decide lì per lì di chiamare l’invenzione “lo scorciatoiatore”, perché crea scorciatoie nello spazio-tempo. Fa un sorriso. È un nome che fa schifo, però è divertente. Già si immagina i complimenti e i bacini.
“A scuola non sei andato bene,” gli aveva detto suo papà alla fine dell’anno scolastico qualche settimana prima. “Per punizione starai a casa per tutto giugno e luglio, così imparerai la lezione, e capirai che devi studiare di più”. Che poi non è che andasse male a scuola, pensa, semplicemente in classe si distraeva perché le maestre spiegavano cose veramente poco interessanti. Ma va bene, così ha potuto finire la sua invenzione. E comunque il papà gli ha regalato la maglietta dalla Juve, anche se il calcio non gli interessa. La toglierebbe ora perché tiene troppo caldo, ma ha paura che lui poi si arrabbi.
La tele sintonizzata su Rete4 trasmette un vecchio film anni settanta. Bud Spencer sta liberando degli animali imprigionati e prende a pugni i bracconieri cattivi. “A me piace Bud Spencer, più dei supereroi Marvel,” aveva detto a un suo compagno di classe mentre parlavano di supereroi. “Le botte sono le stesse ma Bud sembra che meni con minor convinzione, come se fosse costretto, per dare una punizione e non per far male, mentre agli Avengers piace picchiare.” Il compagno lo aveva guardato deluso e non gli aveva più rivolto la parola per settimane. Lui c’era rimasto male ma non aveva cambiato idea.
Scuote la testa quando si rende conto che sta perdendo tempo a guardare il film. Deve sperimentare la sua invenzione, e in fretta.
Prende il telecomando del televisore nuovo, un modello fighissimo costato a suo papà tre mesi di Reddito, come continuava a dire, e imposta la funzione doppio video. Lo schermo si divide: sulla destra Bud Spencer continua a tirar cazzotti, mentre sulla sinistra si sintonizza su un documentario sull’Australia con un’enorme montagna rossastra in mezzo a una pianura brulla. La ripresa parte dal livello suolo per arrivare a mostrare tutta la formazione da un’altezza di qualche centinaio di metri; forse è fatta con un drone.
Gli occhi di Giacomo si spalancano. Questo è il momento! Prende con delicatezza quell’intricato ammasso di fili e circuiti che è lo scorciatoiatore e lo appoggia davanti alla televisione. Schiaccia un paio di pulsanti nascosti tra le resistenze, e gira una minuscola rotellina con gli occhi fissi sullo schermo diviso a metà. Per un attimo non succede nulla. Poi la tele fa uno sfarfallio e, di colpo, Bud Spencer sparisce dallo schermo destro. I gangster si guardano intorno spaesati e Terence Hill si blocca stupito a metà di un calcio in volo, così che due energumeni riescono per la prima volta a stenderlo. Poi tutti, buoni e cattivi, si fermano e muovono la testa attoniti di fronte alla scomparsa di Bud Spencer, non sapendo cosa fare. Nell’altro schermo intanto il drone si avvicina alla cima della montagna e inquadra un omone barbuto che si aggira con un’espressione stralunata.
Giacomo esulta saltando con le braccia in alto come i giocatori della nazionale quando hanno vinto l’Europeo. Ce l’ha fatta! Ha spostato un personaggio da una dimensione a un'altra attraverso una scorciatoia dello spazio tempo! La sua invenzione funziona! Non vede l’ora di mostrarla ai genitori.
In quel momento la porta di casa si apre. Il babbo entra. Appoggia il casco sul mobiletto insieme a chiavi e portafoglio.
- Ciao papà! - gli urla Giacomo avvicinandosi.
Il padre risponde con un verso che poteva anche essere un saluto. Si toglie la tuta da moto e riempie la stanza del suo odore paterno fatto di sudore e tabacco, misto forse a birra e a un nuovo sentore dolciastro, simile a uno dei profumi di sua mamma anche se un po’ diverso. L’uomo toglie gli stivali, apre il frigo e prende una lattina di birra. - Fa troppo caldo, – borbotta, mentre si sciacqua la faccia e le braccia nel lavello del cucinino.
- Papà, devo farti vedere una cosa! – riprende Giacomo. – È un’invenzione fantastica. Fa scorciatoie, come mi dici spesso tu!
Il padre si butta sul divano, prende il telecomando, beve metà lattina e sintonizza il televisore sulla partita di calcio. Bud Spencer che vaga spaesato su Uluru, e Terence Hill con i bracconieri perplessi sullo Zambesi scompaiono dagli schermi, sostituiti da un campo da calcio.
Giacomo avvicina il suo ammasso di fili e schede elettroniche.
- Guarda papà, - gli dice alzando lo scorciatoiatore e cercando di intercettare il suo sguardo. – Guarda cosa ho fatto. Tu mi consigli spesso di trovare la via più semplice. Che bisogna far le cose seguendo la strada più breve, con la minor fatica e il massimo risultato. Che è inutile sbattersi e lavorare quando ci sono soluzioni veloci. Così ho fatto! Ho trovato una scorciatoia dimensionale! Posso collegare due punti del multiverso spaziotemporale lungo una strada cortissima! Guarda!
Giacomo alza la sua invenzione e la mette tra la televisione e gli occhi del padre.
L’uomo sposta la testa e alza la voce: - Giacomo! Fammi guardare la partita, cazzo. Sono tornato a casa apposta!
Il ragazzino non demorde, ancora in preda all’entusiasmo: - Posso dividere lo schermo, così ti faccio vedere?
- Dividi, – risponde il padre con un sospiro. Si toglie le calze, e gli odori si accumulano in quel salottino rovente.
Giacomo riprende il telecomando del televisore e preme lo split screen. Da una parte i giocatori continuano a correre sul campo da calcio, mentre sulla sinistra c’è un documentario sulla Lituania. Il ragazzo prende lo scorciatoiatore e incomincia ad armeggiare tra rotelle e tastini nell’intrico di cavetti.
- Vedi papà, - spiega. – L’Italia e il video sulla Lituania sembrano lontani, ma in realtà ci sono un sacco di scorciatoie nelle pieghe del multiverso che li uniscono. La mia invenzione le trova e le sfrutta, con la minima fatica, come mi dici tu!
Con teatralità, Giacomo alza l’invenzione e preme un pulsante nascosto tra i circuiti.
Lo schermo fa uno sfarfallio. Nella parte sinistra della tele c’è una collina coperta da croci e statue di ogni dimensione. D’improvviso, tra quella selva di simboli cristiani, compare un uomo vestito di giallo flou, in pantaloncini corti e con un fischietto in mano; inizialmente si guarda intorno spaesato, poi incomincia a urlare. Giacomo ridacchia. – Starà pensando di essere finito in paradiso, - dice.
Dall’altra parte dello schermo le due squadre continuano a giocare finché un giocatore cade a terra. Si rotola tenendosi uno stinco e la palla finisce fuori. Gli altri incominciano a protestare, poi si bloccano. Anche quello a terra smette di tenersi la gamba e si rialza. Tutti si guardano intorno, mentre i commentatori si chiedono dove sia finito il direttore di gioco.
- Cazzo succede? – Chiede il papà di Giacomo sedendosi dritto sul divano.
- Sono stato io! – risponde il ragazzino con grande orgoglio.
- Non dire cazzate. Che fine ha fatto l’arbitro?
- L’ho spostato io con lo scorciatoiatore! Guarda, è qui. – Battendo il dito sulla parte sinistra dello schermo indica l’uomo in giallo che corre disperato tra i sentieri sovrastato da crocifissi.
- Rimetti tutto a posto, - ringhia il padre con una voce bassa e minacciosa, mostrando i denti. Si alza e prende Giacomo per un braccio, chiudendo le dita intorno al livido. Il ragazzino urla per il dolore. Perché lo deve afferrare sempre in quel punto? E perché deve sempre stringere così forte? Il ragazzo incomincia a piangere. – Ma non sei orgoglioso della mia invenzione? – chiede supplichevole.
L’uomo dice tra i denti: - Rimetti tutto a posto, ho detto! Voglio vedere la partita.
Il ragazzo con lo sguardo annebbiato dalle lacrime riprende il suo attrezzo elettronico e armeggia tra i bottoni. Di colpo, dopo un altro sfarfallio dello schermo, l’arbitro scompare da Kryžių Kalnas e ricompare in mezzo al campo; subito si accascia a terra e un’equipe medica entra a soccorrerlo.
Il padre fissa attonito lo schermo, poi si gira verso Giacomo. Il ragazzino, nonostante tutto, lo guarda speranzoso, accenna un sorriso e allarga le braccia. Forse è la volta buona. Chissà, magari…
Lui però non ricambia lo sguardo. Gli strappa dalle mani l’invenzione e la scaglia contro un muro.
- Vai di là e lasciami guardare la televisione in pace, e butta via quel coso. – La voce suona per Giacomo carica di una nota che non è neanche più disprezzo o odio, ma che sembra qualcosa vicino a un’amara indifferenza.
Il ragazzo raccoglie lo scorciatoiatore e si chiude nella camera dei genitori. Vorrebbe tanto abbracciare la mamma in quel momento, ma oggi lei fa turno doppio e arriverà tardi.
Le lacrime gli si seccano negli occhi lasciando una traccia di rabbia profonda. Si rende conto, con un senso di colpa che gli prendo lo stomaco, di desiderare che suo padre non fosse lì ora. Vorrebbe che andasse via portando con sé i suoi odori e le sue partite. Magari avrebbe bisogno di una punizione anche lui, pensa. Le punizioni servono per apprendere, gli dice spesso, per migliorare, per imparare la lezione. Magari così capirebbe di dover dare un bacino al figlio, un abbraccio, dirgli bravo qualche volta.
Forse una via semplice e poco faticosa c’è…
Raccoglie lo scorciatoiatore. Per fortuna non si è danneggiato troppo; deve però fare qualche modifica. Recupera una batteria dallo spazzolino elettrico, la collega con del nastro isolante a uno dei cavetti e mette in parallelo un trasformatore. Modifica un circuito e aggiunge un pulsante. Ecco così dovrebbe funzionare.
Entra piano nel salotto. Mentre i giocatori hanno ricominciato a correre dietro al pallone suo padre si è addormentato. Giacomo cerca di capire per un attimo se l’arbitro sia lo stesso che ha spedito in Lituania o se sia stato sostituito, poi alza le spalle e cambia canale per tornare al programma su Uluru. Dal divano, l’uomo fa un verso e apre gli occhi. Sullo schermo, il drone continua a inquadrare la montagna rossa dove Bud Spencer vaga in cerca di un sentiero o di un punto di riferimento.
Giacomo punta lo scorciatoiatore verso il padre, gira una rotella e preme il nuovo pulsante, quello che ora permette di spostare oggetti anche dalla realtà, non solo dal video.
Uno schicco nell’aria calda della stanza e uno sfarfallio nel televisore.
Suo papà non è più sul divano. Su Uluru, Bud Spencer non è più solo. Giacomo sorride.
Bud gli piace perché punisce i cattivi senza essere spietato, non come i supereroi Marvel. Suo papà imparerà la lezione. Così poi capirà che non deve stringergli troppo il braccio e far piangere mamma. Quando andrà a riprenderlo, dopo la punizione, avrà capito che deve dargli tanti bacini e tanti abbracci.
Giacomo guarda un’ultima volta suo papà e Bud, poi spegne la televisione e si toglie la maglietta dalla Juve. Tutto è così tranquillo ora. Rimane in ascolto un attimo. Con sollievo si accorge che dopo tutto il silenzio non fa poi così paura.
Different Staff- Admin
- Messaggi : 634
Punti : 1839
Infamia o lode : 5
Data di iscrizione : 26.02.21
Re: Scorciatoie
Bella storia! Magari possedere uno scorciatore spazio temporale. Avrei anch’io qualcuno da spedire, me lo presti?
Ottima l’idea. Tutto appare molto naturale e la presenza dei vincoli imposti dal contest non si nota neppure tanto il tutto risulta credibile e ben architettato.
Alcune cose mi hanno convinta un po’ meno, ma sono piccolezze. Ad esempio l frase di dialogo tra Giacomo e il compagno di scuola: “Le botte sono le stesse ma Bud sembra che meni con minor convinzione, come se fosse costretto, per dare una punizione e non per far male, mentre agli Avengers piace picchiare.”
Mi pare troppo costruita.
Oppure alcune zoomate esterne in cui interviene il narratore distaccandosi dal focus interno di Giacomo.
Nell’insieme la storia regge e ci catapulta in una realtà scomoda, una situazione familiare pesante e, purtroppo, molto verosimile, ma offre anche una via di fuga ingegnosa che nella sua incredibilità appare invece molto credibile. Mi è proprio piaciuta la storia in sé oltre alla indubbia capacità di far entrare il lettore nel contesto con tutti i cinque sensi. Complimenti, ottimo lavoro.
Ottima l’idea. Tutto appare molto naturale e la presenza dei vincoli imposti dal contest non si nota neppure tanto il tutto risulta credibile e ben architettato.
Alcune cose mi hanno convinta un po’ meno, ma sono piccolezze. Ad esempio l frase di dialogo tra Giacomo e il compagno di scuola: “Le botte sono le stesse ma Bud sembra che meni con minor convinzione, come se fosse costretto, per dare una punizione e non per far male, mentre agli Avengers piace picchiare.”
Mi pare troppo costruita.
Oppure alcune zoomate esterne in cui interviene il narratore distaccandosi dal focus interno di Giacomo.
Nell’insieme la storia regge e ci catapulta in una realtà scomoda, una situazione familiare pesante e, purtroppo, molto verosimile, ma offre anche una via di fuga ingegnosa che nella sua incredibilità appare invece molto credibile. Mi è proprio piaciuta la storia in sé oltre alla indubbia capacità di far entrare il lettore nel contesto con tutti i cinque sensi. Complimenti, ottimo lavoro.
Petunia- Moderatore
- Messaggi : 2085
Punti : 2292
Infamia o lode : 33
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 60
Località : Prato
Re: Scorciatoie
Mi spiace ma il racconto non mi è piaciuto per niente.
L'idea delle scorciatoie è stuzzicante ma, per me, è stata trattata in modo didascalico che non mi lascia coinvolto.
La vita di Giacomo dev'essere un vero inferno e la sua fantasia in qualche modo lo sta salvando dalla realtà. Ecco se la sua invenzione folle fosse rimasta nella testa del ragazzo tutto sarebbe stato più emotivo. Così il messaggio, per me, viene svilito e passa in secondo piano.
Avevi molte scorciatoie ma ti sei complicato la vita. Hai inserito tutti i paletti e per me questo non ha funzionato. La penso all'opposto di Pet. I paletti inseriti tutti quanti li trovo forzati e non amalgamati al meglio.
L'idea delle scorciatoie è stuzzicante ma, per me, è stata trattata in modo didascalico che non mi lascia coinvolto.
La vita di Giacomo dev'essere un vero inferno e la sua fantasia in qualche modo lo sta salvando dalla realtà. Ecco se la sua invenzione folle fosse rimasta nella testa del ragazzo tutto sarebbe stato più emotivo. Così il messaggio, per me, viene svilito e passa in secondo piano.
Avevi molte scorciatoie ma ti sei complicato la vita. Hai inserito tutti i paletti e per me questo non ha funzionato. La penso all'opposto di Pet. I paletti inseriti tutti quanti li trovo forzati e non amalgamati al meglio.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 742
Punti : 808
Infamia o lode : 2
Data di iscrizione : 04.02.21
Età : 37
Re: Scorciatoie
piaciuto!
ben architettato e trovo che l'idea sia davvero originale.
non era semplice inserire tutti i paletti, ma mi sembra che tu l'abbia fatto in modo naturale e per niente forzato.
la voce narrante mi piace molto.
Giacomo esce vincente da una situazione familiare difficile, eppure il suo idolo è Bud Spencer, "cattivo" solo per necessità.
stile maturo ed efficace. con una buona dose di empatia trascini il lettore fino alla fine del racconto, da cui si esce soddisfatti in tutto.
complimenti!
ben architettato e trovo che l'idea sia davvero originale.
non era semplice inserire tutti i paletti, ma mi sembra che tu l'abbia fatto in modo naturale e per niente forzato.
la voce narrante mi piace molto.
Giacomo esce vincente da una situazione familiare difficile, eppure il suo idolo è Bud Spencer, "cattivo" solo per necessità.
stile maturo ed efficace. con una buona dose di empatia trascini il lettore fino alla fine del racconto, da cui si esce soddisfatti in tutto.
complimenti!
Resdei- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 887
Punti : 952
Infamia o lode : 4
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 60
Località : Roma
Re: Scorciatoie
Una situazione difficile, un'invenzione che molti vorrebbero possedere.
Originale senza dubbio, un po' meno il resto della storia anche se riflette una realtà anche troppo attuale.
Ci sono alcuni punti in cui racconti cose come fossero al di fuori del protagonista, te ne distacchi facendogli perdere forza.
Concentrato sullo scorciatoiatore (complimenti per la fantasia, mi sa che lo userò con mio figlio), non ti sei soffermato molto su Giacomo e sulla sua mamma, la cui presenza è molto marginale, ma importante per il bambino.
Avrei spinto un po' di più sui sentimenti, visto che avevi lo spazio.
I paletti ci sono tutti, anche in più, alcuni più presenti altri solo accennati.
Nel complesso l'ho trovato un buon racconto.
Grazie e a rileggerci
Originale senza dubbio, un po' meno il resto della storia anche se riflette una realtà anche troppo attuale.
Ci sono alcuni punti in cui racconti cose come fossero al di fuori del protagonista, te ne distacchi facendogli perdere forza.
Concentrato sullo scorciatoiatore (complimenti per la fantasia, mi sa che lo userò con mio figlio), non ti sei soffermato molto su Giacomo e sulla sua mamma, la cui presenza è molto marginale, ma importante per il bambino.
Avrei spinto un po' di più sui sentimenti, visto che avevi lo spazio.
I paletti ci sono tutti, anche in più, alcuni più presenti altri solo accennati.
Nel complesso l'ho trovato un buon racconto.
Grazie e a rileggerci
Mac- Padawan
- Messaggi : 369
Punti : 408
Infamia o lode : 1
Data di iscrizione : 09.11.21
Località : Verona
Re: Scorciatoie
Anche a me è piaciuto, con tutte le sue invenzioni la realtà famigliare non scompare, ma l'idea è buona.
In questo step c'è la facoltà di scegliere il genere.
In molti si sono tuffati sull' hard liberando tensioni assopite.
Tu, autore, hai scelto la bontà di un racconto contro la violenza, se non ho capito male.
E questo ti fa onore. Caro mio.
In questo step c'è la facoltà di scegliere il genere.
In molti si sono tuffati sull' hard liberando tensioni assopite.
Tu, autore, hai scelto la bontà di un racconto contro la violenza, se non ho capito male.
E questo ti fa onore. Caro mio.
tommybe- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 982
Punti : 1046
Infamia o lode : 4
Data di iscrizione : 18.11.21
Età : 71
Località : Roma
Re: Scorciatoie
Dal momento che adoro la fantascienza devo dire che mi sei piaciuto moltissimo tranne per quel nome che è impossibile da leggere e da pronunciare: scorciatoiatore. Peccato che il ragazzino non conoscesse l'inglese altrimenti un bel: shortcut-spacetime avrebbe fatto la sua pig picture. Ottimo lavoro con lettura facile che mi ha fatto apprezzare ancor di più la trama. Bravo. PS ti interesserebbe un molecolatore-demolecatore in cambio del tuo scorcia roba? Parliamone.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 573
Punti : 625
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 08.01.21
Età : 83
Località : Firenze
Re: Scorciatoie
Un buon racconto che però non mi ha conquistato sino in fondo.
Ed è strano, poiché il tema mi prende molto, visto che odio chi maltratta i minori, le uniche persone che si possano definire innocenti a questo mondo.
Va be, poi i minori crescono, diventano uomini e donne, acquisiscono le peggiori qualità e fanculo l'innocenza, ma questo è un altro discorso.
Giacomo fa tenerezza(e non potrebbe essere altrimenti) eppure non so perché non sono arrivato a odiare suo padre, mi sono fermato al disprezzo.
Ho provato a darmi una risposta a fine lettura: non sono sicuro, ma probabilmente si tratta del genere. L'aspetto fantascientifico penso mi abbia allontanato un pò dal racconto, il fatto che ci fossero elementi tali da depotenziare la realtà(lo scorciatoiatore) è come se abbia allentato la mia presa sul racconto, sulla sua tematica più profonda, facendomi continuamente pensare durante la lettura che non era una storia vera, reale, ma solo un'invenzione, dove non c'era davvero un bambino maltrattato e bisognoso di affetto paterno.
Chiudo facendo riferimento alla tua invenzione, lo scorciatoiatore, un termine particolare che comunque ben si adatta al linguaggio di un bambino; mi ha ricordato una parola che avevo inventato per un mio racconto e che non era piaciuta ai più, sto parlando del trasmutanimatore.
Col senno di poi posso dire che quelli che non avevano gradito quella parola avevano ragione.
Ed è strano, poiché il tema mi prende molto, visto che odio chi maltratta i minori, le uniche persone che si possano definire innocenti a questo mondo.
Va be, poi i minori crescono, diventano uomini e donne, acquisiscono le peggiori qualità e fanculo l'innocenza, ma questo è un altro discorso.
Giacomo fa tenerezza(e non potrebbe essere altrimenti) eppure non so perché non sono arrivato a odiare suo padre, mi sono fermato al disprezzo.
Ho provato a darmi una risposta a fine lettura: non sono sicuro, ma probabilmente si tratta del genere. L'aspetto fantascientifico penso mi abbia allontanato un pò dal racconto, il fatto che ci fossero elementi tali da depotenziare la realtà(lo scorciatoiatore) è come se abbia allentato la mia presa sul racconto, sulla sua tematica più profonda, facendomi continuamente pensare durante la lettura che non era una storia vera, reale, ma solo un'invenzione, dove non c'era davvero un bambino maltrattato e bisognoso di affetto paterno.
Chiudo facendo riferimento alla tua invenzione, lo scorciatoiatore, un termine particolare che comunque ben si adatta al linguaggio di un bambino; mi ha ricordato una parola che avevo inventato per un mio racconto e che non era piaciuta ai più, sto parlando del trasmutanimatore.
Col senno di poi posso dire che quelli che non avevano gradito quella parola avevano ragione.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 873
Punti : 947
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 49
Località : Rimini
Re: Scorciatoie
Per una volta, le fantasie in cui cerca rifugio un ragazzino schiacciato da una realtà famigliare insostenibile, diventano realtà, almeno in questo racconto, almeno per il protagonista, e non è poco, nemmeno se fosse solo un'illusione. Oltre che salvifica, la storia si cala con naturalezza nei paletti e non è poco nemmeno questo.
giuseppe.bignozzi- Younglings
- Messaggi : 61
Punti : 68
Infamia o lode : 1
Data di iscrizione : 09.02.22
Età : 78
Località : MERANO
Re: Scorciatoie
Un bel racconto, complimenti!
Mi piace quando dietro la faccia angelica di un bambino spunta il demone che ha dentro, trasformandolo in un essere spietato: il tutto senza scalfire la sua innocenza.
Il piccolo Giacomo investe tempo e fatica per costruire il suo oggetto magico, ma forse nemmeno lui sa perchè: non tanto per ricevere il tanto agognato bacio o l'improbabile abbraccio del padre, o i complimenti o quel briciolo d'attenzione che elemosina da una vita. No, lui non lo sa ma l'ha costruito per quel tema tanto caro a Tarantino: per la vendetta.
Infatti il racconto si chiude con la ritrovata serenità del bambino.
I racconti dove gli oppressi si ribellano agli oppressori di solito lasciano molta soddisfazione in chi legge: in questo testo si va oltre, mostrando a quali livelli sia arrivato il danno affettivo provocato al bambino. Un danno incalcolabile che lo ha fatto diventare un mostro, ancora più crudele del padre: non mi servi più, quindi ti faccio sparire.
Mi è piaciuto leggere come hai descritto l'inconsapevole follia del bambino che avanza e occupa ogni cosa, ma sono un amante del genere, e quando leggo qualcosa d'inquietante trovo sempre molta soddisfazione...
Il racconto strizza l'occhio al Word processor degli dei di King: apprezzai l'idea allora e l'apprezzo adesso.
Mi piace quando dietro la faccia angelica di un bambino spunta il demone che ha dentro, trasformandolo in un essere spietato: il tutto senza scalfire la sua innocenza.
Il piccolo Giacomo investe tempo e fatica per costruire il suo oggetto magico, ma forse nemmeno lui sa perchè: non tanto per ricevere il tanto agognato bacio o l'improbabile abbraccio del padre, o i complimenti o quel briciolo d'attenzione che elemosina da una vita. No, lui non lo sa ma l'ha costruito per quel tema tanto caro a Tarantino: per la vendetta.
Infatti il racconto si chiude con la ritrovata serenità del bambino.
I racconti dove gli oppressi si ribellano agli oppressori di solito lasciano molta soddisfazione in chi legge: in questo testo si va oltre, mostrando a quali livelli sia arrivato il danno affettivo provocato al bambino. Un danno incalcolabile che lo ha fatto diventare un mostro, ancora più crudele del padre: non mi servi più, quindi ti faccio sparire.
Mi è piaciuto leggere come hai descritto l'inconsapevole follia del bambino che avanza e occupa ogni cosa, ma sono un amante del genere, e quando leggo qualcosa d'inquietante trovo sempre molta soddisfazione...
Il racconto strizza l'occhio al Word processor degli dei di King: apprezzai l'idea allora e l'apprezzo adesso.
caipiroska- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 759
Punti : 808
Infamia o lode : 7
Data di iscrizione : 07.01.21
Re: Scorciatoie
Grazie all’invenzione fantastica sei riuscito/a inserire correttamente i vincoli richiesti dalla prova, addirittura raddoppiando su arbitro/Bud Spencer e collina delle croci/Uluru.
Il racconto è scritto molto bene e affronta temi familiari spinosi, senza insistenza o dovizia di particolari truci, ma in modo molto incisivo.
Il lavoro con il saldatore mi ha fatto fare un salto indietro nel tempo, all’età del tuo protagonista, quando con un amico ci eravamo messi in testa di costruirci una radio, utilizzando le istruzioni di una rivista specializzata, dopo aver comprato tutto il materiale necessario: transistor, resistenze, condensatori, potenziometri (così mi pare che si chiamassero), con risultati assai più modesti di Giacomo. Nel leggere il tuo brano ho perfino risentito l’odore dello stagno fuso.
Anche per questo, ma non solo, ho letto con piacere il tuo racconto.
Qualche piccola nota:
“… costato a suo papà tre mesi di Reddito” perché maiuscolo?
“un senso di colpa che gli prendo lo stomaco”
“scorciatoiatore” non è bellissimo
L’insistenza sulle aspettative della reazione positiva del padre al regalo fanno prevedere con troppo anticipo che la reazione sarà negativa.
Molto dura la rappresentazione della figura del padre che è descritto come il cattivo assoluto, senza sfumature. Del resto, che c’è da pretendere? È anche juventino…
Il racconto è scritto molto bene e affronta temi familiari spinosi, senza insistenza o dovizia di particolari truci, ma in modo molto incisivo.
Il lavoro con il saldatore mi ha fatto fare un salto indietro nel tempo, all’età del tuo protagonista, quando con un amico ci eravamo messi in testa di costruirci una radio, utilizzando le istruzioni di una rivista specializzata, dopo aver comprato tutto il materiale necessario: transistor, resistenze, condensatori, potenziometri (così mi pare che si chiamassero), con risultati assai più modesti di Giacomo. Nel leggere il tuo brano ho perfino risentito l’odore dello stagno fuso.
Anche per questo, ma non solo, ho letto con piacere il tuo racconto.
Qualche piccola nota:
“… costato a suo papà tre mesi di Reddito” perché maiuscolo?
“un senso di colpa che gli prendo lo stomaco”
“scorciatoiatore” non è bellissimo
L’insistenza sulle aspettative della reazione positiva del padre al regalo fanno prevedere con troppo anticipo che la reazione sarà negativa.
Molto dura la rappresentazione della figura del padre che è descritto come il cattivo assoluto, senza sfumature. Del resto, che c’è da pretendere? È anche juventino…
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 774
Punti : 821
Infamia o lode : 1
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 74
Località : Barberino di Mugello (FI)
Re: Scorciatoie
L'ho detto nel gruppo del CdL mezz'ora dopo l'arrivo del tuo racconto e te lo ripeto anche adesso: una bomba!
Adesso che i racconti dello step li ho letti tutti te lo posso dire ancora più forte.
A parte che mi sembrava di aver letto il tuo racconto poco fa, tanto me lo ricordavo in tutti i suoi passaggi: non serviva neanche rileggerlo, praticamente.
E niente, per me quando partecipi a un concorso letterario con un racconto del genere scritto così puoi solo fare bella figura. Per quanto mi riguarda, i paletti funzionano bene. Sicuramente un po' azzardata l'idea di quelli spaziali, mentre trovo che arbitro e salotto siano invece perfettamente amalgamati nel testo.
Da parte mia, solo tanti, tantissimi complimenti. Anche per il titolo: immediato ed evocativo.
Adesso che i racconti dello step li ho letti tutti te lo posso dire ancora più forte.
A parte che mi sembrava di aver letto il tuo racconto poco fa, tanto me lo ricordavo in tutti i suoi passaggi: non serviva neanche rileggerlo, praticamente.
E niente, per me quando partecipi a un concorso letterario con un racconto del genere scritto così puoi solo fare bella figura. Per quanto mi riguarda, i paletti funzionano bene. Sicuramente un po' azzardata l'idea di quelli spaziali, mentre trovo che arbitro e salotto siano invece perfettamente amalgamati nel testo.
Da parte mia, solo tanti, tantissimi complimenti. Anche per il titolo: immediato ed evocativo.
______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
- Messaggi : 1309
Punti : 1458
Infamia o lode : 25
Data di iscrizione : 06.01.21
Età : 38
Località : Cesena
Re: Scorciatoie
Un altro racconto che affronta il tema della violenza familiare, anche se, in questo caso, sembra più alto il livello di violenza psicologica che fisica (accennata da un "un livido viola e giallo [che] spunta appena sotto la maglietta").
L'approccio è originale, con un'atmosfera un po' da fantascienza anni 50 - 60, ma forse è proprio questa caratteristica a renderlo meno appassionante, portando il lettore a concentrarsi quasi di più sull'invenzione che sulla triste vicenda umana di Giacomo.
La scrittura è buona, con pochissime imperfezioni e/o errori ("Uno schicco nell’aria"), ma tutta la situazione, nel mischiare fiction e realtà, personaggi e luoghi, mi sembra richieda un notevole sforzo alle capacità di sospensione dell'incredulità. Già meglio lo spostamento dell'arbitro: se non altro, almeno la partita è in diretta...
Manca anche una presentazione di Giacomo che lo qualifichi come "piccolo genio". Si fa solo un breve accenno su come "in classe si distraeva perché le maestre spiegavano cose veramente poco interessanti".
Ben diverso sarebbe stato il risultato se il racconto si fosse svolto a livello psicologico/immaginario anziché materiale; se l'invenzione di Giacomo fosse stata capace di trovare una scorciatoia, sì, ma solo per se stesso, verso un luogo dove solo la sua immaginazione lo poteva condurre, ed essere - almeno momentaneamente - al sicuro.
Soltanto rifugiandosi nella sua mente il ragazzo avrebbe compreso che "dopo tutto il silenzio non fa poi così paura". E poi sono certo che un tizio così ottuso da non farsi sorprendere da un'invenzione così geniale ("Rimetti tutto a posto, ho detto! Voglio vedere la partita") molto difficilmente "imparerà la lezione".
M.
L'approccio è originale, con un'atmosfera un po' da fantascienza anni 50 - 60, ma forse è proprio questa caratteristica a renderlo meno appassionante, portando il lettore a concentrarsi quasi di più sull'invenzione che sulla triste vicenda umana di Giacomo.
La scrittura è buona, con pochissime imperfezioni e/o errori ("Uno schicco nell’aria"), ma tutta la situazione, nel mischiare fiction e realtà, personaggi e luoghi, mi sembra richieda un notevole sforzo alle capacità di sospensione dell'incredulità. Già meglio lo spostamento dell'arbitro: se non altro, almeno la partita è in diretta...
Manca anche una presentazione di Giacomo che lo qualifichi come "piccolo genio". Si fa solo un breve accenno su come "in classe si distraeva perché le maestre spiegavano cose veramente poco interessanti".
Ben diverso sarebbe stato il risultato se il racconto si fosse svolto a livello psicologico/immaginario anziché materiale; se l'invenzione di Giacomo fosse stata capace di trovare una scorciatoia, sì, ma solo per se stesso, verso un luogo dove solo la sua immaginazione lo poteva condurre, ed essere - almeno momentaneamente - al sicuro.
Soltanto rifugiandosi nella sua mente il ragazzo avrebbe compreso che "dopo tutto il silenzio non fa poi così paura". E poi sono certo che un tizio così ottuso da non farsi sorprendere da un'invenzione così geniale ("Rimetti tutto a posto, ho detto! Voglio vedere la partita") molto difficilmente "imparerà la lezione".
M.
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 570
Punti : 658
Infamia o lode : 0
Data di iscrizione : 27.01.22
Età : 67
Località : Prato
Re: Scorciatoie
breve ma intenso, questo pezzo e, per quanto appaia semplice e lineare lo definirei venato da una lucida follia.
quella che furiesce da Giacomo a un certo punto e ne prende il controllo.
certo, la sua vuole essere una semplice punizione al padre, arrogante e violento oltre che donnaiolo, ma chissà se deciderà di farla finire o continuare per sempre?
alcune cose sono un poco forzate, però l'idea è davvero ottima e ben esposta.
complimenti.
quella che furiesce da Giacomo a un certo punto e ne prende il controllo.
certo, la sua vuole essere una semplice punizione al padre, arrogante e violento oltre che donnaiolo, ma chissà se deciderà di farla finire o continuare per sempre?
alcune cose sono un poco forzate, però l'idea è davvero ottima e ben esposta.
complimenti.
______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente


Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.
Kahlil Gibran
Kahlil Gibran
Arunachala- Admin
- Messaggi : 1163
Punti : 1377
Infamia o lode : 16
Data di iscrizione : 20.10.20
Età : 66
Località : Lago di Garda
Re: Scorciatoie
Secondo giro di letture. I commenti hanno tolto il cespuglio che copriva questo racconto. Lo avevo apprezzato, ma non così tanto. E ringrazio gli estimatori.
tommybe- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 982
Punti : 1046
Infamia o lode : 4
Data di iscrizione : 18.11.21
Età : 71
Località : Roma
Re: Scorciatoie
C’è tanta fantasia in questo racconto; un’invenzione molto originale… ma anche molto poco credibile.
Non penso sia questo che non me lo fa apprezzare in pieno, ma forse è proprio il contesto familiare in cui è inserito.
All’inizio il padre sta quasi simpatico, con la sua Fabbricavedove, anche se dal livido già si intuisce qualcosa di sinistro.
Ma da un padre cattivo non ti aspetti una punizione così soft per non andare bene a scuola, o che ti regali la maglietta della Juve.
Alla fine sì, penso sia questo che non mi ha convinto.
Non penso sia questo che non me lo fa apprezzare in pieno, ma forse è proprio il contesto familiare in cui è inserito.
All’inizio il padre sta quasi simpatico, con la sua Fabbricavedove, anche se dal livido già si intuisce qualcosa di sinistro.
Ma da un padre cattivo non ti aspetti una punizione così soft per non andare bene a scuola, o che ti regali la maglietta della Juve.
Alla fine sì, penso sia questo che non mi ha convinto.
FedericoChiesa- Padawan
- Messaggi : 466
Punti : 523
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 24.04.21
Età : 56
Località : Milano
Re: Scorciatoie
Bellissima idea.
Lo svolgimento non sembra però all’altezza. Mi sono chiesto perché. La risposta che mi sono dato è che manchi pathos. Il racconto è freddo, un po’ didascalico, come qualcuno ha già notato.
Il bambino solo che per sfuggire alla noia e alla solitudine gioca a fare il dio della televisione non appare veramente convincente.
La scrittura è di buon livello.
Prova a riscriverlo focalizzandoti un po’ di più su quello che lui sente e vuole.
Lo svolgimento non sembra però all’altezza. Mi sono chiesto perché. La risposta che mi sono dato è che manchi pathos. Il racconto è freddo, un po’ didascalico, come qualcuno ha già notato.
Il bambino solo che per sfuggire alla noia e alla solitudine gioca a fare il dio della televisione non appare veramente convincente.
La scrittura è di buon livello.
Prova a riscriverlo focalizzandoti un po’ di più su quello che lui sente e vuole.
gipoviani- Padawan
- Messaggi : 239
Punti : 270
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 01.05.21
Re: Scorciatoie
Forse un solo commentatore lo ha rilevato, ma a me è subito saltato all'occhio come la rabbia e l'ottusità del padre, nella seconda parte del racconto, stridano con come ci era stato presentato all'inizio.
Motocicletta importante, dispensatore di consigli e motti, attento a che il figlio non vada male a scuola.
Donnaiolo, certo, ma un padre così alla moda per forza piace alla donne.
Poi però le cose cambiano, in parte annunciate dalle troppo rosee aspettative del ragazzino.
Che poi, se sei abituato a esser maltrattato, come fai ad avere aspettative rosee?
Almeno credo.
E così il padre si rivela per quello che è, egoista, indifferente, scazzato dalla vita. Un'immagine molto diversa da quella che sembrava all'inizio. Voluto? Non voluto?
Non penso che il tutto sia filtrato dagli occhi di Giacomo: difficile voler bene a un padre che abitualmente fa queste cose. Ma ripeto, non ci è dato sapere se e quanto il pdv del ragazzo sia attendibile.
L'oggetto magico funziona, trasporta le cose sullo schermo da un contesto a un altro.
Non molto utile, se non per fare due risate, ma il genitore non ne riconosce l'ingegno e neppure si pone il problema se una roba così assurda sia reale o meno.
Certo, è in linea con la struttura della fiaba, perché come genere, a parer mio, siamo nel campo della fiaba moderna. Nessun realismo cercato, dunque.
Lo stile di scrittura è buono, direi del tutto intonato al contesto.
Lieto della mention alla Juve, sebbene 2 volte su 3 tu ci abbia messo la preposizione davanti sbagliata.

E qualcuno recuperi Bud, che a quest'ora è ancora là su Uluru, mi sa.
Motocicletta importante, dispensatore di consigli e motti, attento a che il figlio non vada male a scuola.
Donnaiolo, certo, ma un padre così alla moda per forza piace alla donne.
Poi però le cose cambiano, in parte annunciate dalle troppo rosee aspettative del ragazzino.
Che poi, se sei abituato a esser maltrattato, come fai ad avere aspettative rosee?
Almeno credo.
E così il padre si rivela per quello che è, egoista, indifferente, scazzato dalla vita. Un'immagine molto diversa da quella che sembrava all'inizio. Voluto? Non voluto?
Non penso che il tutto sia filtrato dagli occhi di Giacomo: difficile voler bene a un padre che abitualmente fa queste cose. Ma ripeto, non ci è dato sapere se e quanto il pdv del ragazzo sia attendibile.
L'oggetto magico funziona, trasporta le cose sullo schermo da un contesto a un altro.
Non molto utile, se non per fare due risate, ma il genitore non ne riconosce l'ingegno e neppure si pone il problema se una roba così assurda sia reale o meno.
Certo, è in linea con la struttura della fiaba, perché come genere, a parer mio, siamo nel campo della fiaba moderna. Nessun realismo cercato, dunque.
Lo stile di scrittura è buono, direi del tutto intonato al contesto.
Lieto della mention alla Juve, sebbene 2 volte su 3 tu ci abbia messo la preposizione davanti sbagliata.

E qualcuno recuperi Bud, che a quest'ora è ancora là su Uluru, mi sa.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 679
Punti : 817
Infamia o lode : 0
Data di iscrizione : 08.01.21
Località : Torino
Re: Scorciatoie
Giacomo la sa lunga, ma come tutti i bambini ha ancora la speranza dell'innocenza, e una parte di lui vuole credere che la sua invenzione lo avvicinerà a suo padre.
Il padre è una figura davvero ottusa, la sua reazione nei confronti dell'invenzione del figlio la trovo un po' troppo tiepida ma in un certo modo coerente con un personaggio che appare egocentrico e anaffettivo. Quindi tutto sommato non mi disturba.
Il tuo racconto mi è piaciuto, esplora una dimensione di degrado familiare e di rivalsa in un modo originale e ben congegnato. Giacomo ha un carattere forte, lo dimostra il suo non cambiare idea su Bud Spencer anche se la sua idea allontana un compagno.
E lui si comporta come Bud, la sua vendetta è la giusta punizione.
Brav.
Ele
Il padre è una figura davvero ottusa, la sua reazione nei confronti dell'invenzione del figlio la trovo un po' troppo tiepida ma in un certo modo coerente con un personaggio che appare egocentrico e anaffettivo. Quindi tutto sommato non mi disturba.
Il tuo racconto mi è piaciuto, esplora una dimensione di degrado familiare e di rivalsa in un modo originale e ben congegnato. Giacomo ha un carattere forte, lo dimostra il suo non cambiare idea su Bud Spencer anche se la sua idea allontana un compagno.
E lui si comporta come Bud, la sua vendetta è la giusta punizione.
Brav.
Ele
Hellionor- Admin
- Messaggi : 696
Punti : 749
Infamia o lode : 9
Data di iscrizione : 17.10.20
Età : 43
Località : torino
Re: Scorciatoie
Questo racconto è stato il primo che ho letto, incuriosita da un titolo tanto strano: associato all’idea di un qualcosa realizzato da un ragazzino, sa di fantasia, del bello del sognare, di fare anche con poco.
Ma l’ho lasciato come ultimo da commentare, rileggendolo un paio di altre volte, perché mi ha colpito in modo particolare, più di tanti altri che pure mi sono piaciuti molto.
Spesso mi chiedo quando un romanzo o un racconto arriva a coinvolgerti così tanto da far fatica a disquisirne? Perché comunque non riusciresti a farlo in modo da trasmettere al meglio le tue sensazioni? La risposta che mi sono data, non so se vale per altri, è “quando ti vedi allo specchio, tra quelle righe”.
E non centra la bravura o meno dello scrittore, la grammatica corretta o da aggiustare, la punteggiatura perfetta o con qualche inciampo: è il contenuto sottostante che emerge con forza sopra ogni altro elemento di giudizio.
Parto dalla questione più semplice, i paletti.
Nel salotto accade tutto, è portante per la storia, anche se, cara Penna, immaginare un salotto in un bilocale, abitato da tre persone per di più... Il “salotto”, visivamente, qui è solo un divano con la tele. Ci può stare, data la situazione che hai costruito, ma non è una stanza a sé stante quano un'idea di stanza, comunque accettabile per l'economia del racconto.
I luoghi/i personaggi li hai inseriti tutti, sfruttando l’idea dello scorciatoiatore. Troppo? Troppo deboli per essere davvero protagonisti? Dipende anche dal contesto in cui sono stati inseriti, in questo caso utili allo sviluppo della storia.
Il genere: forse un po’ di fantascienza inserita in una storia di ordinaria, purtroppo, cronaca di famiglie in notevole difficoltà relazionali. O forse un racconto onirico, surreale. Non ho cercato un genere specifico con cui confrontarlo. Va bene così.
E rimanendo nel racconto, ci sono – nella realtà – ragazzini che se la cavano molto bene con saldatori e c. quindi perché non accettare che in un racconto di fantasia, il protagonista possa essere incredibilmente dotato?
La figura della madre – pure se appena accennata - è triste e molto realistica. Nell’ombra ma portante per la famiglia.
Il ritmo è buono, forse avrei inserito qualche a capo per dare respiro alla trama, suddividere l’insieme dei pensieri di Giacomo e limitare l’impressione dei blocchi di testo.
Ora passo alla parte più ostica del mio commento. Ostica perché forse ho voluto vederci troppe cose che la Penna proprio non immaginava di aver messo in campo. Ma questo lo specchio mi ha trasmesso.
Comincio dalla scrittura. Questo racconto lo vedrei davvero bene declinato in prima persona. Con lo stile che hai adottato sarebbe perfetto: non troppo forbito/complesso (da adulto) e non troppo semplice (da bambino), niente intrusione del narratore, ma il tutto affidato al pensare di un ragazzino che…
Immaginandolo in tale forma, tra le righe c’è un ragazzino che vorrebbe rimanere ancora un po’ bambino, sperando che finalmente arrivino carezze, baci (bacini no, non mi piace), complimenti e incoraggiamenti che gli sono stati negati da una madre sempre troppo stanca e da un padre adolescente mai cresciuto (con la sua moto-giocattolo, lo stravaccarsi sul divano come il classico ragazzotto, egoista ed egocentrico, fannullone, che contribuisce all’economia famigliare col “Reddito”, speso poi per un bene voluttuario).
Sono gli stessi abbracci e baci che di lì a poco, per l’età, scanserebbe infastidito, ma adesso ne ha oltremodo bisogno - in vista del passaggio di età - e quasi li elemosina, cercando di dimostrare quanto è stato bravo a creare quel meccanismo straordinario, con del materiale da poco.
Che il padre ignorerà alla grande.
C’è un ragazzino che ha pensieri quasi di un adulto, incastrati con altri più infantili, con cui cerca di capire suo padre, di accettarne i difetti, perché vorrebbe comunque un padre. Un padre che capisse che se a scuola certe cose non gli interessano non è perché sia indolente, ma perchè altri sono i suoi interessi. E ne accetta il castigo anche se ingiusto, quasi giustificandolo.
C’è tantissima solitudine e abbandono in questo racconto. La solitudine di un bambino che bambino è stato poco; di un ragazzino che forse si obbligherà a chiudersi in sé stesso, senza contestare o protestare per timore di ritorsioni o di altre delusioni difficili da superare.
Che poi magari quell’aggeggio sia solo nella sua fantasia? Che quelle dimostrazioni siano solo nella sua mente, un bel sogno in cui finalmente contare qualcosa per quella figura che lui sa dovrebbe essergli di esempio, di sostegno. Forse un primo momento di protesta, di contestazione, di rabbia e del desiderio di ottenere un po’ di giustizia. E di silenzio, tutto suo.
Un gran bel racconto, cara Penna, che ha coniugato l'idea per un aggeggio che – diciamocelo – tutti vorremmo poter avere (si può fare un leasing, un renting o un noleggio a lungo termine?) con una trama purtroppo realistica, che si ripete con inquietante quotidianità.
Ma l’ho lasciato come ultimo da commentare, rileggendolo un paio di altre volte, perché mi ha colpito in modo particolare, più di tanti altri che pure mi sono piaciuti molto.
Spesso mi chiedo quando un romanzo o un racconto arriva a coinvolgerti così tanto da far fatica a disquisirne? Perché comunque non riusciresti a farlo in modo da trasmettere al meglio le tue sensazioni? La risposta che mi sono data, non so se vale per altri, è “quando ti vedi allo specchio, tra quelle righe”.
E non centra la bravura o meno dello scrittore, la grammatica corretta o da aggiustare, la punteggiatura perfetta o con qualche inciampo: è il contenuto sottostante che emerge con forza sopra ogni altro elemento di giudizio.
Parto dalla questione più semplice, i paletti.
Nel salotto accade tutto, è portante per la storia, anche se, cara Penna, immaginare un salotto in un bilocale, abitato da tre persone per di più... Il “salotto”, visivamente, qui è solo un divano con la tele. Ci può stare, data la situazione che hai costruito, ma non è una stanza a sé stante quano un'idea di stanza, comunque accettabile per l'economia del racconto.
I luoghi/i personaggi li hai inseriti tutti, sfruttando l’idea dello scorciatoiatore. Troppo? Troppo deboli per essere davvero protagonisti? Dipende anche dal contesto in cui sono stati inseriti, in questo caso utili allo sviluppo della storia.
Il genere: forse un po’ di fantascienza inserita in una storia di ordinaria, purtroppo, cronaca di famiglie in notevole difficoltà relazionali. O forse un racconto onirico, surreale. Non ho cercato un genere specifico con cui confrontarlo. Va bene così.
E rimanendo nel racconto, ci sono – nella realtà – ragazzini che se la cavano molto bene con saldatori e c. quindi perché non accettare che in un racconto di fantasia, il protagonista possa essere incredibilmente dotato?
La figura della madre – pure se appena accennata - è triste e molto realistica. Nell’ombra ma portante per la famiglia.
Il ritmo è buono, forse avrei inserito qualche a capo per dare respiro alla trama, suddividere l’insieme dei pensieri di Giacomo e limitare l’impressione dei blocchi di testo.
Ora passo alla parte più ostica del mio commento. Ostica perché forse ho voluto vederci troppe cose che la Penna proprio non immaginava di aver messo in campo. Ma questo lo specchio mi ha trasmesso.
Comincio dalla scrittura. Questo racconto lo vedrei davvero bene declinato in prima persona. Con lo stile che hai adottato sarebbe perfetto: non troppo forbito/complesso (da adulto) e non troppo semplice (da bambino), niente intrusione del narratore, ma il tutto affidato al pensare di un ragazzino che…
Immaginandolo in tale forma, tra le righe c’è un ragazzino che vorrebbe rimanere ancora un po’ bambino, sperando che finalmente arrivino carezze, baci (bacini no, non mi piace), complimenti e incoraggiamenti che gli sono stati negati da una madre sempre troppo stanca e da un padre adolescente mai cresciuto (con la sua moto-giocattolo, lo stravaccarsi sul divano come il classico ragazzotto, egoista ed egocentrico, fannullone, che contribuisce all’economia famigliare col “Reddito”, speso poi per un bene voluttuario).
Sono gli stessi abbracci e baci che di lì a poco, per l’età, scanserebbe infastidito, ma adesso ne ha oltremodo bisogno - in vista del passaggio di età - e quasi li elemosina, cercando di dimostrare quanto è stato bravo a creare quel meccanismo straordinario, con del materiale da poco.
Che il padre ignorerà alla grande.
C’è un ragazzino che ha pensieri quasi di un adulto, incastrati con altri più infantili, con cui cerca di capire suo padre, di accettarne i difetti, perché vorrebbe comunque un padre. Un padre che capisse che se a scuola certe cose non gli interessano non è perché sia indolente, ma perchè altri sono i suoi interessi. E ne accetta il castigo anche se ingiusto, quasi giustificandolo.
C’è tantissima solitudine e abbandono in questo racconto. La solitudine di un bambino che bambino è stato poco; di un ragazzino che forse si obbligherà a chiudersi in sé stesso, senza contestare o protestare per timore di ritorsioni o di altre delusioni difficili da superare.
Che poi magari quell’aggeggio sia solo nella sua fantasia? Che quelle dimostrazioni siano solo nella sua mente, un bel sogno in cui finalmente contare qualcosa per quella figura che lui sa dovrebbe essergli di esempio, di sostegno. Forse un primo momento di protesta, di contestazione, di rabbia e del desiderio di ottenere un po’ di giustizia. E di silenzio, tutto suo.
Un gran bel racconto, cara Penna, che ha coniugato l'idea per un aggeggio che – diciamocelo – tutti vorremmo poter avere (si può fare un leasing, un renting o un noleggio a lungo termine?) con una trama purtroppo realistica, che si ripete con inquietante quotidianità.
______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
- Messaggi : 2047
Punti : 2249
Infamia o lode : 17
Data di iscrizione : 03.02.21
Età : 66
Località : Rumo (TN)
Re: Scorciatoie
L’unico racconto tra quelli letti finora, in cui ci sono tutti i paletti, cosa che ritengo un piccolo plus.
Il linguaggio è relativamente semplice, rispecchiando il punto di vista del ragazzino, ma tratta una situazione familiare complessa e diffusa, penso. Una madre asse economico della famiglia ma per questo distante, un padre anaffettivo e indolente che cerca scorciatoie nella vita, e un figlio trascurato, che anela affetto e comprensione ma che trova indifferenza. Persino gli insegnanti non lo capiscono. È ancora piccolo e innocente: vuole bene al padre e accetta le sue punizioni, le sue distanze e le sue negatività.
Poi però ha un moto di ribellione. Reagisce: manda suo padre in punizione e alla fine si toglie perfino la maglietta regalatagli dal padre (La toglierebbe ora perché tiene troppo caldo, ma ha paura che lui poi si arrabbi) e spegne la televisione, scoprendo la propria autonomia di pensiero. È un racconto di solitudine ma anche di formazione, mi pare.
Elementi negativi sono l’oggetto magico: ostico da accettare, bisogna alzare il livello della sospensione dell’incredulità. E la reazione del padre: non è possibile che non veda le potenzialità dell’oggetto ma sia solo concentrato sulla partita di calcio.
Complessivamente il mio giudizio è positivo.
Il linguaggio è relativamente semplice, rispecchiando il punto di vista del ragazzino, ma tratta una situazione familiare complessa e diffusa, penso. Una madre asse economico della famiglia ma per questo distante, un padre anaffettivo e indolente che cerca scorciatoie nella vita, e un figlio trascurato, che anela affetto e comprensione ma che trova indifferenza. Persino gli insegnanti non lo capiscono. È ancora piccolo e innocente: vuole bene al padre e accetta le sue punizioni, le sue distanze e le sue negatività.
Poi però ha un moto di ribellione. Reagisce: manda suo padre in punizione e alla fine si toglie perfino la maglietta regalatagli dal padre (La toglierebbe ora perché tiene troppo caldo, ma ha paura che lui poi si arrabbi) e spegne la televisione, scoprendo la propria autonomia di pensiero. È un racconto di solitudine ma anche di formazione, mi pare.
Elementi negativi sono l’oggetto magico: ostico da accettare, bisogna alzare il livello della sospensione dell’incredulità. E la reazione del padre: non è possibile che non veda le potenzialità dell’oggetto ma sia solo concentrato sulla partita di calcio.
Complessivamente il mio giudizio è positivo.
SuperGric- Padawan
- Messaggi : 292
Punti : 321
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 18.01.21
Età : 52
Località : Milano
Re: Scorciatoie
Un racconto che, seppur ambientato ai giorni nostri, mi riporta agli anni 80 e a molti film americani in voga in quel periodo. Un ragazzino, un piccolo genio incompreso, una situazione familiare difficile. E un'invenzione geniale e quasi magica (anche se nella versione iniziale non ne ho compreso appieno il senso). Il padre, nella sua pochezza, ha il merito di tirar fuori il meglio dal figlio (compresa la modifica nello scorciacoso che ti permette di viaggiare in qualsiasi luogo).
Ben scritto, anche se con qualche piccolo refuso di distrazione, si legge piacevolmente e con interesse.
I paletti ci sono tutti, anche troppi, forze un po' forzati visto che appaiono solo in televisione.
Nel complesso un bel racconto. Piaciuto.
Grazie
Ben scritto, anche se con qualche piccolo refuso di distrazione, si legge piacevolmente e con interesse.
I paletti ci sono tutti, anche troppi, forze un po' forzati visto che appaiono solo in televisione.
Nel complesso un bel racconto. Piaciuto.
Grazie
______________________________________________________
I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 908
Punti : 1025
Infamia o lode : 13
Data di iscrizione : 22.02.21
Età : 48
Località : Magenta
Re: Scorciatoie
Errori/refusi praticamente inesistenti, scritto molto bene. Segnalo soltanto:
in questo racconto sono stati inseriti tutti i paletti richiesti e in un modo così naturale che un esterno che lo leggesse non potrebbe minimamente pensare che si tratti di un racconto scritto per il nostro DTRooms; quindi non solo hai inserito tutti i paletti, ma lo hai fatto senza forzature.
Perché no: perché forse il racconto è un po' troppo "fiaba" per essere credibile fino in fondo, purtroppo la realtà, e tu ce lo fai vedere molto bene, è molto più crudele.
Perché sì: la prima volta che ho letto questo racconto ho annotato, a margine, "carino, ma nulla di più".
Per fortuna c'è stato il tempo della rilettura prima del commento cosicché ho potuto apprezzare tante belle cose di questo racconto, in primis come hai saputo utilizzare i paletti, poi una serie di particolari apparentemente insignificanti ma che denotano una capacità di scrittura e di osservazione della realtà che ci circonda da scrittore di livello.
Segnalo, a titolo di esempio,
Avrei preferito potrebbe o, al limite, puòIl padre risponde con un verso che poteva anche essere un saluto.
Si rende conto, con un senso di colpa che gli prende lo stomaco
PalettiUno schiocco nell’aria calda della stanza e uno sfarfallio nel televisore.
in questo racconto sono stati inseriti tutti i paletti richiesti e in un modo così naturale che un esterno che lo leggesse non potrebbe minimamente pensare che si tratti di un racconto scritto per il nostro DTRooms; quindi non solo hai inserito tutti i paletti, ma lo hai fatto senza forzature.
Perché no: perché forse il racconto è un po' troppo "fiaba" per essere credibile fino in fondo, purtroppo la realtà, e tu ce lo fai vedere molto bene, è molto più crudele.
Perché sì: la prima volta che ho letto questo racconto ho annotato, a margine, "carino, ma nulla di più".
Per fortuna c'è stato il tempo della rilettura prima del commento cosicché ho potuto apprezzare tante belle cose di questo racconto, in primis come hai saputo utilizzare i paletti, poi una serie di particolari apparentemente insignificanti ma che denotano una capacità di scrittura e di osservazione della realtà che ci circonda da scrittore di livello.
Segnalo, a titolo di esempio,
E' un racconto che vale molto e che entra in lizza per la mia cinquina.Dall’altra parte dello schermo le due squadre continuano a giocare finché un giocatore cade a terra. Si rotola tenendosi uno stinco e la palla finisce fuori. Gli altri incominciano a protestare, poi si bloccano. Anche quello a terra smette di tenersi la gamba e si rialza.
______________________________________________________

paluca66- Maestro Jedi
- Messaggi : 1210
Punti : 1283
Infamia o lode : 4
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 57
Località : Milano
Re: Scorciatoie
Beh questo è strepitoso. Solo una fantasia sfrenata poteva riuscire a mettere insieme tutti i paletti in modo così naturale.
Finalmente un racconto che non si muove dal salotto, che non potrebbe esistere in nessuna altra stanza, dove luoghi e personaggi sono opportunità e mai limitazioni e dove la libertà sul genere ha prodotto una narrazione che nasce dal fantastico ma poi non può essere classificata in alcun modo. Perfetto il Bud che punisce e non gode della botte. Anche a me a sempre dato quell'impressione lì.
C'è umorismo, delicatezza, riflessione. Non gli manca niente. E oltretutto è scritto bene, in modo talmente semplice da nascondere il lavoro che c'è dietro.
Non ha tempi morti, non ha flessioni, e ha un finale perfetto che chiude il cerchio.
Insomma, devo ancora arrivare in fondo alle letture, ma questo so già che avrà un posto speciale.
Davvero complimenti. Per ora il miglior racconto che ho letto.
Finalmente un racconto che non si muove dal salotto, che non potrebbe esistere in nessuna altra stanza, dove luoghi e personaggi sono opportunità e mai limitazioni e dove la libertà sul genere ha prodotto una narrazione che nasce dal fantastico ma poi non può essere classificata in alcun modo. Perfetto il Bud che punisce e non gode della botte. Anche a me a sempre dato quell'impressione lì.
C'è umorismo, delicatezza, riflessione. Non gli manca niente. E oltretutto è scritto bene, in modo talmente semplice da nascondere il lavoro che c'è dietro.
Non ha tempi morti, non ha flessioni, e ha un finale perfetto che chiude il cerchio.
Insomma, devo ancora arrivare in fondo alle letture, ma questo so già che avrà un posto speciale.
Davvero complimenti. Per ora il miglior racconto che ho letto.
______________________________________________________

Asbottino- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 507
Punti : 547
Infamia o lode : 0
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 48
Località : Torino
Re: Scorciatoie
Ciao Penna. Il tuo racconto mi ha spiazzato, in positivo. Non pensavo di trovare un racconto come questo che ci proponi. È molto vintage, ricorda i primi racconti di fantascienza quando questi non curavano gli aspetti meramente scientifici, e che infine risultavano più fantasiosi o surreali. E come quei racconti, anche il tuo ha una morale. La figura dell'undicenne (non mi è piaciuto molto come ci hai fatto giungere all'informazione) è mirabile, in quel mix di disincanto fanciullo e giudizio del narratore. Un mix che il più delle volte non mi piace, ma che invece occorre per le fiabe. Ecco, alla fine respiro questo tuo lavoro come una fiaba. Bello scritto, cara Penna. A rileggerti.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 771
Punti : 864
Infamia o lode : 6
Data di iscrizione : 04.03.21
Età : 60
Località : Idro (BS)
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 8 - Il Salotto
Pagina 1 di 2
Permessi in questa sezione del forum:
Puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|
» Verba volant
» Il mio libro
» Lontana
» °
» Quattro sensi
» Girotondo (il rosso e il falso)
» Frutto della passione
» Foschia